IL MODELLO DI PARCO ARCHEOLOGICO E LE LINEE GIUDA ATTUATIVE Nella definizione del modello di Parco da applicare all’area del Tuscolo, sono stati tenuti in considerazione sia i criteri e le direttive provenienti dal quadro di riferimento normativo (Codice Urbani e Legge Regionale 24/1998), sia le considerazioni espresse nella definizione dell’ambito territoriale omogeneo, sia infine le caratteristiche del sito e i suoi valori. La strada prescelta è dunque quella dell’istituzione di un Parco, e non quella della valorizzazione di un’area archeologica puntuale, per vasta e importante che possa essere. Il Parco Archeologico, in questo quadro, assume il valore di una precisa scelta di strategia territoriale da parte della Comunità Montana come degli altri enti locali coinvolti: sottolinea dunque la scelta di un modello di valorizzazione integrato, che ponga il sito archeologico al centro di un sistema territoriale articolato e complesso, capace di esaltarne i valori storici ma anche di porlo in relazione con tutti gli altri valori e attrattive del territorio tuscolano, dai centri storici, ai Musei, al sistema delle Ville, all’ambiente naturale, al paesaggio, alle tradizioni. Significa inoltre la volontà della Comunità Montana di costruire un modello di gestione allargato e partecipato, aperto alla collaborazione e al contributo dei Comuni, della Provincia di Roma, della Regione Lazio, della Soprintendenza, e quindi capace di offrire tutte le garanzie di qualità, efficienza e capacità operativa in tutti i settori che un programma di valorizzazione ambizioso richiede. Questo modello, che prevede dunque il coinvolgimento di più Enti e due differenti livelli di intervento sul territorio (il sito archeologico e l’area vasta), richiede la previsione di accordi di programma fra gli enti coinvolti che assegnino ad ognuno precise competenze in materia di controllo e gestione del territorio, dei servizi e della attività necessarie: se infatti tutto quanto attiene l’infrastrutturazione dei sito e le sue strutture di fruizione potrà essere specifica competenza della Comunità Montana proprietaria del bene, appare evidente che nella programmazione generale ogni ente dovrà garantire i proprio apporto nella gestione di materie e azioni di sua 69 competenza, come la viabilità, che evidentemente attiene ai singoli Comuni o alla Provincia, le eventuali necessità di adeguamento della strumentazione urbanistica, anch’essa di competenza dei singoli comuni, o le campagne di scavo e ricerca, di competenza della Soprintendenza, o l’inserimento delle iniziative proposte nell’ambito di canali di finanziamento o programmi regionali, di competenza dei diversi Assessorati Regionali, o infine l’elaborazione dei programmi annuali o pluriennali di intervento del Parco, che saranno attribuzione dell’organo di gestione nel quale tutti gli enti citati saranno rappresentati e chiamati a dare il loro apporto e a garantire lo svolgimento delle azioni di loro competenza. Quanto alle linee guida sia per la redazione dello Studio di Fattibilità che per le successive progettazioni e fasi di attuazione, gli obiettivi da perseguire, e quindi i contenuti del presente lavoro, sono stati così individuati: • Necessità di garantire a tutto il sito un adeguato livello di tutela, anche in rapporto alle normative già operanti. • Individuazione e caratterizzazione di eventuali fasce contigue, che configurino una cintura interessata in via preferenziale dai servizi di accoglienza, promozione, informazione, ricettività. • Individuazione delle connessione dell'area con l'esterno, per la creazione di una rete di servizi e collegamenti funzionali alla sua valorizzazione e fruizione. • Redazione di criteri e linee guida per la progettazione puntuale dell’organizzazione interna del sito, con le aree di rispetto, i percorsi, i punti di sosta e informazione, l’accessibilità, e quanto altro venga ritenuto necessario sulla base delle caratteristiche dei beni e del modello di fruizione. • Redazione di criteri e linee guida per la progettazione di percorsi, strutture, infrastrutture e supporti didattici tali da garantire al sito la massima accessibilità a tutte le categorie di portatori di handicap, motori, non vedenti, anziani, etc. • Redazione di criteri e linee guida per la progettazione di un modello di promozione e attività culturali, comunicazione e marketing, che sia caratteristico del Parco Archeologico, ma allo stesso tempo strettamente 70 connesso ai modelli già attivati dagli enti territoriali per la valorizzazione del territorio e dei beni naturali. Altri obiettivi strategici del Parco Archeologico possono essere così sintetizzati: • Incoraggiare la fruizione consapevole, dotando l’area dei servizi di offerta turistica in grado di rispondere ai bisogni di una domanda qualificata; • Incentivare e innescare attività economiche secondo la vocazione e le potenzialità del territorio; • Programmare attività di ricerca e catalogazione di quanto già conosciuto e il prosieguo degli scavi archeologici. • Impiegare forze locali in tutte le fasi del processo. Infine, si ritiene che uno sforzo ulteriore debba essere fatto nell’assegnare al Parco Archeologico del Tuscolo una forte caratterizzazione, capace di ritagliare per esso uno spazio peculiare, in grado di aumentarne l’attrattività, anche in rapporto alle altre aree archeologiche più note del comprensorio romano. Questa azione di caratterizzazione si ritiene debba essere estesa anche a tutto il comparto interessato dal Parco, e quindi all’intero perimetro dello stesso. Oltre alla zona sommitale, questo si estende anche a vaste aree agricole, in parte utilizzate ed in parte incolte, e ad aree boscate. L’ingresso nel Parco quindi, dovrà già trasmettere l’immagine e la suggestione del viaggio nel passato. Un ulteriore, fondamentale sforzo delle successiva fasi di progettazione, dovrà essere rivolto a rendere manifesta e percepibile la straordinaria imponenza delle rovine presenti, la loro estensione, la stratificazione delle diverse epoche, la vastità ed importanza del sito, che purtroppo oggi sfugge al visitatore, anche al più attento. Oltre ai percorsi, alle aree scavate, alla sistemazione e valorizzazione dei ruderi portati alla luce, appare quindi necessaria una operazione capace di restituire al sito la sua “tridimensionalità” e di dare quindi traccia della sua grandiosità. Questo potrebbe essere raggiunto innanzitutto con campagne di scavi mirate, e con 71 limitate e altrettanto mirate opere di “ricostruzione”, i cui criteri e modalità vengono illustrati nei paragrafi seguenti. 72 LINEE GUIDA E CRITERI PER LO SVILUPPO DELLA FRUIZIONE, COMUNICAZIONE, PROMOZIONE CULTURALE E MARKETING DEL PARCO ARCHEOLOGICO Introduzione: la filosofia di approccio e l’Interpretazione Ambientale Con riferimento sia al Decreto Urbani che alla Legge Regionale 24/98, secondo la quale i parchi archeologici e culturali sono “zone da destinare nella loro globalità alla fruizione collettiva... al fine di promuovere, valorizzare e consolidare le identità della comunità locale e dei luoghi”, oggetto del presente capitolo è rispondere alle domande che immediatamente ne conseguono e cioè: come il patrimonio di valori di Tuscolo possa divenire patrimonio di tutti; come possa essere adeguatamente comunicato e fatto apprezzare; come si inserisca nel contesto territoriale circostante rafforzandone l’identità, ma anche garantendo la conservazione dei luoghi e valorizzando l’economia locale. Nel delineare proposte e criteri di intervento per l’organizzazione e gestione della fruizione, ivi comprese le azioni di comunicazione collegate, lo Studio di Fattibilità intende inserire nel modello e processo di pianificazione proposto un elemento innovativo, che discende dalle esperienze condivise, ed ormai consolidate, a livello internazionale ed europeo: esso prevede che uno specifico strumento di pianificazione, il “Piano di Interpretazione Ambientale”, o una parte importante di strumenti più generali (quali Piani di Aree Protette, o Piani di Fruizione e Valorizzazione, come il Piano di un Parco Archeologico) sia dedicata alla promozione e gestione compatibile dei flussi di visita - con la conseguente previsione di strutture, infrastrutture, media ed attività collegate – basata sulla definizione di obiettivi non solo di tipo turistico-ricreativo ed informativo, ma anche di comunicazione ed educazione del pubblico. Una veloce ricerca su internet può rendere l’idea della diffusione delle tecniche dell’interpretazione ambientale nella gestione e valorizzazione di parchi e riserve, aree storico-archeologiche, musei naturalistici, acquari, zoo, monumenti del patrimonio ecc.: abbondano i manuali dedicati a questa 73 tematiche, come anche le pubblicazioni di veri e propri piani di interpretazione di aree di diversa tipologia ed ampiezza. Ovunque viene dimostrato come questo approccio possa essere funzionale al perseguimento di obiettivi diversi, da quelli di tutela e conservazione del sito, o di educazione, a quelli di gestione dei visitatori, di marketing e promozione, di gestione di fondi. Le tecniche e metodologie dell’interpretazione sono impostate sulla individuazione di precisi obiettivi didattici e di comunicazione (in altre parole “obiettivi interpretativi”), a loro volta legati sia a finalità gestionali (quali ad esempio il controllo delle presenze in un’area, la comprensione delle regole e dei divieti in atto, la divulgazione delle scelte gestionali 74 operate ecc.), sia di intrattenimento e di soddisfazione del pubblico, ovvero di reale comprensione ed apprezzamento da parte di questo della bellezza, della storia, dei valori, non sempre immediatamente percepibili, dei luoghi che sta visitando. La capacità di trasmettere messaggi educativi in maniera interessante e piacevole, di progettare percorsi di visita, strutture, materiali editoriali, attività ed iniziative, ben strutturati, variati e, soprattutto, distribuiti sul territorio non casualmente o in ragione di opportunità locali, ma in ragione di un disegno complessivo ed organico che tenga conto di tutte le esigenze, sensibilità, caratteristiche e potenzialità del sito e dell' area circostante, rappresenta un determinante ed innovativo aiuto e complemento al processo più generale di pianificazione del territorio. Dunque, interpretare significa prima di tutto comunicare. Per questo, non solo è importante conoscere in maniera approfondita le risorse presenti sul sito (attraverso specifici studi di settore), in modo da poter individuare quelle più significative e poter selezionare gli obiettivi e messaggi collegati, ma anche avere un’idea delle caratteristiche del (o dei) target cui saranno rivolti i messaggi. In questo, le tecniche dell’interpretazione sono molto vicine a quelle adottate nella buona pubblicità, o nel giornalismo (nel caso dell’interpretazione scritta) che, tra le altre cose, si basano sulla psicologia dell’audience e sui principi del marketing. Tuttavia, poiché l’interpretazione in un parco è finalizzata a perseguire non tanto obiettivi strettamente “commerciali” quanto obiettivi educativi più generali, operando nel contesto particolare di un territorio da conservare e proteggere, essa trae ispirazione anche da altre discipline quali la teoria dell’apprendimento, le tecniche della didattica all’aperto, dell’animazione. L’interpretazione, quindi, richiede, ed è importante sottolinearlo, l’impiego di specifiche professionalità. 75 Il box che segue fornisce, attraverso le parole del “padre” dell’interpretazione, Freeman Tilden, un’idea della filosofia che guida lo sviluppo dell’interpretazione ambientale. Per essere interpretativo, affermava Tilden, il processo di comunicazione deve: PROVOCARE l’attenzione, CORRELARE il messaggio alla personalità ed esperienza di chi ascolta o legge, Freeman Tilden (1883-1980), il “padre” della interpretazione. RIVELARE E FAR SCOPRIRE il suo contenuto attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico e l’uso dei sensi, in maniera creativa e da un unico punto di vista, GARANTIRE L’UNITA’ DEL MESSAGGIO, anche dal punto di vista grafico e del design. Senza volere in questa sede approfondire ulteriormente i contenuti dell’Interpretazione Ambientale come disciplina, riportiamo, tuttavia, qui di seguito una breve sintesi della storia di questa disciplina. “L’Interpretazione Naturalistica ed Ambientale nel mondo ed in Italia L’Interpretazione, ufficialmente introdotta negli anni ‘20 dall’Agenzia Nazionale americana per i Parchi (National Park Service), è oggi una disciplina ben codificata che, soprattutto nei Paesi anglosassoni, viene largamente impiegata nella formazione del personale e in tutte quelle attività che richiedono di comunicare con il pubblico. L’Interpretazione non viene considerata solo una tecnica per trasmettere messaggi educativi, o un metodo per trattare le informazioni, ma è entrata a pieno titolo anche nei processi di pianificazione dei parchi e delle riserve naturali, venendo utilizzata 76 come strumento molto efficace per contribuire a raggiungere gli obiettivi di gestione prefissati. In molti Paesi un “Piano d’Interpretazione” è considerato, infatti, uno strumento fondamentale per la corretta gestione di un’area protetta e, a seconda delle finalità e del tipo di area, talvolta addirittura propedeutico alla sua istituzione o regolamentazione d’uso. Nelle esperienze internazionali più significative, tutte le operazioni e le misure concernenti lo sviluppo e la gestione dell'accoglienza del pubblico, della fruizione, dell'informazione, della comunicazione, della promozione e sviluppo del territorio dal punto di vista turistico-ricreativo e didattico sono, quindi, incluse in uno strumento specifico di pianificazione territoriale: il Piano di Interpretazione Naturalistica ed Ambientale, che prevede la pianificazione e progettazione di strutture, media, materiali ed attività con precisi obiettivi informativi, educativi e di animazione culturale e turistica, in stretto collegamento sia con gli obiettivi di conservazione e gestione dell’area protetta, sia con quelli di sviluppo socio-economico del territorio. Esso si basa anche sul principio dell'incentivazione, o della disincentivazione "spontanea", dell’uso e della frequentazione delle varie zone, ottenuto non attraverso vincoli o divieti, ma attraverso la presenza di opportunità alternative e attrattive forti. Il piano così concepito, oltre ad evitare duplicazioni di iniziative e a favorire una ripartizione equilibrata degli interventi sul territorio, aiuta innanzitutto l’Ente di gestione a rendere più efficace la comunicazione con le comunità locali e con i visitatori e, a questo scopo, stabilisce gli obiettivi da raggiungere e definisce l’identità dell’area ed i valori essenziali su cui articolare i messaggi di comunicazione e di interpretazione del territorio. Sulla base di ciò, il Piano individua, successivamente, dove e con quali mezzi (segnaletica, pannellistica e sentieri, centri visita e tematici, materiali editoriali, programmi di attività ecc.), presentare al pubblico i messaggi selezionati, permettendo di far conoscere ed apprezzare l’area visitata anche nei suoi aspetti non immediatamente percepibili; così il Piano contribuisce anche a gestire i flussi turistici (ad esempio incentivando o disincentivando le presenze in determinati siti) e consente di diffondere le finalità di conservazione dell’area protetta. 77 Oggi, l'Interpretazione è ormai largamente impiegata in molte aree protette del mondo, ma ancora relativamente poco conosciuta in Italia dove un nucleo di esperti e professionisti (fra cui alcuni dei componenti il gruppo di progettazione per il Tuscolo) lavora da oltre dieci anni alla diffusione a livello nazionale dei suoi principi, finalità, strumenti e tecniche. Grazie all’impegno di questo gruppo di persone e alla sensibilità di alcune Amministrazioni Pubbliche e degli Enti gestori di molti parchi nazionali e di altre aree protette italiane, sono stati realizzati, ad oggi, numerosi progetti ed iniziative sperimentali collegati con i temi dell’Interpretazione, quali ad esempio: corsi di formazione/qualificazione professionale in Interpretazione finalizzati al rilascio del titolo ufficiale ed esclusivo di "Guida del Parco" (ai sensi dell'art. 14, comma 5 della Legge Quadro sulle Aree Protette n. 394/91) e la progettazione e realizzazione di strutture e media per attività di educazione e animazione culturale legate alla fruizione turistico-ricreativa delle aree protette. Tra queste iniziative sperimentali rientra anche la redazione del Piano d’Interpretazione Ambientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, realizzato dall’Istituto Pangea ONLUS, del Parco Regionale del Matese, in corso di sviluppo sempre da parte dell’Istituto Pangea, e quello dell’isola di Lampedusa, realizzato da INEA. 78 Le finalità del modello di fruizione proposto Sulla base dei contenuti dei diversi studi di settore realizzati, in particolare delle esigenze di tutela dei beni descritti, nonché delle emergenze storico ambientali e paesaggistiche presenti, è stato elaborato un modello per la fruizione sostenibile del Parco Archeologico del Tuscolo volto a: • migliorare l’attuale uso turistico-ricreativo dell’area, da un punto di vista qualitativo (sia rispetto agli obiettivi di conservazione del sito, sia rispetto alla qualità dell’esperienza del singolo visitatore) e, laddove opportuno, dal punto di vista quantitativo; • identificare gli elementi di unicità caratterizzanti l’area del Tuscolo, ed i relativi messaggi ed obiettivi di comunicazione ed educativi connessi, al fine di qualificare l’offerta destinata al pubblico, contribuire ad indirizzare la domanda e rafforzare l’attrattività del sito rispetto ad altre aree archeologiche della Regione; • individuare collegamenti concettuali e funzionali col resto del territorio della XI Comunità Montana e dell’area protetta dei Castelli Romani, in particolare nel settore dei beni storico-archeologici, ambientali ed architettonici, contribuendo alla costruzione di una visione ed una immagine organica e coerente dei valori del Tuscolo e del comprensorio in cui è inserito; • definire i criteri per l’organizzazione complessiva della fruizione del Parco del Tuscolo e le linee guida per lo sviluppo dei singoli mezzi (strutture, percorsi, mezzi di comunicazione ecc.) che concorrono alla sua definizione; • identificare eventuali specifiche necessità in relazione alle risorse umane necessarie coinvolte nella gestione del sito e delle attività in esso 79 svolte (assistenza, guide, sorveglianza, manutenzione, formazione ecc…). 80 Tuscolo, il sistema dell’informazione e dell’offerta e la frequentazione turistica: risultati dell’indagine preliminare La Comunità Montana proprietaria dell’area del Tuscolo svolge da diversi anni attività volte alla conoscenza ed alla promozione dei luoghi oggetto del presente Studio. Nonostante difficoltà di manutenzione, pulizia e gestione ordinaria, dovute soprattutto alla tipologia della frequentazione dei luoghi, numerose sono state le iniziative che hanno visto protagonista il Tuscolo, iniziative rivolte sia alle scolaresche, sia al più vasto pubblico (in particolare nei mesi estivi), tra queste, visite guidate, spettacoli teatrali e culturali, manifestazioni ecc.. Nei periodi di maggiore afflusso (week end primaverili-estivi, festività pasquali ecc.), inoltre, l’Ente gestore ha svolto con proprio personale, anche contestualmente ad altri eventi, azioni di sensibilizzazione, di pulizia straordinaria ed altre, finalizzate alla tutela dei luoghi e al miglioramento della qualità della loro frequentazione. In tutte queste occasioni, sono state anche sperimentate forme di controllo ed organizzazione dell’accoglienza e della viabilità, ad esempio la chiusura delle vie di accesso e la messa a disposizione di navette e di un punto informativo. Infine, fra le attività che meritano di essere ricordate vi sono le visite guidate condotte dall’Associazione Archeologica locale e dalla Scuola Spagnola responsabile delle attività di ricerca e scavo del sito. Accanto alle singole iniziative, in particolare quelle direttamente curate dall’Ente gestore, è fondamentale ricordare l’impegno da questo profuso per inserire l’area del Tuscolo, e le attrattive del territorio circostante, in un sistema di fruizione e visita più ampio ed organizzato (ispirato alla costruzione di un sistema turistico locale), che è rappresentato dal Sistema Museale Territoriale “Museum Grand Tour”, di cui la XI Comunità Montana è soggetto promotore e capofila, unitamente a Comuni ed altri Enti ed Organizzazioni. Questo sistema, che ha l’obiettivo di mettere in rete tutte le strutture museali ed i beni archeologico-ambientali ed architettonici più importanti del territorio dei Castelli Romani svolge specifiche iniziative culturali e di 81 promozione del sistema; a titolo esemplificativo si ricorda la più recente, il ciclo di conferenze “Incontri nella campagna romana”, dedicato agli avvenimenti e ai personaggi del Grand Tour che hanno segnato l’area della Campagna Romana e dei Castelli. Anche il presente Studio di Fattibilità, unitamente all’inserimento dell’area del Tuscolo come caso di studio nell’ambito di un progetto di livello comunitario (Progetto Interreg IIIC, CUT-Cultural and Tourism Nets) volto ad individuare standard di lavoro per la promozione di aree a forte caratterizzazione culturale e storica, sono importanti passi avanti verso una sempre maggiore valorizzazione e qualificazione di questo sito. In questa direzione si inserisce anche il progetto in corso di realizzazione da parte della Esquela… che prevede la collocazione di tabelle esplicative nell’area del foro ed una struttura di accoglienza/biglietteria in prossimità di questa. Un altro aspetto utile a comprendere l’attuale grado di organizzazione del territorio dal punto di vista turistico è dato dall’offerta di tour operators, agenzie turistiche ed altri soggetti che, nel caso del territorio tuscolano, propongono essenzialmente itinerari di visita incentrati sul sistema delle ville; in questo contesto si segnala, in particolare, il portale del promoter “Promozione Castelli Romani S.p.A.” che, oltre ad offrire pacchetti turistici nei Castelli Romani, organizza tour didattici per le scuole basati sulla conoscenza del Sistema Museale Territoriale. Le informazioni fornite dai siti dei singoli comuni tuscolani, dell’IRVIT, di associazioni e gruppi locali contribuiscono a completare il quadro sul tipo di iniziative e, soprattutto, sui contenuti della comunicazione riguardante il Tuscolo e l’area immediatamente circostante. A questo proposito, occorre anche menzionare l’esistenza del punto informativo di Frascati e di altri piccoli info point, incluso quello gestito direttamente dalla XI Comunità Montana presso il Tuscolo, nonché di un discreto numero di pubblicazioni, sia specialistiche sia divulgative, variamente disponibili al pubblico. 82 Per quanto riguarda, invece, l’entità dei flussi turistici interessanti l’area del Tuscolo e, in seconda battuta, le altre mete turistiche presenti nel territorio circostante, non esistono al momento studi specifici a riguardo. Punto di partenza di grande utilità è, comunque, rappresentato dalla tabella degli indicatori di valutazione del Parco Archeologico di Tuscolo sotto il profilo turistico-culturale (elaborata proprio nell’ambito del Progetto Interreg IIIC, CUT-Cultural and Tourism Nets), da cui emerge che il numero annuo medio di persone che usufruiscono dei programmi culturali promossi dalla Comunità Montana si aggira sulle 600 unità, valore che, anche sulla base dell’esperienza diretta del personale della Comunità Montana, consente di stimare di parecchie migliaia superiore il numero annuo dei visitatori annui del sito. Per quanto concerne, invece, la tipologia di turismo, sulla base di quanto appurato durante lo svolgimento del presente Studio, si può affermare con ragionevole certezza che, come accade in molte aree protette in cui il sistema della fruizione ed informazione è ancora in fase di sviluppo, si tratta principalmente di un turismo “di massa”: persone che molto spesso si trovano a frequentare l’area non tanto per il richiamo rappresentato dai valori in essa presenti, quanto per ragioni di tradizione, ovvero di richiamo costituito dalla semplice presenza di un’area verde e di spazi all’aperto. Questo tipo di turismo si concentra principalmente nei week end e negli altri giorni festivi, oltre che nella stagione primaverile ed estiva. Fanno eccezione a questa regola coloro che, abitando nei paesi intorno al Tuscolo, lo frequentano abitualmente anche al di fuori dei periodi classici, sia per motivi di affezione, che per ragioni di sport, di ricreazione od altro. Una prima indagine sperimentale condotta in collaborazione con l’Ente gestore, basata sulla distribuzione di un breve questionario in alcune giornate di particolare afflusso, ha mostrato come una buona parte dei visitatori (fino al 75% in alcuni periodi) sia rappresentata da persone che provengono da Roma, confermando come il Tuscolo sia ancora una meta tradizionale delle famose scampagnate “fuori porta” care ai cittadini romani. 83 Emerge anche che, nella maggior parte dei casi, si tratta di un turismo rappresentato da famiglie o gruppi di amici, con età compresa tra i 40 e 50 anni, che frequentano l’area attrezzata del Tuscolo per fare pic nic e rilassarsi in natura. Molto meno numerosi sono coloro che si dedicano a passeggiate, escursioni o attività sportive. Nonostante si tratti, complessivamente, di un turismo non specialistico, oltre che scarsamente “educato”, sia nei confronti del rispetto e della cura dei luoghi, sia dei valori archeologici presenti, circa la metà degli intervistati vedrebbe con favore la disponibilità di maggiori informazioni sulla storia ed archeologia del Tuscolo, mentre l’altra metà sarebbe particolarmente interessata a saperne di più sugli aspetti naturalistici. La maggior parte degli intervistati, infine, ritiene che per migliorare la fruizione del Tuscolo sarebbe necessaria una maggiore sorveglianza ed un maggior controllo del vandalismo e, più in generale, una maggiore informazione e pubblicità. Concludiamo sottolineando la necessità di approfondire questa prima indagine, anche con dati significativi sulle presenze e sulla tipologia di turismo interessanti le altre mete del Sistema Museale Territoriale, in particolare rispetto ad una sua possibile segmentazione in target diversi (turismo specialistico, turismo straniero ecc.). 84 “Tuscolo, il luogo primitivo dell’anima”, proposta di caratterizzazione ed interpretazione “Conosci il Tuscolo? No? Ascolta dunque. Le collinette sono cinte dal velo ondeggiante delle selve di olivi. Procedi attraverso campi simili a giardini, oltre boschetti dove solo manca il tempio di Diana per stringerti il cuore di sacra trepidazione… Rovine dappertutto. Dappertutto silenzio, pace, solitudine, bellezza. Più in alto, sul monte, la strada dei sepolcri, l’anfiteatro, la villa imperiale, il foro!... Cisterne, colonne, are, statue, capitelli. Rovine, rovine, rovine! In alto esultano le allodole, passano i falchi. In marzo il monte solitario fiorisce di viole… Tu conosci “l’incantesimo del fuoco” di Riccardo Wagner, ma ignori l’incantesimo delle ginestre tuscolane. Come potrei descrivere la poesia di quella fioritura? Sembra che il monte si sia spaccato ed abbia sgorgato onde di oro. Dappertutto scorrono e fluttuano rivoli di fiori; invadono le insenature, si snodano sulle rovine, riempiono ogni fossa e ogni balza, si stendono come lago. Tu cammini in mezzo alle onde di oro, soffici, quiete, olezzanti. Intorno a te tutto è splendore e tepore. Ti sembra che se il sole non fulgesse, fasci di luce si sprigionerebbero dal monte.” (Richard Voss, Villa Falconieri 1903) Secondo le più recenti tendenze, la maturità di un territorio nel promuovere ed indirizzare il proprio sviluppo si manifesta nella sua capacità di lavorare in rete ed attivare partnership a diversi livelli (istituzionale, economico, sociale) per raggiungere obiettivi condivisi di sostenibilità. Nel caso in oggetto, l’analisi appena riportata, per quanto non esaustiva, evidenzia come gli sforzi compiuti dalla XI Comunità Montana debbano essere visti come l’inizio di quel percorso verso la costruzione di una identità comune - ampiamente condivisa da tutti gli stakeholders (portatori di interessi) locali - su cui impostare il sistema di valorizzazione turistico culturale del territorio. Come si è visto, i flussi turistici “organizzati” tendono ancora ad interessare soprattutto mete tradizionali di visita, che rappresentano di per sé un forte richiamo (vedi il sistema delle ville tuscolane, i centri religiosi, i paesi), 85 indipendentemente da specifiche strategie locali di promozione e marketing, inoltre l’informazione complessivamente disponibile sui luoghi è abbastanza generica e generale, mentre le opportunità di approfondimento (attraverso manifestazioni culturali, attività, pubblicazioni dedicate, sentieristica attrezzata ecc.) non sono sempre facilmente accessibili al grande pubblico, o si rivolgono ad un pubblico “specializzato”, o ancora sono inesistenti; questo vale anche per il Tuscolo dove la presenza dei visitatori nella maggioranza dei casi è “spontanea”, oppure legata alla promozione di singole iniziative, e dove non esistono interventi localizzati di tipo didattico-interpretativo. Pacchetti turistici e programmi didattici appaiono, infine, costruiti sulla visita di una serie di centri di interesse, scelti più sulla base di esigenze logistiche e/o economiche, che in ragione del raggiungimento di particolari obiettivi educativi e di comunicazione. Tutto questo riflette, nell’insieme, la mancanza di un messaggio forte, unico ed originale che, nel sintetizzare l’“essenza” dei luoghi, possa costituire il punto di partenza per la progettazione di interventi mirati di informazione, comunicazione, interpretazione e didattica ambientale nonché di promozione e marketing del territorio. D’altra parte, occorre tener presente che il Sistema Museale Territoriale è ormai una realtà affermata e rappresenta una risposta concreta all’esigenza di organizzare in maniera coordinata ed integrata, sulla base delle valenze presenti, la fruizione del comprensorio vasto dei Castelli Romani; sia nella denominazione, sia nelle finalità, sia nei presupposti culturali per cui nasce, il Sistema fornisce, infatti, una importante cornice di riferimento in cui poter coerentemente inserire la proposta di valorizzazione del Parco Archeologico del Tuscolo. 86 Le finalità del Sistema Museale Territoriale “Museum Gran Tour” • Conservare, far conoscere e valorizzare il patrimonio culturale e la memoria delle comunità locali nell' era della globalizzazione; • organizzare in modo organico ed integrato l' offerta del nostro patrimonio culturale mediante l' istituzione di servizi culturali innovativi e la promozione di programmi di valorizzazione del patrimonio; • catalogare e valorizzare i beni culturali dell' area; • favorire l' artigianato artistico e i mestieri locali; • qualificare e formare i giovani nell' ambito dei servizi culturali. In particolare, la denominazione del Sistema, “Museum Gran Tour”, allude esplicitamente al ruolo avuto, dalla fine del XVI e per tutto il XVII e XVIII secolo, dalla città di Roma, dalla Campagna circostante e dall’area dei Colli, in quella che divenne nel tempo, da esperienza destinata ad una élite di pochi, una vera e propria moda, il Grand Tour3: il “Viaggio” che giovani intellettuali, figli di famiglie benestanti e patrizie, uomini di cultura, politici e, più tardi, esponenti anche di altri ceti sociali, provenienti dall’Europa continentale, compivano a necessario corollario della propria formazione. Un viaggio che poteva durare da diversi mesi a più anni, toccando i centri culturali ed artistici di varie nazioni (fra cui ad esempio la Francia) ma che aveva sempre come meta ultima l’Italia, da Venezia a Napoli, passando per la Città Eterna. La moda fu tale che proprio a questo periodo si fa risalire la nascita del concetto moderno di “viaggio organizzato”, legato al proliferare dei resoconti di viaggio, poi trasformati in vere e proprie guide, e alla nascita, appunto, della figura dell’organizzatore di viaggi. Nel corso del tempo il Grand Tour, da esperienza individuale e più o meno avventurosa, si trasforma in viaggio di gruppo; soprattutto, si trasformano le motivazioni che spingono al viaggio. I primi viaggiatori erano infatti alla ricerca del “mito dell' Italia”, un museo all' aperto dove la quantità delle opere d' arte, l’origine della cultura 3 Fu Richard Lassels, nel suo Italian Voyage, ad adottare per primo l' espressione Grand Tour nel 1670. 87 occidentale racchiusa negli innumerevoli siti archeologici, il clima mediterraneo, ma anche il teatro e la musica rappresentavano richiami fortissimi. Il viaggio si compiva, dunque, in nome della conoscenza e del sapere ma anche del divertimento e dell’evasione. Successivamente, in epoca romantica, mentre il Grand Tour si va diffondendo nella “massa” come puro mezzo di evasione, per artisti ed uomini di cultura assume, invece, sempre più le vesti di una ricerca individuale, spirituale e sentimentale, piuttosto che intellettuale. L’importanza del fenomeno del Grand Tour è testimoniata dall’abbondantissima produzione letteraria e figurativa che caratterizza questi secoli e che, al di là del loro valore artistico, offre una documentazione utilissima per la comprensione dell’evoluzione urbanistica di grandi città come Roma, come anche di quella del paesaggio toscano, laziale e di altre regioni, od ancora delle diverse condizioni politiche e sociali dell’epoca. Quanto sopra per ribadire come il Sistema Museale Territoriale abbia colto, a ragione, proprio nello scenario storico-culturale ed artistico dei secoli del Grand Tour la più significativa “vocazione” turistico culturale del territorio dei Castelli e della Campagna Romana e come, pertanto, qualunque intervento di comunicazione, didattica, promozione, organizzazione territoriale debba coerentemente inserirsi in tale scenario. Obiettivo di questo paragrafo è dunque presentare, tenendo presente di quanto finora esposto, la “visione” di quella che è ritenuta la caratteristica principale, identificativa, del Parco Archeologico del Tuscolo, sulla quale articolare quel messaggio unico ed unificante, ed i temi ad esso collegati, che dovrebbero essere alla base di ogni forma di interpretazione e comunicazione, concorrendo a rafforzarne l’immagine. Dallo studio del sito, effettuato sia per gli aspetti naturalistici, storici e culturali, sia per quelli di accessibilità e fruibilità dei beni presenti, è emerso che le risorse presenti, la loro localizzazione ed accessibilità, l’attuale stato della frequentazione, le potenzialità di sviluppo della stessa, la posizione del sito in un contesto territoriale di forte richiamo, rappresentano tutte valide ragioni a sostegno di interventi mirati di tutela e valorizzazione turistico88 culturale e didattica del Tuscolo; tuttavia, il sito soffre di una quasi totale assenza di forme di informazione, comunicazione, interpretazione e didattica, sia sul sito stesso (dove sono presenti solo poche tabelle prescrittive di norme e pericoli ed una dotazione minima in segnaletica, oltre ad alcuni percorsi) sia nel territorio circostante, sia sotto forma di altri mezzi (quali pubblicazioni ampiamente accessibili al largo pubblico, programmi di visite guidate ed altri). Questo aspetto, unitamente all’inevitabile “competizione” che il Tuscolo subisce da parte di altre località di interesse archeologico e naturalistico del comprensorio romano, sono i limiti che occorre superare per portare alla luce le attrattive “nascoste” dell’area, per presentarle, raccontarle e “svelarle” al pubblico, offrendogli un’esperienza di visita originale, gratificante e valida dal punto di vista ricreativo e didattico. E’ innegabile, infatti, come il Parco Archeologico del Tuscolo vada a porsi in rapporto e competizione con bacini culturali enormi, quali quello della Capitale e del suo immediato circondario, elemento che rende ancora più indispensabile la creazione di una immagine del sito forte e caratterizzata, capace di configurarlo come una mèta alternativa ma diversa per gli appassionati del settore e per tutti i visitatori attirati da Roma e dalle sue bellezze storiche. La scelta operata in questo settore è legata alle considerazioni sopra esposte e alle valutazione espresse in diversi punti della descrizione dei sito: l’area archeologica del Tuscolo, come tutto il comprensorio al quale appartiene, è parte di uno dei luoghi meglio conservati e più rappresentativi del paesaggio storico laziale, e quindi di uno dei paesaggi più conosciuti e ammirati di tutto il mondo. E’ purtroppo altrettanto evidente, e noto a tutti, come non solo il paesaggio dei Colli e del Vulcano Laziale, ma anche gran parte del paesaggio storico della Campagna Romana sia stato cancellato, distrutto e degradato nella ultima metà del secolo scorso, e come questa cancellazione silenziosa sia ancora in atto. Si tratta di una perdita di valori incalcolabile: un paesaggio fra i più belli del mondo viene pian piano ridotto a pochi brani residui, fra 89 l’incuria e l’indifferenza. Parte di questa indifferenza va attribuita proprio alla mancanza di conoscenza, alla perdita dell’identità storica da parte delle popolazioni, alla mancanza di azioni volte a sostenere e diffondere invece il valore di questi beni. Tuttavia, in alcune aree, spesso fortemente minacciate, molti dei suoi valori e della sua antica bellezza permangono, e moltissimi sono ancora i visitatori che giungono da tutte le nazioni per ripercorrere le strade e i luoghi cari ai grandi viaggiatori dei secoli scorsi, da Goethe, a Byron, Shelley ed a tanti altri, che ne hanno descritto le bellezze e lo hanno reso famoso (ad esempio, fra quanti descrissero il Tuscolo ed i Colli, basti pensare a Stendhal, George Sand, Andersen). E molti sono ancora i luoghi dove è ancora possibile percepire la suggestione che emana di questi paesaggi, e che spinse l’etnologo Fosco Maraini durante un viaggio nel cuore della Campagna Romana a definirla “un luogo primitivo dell’anima”. Con altrettanta efficacia Guido Piovene, nel 1957, duran un viaggio sui luoghi della romanità, ebbe e definire Tuscolo come “il luogo sacro dell’Italia latina” Molte altre, e forse anche più colorite, descrizioni di questi paesaggi è possibile rinvenire nella letteratura, e altrettante rappresentazioni nella pittura, ma forse questa definizione di “luogo primitivo dell’anima” è quella che evoca meglio di tutte lo spirito e il fascino del “paesaggio pastorale e dei ruderi” che, soprattutto per l’artista romantico dell’Ottocento, rappresentò lo specchio ideale della sua nuova sensibilità emergente, così come la definizione di “luogo sacro dell’Italia latina” contiene in sé l’idea del luogo ancestrale, dove è possibile ritrovare e penetrare le origini della nostra civiltà. Come scrive Emanuele Kanceff4: “Fin dalla fine del Settecento, con la caduta degli ideali illuministici … gli europei hanno cominciato a esaltarsi al sentimento; dimenticate le simmetrie delle forme, hanno preso a interessarsi a nuovi moduli, a 4 Docente di Cultura del viaggio comparata all’Università di Torino. È direttore del Centro interuniversitario di ricerche sul viaggio in Italia, che ha promosso e fondato 90 nuovi antichi gusti … A contatto con l’arte italiana è nata la critica d’arte moderna, in quei reiterati e inevitabili pellegrinaggi che conducevano gli stranieri alla scoperta dei nostri tesori artistici; nei confronti sempre più appassionati con il paesaggio mediterraneo è sbocciata la nuova percezione della natura, il senso del pittorico e la letteratura del pittoresco; al cospetto delle genti, delle tradizioni, delle figure italiane, si sono sviluppati l’interesse per la classe popolare, per il carattere e il genio nazionali. In Italia, dunque, sono lievitati preferenzialmente, e cronologicamente prima che altrove, gli stimoli e gli impulsi che hanno portato all’esplosione della stagione romantica nella cultura europea. E c’è stato un tempo – qualche decennio – in cui l’Italia è stata il sinonimo di terra dell’ispirazione. Già negli anni Ottanta del Settecento se n’erano avuti i primi sintomi, quando Giovanni Filippo Möller (nome sotto il quale si celava Wolfgang Goethe) si era messo misteriosamente in viaggio dalla Germania, senza dire nulla a nessuno, in preda all’idea fissa di vedere l’Italia.” Dal punto di vista delle arti figurative, già nel Seicento pittori di paesaggio “classici”, come Poussin, Lorrain, Gelée, avevano colto atmosfere e luci della Campagna Romana, tuttavia è con il razionalismo illuminista, che teorizza il paesaggio come precisa trascrizione dell’osservazione naturale, che essa diviene oggetto dell’interesse degli artisti e protagonista indiscussa del “vedutismo”. Ma la Campagna Romana non suscita solo l’interesse dei pittori, infatti a lanciarne la “moda” per primo è uno scrittore, Renée de Chateaubriand che, nella sua famosissima e romantica Lettera sulla Campagna romana del 1804, descrive il fascino ineguagliabile di questo territorio. E’ nello scenario della Campagna Romana, segnata dal susseguirsi di ampie distese desolate e paludi, popolata da buoi, cavalli e greggi, punteggiata di rovine, chiusa all’orizzonte dal profilo dei colli, dove si annidano fra boschi rigogliosi paesi antichi e medievali, laghi e forre, che nasce la “pittura di paesaggio”. Un paesaggio, fonte inestinguibile di emozioni e suggestioni che, secondo alcuni Autori, avrebbe dato origine, tra le fine del Settecento e l’Ottocento, ad una vera e propria scuola di pittura en plein air, la “Scuola dei Castelli Romani”. 91 Ci facciamo aiutare dalle parole di Eduard Schuré per dare un’idea del fascino suscitato da questo paesaggio. (Sopra: M. I. Di Borbone, Fontanile a Grottaferrata con sullo sfondo l' Abbazia di S. Nilo. Accanto: G.B. Bassi) “Vi sono dei luoghi predestinati che sembrano edificati dalla natura per rappresentare, agli occhi dell’umanità, certe idee fondamentali e la cui magia deriva loro non solo dalle tradizioni storiche, dalle leggende e dai ricordi che li hanno impregnati del loro penetrante profumo, ma si direbbero santuari scolpiti dagli dèi che vi si venerano, per servir loro di abitazione. Luoghi meravigliosi, monumenti di tutte le età, ruine celebri si accumulano nei dintorni di Roma… L’anima vi si smarrisce per l’abbondanza dei ricordi e per la grandiosa armonia della natura e dell’arte. In quel luogo solitario, prediletto del sogno, si respira una sontuosa malinconia che rattrista e consola ad un tempo e che domina un grande mistero.” In questo quadro, l’area del Tuscolo appare come uno di quei luoghi magici rappresentati in tante immagini e pagine da pittori, scrittori, poeti e viaggiatori5 conosciuti in tutto il mondo per la loro bellezza e suggestione: ricca di ruderi che evocano antiche storie, costellata di giganti arborei, di rovine immerse in una natura rigogliosa, di antichi percorsi bordati da colossi a capitozza, proiettata sullo sfondo del paesaggio dei colli e della campagna, immersa in una dimensione “atemporale”, può a buon diritto ambire ad un posto di rilievo nella conservazione di quel grande paesaggio storico e, nella sua iconografia attuale, non meno dell’Appia Antica o di Villa Adriana, conquistare un ruolo preminente fra le mète privilegiate degli attuali emuli dei viaggiatori del “Gran Tour”, contribuendo alla rivisitazione e rivalutazione dei valori del residuo paesaggio storico e quindi alla sua conoscenza e conservazione. 5 D’altronde il ‘viaggio in Italia’ rappresenta statisticamente più del 60% di tutti i viaggi mai raccontati. 92 Secondo il Prof. Lando Bortolotti, autore di uno dei più importanti studi sulla Campagna Romana (“Roma fuori le mura”, 1988), “…I frammenti residui principali del paesaggio storico descritto da letterati, poeti e scrittori sono quelli nei quali è visibile la stratificazione storica: edifici dell’antichità classica, torri medievali, casali dell’epoca moderna, e magari testimonianze dell’era contemporanea… La comprensione di tracce di varie epoche sarà la regola…”. Che questo sia proprio il caso del Tuscolo è ampiamente documentato anche nello studio condotto sul patrimonio archeologico e monumentale della XI Comunità Montana (a cura di L. Quilici, S. Quilici Gigli e P. Petraroia) che ripercorre l’evoluzione del territorio tuscolano dagli albori della civiltà laziale all’età moderna, attraverso le testimonianze del patrimonio archeologico e storico-artistico presente. Su tutte queste considerazioni è fondato gran parte del progetto di valorizzazione e sviluppo proposto: un progetto che mira appunto a costruire e diffondere una immagine di Tuscolo quale residua e preziosa testimonianza di quel paesaggio, e a ricreare nei visitatori la suggestione e la forza evocativa delle immagini della pittura e della letteratura del ‘700 e dell’800. In luoghi come questo è nato il concetto stesso di paesaggio culturale come noi oggi siamo abituati a concepirlo; le immagini pittoriche che lo rappresentano hanno costruito l’immagine che nel mondo si è affermata della campagna romana e dei suoi ruderi, e sono ancora oggi luoghi come questi la molla che spinge milioni di visitatori a raggiungere la capitale e a ricercarli. A questo bacino di visitatori, potenzialmente vastissimo, deve essere indirizzato un messaggio forte e fortemente evocativo, capace di attrarli nel Parco del Tuscolo come ad un pellegrinaggio, per rivivere le emozioni dei viaggiatori del Gran Tour e ripercorrerne le strade, in un luogo dove quella magìa è ancora viva e percepibile, dove il silenzio e i suoni della natura aiutano a riprendere contatto con sé stessi e con l’ambiente, dove la sensazione tangibile di essere “fuori dal tempo” avvicina alla condizione spirituale di coloro che scoprirono e visitarono per primi questi luoghi. 93 Tuscolo, dunque, il “luogo sacro dell’Italia latina” celebrato da Guido Piovene, non solo come area archeologica, ma come ultimo “luogo primitivo dell’anima”, dove le rovine dell’antichità si fondono con il fascino del paesaggio, della natura, dei grandi panorami romantici, della pittura, della poesia e della letteratura che qui trovarono ispirazione. 94 Il messaggio ed i principali obiettivi e temi di interpretazione, comunicazione e didattica Sulla base di quanto finora esposto, dello studio della attuale fruizione dei luoghi, delle loro peculiarità identificative e del loro valore storico artistico e paesaggistico, si ritiene che il titolo “Tuscolo, il luogo primitivo dell’anima” racchiuda pienamente il senso del messaggio principale che, attraverso i diversi mezzi previsti, dovrà essere comunicato al pubblico: “Nel Parco di Tuscolo le rovine dell’antichità si fondono ancora con la natura e l’ambiente circostante conservando inalterati il fascino e le caratteristiche uniche del paesaggio storico laziale, reso famoso dal sentimento e dalle opere di viaggiatori, artisti e letterati dei secoli scorsi”. Il Parco del Tuscolo è uno degli ultimi luoghi dove le rovine dell’antichità, fuse con l’ambiente naturale circostante, consentono di percepire il fascino e le caratteristiche del paesaggio storico laziale, reso famoso dal sentimento e dalle opere di viaggiatori, artisti e letterati dei secoli scorsi. Il Parco del Tuscolo è uno degli ultimi luoghi dove è ancora possibile percepire il fascino e le caratteristiche del paesaggio storico laziale, reso famoso dal sentimento e dalle opere di viaggiatori, artisti e letterati dei secoli scorsi. Mentre il messaggio sopra descritto dovrà guidare le scelta degli altri temi e contenuti da trattare, e la progettazione dei singoli mezzi in cui presentarli, laddove opportuno, ovvero sulla base della tipologia dei mezzi di comunicazione previsti (sito web, depliant turistico, programma annuale di attività ecc.) il titolo sopra indicato potrà essere accompagnato da un sottotitolo: “Tuscolo, il luogo primitivo dell’anima”: un viaggio nel grande paesaggio storico dell’Italia Latina e nell’animo degli artisti, poeti e letterati che lo hanno reso famoso. 95 Principali obiettivi didattici e di interpretazione • Favorire l’immersione dei visitatori in un ambiente fortemente caratterizzato dal connubio inscindibile tra natura, arte e storia. • Far rivivere nei visitatori la meraviglia e la suggestione provata per questi luoghi dai viaggiatori e dagli artisti che furono protagonisti del Grand Tour. • Far comprendere che il paesaggio osservato è la sintesi di un processo di trasformazione che l’originario paesaggio geologico e naturalistico ha subito nel corso dei secoli ad opera delle vicende umane. • Mettere il visitatore in grado di interpretare le più significative emergenze storiche ed archeologiche presenti sul sito in relazione alle diverse fasi della storia di Tuscolo. • Aiutare il visitatore a ripercorrere le tappe più importanti dell’evoluzione del paesaggio dei luoghi, sulla base delle diverse modalità insediative e di uso del territorio che vi si sono succedute nei secoli. • Mettere il visitatore in grado di riconoscere gli elementi del paesaggio di Tuscolo che sono immediatamente riferibili al “paesaggio storico laziale”, anche attraverso un percorso fisico e concettuale tra le opere di artisti, scrittori e poeti che lo hanno descritto e rappresentato. • Far scoprire al visitatore le più importanti emergenze naturalistiche presenti sul Tuscolo e fare in modo che sappia collegarle sia all’origine geologica e alle caratteristiche ecologiche dei luoghi sia all’azione dell’uomo. • Stimolare la consapevolezza del valore culturale e documentario di luoghi come il Tuscolo, ed un senso di maggiore rispetto verso i beni che vi sono protetti. • Favorire l’interesse per la visita di altri siti di valore storico artistico e naturalistico del comprensorio dei Castelli Romani e del 96 Parco Regionale, come completamento e/o approfondimento del percorso di conoscenza e scoperta intrapreso sul Tuscolo. Principali temi di interpretazione • La geologia e la natura del Tuscolo e, più in generale, dell’area dei Castelli Romani, hanno influenzato la tipologia degli insediamenti, delle vie di comunicazione, delle attività umane che vi si sono sviluppate ma, allo stesso tempo, le vicende umane hanno determinato nel tempo un’evoluzione di questo paesaggio. • Nell’evoluzione del paesaggio laziale, quello “pastorale e delle rovine”, che costituisce per antonomasia il paesaggio storico famoso in tutto il mondo, prende forma a partire dal 1300, rimanendo pressoché inalterato fino all’Ottocento. • Il paesaggio della Campagna Romana e dei Colli acquisisce un valore simbolico nella letteratura, pittura e nelle arti in genere, tra la fine del Settecento e l’Ottocento, con l’affermarsi della moda del Grand Tour e del sentimento romantico, che rivaluta la natura e pone il connubio inscindibile tra arte storia e natura al centro dell’interesse degli artisti. • Le caratteristiche ambientali e naturalistiche del Tuscolo traggono origine dall’esplosione del Vulcano Laziale e si ritrovano ampiamente rappresentate e conservate all’interno dell’area del Parco Regionale dei Castelli Romani. • La storia di Tuscolo è stata da sempre intimamente legata con quella di Roma, sia in epoca latina, sia in epoca romana e medievale, sia nei secoli successivi: in un’alternanza di rapporti di ostilità, alleanza, tensione politico-militare, queste vicende hanno determinato il succedersi del tipo e della localizzazione dei “segni” lasciati dall’uomo sul territorio. • Dopo la distruzione totale di Tuscolo nel 1191 si è persa completamente traccia di questo insediamento: le ricerche archeologiche stanno dimostrando, invece, come questo sito abbia 97 giocato un ruolo preminente nella storia del Lazio sia antico sia moderno. • Alcuni aspetti che caratterizzano i colli tuscolani sono rimasti costanti nel tempo: la salubrità del clima, la fertilità e la ricchezza in acqua, la felice posizione. Questi aspetti sono ancora oggi alla base del sistema insediativo e produttivo locale, come lo sono stati in passato, ad esempio in epoca romana e imperiale (con lo sviluppo di una cittadina fiorente e del sistema delle ville) e, successivamente, con lo sviluppo dei centri storici medievali e delle ville rinascimentali e barocche. 98 Modello e criteri per l’organizzazione della fruizione del Parco di Tuscolo Una volta fissati i criteri e la filosofia di valorizzazione, appare utile definire anche il modello di fruizione del sito, e dei beni presenti, al fine di conciliare le esigenze di salvaguardia dei beni stessi e permetterne al contempo la fruizione, anche per evitare di compromettere future azioni di scavo o ricerca dei beni ancora non portati alla luce o comunque non ancora fruibili. Prioritarie in questa ottica appaiono oltre che le esigenze di conservazione del patrimonio storico, anche quelle di sicurezza dei visitatori. A questo scopo, sono state individuate e perimetrate le aree già ora suscettibili di fruizione organizzata, quelle invece da sottoporre ad interventi per la loro messa in sicurezza, quelle da preservare e destinare a future campagne di scavo e ricerca, e quelle destinate alla creazione di attrezzature di accoglienza, servizio e interpretazione. Allo stesso modo, sono stati individuati i criteri di accesso all’area, e l’organizzazione dei percorsi interni. In proposito, si ricorda che il modello proposto è impostato su un’organizzazione “per livelli funzionali” della fruizione, a partire dalle zone esterne al sito verso quelle più interne: le prime deputate all’accoglienza, indirizzo ed organizzazione veicolare dei visitatori (attraverso la previsione di idonea segnaletica, strutture di supporto quali parcheggi, punti informativi e di raccolta ecc.), le successive funzionali ad una presentazione per approfondimenti successivi dei valori e delle emergenze del sito, attraverso la previsione di specifici mezzi di interpretazione e didattica. Gli stessi, inoltre, debbono essere progettati in modo da mettere in connessione il Tuscolo con il più ampio comprensorio e, in particolare, con il Sistema Museale Territoriale in cui è inserito, sia attraverso i temi e i contenuti affrontati, sia attraverso specifici “richiami” ai più importanti elementi del Sistema. Tutti gli interventi previsti mirano a fornire un immagine fortemente caratterizzata del sito e, sulla base di quanto finora esposto, questa azione di caratterizzazione si ritiene debba essere estesa a tutto il comparto interessato 99 dal Parco e, quindi, all’interno del perimetro dello stesso, oltre che alla zona sommitale di maggior richiamo, anche alle vaste aree agricole, in parte utilizzate ed in parte incolte, e alle aree boscate che vi sono incluse. Sono pertanto riportate al termine del presente capitolo anche alcune proposte di intervento destinate a ricreare e a rafforzare, sin dall’inizio dell’ingresso nel Parco, l’immagine che si vuole comunicare di Tuscolo e la suggestione di un ritorno al passato. Viabilità e accessi Il sito risulta accessibile attraverso due tracciati, uno dei quali si diparte dalla strada Provinciale nei pressi di Grottaferrata, ed uno dalla strada Provinciale nei pressi di Frascati. La proposta prevede la chiusura al traffico ordinario di entrambi i tracciati, e la realizzazione di parcheggi di testata al termine del tratto a libera percorrenza. L’accesso al sito dovrà pertanto essere garantito da un servizio di busnavetta. In questi parcheggi dovrà essere allestito un sistema di pagamento del ticket di ingresso,che consentirà il parcheggio, il trasporto con navetta fino all’area sommitale, l’accesso all’area archeologica. Dopo un periodo di sperimentazione, e dopo l’avvio di una gestione controllata e di un adeguato servizio di sorveglianza dei beni, potrà eventualmente essere prevista la chiusura dei tracciati nei soli periodi di maggiore afflusso. La soluzione proposta si ritiene idonea sia ad evitare eccessivi affollamenti e possibili abusi o danneggiamenti, sia ad attivare un servizio la cui gestione potrà comunque produrre un reddito integrativo. E’ prevista infine l’eliminazione dell’attuale parcheggio, e lo spostamento del chiosco in precario oggi presente, che verrà trasferito nell’area di sosta e picnic attuale, alla confluenza dei due tracciati di accesso. 100 Segnaletica La segnaletica rappresenta la prima importante opportunità di comunicazione di cui il Parco dispone per comunicare con il pubblico. Segnali stradali, informativi e sentieristici chiari, inoltre, sono un modo efficace per rispondere alla necessità dei visitatori di sentirsi sicuri nell’area che stanno visitando; la sicurezza, infatti, viene generalmente messa ai primi posti nelle aspettative del pubblico e studi condotti in questo campo anche in Italia lo confermano. I segnali devono essere progettati esplicitamente allo scopo di soddisfare le esigenze di gestione e i bisogni dei visitatori. Tutti i segnali posti sul territorio, dalle tabelle che indicano l’ingresso del Parco, ai singoli pannelli didattico-interpretativi, devono avere uno scopo preciso e possibilmente devono comunicare ciascuno un singolo messaggio. La tipologia e il posizionamento della segnaletica deve tenere conto delle necessità di gestione dei flussi turistici, delle disposizioni della normativa vigente in Italia in materia di lavori pubblici e, più in particolare, del nuovo Codice della Strada e del suo regolamento sui segnali. Dovrà pertanto essere oggetto di uno specifico intervento progettuale la previsione e la realizzazione del sistema della segnaletica del Parco Archeologico di Tuscolo. Sulla base delle esperienze maturate a livello internazionale nelle aree protette nonché della normativa nazionale che prevede solo segnali di prescrizione e segnali di indicazione, in queste due categorie dovranno essere inserite le principali categorie di “segnali” essenziali per la migliore e più efficace fruizione del territorio del Parco: • una segnaletica di “avviso”, che informi che si sta per entrare, o che si è all’interno di un territorio soggetto a particolari norme di gestione, di tutela e che quindi richiede particolari comportamenti da parte del pubblico (da apporre lungo le vie di accesso, nei parcheggi previsti ecc.); • una segnaletica di “indirizzo” che informi delle direzioni da prendere per raggiungere particolari strutture legate alla 101 gestione e alla fruizione del Parco, e che contenga, se necessario, indicazioni sulle distanze da percorrere e sulle modalità di accesso alle strutture stesse (es. centri visita, musei o simili); • una segnaletica di “informazione e fruizione”, che informi in modo generale sull’assetto del territorio e sull’esistenza di centri, di strutture di interesse turistico in senso lato, siano esse create e gestite dal Parco, siano esse gestite da altri soggetti; • una segnaletica di “interpretazione” che fornisca informazioni e messaggi di carattere educativo ed interpretativo specifici e propri dell’area protetta. Il progetto operativo dovrà seguire questa impostazione e specificare anche tutte le caratteristiche della tabellazione e dei singoli segnali per quanto riguarda le forme, i colori e le dimensioni, la simbologia da adottare per la comunicazione dei messaggi e l’intero graphic standard di riferimento. Fra gli elementi da considerare dovranno inoltre esservi: il “logo” del Parco, eventualmente associato a quello del sistema (locale-regionale) di parchi archeologici e aree protette (laddove esistente); la immediata “riconoscibilità” del segnale in uso; un’impostazione grafica tale da garantire la facile comprensibilità del messaggio comunicato, sia esso una prescrizione, sia esso una indicazione; l’uniformità degli stili, dei colori, delle dimensioni, delle forme, con particolare riguardo ad una immagine coordinata della tabellazione. Percorsi interni All’interno del sito, si ritiene opportuno prevedere una rete di sentieri segnalati e protetti, con la doppia funzione di permettere una visita esauriente e guidata ai beni presenti, e di contribuire alla salvaguardia degli stessi, evitando l’accesso alle aree più sensibili come anche a quelle prive dei necessari requisiti di sicurezza. I percorsi potranno essere realizzati con la semplice messa in opera di paletti in castagno di modesta altezza, collegati da cavi o funi, su entrambi i lati del tracciato. 102 Pur demandando ad una fase di progettazione di dettaglio esecutiva la loro organizzazione definitiva, si prevedono comunque due tracciati principali che, fermo restando il messaggio principale che si intende comunicare, saranno destinati a sviluppare temi ed obiettivi educativi ed interpretativi diversi: • il primo ha come obiettivo prioritario la visita del sito del foro e del teatro, che costituisce l’area più ricca di beni visibili e che richiede maggiore tutela, della quale si propone la recinzione e l’ingresso a pagamento. Lungo questo percorso saranno, in particolare, affrontati i temi legati alla storia e alla vita degli abitanti di Tuscolo in epoca romana ed imperiale e presentate le caratteristiche paesaggistiche del territorio in questo periodo; • il secondo, invece, ad ingresso libero, percorre l’area che va dall’anfiteatro alla cittadella medievale e, fermo restando eventuali varianti, consente di impostare su di esso diversi percorsi di scoperta ed interpretazione, sulla base della “chiave di lettura” prescelta. In particolare: - dovrà essere studiato l’allestimento di un percorso tematico dedicato alle qualità “pittoriche” del sito ed alla sua iconografia storica, ricostruendo sia attraverso la documentazione di viaggiatori e scrittori, sia attraverso le immagini dei vedutisti del Grand Tour, i panorami, gli scorci, gli elementi paesaggistici che ne hanno ispirato la produzione; - un percorso fornirà una visione più in generale delle valenze storiche del sito, approfondendo la conoscenza di Tuscolo medievale e l’evoluzione del paesaggio in questo periodo e successivamente; - a questi percorsi potrà essere affiancato un ultimo percorso a tema, dedicato agli aspetti più prettamente naturalistici del sito, che appaiono notevolissimi e tali da giustificare un intervento mirato. 103 Dunque, 4 percorsi di scoperta ed interpretazione che potranno venire incontro alle esigenze delle diverse tipologie di fruitori del Tuscolo, sia attuali, sia previsti: da quanti sono più interessati alla componente storicoarcheologica, ai naturalisti, agli appassionati di arte figurativa e fotografia, per finire con quanti richiedono di avere solo una visione completa ma più generale del territorio. Importante sottolineare che i 4 percorsi sopra descritti non si sviluppano necessariamente su altrettanti sentieri; al contrario, poiché si tratta di percorsi prima di tutto “concettuali”, ovvero legati allo sviluppo di un preciso tema, il tracciato potrà essere lo stesso variando invece il “mezzo” fornito al visitatore per presentarglielo. A questo proposito, si ritiene che, in una prima fase di avvio sperimentale del progetto, i mezzi che dovranno essere impiegati per raggiungere gli obiettivi didattico-interpretativi prefissati debbano essere rappresentati da un sistema di opuscoli tematici (anche raccolti in “cofanetto”), uno per ciascuno dei percorsi previsti. Questi dovranno essere progettati sulla base dei principi e delle tecniche della comunicazione ed interpretazione ambientale e presentare, con un linguaggio interessante, divulgativo ed accurato, i diversi messaggi legati al tema del percorso e alle emergenze presenti lungo di esso, indicando le diverse tappe (o “stazioni”) in cui il visitatore sarà invitato a fermarsi. In sede di progettazione esecutiva potranno eventualmente essere previsti alcuni pannelli interpretativi integrativi agli opuscoli (ad esempio in punti panoramici rilevanti o presso beni che richiedono una specifica comunicazione), in attesa di valutare, una volta instaurata una gestione e sorveglianza ordinaria dei luoghi e ridotti gli atti di vandalismo, l’opportunità o meno di allestire una pannellistica più completa. Per quanto riguarda i tracciati dei sentieri, questi dovranno essere per quanto possibile impostati su percorsi già esistenti (salvo indicazioni diverse volte a migliorare la gestione dei flussi, la manutenzione e/o la conservazione dei beni) o essere completati/integrati con tracciati nuovi, ad esempio individuabili a partire degli antichi tracciati medievali paralleli alle 104 curve di livello del terreno. Dovrà, inoltre, essere valutata la possibilità, almeno in alcuni casi, di “chiudere” ad anello i percorsi, anche individuando dei raccordi fra gli uni e gli altri o delle “alternative” nel caso dei tracciati più lunghi. Si ricorda, infine, che il tratto di percorso che dall’anfiteatro raggiunge l’Acropoli passando per la via dei Sepolcri costituisce uno dei luoghi di maggiore suggestione, sia per gli elementi naturalistici presenti, sia per la loro intima connessione con le emergenze archeologiche; pertanto questo tratto dovrebbe essere per quanto possibile incluso in tutti i percorsi al fine di evocare nel fruitore, sin dall’inizio del suo ingresso nel Parco, l’atmosfera e la suggestione legate alla visita di una antica città, immersa in uno scenario paesaggistico unico. Infine, per quanto riguarda la sentieristica più prettamente escursionistica, sarà cura dell’Ente gestore eventualmente aggiornare le pubblicazioni esistenti in proposito e garantire la pulizia ed accessibilità degli stessi. Questi ultimi, in particolare, possono mettere in collegamento l’area del Tuscolo con altri beni storici, religiosi, culturali del comprensorio e dunque acquisire un particolare valore proprio per la creazione di una “rete” fra le diverse emergenze culturali e storiche del territorio. In seconda battuta, si potrà prevedere la loro fruizione, oltre che da parte di escursionisti a piedi, anche da parte di specifici target come cavalieri e mountain bikers, eventualmente controllata e/o limitata ad alcuni giorni o periodi. Aree di sosta attrezzate con finalità didattico interpretative e ricreative Sono previste tre aree di sosta, ciascuna con una sua specifica caratteristica e diverse attrezzature, come di seguito descritto. • La prima area, situata alla confluenza dei due tracciati di accesso, e già parzialmente allestita con tavoli e panche, sarà potenziata per ospitare anche un punto di ristoro, e strutture informative ed interpretative che illustrino le possibilità di visita offerte, i percorsi e i beni presenti, come anche le numerose attrazioni e beni storici e 105 culturali presenti nel territorio circostante e connesse con il Parco Archeologico. Quest’area, sebbene di limitata estensione dovrà, in altri termini, fungere da centro visita punto di accoglienza del pubblico: la biglietteria per la visita dell’area del Foro sarà collocata in questo punto e dovrà ospitare personale preparato a fornire tutte le informazioni richieste, oltre che i depliant e le altre pubblicazioni necessarie all’approfondimento della visita, i progammi delle visite guidate ecc.. Una piccola mostra all’aperto, in particolare, dovrà illustrare il messaggio principale su cui si articola l’interpretazione dei luoghi, l’essenza e l’identità del Tuscolo, rimandando ai diversi approfondimenti che potranno essere fatti lungo i percorsi previsti. Se possibile, una porzione dell’area dovrà essere riservata alla creazione di un piccolo “anfiteatro” con panche e sedili da utilizzare per attività didattiche particolari, o di animazione, o piccole manifestazioni legate alla conoscenza e valorizzazione dei luoghi. • la seconda verrà realizzata nello spazio adiacente l’area di sosta già esistente, sempre alla confluenza delle due strade di penetrazione, e sarà destinata ad ospitare sia la struttura cosiddetta “Biglietteria” già progettata, che ospiterà i servizi di informazione e prima assistenza al pubblico, sia una piccola sezione espositiva destinata ad orientare la visita. • la terza sarà realizzata invece sul pianoro sommitale, nella parte opposta al sito del teatro, più depressa ma vicina al ciglio del pianoro e affacciata sulla valle, e sarà destinata ad illustrare i valori paesaggistici del luogo, grazie anche alla straordinaria posizione panoramica del pianoro stesso, dal quale è possibile osservare una magnifica e vasta veduta della campagna romana e dei colli Tuscolani, e godere un colpo d’occhio unico sul sistema del vulcano laziale, interpretandone appieno tutta la poderosa struttura e leggendo con chiarezza la conformazione del cratere. 106 Altri interventi di completamento Al fine di assicurare la più efficace comunicazione del messaggio legato all’identità del Tuscolo, oltre ai mezzi di comunicazione ed interpretazione sopra descritti, sono previsti altri interventi riguardanti le aree aperte intorno al sito archeologico, di proprietà della Comunità Montana o ad essa concesse in comodato, che potranno in parte essere riconvertite all’agricoltura: l’obiettivo è di contribuire a ricreare l’immagine composita e ricca del paesaggio agrario storico, ad esempio attraverso la messa a dimora di vigneti, oliveti e altre colture tradizionali. I vigneti saranno impiantati e tenuti secondo i canoni tradizionali con vitigni tipici dell’epoca tardo romana e medievale, così come potranno essere impiantati oliveti con esemplari già sviluppati, fra i quali sarà opportuno collocare anche esemplari arborei monumentali. Parte dei terreni potranno anche essere adibiti a pascolo con un piccolo gregge di capre o bovini, sempre al fine di ricreare l’immagine storica e di contribuire a trasmettere la sensazione di entrare all’interno di quello che era il territorio di pertinenza dell’antica città di Tuscolo, con le sue mura, le rovine, gli orti e le coltivazioni annesse. Per meglio rappresentare l’estensione e l’organizzazione dell’antico insediamento, potranno inoltre essere ricostruite piccole porzioni della cinta muraria, e eventualmente anche alcune cellule abitative dell’antico borgo medievale, o il modello di un’abitazione romana con i suoi giardini nelle quali potranno essere ospitate attività di servizio o altre. Il progetto di dettaglio dovrà indicare quali simbologie, strutture o allestimenti possano essere utilizzati per delimitare e rendere evidente la struttura della città antica. Tutto insomma dovrà concorrere a trasmettere l’immagine e la suggestione di una città antica, in bilico fra il quadro romantico ottocentesco, e la città ancora viva con i suoi orti, frutteti e pascoli. 107 Materiali editoriali e altre pubblicazioni di informazione, comunicazione ed interpretazione In una prima fase di avvio e messa a sistema delle diverse azioni previste per la valorizzazione del Tuscolo, si ritiene che gli sforzi progettuali inerenti la realizzazione di materiali editoriali relativi al Parco debbano seguire i seguenti criteri: • effettuare un censimento e studio accurato di tutto il materiale attualmente esistente in proposito (fra testi specialistici, materiali informativi ed altri) sia per quanto riguarda i contenuti, che i linguaggi impiegati, come anche per gli aspetti di comunicazione inerenti la grafica e il design nonché il target di riferimento. In quest’ottica andrà anche valutato il materiale esistente riguardante la valorizzazione di beni e centri di attrazione presenti nel territorio circostante il Tuscolo; • identificare le necessità attuali, definendo esattamente quanto necessario sia a scopi informativi e pubblicitari (depliant, locandine, manifesti ecc.) - per fornire l’informazione di base sui valori e le modalità di fruizione del Tuscolo e sulle sue connessioni col territorio circostante - sia a scopi didattico-interpretativi. A questo proposito, uno dei primi interventi redazionali dovrà riguardare la produzione degli opuscoli-guida ai 4 percorsi di interpretazione previsti, cui potrebbe essere aggiunta una guida più completa dell’area, che possa costituire un’ulteriore strumento di divulgazione ed approfondimento delle valenze del sito. Infine, se ritenuto opportuno rispetto all’entità del bacino di visita costituito dalle scolaresche, potrà essere prevista l’ideazione di materiale educativo ed interpretativo specifico per tale utenza; • la progettazione dei testi e della grafica delle pubblicazioni dovrà essere impostata coerentemente, sia rispetto all’immagine che del Tuscolo si vuole fornire, sia rispetto allo standard grafico previsto; • infine, sulla base di una valutazione dell’efficacia comunicativa, dei target raggiunti, del gradimento dimostrato nei riguardi dei materiali 108 prodotti nella prima fase di lavoro, potrà essere prevista la realizzazione di una vera e propria collana editoriale, che affronti in maniera ancora più dettagliata, con approfondimenti di carattere scientifico, archeologico, culturale, i diversi aspetti della storia, natura, ambiente e paesaggio del Tuscolo. Il programma delle attività di visita ed interpretazione Un programma annuale e/o stagionale di visite guidate ed altre attività di interpretazione (quali rappresentazioni teatrali, attività didattiche, concorsi, altri eventi e manifestazioni ecc.) dovrà costituire il punto di forza della strategia di comunicazione e valorizzazione culturale del Parco Archeologico. Le attività inserite in programma dovranno completare il panorama delle proposte di interpretazione offerte ai visitatori e rappresentare il valore aggiunto della visita, attraverso la possibilità di interagire con personale altamente qualificato e preparato (vedi paragrafo “risorse umane”). La visita ad un sentiero, accompagnati da un’interprete ambientale, è, infatti, la forma migliore per apprezzare e comprendere pienamente le valenze di un territorio. Intervengono, infatti, aspetti umani e professionali che non possono essere completamente sostituiti da alcun altro mezzo, per quanto sofisticato. Si potrà in questo modo avere una comunicazione ancora più diretta ed immediata con i visitatori, aiutandoli ad entrare in contatto e a comprendere le storie, le forme, le ragioni che si nascondo dietro l’apparenza dei luoghi e che ne hanno determinato l’unicità e la suggestione. Il personale incaricato di queste attività, inoltre, potrà rappresentare un ulteriore “asso nella manica” del Parco per trasmettere messaggi educativi e di comportamento rispetto al corretto uso dell’area. Il programma di visite guidate, almeno nei primi anni, dovrà essere ideato allo scopo di sviluppare ed affrontare i principali messaggi e temi di interpretazione e comunicazione individuati che, nel loro insieme, devono contribuire a consolidare nel pubblico l’immagine identificativa del Parco del Tuscolo. 109 L’uso di costumi, e di altri accorgimenti, come ad esempio la possibilità di effettuare parte dei percorsi in carretto, o la distribuzione di gadget appositamente ideati ecc., dovranno servire a favorire l’immersione del visitatore nell’atmosfera che del Tuscolo si vuole ricreare. Si sottolinea l’opportunità che il programma di attività venga messo in rete con le iniziative annualmente promosse dalla Regione Lazio e dall’ARPAgenzia dei Parchi, in particolare GIORNIVERDI e GENS, sia per inserirlo all’interno di un programma ormai consolidato e che coinvolge un grande numero di partecipanti, sia per fruire di un costante mezzo ufficiale di divulgazione del programma, unitamente agli altri mezzi che verranno individuati. Infine, una volta che le attività e la fruizione più in generale, saranno entrate a regime, l’Ente dovrà valutare, anche sulla base delle risorse umane disponibili e della loro preparazione (in alternativa avvalendosi di collaborazioni di soggetti esterni qualificati), la possibilità di sviluppare, in rete con Istituti scolastici ed altri soggetti del territorio, specifici programmi di educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile. Una fruizione per tutti Particolare attenzione dovrà essere data alla filosofia basata su un approccio della fruizione “per tutti”, secondo le più recenti indicazioni elaborate in ambito nazionale ed internazionale (classificazione ICF, Dichiarazione di Norcia 2003, Universal Design Principles) per il diritto ad un’accessibilità ampliata a tutti delle risorse ambientali e dei parchi. Considerati i limiti “fisici” oggettivi che il Tuscolo presenta, dovrà essere comunque valutata la possibilità di rendere accessibile almeno una porzione dei percorsi previsti a mezzi quali carrozzelle o altri mezzi elettrici o, tramite altri accorgimenti particolari, come percorsi segnalati da corde, a non vedenti, ipovedenti od altri . Dovrà, invece, essere garantita l’accessibilità a tutti dei parcheggi e del centro di accoglienza previsto alla confluenza delle vie di accesso. 110 Infine, il criterio della massima accessibilità dovrà riguardare, soprattutto, la disponibilità di informazioni sul sito, sulle sue caratteristiche fisiche e sul suo grado di fruibilità, nonché sulle sue valenze, prevedendo ad esempio audiocassette per la visita autonoma da parte di ipo o non vedenti, o ancora attività di didattica ed interpretazione che includano accorgimenti ed adattamenti per specifiche disabilità. Strumenti di verifica Un buon piano volto alla valorizzazione, organizzazione, gestione ed interpretazione dovrebbe sempre prevedere degli strumenti di verifica degli obiettivi prefissati, che dovranno servire, in una seconda fase di lavoro, ad apportare eventuali correttivi e ad adeguare ancora di più, rispetto alle esigenze di conservazione del sito e a quelle del pubblico, gli interventi e mezzi strutturali ed infrastrutturali previsti. L’attività di verifica si può effettuare attraverso diversi mezzi, o con una loro combinazione, scegliendo tra quelli che rispondono alle esigenze del Parco in termini economici e di facilità di attuazione, proposizione ed elaborazione. La verifica può prevedere il monitoraggio degli utenti, la richiesta di un’espressione di un giudizio di merito, oppure la richiesta di compiere un azione specifica. Di seguito si propongono alcuni mezzi utili. Monitoraggio degli utenti • Contare i depliant e le altre pubblicazioni vendute/distribuite; • contare in alcune giornate di bassa e di alta stagione il numero di visitatori sui sentieri e le auto nei parcheggi; • contare il numero di partecipanti alle visite guidate ed ad altre attività; • contare quante persone hanno partecipato alla visita guidata su indicazione di qualcuno che vi aveva già preso parte. 111 Valutazione di merito • Prevedere nel materiale informativo od interpretativo distribuito una scheda staccabile, contenente poche domande, da rispedire al Parco, o consegnare al centro di accoglienza o da inserire in una apposita cassettina; • effettuare interviste su un campione casuale di visitatori all’uscita dei sentieri, in diverse stagioni; • mettere una cassetta all’uscita dei sentieri o nei parcheggi o nell’area di sosta principale per suggerimenti e commenti; • predisporre un registro di gradimento delle attività del Parco da lasciare a disposizione in una o più strutture di accoglienza presenti sul territorio; • prevedere un breve questionario di gradimento alla fine delle visite guidate che può essere consegnata all’operatore e che può anche essere rispedito. Far fare • Chiedere di fare dei giochi di verifica la cui soluzione vada rispedita, o consegnata al Parco, presso il centro visita o al personale, che, eventualmente, preveda un piccolo premio ( una spilla, un adesivo ecc.) per chi riporta la soluzione: ad esempio un cruciverba o un indovinello la cui risultante è una parola chiave che sintetizza/spiega il messaggio principale comunicato lungo il percorso; • attività di verifica debbono essere progettate anche all’interno di visite guidate o altre attività svolte dal personale del Parco. Altri elementi di verifica potranno essere ad esempio identificati nel fatto che uno stesso utente percorra più di un sentiero, acquisti testi di approfondimento e così via. Ulteriori indicazioni Al momento dell’attivazione dei vari strumenti di accoglienza e fruizione è necessario che siano previsti i costi per la loro manutenzione e/o per la 112 sostituzione della pannellistica e di eventuali altri sussidi che verranno collocati nelle aree di sosta e lungo i percorsi. Al momento della prima stampa dei depliant (o ad esempio della produzione della cassetta audio ecc.) sarebbe bene operare in economia, ridurre i costi iniziali e produrre un quantitativo limitato di materiale, in modo da poterne verificare la funzionalità e la rispondenza agli obiettivi prefissati, prima di passare alla stampa della versione definitiva. La gestione delle visite guidate e delle altre attività che comportano la comunicazione col pubblico (punto informativo, distribuzione di guida e opuscoli, eventuale monitoraggio e così via) dovrà essere affidata a personale con conoscenze e capacità professionali adatte. Le risorse umane e le necessità formativ La elaborazione di un piano di sviluppo e valorizzazione turistico culturale di un territorio implica necessariamente, a corredo di tutti gli interventi infrastrutturali, strutturali e di comunicazione connessi, la previsione delle risorse umane che dovranno essere occupate nella gestione dei diversi comparti, dalla manutenzione e pulizia ordinaria del sito, alla gestione delle aree di accoglienza e servizio, alla progettazione e realizzazione delle attività informative, di comunicazione ed interpretazione, fino allo sviluppo delle pubblicazione e degli altri materiali, sia turistico informativi sia, soprattutto, interpretativi e didattici, che concorrono alla conoscenza, comunicazione e valorizzazione del sito. Tale personale potrà essere sia interno sia esterno alla struttura deputata alla gestione, la XI Comunità Montana nel caso specifico, ma comunque accuratamente formato per i diversi compiti previsti. La formazione del personale, soprattutto quando si parla di competenze specifiche quali quelle inerenti la teoria e le tecniche della comunicazione, l’interpretazione e la didattica ambientale, diventa l’elemento di snodo per il successo di qualunque pianificazione in tal senso. 113 Inoltre, nel caso ci si avvalga di personale esterno, deve comunque essere individuata all’interno dell’Ente competente un nucleo/ufficio (costituito di una o più persone) responsabile del coordinamento, verifica ed implementazione delle attività svolte dal personale esterno. Per quanto riguarda, in particolare, la possibilità di disporre di professionalità idonee alla realizzazione delle visite guidate e delle altre attività di interpretazione, comunicazione ed animazione turistico- naturalistica e culturale in programma, il Parco Archeologico potrà avvalersi, come punto di partenza, dell’esperienza maturata in molte aree protette nazionali ma anche a livello regionale, sia nei parchi del Lazio che in altre Regioni. Si fa, in particolare, riferimento alla formazione di “Interpreti ambientali”, una figura professionale presente sin dalla fine dell' Ottocento nei parchi d' America, dove ha avuto origine l' omonima disciplina, e che si è successivamente diffusa nei Paesi anglosassoni e più di recente in Europa. In Italia, tale figura ha fatto il suo ingresso nell' ultimo ventennio, ad opera di alcuni soggetti che si occupano di divulgazione ambientale, comunicazione e formazione, fra cui, tra i primi, l' Istituto Pangea-Onlus. All' Istituto Pangea si deve, in particolare, l' aver ideato, promosso e svolto per la maggior parte dei parchi nazionali del Paese un percorso formativo innovativo, volto al rilascio -ai sensi dell' art. 14, comma 5, della Legge Quadro n° 394/91- del titolo di "Guida ufficiale sull' introduzione ed dei esclusiva", principi e un delle percorso tecniche impostato proprio dell' Interpretazione Ambientale. Più di recente, è stata riconosciuta dalla Regione Sardegna, per la prima volta in Italia, la qualifica di "Operatore dell' educazione ambientale e interprete naturalistico, storico e culturale" a 70 giovani diplomati, dopo una formazione iniziale di 600 ore messa a punto sempre dall' Istituto. Oltre a queste esperienze, si ricordano, come accennato sopra, quella dell’ARPAgenzia Regionale del Lazio, che ha realizzato diverse attività di qualificazione per i propri guardiaparco, ma anche i vari seminari e corsi svolti da altri soggetti per l’aggiornamento sulle tematiche dell’interpretazione di guide, educatori ed altre figure assimilabili. 114 Le strade che l’Ente potrà percorrere sono principalmente due e si basano su valutazioni sia di ordine finanziario sia inerenti l’attuale organizzazione locale dal punto di vista delle attività di visite guidate ed educative in genere, eventualmente realizzate da associazioni, cooperative od altri enti ed organizzazioni del territorio. Qualora, infatti, dovesse esistere a livello locale un numero congruo di persone che, a diverso titolo, gestiscono iniziative per la visita e la valorizzazione del patrimonio storico naturalistico dei luoghi, potrà essere valutata la possibilità di selezionarne un gruppo di queste, da qualificare ed aggiornare ulteriormente per le necessità del Parco Archeologico (riducendo così i costi complessivi e contribuendo a valorizzare risorse umane già operanti sul territorio); in alternativa si dovrebbe pensare a progettare un corso di formazione di lunga durata (400-600 ore) partendo dalla selezione di giovani diplomati da formare ex novo. Una volta scelta la strada ed effettuata un’analisi dei fabbisogni formativi, potrà essere progettato o un percorso formativo vero e proprio, o un corso di aggiornamento di guide naturalistiche ed altre figure assimilabili già formate, che dovrà vertere sui temi del turismo sostenibile, della conservazione dei beni storico artistici e dell’interpretazione ambientale. Al termine del corso, l’Ente dovrebbe valutare le modalità di collaborazione col personale formato, ad esempio tramite convenzione od altro strumento legale. Come accaduto in altri contesti, il corso potrebbe avere come risultato concreto la elaborazione, in sede di formazione, del primo programma di attività educative, di animazione ed interpretazione del Tuscolo. In ogni caso, l’Ente potrà ricercare sinergie ed intese sia a livello locale e provinciale sia regionale, tramite gli Enti ed Uffici competenti in materia di formazione e lavoro. Doti e qualità dell' Interprete Ambientale L' Interprete di un Parco, sia esso appartenente al personale dell' Ente gestore od un operatore privato, non solo possiede una approfondita conoscenza 115 delle caratteristiche ambientali del territorio, ma conosce e condivide anche i motivi e le strategie, anche internazionali, che sono alla base della creazione dell’area protetta in cui opera; è consapevole del ruolo che la propria attività può avere nella realizzazione della "mission" dell’Ente di riferimento ed il suo lavoro è sempre in qualche misura integrato con le politiche gestionali ed educative che esso sviluppa. Poiché l' Interprete Ambientale costituisce un' interfaccia privilegiata tra i visitatori e il Parco, egli conosce l' importanza e le regole della comunicazione, che sa applicare nel proprio lavoro, ed è in grado di progettare e svolgere efficacemente attività turistico-naturalistiche e didattiche di vario genere (visite guidate per diversi target, sessioni al chiuso ecc.) sulla base delle metodologie dell' interpretazione. La sua particolare preparazione professionale si accompagna a doti quali la forte motivazione, la creatività, l' entusiasmo, che gli consentono di rinnovare continuamente il proprio lavoro ed adattarlo di volta in volta alle esigenze del pubblico. Altre specifiche necessità formative potranno, secondariamente, interessare il restante personale della Comunità Montana: potranno, ad esempio, essere realizzati brevi seminari informativi utili a diffondere gli obiettivi e criteri di impostazione del modello di fruizione del Tuscolo.Gli stessi potranno essere aperti al personale del Sistema Museale Territoriali o ad altre realtà collegate. Il Parco Archeologico di Tuscolo come “nodo” della rete costituita dal Sistema Museale Territoriale e dalle Ville Tuscolane Il progetto di valorizzazione del Tuscolo non può prescindere dal contesto territoriale in cui è inserito: da una parte, infatti, esso presenta già forme di organizzazione e valorizzazione culturale dei beni presenti, dall’altra la reciproca interazione dei sistemi presenti e in corso di realizzazione possono indurre indubbi benefici dal punto di vista della conservazione e dello sviluppo turistico del comprensorio dei monti Tuscolani e dei Castelli Romani. 116 Come già detto in precedenza, per favorire l’interazione e il collegamento dei diversi beni e valori del territorio, dovranno essere previsti, ad esempio presso il centro di accoglienza del Tuscolo e tramite i mezzi di comunicazione più idonei, specifici richiami al patrimonio storico monumentale e culturale del territorio dei Castelli. In particolare, si dovrà cercare di invitare il pubblico a visitare tali beni, non tanto citandoli e fornendone una semplice lista, bensì, una volta individuati gli elementi caratteristici di ciascuno, utilizzando come approccio quello dell’approfondimento di particolari argomenti in qualche modo collegati con quelli presentati durante la visita del Tuscolo. Lo scopo, cioè dovrà essere quello di offrire al pubblico ulteriori percorsi di conoscenza e scoperta che dal Tuscolo raggiungano il resto del territorio. A titolo del tutto esemplificativo, alcuni degli approfondimenti potranno riguardare: la storia romana dei luoghi, illustrando gli altri siti e i musei dove ammirare reperti di questo periodo, fra cui il Museo Tuscolano; l’epoca medievale ed il ruolo svolto dalle abbazie e dagli altri centri religiosi (Abbazia e museo di San Nilo in particolare); il rifiorire delle Ville Tuscolane sopra l’antico sistema di ville romane ed il periodo storico artistico che le caratterizza; la storia geologica del Vulcano Laziale (si pensi al Museo di Geofisica); gli aspetti più strettamente riguardanti le modalità insediative di un territorio (in collegamento col Museo della Città di Grottaferrata, la visita dei paesi che si formarono all’epoca delle invasioni saracene, e l’interpretazione delle torri, delle rocche, dei casolari); i diversi aspetti che la natura “trasformata” dall’uomo può avere, dai paesaggi più naturali e selvaggi riprodotti nei dipinti della Campagna Romana e dei Castelli alla “natura costruita” dei giardini storici delle Ville Tuscolane; a questo proposito, in linea con il messaggio principale che riguarda il Parco di Tuscolo e per rafforzarne ulteriormente la forza, potrà essere valutata l’ipotesi di individuare un centro (come la struttura disponibile presso Villa Cammareri) deputata proprio ad approfondire, con 117 una mostra permanente ed altri mezzi, il fascino ed i valori del paesaggio locale; le caratteristiche enogastronomiche del territorio, ovvero come è evoluta la tradizione agricola ed alimentare dei luoghi, quali effetti ha avuto sul paesaggio, cosa ne rimane oggi e dove la si può ancora “assaggiare”. In fase progettuale esecutiva dovrà essere esplorata la possibilità di attivare collaborazioni ed intese con i diversi Musei, Enti ed organismi gestori del Sistema Museale, al fine di definire percorsi conoscitivi e di approfondimento comuni (anche attraverso specifici programmi di attività) e dotare, possibilmente, i diversi “nodi” del Sistema di altrettanti richiami all’area del Tuscolo (sotto forma di un semplice pannello, o di altro materiale informativo). Infine, è essenziale che il progetto di marketing territoriale dell’area preveda pacchetti “tematici” che tengano conto in primo luogo proprio di tali percorsi. Linee guida per la promozione e il marketing La promozione ed il marketing del Parco Archeologico del Tuscolo dovranno essere oggetto di uno specifico progetto strategico che, pur avendo come finalità ultima il posizionamento del “prodotto Tuscolo” su diversi mercati, tenga comunque conto delle necessità di tutela e conservazione del sito e degli obiettivi educativi più generali che il Parco deve perseguire ai fini di una fruizione sostenibile dei luoghi. Elementi progettuali fondamentali dovranno essere: la individuazione dettagliata degli obiettivi e dei risultati attesi dal progetto, nell’ottica di promuovere un turismo sostenibile e di qualità; la realizzazione di studi di settore preliminari indispensabili, tra cui in particolare: un’analisi dei flussi turistici attuali e potenziali (ad esempio un’indagine presso gli EPT, per i dati statistici ufficiali, e un’indagine specifica “a campione” in periodi e aree significative di Tuscolo e del suo comprensorio), 118 un’analisi del comparto della ricettività (tipologie di strutture, posti letto ecc.), un’analisi SWOT del sistema storico-ambientale di Tuscolo e del più ampio comprensorio dei Castelli Romani dal punto di vista della sua valorizzazione turistico culturale, uno studio dell’attuale sistema (se esistente), o dei vari soggetti e mezzi attuali di promozione e pubblicizzazione del territorio; la definizione dei diversi target di riferimento; la elaborazione di specifici pacchetti turistici, in cui sia incluso il Parco Archeologico del Tuscolo, anche in un’ottica di messa in rete dello stesso con il Sistema più ampio di beni e Musei del territorio; la definizione dei diversi canali e mezzi di diffusione dell’informazione e di comunicazione (inserti su riviste e giornali, spot radiofonici e televisivi, partecipazione a fiere e altre manifestazioni di settore, sito web, video ecc., materiali di supporto, quali gadget ed altri ecc.). Importante ribadire in questa sede che il Progetto di marketing e promozione dovrà elaborare tutti i messaggi pubblicitari ed informativi, nonché i contenuti dei possibili pacchetti, in un’ottica di coerenza e rafforzamento dell’immagine e dei contenuti che definiscono l’identità del Tuscolo e del suo territorio, così come identificati nel presente Studio. 119