Comunicare la vita Mediaset per due settimane manda in onda lo spot di Sos vita e subito i quattro centri di risposta (appena aumentati, potenziati e rafforzati) vengono sommersi dalle telefonate. Potenza della televisione che riesce ad arrivare fin nel segreto dei cuori e delle coscienze e fa suonare un campanello che molto spesso l’amicizia e la condivisione degli operatori della linea verde e dei Centri di aiuto alla vita sanno trasformare in vite salvate. In queste pagine vi proponiamo i risultati quantitativi di questa campagna, ma anche alcune esperienze raccolte in questi giorni e legate direttamentre allo spot televisivo SPOT SOS VITA 138 27 Canale5, Italia1, Rete4 ORARIA 9,00-24,30 T O TA L E T R A S M I S S I O N I S P O T T E S TAT E O S P I T I RETI FA S C I A cavallo tra maggio e giugno scorsi la Mediaset ha accettato di trasmettere sulle proprie reti e per due settimane consecutive lo spot di Sos vita. Sono stati complessivamente trasmessi quasi 150 Spot di 30 secondi ciascuno. Un gesto, quello della Mediaset, di grande disponibilità e di eccezionale importanza per chi ha sempre a che fare con problemi di visibilità. Un gesto di cui, almeno per adesso, è difficile valutare i risultati in termini specifici di vite umane salvate: bisognerebbe controllare le chiamate telefoniche per un prolungato A MEDIASET 1-14 giugno 2003 continua a pagina 24 Sì alla vita 23 luglio-agosto 2003 ■ SOS VITA IN TV periodo di tempo. Infatti è immaginabile (e del resto è provato dallo studio di precedenti campagne pubblicitarie) che se un gran numero di telespettatori chiama immediatamente dopo la proiezione dello Spot, altri annotano il numero e se ne servono anche molto tempo dopo. Tuttavia ci è sembrato giusto raccogliere i dati fin qui TELEFONATE RACCOLTE TRA L’1 ED IL 14 GIUGNO Nord Ovest Nord Est Centro Sud (Casale) (Quarrata) (Potenza) 235 217 + numerose di disturbo + numerose di disturbo (Mestre) Numero totale chiamate 490 970 Chiamate in cui era rappresentata una propensione all’aborto 20 24 68 39 Vite umane salvate (con grande probabilità) 9 12 12 12 Chiamate prospettanti altri problemi di gravidanza 100 46 45 70 Chiamate in cui si è manifestata sofferenza per un aborto già effettuato 4 5 8 2 Richieste di informazioni su Mpv e Cav 100 44 20 30 Problemi familiari 6 13 3 17 Problemi di altro genere 10 8 24 22 Chiamate di disturbo (silenzi, riagganci, ecc) 250 818 Numerose Numerose razie del coraggio che mi hai dato e del bene che fai ogni giorno – Sei una donna splendida ed è fortunato chi ti è vicino. Grazie perché mi hai dato il coraggio di accettare il mio bambino”. Il biglietto accompagnava un gran mazzo di rose. Per doverosa delicatezza non indichiamo la firma, né il nome della responsabile del Cav che ha ricevuto i fiori e il messaggio, né il luogo d’Italia dove l’episodio è avvenuto il 12 giugno scorso. Il giorno prima l’autrice del biglietto, una bella ragazza di 28 anni, aveva telefonato inquieta ad Sos vita. Aveva visto alla televisione lo spot proiettato per 150 volte tra il primo e il 14 giugno dalle reti Fininvest ed aveva provato. Incinta, era già stata al Consultorio dove le avevano rilasciato il certificato per abortire. “Sei libera di scegliere” – le avevano detto. Niente altro. Alla volontaria di Sos vita aveva dato il suo numero telefonico. Così era stata chiamata – 200 Km di distanza – dalla responsabile del Mpv dove abita. “G TESTIMONIANZA / 1 Un mazzo di rose rosse Sì alla vita disponibili, per una prima valutazione, limitatamente al periodo 1-14 giugno. Va ricordato che proprio il primo giugno ha cominciato a funzionare il 4° Centro ascolto e che dalla medesima data anche le chiamate da cellulari sono state ripartite nelle quattro aree territoriali di competenza dei singoli centri di ascolto. I dati sono riportati nel grafico in queste pagine. Per avere un raffronto si possono richiamare i dati relativi alla emissione di 30 spot, sempre da parte delle reti Fininvest nella settimana dal 5 all’11 ottobre 1997. Esisteva allora un unico centro di ascolto. Le telefonate pervenute furono in totale 201, come risulta dalla ricerca pubblicata nel Totali volume “Prevenzione dell’aborto volontario: dalla esperienza alla proposta”. (Siena 2002. Cantagalli). 1712 Un altro confronto può essere + numerose effettuato con le chiamate di disturbo pervenute nell’intero mese di maggio 2003, quando non 151 operava ancora il 4° Centro di ascolto (Quarrata), non vi era 45 distribuzione territoriale delle chiamate da cellulare che 271 confluivano tutte su Casale. Anche questi dati sono 19 pubblicati in queste pagine Alla luce di questi dati si 194 possono fare le seguenti considerazioni. 39 a) Gli spot pubblicitari televisivi hanno una altissima 84 efficacia. In solo metà mese i bimbi salvati dall’aborto con ? grande probabilità sono stati 45 a 24 luglio-agosto 2003 fronte dei 6 guadagnati alla vita in un intero mese privo di pubblicità televisiva. Bisogna poi considerare che della maggioranza dei casi affidati ai singoli Cav non è possibile sapere l’esito nel breve periodo. La valutazione potrà essere fatta a distanza di mesi. b) Destano preoccupazione le numerose telefonate di disturbo che affaticano oltre misura le operatrici e che tolgono tempo a chiamate prospettanti problemi veri. Bisognerà studiare se esiste un qualche sistema di “filtri”. Ovviamente lo spot televisivo suggerisce molto più intensamente di altre forme pubblicitarie la provocazione e lo scherzo. Va considerato peraltro che anche nel mese di maggio rilevante è stato, in proporzione al totale, il numero di tali chiamate. c) Tra gli effetti altamente positivi va considerato l’alto numero di chiamate (151) TELEFONATE GIUNTE NEL MESE DI MAGGI0 Nord Ovest Nord Est e cellulari e Centro Sud (Casale) Potenza (Mestre) Chiamate totali 100 73 32 Rappresentazione di propensione all’aborto 6 2 11 Vite umane salvate 3 Non Rilevata 3 Sofferenza da aborto pregresso NR NR NR Problemi di gravidanza NR NR NR Informazioni su Cav e Mpv NR NR NR Problemi familiari 40 2 NR Totali 205 19 6 NR NR NR 42 che hanno palesato propensione all’aborto di cui buona parte è stata indirizzata ai Cav. Anche le chiamate per chiedere informazioni (194) o per prospettare problemi di gravidanza senza rischio di aborto (271) hanno il benefico effetto di far conoscere le strutture di prevenzione del Movimento per la vita, ciò che in futuro può determinare interventi di salvezza di vite umane. d) E’ assolutamente significativo il ripetersi di chiamate di donne che hanno abortito, non per imprecare contro di noi (nessuna) ma per chiedere conforto e soprattutto per lamentarsi di non aver conosciuto Sos vita prima dell’Ivg., ciò che l’avrebbe aiutata ad evitare una scelta così ingiusta e dolorosa (19 chiamate). “Vediamoci subito, vieni a casa mia”. Così le due donne, la giovane incinta, non sposata, senza problemi economici, ma con un programma di vita che veniva sconvolto da una gravidanza non voluta e non prevista e la volontaria del movimento per la vita ancora giovane, sposata, ma senza figli – dolorosamente senza figli – si erano incontrate per un’ora. Quale differenza dal colloquio nel consultorio! Due donne vere che parlano di tutto, certo: soprattutto dei figli, della vita, del bambino che già c’era con loro – gli occhi un po’ gonfi a tratti -. Alla fine ancora nessuna decisione, nessun cambiamento esplicito. La volontaria del Movimento per la vita offre un dono, la videocassetta “La vita umana prima meraviglia” e domanda: “mi fai dormire tranquilla stanotte?”. La risposta neutrale e ovvia: “dormi tranquilla”. Il giorno dopo il fascio di rose. E il biglietto. E nei giorni successivi ancora incontri ed una amicizia consolidata. E un bambino che vive. E una giovinezza coraggiosa. E se non ci fosse stato quello spot? Sì alla vita 25 luglio-agosto 2003 TESTIMONIANZA / 2 La condivisione ti dà la forza ono le 23 passate quando una vocina risponde all’altro capo del telefono, “ho visto lo spot” dice, “sono incinta, ho già appuntamento per l’aborto ma sinceramente non so cosa fare”. 22 anni, vive con la sorella sposata per essere più vicina al fidanzato. I suoi dalla Sicilia sono arrivati da loro per convincerla ad abortire. “O ti sposi o abortisci”, questa la loro sentenza. Il fidanzato 25 anni, disorientato, spaventato, è, anche lui, ricattato dai suoi. “Se tieni il bambino devi lasciare l’università. Anche se ti mancano pochi esami, devi trovarti un lavoro di 8 ore, noi non ne vogliamo sapere”. Lei, al telefono, ringrazia per le buone parole che le vengono dette dalla volontaria di Sos vita. Il figlio lo desiderano ma si sentono sopraffatti dalle difficoltà. Lei non lavora, lui nemmeno, entrambi i genitori hanno loro voltato le spalle. Accetta di recarsi al Cav, parla con lo psicologo, con un sacerdote, ma tutto questo non è servito per darle maggior sicurezza e i problemi restano. Il telefono, però, ha stabilito un rapporto durevole. E’ facile richiamare la ragazza, quanto meno per salutarla e sentire come sta. Lei continua a non vedere una via d’uscita, ma concorda che è opportuno coinvolgere il fidanzato. Ed ecco un lungo colloquio S abbiamo incontrata ai giardini della stazione un giovedì sera, appuntamento ore 20,30, lei, carina, bocca e seno rifatti, 31 anni, spogliarellista e cubista in alcuni locali della zona. Aveva telefonato al numero verde il giorno prima, dopo aver visto lo spot in tv. Piangendo, preoccupata ci ha detto di essere incinta all’ottava settimana, di avere appuntamento per l’aborto la settimana successiva e di essere stata abbandonata da tutti. Vive da sola ma ha avuto diverse relazioni, tutte finite male. Da 7 mesi sta con un uomo extracomunitario di 9 anni più giovane di lei (ci mostra la foto). Del figlio che attende lui non ne vuol sapere. I suoi genitori vivono lontano, in un’altra regione. Il padre sin da piccola l’ha sempre considerata una fallita. Era andata via di casa come il figliol prodigo, con una somma di denaro datale dal padre: voleva diventare qualcuno nel mondo della musica, invece, ha L’ TESTIMONIANZA / 3 Il coraggio di ricominciare Sì alla vita telefonico anche con lui: è molto confuso, spaventato per il futuro, si sentono abbandonati proprio ora che devono affrontare una gravidanza inaspettata. Dopo questa telefonata i due ragazzi prendono meglio coscienza di quello che sta loro accadendo e si sentono più forti. Viene proposto a lei di andare presso una Casa di accoglienza. Mentre ci pensano, due Cav si attivano. Le trovano un posto in una Casa nella provincia vicina a quella del fidanzato. A lui non piace molto questa soluzione, però hanno ormai deciso di tenere il figlio. La condivisione della operatrice di Sos vita e della rete dei Cav, ha fatto scattare in lui una presa di posizione forte. Chiederà ancora, con pazienza, un aiuto da parte della sua famiglia. Se i genitori li aiuteranno bene, altrimenti, lui, si rimboccherà le mani, cercherà un lavoro e finirà comunque gli studi. L’aborto non c’è stato. Lei al telefono dice: “meno male che ho visto quello spot in tv, ho molte nausee ma per il resto sono felice”. 26 luglio-agosto 2003 TESTIMONIANZA / 4 Una lettera per il Papa ei ha detto che vorrebbe fare qualcosa per avvisare altre donne, per aiutarle a non abortire. Mi autorizza a pubblicare una sintesi di questa conversazione telefonica, si intende, in forma rigorosamente anonima?". "Sì, certo. Ma, mi raccomando, senza il mio nome". Questa è la conclusione di un lungo colloquio telefonico, alla cui origine c’è Sos vita. Lei ha abortito il 24 maggio scorso. Sposata, con altri due figli di età scolare, da quel giorno non vive più. La sua voce si rompe frequentemente al telefono. Ha visto il numero di Sos vita su una vecchia pubblicazione di “Noi, genitori e figli” (da come la descrive dovrebbe essere uscita per la Giornata per la vita di due anni fa). Ha visto anche lo spot televisivo, ma il numero l’ha ritrovato sulla rivista. Non sa bene perché ha telefonato: per confidarsi, per trovare una guida, qualcuno autorevole, importante, che la tiri fuori dal tunnel. "Perché – dice – ho fatto una cosa terribilmente ingiusta. Ho soppresso la vita di mio figlio per una cosa stupida… Mi sembrava di trovarmi in un vicolo cieco. Tutti mi dicevano, anche i miei familiari, che l’aborto non è un gran problema. Mi sembrava che un terzo figlio avrebbe danneggiati i due che già “L continua a pagina 28 perso tutte le sue sostanze. Dietro compenso di 5 milioni di vecchie lire ha accettato di sposare un giovane rumeno per avere la cittadinanza italiana, così ha racimolato qualcosa in più dovendo pagare tutti i mesi un affitto di 500 euro. Ci sentiamo tutti i giorni. Lei ha lasciato perdere il primo appuntamento per l’aborto. Dice che desidera questo bambino, non ha mai abortito. Piange sempre e si dispera. Ce l’ha con tutti gli uomini del mondo. Sotto le pressioni del fidanzato e della sua famiglia, telefona in una clinica dove senza colloquio e certificato le danno appuntamento per l’aborto dopo sei giorni. Ma lei vuole incontrare lo psicologo del Cav al quale confida del nuovo appuntamento. Lo psicologo la invita ancora a ritornare da lui il giorno stesso dell’aborto. Tre giorni prima, telefona a Sos vita più disperata del solito: racconta di aver appena parlato con sua Sì alla vita madre, che l’aveva offesa accusandola di essere una donna di strada. Ci vuole fatica a calmarla. Il giorno dopo richiama e racconta: la vicina di casa, sentendo le sue grida aveva telefonato alla polizia. Erano arrivati due poliziotti uno dei quali era donna. Questa poliziotta le aveva confessato, dopo averla ascoltata, di aver abortito due mesi prima e l’aveva supplicata di non fare lo stesso errore perché ora lei ne stava soffrendo amaramente. Così la ragazza non è andata all’appuntamento per l’aborto, ma si è recata dalla psicologa. Dopo la sua decisione di continuare la gravidanza, le è stato offerto l’opuscolo “La vita umana prima meraviglia”. Lei si è detta innamorata del suo bambino che ora vedrà la luce. La nostra esperienza ci dice che anche lei piano piano rivivrà! 27 luglio-agosto 2003 TESTIMONIANZA / 5 Una carezza al pancione anni, sposata felicemente, nessun problema finanziario, gestisce un negozio ed ha un figlio di 18 mesi. Ora è incinta da circa 8 settimane ed ha deciso di abortire perché il suo primo bambino è ancora troppo piccolo e non si sente di ricominciare nuovamente tutto dal principio. Visto lo spot televisivo, chiama. Dopo un lungo colloquio telefonico, toccando vari punti dice di appartenere ad una Chiesa Evangelica. Qui appare l’ancora di salvezza. Il discorso si volge a Dio, al valore che ha dato e che dà ad ogni persona tanto da sacrificare il suo unico Figlio per noi. E’ possibile che per lei e per il suo bambino Cristo sia morto invano? Piange e si sfoga. Alla fine ci sono saluti calorosi e l’invito a recarsi presso il Cav a lei più vicino. Il giorno seguente nuovo colloquio: lei nel corso della notte aveva capito l’errore che avrebbe commesso sottoponendosi all’aborto. Sostiene di essere stata propensa all’aborto in seguito ad uno stato confusionale originato dell’influenza di tutte le persone che le consigliavano di interrompere la gravidanza. Ringrazia di cuore i promotori dello spot, ringrazia Dio d’averci chiamati e di aver chiarito le sue idee. Assicura che d’ora in poi dormirà tranquilla ammesso che il piccolo a sua volta dorma. Si accarezza più volte la pancia felice di avere questa nuova vita che sta crescendo in lei. 31 avevo… Mi sentivo stanca… sempre il dovere, sempre il dovere… Ed ora ho perso la cosa più preziosa… Non ho avuto la forza di impormi… Ho sentito quello che mi dicevano intorno… Eppure sarebbe bastata una parola di qualcuno, di mio marito, di altri, a salvarmi! Sarebbe stato sufficiente dirmi: “dai, coraggio, che ce la facciamo!” Invece sono stata sola, sola. Dentro di me c’era un quaranta per cento che pensava al figlio e un sessanta per cento che non ne voleva sapere. Ma ora sento che voglio bene a quel bambino. In questo momento niente mi è di aiuto. Eppure cerco, cerco. Ne parlo tutti i giorni con mio marito… Nessuno mi può perdonare. Mi dicono che devo dimenticare, ma non posso. Non dimenticherò mai: mi è morto un figlio. Sono nel lutto. E la colpa è mia. Tra le lacrime ho scritto una lettera al Papa, per raccontargli quello che mi è accaduto, per chiedergli aiuto, per dirgli che faccia tutto il possibile per evitare questo dramma. Ma è una sciocchezza: il Papa non potrà mai leggere questa lettera". A dire il vero proprio questa lettera è la ragione della telefonata. La signora ha chiamato Sos vita per aprire il suo animo ed ha lasciato il suo numero telefonico pregando di essere richiamata da qualcuno che possa consigliarla su come far giungere la sua lettera a Giovanni Paolo II. "Il Papa le ha già risposto – le diciamo -. Nella enciclica Evangelium vitae, quando ha rivolto un pensiero “a voi donne che avete fatto ricorso all’aborto”, ha pensato anche a lei". Le leggiamo il n. 99 dell’enciclica e, poiché il discorso si è fatto profondo, rammento la preghiera di Gesù sulla croce: “Padre, perSì alla vita dona loro perché non sanno quello che fanno”, insisto che nessuna vita è inutile, neppure quella di un bambino non nato. "E’ troppo facile commettere cose ingiuste e poi chiedere perdono! – insiste ancora la donna – Io non posso più guardare una mamma incinta o con bambini piccoli… Vorrei fare qualcosa di veramente grande per riparare ma non so che cosa. Forse verrò a trovarvi. Spero tanto che il Papa legga la mia lettera…" 28 luglio-agosto 2003 TESTIMONIANZ A / 6 Evitate ad altre ciò che sto passando a sindrome post-aborto non è una invenzione della Chiesa. Una prova significativa è costituita dalle telefonate che giungono a Sos Vita. In occasione della emissione dello Spot sulle reti Mediaset dal primo al 14 giugno si sono intensificate le chiamate anche di donne che hanno già abortito. E’ un fatto singolare, perché il messaggio è diretto alle madri attualmente incinte per le quali la gravidanza è un problema ed è chiaramente contrario all’aborto. Si potrebbe immaginare, perciò, che tale messaggio risulti persino irritante per coloro che hanno abortito. Una donna che ha praticato l’Ivg potrebbe non sentire come sue confidenti coloro che rispondono in una linea telefonica reclamizzata ed usata per evitare l’aborto. Invece avviene il contrario. Sembra di poterne dedurre che la donna che ha abortito si sente più in sintonia con coloro che cercano di evitare l’aborto piuttosto che con quanti hanno contribuito a consigliarlo ed eseguirlo. Mantenendo il doveroso anonimato, ma riferendo con il rigore dovuto la verità dei fatti può essere ricordata la chiamata, provocata dalla visione di uno degli spot proiettati nella prima metà di giugno dalle reti Fininvest di una donna che dice di aver abortito 15 giorni prima. La sua è una dolente domanda: “perché questo spot non l’avete proiettato prima? Se io l’avessi visto – prosegue – sono certa, non avrei abortito. Invece ora non so darmi pace, anche perché non avevo vere ragioni per abortire!”. La donna è disperata: “in galera mi dovrebbero mandare! So che altre donne con difficoltà molto più grandi delle mie hanno saputo salvare il proprio bambino e allora mi prende un grande sconforto…”. L’operatrice di Sos Vita cerca di confortare la donna: “Tu hai detto di essere credente. Allora devi credere che il tuo bambino non è morto, ma vive in cielo accanto al Padre e come il Padre è capace di perdonare ed anzi prega per te…”. Ma l’interlocutrice resta nell’angoscia: “Se venite a conoscenza di qualche donna che vuole abortire – insiste – raccontategli questa mia esperienza! Il dolore che viene dopo è molto più grande di quello che si prova prima”. L TESTIMONIANZA / 7 La forza dell’amicizia anni, figlia di genitori separati, il padre convive con un’altra donna e la madre con un altro uomo; ha fratellastri da entrambi i lati. Ricorda che la madre ha abortito volontariamente tre volte. A 19 anni si è sposata con un uomo più grande di lei di 20 anni, violento che non perdeva occasione per picchiarla. Quando aveva vent’anni le è nato un figlio che adora, poi, rimasta nuovamente incinta subito dopo, è stata consigliata dalla madre di abortire: ricorda l’esperienza dell’aborto come qualcosa di orribile e traumatico che le ha originato un profondo stato depressivo che ha acuito la sua situazione coniugale fino a farla giungere alla decisione di separarsi dal marito. Ora convive con un altro uomo e da questa unione 17 mesi fa è nata una bambina che dice di non amare. Anzi: sostiene di non avere nei riguardi di questa bambina il benché minimo senso materno, addirittura le dà fastidio. Attualmente è di nuovo incinta. Ha ottenuto il certificato d’aborto per disfarsi subito del nuovo intruso. Per caso ha visto lo spot di Sos vita ed ha chiamato. Ne segue un appuntamento vicino a casa sua ed un intero pomeriggio passato a parlare insieme in amicizia del valore della vita illustrato anche mediante il dono dell’opuscolo “Vita umana prima meraviglia”. Nei giorni successivi altre telefonate ed altri incontri. Ormai ha rinunciato all’idea di abortire, è felice di aver visto lo spot e più ancora di aver trovato un punto di riferimento e una vera amicizia. 35 Sì alla vita 29 luglio-agosto 2003