SCHEDE OPERATIVE N) Le stelle e gli scarponi UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO La cultura del volontariato. Una proposta opertiva per le scuole primarie 32 SCHEDE OPERATIVE A cura di: Attività associazione Maria Giovanna D’Andreta – Pedagogista – esperta di Terzo settore Si ringraziano tutti coloro che, a vario titolo, hanno partecipato alla realizzazione di questo progetto, con particolare riguardo agli alunni e insegnanti della scuola primaria G.Carducci di Bologna. 31 M) SCHEDE OPERATIVE L) La galleria delle mie qualità 30 Indice - Premessa pag. 4 - Analisi dei bisogni e nalità generali pag. 5 - Prima parte: “Gli strumenti” pag. 7 - Seconda parte: “La nostra associazione” pag. 16 - Schede operative pag. 22 SCHEDE OPERATIVE Premessa Ruoli associazione Q uesto piccolo opuscolo è il risultato di un percorso sperimentale, rivolto ai minori e teso alla promozione dei valori dell’associazionismo, svoltosi in una scuola primaria di Bologna, con la collaborazione di una pedagogista che ha accompagnato i bambini, coinvolti in attività di cooperazione e di collaborazione, al conseguimento di un obiettivo condiviso dal gruppo. Riettendo sull’esperienza condotta ci siamo resi conto di quanto sia stata positiva e al ne di renderla fruibile al maggiore numero di docenti abbiamo ritenuto di farne una piccola pubblicazione. Ci auguriamo che questo piccolo opuscolo operativo possa essere adottato come strumento di lavoro da quanti più insegnanti possibili della scuola primaria per sviluppare con i bambini le attività descritte. L’Assessore alla Sanità, Servizi Sociali, Volontariato e Cultura Giuliano Barigazzi 4 29 I) SCHEDE OPERATIVE H) Lavoro di gruppo “Uno per tutti e tutti per uno” Analisi dei bisogni e nalità generali I l progetto nasce dall’intento di dare risposta in modo strutturato e intenzionale ad uno dei bisogni naturali dell’uomo: la cooperazione, ovvero la capacità di lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. All’interno di situazioni cooperative l’individuo singolo cerca di perseguire dei risultati che vanno a vantaggio suo e di tutti i suoi collaboratori. Tale capacità si presenta come predisposizione e potenzialità già dalla prima infanzia e viene richiesta e sviluppata nel percorso scolastico in fase di apprendimento e socializzazione. Se, del resto, è confermato dagli studi e dall’esperienza che “ciò che i bambini sanno fare insieme oggi, domani sapranno farlo da soli” (L. Vygotskij), è ancora più chiaro come un percorso che valorizzi la capacità cooperativa potenzi anche trasversalmente obiettivi quali l’autonomia e l’autostima individuali. Il progetto individua nell’Associazionismo un modello culturale utile e strumentale al raggiungimento della nalità dichiarata. Se per “cultura” intendiamo un insieme di valori, regole e modelli comportamentali è evidente che l’attitudine ad associarsi per perseguire obiettivi condivisi, secondo le regole del mutuo sostegno e della reciprocità, rappresenti un terreno di lavoro possibilie e auspicabile. 28 5 SCHEDE OPERATIVE Obiettivi Sulla base delle riessioni esposte sono stati rilevati i seguenti obiettivi: La galleria delle mie qualità - strutturare un percorso che valorizzi una “cultura del volontariato”; - fornire ai bambini e agli adolescenti proposte operative rispetto ai bisogni di partecipazione, riconoscimento e condivisione di scopi, risposte creative e autonome alla risoluzione dei problemi; - collaborare con l’istituzione scolastica e con gli operatori alla costruzione di percorsi educativi volti alla sperimentazione di strumenti di lavoro per la diffusione della “cultura del volontariato” nei minori. Metodologia La metodologia utilizzata per l’ideazione e la realizzazione del percorso seguirà le componenti tecniche e ideali di tre tipi di approcci: 1) “Il lavoro di rete”: la trasparenza, la reciprocità, la comunicazione. Nel lavoro di rete saranno coinvolti gli attori sociali interessati (Enti pubblici locali, scuole e associazioni); 2) “L’apprendimento cooperativo”: l’interdipendenza positiva, la definizione di ruoli complementari, la responsabilità individuale, l’interazione costruttiva, le abilità sociali; 3) “La comunicazione ecologica”: le risorse, la crescita, l’individualità e la totalità. Progetto “Uno per tutti e tutti per uno” Il progetto “Uno per tutti, tutti per uno” è stato promosso e realizzato dalla Provincia di Bologna nella scuola primaria G. Carducci nel corso dell’anno scolastico 2008/09. Hanno aderito al progetto le classi quarte della sezione A e B e la classe terza. I bambini hanno partecipato a un percorso che li ha condotti alla costituzione di un’Associazione di Volontariato. Il percorso ha visto diverse tappe che proveremo qui di seguito a illustrare. 6 27 G) SCHEDE OPERATIVE F) La galleria delle mie qualità Prima parte: “Gli strumenti” A STRUMENTI ttraverso diversi esempi correlati al vissuto dei bambini, è stata data una denizione concreta di “strumento operativo”. I bambini hanno risposto con entusiasmo alla richiesta di collaborazione, pur se un po’ perplessi rispetto al fatto che non conoscevano da subito lo scopo del progetto, appositamente svelato nel corso degli incontri, per dar modo ai bambini di sperimentare le proposte senza i condizionamenti correlati alla didattica e alla prestazione. E’ stato chiarito da subito e ricordato nel corso delle settimane che il gruppo di lavoro che stavamo costituendo doveva utilizzare alcuni strumenti che, pur già utilizzati in ambito scolastico, preferivamo “allenare” in occasione del progetto. BOX 1. La favola della rabbia Paolino è un bambino che ha dei desideri: andare allo zoo, giocare ai giardini, andare al cinema, ma riesce solo a incontrare sulla sua strada delusioni, sconfitte e offese. Sta per scoppiare per la rabbia quando riesce a far esplodere tutto il dolore e la tristezza che sta controllando: riesce finalmente a piangere e a sciogliere la rabbia. 26 7 STRUMENTI SCHEDE OPERATIVE - Primo strumento: Imparare a riconoscere le emozioni all’interno delle relazioni in un gruppo di lavoro. La galleria delle mie qualità Saper riconoscere che chi ci sta vicino può provare emozioni come noi e imparare a distinguere quelle più semplici può essere utile nel confronto, nel rispetto di chi parla e propone idee, nella risoluzione di eventuali conitti. Attività svolte: 1) Il gioco dei mimi: i partecipanti devono mimare un’emozione al gruppo classe che deve indovinare l’emozione in gioco. 2) Le carte/emozioni: il conduttore del gioco legge alcune denizioni e i partecipanti devono indovinare l’emozione corrispondente (Scheda operativa A, pag. 22). 3) Piccolo laboratorio teatrale: un racconto viene letto dal conduttore e nello stesso tempo animato dai bambini che vengono coinvolti nella rappresentazione dei diversi personaggi (Box 1). Il racconto viene interrotto per una riessione di gruppo: i bambini rielaborano il vissuto emotivo dei personaggi e costruiscono un “barattolo delle emozioni” (Box 2). Conclusioni: i bambini hanno partecipato con entusiasmo alle attività. Le rielaborazioni sono state vissute ad un livello ludico. La dimensione del gioco è servita per comprendere alcuni livelli emotivi in un clima disteso e collaborativo. 8 25 E) STRUMENTI SCHEDE OPERATIVE D) Esercizi di comunicazione BOX 2. Il barattolo delle emozioni - Secondo strumento: “Competenze e qualità” (Cosa so fare? Quali sono le mie qualità?). Assumere consapevolezza rispetto a saperi, competenze e qualità individuali, per poi condividere obiettivi comuni. Saper riconoscere le proprie qualità e competenze garantisce ai componenti di un gruppo di lavoro la possibilità di condividere e integrare le caratteristiche personali, di saper passare da un’ottica dell’io a un’ottica del noi, che valorizzi le diversità e le faccia dialogare. Inne questo lavoro è stato particolarmente signicativo in quanto utilizzato operativamente nella seconda fase del progetto, in cui sono stati individuati il gruppo di lavoro e i diversi ruoli dei partecipanti. Attività svolte: 1) “La galleria delle qualità” (Box 3): esercizio individuale in cui ogni bambino ha dovuto disegnare o scrivere le proprie qualità e competenze. In alcuni casi i bambini si sono fatti guidare nella loro personale scoperta dal conduttore, dall’insegnante o dai compagni stessi (Schede operative E, F, G e L, pp. 25, 26, 27, 28 e 30). 24 9 STRUMENTI SCHEDE OPERATIVE 2) “La mappa del noi” (Box 4): l’insegnante ha partecipato attivamente rielaborando alla lavagna la “messa in rete” per aree dei risultati del lavoro precedente (Scheda operativa C, pag. 23). Conclusioni: i bambini hanno partecipato con curiosità e interesse a questa attività riconoscendosi all’interno del gruppo. La mappa del noi BOX 3: La galleria delle qualità 10 23 C) SCHEDE OPERATIVE Le schede di seguito riportate sono state tratte dal testo di Margot Sunderland “Disegnare le emozioni. Espressione graca e conoscenza di sè” Edizioni Centro Studi Erickson, Collana I materiali, 2002. A anco, a titolo esemplicativo, sono riportate le schede di lavoro della sperimentazione condotta con le classi. A) Le carte emozioni B) Il gioco dei popoli 22 BOX 4: La mappa del noi 11 STRUMENTI ASSOCIAZIONE STRUMENTI Terzo strumento: Saper comunicare, apprendere e sperimentare. Le tecniche di comunicazione utili in un gruppo di lavoro. La possibilità di riconoscere che esistono diverse modalità comunicative, ovvero diversi modi di comunicare e che tali modalità possono far variare l’assetto di un discorso e l’andamento di una riunione, diventa uno strumento utile ad evitare barriere dal punto di vista relazionale. Il conduttore ha precisato che già l’esperienza scolastica è di per sé per i bambini una buona “scuola di comunicazione”. Nonostate ciò è sembrata a tutti utile e graticante la possibilità di allenarsi un po’ per poter lavorare alla costituzione dell’Associazione nel rispetto dei desideri e delle idee di tutti i partecipanti. Attività svolte: 1) “Saper ascoltare”/Esercizio sull’ascolto “la catena del mi piace non mi piace” (Box 5). Ogni partecipante deve dire il proprio nome e aggiungere un elemento che piace e uno che non piace a cui aggiungere il nome e i gusti del compagno precedente; lo sforzo è tutto teso tra la comprensione di sè e l’ascolto dell’altro. Lettura animata della favola ecologica “Cosa c’è che non va” (Box 6) Breve spiegazione sui tre punti fondamentali di un buon ascolto ed esercizi di simulazione. Perchè la scelta di una favola che ha come protagonista un canguro? Gli animali da sempre hanno un’inuenza positiva sui bambini. In un clima ludico con impegno e attenzione i bambini hanno interpretato i diversi animali. Il canguro, poco ascoltato, è risultato deluso, amareggiato, scoraggiato. Nonostante ciò è riuscito a prendersi la sua rivincita nel nale grazie alla sua forza e determinazione. I bambini, riassumendo e rielaborando gli stati d’animo del canguro, hanno inquadrato il concetto di “non ascolto” e le possibili conseguenze. 12 Associazione “Sempre avanti” Obiettivi: Aiutare gli animali, incoraggiare gli amici, aiutare le persone povere, aiutare le persone care, fare amicizia, aiutarsi, lavorare in gruppo. Attività: Gruppo “regalare un sorriso”: organizzare even di danza, poesia, canto, giochi e gare sporve, tornei di torte e conversazioni. Gruppo “studio”: studiare in compagnia, organizzare gite culturali. Associazione “Comunicare” Obiettivi: Incoraggiare, aiutare le persone, voler bene ai genitori e agli amici, aiutare l’ambiente, difendere gli animali, dare la speranza. Attività: Studi sulla condizione della donna nei diversi popoli, organizzare concer, speacoli, gite e feste culinarie, realizzare laboratori di cià vivibili e laboratori di ecologia. 21 ASSOCIAZIONE STRUMENTI E) Fase nale: il nome Le attività possibili individuate dai singoli sono state condivise e raggruppate alla lavagna con un metodo ormai sperimentato e familiare (Scheda operativa M, pag. 31) Le diverse attività associate agli obiettivi/risposte hanno dato forma e chiarezza all’Associazione che ha assunto così la sua identità (Box 12). I bambini sono apparsi in questa fase nale stupiti e rilassati. La ricerca del nome ha dato calore e insieme compiutezza al lavoro svolto insieme. Una referente della Provincia ha commentato e graticato i risultati raggiunti dal gruppo raccontando in modo semplice la specicità del lavoro e dell’importanza dell’associazionismo. BOX 5: Ascoltare BOX 12: Le associazioni Associazione “Vedere positivo” Obiettivi: Stare insieme, fare amicizia, aiutare la natura, realizzare una vita scolastica felice, salvare gli animali abbandonati, proteggere i nostri diritti, avere un mondo migliore. Attività: Organizzare feste, tornei di attività sportive, carte, play, costruire piste di minimoto e gokart, pulire le scritte sui muri, dare soldi in beneficenza, realizzare laboratori sull’energia solare, sostenere oasi di animali, allevare tartarughe a scuola. 20 13 STRUMENTI ASSOCIAZIONE BOX 6: “Cosa c’è che non va” D) “Le stelle e gli scarponi”: le attività Un piccolo canguro senza padre né madre arrivò saltellando in mezzo a un grande prato di trifogli. “Ma come cammini?”, disse il Serpente. “Cosa c’è che non va ?”, chiese il Canguro. “Guarda come faccio io e impara”. E il piccolo canguro imparò a strisciare come un Serpente. Strisciando arrivò accanto a un pollaio. “Ma come cammini?”, disse la Gallina. “Cosa c’è che non va?”, chiese il Canguro. “Guarda come faccio e impara”. E il piccolo Canguro imparò a zampeare come una Gallina. Zampeando arrivò vicino a uno stagno. “Ma come cammini?”, disse la Rana. “Cosa c’è che non va?”, chiese il Canguro. “Guarda come faccio io e impara”. E il piccolo canguro imparò a saltare come una Rana. Saltellando arrivò vicino al mare. “Ma come cammini?”, disse il Gambero. “Cosa c’è che non va?”, chiese il Canguro. “Guarda come faccio io e impara”. E il piccolo canguro imparò a camminare all’indietro come un gambero, e così tornò vicino allo stagno, accanto al pollaio e alla ne si ritrovò in mezzo al prato di trifogli da cui era parto. “Ma che stai facendo?”, chiese di nuovo il Serpente. “Non hai ancora imparato a camminare?” “Certo che ho imparato!”, rispose irritato il piccolo Canguro. “Ho imparato a strisciare come un serpente, a zampeare come una gallina, a saltare come una rana e a camminare all’indietro come un gambero. Ma adesso sono stanco dei vostri insegnamen perché tanto non c’è nessuno contento di come cammino!” E se ne andò via saltellando allegramente in mezzo al grande prato di trifogli come tu i canguri del mondo. Per poter denire le attività dell’Associazione ciascun bambino ha lavorato individualmente. Nelle stelle hanno scritto le attività più amate e signicative per gli obiettivi (Box 11). E’ stato raccontato che gli scarponi non avrebbero schiacciato le stelle se il valore di ogni stella fosse stato valorizzato e condiviso (Scheda operativa N, pag. 32). Questa fase nale è stata difcile per molti perchè il lavoro di rielaborazione personale dopo un’intensa e produttiva attività di gruppo è risultato impegnativo. Qualche bambino in difcoltà è stato inizialmente guidato dal conduttore o dall’insegnante e con soddisfazione ha potuto condividere idee e desideri. Inoltre il passaggio richiesto da un’azione ad un’attività concreta e specica è risultato un compito complesso seppur graticante. 14 19 BOX 11: Le stelle e gli scarponi ASSOCIAZIONE BOX 9: “Bisogno di” STRUMENTI 2) “Saper comunicare”/Laboratorio di esercizi di comunicazione “in prima persona”. (Box 7) Dopo alcuni esempi i bambini, divisi in piccoli gruppi, hanno simulato brevi dialoghi, allenandosi sul messaggio in prima persona o “messaggio io”. Maggiormente la situazione si avvicinava al vissuto reale dei bambini, più è stato difcile trovare le parole e le modalità adatte a denire in termini comportamentali le azioni dei compagni. Un esempio è il passaggio da “Sei stato prepotente” a “Mi hai pestato un piede, ho sentito male e disagio, sono deluso” (Scheda operativa D, pag. 24). Dopo un po’ di sforzi e tentativi la soddisfazione nale è stata corale. BOX 7: Comunicare BOX 10: Bisogni/risposte 18 15 ASSOCIAZIONE ASSOCIAZIONE Seconda parte: “La nostra associazione” A) Costituzione dei gruppi di lavoro per competenze. O gni bambino ha ricevuto tre cartellini che rappresentavano le tre aree di competenza (Box 8). Individuate nella prima parte (giallo sport, blu scuola, rosso arte). Nella “scatola magica” sono stati riposti i cartellini, mescolati e poi ripescati. Ciascun gruppo è stato così formato in modo casuale e ha ottenuto una pari rappresentanza di aree di competenza. Ai bambini è stato spiegato che, all’interno del gruppo di lavoro, sarebbero servite solo le competenze e che, per quanto riguardava le simpatie o antipatie personali, ai ni del lavoro non sarebbero state utili. Eventuali conitti avrebbero potuto essere risolti con gli strumenti sperimentati nella prima parte del percorso (Scheda operativa H, pag. 28). BOX 8: I cartellini (aree di competenza) SCUOLA SPORT B) Riunione di gruppo: denizione dei ruoli “Il gioco dei popoli”. Ogni gruppo, tre per classe, ha ricevuto un incarico: costituire un popolo, darsi un nome, una regola, un saluto e un sistema di pacicazione (Scheda operativa B, pag. 22). E’ stato chiarito che il popolo non doveva essere esistente, ma frutto della fantasia dei partecipanti e che gli elementi da ritrovare dovevano essere correlati tra loro ovvero essere ispirati ad un idea comune. Il conduttore ha proposto la suddivisione in ruoli con le relative mansioni ovvero i compiti da svolgere (Scheda operativa I, pag. 29): un segretario (registra gli incontri), un mediatore (media la comunicazione), un vicepresidente e un presidente (riportano entrambi le proposte nali), i soci (propongono idee e soluzioni). I bambini hanno trovato una serie di difcoltà nel suddividersi i ruoli e per questo motivo in certe situazioni sono stati aiutati. In alcuni casi si è scelto di costituire un’assemblea di soli soci. I ruoli più ambiti sono stati quelli di presidente e segretario. E’ stato spiegato il valore della gura del socio che può ricevere soddisfazione e graticazione nell’esprimere all’interno del gruppo le proprie proposte. In un gruppo il conitto è prevalso a tal punto che l’obiettivo non è stato raggiunto nei tempi stabiliti. Dopo una riessione nel gruppo classe è stato concesso un tempo supplementare. In tal caso è risultato chiaro che è prevalso il desiderio di condivisione del lavoro per confronto o anche ispirazione rispetto alla competizione che risultava fuorviante. C) “Per un bisogno tante risposte”: esercizio sui bisogni ARTE A partire dai bisogni primari – mangiare e bere – i ragazzi si sono allenati in un esercizio di gruppo alla lavagna a cercare più risposte possibili, personali e condivisibili (Box 9). Nella seconda fase al bisogno di realizzazione (di “qualcosa di bello”) i bambini hanno associato e condiviso diversi tipi di risposta (Box 10). A questo punto è stata data la denizione degli obiettivi. I bambini hanno scoperto che le risposte al bisogno/domanda “facciamo qualcosa di bello e importante?” erano gli obiettivi dell’Associazione. 16 17