SAN DOMENICO A ROMA PELLEGRINAGGIO Itinerario dei miracoli e dei luoghi dove San Domenico di Guzman è vissuto a Roma a cura di Edoardo Mattei vi San Domenico a Roma Pellegrinaggio Itinerario dei miracoli e dei luoghi dove San Domenico di Guzman è vissuto a Roma A cura di Edoardo Mattei Edoardo Mattei 2015 Copyright © 2015 Edoardo Mattei Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633 Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Edoardo Mattei, [email protected] Prima Edizione: Luglio 2015 Pubblicato da Edoardo Mattei [email protected] www.laicidomenicani.com Sommario P R E F A Z I O N E ............................................................................... vii P R E F A Z I O N E A L L A 1ª E D I Z I O N E ......................................... viii 1. INTRODUZIONE ........................................................................ 1 1.1 San Domenico a Roma ......................................................... 1 1.2 I miracoli di san Domenico a Roma ................................ 2 1.3 Luoghi di alcuni miracoli ................................................... 2 1.4 Itinerario dei Miracoli di San Domenico a Roma ....... 4 2. INTRODUZIONE AL PELLEGRINAGGIO ...................................... 7 2.1 Spiritualità del Pellegrinaggio ......................................... 7 2.2 Svolgimento del Pellegrinaggio ....................................... 9 2.3 Organizzazione del Pellegrinaggio .............................. 11 3. IL CULTO MARIANO NELL’ORDINE ........................................ 15 3.1 Maria e la Fondazione dell'Ordine ............................... 15 3.2 L’Apostolato di Maria ....................................................... 16 3.3 Maria «Speciale Patrona» Dell'ordine ........................ 18 3.4 Alano De La Roche Iniziatore del Movimento Rosariano ................................................................................................ 20 4. LE MADONNELLE ................................................................... 23 4.1 L’Edicola Sacra – La Storia .............................................. 23 4.2 Le Madonelle ....................................................................... 24 4.3 L’edicola Sacra ieri e oggi. ............................................... 25 5. LITURGIE ................................................................................ 27 Supplica a S. Maria in Portico ................................................... 27 Benedizione di Inizio Pellegrinaggio ....................................... 31 Benedizione di Fine Pellegrinaggio ......................................... 39 Benedizione delle Famiglie – Fuori la Messa ........................ 47 Benedizione delle Famiglie – Nella Messa .............................. 55 v vi P REFAZIONE La prima edizione terminava con una NOTA FINALE: Stiamo raccogliendo materiale grafico per poter offrire questo volumetto in una edizione tipografica più completa, dove oltre al testo il lettore trovi fotografie dei luoghi e riproduzioni di opere pittoriche che raffigurano i miracoli ivi riportati. In attesa di completare la suddetta raccolta, presentiamo, ad uso privato, questa edizione in veste più modesta, ma che contiene tutti gli elementi che costituiscono l’ITINERARIO DEI MIRACOLI DI SAN DOMENICO A ROMA, ripercorrendo il quale il “pellegrino” rivivrà l’emozione di appartenere ad una Famiglia che ha un così grande Padre e Taumaturgo: il beato Domenico di Guzman. Questa edizione riveduta accoglie l’invito inserendo il materiale grafico richiesto. In aggiunta vuole aggiornare l’itinerario completandolo con delle tappe mariane intermedie che possano aiutare a mantenere lo spirito del pellegrinaggio durante i trasferimenti. Il desiderio è di proporre un pellegrinaggio e non solo un itinerario perché Roma non è solo una “città d’arte” ma anche una “città di fede” dove ogni immagine sacra, ogni chiesa, ogni angolo di strada offre l’occasione per alzare gli occhi al cielo e ringraziare Dio delle opere compiute e della salvezza ottenutaci in Cristo Gesù. Nelle stazioni principali sono state inserite delle piccole liturgie con lo scopo di vivificare e santificare la presenza in quei luoghi. Questo testo non è un manuale ma un sussidio: ognuno può prendere le informazioni che desidera per organizzare il pellegrinaggio nel modo più adatto al proprio spirito. Mi auguro che questo testo possa essere di aiuto a molti per conoscere meglio S. Domenico e l’Ordine dei Frati Predicatori. Edoardo Mattei, laico domenicano vii P REFAZIONE ALLA 1ª E DIZIONE Qualunque persona che abbia la possibilità di muoversi per Roma, proverà una grande soddisfazione percorrendo le sue vie e visitando i suoi monumenti. I resti archeologici dei primi secoli e le opere d’arte dei secoli successivi sono così notevoli e così numerosi che sorprendono e meravigliano il turista. Se la persona che viene a Roma è anche cristiana, la soddisfazione sarà maggiore, perché oltre ai valori culturali che abbiamo indicato, incontrerà anche i valori religiosi del cristianesimo, testimoniati a Roma da figure come Pietro, Paolo e altri martiri. Potrà, inoltre, visitare la Basilica di San Pietro e talvolta assistere a qualche udienza o cerimonia presieduta dal Papa, successore di Pietro e Vicario di Cristo in terra. Se la persona che viene a Roma (o che vive a Roma) è membro della Famiglia Domenicana la sua contentezza (gioia) sarà triplicata. Oltre ai valori culturali e cristiani incontrerà ricordi, testimonianze e luoghi domenicani. Il luogo domenicano più conosciuto e visitato è Santa Sabina, dove risiede il Maestro dell’Ordine, successore di fr. Domenico Padre dei Predicatori. Qui si trovano i luoghi concreti in cui pregò, visse, predicò fr. Domenico: Basilica, Sala Capitolare, Cappella, Dormitorio dei Frati. Nella Cappella, membri della Famiglia Domenicana di tutto il mondo e di tutte le lingue hanno potuto vivere qualche momento forte della propria vocazione. Ma i “luoghi domenicani” di Roma non si trovano soltanto a Santa Sabina. Vi sono molti altri luoghi i cui visse, predicò o pregò san Domenico Più ancora. Vi è una serie di luoghi perfettamente localizzati dove stette san Domenico e dove avvenne qualcuno dei suoi miracoli più conosciuti. L’esistenza di questi luoghi ci permette di disegnare un percorso o itinerario “domenicano” intitolato “Itinerario dei miracoli di san Domenico a Roma”; itinerario che viii vari gruppi e persone hanno ripercorso, che hanno gustato molto e che offriamo in questo piccolo libro. I testi dei miracoli che riportiamo sono presi dal volume S. Domenico visto dai suoi contemporanei di fr. P. Lippini, OP (Tamari Editoria in Bologna, 1966). L’opuscolo Itinerario dei miracoli di san Domenico è stato scritto originariamente in spagnolo. La traduzione italiana che qui offriamo è opera di Sr. Fernanda Nordera, dell’Unione San Tommaso, che ringraziamo cordialmente. Lei ed io riteniamo che questo volumetto tornerà utile ai membri-amici della nostra Famiglia Domenicana, che avranno la fortuna di visitare Rome e i suoi “luoghi domenicani”. Fr. Jaime Rodriguez Lebrato, OP ix 1. INTRODUZIONE 1.1 SAN DOMENICO A ROMA San Domenico fece sei viaggi a Roma, in diversi anni e da luoghi molto differenti. Tutti i suoi viaggi li fece a piedi. Alcuni furono molto lunghi, altri assai brevi; ad esempio il primo viaggio a Roma (1206) fu un molto lungo poiché, dopo aver lasciato Osma1 (Spagna) giunse fino in Danimarca e di là venne a Roma; il quinto (1218) lo fece da Bologna a Roma. I motivi dei suoi viaggi furono diversi. Nel 1206 (primo viaggio) venne a Roma per accompagnare il suo Vescovo, Diego di Osma, a vedere il Papa Innocenzo III2. Nel 1215 (secondo viaggio), accompagnò il Vescovo Folco di Tolosa per assistere al V Concilio Laterano3. Nel 1216 (terzo viaggio) venne a Roma allo scopo di ottenere l’approvazione dell’Ordine per mano del Papa Onorio III4. Nel 1217 (quarto viaggio) venne a Roma per diversi ministeri: petizioni di una nuova bolla per l’Ordine, predicazioni, spiegazione delle Epistole di San Paolo, ecc. Nel 1218 (quinto viaggio) torna a Roma poiché il Papa lo incarica della riforma di diversi monasteri di monache. Nel 1220 (sesto viaggio) viene a Roma per portare a termine la sua opera di riforma delle monache, creando i conventi di San Sisto e Santa Sabina. San Domenico era chierico ad Osma Vennero a chiedere il permesso di predicare nel Nord Europa come missionari 3 Chiese al Papa l’autorizzazione a continuare la sua predicazione fra gli Albigesi 4 22 Dicembre 1216 1 2 1 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio 1.2 I MIRACOLI DI SAN DOMENICO A ROMA Durante la sua permanenza a Roma, oltre alle attività di cui abbiamo già riferito, san Domenico compì diversi miracoli raccolti, soprattutto, nel “Libro dei Miracoli operati da san Domenico in Roma” della beata Cecilia5. Alcuni dei miracoli di san Domenico o dei fatti meravigliosi, aventi relazioni con la sua vita e con l’Ordine, accaddero in luoghi concreti della città di Roma e oggi è molto facile individuare questi luoghi. E poiché alcuni si trovano relativamente vicini fra loro, è possibile disegnare un itinerario, che si può compiere in varie tappe e in un tempo relativamente breve. Se si vuole fare un semplice percorso turistico, è possibile completare l’itinerario in un’ora. Ma se oltre al percorso turistico si vuole dare al percorso un contenuto religioso di peregrinazione domenicana, sarebbe bello leggere, in ciascuna tappa, il racconto del rispettivo «miracolo», recitare una preghiera e concludere con un canto. In questa versione religiosa, l’itinerario può durare oltre tre ore. 1.3 LUOGHI DI ALCUNI MIRACOLI Senza pretendere di enumerare né tutti i luoghi, né tutti i miracoli di san Domenico a Roma, possiamo fare un elenco di luoghi e di miracoli. (Dobbiamo tuttavia dire al lettore che la parola «miracolo» la usiamo sia in senso stretto come in senso più ampio, includendo in questo termine anche i fatti “meravigliosi” [straordinari] che accaddero a san Domenico) Ecco qui alcuni dei luoghi storici, i rispettivi miracoli e gli autori 6che li riportano: 5 Scritto sotto dettatura da suor Angelica probabilmente verso il 1288. La beata Cecilia ha conosciuto san Domenico a 17 anni nel 1221. 6 Costantino da Orvieto, Legenda Sancti Dominici – Gerardo de Frachet, Vita Fratrum Ordinis Praedicatorum (trad. it. Storie e leggende medioevali, Bologna, 1988) – 2 Introduzione • • • • • • • • VATICANO: Apparizione di Pietro e Paolo, Costantino da Orvieto, n° 25; NOMENTANA – PONTE DEL QUARTO: Aiuto al novizio, beata Cecilia, n° 11; BASILICA DI SAN MARCO AL CAMPIDOGLIO – PIAZZA VENEZIA: Resurrezione del figlio della vedova, beata Cecilia, n° 1; BASILICA DI SANTA ANASTASIA: Guarigione del braccio di una reclusa, beata Cecilia, n° 13, Apparizione di un angelo, beata Cecilia, n° 3; SANTA MARIA IN TEMPULO: Traslazione dell’immagine della Vergine, beata Cecilina n° 13; SAN SISTO: A San Sisto avvennero fino a 9 miracoli: • Resurrezione dell’architetto, Costantino da Orvieto, n° 36; • Resurrezione della figlia della vedova, beata Cecilia, n° 1; • Resurrezione del nipote del cardinale, Id., n° 2; • Il demonio in forma di scimmia, Id., n° 4; • La donna con sette demoni, Id., n° 5; • Il miracolo del vino, Id., n° 6; • Il demonio in forma di lucertola, Id., n° 8; • Guarigione di tre suore, Id., n° 9; • Il demonio in forma di uccello, Id., n° 10; • Il miracolo del refettorio, Id., n° 3. LATERANO: Visione di Innocenzo III, Costantino da Orvieto, n° 21; PORTA LATERANENSE: Guarigione di una reclusa, beata Cecilia, n° 12; beata sr. Cecilia, I miracoli del beato Domenico (trad. it. San Domenico visto dai suoi contemporanei, vedi Bibliografia) 3 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio • SANTA SABINA: Quattro dei miracoli raccontati dalla beata Cecilia si debbono localizzare a Santa Sabina, come pure altri narrati da Gerardo de Frachet: • L’angelo che apre la porta del convento, beata Cecilia, n° 6; • Il novizio pentito, Id.; • La Vergine benedice il dormitorio dei frati, Id., n° 7; • Visione della Vergine protettrice dell’Ordine, Id.; • La pietra scagliata dal diavolo, Gerardo de Frachet, cap. IV n. 99, da “Storie e leggende medioevali – la «Vitae Fratrum» di Geraldo di Frachet o.p.”, Traduzione e note di p. Pietro Lippini, op, ESD 1988 1.4 ITINERARIO DEI MIRACOLI DI SAN DOMENICO A ROMA I miracoli compiuti da san Domenico in diversi luoghi della città di Roma nel secolo XII, l’esistenza dei racconti di questi miracoli nei nostri libri domenicani, la facile localizzazione di questi luoghi nell’odierna città di Roma e la relativa vicinanza dei vari luoghi fra di loro, ha mosso fr Lebrato, OP, a descrivere un percorso in cinque tappe, sotto il titolo “Itinerario dei miracoli di san Domenico a Roma” L’idea di questo itinerario era stata qualificata meravigliosa, geniale, stupenda da parte di tutti coloro che ne erano venuti a conoscenza, quando ancora era soltanto una idea. Ma è stata confermata come “stupenda” anche da frati o gruppi di sorelle domenicane che l’hanno realizzata. A Roma vivono molte persone della Famiglia Domenicana, che chiedono di rivivere la vita e la santità di Domenico. A Roma vengono molti membri della Famiglia Domenicana, sia per turismo sia per corsi di formazione permanente o periodi di rinnovamento 4 Introduzione spirituale, i quali fanno “peregrinazioni” ai luoghi domenicani con vero amore. Ma a Roma vengono molti fedeli che non appartengono alla Famiglia Domenicana, ma sono interessati o sarebbero interessati ad un pellegrinaggio sulle orme di san Domenico. Le “peregrinazioni” di queste persone, membri della Famiglia Domenicana o meno, si riducono, molto frequentemente, a visitare Santa Sabina e ivi principalmente la cella di S. Domenico e altre memorie. Alcuni si spingono fino a S. Sisto. Ma non conoscono né hanno uno strumento per fare una “peregrinazione” unitaria ai diversi luoghi domenicani, e tanto meno hanno una guida unitaria sotto questo aspetto, commovente ed attraente, dei vari luoghi in cui Domenico fece sorprendenti miracoli. Si potrebbe fare. Ed è stato fatto. Il pellegrinaggio può essere fatto da soli anche se è nato per essere compiuto insieme possibilmente fra membri della famiglia domenicana o co un gruppo misto. Se i pellegrini, pur non appartenendo alla famiglia domenicana, sentissero il lodevole desiderio di questo pellegrinaggio, è consigliabile che richiedessero un accompagnatore della famiglia domenicana che li possa introdurre meglio nella spiritualità dell’Ordine. 5 2. INTRODUZIONE AL PELLEGRINAGGIO 2.1 SPIRITUALITÀ DEL PELLEGRINAGGIO7 Nonostante i mutamenti subiti nel corso dei secoli, il pellegrinaggio mantiene, anche nel nostro tempo, i tratti essenziali che ne determinarono la spiritualità. Dimensione escatologica. Essa è essenziale e originaria: il pellegrinaggio, “cammino verso il santuario”, è momento e parabola del cammino verso il Regno; il pellegrinaggio infatti aiuta a prendere coscienza della prospettiva escatologica in cui si muove il cristiano, homo viator: tra l’oscurità della fede e la sete della visione, tra il tempo angusto e l’aspirazione alla vita senza fine, tra la fatica del cammino e l’attesa del riposo, tra il pianto dell’esilio e l’anelito alla gioia della patria, tra l’affanno dell’attività e il desiderio della serena contemplazione. L’evento dell’esodo, cammino di Israele verso la terra promessa, si riflette anche nella spiritualità del pellegrinaggio: il pellegrino sa che «non abbiamo quaggiù una città stabile» (Eb 13, 14), perciò, al di là della meta immediata del santuario, avanza, attraverso il deserto della vita, verso il Cielo, vera Terra promessa. Dimensione penitenziale. Il pellegrinaggio si configura come un “cammino di conversione”: camminando, il pellegrino compie un percorso che va dalla presa di coscienza del proprio peccato e dei legami che lo vincolano a cose effimere e inutili al raggiungimento della libertà interiore e alla comprensione del significato profondo della vita. Come è stato detto, per molti fedeli la visita costituisce un’occasione propizia, spesso ricercata, per accostarsi ai sacramenti 7 CFR. Congregrazione PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia, 286 7 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio e il pellegrinaggio stesso è stato inteso e proposto nel passato – ma anche nel nostro tempo – come un’opera penitenziale. Peraltro, quando il pellegrinaggio è compiuto in modo genuino, il fedele ritorna con il proposito di “cambiare vita”, di orientarla più decisamente verso Dio, di dare ad essa una più marcata prospettiva trascendente. Dimensione festiva. Nel pellegrinaggio la dimensione penitenziale coesiste con la dimensione festiva: anch’essa è nel cuore del pellegrinaggio, in cui si riscontrano non pochi motivi antropologici della festa. La gioia del pellegrinaggio cristiano è prolungamento della letizia del pio pellegrino di Israele: «Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore”» (Sal 122, 1); è sollievo per la rottura della monotonia quotidiana nella prospettiva di un momento diverso; è alleggerimento del peso della vita, che per molti, soprattutto per i poveri, è fardello pesante; è occasione per esprimere la fraternità cristiana, per dare spazio a momenti di convivenza e di amicizia, per liberare manifestazioni di spontaneità spesso represse. Dimensione cultuale. Il pellegrinaggio è essenzialmente un atto di culto: il pellegrino cammina per andare incontro a Dio, per stare alla sua presenza rendendogli l’ossequio della sua adorazione e aprendogli il cuore. Nelle stazioni, il pellegrino compie numerosi atti di culto appartenenti alla sfera sia della Liturgia sia della pietà popolare. La sua preghiera assume forme varie: di lode e adorazione al Signore per la sua bontà e la sua santità; di ringraziamento per i doni ricevuti; di scioglimento di un voto, cui il pellegrino si era obbligato nei confronti del Signore; di implorazione di grazie necessarie per la vita; di richiesta di perdono per i peccati commessi. Molto spesso la preghiera del pellegrino è rivolta alla beata Vergine, agli Angeli e ai Santi, riconosciuti validi intercessori presso l’Altissimo. Peraltro le icone venerate nei luoghi visitati sono segno della presenza della Madre e dei Santi accanto al Signore glorioso, «sempre vivo per intercedere» (Eb 7, 25) in favore degli 8 Introduzione al Pellegrinaggio uomini e sempre presente nella comunità riunita nel suo nome (cf. Mt 18, 20; 28, 20). Le immagini sacre visitate, sia esse di Cristo, della Vergine, degli Angeli o dei Santi, sono segno santo della divina presenza e dell’amore provvidente di Dio; sono testimoni della preghiera che di generazione in generazione si è levata davanti ad essa come voce supplice del bisognoso, gemito dell’afflitto, giubilo riconoscente di chi ha ottenuto grazia e misericordia. Dimensione apostolica. L’itineranza del pellegrino ripropone, in un certo senso, quella di Gesù e dei suoi discepoli, che percorrono le strade della Palestina per annunciare il Vangelo di salvezza. Sotto questo profilo il pellegrinaggio è un annuncio di fede e i pellegrini divengono «araldi itineranti di Cristo». Dimensione comunionale. Il pellegrino che si reca al santuario è in comunione di fede e di carità non solo con i compagni con i quali compie il «santo viaggio» (cf. Sal 84, 6), ma con il Signore stesso, che cammina con lui come camminò al fianco dei discepoli di Emmaus (cf. Lc 24, 13-35); con la sua comunità di provenienza e, attraverso di essa, con la Chiesa dimorante nel cielo e pellegrinante sulla terra; con i fedeli che, lungo i secoli, hanno pregato nel santuario; con la natura, che circonda il santuario, di cui ammira la bellezza e che si sente portato a rispettare; con l’umanità, la cui sofferenza e la cui speranza si manifestano variamente nel santuario, e il cui ingegno e la cui arte hanno lasciato in esso molteplici segni. 2.2 SVOLGIMENTO DEL PELLEGRINAGGIO8 Il pellegrinaggio è un cammino di preghiera. In ogni sua tappa la preghiera dovrà animare il pellegrinaggio e la Parola di Dio esserne luce e guida, nutrimento e sostegno. Il buon esito di un pellegrinaggio, in quanto manifestazione cultuale, e gli stessi frutti spirituali che da esso si attendono sono 8 Cfr. CONGREGRAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia, 287 9 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio assicurati dall’ordinato svolgimento delle celebrazioni e da una adeguata sottolineatura delle sue varie fasi. La partenza del pellegrinaggio sarà opportunamente caratterizzata da un momento di preghiera, compiuto nella chiesa parrocchiale oppure in un’altra più adatta, consistente nella celebrazione dell’Eucaristia o di una parte della Liturgia delle Ore9 o in una peculiare benedizione dei pellegrini.10 L’ultimo tratto del cammino sarà animato da più intensa preghiera; è consigliabile che quell’ultimo tratto, quando la destinazione è già in vista, sia percorso a piedi, processionalmente, pregando, cantando, sostando presso le edicole che eventualmente sorgono lungo il tragitto. L’accoglienza dei pellegrini potrà dar luogo a una sorta di “liturgia della soglia”, che ponga l’incontro tra i pellegrini e i custodi del luogo su un piano squisitamente di fede; ove sia possibile, questi ultimi muoveranno incontro ai pellegrini, per compiere con loro l’ultimo tratto del cammino. La permanenza dovrà ovviamente costituire il momento più intenso del pellegrinaggio e sarà caratterizzata dall’impegno di conversione, opportunamente ratificato dal sacramento della riconciliazione; da peculiari espressioni di preghiera quali il ringraziamento, la supplica o la richiesta di intercessione, in rapporto alle caratteristiche del santuario e agli scopi del pellegrinaggio; dalla celebrazione dell’Eucaristia, culmine del pellegrinaggio stesso. La conclusione del pellegrinaggio sarà caratterizzata convenientemente da un momento di preghiera, nel luogo o nella chiesa da cui esso è partito; i fedeli ringrazieranno Dio del dono del pellegrinaggio e chiederanno al Signore l’aiuto necessario per vivere 9 RITUALE ROMANUM, De Benedictionibus, Ordo ad benedicendos peregrinos, 407. RITUALE ROMANUM, De Benedictionibus, Ordo ad benedicendos peregrinos, 409-419. 10 10 Introduzione al Pellegrinaggio con più generoso impegno, una volta tornati nelle loro case, la vocazione cristiana. Dall’antichità, il pellegrino desidera portare con sé dei “ricordi” del luogo visitato. Si avrà cura che oggetti, immagini, libri, trasmettano l’autentico spirito del luogo santo. Si deve inoltre far sì che i punti vendita non si trovino all’interno dell’area sacra del santuario né abbiano l’apparenza di mercato. 2.3 ORGANIZZAZIONE DEL PELLEGRINAGGIO Il pellegrinaggio è pensato secondo la seguente struttura: a) Arrivo alla Stazione o al luogo b) Breve visita o spiegazione c) Per le memorie di S. Domenico sono riportate delle letture che raccolgono le testimonianze dei contemporanei d) Per le stazioni principali sono suggerite alcune liturgie e) Momento di preghiera personale Per una migliore organizzazione, riportiamo i riferimenti dei luoghi visitati: San Marco Evangelista al Campidoglio (Stazione Originale) (Memoria di S. Domenica e Benedizione di Inizio Pellegrinaggio) Piazza di San Marco, 48 - 00186 Roma –Tel 06.679.520.5 Ufficio Parrocchiale - Dal Lunedì al Sabato - 09.00 - 12.00 e 16.00 - 18.00 Cappella della Madonnella di San Marco in Campidoglio (Adorazione Eucaristica) Piazza Venezia angolo Via del Plebiscito Piazza Di S. Marco, 48 - 00186 Roma Tel. 06 6790642 11 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Ore 7, 00 Ore 7, 30 Ore 8, 00 Ore 12,45 Ore 13,00 Ore 16,00 Ore 18,30 Ore 19,00 Ore 19,30 Ore 20,15 Celebrazione delle Lodi S.Messa Esposizione SS. Sacramento Adorazione silenziosa Ora media Riposizione Adorazione Rosario Vespri S.Messa Chiusura Santa Maria in Portico in Campitelli (Supplica a S. Maria in Portico) Piazza Campitelli, 9 – 00186 - Roma - Tel. e fax: 06.68803978 Ufficio Parrocchiale – Tranne Giovedì e festivi - dalle 10,00 alle 12,30 San Nicola in Carcere (Madonna di Pompei) Via Del Teatro Di Marcello, 46 - 00186 Roma Tel. 06 68892781 – 06 6869972 Sant’Anastasia al Palatino (Stazione Originale) (Adorazione Eucaristica Perpetua) Piazza di Sant’Anastasia - 00186 ROMA tel. e fax 0667.82.980 Santa Maria in Tempulo (Stazione Originale) (Memoria di S. Domenico e Benedizione delle Famiglie) Via di Valle delle Camene – Roma 12 Introduzione al Pellegrinaggio Visitabile tutti i giorni (celebrazione dei matrimoni) 9.00-12.00 e 16.00-18.00 domenica 9.00-12.00 chiusa martedì Convento Suore Domenicane di S. Sisto Vecchio (Stazione Originale) (Memoria di S. Domenico) Piazzale Numa Pompilio, 8 – 00186 Roma – Tel. 06. 77205174 – 06. 77205174 Tutti i giorni dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 15.00 alle 17.30 Per le visite di gruppi superiori alle 10 persone è consigliata la prenotazione. Chiesa Rettoria Santa Sabina all’Aventino (Stazione Originale) (Memoria di S. Domenico e Benedizione di Fine Pellegrinaggio) Basilica Minore Piazza Pietro d’Illiria 1 - 00153 ROMA tel. 06-57.94.01 - fax 06-57.50.675 13 3. IL CULTO MARIANO NELL’ORDINE 3.1 MARIA E LA FONDAZIONE DELL'ORDINE11 S. Domenico fu devotissimo a Maria. Tutti i santi sono particolarmente devoti a Maria, perché la beata Vergine, che per prima e più fedelmente ha vissuto il messaggio evangelico, è modello e guida a tutti coloro che vogliono seguire Cristo. Domenico tuttavia è «mariano» per un titolo speciale. La sua devozione a Maria, madre del Verbo incarnato, si può considerare «una grazia di stato, un dono che il cielo gli riserva, in quanto fondatore di un Ordine, per meglio compiere la sua missione». Lo stretto legame che unisce Domenico a Maria è più di una devozione; è parte essenziale della sua stessa vocazione e della sua missione. Per questo è convinzione comune dei primi frati che Maria abbia avuto una parte molto importante nella fondazione dell'Ordine. Due antichissime fonti, riportate da fra Gerardo Frachet nelle Vitae Fratrum, attribuiscono a Maria la nascita dell'Ordine. Un monaco raccontò di aver visto, in visione, prima che l'Ordine fosse fondato, la beata Vergine che supplicava il Figlio irato contro l'umanità, ottenendo alla fine l'istituzione di un Ordine di predicatori per la salvezza degli uomini. «Poiché non è conveniente che ti neghi alcuna cosa - dice il Figlio a Maria - darò loro i miei predicatori, per mezzo dei quali siano illuminati e corretti». «A conferma di questa visione - continua fra Gerardo - anche un anziano monaco cistercense dell'abazia di Bonnevaux raccontò al maestro Umberto de Romans che un monaco gli aveva detto di aver visto la Vergine Maria supplicare il proprio Figlio perché 11 Tratto da: "La devozione a Maria nell'Ordine Domenicano", AA.VV. - Editrice ESD-Bologna 15 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio avesse pietà degli uomini. Alla fine, vinto dalle sue preghiere, Gesù dice: "per le tue preghiere avrò ancora misericordia, manderò loro i predicatori, perché li ammoniscano". Per questo si può pensare senza alcun dubbio - conclude l'anziano monaco - che l'Ordine vostro sia stato creato per le preghiere della Vergine gloriosa. Per cui dovete con ogni diligenza conservare un Ordine così degno e onorare particolarmente la beata Maria». Il carattere provvidenziale dell'Ordine dei frati predicatori è sottolineato anche dalle Bolle di Onorio 111 e poi dal b. Giordano di Sassonia, da Pietro Ferrando e in genere dai primi biografi di S. Domenico. Il b. Umberto è convinto che «l'Ordine è un dono di Dio all'umanità, ottenuto dalle preghiere della beata Vergine. Per questo - egli dice - a Maria, come a speciale patrona, il beato Domenico raccomandava l'Ordine nelle sue preghiere. Ed è per questo che a lei come a Madre ci raccomandiamo ogni giorno con la processione (dopo Compieta), come al beato Domenico con la commemorazione, avendoli come speciali patroni in cielo». Anche S. Caterina da Siena attribuisce a Maria un compito essenziale nella vocazione e nella missione del fondatore dei frati predicatori. Domenico - dice il Signore alla santa- «prese l'ufficio del Verbo Unigenito mio Figliolo... Egli fu un lume che io porsi al mondo col mezzo di Maria...».È Maria dunque, la Madre dell'Unigenito Figlio di Dio, che ottiene dal Padre celeste colui che dovrà prendere «l'ufficio del Verbo», che cioè dovrà continuare la missione di Cristo. 3.2 L’APOSTOLATO DI MARIA Domenico, votato alla predicazione della verità evangelica, è in particolare l'apostolo di Maria. Nella lotta contro l'eresia, uno degli argomenti principali della sua predicazione è certamente la 16 Il Culto Mariano nell’Ordine divina maternità di Maria. Gli albigesi, in mezzo ai quali inizia la sua attività di missionario, negano l'Incarnazione del Verbo, di conseguenza non riconoscono Maria Madre di Dio. Essi rivendicano a se stessi il merito di generare «i perfetti ». Per questi eretici Maria non è neppure una persona umana,; è «un angelo mandato dal cielo», che insieme a Giovanni evangelista viene ad annunciare ciò che avviene in cielo. In lei non c'è nulla di materiale; il suo è un corpo spirituale, composto solo di elementi spirituali. Per i Catari neppure Cristo è un uomo; la materia è cosa impura, viene dal principio del Male. Anche Cristo è un angelo, che viene sulla terra sotto le apparenze di un uomo; non è il Salvatore; il suo compito non è quello di salvare l'umanità, ma solo di insegnare agli uomini che esiste un principio spirituale che è in cielo e in ciascun uomo. In mezzo a questi eretici, Domenico svolge la sua attività missionaria. Per combattere questi errori egli cosi è soprattutto l'apostolo della divinità di Cristo e della divina maternità di Maria. Le molte dispute che Domenico deve continuamente affrontare sono sempre accompagnate dalle sue fervorose preghiere. Nelle sue preghiere invoca con insistenza la misericordia del Redentore e domanda la mediazione di Maria «madre di misericordia». Durante i suoi lunghi viaggi per le strade di Francia e d'Italia, spesso lo si sente cantare l'inno a Cristo Redentore: «Jesu, nostra redemptio», la Salve Regina e l'Ave maris stella, proclamando anche in questo modo la sua fede in Cristo, Figlio di Dio e Salvatore, e in Maria Dei Mater alma, che offre all'umanità «Gesù, il frutto benedetto del suo seno». Non a caso certamente Domenico fissa il centro della sua attività missionaria presso una cappella dedicata a Maria, a Prouille. Era poi così evidente alla gente la devozione della comunità di Prouille alla beata Vergine che Domenico, i suoi frati e le suore venivano indicati come «coloro che erano a servizio di Dio e della Vergine Maria» . 17 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio 3.3 MARIA «SPECIALE PATRONA» DELL'ORDINE A Maria «regina di misericordia» Domenico aveva affidato, come a speciale patrona, tutta la «cura» dell'Ordine, ci assicura Costantino da Orvieto († 1256), uno dei primi biografi del santo. La stessa cosa ripete anche il b. Umberto. Domenico sente un estremo bisogno dell'aiuto della beata Vergine nello svolgimento della sua attività apostolica; a lei si rivolge con immensa fiducia; da lei invoca protezione per i propri figli. Da Maria Domenico ottiene la guarigione di maestro Reginaldo d'Orléans, non ancora frate predicatore ma desideroso di diventarlo. Il b. Giordano fu informato di questo intervento prodigioso dallo stesso S. Domenico, che l'aveva raccontato a Parigi «alla presenza di molti» . Per testimoniare la propria devozione a Maria e la piena sudditanza a lei dei frati predicatori, Domenico inventa una nuova formula di professione religiosa, con la quale espressamente si promette obbedienza a Maria. Ciò che «non avviene negli altri Ordini», sottolinea Umberto de Romans. Questa professione di obbedienza a Maria è il riconoscimento pubblico e ufficiale del titolo di cofondatrice dell'Ordine che i primi frati attribuiscono a Maria. Il frate predicatore intende inaugurare ai suoi piedi una vita consacrata totalmente al servizio di Cristo e di sua madre. Non a caso Domenico, proprio nel giorno dedicato all'Assunzione della beata Vergine, compie quel gesto che, per la sua audacia, meraviglia grandemente i suoi figli e non è compreso neppure dai suoi più intimi amici: la dispersione nel mondo dei suoi primi compagni. È, infatti, il 15 agosto (1217), quando, fiducioso nella materna protezione di Maria, invia, per la prima volta, i suoi frati nel mondo. Quel gesto, così coraggioso, giudicato addirittura temerario da alcuni suoi amici, era maturato nel suo animo durante i suoi lunghi colloqui con Dio e con Maria, che venerava come speciale patrona dell'Ordine. 18 Il Culto Mariano nell’Ordine Domenico vuole che la giornata del frate predicatore incominci nel nome di Maria e termini con la sua lode. Stabilisce, infatti, che i suoi frati, al mattino appena svegli, mentre sono ancora nel «dormitorio», rivolgano a Maria il loro pensiero e la loro preghiera con la recita del suo Ufficio. Il b. Umberto a tale proposito sottolinea: è segno «di grande riverenza verso la Vergine Maria che i frati subito appena si svegliano, prima di ogni altra cosa, si occupino «in eius servino» . La sera poi, al termine della giornata, dopo Compieta, Domenico vuole che l'ultima preghiera sia ancora rivolta a Maria, con la recita della Salve Regina. La stessa beata Vergine manifesta di gradire molto questa devozione dei «suoi» frati. Un giorno, infatti, apparendo al beato Giordano dice: «amo di uno speciale amore il tuo Ordine e fra le altre cose questo è a me molto gradito che ogni cosa che fate e dite incominciate dalla lode mia e in essa finite». Maria manifesta allo stesso Domenico di gradire molto che i suoi frati terminino la giornata con la recita della Salve Regina. Una notte, infatti, mentre i frati dormono, Maria appare a Domenico, che veglia in preghiera: la beata Vergine passa per il dormitorio, aspergendo i frati a uno a uno e gli rivela che, quando la sera recitano l'antifona salve Regina, lei «alle parole: Eia ergo advocata nostra supplica suo Figlio, perché conservi l'Ordine». Poco dopo, mentre ancora prega, Domenico, rapito in estasi, vede la beata Vergine, seduta alla destra del Signore circondata da un gran numero di beati, appartenenti a tutti gli Ordini religiosi; non vede però nessuno dei suoi frati. A tale visione, egli scoppia in pianto. Ma il Signore lo consola: «Il tuo Ordine - gli dice -l'ho affidato a mia madre». Contemporaneamente la Vergine apre il suo mantello ed egli vede sotto di esso raccolti tutti i suoi frati defunti. Queste visioni furono raccontate dallo stesso Domenico ai frati e alle suore di S. Sisto a Roma. Esse ci fanno conoscere quale rap19 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio porto di affetto legava Domenico alla beata Vergine e quanta fiducia egli aveva nella sua protezione. Maria, che accoglie sotto il suo manto i figli di Domenico, riserva pure una accoglienza tutta particolare a colui che aveva assunto «l'ufficio del Verbo». Proprio nel momento in cui il fondatore dei frati predicatori, in una celletta del convento di Bologna, circondato dai suoi frati passa all'eternità (6 agosto 1221), fra Guala, priore di Brescia, vede in sogno il cielo aperto e Gesù e sua Madre Maria che traggono in alto, su una scala, Domenico per introdurlo nella gloria celeste . 3.4 ALANO DE LA ROCHE INIZIATORE DEL MOVIMENTO ROSARIANO Alano de la Roche (1428-1475), domenicano bretone della congregazione riformata di Olanda, si può considerare il vero fondatore del rosario nella forma attuale. Per vari anni è professore a Parigi, poi a Lille, a Gand, a Rostock. Nel 1463 prende coscienza della sua missione rosariana. Da allora si dedica con grande fervore alla diffusione del «salterio di Maria». La sua predicazione e i suoi scritti non hanno altro scopo che far conoscere questa nuova forma di preghiera a Maria. Ovunque arriva, comunica il suo entusiasmo e il suo zelo per la devozione mariana e conquista preziosi collaboratori alla sua idea. Il metodo di preghiera alla beata Vergine, predicato da Alano, consiste nella recita di 150 A ve Maria, divise in gruppi di 10, intercalati da un Pater. A ogni Ave Maria egli aggiunge un pensiero sui principali misteri della fede, che commenta con una breve predica. La contemplazione dei misteri è la cosa che maggiormente gli interessa. Alano è convinto che il«saluto» sarà più gradito a Maria, se contemporaneamente si medita sulla vita, la passione e la glorificazione di Gesù Cristo. 20 Il Culto Mariano nell’Ordine Alano preferisce il termine «salterio» a «rosario», perché è più tradizionale e perché ricorda il salterio recitato dal clero, che allora era considerato la preghiera per eccellenza. Il salterio di Maria infatti vuole essere il breviario dei laici. Preferisce ancora chiamare «salterio» quel metodo di preghiera, perché ai suoi tempi «rosarium» aveva anche un significato profano. Le 150 Ave Maria del salterio mariano corrispondevano ai 150 salmi del salterio di Davide. Le tre cinquantine corrisponderebbero ai tre momenti della giornata nei quali si recita l'Ufficio divino: notte o primo mattino (mattutino e lodi),mezzogiorno (ore minori), sera (vespri e compieta). La divisione in decine ricorda «l'arpa a dieci corde» del salmista (Salmi 33,2). Alano però non si accontenta di predicare il salterio. Egli conosce la forza che può avere una associazione: ha presente le «corporazioni degli operai» del suo Paese. Pensa perciò di creare una confraternita che riunisca tutti i devoti del salterio e ne faccia quasi una famiglia. La prima «confraternita del salterio di Gesù e Maria» è da lui fondata a Douai nel 1470. Nello Statuto da lui stesso scritto si dice che i confratelli si impegnano a recitare l'intero salterio; sono tenuti anche a confessarsi e a comunicarsi al momento dell'iscrizione e si obbligano a confessarsi almeno altre tre volte all'anno nelle feste di Pentecoste, di S. Domenico e di Natale oltre che a Pasqua. Alano così mira, attraverso la devozione mariana, a sviluppare nei fedeli la vita sacramentaria: ad Jesum per Mariam. Per Alano la confraternita non è solo una associazione di oranti; è pure una comunità «di preghiera e di meriti». Ispirandosi alla dottrina della comunione dei santi e sull'esempio delle corporazioni operaie del suo tempo, egli fa della sua confraternita una «società di mutuo soccorso spirituale». Ogni iscritto infatti partecipa ai meriti e ai benefici delle preghiere di tutti gli altri membri; quando uno prega deve aver presente tutta la famiglia degli iscritti. 21 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Naturalmente nell'idea di Alano la «mutualità» di preghiere, a differenza di quella delle corporazioni delle arti, dovrà avere un carattere universale. Era la prima volta che veniva concepita una confraternita che univa gli iscritti di tutta la cristianità. L'idea della mutualità universale dei meriti e delle preghiere sarà una delle cause della straordinaria diffusione delle confraternite del rosario. Il movimento iniziato da Alano della Roche incontra subito grande favore tra i confratelli, che se ne fanno zelanti propagatori. Il «salterio di Gesù e Maria» è presto accettato dalla congregazione riformata dei domenicani di Olanda. Già nel 1473 la congregazione lo impone ai suoi frati come preghiera di suffragio da recitarsi per i vivi e per i defunti. Ciò significa che a quella data il salterio di Alano è già conosciuto e usato nei conventi della congregazione. A Colonia già nel 1472 viene scritto un primo «Tractatus de Rosario B. Mariae Virginis» e a Francoforte, nella chiesa dei domenicani, nel 1474 viene costruito un altare per la confraternita del rosario. L'iniziativa di Alano però incontra anche opposizioni: così nel 1475 su richiesta del vescovo di Tournay, Ferry di Cluny, scrive un Trattato in difesa del «salterio di Maria» da lui diffuso. Alano fondò una seconda fraternita a Lilla, che attirò subito moltissimi iscritti. Egli stesso nel Trattato scritto per il vescovo di Tournay dice che nel 1475 c'erano già più di 50 mila associati. In quello stesso anno Alano moriva. Ma il movimento da lui iniziato non si arresta. I suoi confratelli se ne fanno zelanti propagatori. L'apostolo di Maria lasciò un santo ricordo di sé: presto gli viene attribuito il titolo di beato. 22 4. LE MADONNELLE12 4.1 L’EDICOLA SACRA – LA STORIA Il termine «edicola» proviene dal latino ÆDICULA (nicchia) diminutivo di «ædes» arcaico significato di tempio o casa del dio o degli antenati. Nella religione cristiana l’edicola ha la funzione di custodia delle immagini sacre poste alla pubblica venerazione. In architettura il termine è passato a significare più genericamente ogni composizione ornamentale che contenga o incornici opere di interesse artistico-religioso, quali statue, dipinti ed immagini sacre. Le più antiche si presentano con le caratteristiche di un piccolo tempio dalle forme classiche. Le più recenti hanno cornici semplici o sfarzose dalle più svariate forme, spesso integrate con l’edificio ospitante in modo da richiamarne gli stessi elementi architettonici. Il loro fascino si è mantenuto vivo nei secoli fino ad oggi anche grazie alle centinaia di umili e semplici realizzazioni che la devozione popolare ha inserito nelle facciate e negli angoli più sperduti e poveri della città per averne conforto e protezione. La tradizione delle edicole sacre ha origini antiche poiché inizialmente le immagini furono poste nei numerosi resti dei monumenti della Roma imperiale. Roma ne ha centinaia e le più belle sono state realizzate non solo per volontà di nobili famiglie ma anche di semplici privati, di Ordini religiosi di Confraternite e Corporazioni di mestieri che spesso le hanno sistemate in quelle strade che un tempo ospitavano botteghe artigiani (via dei Cappellari, via dei Caprettari, via dei Falegnami, via degli Ombrellari, ecc). 12 Tratto da: "Le Edicole Sacre di Roma”, Sergio Gittarelli, Edizioni ACM, 2008 23 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Realizzate lungo un arco di vari secoli, dal Medioevo al trionfo esuberante del Barocco fino ai giorni nostri, la loro bellezza deriva da cornici, fregi , nastri, volute ed altri ornati che circondano di volta in volta le immagini sacre con angeli e cherubini che sbucano da nubi e raggiere in sontuose composizioni scenografiche. Le edicole sono state poste nei luoghi più diversi: lungo la via, inserite sugli spigoli e sulle facciate dei palazzi patrizi o delle case più modeste, nei frontoni dei portoni, sotto gli archi, inserite all’interno di finte finestre o dei numerosi passetti, sulla cima di torri e campanili, all’interno di giardini, sui muri perimetrali delle chiese e sulle antiche mura di cinta delle città. Gli artisti nel realizzarle hanno dato sfogo alla loro fantasia con cornici dalle forme più diverse: a quadro, a nicchia, a medaglione, ad altarino, a guscio, a tempietto, a raggiera, a ostensorio, a ghirlanda; utilizzando le tecniche realizzative e i materiali più diversi; dipingendole ad olio su tela, in affresco, scolpendole a basso, alto rilievo o a tutto tondo fino alla tecnica del mosaico e dell’intarsio su legno. 4.2 LE MADONELLE Poiché, sin dai tempi più lontani, nella maggior parte delle immagini inserite nelle edicole è stata raffigurata la Madonna, il popolo romano ha coniato il termine affettuoso di “Madonnelle” per indicare i tabernacoli sparsi per la città. I vecchi rioni di Roma ne hanno centinaia, poste nei secoli passati alla pubblica venerazione nei luoghi di passaggio dei pellegrini o a tutela della casa e della via, spesso in memoria d’un fatto miracoloso o di qualche grande avvenimento. Molte “Madonnelle”, spesso fra le più belle, vennero erette da Ordini, Confraternite e Corporazioni; prestigio spesso ricercato anche da ricchi privati che volevano così di nobilitare il proprio palazzo. 24 Le Madonnelle Se si alza lo sguardo se ne possono scorgere ovunque entro i confini della grande cinta delle Mura Aureliane; sotto i bui androni medioevali, agli angoli o sulle facciate delle modeste case, lungo le eleganti vie, nelle ariose e luminose piazze maggiori come nei vicoli oscuri. Tante bellissime piazze romane, che a volte ne conservano tre o quattro, sarebbero incomplete nella loro teatralità senza il tocco di questi piccoli gioielli incastonati, dei quali alcuni, nei secoli, vennero via via traslati sopra i nuovi edifici sorti su vecchie rovine (es. piazza Navona). Molte stradine in passato ebbero il nome da un’immagine sacra che serviva sovente da punto di riferimento all’intera zona: di alcune il ricordo è giunto fino ai nostri giorni, come per il breve “vicolo della Madonnella”, nel rione Regola. Per secoli esse furono un’antitesi borghese e proletaria dei grandi stemmi araldici che nobili e papato apponevano ovunque sugli angusti edifici della città. 4.3 L’EDICOLA SACRA IERI E OGGI. Le edicole ci trasportano indietro con la fantasia al tempo della Roma Papale, delle grandi cerimonie e processioni religiose, dei baldacchini, delle feste che ritroviamo nelle opere di diversi artisti. In particolare, se scorriamo le immagini ad acquarello della «Roma Sparita» di Ettore Roesler Franz, esse compaiono spesso nelle rappresentazioni di vita quotidiana dei suoi quadri, facendoci intuire quanto fossero parte della Roma di quel periodo. Un elemento caratteristico di molte edicole è un lume acceso giorno e notte grazie alla devozione dei fedeli. È interessante sapere che per un lungo tempo queste lanterne hanno avuto anche una funzione di pubblica utilità. Nei secoli scorsi, mancando l’illuminazione stradale, briganti e predoni agivano quasi indisturbati nell’oscurità e approfittavano 25 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio delle sere senza luna per compiere le loro malefatte. Se qualche privato collocava una lanterna all’angolo della propria casa, bastava una pietra ben lanciata per spegnerla. Una luce posta ad illuminare l’Edicola Sacra rendeva questa azione un sacrilegio e quindi induceva anche i malandrini più incalliti ad un maggior rispetto, mantenendo così le strade illuminate e quindi più sicure. Ai nostri giorni, al turista che passeggiando per il centro volesse cercare le Edicole, gli basterà alzare lo sguardo all’altezza dei primi piani. Con sua grande sorpresa comincerà a scorgerle qua e là, sotto i bui androni medioevali, sulle facciate e gli spigoli dei nobili palazzi o delle modeste case; indifferenti che si trovi in una grande e nobile piazza, in una elegante via o in un oscuro vicolo. Osservandole così, nei luoghi ove da secoli sono state poste, gli sarà facile intuire che le edicole non sono più soltanto, come in passato, segni di pubblica devozione o parti architettoniche puramente decorative. Il tempo le ha rese preziose, facendo di queste opere spesso artigianali un patrimonio di tradizioni. Ancora oggi continuano ad essere una parte integrante dell’ambiente che le circonda e dell’atmosfera dei vecchi Rioni dove, lontano dal caos frenetico delle strade di periferia, la vita scorre ancora ad un ritmo che contribuisce al vero fascino di Roma e all’aria di religiosità che la pervade. 26 5. LITURGIE SUPPLICA A S. MARIA IN PORTICO O Vergine Maria, dolce speranza nostra, Roma ti saluta (in questo giorno solenne)13 e ti invoca Madre di misericordia e porto sicura nelle avversità. Concedi o Maria che i nostri occhi, possano rispecchiare in questa immagine, i doni che Dio ha fatto alla sua Chiesa, amata e purificata con il sangue del suo Figlio, presentata a Lui come sposa feconda senza macchia e senza ru-‐ ga. Guarda o Maria con occhi di bontà questi tuoi figli Che t’invocano e dona loro la serenità del corpo e dello spirito. Ave Maria O potente nostra avvocata, o Maria, la celeste apparizione di questa tua immagine ci ricordi che è apparsa in Cristo la grazia di Dio apportatrice di salvezza. Il Patrocinio che per essa da quindici secoli diffondi su Roma, riempiono il nostro cuore e le nostre labbra di lode verso Colui che esaltò la tua umiltà e ti fece grande. La nostra generazione, o Vergine Madre, ti esalta insieme alle generazioni passate che in questo Tempio hanno fatto ricorso a te, Madre di Dio e Madre nostra. 13 2 febbraio e 17 luglio 27 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Ascolta ora, chi a te con fede ricorre E allontana i mali che attanagliano il nostro tempo e la nostra storia, diffondi pace e salvezza, o Madre del Salvatore, o Porto di sicura speranza. Ave Maria O pietosissima Maria, ricordati del nostro Papa, dei Vescovi, dei Sacerdototi, dei Consacrati e di tutti coloro che dedicano la vita a servizio del tuo Figlio e del suo Vangelo. ricordati della città di Roma Più volte soccorsa dalla tua amabile predilezione. Possa in essa risonare l’autorevole annuncio del Verbo, seminato dagli apostoli Pietro e Paolo e testimoniato con lo spargimento del sangue. Rendila testimone credibile del Vangelo di speranza Che Tu stessa hai accolto all’annuncio dell’Angelo. O regina degli Apostoli, stella della nuova evangelizzazione, porta della romana sicurezza. Ave Maria 14Vergine santissima per la tua materna intercessione tante volte da noi invocata davanti a questa immagine il tuo figlio Gesù ha esaudito le nostre preghiere mostrandoci il suo braccio potente e misericordioso. 14 Composta quando il Papa Pio IV fece portare processionalmente la miracolosa Immagine di S. Maria in Portico il 17 gennaio 1798 da S. Maria della Vallicella alla Basilica Vaticana. 28 Benedizione di Inizio Pellegrinaggio Guarda o Maria con tenerezza le anime nostre, le nostre fami-‐ glie, questa Città e questa Nazione e fa che sperimentiamo la forza e la dolcezza della tua carità materna. Per i meriti di Cristo vero Dio e vero uomo, allontana da noi la malattia, la fame, la guerra, l’ingiustizia sociale, donaci l’abbondanza delle sue grazie e guidaci al porto della salvezza. Fa di noi o Maria un popolo santo e devoto: invocandoti Madre di Dio, possiamo godere il tuo amore qui in terra e la tua gloria nei cieli. Amen. Salve Regina 29 BENEDIZIONE DI INIZIO PELLEGRINAGGIO15 INIZIO Quando tutti sono riuniti, si può cantare il Salmo 121 (122) o si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. R. Amen. SALUTO Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura: Dio, che salva e consola, sia con tutti voi. R. E con il tuo spirito. o in un altro modo adatto. MONIZIONE INTRODUTTIVA Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili: Carissimi, all'inizio del nostro pellegrinaggio richiamiamo alla mente con quale animo abbiamo maturato 15 Dal BENEDIZIONALE – RITUALE ROMANO, 10 – Benedizione dei Pellegrini, 321ss 31 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio questo proposito. Il santuario che desideriamo visitare, attesta la devozione del popolo di Dio e dei fedeli che vi accorrono da ogni parte per ritornare confermati nella vita cristiana e stimolati alle opere di carità. Ma anche ai fratelli e alle sorelle che incontreremo in quei luoghi dobbiamo portare in dono l'esempio della nostra fede, speranza e carità, perché tutti insieme, residenti e pellegrini, possiamo arricchirci nella mutua edificazione. LETTURA DELLA PAROLA DI DIO Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura: Eb 10, 19-25 Avviciniamoci con vero cuore in pienezza di fede. Ascoltate la parola di Dio dalla lettera agli Ebrei Fratelli, avendo piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero in pienezza di fede, con il cuore purificato da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso. 32 Benedizione di Inizio Pellegrinaggio Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, non disertando le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina. RESPONSORIO Sal 23 (24) 1-2 3-4 5-6 R. Noi cerchiamo il tuo volto, Signore. Del Signore è la terra e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti. È lui che l'ha fondata sui mari e sui fiumi l'ha stabilita. R. Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. R. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? 33 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Il Signore degli eserciti è il re della gloria. R BREVE ESORTAZIONE Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole di presenti, illustrando la lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione. Breve silenzio. PREGHIERA DEI FEDELI Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento. Invochiamo con fede Dio, principio e fine di tutte le strade. R. Guida, Signore, il nostro cammino. Padre santo, che al tuo popolo pellegrinante nel deserto ti offristi come luce e guida, veglia sui nostri passi, perché, liberi da ogni pericolo, possiamo arrivare alla mèta e tornare lieti alle nostre case. R. Tu ci hai dato il tuo unico Figlio 34 Benedizione di Inizio Pellegrinaggio come via per giungere a te, fa' che lo seguiamo sempre con fedeltà e perseveranza. R. Tu in Maria sempre Vergine ci hai donato l'immagine e il modello della sequela di Cristo fa' che guardando a lei camminiamo in perenne novità di vita. R. Tu per mezzo dello Spirito Santo conduci a te la Chiesa pellegrina nel mondo, fa' che cercandoti sopra ogni cosa corriamo nella via dei tuoi precetti. R. Tu ci chiami a te attraverso i sentieri della giustizia e della pace, fa' che al termine della vita possiamo contemplarti nella patria beata. R. ___________________________________________ Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione, il ministro dice: Preghiamo. Tutti pregano per qualche momento in silenzio. ___________________________________________ Segue la preghiera del Signore: Padre nostro. 35 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio PREGHIERA DI BENEDIZIONE Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera i benedizione: Dio onnipotente e misericordioso, tu provvedi a chi ti ama e sempre e dovunque sei vicino a chi ti cerca con cuore sincero; assisti i tuoi figli nel pellegrinaggio e guida i loro passi nella tua volontà, perché, protetti dalla tua ombra nel giorno e illuminati dalla tua luce nella notte possano giungere alla mèta desiderata. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. CONCLUSIONE Il ministro stendendo le mani sui pellegrini dice: Dio nostra salvezza ci guidi nella prosperità e nella pace. R. Amen. Il Signore ci assista e ci accompagni nel cammino. R. Amen. Con l'aiuto del Signore 36 Benedizione di Inizio Pellegrinaggio giunga felicemente a termine questo pellegrinaggio che iniziamo nel suo nome. R. Amen. Un canto corale può chiudere la celebrazione. 37 BENEDIZIONE DI FINE PELLEGRINAGGIO16 INIZIO Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. R. Amen. SALUTO Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura: Il Dio di ogni speranza e consolazione vi riempia di pace e gioia nello Spirito Santo. R. Amen. MONIZIONE INTRODUTTIVA Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili: Rendiamo gloria a Dio che ci dona un particolare tempo di grazia. Dopo aver visitato questi luoghi benedetti, siamo impegnati a rinnovare tutta la nostra vita. 16 Dal BENEDIZIONALE – RITUALE ROMANO, 12 – Benedizione dei Pellegrini, 333ss 39 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio I santuari sono segno di una casa non costruita da mano d'uomo, cioè il corpo di Cristo di cui siamo pietre vive e scelte, edificate su di lui, pietra angolare. Tornando alle nostre case dobbiamo vivere in conformità alla nostra vocazione, in virtù della quale siamo stirpe eletta, regale sacerdozio, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato. A noi egli affida la missione di annunziare la potenza di Cristo, che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua splendida luce. LETTURA DELLA PAROLA DI DIO Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura: 1 Cr 29,9-18 Noi siamo stranieri e pellegrini davanti a Dio. Ascoltate la parola di Dio dal primo libro delle Cronache Il popolo gioì per la generosità dei capi e dei dirigenti, perché le offerte erano fatte al Signore con cuore sincero; anche il re Davide gioì vivamente. Davide benedisse il Signore davanti a tutta l'assemblea. Davide disse: Sii benedetto, Signore 40 Benedizione di Fine Pellegrinaggio Dio di Israele, nostro padre, ora e sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, la gloria, la maestà e lo splendore, perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno, Signore; tu ti innalzi sovrano su ogni cosa. Da te provengono ricchezza e gloria; tu domini tutto; nella tua mano c'è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere. Per questo, nostro Dio, ti ringraziamo lodiamo il tuo nome glorioso. E chi sono io e chi è il mio popolo, per essere in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Ora tutto proviene da te; noi, dopo averlo ricevuto dalla tua mano, te l'abbiamo ridato. Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra e non c'è speranza. Signore nostro Dio, quanto noi abbiamo preparato per costruire una casa al tuo santo nome proviene da te, è tutto tuo. So, mio Dio, che tu provi i cuori e ti compiaci della rettitudine. Io, con cuore retto, ho offerto spontaneamente tutte queste cose. Ora io vedo il tuo popolo qui presente portarti offerte con gioia. Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Israele, nostri padri, custodisci questo sentimento per sempre nell'intimo del cuore del tuo popolo. Dirigi i loro cuori verso di te. 41 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio RESPONSORIO Sal 83 (84), 3-4 5-6 7-8 R. Com'è dolce, o Signore, abitare la tua casa! L'anima mia languisce e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. R. Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. R. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza: cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion. R. Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi. R. Sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene 42 Benedizione di Fine Pellegrinaggio a chi cammina con rettitudine. R. BREVE ESORTAZIONE Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura biblica, perché percepiscano significato della celebrazione. Breve silenzio. PREGHIERA DEI FEDELI Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte. possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento. Dio Padre, Signore del cielo e della terra, ha voluto che nell'umanità di Cristo abitasse la pienezza della divinità. A lui rivolgiamo la nostra preghiera. R. Guarda dal tuo santuario e benedici il tuo popolo, Signore. Padre santo, tu hai prefigurato nel cammino dell'esodo la via della salvezza per il tuo popolo, fa' che rientrando nella vita quotidiana, aderiamo a te con cuore aperto e animo generoso. R. 43 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Tu hai costituito la Chiesa come tuo santuario, perché irradi nel mondo la luce vera, fa' che le moltitudini affluiscano a lei da ogni parte della terra per camminare nelle tue vie. R. Tu ci ricordi che non è qui la nostra città permanente, fa' che tendiamo costantemente alla patria futura. R. Tu ci aiuti a discernere in ogni fase del cammino i segni della tua presenza, fa' che sentiamo accanto a noi il tuo Figlio lungo la via e lo riconosciamo alla mensa nello spezzare il pane. R. ___________________________________________ Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione, il ministro dice: Preghiamo. Tutti pregano per qualche momento in silenzio. ___________________________________________ Segue la preghiera del Signore. Padre nostro. PREGHIERA DI BENEDIZIONE Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione: 44 Benedizione di Fine Pellegrinaggio Benedetto sei tu, Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai scelto fra tutte le nazioni un popolo a te consacrato e dedito alle opere buone, tu hai toccato il cuore dei tuoi fedeli, perché aderiscano a te con nuovo impegno e fervore: effondi su di loro l'abbondanza delle tue benedizioni, perché rientrando alle proprie case proclamino con gioia, in parole e opere, le tue meraviglie. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. CONCLUSIONE Il ministro stendendo le mani sui pellegrini dice: Il Signore del cielo e della terra, che vi ha accompagnato in questo pellegrinaggio, vi custodisca sempre con la sua protezione. R. Amen. Dio, Padre di misericordia, che in Cristo Gesù ha riunito i figli dispersi, vi conceda di essere in lui un cuore solo e un'anima sola. R. Amen. 45 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Dio, che nel suo provvidenziale disegno attua in voi il volere e l'operare, vi benedica e vi confermi con il suo Santo Spirito. R. Amen. Un canto corale può chiudere la celebrazione. 46 BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE – FUORI LA MESSA17 INIZIO Quando la famiglia è riunita, tutti si fanno il segno di croce, mentre il ministro dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. R. Amen. SALUTO Quindi il ministro, se sacerdote o diacono, saluta i presenti dicendo le parole seguenti o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura: La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. R. E con il tuo spirito. ___________________________________________ Se il ministro è un laico, saluta i presenti dicendo: Benediciamo Dio nostro Padre e il Signore nostro Gesù Cristo, che ci dona grazia e pace. R. Benedetto nei secoli il Signore. ___________________________________________ 17 Dal BENEDIZIONALE – RITUALE ROMANO, 12 – Benedizione della Fami- glia, 404ss 47 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio MONIZIONE INTRODUTTIVA Il ministro introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili: Carissimi, la famiglia è per la società civile la cellula primaria e vitale, e per la Chiesa il santuario domestico che ha nel sacramento del matrimonio il suo statuto nuovo e una continua fonte di grazia. Invochiamo dunque la benedizione del Signore, perché i membri della famiglia possano essere sempre l'uno per l'altro cooperatori del progetto di Dio e annunziatori della fede nelle concrete situazioni di ogni giorno. Così con l'aiuto di Dio adempirete la missione che vi è affidata e voi stessi sarete un vangelo vivente e una testimonianza di Cristo nel mondo. LETTURA DELLA PAROLA DI DIO Uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura: Ef 4,1-6 Sopportatevi a vicenda con amore. Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Vi esorto io, prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda 48 Benedizione delle Famiglie – Fuori la Messa con amore, cercando di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamachiamati. quella della vostra vocazione, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. RESPONSORIO Sal 127 (128),1-2 3 4-6 R. Beato chi teme il Signore. Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d'ogni bene. R. La tua sposa come vite feconda nell'intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa. R. Così sarà benedetto l'uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion! Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme per tutti i giorni della tua vita. Possa tu vedere i figli dei tuoi figli. R. 49 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio BREVE ESORTAZIONE Secondo l'opportunità il ministro rivolge brevi parole ai presenti illustrando la lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione. Breve silenzio. PREGHIERA DEI FEDELI Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento. Cristo Signore, Verbo eterno del Padre, abitando tra noi ha riversato sulla comunità familiare la ricchezza delle divine benedizioni. A lui rivolgiamo la nostra fiduciosa preghiera. R. Custodisci nella tua pace, Signore, la nostra famiglia. O Cristo, che hai consacrato la vita domestica nell'umile sottomissione a Maria e Giuseppe, santifica con la tua presenza questa famiglia. R. Tu che hai dato il primo posto alle cose del Padre tuo, fa' che in ogni famiglia Dio sia onorato e rispettato. R. Tu che nella famiglia di Nazaret ci hai offerto un modello di preghiera e di laboriosità 50 Benedizione delle Famiglie – Fuori la Messa nell'amorosa adesione alla volontà del Padre, arricchisci la nostra casa della tua grazia e dei tuoi doni. R. Tu che hai fatto della tua casa un modello di scambievole aiuto, fa' che le nostre famiglie siano sempre aperte alla accoglienza e alla solidarietà. R. Tu che a Cana di Galilea con il segno dell'acqua trasformata in vino hai rallegrato gli inizi della vita familiare, aiutaci ad affrontare serenamente le difficoltà quotidiane e trasforma in gioia tutte le nostre pene. R. Tu che hai stabilito che nessun potere terreno possa separare ciò che Dio ha unito, dona a questi coniugi di sperimentare sempre più la forza unificante dell'amore. R. ___________________________________________ Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione, il ministro dice: Preghiamo. Tutti pregano per qualche momento in silenzio. ___________________________________________ 51 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio Quindi il ministro invita opportunamente tutti i presenti a cantare o recitare la preghiera del Signore; lo può fare con queste parole o con altre simili: Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Oppure: Formati alla scuola del Vangelo guidati dallo Spirito del Signore diciamo insieme: Padre nostro. PREGHIERA DI BENEDIZIONE Il ministro, stendendo le mani sui membri della famiglia se sacerdote o diacono, con le mani giunte se laico, pronunzia la preghiera di benedizione: Sii benedetto, o Dio creatore e salvatore del tuo popolo: tu hai voluto che la famiglia fondata sul patto nuziale sia segno sacramentale del Cristo sposo e della Chiesa sua sposa; effondi l'abbondanza delle tue benedizioni su questa comunità familiare riunita nel tuo nome 52 Benedizione delle Famiglie – Fuori la Messa e fa' che i suoi membri congiunti nel vincolo dell'amore siano ferventi nello spirito, assidui nella preghiera, premurosi nel reciproco aiuto, solleciti alle necessità dei fratelli, testimoni della fede in parole e opere. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. Secondo l'opportunità, il ministro asperge la famiglia riunita con l'acqua benedetta, * dicendo queste parole o altre simili: Ravviva in noi, o Padre, nel segno di quest'acqua benedetta il ricordo della nostra rinascita in Cristo nella tua famiglia che è la Chiesa. CONCLUSIONE Il ministro conclude il rito dicendo: Il Signore Gesù, che visse con la sua famiglia nella casa di Nazaret rimanga sempre con voi, vi preservi da ogni male e vi conceda di essere un cuor solo e un'anima sola. R. Amen. Un canto corale può chiudere la celebrazione. 53 BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE – NELLA MESSA18 Dovrebbe essere celebrata presso Santa Maria in Tempulo (vedi il volume dei “luoghi”, 5° Stazione). Se non fosse possibile celebrare la Messa all’aperto, può essere posticipata al Convento di San Sisto. Nel predisporre la Messa, il sacerdote, osservate le norme tassativamente prescritte, si serva volentieri delle facoltà di scegliere le diverse parti della Messa, tenendo soprattutto presente il bene spirituale dei membri della famiglia. Dopo la proclamazione del Vangelo, il sacerdote celebrante nell'omelia impostata sul testo sacro, esponga la grazia e i compiti che ha la vita familiare nella Chiesa. PREGHIERA DEI FEDELI Segue la preghiera dei fedeli, o nel modo abitualmente usato durante la celebrazione della Messa, o in quello qui proposto; la preghiera viene poi conclusa dal sacerdote celebrante con la formula di benedizione, a meno che non si ritenga più opportuno usare questa formula al termine della celebrazione della Messa come orazione sul popolo. Tra le invocazioni proposte, si possono togliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento. Cristo Signore, Verbo eterno del Padre, abitando tra noi ha riversato sulla comunità familiare la ricchezza delle divine benedizioni. A lui rivolgiamo la nostra fiduciosa preghiera. R. Custodisci nella tua pace, Signore, la nostra famiglia. O Cristo, che hai consacrato la vita domestica 18 Dal BENEDIZIONALE – RITUALE ROMANO, 12 – Benedizione della Fami- glia, 425ss 55 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio nell'umile sottomissione a Maria e Giuseppe, santifica con la tua presenza questa famiglia. R. Tu che hai dato il primo posto alle cose del Padre tuo, fa' che in ogni famiglia Dio sia onorato e rispettato. R. Tu che nella famiglia di Nazaret ci hai offerto un modello di preghiera e di laboriosità nell'amorosa adesione alla volontà del Padre, arricchisci la nostra casa della tua grazia e dei tuoi doni. R. Tu che hai fatto della tua casa un modello di scambievole aiuto, fa' che le nostre famiglie siano sempre aperte alla accoglienza e alla solidarietà. R. Tu che a Cana di Galilea con il segno dell'acqua trasformata in vino hai rallegrato gli inizi della vita familiare, aiutaci ad affrontare serenamente le difficoltà quotidiane e trasforma in gioia tutte le nostre pene. R. Tu che hai stabilito che nessun potere terreno possa separare ciò che Dio ha unito, dona a questi coniugi di sperimentare sempre più la forza unificante dell'amore. R. PREGHIERA DI BENEDIZIONE Il sacerdote celebrante, stendendo le mani sui membri della famiglia, pronuncia la preghiera di benedizione: Sii benedetto, o Dio creatore e salvatore del tuo popolo: 56 Benedizione delle Famiglie – Nella Messa tu hai voluto che la famiglia fondata sul patto nuziale sia segno sacramentale del Cristo sposo e della Chiesa sua sposa; effondi l'abbondanza delle tue benedizioni su questa comunità familiare riunita nel tuo nome e fa' che i suoi membri congiunti nel vincolo dell'amore siano ferventi nello spirito, assidui nella preghiera, premurosi nel reciproco aiuto, solleciti alle necessità dei fratelli, testimoni della fede in parole e opere. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. ___________________________________________ Se lo si ritiene opportuno, la preghiera di benedizione si può usare al termine della celebrazione della Messa dopo l'invito del diacono Inchinatevi per la benedizione o un altro adatto. Dopo la preghiera di benedizione il sacerdote celebrante aggiunge sempre: E su voi tutti qui presenti, scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio X e Spirito Santo. R. Amen. ___________________________________________ 57 San Domenico a Roma - Pellegrinaggio 58