FAUNA GUIDA SICURA FAUNA SELVATICA E SICUREZZA STRADALE A cura di: Luca Masciarelli Provincia di Pisa Assessorato alla Difesa Fauna Presentazione Convivere con gli animali selvatici patrimonio collettivo In Italia la fauna è – per postulato giuridico - patrimonio dello Stato e quindi patrimonio di tutti noi. Così come l’ambiente che ospita la fauna, specie quella a rischio, viene obbligatoriamente preservato per il bene collettivo. Di chi è, quindi, la colpa di un incidente con un selvatico? Ma, soprattutto, come è possibile prevenirlo? La tesi che spesso si ritrova nelle richieste di risarcimento imputa la colpa, per “omessa custodia” e “malgoverno di animali”, a chi rappresenta lo Stato e gestisce per esso la fauna selvatica. Ma si può realmente “custodire” un animale selvatico? In che modo? È pensabile installare reti anti-attraversamento ai lati di tutte le strade percorse da autoveicoli? Ha senso porre in atto sistemi artificiali di allontanamento molto costosi e che poi non sempre funzionano? Forse dovremmo cominciare a riflettere sul fatto che l’esigenza sempre maggiore di spostamento e in tempi sempre più brevi ha portato a trasformazioni ambientali connesse allo sviluppo della rete viaria. Allo stesso tempo, presi come siamo dalla frenesia, spesso non ci accorgiamo delle variazioni che avvengono fuori dalla carreggiata: la nostra Toscana è stata riconquistata dai boschi; molte specie animali selvatiche, solo qualche decennio fa ridotte sull’orlo dell’estinzione, si sono riappropriate delle nostre campagne e vivono in mezzo a noi, anzi vivono (e muoiono) tra le nostre strade. Gli animali si spostano senza riconoscere le strisce pedonali ed i semafori; senza guardare a destra e sinistra prima di oltrepassare il nastro d’asfalto. I rischi degli attraversamenti sono elevatissimi sia per l’animale, sia per il conducente che lo incontra all’improvviso. Dobbiamo pertanto intensificare gli sforzi tesi ad evitare che le strade fungano da barriere ecologiche per gli animali che naturalmente si spostano e contemporaneamente informare che 0 conviviamo con gli animali selvatici e che bisogna moderare la velocità in certi tratti stradali ed in certe ore quando il rischio di attraversamento è più alto. Per queste ragioni, sulla base di tante esperienze italiane e straniere, la Provincia di Pisa ha scelto di avviare una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza sul rispetto di comportamenti corretti alla guida, prestando particolare attenzione in presenza di cartelli stradali di pericolo attraversamento animali selvatici. Giacomo Sanavio Assessore alla Difesa Fauna della Provincia di Pisa 1 Purtroppo gli animali superiori hanno una capacità e una tendenza a combinar disastri direttamente proporzionale alla loro intelligenza. Konrad Lorenz 2 0 Introduzione Il fenomeno degli incidenti stradali con coinvolgimento della fauna selvatica è purtroppo di grande attualità e mostra un andamento in crescita. Difficile una valutazione esatta delle reali dimensioni di questa problematica e dei suoi effetti negativi sulla società umana e sulle specie animali. Le perdite umane a livello europeo sono numerose, si contano centinaia di morti, migliaia sono i feriti e i danni materiali si calcolano in milioni di euro. Ma ogni anno in Europa scompaiono, a causa degli incidenti stradali, anche milioni di uccelli e mammiferi e un numero imprecisato, ma sicuramente molto elevato, di anfibi e rettili. Gravi sono i danni per il patrimonio naturalistico in generale e per la tutela della biodiversità1 in particolare. I casi di collisione in Italia tra veicoli e fauna selvatica, secondo alcune stime, costituiscono circa il 2% degli incidenti totali. Gli interventi di mitigazione possono essere condotti a vari livelli: adeguamento della rete stradale con strutture di attraversamento per la fauna, distogliere gli animali dall’attraversare le strade (almeno quando vi sono veicoli in transito) oppure informare e formare i conducenti dei veicoli affinché abbiano una condotta di guida compatibile con la probabile presenza della fauna. Quest’ultimo criterio di intervento appare, sulla base anche di esperienze pregresse, il miglior sistema in termini di riduzione del numero di incidenti e dei danni conseguenti oltre che il più sostenibile sotto il profilo economico. Questo libretto vuole essere un utile vademecum per tutti coloro che alla guida di un veicolo possono trovarsi “improvvisamente”2 ad incontrare un animale selvatico. 1 Tutte le forme animali o vegetali, geneticamente dissimili, presenti sulla Terra e gli ecosistemi ad esse correlati. 2 La parola “improvvisamente” è la più ricorrente nelle denunce relative agli incidenti con la fauna selvatica. 1 Strade e fauna selvatica La rete stradale in Italia si sviluppa per 800.000 km circa, 35.000 dei quali in Toscana. Il parco veicolare a motore circolante nel nostro Paese totalizza oltre 45 milioni di unità; la provincia di Pisa conta, escludendo i ciclomotori, circa 350.00 veicoli (ACI - ISTAT, 2009). D’altra parte negli ultimi decenni in Italia si è assistito ad un aumento in termini numerici delle presenze faunistiche, soprattutto di Ungulati3 selvatici, per vari motivi: diminuzione delle attività agricole, aumento delle superfici forestali, minore grado di antropizzazione di alcune zone ecc. Alcune specie stanno divenendo così numerose da raggiungere densità superiori rispetto alle capacità portanti del territorio che occupano. Gli Ungulati in Toscana sono stimati in 150.000 cinghiali, 130.000 caprioli, 7.000 daini e 4.000 cervi (anno 2008). Tali premesse consentono di inquadrare la problematica ed evocano inevitabilmente situazioni di conflitto tra la circolazione veicolare e gli spostamenti della fauna. Le implicazioni di questo fenomeno per i conducenti, i passeggeri e i veicoli sono facilmente intuibili mentre l’influenza sugli animali è più complessa. Ai danni diretti, quali il ferimento o la morte dovuti alle collisioni con i veicoli in transito si sommano anche quelli indiretti: l’effetto trappola, causato da pozzetti e cunette laterali con sponde ripide, su specie di piccola taglia, gli impatti degli uccelli con strutture quali le pareti fonoassorbenti trasparenti, ecc. Inoltre la frammentazione del territorio determinata dalla rete stradale comporta: la diminuzione degli spazi vitali, effetti barriera che riducono le possibilità di movimento degli animali, l’isolamento delle popolazioni e la diminuzione della diversità biologica. Infine, ma non ultima per importanza, l’alterazione delle caratteristiche fisiche ed ecologiche degli habitat attraversati dalle strade (inquinamento atmosferico, acustico, luminoso). Gli effetti descritti possono determinare anche estinzioni locali a livello di popolazione. 3 Gli Ungulati sono mammiferi che hanno la punta delle dita rivestite da unghie trasformate in zoccoli. Le specie ungulate in Toscana sono: cinghiale, capriolo, cervo, daino e muflone. 2 Inquadramento della casistica sugli incidenti stradali in Italia La casistica generale relativa agli incidenti stradali nel nostro Paese riporta per l’anno 2009: 215.405 sinistri con 307.258 feriti e 4.237 morti (ISTAT, 2009). Le prime tre cause di incidente, che costituiscono quasi il 45% dei casi, sono il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata. Gli episodi più gravi si sono verificati sulle strade extraurbane secondarie. Gli orari degli incidenti stradali mostrano tre picchi: il primo si riscontra tra le 8.00 e le 9.00 del mattino, il secondo si osserva tra le 12.00 e le 13.00, mentre la punta massima di incidentalità si registra intorno alle ore 18.00, quando agli effetti dell’aumento della circolazione si aggiungono la stanchezza e la difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale non ancora sostituita da quella artificiale. Il grafico seguente confronta gli orari degli incidenti stradali in Italia nel 2009 con quelli che hanno visto coinvolta la fauna selvatica in Toscana nel periodo 2001-2008. Gli incidenti con gli animali selvatici mostrano il picco massimo tra le 19.00 e le 20.00. 20.000 incidenti anno 2009, Italia incidenti 2001-2008, Toscana 15.000 250 200 150 10.000 100 5.000 50 0 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Andamento orario degli incidenti in Italia nel 2009 (ISTAT) e degli incidenti con la fauna nella regione Toscana nel periodo 2001-2008 (Regione Toscana). 3 Luca Masciarelli Luca Masciarelli Animali sulle strade? Gli animali selvatici frequentano le strade durante i normali spostamenti quotidiani o durante le migrazioni stagionali. Spesso però la sede stradale e le fasce di rispetto ad esse adiacenti (includendo quindi anche la vegetazione, la segnaletica, l’illuminazione pubblica, le recinzioni e i pali) rappresentano una opportunità alimentare (resti di animali investiti, specie vegetali ai margini della carreggiata, maggiore facilità di individuare prede, rifiuti commestibili), luoghi con condizioni microclimatiche favorevoli (soprattutto per i rettili), ambienti in cui trovare rifugio e poter nidificare e una condizione favorevole per spostarsi più agevolmente. Femmina di cervo, a sinistra, e ibrido tra cinghiale e maiale, a destra, sulla banchina. Le caratteristiche strutturali e le condizioni della strada insieme al volume di traffico incidono in maniera determinante sulla frequenza degli incidenti. In generale le strade caratterizzate da elevate velocità di percorrenza e da traffico intenso e continuo, come i lunghi rettilinei, sono quelle su cui si verifica il maggior numero di sinistri. Alcuni studi ci dicono che per gli Ungulati un basso numero di veicoli in transito implica un modesto effetto barriera ed una limitata estensione dell’area di disturbo lungo i margini della carreggiata. In questi casi molti animali frequentano le zone contigue alla sede stradale e il rischio di incidenti è elevato. Altresì condizioni di traffico intenso determinano un elevato effetto barriera e un’area di disturbo, nei pressi della sede stradale, molto ampia. In tali condizioni solo gli animali probabilmente 4 fortemente motivati proveranno ad attraversare ed il rischio di impatti sarà quindi minore. La situazione nella regione Toscana In Toscana nel periodo 2001-2008 sono stati denunciati oltre 2.800 incidenti4 e il fenomeno su base regionale appare in crescita (da 200 denunce nel 2001 si è passati a 480 nel 2008). Le strade provinciali, che rappresentano il tipo di viabilità più diffuso sul territorio toscano, risultano in termini numerici quelle con il più alto numero di incidenti mentre le strade statali, regionali e comunali presentano un numero di sinistri minore. Le strade regionali hanno però una incidentalità (numero di incidenti per 100 km) quasi doppia rispetto alle strade provinciali. Le analisi statistiche sul fenomeno degli incidenti stradali con la fauna si basano in gran parte sulle denunce degli utenti della strada che hanno subito un danno. Gli archivi così costituiti non risultano rappresentativi dell’effettiva dimensione del fenomeno. Le registrazioni comprendono quasi esclusivamente mammiferi di taglia medio - grande, in grado di produrre danni di una certa entità, mentre sono quasi completamente assenti i piccoli mammiferi, gli anfibi, i rettili e gli uccelli5. Tuttavia i dati disponibili possono fornire alcune utili informazioni per la descrizione e lo studio del fenomeno, soprattutto sotto il profilo della sicurezza stradale. La situazione in provincia di Pisa La Provincia di Pisa ha registrato circa 450 denunce di incidente, come risulta dagli archivi dell’Amministrazione, relativi al periodo compreso tra il 1 gennaio 1999 e il 21 ottobre 2010. Il dato colloca Pisa in una posizione intermedia a livello regionale rispetto alle altre province. L’andamento delle denunce degli ultimi anni appare in crescita con l’anno 2009 che ha fatto registrare il triplo delle denunce rispetto al 1999. 4 Le specie maggiormente coinvolte risultano: cinghiale (1.179 denunce), capriolo (1.034), daino (206), istrice (56), volpe (32), cervo (18) e tasso (18). 5 In Toscana, nel periodo 2001-2008, si sono registrati soltanto 25 incidenti con uccelli e nessuno con rettili o anfibi. 5 70 60 50 40 30 20 10 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Numero di incidenti con animali selvatici nella provincia di Pisa (dati Provincia di Pisa, 1999-2009). I comuni della provincia di Pisa con più denunce sono: Volterra, Lajatico, Lari e Montecatini val di Cecina; mentre quelli col più alto livello di incidentalità6 sono: Lajatico, Ponsacco, Lari e Guardistallo. La zona costiera della provincia presenta denunce relative ad incidenti con daini in corrispondenza del Parco Regionale Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli per la parte ricadente nel territorio provinciale pisano. Le specie cinghiale e capriolo costituiscono la gran parte delle denunce riguardanti il territorio provinciale (rispettivamente il 58% e il 28%), seguono il daino (6%), le altre specie (4%)7 e gli animali non identificati (4%). La tabella seguente elenca le strade della provincia che hanno fatto registrare il maggior numero di incidenti nel periodo 1999-2010. Si evidenzia come i sinistri, per i quali risulta una localizzazione ab- 6 L’incidentalità, numero di incidenti per 100 km di strada, consente di fare comparazioni tra strade di lunghezze diverse. 7 Cervo, fagiano, volpe, istrice, tasso, lepre e puzzola. 6 bastanza precisa del punto in cui si sono verificati (si vedano anche le tavole I e II, fuori testo), siano ascrivibili ad alcuni tratti (fasce chilometriche) che spesso ricomprendono la totalità degli eventi noti. Strada8 (lunghezza in km) SP 11 (27) Numero di incidenti Fasce chilometriche (incidenti per fascia) 11 Km 1-4 (3); km 13-19 (3) SP 13 (52) 16 (dati riferibili all’intero tratto) SP 14 (25) 5 Km 1-5 (3) SP 15 (13) 5 Km 1-4 (3) SP 18 (18) 4 Km 9-11 (2) SP 26 (10) 4 Km 7-9 (3) SP 28 (15) 5 Km 10-13 (3) SP 33 (8) 5 Km 2-5 (2) SP 36 (19) 4 Km 8-9 (2) SP 42 (9) 4 (dati riferibili all’intero tratto) SP 45 (16) 4 Km 5-6 (2) SP 46 (9) 5 (dati riferibili all’intero tratto) SP 329 (29) 4 SR 68 (51) 38 SR 439 (85) 82 (dati riferibili all’intero tratto) Km 1-2 (2); km 12-18 (3); km 22-26 (5); km 33-42 (4); km 46-50 (7). Km 0-8 (15); km 48 (2); km 66-95 (18); km 100-109 (10) Elenco delle strade con maggior numero di incidenti con la fauna selvatica nella provincia di Pisa e relative fasce chilometriche (dati Provincia di Pisa, 19992010). 8 SP 11 Colline per Legoli, SP 13 Commercio, SP 14 Miemo, SP 15 Volterrana, SP 18 dei 4 Comuni, SP 26 S. Pietro Belvedere, SP 28 dei 3 Comuni, SP 33 Castellina Marittima – Le Badie, SP 36 Palaiese, SP 42 Terricciola, SP 45 Lajatico, SP 46 Perignano Lari, SP 329 del Passo di Bocca di Valle, SR 68 Val Cecina, SR 439 Sarzanese Valdera. 7 Non è possibile prevedere con certezza i luoghi esatti di attraversamento della fauna selvatica, ma dagli elementi disponibili, come si è visto, si possono individuare i tratti stradali a maggior rischio di incontro con la fauna. L’identificazione di questi punti “caldi” è utile per i conducenti dei veicoli ma anche per gli Enti proprietari e/o gestori delle strade al fine di poter mettere in atto efficaci interventi di mitigazione. Vista la grande importanza di una corretta raccolta dei dati, la Provincia, dal 2007, ha predisposto una adeguata modulistica relativa alle denunce di sinistri in cui sia stata coinvolta la fauna selvatica. Il modulo di denuncia, scaricabile dal sito internet della Provincia (www.provincia.pisa.it), prevede dei campi da riempire relativi al luogo preciso del sinistro, alla specie coinvolta, all’orario e ad altre informazioni. La corretta indicazione di tali informazioni è condizione indispensabile, tra l’altro, per adire ad eventuali richieste di indennizzo. I riferimenti ottenibili dalla segnaletica stradale per descrivere con buona approssimazione un punto lungo una strada sono: la sigla di identificazione (SS, SR, SP, SC, A), il numero e le progressive chilometriche ed ettometriche. La figura a destra identifica il chilometro 24 della strada provinciale n° 37. É possibile una maggiore precisione segnalando la progressiva ettometrica. La figura a sinistra indica il chilometro 24+800 metri. Nelle strade costituite da più carreggiate, quindi in presenza di spartitraffico, è bene anche indicare la carreggiata facendo riferimento al senso di direzione rispetto ai punti cardinali o al capostrada. È fondamentale anche annotare l’ora dell’incidente, la specie coinvolta e le sue condizioni (illeso, ferito, deceduto); mentre sarebbero molto utili alcune fotografie del luogo esatto dell’incidente e dell’ambiente circostante. Il territorio provinciale pisano, secondo una ripartizione per zone altimetriche, è costituito per il 25% da pianure mentre la restante parte è 8 Luca Masciarelli costituita da rilievi collinari9 e montani; il 65% della popolazione vive in pianura (ISTAT, 2007). Il 50% del territorio provinciale è caratterizzato da colture agrarie di vario tipo, il 40% da formazioni boschive (soprattutto querceti e boschi misti) e meno del 4% da aree urbanizzate. Buona parte del territorio pisano si rivela così con caratteristiche di idoneità medio - alte rispetto allo sviluppo di numerose e diverse popolazioni di fauna selvatica. Tratto della SR 439 Sarzanese Valdera (PI) al Km 93 con evidente chiazza conseguente ad un incidente con un animale. Le tavole seguenti mostrano per le specie cinghiale e capriolo le mappe di idoneità ambientale10, ovvero la stima di questo parametro, per il territorio della provincia di Pisa. Tali mappe consentono di avere elementi utili per fare delle predizioni sulla possibile presenza o assenza di una determinata specie in una certa zona. 9 La collina è un rilievo compreso tra 200 e 600 metri. 10 Una mappa di idoneità ambientale rappresenta le zone di un territorio con caratteristiche ecologiche più o meno adatte ad una specie. 9 Mappa di idoneità ambientale per la specie capriolo in provincia di Pisa (da LIPU, 2009, modificato). 10 Mappa di idoneità ambientale per la specie cinghiale in provincia di Pisa (da LIPU, 2009, modificato). 11 La suddivisione nei diversi mesi dell’anno degli incidenti relativi agli Ungulati sulle strade mostra che la primavera, per il capriolo, e l’autunno, per il cinghiale, sono le due stagioni in cui si verificano la maggior parte dei sinistri. 45 40 cinghiale 35 capriolo 30 25 20 15 10 5 0 G F M A M G L A S O N D Distribuzione degli incidenti per mese in provincia di Pisa (dati Provincia di Pisa, 1999-2010). La distribuzione degli incidenti con la fauna nella provincia nei diversi giorni della settimana appare complessivamente abbastanza omogenea anche se a livello regionale è stato evidenziato un certo incremento nei giorni di sabato e domenica. La ripartizione dei sinistri, relativi a tutte le specie, in fasce orarie di un’ora ciascuna indica un notevole incremento del fenomeno nel periodo tra le 19.00 e le 24.00, valori minimi nella tarda mattinata, nel pomeriggio e nel cuore della notte, situazione intermedia nel resto della notte e nelle prime ore del mattino. L’ISTAT, rispetto alla casistica generale sul territorio nazionale, ci dice che la notte sulle strade extraurbane avvengono meno incidenti stradali ma più pericolosi; l’indice di mortalità assume i valori più elevati tra le ore 22.00 e le 6.00. 12 Dopo le 18.00 iniziano a diminuire statisticamente gli incidenti legati agli altri motivi ma aumentano quelli con la fauna. La diminuzione del traffico veicolare tipica delle ore notturne coincide con: l’aumento delle velocità di percorrenza, la minore visibilità, la maggiore presenza di fauna in attraversamento, la più numerosa presenza, nei fine settimana, di conducenti giovani e inesperti, la più alta probabilità che i conducenti abbiano assunto quantità di alcool incompatibili con la guida, la stanchezza che porta ad allungare i tempi di reazione ecc. L’analisi dei dati relativi agli orari dei sinistri per singole specie è stata possibile solo per cinghiale e capriolo. L’andamento orario della sinistrosità col cinghiale è nettissimo mostrando un massimo tra le 19.00 e le 24.00. Gli incidenti con il capriolo si distribuiscono prevalentemente la mattina presto e la sera tra le 19.00 e le 20.00. 18 16 capriolo 14 cinghiale 12 10 8 6 4 2 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Distribuzione degli incidenti per fasce orarie e per specie (dati Provincia di Pisa, 1999-2010). Il grafico seguente mostra la ripartizione percentuale degli incidenti per le specie capriolo e cinghiale tra “giorno” e “notte” (intesi come 13 presenza/assenza di luce naturale sufficiente per la guida11). Le differenze tra le due specie appaiono evidenti: il capriolo fa registrare il 67% degli incidenti durante il giorno (come si è detto, la mattina e la sera più che nelle ore centrali della giornata), mentre il 74% dei casi con il cinghiale sono ascrivibili alla notte. 80 70 60 capriolo cinghiale 74 67 50 40 30 20 33 26 10 0 % incidenti di giorno % incidenti di notte Distribuzione percentuale degli incidenti tra giorno e notte per le specie capriolo e cinghiale (dati Provincia di Pisa, 1999-2010). Notizie dal mondo animale! Si descrivono di seguito alcune note sulla biologia della fauna più coinvolta nei sinistri stradali. Le informazioni sulle dimensioni, sulle masse, sui comportamenti (alimentari, sociali, riproduttivi) e sulle capacità dinamiche di alcune delle specie coinvolte possono risultare utili per una adeguata condotta di guida e per una migliore identificazione delle specie. 11 La durata giorno/notte è stata calcolata togliendo e aggiungendo 30 minuti rispettivamente all’ora dell’alba e del tramonto per il giorno 15 di ogni mese dell’anno. Il Codice della Strada, infatti, individua la necessità di azionare i dispositivi di illuminazione dei veicoli a partire da mezz’ora dopo il tramonto del sole fino a mezz’ora prima del suo sorgere. 14 Mammiferi I mammiferi, e tra questi gli Ungulati, arrecano i danni più importanti a cose e persone. La dinamica d’urto tra i veicoli e la fauna dipende dal punto in cui questo si verifica ma anche dalle dimensioni, dalle masse e dalla velocità degli animali e dei veicoli 12; inoltre un cervo, con la sua altezza, produce un danno diverso rispetto ad un cinghiale. Le specie in grado di spiccare balzi notevoli possono poi impattare praticamente con tutte le parti di un veicolo (tetto compreso). Cinghiale (Sus scrofa) Il cinghiale è caratterizzato da forme massicce e pesanti con corpo robusto, collo e zampe corti. I maschi adulti presentano zanne prominenti molto sviluppate. Il mantello è di colore bruno nerastro; i piccoli hanno caratteristiche strisce longitudinali. Lunghezza fino a 150 cm, altezza alla spalla fino a 100 cm, peso fino a 180 kg. Frequenta zone boscose (il querceto ricco di sottobosco è, come ben noto, il suo habitat preferito) soprattutto se confinanti con zone aperte a prato-pascolo o coltivate e presenza di corsi d’acqua, stagni o sorgenti. Attivo al crepuscolo, di notte e all’alba; si cura poco del traffico stradale mentre cerca il cibo. Durante le ore diurne si nasconde nel fitto sottobosco ed è per questo che gli incidenti avvengono difficilmente di giorno. Le femmine vivono in branchi con i piccoli e i giovani; i subadulti13 formano gruppi spesso numerosi mentre i maschi adulti conducono in genere vita solitaria. È in grado di compiere spostamenti, se necessario, anche di notevole entità. 12 Una autovettura che procede alla velocità di 100 km/h necessita per l’arresto di uno spazio di circa 80 metri; nel caso un cervo le attraversi la strada ad una distanza di 60 metri l’impatto sarà inevitabile, avverrà alla velocità residua di 60 km/h e sarà come urtare contro un ostacolo di 5 tonnellate. 13 Si definiscono sub-adulti i soggetti di età compresa tra 1 e 3 anni. 15 Periodo riproduttivo tra novembre e gennaio; nascite tra marzo e maggio con un numero di piccoli per femmina da 3 fino a 10. Difficile accertare l’effettiva consistenza numerica di questa specie; si ipotizza la presenza di circa 150.000 capi in Toscana (anno 2008). Capacità dinamiche: velocità massima 45/50 km/h, salto in lungo 2,5 m e salto in alto 1,2 m. Per il cinghiale il periodo più a rischio di incidenti stradali è tra ottobre e gennaio per fattori legati alla riproduzione, alla alimentazione, alla dispersione giovanile e all’attività venatoria. Cervidi Le collisioni con i Cervidi (capriolo, cervo e daino) si verificano principalmente tra aprile e agosto e tra ottobre e novembre. La primavera è a rischio per i movimenti dei giovani, nati l’anno precedente, verso nuovi territori. Il periodo degli amori, estate o autunno a seconda delle specie, è caratterizzato da un aumento delle attività, da fasi territoriali e da maggiore mobilità. In inverno si possono avere migrazioni, verso minori altitudini, per il raggiungimento dei pascoli di fondovalle con spostamenti anche di notevole entità ed avvicinamenti alle strade per procurarsi il sale14, ricercato dai Cervidi poiché fondamentale nella loro dieta. I Cervidi all’alba e al tramonto si spostano verso ambienti aperti alla ricerca del cibo, durante il giorno si appartano generalmente in ambiente forestale. Caratteristica importante per il riconoscimento delle specie è il posteriore, detto specchio anale, che sarà perciò di seguito descritto. I palchi15 sono presenti solo nei maschi. Capriolo (Capreolus capreolus) Il capriolo è un piccolo Cervide dalle forme slanciate privo di coda. Mantello estivo color ruggine acceso e marrone grigiastro d’inverno con parti inferiori più chiare ed evidente posteriore bianco, i piccoli sono maculati. 14 Il sale, generalmente cloruro di sodio, viene sparso per evitare la formazione di ghiaccio sulle strade. 15 I palchi, costituiti da tessuto osseo e rinnovati annualmente, sono appendici ramificate che si trovano sul capo dei maschi dei Cervidi. 16 Lunghezza del corpo fino a 130 cm, altezza alla spalla fino a 75 cm, peso fino a 32 kg. Vive in zone boscose di bassa e media altitudine ma anche in zone antropizzate, purché ricche di vegetazione al suolo, di radure erbose e cespuglieti. È attivo sia di giorno sia di notte. In primavera i maschi sono prevalentemente solitari mentre le femmine costituiscono piccoli gruppi; in inverno si possono formare gruppi numerosi di femmine con piccoli e alcuni maschi adulti. L’area vitale di un individuo raggiunge anche i 200 ettari. Periodo riproduttivo luglio-agosto; nascite tra maggio e giugno; numero di piccoli per femmina 1-2. Consistenza minima accertata in Toscana 130.000 capi (anno 2008). Capacità dinamiche: velocità massima 50/60 km/h, salto in lungo 5-6 m e salto in alto 2 m. Lo specchio anale del capriolo si presenta chiaro, quasi bianco in inverno, a forma di cuore nella femmina e di fagiolo nel maschio; si nota l’assenza della coda che seppur presente nell’animale non risulta visibile (le femmine presentano quella che viene definita falsa coda). Cervo (Cervus elaphus) Il cervo è il più grosso tra i Cervidi presenti in Italia. Lunghezza fino a 230 cm, altezza alla spalla non superiore a 130 cm, peso fino a 250 kg. Il mantello estivo è rossiccio con le parti inferiori biancastre, in inverno di colore bruno grigiastro. Il cervo ha abitudini crepuscolari e 17 notturne. Frequenta ambienti boschivi ricchi di sottobosco con presenza di radure, colture, prati e acqua. Le femmine formano branchi con i piccoli e i giovani; i maschi possono costituire anche gruppi numerosi, in particolare a fine inverno. Lo spazio vitale raggiunge gli 800 ettari in ambiente forestale con migrazioni stagionali dell’ordine di una ventina di chilometri. I parti, normalmente con un solo piccolo per femmina, si verificano tra maggio e giugno. Consistenza minima accertata in Toscana 4.000 capi (anno 2008). Capacità dinamiche: velocità massima 50/60 km/h, salto in lungo 5-6 m e salto in alto 1,8 m. Lo specchio anale dei cervi è di colore giallo marrone e presenta una coda di media lunghezza. Daino (Dama dama) Il daino ha dimensioni intermedie tra quelle del capriolo e del cervo. La lunghezza arriva fino a 160 cm, l’altezza alla spalla intorno agli 80 cm e il peso fino a 110 kg. Il mantello può avere un’ampia gamma di colorazioni ma la forma più frequente è quella rossiccia con pomellatura16 nel periodo estivo e grigio brunastra nel periodo invernale; le parti ventrali sono più chiare. Caratteristico risulta lo specchio anale con un disegno scuro a forma di “m” sul posteriore e con coda più lunga di quella del cervo. Preferisce le zone di pianura e di collina. Si tratta di una specie sociale che tende a formare gruppi di individui dello stesso sesso. Il periodo 16 Si definisce pomellatura la presenza sul mantello di macchie bianche caratteristica anche dei piccoli di capriolo e cervo. 18 degli amori cade in ottobre-novembre mentre le nascite avvengono tra maggio e giugno, solitamente con un solo piccolo per parto. Consistenza minima accertata in Toscana 7.000 capi (anno 2007). Capacità dinamiche: velocità massima 50/60 km/h, salto in lungo 4-5 m e salto in alto 1,8 m. Bovidi In Toscana gli unici rappresentanti di questa famiglia sono i mufloni. La consistenza stimata di questa specie nella nostra regione nel 2007 è stata di circa 550 esemplari di cui circa un terzo nella provincia di Pisa. Muflone (Ovis [orientalis] musimon) Il muflone ha un aspetto che ricorda quello di una pecora. Il maschio presenta corna spiralate, con la tipica forma ad ariete, ben sviluppate mentre nella femmina, quando presenti, sono più sottili. La corporatura è vigorosa e robusta. La lunghezza dell’animale è di 100-130 cm; il peso raggiunge i 50 kg. Il mantello è fulvo nella stagione estiva mentre durante l’inverno ha tonalità più scure e di colore bruno; in questo periodo i maschi adulti presentano una criniera molto scura sul collo e sul petto. La parte superiore della coda è nera e contrasta col posteriore bianco. Il muso, la parte interna delle orecchie, l’anello perioculare, il ventre, il posteriore e la parte distale delle zampe sono bianchi. Il maschio a partire da due anni e mezzo può presentare una macchia bianca a forma di sella, più visibile col mantello invernale. Il muflone è un animale con abitudini diurne e crepuscolari, è un abile scalatore e corridore (raggiunge la velocità di 60 km/h) predilige le zone rocciose ma è in grado di vivere in ambienti diversi anche perché non ha particolari preferenze alimentari. Specie gregaria, vive in branchi 19 unisessuali o misti. Il periodo degli amori si concentra nei mesi di ottobre e novembre. I piccoli sono di norma uno, eccezionalmente due. Mustelidi I Mustelidi (tasso, puzzola, faina, martora, donnola ecc.) svolgono un ruolo insostituibile soprattutto per tenere sotto controllo numerico le popolazioni di roditori. Purtroppo cadono spesso vittime di incidenti stradali. Filippo Ceccolini Tasso (Meles meles) Il tasso è un animale dal corpo robusto con forme tozze e delle dimensioni di un cane di media taglia: lunghezza intorno agli 80 cm e peso fino a 20 kg. Riconoscibile per le strisce longitudinali nere sulla testa bianca, il dorso grigio e il ventre e le zampe nere. Di abitudini notturne, si divide tra zone boschive, con fitto sottobosco, e aperte in ambienti di collina e pianura. Molto attivo in estate, passa buona parte dell’inverno nella tana. Tasso vittima di un investimento. P. van Roojen Puzzola (Mustela putorius) La puzzola ha la forma del corpo cilindrica e le zampe corte e tozze. Il pelo (giarra) è di colore bruno tendente al nero sul ventre, sulle zampe e sulla coda; il sottopelo (borra) giallastro risulta ben visibile sui fianchi. Caratteristica la mascherina chiara sulla testa. Lunghezza fino a 60 cm e peso inferiore ai due chilogrammi. Occupa una notevole varietà di ambienti - planiziari, collinari e montani - preferendo comunque le zone 20 umide. Ha abitudini crepuscolari e notturne; se necessario è in grado di compiere spostamenti di alcune decine di chilometri. Purtroppo il numero di questo mustelide mostra un decremento a livello europeo negli ultimi 50 anni. Faina (Martes foina) La faina è di colore marrone chiaro, con le zampe più scure, ed ha una macchia bianca su gola e petto. Raggiunge i 70 cm di lunghezza e i due chilogrammi di peso. Vive nei boschi ma anche in aree collinari aperte e rocciose fin oltre i 2.000 m di quota; frequenta volentieri le zone antropizzate agricole e urbane. Animale solitario dalle abitudini crepuscolari e notturne, effettua escursioni di diversi chilometri perlustrando ampie porzioni del Faina vittima di un investimento. proprio territorio. 21 Filippo Ceccolini Luca Masciarelli P. van Roojen Donnola (Mustela nivalis) La donnola ha corpo snello, zampe corte; è lunga circa 30 cm e raggiunge i 250 g di peso. Il pelo è di colore fulvo sul dorso, sulla testa e sulla coda mentre la parte ventrale è biancastra. Animale molto agile e coraggioso non esita ad attaccare anche animali più grandi. Specie comune in tutta la penisola occupa numerosi ambienti. Abitudini prevalentemente notturne, si muove su un territorio di caccia di 6-7 ettari. Donnola vittima di un investimento. P. van Roojen Istrice (Hystrix cristata) L’istrice, noto roditore, ha una lunghezza media di circa 85 cm e un peso che raggiunge quasi i 20 kg. Pelo di colore nero, marroncino sulla testa. Caratteristica la presenza sul dorso di aculei lunghi fino a 35 cm; false le credenze che possano essere lanciati contro un eventuale aggressore o che siano velenosi. Di abitudini notturne, è presente in zone collinari con abbondante vegetazione, frequenta volentieri i campi coltivati. Passa l’inverno nella propria tana. Le principali cause di mortalità sono il traffico stradale e il bracconaggio per scopi alimentari. Luca Masciarelli Luca Masciarelli Riccio (Erinaceus europaeus) Il riccio, noto a tutti per essere ricoperto di aculei, è un piccolo Insettivoro di poco più di un chilogrammo di peso. Discreto camminatore dalle abitudini crepuscolari e notturne; può percorrere addirittura diversi chilometri nei suoi spostamenti quotidiani ed è in grado anche di correre velocemente. Istrice, a sinistra, e riccio, a destra, vittime di incidenti stradali. Frequenta una grande varietà di ambienti comprese le aree antropizzate. Il suo territorio può estendersi fino a trenta ettari. Sulle 22 Scoiattolo (Sciurus vulgaris) Lo scoiattolo è un roditore di taglia medio-piccola (40 cm) di colore rosso e col pelo del petto più chiaro. La varietà rossa arriva fino alla Toscana e all'Umbria mentre più a sud viene sostituita dalla varietà nera. Animale arboricolo e abile saltatore è legato agli ambienti silvani in cui trova il suo cibo abituale: noci, ghiande, funghi e Scoiattolo vittima frutta. Capita spesso di vederlo anche a di un investimento. terra mentre attraversa velocemente la strada; spesso rimane vittima di investimenti. Luca Masciarelli Volpe (Vulpes vulpes) La volpe è un Canide di dimensioni medie, peso fino a 10 kg circa, e dalle forme snelle. Il colore del mantello superiormente va dal bruno rossiccio al grigio, ma più spesso è tendente al rosso, il ventre e la gola sono bianchi. Animale capace di adattarsi a moltissimi ambienti, comprese le aree urbane, predilige comunque i boschi contigui a terreni coltivati. Di abitudini notturne, ha un territorio di caccia intorno ai 10 kmq che gestisce in coppia o in piccoli Volpe vittima di un investimento. 23 Luca Masciarelli strade europee ogni anno trovano la morte alcuni milioni di ricci sia nell’attraversamento sia per la tendenza della specie ad utilizzare la rete viaria come percorso per gli spostamenti. I picchi di mortalità si verificano in primavera (elevata mobilità, ricerca del partner) e in autunno (ricerca di un rifugio invernale). Gli ambienti a maggior rischio sono quelli suburbani ricchi di giardini, orti e siepi. gruppi familiari. È in grado di raggiungere una velocità massima prossima ai 50 km/h. P. van Roojen Lupo appenninico (Canis lupus italicus) Il lupo appenninico, sottospecie del lupo, è un Canide che popola le foreste e i boschi della dorsale appenninica. Il peso può raggiungere i 35 Kg, il pelo è di colore grigio-marrone ma in Toscana ed Emilia Romagna sono stati avvistati esemplari dal colore nero; il corpo è slanciato con il muso allungato e le orecchie triangolari. Un tempo in Italia lo si trovava in tutti gli habitat, oggi solo in ambienti con estesa copertura vegetale. Vive in branchi (ma può essere anche solitario) di dimensioni variabili nel tempo, mediamente costituiti da 6-7 individui. Il territorio di caccia ha una estensione di 100 kmq. È in grado di raggiungere una velocità massima prossima ai 60 km/h. Il periodo degli amori cade in inverno mentre le nascite si verificano in primavera; i cuccioli, da 2 a 8 a seconda dell'età della madre, non sono in grado di seguire i genitori prima di due mesi. La consistenza stimata nel nostro Paese è di circa 1.000 esemplari distribuiti sull’intera catena degli Appennini, Toscana compresa. Nella provincia di Pisa si segnalano almeno 3 nuclei riproduttivi stabili. Anfibi Le specie maggiormente interessate a livello nazionale sono la rana esculenta (Rana kl. esculenta), la rana agile (Rana dalmatina), la raganella (Hyla intermedia), il rospo comune (Bufo bufo) e il tritone crestato (Triturus carnifex). Le migrazioni riproduttive degli anfibi si verificano nel periodo primaverile-estivo e si svolgono al crepuscolo e nelle prime ore notturne. In tali occasioni gli animali, anche in gran numero, attraversano e/o percorrono le strade che si trovano sul loro cammino, spesso in punti ormai noti perché ricorrenti. Il maggior danno si ha quando ad essere investiti sono gli adulti riproduttori che si dirigono verso i luoghi di deposizione. Le piccole dimensioni, la scarsa velocità di spostamento, la tendenza all’immobilità in caso di pericolo e la limitata visibilità caratterizzante la 24 Luca Masciarelli guida nelle ore notturne comportano talora la perdita di intere popolazioni di anfibi. I pericoli sono praticamente nulli per gli autoveicoli ma possono essere anche elevati per gli utenti di ciclomotori e motocicli, soprattutto nel caso di attraversamento simultaneo di un cospicuo numero di individui. Per la tutela degli anfibi e della fauna minore sono nate iniziative in varie regioni italiane, Toscana compresa, che prevedono il salvataggio diretto degli animali sulle strade grazie all’opera di volontari. Rospo vittima di un investimento notturno. Luca Masciarelli Luca Masciarelli Rettili I rettili svolgono attività diurne e frequentano aree aperte e assolate. Si trovano sulle strade, attratti dal calore, soprattutto nelle prime ore della giornata. Le vittime più frequenti sono le lucertole (lucertola muraiola, lucertola campestre e il ramarro) e i serpenti (biacco e saettone comune). Purtroppo ancora oggi l’ignoranza e la superstizione fanno sì che molti conducenti investano di proposito i serpenti. La convinzione è di eliminare animali nocivi per l’uomo, viceversa queste specie svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio biologico degli ecosistemi. Lucertola, a sinistra, e biacco, a destra, vittime di investimenti. 25 Luca Masciarelli Filippo Ceccolini Uccelli Gli uccelli sono vittime di numerosi impatti, con i veicoli in transito sulle strade, nelle ore diurne ma anche al crepuscolo e perfino durante la notte. Le cause sono numerose: abitudini di volo a bassa quota; utilizzo delle strade come zone di caccia; necrofagia; movimenti di pedina17 sia in senso trasversale che longitudinale; attività di volo crepuscolare e notturna a bassa Barbagianni quota. Le strade urbane vedono un gran numero di vittime tra i merli (Turdus merula) e i passerotti (Passer italiae). La civetta (Athene noctua) e il barbagianni (Tyto alba) sono le specie più coinvolte tra i rapaci notturni. La stagione riproduttiva è il periodo in cui si registrano più impatti con gli uccelli: la frenetica attività degli adulti e l’inesperienza dei nuovi nati giocano un ruolo fondamentale nell’aumento del rischio di investimento. Uccelli vittime di incidenti stradali: a sinistra picchio verde (Picus viridis), a destra merlo (Turdus merula). 17 Si definisce pedina il procedere camminando di alcuni uccelli quali ad esempio i Fasianidi e i Rallidi. 26 In presenza di uccelli sulla carreggiata è necessario rallentare e all’occorrenza fermarsi per facilitarne l’allontanamento dalla sede stradale, infatti, alcune specie risultano impacciate al momento del decollo o preferiscono muoversi di pedina. Luca Masciarelli Luca Masciarelli Segni di “presenza” degli animali I conducenti dei veicoli possono interpretare correttamente il tratto stradale che si trovano a percorrere leggendo i segni di presenza della fauna: le impronte ai lati della carreggiata, particolarmente evidenti sui terreni umidi o innevati, gli escrementi, i sentieri prodotti dai ripetuti passaggi (spesso gli animali tendono ad utilizzare i medesimi punti di attraversamento). Altresì la presenza delle spoglie e le relative chiazze di liquidi corporei, ben visibili sull’asfalto anche dopo la rimozione degli animali morti, possono fornire utili indicazioni all’utente della strada. Impronte e scivolate sulla neve lasciate da due caprioli in attraversamento (a sinistra); sentiero prodotto dal ripetuto passaggi di cinghiali (a destra). E se gli animali attraversano? Nel caso in cui la fauna selvatica si trovi ad attraversare la carreggiata occorre rallentare e se necessario fermarsi soprattutto se gli animali tardano a scansarsi o danno segni di spavento (art. 141 C.d.S. comma 4). L’uso dell’avvisatore acustico, inducendo la fauna a comportamenti suggeriti dalla paura, oltre che inefficace può rivelarsi pericoloso. L’impiego delle luci abbaglianti, sulle strade extraurbane durante la notte, è esplicitamente prescritto dal Codice della Strada per cui non è materia opinabile; semmai una volta individuata la presenza di uno o più animali e dopo essersi fermati è possibile commutare sulle luci 27 anabbaglianti per non indurre abbagliamenti o disorientamenti sulla fauna. Gli animali possono attraversare da soli, in coppia o a gruppi, dipende dalle caratteristiche della specie ma anche da fattori quali il periodo dell’anno. In provincia di Pisa si sono registrati una decina di casi con attraversamenti di cinghiali in gruppi (anche di 15 animali). Un branco può attraversare in massa o in fila indiana; i piccoli possono seguire con un certo ritardo. I gruppi, anche molto numerosi, tendono a rimanere compatti e ciò induce i ritardatari a forzare il passaggio, nonostante la presenza di veicoli in transito, per non perdere il contatto con i compagni. L’attraversamento può avvenire di corsa o lentamente; la circolazione veicolare può innescare reazioni di paura, con risposte che vanno dalla fuga all’immobilità o al ritorno sui propri passi, ma a volte anche di curiosità. Spesso gli animali tergiversano, indecisi sul da farsi, ai margini della carreggiata cercando di capire se è il momento opportuno per attraversare. Le direzioni di provenienza che portano la fauna ad intersecare le carreggiate possono essere evidentemente le più diverse e incidono sulla dinamica d’urto e il tipo di danno. I tratti di strada in trincea18 o le strade, se costruite parallelamente al pendio, che presentano a monte una scarpata artificiale, soprattutto se molto ripida, possono indurre specie buone saltatrici, come ad esempio i Cervidi, a compiere balzi con atterraggi su parabrezza e tetti dei veicoli in transito. I tratti viari rialzati rispetto al piano di campagna (argini, ponti e viadotti) intersecano più facilmente le traiettorie di volo degli uccelli. Profilo stradale con scarpata. Quali sono i luoghi a maggiore rischio di incontro con la fauna? Il conducente di un veicolo deve prestare maggiore attenzione e moderare la velocità ogni volta che può ragionevolmente ipotizzare la presenza di animali nei pressi della carreggiata. Le ipotesi di tipo 18 La strada è definita in trincea quando si trova ad un livello più basso rispetto al piano di campagna. 28 Luca Masciarelli Luca Masciarelli probabilistico non escludono ovviamente la possibilità di incappare nell’evento meno frequente. È importante imparare ad interpretare il territorio che stiamo attraversando in modo corretto. La presenza di spoglie o di chiazze dovute ad incidenti con animali ci ricorda che su quella strada la probabilità è maggiore che in altri luoghi. Gli itinerari che attraversano boschi, in particolare se con sottobosco fitto sino al limite della sede stradale, determinano attraversamenti improvvisi. I tratti stradali che attraversano coltivazioni (frutteti, prati-pascoli o cereali) o con presenza di corsi d’acqua nelle vicinanze sono a rischio più elevato. Le situazioni ambientali devono essere poi rapportate agli orari, alle stagioni dell’anno, alle condizioni di visibilità e di aderenza come anche alle condizioni psicofisiche del conducente. La contemporanea presenza di più elementi di rischio deve indurre alla massima prudenza. Tratti della SP 33 (PI), a sinistra, e della SP 36 (PI), a destra, caratterizzati dalla presenza di corsi d’acqua nei pressi della carreggiata. Guida su due ruote La guida di un ciclomotore o un motociclo deve indurre a maggiore prudenza per le più gravi possibili conseguenze derivanti dall’impatto con animali anche di modeste dimensioni. Oltretutto le manovre di evitamento di un ostacolo su due ruote sono più impegnative e rischiose. 29 Il conducente La mancanza di sufficienti conoscenze teorico-pratiche di guida sicura e di guida difensiva19, lo scarso senso civico e le condizioni psicofisiche non ottimali (sonnolenza, stanchezza, alterazioni della sfera emozionale, malattia, uso di farmaci, stato di ebbrezza da alcool20 o stupefacenti) possono incidere molto negativamente sulle capacità di guida del conducente. Il tasso alcolico o alcolemia può essere ricavato applicando la formula di Widmark: Tasso alcolico (g/l) = g di alcool assunto x 1,055 / peso in kg x fW Un litro di alcool pesa 800 grammi; fW (fattore di Widmark) è pari a 0,66 nelle donne e 0,73 negli uomini21. Posizione di guida La corretta posizione del conducente è alla base di una guida sicura. È opportuno avere sedile e schienale regolati in modo da raggiungere facilmente i comandi principali, tenere il piede sinistro sul passaruota, impugnare il volante nella posizione delle lancette dell’orologio alle ore 9.15 e indossare sempre le cinture di sicurezza (anche i passeggeri). I sistemi integrati di sicurezza reagiscono prontamente (pochi millesimi di secondo) facendo intervenire in modo ottimale tutti i sistemi rilevanti: airbag, limitatori di ritenzione e pretensionatori delle cinture di sicurezza, poggiatesta attivi, dispositivi anti-submarining22. 19 La guida sicura si occupa del controllo del veicolo soprattutto nelle situazioni d’emergenza, la guida difensiva della prevenzione delle situazioni di pericolo. 20 Il Codice della Strada, con le modifiche del luglio 2010, ha stabilito per i conducenti neo-patentati e professionali un tasso alcolemico pari a zero, mentre per gli altri conducenti il tasso alcolico è di 0,5 g/l di sangue. 21 Ad esempio un litro di birra con gradazione pari al 4% contiene 40 ml di alcool; la proporzione 1.000 (ml) : 800 (g) = 40 (ml) : x ci restituisce il valore di 32 che è la quantità di alcool in grammi. Applicando la formula otterremo per un uomo di circa 70 kg una alcolemia intorno a 0,6 g/l, mentre per una donna di circa 40 kg avremo un tasso di 1,3 g/l. 22 L’anti-submarining è un dispositivo che impedisce in caso di urto lo scivolamento del corpo sotto la cintura di sicurezza addominale; può essere una 30 “Animali selvatici vaganti” Il segnale di pericolo “Animali selvatici vaganti” è impiegato per informare dell’approssimarsi (150 metri) di un tratto di strada con probabile attraversamento di animali; può essere integrato da un pannello recante una lunghezza, espressa in metri o chilometri, tra due frecce (estesa) che precisa la lunghezza del tratto di strada pericoloso. Animali selvatici vaganti Estesa I conducenti tendono, in genere, a dare poco credito alla presenza del suddetto segnale, ritenendo abbastanza improbabile l’attraversamento delle strade da parte della fauna selvatica. La velocità dei veicoli La velocità elevata dei veicoli rende più difficili le manovre di emergenza e comporta, in caso di impatto, danni maggiori. La velocità deve essere regolata tenendo conto delle caratteristiche del veicolo, della strada, del traffico e di ogni altra circostanza di qualsiasi natura al fine di evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone, degli animali e delle cose. La manovra di arresto si deve poter compiere entro i limiti del campo di visibilità23 e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile. La velocità deve essere ridotta nelle curve, sui dossi, nelle ore notturne, in caso di foschia, nebbia, pioggia intensa e in tutti gli altri casi di diminuzione della visibilità. Lo spazio necessario per arrestare un veicolo segue la nota relazione data dalla somma dello spazio di reazione e di frenatura: semplice superficie inclinata verso l’alto nella direzione di marcia o una sorta di airbag contenuto nel sedile. 23 La distanza massima alla quale il conducente riesce ad avere una buona immagine. 31 spazio di arresto = V / 3,6 + V² / 254 x f 24 Archivio Provincia di Firenze Archivio Provincia di Firenze per cui ad esempio al raddoppiare della velocità lo spazio di frenatura diviene il quadruplo. Veicoli danneggiati in seguito ad incidenti con animali selvatici. La vista La vista è il sistema sensoriale più importante nella guida e la corretta positura nell’osservazione ne assicura la funzione anticipatrice. Il conducente all’aumentare della velocità sposta in avanti il centro dell’attenzione e conseguentemente incorre in un restringimento del campo visivo25; alternare lo sguardo ai due lati della carreggiata attenua tale fenomeno. La percezione visiva di uno stimolo ambientale durante la guida non può essere considerata una mera fotografia della realtà bensì un complesso insieme di processi interpretativi e attributivi che portano ad acquisire l’informazione esterna integrandola con il nostro personale sistema di conoscenze. I fattori che influiscono sullo stile percettivo sono cognitivi (colore, forma) ed emozionali. La percezione è un processo dinamico in continua evoluzione e trasformazione che dipende anche dal grado di conoscenza; maggiore è l’esperienza di un evento migliore sarà la qualità degli elementi formali percepiti. 24 f (coefficiente di aderenza; 0<f<1) varia a seconda delle condizioni del fondo stradale; nelle migliori condizioni di asfalto assume un valore di 0,6. 25 Il risultato è una visione laterale di circa 40° a destra e a sinistra contro un orizzonte normale di 70° a destra e 70° a sinistra. 32 Luca Masciarelli Luca Masciarelli Guida notturna La guida notturna comporta una notevole riduzione della visibilità. Alcuni parametri visivi come la grandezza apparente degli oggetti fermi o in movimento - e i riferimenti ambientali sono più difficili da apprezzare come anche la stima di distanze e velocità di spostamento degli oggetti (acutezza visiva dinamica). Il Codice della Strada prescrive che i conducenti dei veicoli facciano uso dei proiettori a luce abbagliante (fari di profondità) durante la guida notturna fuori dei centri abitati e con illuminazione discontinua o assente. Questi dispositivi, oltre ad aumentare la distanza di visibilità, mettono in allarme molte specie di animali predisponendole alla fuga. Tutavia i proiettori a luce abbagliante sono utilizzati sporadicamente dai conducenti. Due “scatti” dello stesso tratto stradale (camera car): uso delle luci anabbaglianti a sinistra e degli abbaglianti a destra. I moderni sistemi di illuminazione delle auto sono in grado di compensare la scarsità di luce dovuta alle condizioni meteorologiche o al buio. Durante la guida notturna, la vista è sottoposta ad una grande tensione. Recenti studi hanno sottolineato come la guida notturna prolungata e senza riposi comporti errori alla guida simili a quelli commessi dai conducenti sotto l’effetto di sostanze alcoliche (anche se comunque equiparabili a valori entro i limiti legali). 33 La guida durante la notte rappresenta una situazione critica anche a causa della perdita di acutezza visiva (fino a 2/10) per il fenomeno denominato “miopizzazione notturna” (la pupilla dilatandosi modifica la curvatura dell'occhio rendendolo leggermente miope) e per la presenza di fattori quali l’abbagliamento ed i riflessi derivanti. La guida con il fisico particolarmente stanco e in orari notturni comporta un generale rallentamento dei tempi di reazione del nostro organismo ed anche del riflesso pupillare. I bastoncelli (fotorecettori per la visione notturna presenti nella retina) sono provvisti di una proteina (rodopsina) la cui reazione chimica, quando colpita dalla luce, trasduce il segnale luminoso in uno stimolo elettrico inviato al cervello. Se vi è un brusco cambiamento di luminosità (come nel caso di incrocio tra veicoli di notte e su strada non illuminata) la rodopsina disponibile si “consuma” completamente determinando un invio di impulsi più deboli al cervello e di conseguenza un abbagliamento transitorio della durata anche di 3-4 secondi26. Il disturbo può essere ridotto distogliendo lo sguardo dal veicolo incrociante e usando il margine destro della carreggiata come punto di riferimento. Il futuro è già presente La sicurezza attiva e passiva dei veicoli può essere migliorata grazie ad alcuni dispositivi tecnologicamente avanzati. I sistemi di visione notturna rientrano in questo ambito; infatti, grazie alla tecnologia a infrarossi è possibile percepire la presenza di pedoni o animali in situazioni di visibilità critiche. Il sistema poi può essere abbinato agli abbaglianti automatici. Il sistema FIR (infrarossi a distanza) consta di una videocamera termica capace di coprire una zona di circa 300 metri davanti alla autovettura. 26 Un veicolo lanciato alla velocità di 90 km/h percorre in un tempo di 4 secondi uno spazio pari a 100 metri. 34 Le immagini, rese sul monitor posto nel cruscotto, evidenziano in modo particolare le persone e gli animali che risultano più chiari. Tra i dispositivi di illuminazione si vanno affermando i fari allo xeno27; questi si basano su fanali che utilizzano in luogo delle normali lampade alogene il gas da cui prendono il nome. La potenza illuminante è maggiore sia in profondità sia in larghezza; l’alta temperatura di colore, da 4300 K a 12.000 K, molto vicina alla luce solare, contribuisce ad una migliore visibilità e alla riduzione della stanchezza degli occhi durante la guida notturna. Vi sono poi sistemi di illuminazione che si adattano al percorso stradale seguendone l’andamento e migliorando la visibilità, ad esempio, nella percorrenza della curve. Infine si vanno affermando, per il momento sui mezzi pesanti, anche sistemi radar28 abbinati a sistemi automatici di frenatura. I progressi tecnologici, grazie soprattutto all’elettronica (una soluzione in cerca di problemi), contribuiscono all’aumento della sicurezza sulle strade senza deresponsabilizzare il conducente che rimane l’elemento fondamentale nella conduzione del veicolo. Come evitare gli animali durante la guida! Nel caso si debba evitare un ostacolo improvviso è bene non cambiare direzione bruscamente, per non perdere il controllo del veicolo, e rivolgere lo sguardo alla ricerca di possibili vie di fuga. In ogni caso meglio investire un animale che urtare contro un albero, un veicolo proveniente dal senso opposto o finire in un dirupo. Per fermare nel più breve spazio possibile il veicolo dobbiamo spingere a fondo il pedale del freno senza però superare il limite di aderenza degli pneumatici. In caso di frenata eccessiva interviene 27 I fari allo xeno non possono essere installati sui veicoli che non siano omologati fin dall’origine per tali dispositivi. 28 La Commissione delle Comunità Europee ha regolamentato con apposite Direttive l’omologazione di veicoli muniti di apparecchiatura radar a corto raggio rendendo disponibile una banda di frequenza speciale che copre il territorio dell’Unione Europea. 35 l’ABS (la cui azione è avvertibile dalle pulsazioni del pedale del freno) che evita il bloccaggio, assicurando spazi di frenatura corretti, e il mantenimento della direzionalità. Comportamento in caso di incidente In caso di scontro con uno o più animali occorre: indossare il giubbotto o le bretelle rifrangenti (obbligatorio sulle strade extraurbane); spostare il veicolo fuori della carreggiata o almeno lungo il suo margine destro; segnalare e proteggere il luogo dell’incidente con il triangolo e la segnalazione luminosa d’emergenza (uso simultaneo degli indicatori di direzione), soprattutto se vi sono persone o animali feriti che non si possono spostare; avvertire le autorità e richiedere, se necessario, l’intervento di soccorsi; porre molta attenzione nell’avvicinare eventuali animali feriti, potrebbero avere reazioni pericolose. Cosa fare quando un animale selvatico è in difficoltà? Prima di mettere in atto un qualsiasi intervento nei confronti di un animale è necessario essere certi che sia effettivamente in difficoltà, nel dubbio chiedere agli esperti (vedasi numeri utili). Ricordare che gli animali sono selvatici e quindi in grado di mordere, graffiare, artigliare, beccare e incornare per cui è necessario l’intervento di personale specializzato. Il Codice della Strada (art. 189) prescrive che l'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno ad uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, ha l'obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 389 ad euro 1.559. Le persone coinvolte in un 36 incidente con danno ad uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera all'obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 78,00 ad euro 311,00. Nel caso in cui l’animale ferito si sia allontanato dalla sede stradale è possibile ritrovarlo impiegando i cani da traccia. La detenzione di fauna selvatica, viva o morta, è vietata dalla legge; le sanzioni previste, a seconda dei casi, vanno da una pena pecuniaria fino all’arresto. Nel caso si rinvenga un animale selvatico bisognoso di aiuto occorre informare la Provincia o il Comune competenti per territorio, entro 24 ore, e consegnare l’animale ad un Centro di Recupero della Fauna Selvatica. Può essere utile procurarsi un documento che certifichi l’investimento richiedendo copia del verbale di constatazione compilato dalle Autorità intervenute sul luogo dell’incidente. Numeri telefonici utili Polizia Provinciale di Pisa (mammiferi di grossa taglia) Ospedale Veterinario Didattico Università di Pisa - S. Piero a Grado (mammiferi di grossa taglia) W.W.F. Pisa segnalazioni della massima urgenza ( uccelli o mammiferi di piccola taglia) Corpo Forestale dello Stato 050 929220 050 2210100 348 1747416 050 580999 348 2742373 1515 Riferimenti internet Modulo per la denuncia di sinistri con fauna selvatica: http://www.provincia.pisa.it/interno.php?id=30525&lang=it Recupero della fauna selvatica in difficoltà: http://www.provincia.pisa.it/interno.php?id=6340&lang=it 37 TAVOLE FUORI TESTO Tavola I 38 39 Localizzazione esatta (strada e chilometro) di 77 incidenti con Ungulati nel periodo 1999-2008 in provincia di Pisa: cinghiale (41), capriolo (31), daino (4) e cervo (1) (da LIPU, 2009, modificato). Tavola II Bibliografia AA.VV. 2002. Incidenti con la fauna selvatica: un problema di sicurezza stradale e di tutela della biodiversità. Direzione Generale della Motorizzazione della Sicurezza del Trasporto Terrestre (opuscolo informativo). AA.VV. 2005. 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