Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
Dicembre 2010 - Gennaio 2011
le
a
t
Na
n
o
u Novembre: il mes
Natività di G. Giacomo Barbello
(conservata in Sacrestia)
B
Orario S. Messe
FESTIVI:
In Parrocchia :
Messa festiva della Vigilia (SABATO) ore 18,30
DOMENICA ore 8 - 10 - 11,15 - 18 Vespro e S. Messa
ore 16 (Battesimi)
nelle contrade:
ore 7,30 Suore Canossiane
ore 8,30 Frazioni
ore 9,00 Casa di Riposo
ore 9,30 Pontenove
ore 16,30 Santuario di Masciaga
La Parola del Parroco
3
Vita della Chiesa
Lettera del Vescovo
Il ruolo dei Padrini e delle Madrine
Alberto Marvelli
FERIALI
in Parrocchia
ore 8.30 - 18 Rosario e S. Messa
nelle contrade
ore 7.00 Suore Canossiane
ore 9,00 Santuario di Masciaga
ore16,30 Casa di Riposo
4-5
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11
Dalla nostra Parrocchia
CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione
Sabato ore 17 - 19 - I° Sabato del mese a Masciaga ore 16,00
Le celebrazioni dei Battesimi sono fissate solo la prima
domenica di ogni mese, alternativamente un mese alle
ore 11,15 e un mese alle ore 16.
Catechesi per adulti
Ogni Martedi ore 8.30: S. Messa e riflessione in parrocchia
Ogni Domenica ore 18: Vespro - Breve catechesi - S. Messa
Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio
IN AVVENTO E QUARESIMA: Centri di Ascolto nelle Contrade
Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F.
Indirizzi utili
PARROCCHIA - Don Franco Dagani Via XX Settembre, 21
cell.
ORATORIO - Don Vincenzo Arici Via Monte Grappa
cell.
SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina P.zza Santuario
cell.
ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA Via XX Settembre
ISTITUTO SUORE CANOSSIANE - Via Libertà, 50
COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA
SCUOLA DELL’ INFANZIA S. FAMIGLIA Via S. Martino, 2
SCUOLA STATALE - Via Mons. Bontacchio
SCUOLA DELL’ INFANZIA A. VOLPI Via Mons. Bontacchio
PARROCCHIA S. VITO - Via S. Vito
CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI - Via Sonvigo 22
PALAZZO MUNICIPALE - P.zza Vittorio Emanuele II
CARABINIERI - Via XX Settembre, 67
POLIZIA LOCALE - P.zza Vittorio Emanuele II
Sommario:
030 674112
339 6924826
030 674842
328 2866104
030 6870706
339 7483231
030 674041
030 674000
030 6871419
030 674025
030 674568
030 674375
030 674524
030 674213
030 6872711
030 674222
030 6872925
Conosci e segui la Vita della tua Parrocchia
Radio Parrocchiale: 94,00 Mhz
collegata con E.C.Z.
Sito Parrocchia Santo Stefano:
www.parrocchiadibedizzole.it
Indirizzo e-mail:
[email protected]
Redazione Bollettino Parrocchiale:
Contatta Don Franco - Via XX Settembre, 21
tel. 030 674112 - cell. 339 6924826
Un augurio sincero dai missionari
Perchè amo la mia chiesa
250° dalla Consacrazione della Chiesa
La commissione liturgica parrocchiale
Don Giovanni Miristice
Ci siamo ancora ...
Educazione alla fede
Scuola dell’Infanzia A. Volpi
I giovani si muovono
Macesina S. Tommaso Cantrina
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18 - 19
20
21
21 - 22
22
Vita in Oratorio
Non sapete che devo occuparmi ...
Gruppo Live Music
Il nostro sabato sera
Agenda Oratorio
Palinsesto Radio
Meeting Nazionale ACR
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14 - 15
16
16
17
Cultura nella nostra comunità
Adolfo e Nicola Venturoli
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Vita della Comunità
GROB
Polisportiva Bedizzolese
Casa di riposo
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24
24
Anagrafe Parrocchiale
La generosità
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27
Editore e Redattore: Don. Franco Dagani
Direttore Responsabile: Don. Adriano Bianchi
In redazione:
Don Franco Dagani
Don Roberto Soncina
Don Vincenzo Arici
Raffaella Berardi
Giovanni De Marco
Carlo Bresciani
Vittorio Boniotti
Realizzazione: TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole
La Parola del Parroco
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.3
Il Natale
che mi auguro
Bambino malato di AIDS in una “Culla Termica”
Carissimi,
Nei prossimi giorni ci augureremo tutti “Buon Natale”.
E’ una tradizione, è una consuetudine, è quasi un obbligo! Credenti o
no, praticanti o meno si fanno tutti
gli auguri, si mandano regali, si invitano a casa. Una delle più grandi
feste cristiane è diventata un’affare, un’occasione commerciale,
un’opportunità per fare delle
ferie. Nessuno, proprio nessuno
vuole perdere questa opportunità …
Così per oltre un mese siamo invasi
da messaggi, siamo bombardati da
offerte, siamo invitati a godercela …
NO! con questo Natale io non
voglio averne a che fare nulla!
Con un Natale che mi toglie Dio e
mi fa solo divertire, io non voglio
spartire nulla. Non mi interessa se
vado contro corrente, non mi importa se mi danno dell’anacronista,
non temo critiche e giudizi pesanti.
Il mio Natale è un altro. Il Natale
che mi auguro è soprattutto quello
religioso, quello che mi raccontano
gli evangelisti, quello che mi riporta alla Grotta di Betlemme.
Mi auguro un Natale religioso:
quello che è avvenuto oltre 2000
anni fa nella Grotta di Betlemme,
quello nel quale Dio si è incarnato,
è diventato uomo, è nato da Maria.
Quello che ha fatto accorrere i pastori, che ha fatto cantare gli angeli,
quello che ha portato Dio in mezzo
agli uomini.
E’ questo il Natale che voglio, che
mi serve, che mi aiuta, che mi dà
speranza, che illumina il cammino
dell’umanità, che dà ancora motivo
di vivere all’uomo.
Un altro Natale non mi interessa, è
una commedia, strumentalizzato solo per fare guadagni.
Mi auguro pure un Natale familiare! Quello vissuto in casa, tra parenti, familiari e amici, quello che
riporta pace e armonia, quello che
fa incontrare le persone e ricordare
gli eventi di famiglia.
Mi auguro un Natale passato tra
quattro mura, con calma, con tranquillità, senza fretta. Un Natale che
metta al centro la famiglia, i genitori, i figli, i parenti, le cose di casa,
i ricordi di una volta, gli affetti più
cari.
Anche se molti lo desiderano, non
mi auguro un Natale sui campi da
sci, in albergo, sulla strada, in paesi
lontani …
Sarò nostalgico … ma il mio Natale
lo voglio in casa, nel mio paese, tra
la mia gente….
Adorazione dei Magi di A. Celesti
E mi auguro un Natale semplice,
come semplice è stato il Natale
di Betlemme: una stalla, un po’ di
fieno, due animali, Maria Giuseppe,
e soprattutto il figlio di Dio.
E’ troppo rumoroso, fuori da ogni
logica, dispendioso, consumistico
… il Natale di oggi. Non lascia nulla, acceca per un momento, soddisfa per qualche ora e poi torna la
solitudine di prima. Io voglio un
Natale che va all’essenziale, che mi
mette con la mia povertà davanti a
Dio e mi fa cambiare da Lui!
Questo è il Natale che mi auguro
e che auguro ad ogni Bedizzolese, ad ogni giovane, ad ogni ammalato, a coloro che hanno il compito
di servire la Comunità, a chi sogna
un Natale diverso dal mio.
Buon Natale e Buon Anno nel
Signore.
don Franco
La Vita della Chiesa
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.4
Lettera del Vescovo
agli sposi e alle famiglie
per il Natale 2010
Carissimi sposi e famiglie tutte,
è una notte stellata a Betlemme
e fanno a gara col cielo le
tante luci lontane, quelle che
tratteggiano i maestosi contorni
di Gerusalemme, la città santa.
Voci di festa si confondono con
rumori di frenetici preparativi:
molta gente affolla le strade e
gli alberghi sono ormai colmi;
tra pellegrinaggi e doveri del
censimento si è fatto veramente
il pienone. È uno spettacolo
da non perdere, un momento
magico...
Bello, certo; ma è ancora niente,
se accostato al soave canto degli
angeli davanti alla grotta di
Betlemme e alla radiosa luce
che da lì si promana. È nato il
nostro salvatore, nella povertà e
nella semplicità; in un bambino
Dio ha preso casa per sempre
tra gli uomini. Il suo nome è
Gesù e i suoi genitori vengono
da Nazareth: Maria, la giovane
sposa di Giuseppe, il falegname
buono e giusto. Solo chi è capace
di vera meraviglia si accorge del
grande evento; così, i pastori
abituati a vivere ai margini della
società, ora, possono avvicinarsi
al centro dell’universo.
Il Principe della pace porta la
gloria di Dio a tutti quelli che
vorranno
accoglierla,
senza
violenza ma con amore, con
misericordia e perdono. Il canto
degli angeli diventa anticipo di
un grande, immenso progetto
di pace e di bene.
Carissimi sposi e famiglie,
con tutto il cuore di fratello
e di pastore vi voglio salutare
in questo santo Natale 2010,
invitandovi ad ascoltare l’angelico annuncio e a trasmetterlo
con gioia, sapienza e paziente
testimonianza.
“Gloria a Dio nel più alto dei
cieli e sulla terra pace agli
uomini, che egli ama” (Lc 2,14).
Questo lieto messaggio, che
porta la “bellezza sanante” di
Dio, il Vangelo, ci chiama a
lasciarci trasformare, prendendo
tutti insieme la “forma” di Gesù,
la sua alta misura di amore. È
una grande speranza: per tutti è
possibile diventare figli di Dio!
Però, non bastano l’atmosfera
natalizia, coi suoi festoni e le
sue melodie, come pure i buoni
propositi di rito; ci vogliono,
invece,
umiltà
nell’ascolto,
pazienza nella realizzazione e
tanto, tanto coraggio nel perseverare sulla strada tracciata
dal divino Maestro.
Insieme ai vescovi di tutte
le diocesi italiane abbiamo
accolto le vostre generose fatiche
e le molte domande, spesso
angoscianti, sul come educare
nella comunità cristiana alla vita
buona che il Vangelo propone,
sul come trasmettere e tradurre
l’amore di Dio per le giovani
generazioni. Ora, anche se è vero
che ogni credente è coinvolto
nell’opera educatrice del Padre,
in Gesù e con la forza dello
Spirito Santo, vorrei rivolgermi
direttamente a voi cari genitori,
alleati di tanti benemeriti
educatori e insegnanti.
L’urgenza educativa, spesso, vi
attanaglia e compromette la
serenità del clima familiare.
Addirittura, alcuni sposi tentennano nella generazione, viste le numerosissime difficoltà
nell’arte di educare.
Non scoraggiatevi: tutti siamo
discepoli del Signore Gesù, il
Maestro che liberamente ha
dato la vita per noi, legandoci
a sé nella vittoria contro ogni
forma di difficoltà e di male.
Alla fine, insieme alle giuste
competenze, educare si rivela
primariamente
come
una
questione di cuore appassionato
e di cura generosa, di relazioni
vere e di legami affidabili. Di tutto
questo, voi carissimi genitori
siete esperti insostituibili, dal
momento che tra il generare
e l’educare esiste un nesso
strettissimo. Si potrebbe dire,
a ragion veduta, che quei figli
che avete chiesto e ricevuto un
giorno in dono da Dio, sempre
poi li dovete accompagnare
in una generazione continua,
accettando la sfida del tempo che
vi chiede costante rinnovamento.
Nessuno più di voi può vivere
un intero cammino esistenziale
insieme, dove educatore ed
educando si intrecciano continuamente in intense esperienze umane e spirituali. Certo,
rimango cosciente che, senza
discernimento quotidiano e
tenace allenamento, non si può
dare per scontato l’esercizio del
proprio compito genitoriale.
Lo so che è difficile, ma molto
più è possibile! Genitori non
si nasce, ma lo si diventa ogni
giorno, rafforzando i legami
e camminando insieme nel
dilatare i confini dell’amore
casalingo (di sposi e familiari)
alla presenza discreta e potente
di Gesù.
Se la meta dell’opera educativa
La Vita della Chiesa
è la perfezione nell’amore e
la sua qualità è prettamente
spirituale, allora, siate testimoni
credibili della verità, della
bellezza e del bene. Questo vi
donerà notevole autorevolezza
e insieme vi chiederà senso di
responsabilità: come genitori
servite volentieri nella cura della
crescita dei vostri figli, verso
un’umanità piena e integrale,
aperta e capace di trascendente.
Voi che li amate e vivete per
loro, non potete rinunciare a
tradurre questo amore anche
nella passione educativa, dove
con umiltà e coraggio sempre vi
sarà chiesta anche una personale
conversione.
Sembra che i giovani di oggi
patiscano l’incertezza del vivere,
la mancanza di grandi ideali
e la perdita della vicinanza di
Dio. Ebbene, solo nelle relazioni
educative pagate con il dono
della vita e nella speranza
incrollabile del Signore Risorto si possono riempire
in sovrabbondanza i troppi
vuoti giovanili, confezionati
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.5
e sdoganati come desiderabili
dalla società odierna.
Non temete, non siete soli!
La
comunità
cristiana
e
tante Agenzie del mondo
dell’istruzione sono pronte a
reinventare con voi le necessarie
alleanze educative, pur riconoscendo la complessità e la
vastità di quest’impresa. Qui la
famiglia, pilastro portante della
comunità, deve davvero emergere
come crocevia e collante dei
tanti
interventi
educativi.
Attenzione, però, a non perdere
le coordinate dei percorsi e a
lasciarvi abbandonare a facili
derive: tenete sempre come
bussola la vostra identità di
genitori cristiani e il bene
integrale dei vostri figli, con
una vista lunga su tutta la vita
e senza mai abbassare la meta,
la santità.
Come ci ricorda il documento
CEI per il decennio appena
avviato: “Una vera relazione
educativa richiede l’armonia e
la reciproca fecondazione
tra sfera razionale e mondo
PULCHRA ECCLESIA
affettivo, intelligenza e sensibilità,
mente,
cuore
e
spirito” (n.13). In un contesto
culturale frammentato e isolato, seminiamo insieme di
nuovo nell’umanità il buon
seme di Cristo, capace di far
crescere una persona unitaria
e armonica, legata e sostenuta
da significative relazioni di
autentica solidarietà.
Il canto degli angeli la notte
santa affascinò la giovane coppia
di Nazareth e tutti i pastori
accorsi, facendo risuonare in
ciascuno le note interiori dei
motivi più belli del vivere e le
possenti melodie della sete di
felicità.
Unitamente a tutti i vostri
familiari, auguro in special
modo a voi cari genitori di
saper intonare questo canto
nelle tante briciole educative
che ogni giorno spargete con
vera generosità.
Il vostro Vescovo
+ Mons. Luciano Monari
Giovanni Mora
Dal 18 dicembre p.v., fino al 26, si terrà presso
la sala civica “Disciplina” una mostra di pittura
dedicata alla nostra bellissima Parrocchiale di
S. Stefano.
Si tratta di una testimonianza di affetto che
i pittori dell’Associazione “A. Celesti” hanno
Gerolamo Valenti
voluto riservare ad essa nel 250° anniversario della sua
costruzione.
La mostra è stata concordata, e condivisa, con il Parroco
Don Franco e con il patrocinio dell’Amministrazione
Comunale di Bedizzole che sentitamente ringraziamo.
Saranno in mostra una serie di dipinti aventi tutti come
soggetto una veduta della Parrocchiale nella personale
interpretazione dei vari pittori.
PULCHRA ECCLESIA sarà il titolo dell’esposizione e
la traduzione dal latino sta a significare la particolare
bellezza del soggetto, tema dei dipinti.
Giovanni Mora
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.6
Un augurio sincero
dai Missionari della Consolata
Buon Natale e Felice Anno Nuovo
da parte dei Missionari della Consolata di Bedizzole.
In questi ultimi mesi la nostra comunità è parzialmente cambiata e
si è ingrandita.
P. Piero Gaiero è stato destinato
come Superiore della nostra comunità di Rovereto (Trento).
A sostituire P. Gaiero è arrivato dalla Puglia P. Giuseppe (Pino) Galeone
che 15 anni fa proprio qui a Bedizzole aveva iniziato il suo cammino
di formazione per diventare Missionario della Consolata.
La nostra comunità, oltre ai PP. Mario Barbero, Giuseppe Garniga e Carlo Laguzzi, comprende ora anche P.
Mario Teodori, che dopo 28 anni in
Mozambico e 15 anni in Portogallo
è arrivato nuovamente a Bedizzole
ove era già stato negli anni 90, e P.
Guido Motter, trentino, arrivato tra
noi dopo quasi 60 anni di missione
in Kenya.
Infine vi è Joseph Mwaniki, seminarista missionario della Consolata
originario del Kenya, che ha terminato i suoi corsi teologici a Roma e
sarà tra noi per un anno di servizio
missionario.
Vi sono cambiamenti anche nella struttura della casa. I lavori di
rinnovamento e di messa a norma
sono terminati e la casa è ora in grado di accogliere gruppi missionari,
famiglie, parrocchie, coppie di fidanzati e sposi per incontri formativi di
vario genere.
Con l’aiuto di Dio e la collaborazione di tanti amici confidiamo di
poter essere, come individui e come
comunità, una presenza missionaria nella parrocchia e nella diocesi
affinchè “la buona notizia” della venuta del Figlio di Dio nel mondo
si diffonda e dia speranza a tante
persone.
A tutti l’augurio più fraterno di
Buone Feste.
Professione Religiosa di Joseph
Centri di Ascolto in Parrocchia
La Preghiera
Anche a noi, nella notte, tu, o Dio,
offri un segno, lo stesso donato ai
pastori che vegliavano.
C’è un bambino appena nato,
fragile come ogni neonato, venuto
alla luce in mezzo al trambusto
provocato dal censimento, tanto
che ha come culla una mangiatoia.
Si, è prorpio così che tu ci vieni
incontro nel tuo Figlio, Gesù, fatto
uomo per noi.
Vieni nella fragilità, no con la forza,
vieni nella povertà, non nella
ricchezza, vieni dentro una storia
che sembra scritta dai grandi,
mentre sei tu che guidi il destino
dell’umanità e lo fai con l’amore, la
tenerezza e la misericordia.
Anche a noi, nella notte, tu,
o Dio, offri un segno.
Sapremo accoglierlo e rallegrarci?
Sapremo riconoscere in quel
bambino bisognoso prorpio
di tutto, il salvatore,
il Cristo, il Signore?
I nostri occhi si apriranno finalmente per contemplare Colui
che ha preso la nostra carne per
rivelarci il tuo Volto,
per spezzare la sua vita per noi?
Il nostro cuore, ingombro
di troppe cose, sarà disposto a
liberarti di ogni zavorra per far
posto alla sua presenza che trasfigura? Le nostre mani, impegnate
spesso a distruggere, sapranno
costruire quel nuovo mondo che
egli è venuto ad inaugurare?
Sedesina Via S. Martino d. Battaglia Scuola Sacra Famiglia
Cantrina Via Cantrina 1 Fam. Averoldi Francesco
Padri Consolata Via XX Settembre Istituto Missionario
Masciaga Via F.lli Chiodi 17 Fam. Bianchi Francesco
S. Rocco Via Mazzini 37 Fam. Cavagnini Linda
Pontenove Via Gavardina 11e Fam. Bettinsoli Sandro
Monumento Via Mortirolo 6 Fam. Ponza Luigi
Monteroseo Via Monteroseo Chiesetta
Bolognina Via Bolognina Sotto 22 Fam. Barba Dario
Cogozzo Via Marzabotto 23 Fam. Bottarelli G. Paolo
Via Monte Baldo Fam. Boletti Mirko
Macesina Via Borghetto 12 Fam. Franceschini Vittoria
Via Larga Fam. Marchiori Paolo
S. Tommaso Via Salago Fam. Franceschini Edgarda
Via Libertà Centro Sociale
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.7
Perchè amo la mia Chiesa
Mi chiedono talvolta come faccio ad
amare ancora la Chiesa, dopo tutti i
guai che vengono a galla.
La risposta è semplice: amo la Chiesa
perchè mi ha dato e mi da Gesù.
Può essere bruttina, ma mi da il più
bello tra i figli dell’uomo.
Può essere invecchiata, ma è tuttora
feconda, dal momento che immette
nuovi popoli nel flusso della vita
nuova portata dal Figlio dell’uomo.
Può essere macchiata, ma in Lei brilla
sempre il limpidissimo splendore
della eterna luce trisolare.
Amo questa chiesa che ha tenuta
viva la memoria del Signore Gesù,
attraverso le vicende più intricate
della storia. Le tenebre più fitte non
hanno mai spento la luce che porta
in sè.
Preferisco attraversare il mare della
vita su questa barca fragile e fuori
moda perchè nelle sue vele spira il
Vento che conosce la rotta e il Porto,
piuttosto che affidarmi alle sofisticate
navi da crociera che vanno e vanno e
dove non sanno.
Amo il suo equipaggio di birbanti e di
santi, perchè questi riscattano quelli
e la loro compagnia mi rincuora e mi
conforta.
Amo la Chiesa perchè è la Sposa che
mi trasmette le parole e le Sposo che
mi coinvolgono a renderla sempre
più bella con una dedizione creativa,
umile e gioiosa.
Amo la Chiesa perchè ricorda le parole
del Signore, parole che distinguono il
bene dal male, che separano ciò che
costruisce da ciò che distrugge, ciò
che resta da ciò che passa.
Amo la Chiesa perchè mai nessuno
ha fatto per gli ultimi, i diseredati, i
sofferenti quanto hanno fatto i suoi
figli.
Amo la Chiesa, anche quando ci sono
cose che non mi piacciono, perchè in
Lei trovo il perdono delle cose che in
me non piacciano a Dio.
E quando la vedo arrancare ricordo i
suoi rapidi recuperi, quando la vedo
attaccata la ritrovo vigorosa, quando
la vedo umiliata sento profumo di
risurrezione.
E quando sembra che il mio amore
vacilli, guardo a Gesù che l’ha voluta
così, a partire dal gruppetto di gente
comune poco affidabile al quale l’ha
affidata, con l’assicurazione d’essere
con loro sino alla fine dei secoli.
Come non amare con stupore e
gratitudine questa Chiesa che mi
da Gesù, il Sorriso dell’universo e la
freschezza della mia vita?
Pier Giordano Cabra, Piamartino
Consiglio
Pastorale Parrocchiale
Venerdì 22 Ottobre, si è riunito il
Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Dopo la recita dei vespri iniziale,
ecco i punti affrontati durante la
serata:
Introduzione di Don Franco
riguardo alcune scelte concrete da
attuare nella nostra Parrocchia, alla
luce della lettera del Vescovo “Tutti
siano una cosa sola”.
Dopo il buffet, iniziano il lavori
di formazione delle commissioni.
Le commissioni saranno così
composte:
Lorenzo Pasini
Commissione “Missione - Caritas
- Assistenza Malati”
Responsabile è Don Franco
Membri: Madre Teresa Accini, Marco
Bertelli, Bruno Alberti, Maria Grazia
Cargnoni, Vincenzina Salvadori,
Marca Maria Vittoria, Padre Pino.
Linea programmatica: sensibilizzare
tutti alla generosità ed individuare
una persona che in ogni contrada
riferisca circa la situazione dei
malati o di situazioni famigliari
particolari.
Commissione “Catechesi Oratorio - Animazione”
Responsabile è Don Vincenzo
Membri: Bosetti Francesca, Botta
Roberta, Bussi Cristina, Valentina
Beltrami,
Francesco
Alberti,
Dario Barba, Guido Liloni. Linea
programmatica:
formazione
e
coinvolgimento degli animatori
nella vita dell’Oratorio, in particolare
rilanciare l’Oratorio come luogo
ospitale di servizi e di aggregazione
per i giovani.
Commissione “Liturgia - Famiglia”
Responsabile è Don Roberto
Membri: Baresi Marco, Capuzzi
Vittorio, Sorrentino Virginia, Botteri
Anna. Linea programmatica: vivere
la liturgia della famiglia nel segno
della corresponsabilità.
Il CPP cercherà di coinvolgere nuovi
membri per la realizzazione delle
commissioni. Ciascuna commissione
dovrà redigere un programma
da portare a termine che verrà
presentato al prossimo incontro,
verso i primi di Dicembre.
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.8
250° della Consacrazione di S. Stefano
di Giovanni De Marco
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Incontri con Mons. Canobbio e Mons. Orsatti
Fra le tante iniziative in programma
come celebrazioni, mostre, concerti,
nell’anno giubilare che ricorda il
250° di consacrazione della Chiesa
di Santo Stefano, la Parrocchia di
Bedizzole ha proposto momenti di
riflessione per approfondire il valore, il significato e l’identità di fare
Chiesa oggi. Venerdì 29 Ottobre, nel
salone dell’Oratorio, la comunità bedizzolese ha accolto Mons. Giacomo
Canobbio, docente di Teologia Dogmatica del Seminario Diocesano,
per l’incontro “Chiesa: sacramento
voluto da Cristo”. L’intervento della
serata di Mons. Canobbio parte da
una profonda riflessione: Gesù ha
voluto la Chiesa? Se sì, come possiamo comprendere pienamente questo sacramento voluto da Cristo?
«La gente pensa che la Chiesa sia il
Vaticano, ma non è così. Gesù non
aveva in mente l’organizzazione sovranazionale o il territorio che il
Vaticano possiede oggi: Gesù non
conosceva l’ambiente e il mondo
in cui noi viviamo perché viveva
in un ambiente geograficamente
delimitato. - esordisce Mons. Canobbio - La Chiesa è il movimento
dei discepoli di Gesù, che in ogni
momento di difficoltà si rivolgono
a Lui. La parola Chiesa non identifica solo l’edificio. Gesù raccoglie a
sé i discepoli, accentando con loro
un itinerario di conversione. Da qui
ne sceglierà dodici, nel segno della
continuità di quel nucleo di Chiesa
che si svilupperà poi gradualmente.
Chiesa è quindi assemblea, convocazione dei chiamati, degli “scelti”.
È questo gruppo che, in missione
e con il Vangelo, è in grado di raggiungere ogni angolo della terra.
Diventato germe, sarà autorità in
mancanza di Gesù». Chiesa, quindi, come sacramento di Cristo: «In
ogni gesto di delicatezza c’è amore,
amore che ha bisogno di rendersi
persona in forme concrete e visibili.
Gesù è raggiungibile con la Chiesa:
senza di essa Gesù, che è morto e
risorto, sarebbe scomparso dalla storia, e noi non potremmo più sapere
niente di Lui, né tantomeno entrare
in comunicazione con Lui. Ricordate: “Imparate da me che sono mite
e umile di cuore, e troverete ristoro
per le vostre anime”. La mitezza è
l’espressione più grande della forza.
L’annunciatore del Vangelo sa di
avere un tesoro da portare, ma non
si sconvolge sapendo che verrà deriso e sputato, perché sa che nessuno
potrà portaglielo via». Lunedì 22 Novembre, invece, ospite della serata è
stato Mons. Mauro Orsatti, docente
di Sacra Scrittura in Seminario. Ti-
“Adorate il Signore
nel suo Tempio Santo”
21 aprile 1760 - 21 aprile 2010
250° Anniversario dalla Consacrazione
della Chiesa Parrocchiale S. Stefano
tolo del secondo incontro: “Dio
ha posto la sua tenda in mezzo a
noi”. Un approccio biblico quello di Mons. Orsatti, più aderente
ai testi, diverso dall’approccio dogmatico di Mons. Canobbio.
«Nel prologo del Vangelo di Giovanni, si fa riferimento alla parola tenda. Il tempio, inteso come luogo sacro, è tempio in muratura o tempio
spirituale. Il tempio spirituale è il
nostro cuore, dimensione ideale per
entrare in comunione con la Trinità. Il culto è qualcosa di interiore
ed intimo: non è il luogo che conta
ma la dimensione. Dobbiamo intendere la visita al tempio in muratura come una “vitamina” per vivere
Dio nella dimensione quotidiana.
Noi siamo il tempio dello spirito: il
valore del tempio in muratura conserva il suo alone di bellezza nella
misura in cui cresce di pari passo
con il tempio del nostro cuore. Ricordate: nella misura in cui cresce
questa dimensione spiritualizzata,
noi saremo in grado di valorizzare
il tempio in muratura. Tempio in
muratura e tempio spirituale non
sono concorrenziali, ma felicemente uniti in un matrimonio che s’ha
da fare».
Il prossimo incontro sarà con
don Vezzoli “Chiesa: Comunità
che celebra i Sacramenti” il 12
gennaio 2011 in Oratorio.
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.9
La commissione liturgica parrocchiale
Nelle prime riunioni del consiglio
pastorale abbiamo ridato avvio alle
commissioni, tra cui quella liturgica. Alcune persone rappresentanti dello stesso consiglio pastorale
hanno coinvolto altre “esterne” per
iniziare con semplicità un lavoro
di comprensione della natura e dei
compiti, oltre che dell’organizzazione della commissione per la liturgia. La liturgia è la ripresentazione
dei misteri della salvezza operati
in Cristo, è memoria delle opere
di Dio nel suo Figlio, è anticipazione del suo ritorno, è glorificazione
dell’opera di Dio nell’oggi. La vita
liturgica rappresenta il cuore pulsante della vita di una comunità
parrocchiale, in modo particolare
nell’Eucarestia, nel giorno del Signore, giorno nel quale la comunità è radunata nel suo nome. Nel documento pastorale CEI “Eucarestia,
comunione comunità” del 1983 i
vescovi affermano: “la messa domenicale sia adeguatamente preparata,
coinvolgendo sempre meglio gruppi di fedeli durante la settimana,
per la riflessione sui testi liturgici,
particolarmente sulle letture della
Sacra Scrittura … ogni comunità
avrà modo di promuovere al suo interno la formazione di gruppi liturgici per la preparazione e l’animazione delle celebrazioni soprattutto
quelle domenicali e delle feste più
importanti”.
Il senso fondamentale di una
commissione liturgica ha come
riferimento quindi la S. Messa
domenicale, cuore della vita
comunitaria, luogo nel quale si
esprimono carismi, doni, ministeri
diversificati. Inoltre essa, attraverso
tutte le altre occasioni celebrative
o iniziative pastorali “anima”, cioè
cerca il modo migliore per renderle
significative, belle, evangelizzanti,
piacevoli, profonde, valorizzando i
segni propri della liturgia e i vari
ministeri. L’importanza di questo gruppo di lavoro quindi nasce
dall’esigenza di realizzare celebrazioni che esprimano il senso co-
munitario della liturgia; “le azioni
liturgiche non sono azioni private,
ma celebrazioni della Chiesa, che
è Sacramento dell’unità (…) perciò
tali azioni appartengono all’intero
corpo della Chiesa, lo manifestano
e lo implicano; ma i singoli membri vi sono interessati in modo diverso, secondo la diversità degli stati, degli uffici e della partecipazione
effettiva”.
Qual è dunque il compito concreto
di una commissione liturgica? Le
attività possono essere sintetizzate
attraverso cinque verbi: studiare,
osservare, riflettere, programmare,
verificare.
1.
Studiare: significa che per
animare la liturgia bisogna
conoscerla e vivere per prima cosa un percorso formativo. La liturgia è il mistero
attraverso segni, è sapienza
secolare della Chiesa che
ha fatto della preghiera la
regola della fede, per questo
bisogna entrare nel mistero
della sua bellezza e profondità.
2.
Osservare: per rendere il
proprio servizio alla comunità bisogna conoscerla,
ascoltandone i bisogni e le
esigenze, tenere conto in fin
dei conti delle assemblee
che si ha di fronte.
3.
Riflettere: ciò che emerge
dalla formazione e dall’osservazione della realtà per
essere tradotto in scelte operative va condiviso in fraternità, in un dialogo che non
si lasci condurre da scelte
personali, da smanie riformatrici o eccessi.
4.
Programmare: l’anno liturgico è la scansione annuale
del mistero della salvezza ed
è il punto di riferimento.
Da qui nascono le iniziative
di animazione liturgica, preparate per tempo per evitare
forse il male peggiore delle
nostre celebrazioni, vale a
dire l’improvvisazione.
5.
Verificare: significa “fare la
verità” su come sono state
realizzate le iniziative, se
sono state uno strumento
efficace, se sono state un
momento di evangelizzazione. Verificare è anche avere
il coraggio di mettere in discussione anche l’inefficacia
di una iniziativa e… ricominciare da capo, trovando
la strada giusta che arrivi al
cuore.
Don Roberto e la commissione
Benedizione dei Trattori
La Vita della Chiesa
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.10
Il RUOLO dei Padrini e Madrine
nel Battesimo e nella
Confermazione
La Vita della Chiesa
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.11
I Santi di oggi
Beato Alberto Marvelli
Alberto nasce a Ferrara il 21 marzo
1918 secondogenito di Alfredo, direttore della Banca Cattolica, e di
Maria Mayr, nobildonna ferrarese.
La famiglia Marvelli, composta da
sei figli, di cui uno muore in tenera età, vive in diverse città italiane
seguendo gli incarichi professionali
del padre Alfredo fino a una definitiva sistemazione a Rimini nel 1932.
In casa Marvelli si respira la semplicità e l’autenticità degli affetti e dei
valori cristiani; tutti sono coinvolti
nella vita di fede e nelle opere di carità verso i più bisognosi. Il periodo
storico vede il susseguirsi delle due
guerre mondiali e il difficile periodo della ricostruzione post-bellica.
Questo sarà il tempo in cui Alberto
darà la sua splendida, eroica testimonianza di vita cristiana. Alberto
ama la vita, la gioia del vivere nella semplicità e nella verità. È brillante nelle relazioni e negli studi.
Frequenta il ginnasio e il liceo; a
Rimini si inserisce nell’Oratorio salesiano diventandone in breve tempo uno dei principali animatori. A
15 anni comincia a scrivere il suo
diario spirituale: “Dio è grande, infinitamente grande, infinitamente
buono ... la preghiera è il più grande conforto ... con l’aiuto di Dio e di
Maria si può ... “.
A 16 anni si iscrive alla Conferenza
di San Vincenzo De Paoli, entra a
(1918 - 1946)
far parte dell’Azione Cattolica, impegno che sarà fondamentale e principale nel suo cammino umano e
spirituale.
Nel 1936 inizia gli studi universitari
a Bologna presso la facoltà di ingegneria meccanica e, parallelamente,
si iscrive alla FUCI (Federazione
universitari cattolici italiani) diventando uno dei più attivi membri
della stessa. Si laurea nel 1941; pochi mesi dopo è arruolato nell’esercito in guerra e viene inviato a Trieste. Anche durante il periodo delle
armi non cessa il suo apostolato tra
i commilitoni; riesce a coinvolgere
i compagni in diverse attività tra
cui la partecipazione alla S. Messa
domenicale celebrata in caserma:
sono, così, in molti i militari che
riscoprono la fede e la pratica religiosa. Terminato il periodo militare,
Alberto viene assunto alla FIAT di
Torino. Nel 1942 rientra a Rimini e
lì apre uno studio professionale con
il fratello Carlo ed insegna presso la
scuola tecnica industriale della città. Ma la guerra continua: Alberto
è richiamato alle armi nel 1943 e
inviato a Treviso. Nel 1942 muore in
Russia il fratello Lello: questo sarà
uno dei più grandi dolori di Alberto. Caduto il Fascismo e dopo l’8
settembre, anche Alberto da il suo
contributo alla liberazione collaborando per sollevare l’estrema miseria e il dolore causati dagli eventi di
quel periodo.
Rientra a Rimini, vive l’occupazione tedesca e il bombardamento
della città, si prodiga con tutte le
forze per gli sfollati e i bisognosi.
Terminata la guerra nel 1945, Alberto è nominato assessore a Rimini e
presidente per l’edilizia comunale
nella ricostruzione. Molti sperimentano la professionalità e l’umanità
di Alberto nello svolgere il suo delicatissimo incarico che coinvolge migliaia di sfollati e senza tetto nella
distrutta città di Rimini.
È sempre Alberto in prima fila per
ricomporre le associazioni cattoliche: prima di tutto l’amata Azione
Cattolica, le Acli, i Circoli, i Laureati Cattolici e le altre realtà ecclesiali
e sociali cittadine. Sempre nel 1945
si prospetta per Alberto un chiaro
impegno in politica tra le file della
Democrazia Cristiana. In questi anni
Alberto matura un successivo passo
nella sua vita spirituale: chiede di
essere accolto nella Società operaia,
una realtà ecclesiale che era nata in
seno all’Azione Cattolica per volontà di Luigi Gedda e chiedeva una
speciale adesione alla spiritualità
del Getsemani.
In questo momento nasce anche
un’altra esperienza. Sull’esempio di
Giorgio La Pira a Firenze, Alberto organizza a Rimini la Messa e la mensa
del povero. Ai poveri radunati per il
pranzo di Pasqua dice: “Noi laureati
non siamo quelli che donano; i veri
donatori siete voi che, con le sofferenze e gli stenti della vita, ci insegnate come si soffre e ci permettete
di manifestarvi il nostro amore”.
Nel 1946 è candidato alle elezioni
amministrative. Il 5 ottobre conclude tragicamente il suo cammino terreno: ad un incrocio in città, mentre
è in sella alla sua bicicletta, viene
investito da un camion militare.
L’esperienza di fede e di vita di Alberto Marvelli è divenuta luminosa
testimonianza del nostro tempo. Il
suo ricordo e la sua intercessione
sono sempre rimasti vivi.
Il 1° marzo 1968 è stata introdotta la causa di beatificazione la cui
cerimonia conclusiva, con la proclamazione di Alberto come beato,
ha avuto luogo nel 2004 a Loreto,
presieduta dal Santo Padre Giovanni Paolo II.
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.12
II° Anniversario della Morte
Don Giovanni Miristice
nel nostro cuore
Ringrazio il reverendo Arciprete Plebano di questa Comunità don Franco
che mi ha offerto l’opportunità di fare
memoria del mio condiscepolo don
Giovanni Miristice, vostro indimenticabile parroco e di pregare per i vostri
defunti. In occasione di questa Santa
Messa, celebrata nell’ottavario di preghiera per i nostri defunti, tradizione
radicata nella coscienza religiosa della Diocesi, siamo invitati a riflettere
sul senso del vivere e del morire.
L’uomo non è una creatura che appare per caso nella storia e che è destinato al nulla. “Se noi viviamo, viviamo
per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo,
sia che moriamo, siamo del Signore”,
dice S. Paolo nella Lettera ai Romani.
Dio ci ha posti in essere, con un atto
personale ed irripetibile del suo amore e, dopo la morte, ci accoglierà nella
vita in pienezza, dove ogni uomo troverà risposta esaustiva alle attese del
suo cuore. Ecco perchè non possiamo
non chiederci: “Dove sono andati i
nostri cari portati via dalla morte?”.
A questo interrogativo c’è la risposta
di Gesù: “Io sono la Resurrezione e la
Vita: chi crede in me, anche se morto,
vivrà”. Resi certi dalle sue parole, siamo confortati dalla convinzione che
i nostri defunti continuano ad essere
presenti, anche se in maniera diversa,
rispetto a quando vivevano accanto a
noi. Il rapporto con i nostri cari è reso
possibile attraverso la preghiera, nella
quale riconosciamo quanto fragili ed
impotenti siamo di fronte alle persone che amiamo e conosciamo; la preghiera è un atto di umiltà, la presa di
coscienza del venir meno dei nostri
sogni di onnipotenza, la confessione
della nostra povertà e dei limiti che
condizionano il cammino della nostra
vita. La preghiera diventa l’espressione di un cuore che si dilata agli spazi
del mondo intero, verso tutti: verso
i fratelli passati all’eternità e quelli
che soffrono per la perdita dei loro
cari. Ancora la preghiera testimonia
la fede, l’abbandono in Dio che è presente là dove noi non siamo in grado
di esserlo; esprime la convinzione di
fondo, la visione cristiana della vita:
ogni uomo, nonostante la sua presunta autosufficienza, non è abbandonato da Dio a se stesso, perchè Lui veglia
su di noi. Il salmo lo richiama: “Non
si addormenta e non prende sonno il
Custode del suo popolo”.
Rivolgersi a Dio vuol dire annunciare
la sconfitta della morte, proclamare
il trionfo della vita, come diremo tra
poco in uno dei momenti più solenni della Santa Messa: “Annunciamo la
tua morte, Signore; proclamiamo la
tua Resurrezione; in attesa della tua
venuta”.
In questa Santa Messa, momento più
alto dell’esperienza cristiana, vogliamo ricordare insieme a tutti i defunti
di questa parrocchia, don Giovanni
che per 40 anni ha presieduto l’Eucarestia, ha amministrato i Sacramenti
ed ha annunciato la Parola di Dio,
rendendo credibile con l’esempio della sua vita il messaggio evangelico.
Sono stati 40 anni di intensa vita pastorale, caratterizzata dall’impegno di
calare nella Comunità le indicazioni
del Concilio Vaticano II e di curare ed
abbellire la maestosa Basilica di Santo Stefano, una delle più belle chiese
della nostra diocesi. Don Giovanni
ebbe cura sempre delle numerose
chiese, punto di richiamo e di incontro delle varie Comunità decentrate
della parrocchia. Don Giovanni, il più
giovane della nostra numerosa classe,
si era distinto già come alunno del
Seminario diocesano durante i corsi
del Liceo e della Teologia, per la sua
inclinazione allo studio e la vivacità
dell’intelligenza che lo avevano porta-
to a dedicarsi all’approfondimento e
alla conoscenza dei Padri della Chiesa, in particolare dell’Opera Omnia di
S. Agostino.
Sono testimone di episodi ricorrenti: durante il tempo di ricreazione,
lo si poteva notare frequentemente
appartato, intento a leggere testi dei
Padri della Chiesa. Questa sua dote
gli consentì di acquisire una notevole
cultura nel campo della Patrologia e
di meritarsi la stima degli insegnanti
e dei superiori. Il suo comportamento
esemplare e l’amore alla ricerca e alla
cultura teologico-patristica, suggerirono ai superiori, dopo la consacrazione
sacerdotale del 14.06.1953, di affidargli l’incarico di insegnante prima e
di direttore spirituale del Seminario
minore. Giovanissimo, alla sola età di
trentasei anni, il vescovo Mons. Morstabilini gli affidava la cura pastorale
di questa parrocchia; aveva inizio così
una presenza destinata a durare quattro decenni, contraddistinti da una
attenzione e da una sollecitudine pastorale vissute nel dono della Parola
di Dio, sempre offerta ai suoi fedeli
con mente e cuore.
La sintesi di un percorso parrocchiale
quarantennale ebbe modo di esprimerla nella omelia di saluto e congedo. A conclusione del suo appassionato discorso, nella Messa che io
ebbi a concelebrare con lui, uscì in
questa espressione, con la voce velata dall’emozione: “Vi porto tutti nel
cuore, anzi a voi dono il mio cuore, il
segno più alto, rivelatore di quanto io
vi abbia amato”.
Queste parole, a distanza di due anni
dalla sua morte, tornano più che mai
nella memoria del cuore di tutti quelli che l’hanno conosciuto, apprezzato
e amato. A noi rimane la preghiera,
come ho già sottolineato, per affidarlo
al Signore e perchè lui che già pensiamo nell’abbraccio del Padre, interceda per la parrocchia e per i suoi parrocchiani che tanto amò con cuore
paterno.
Mons. Luigi Corrini
Parroco Emerito di Verolanuova
Vita in Oratorio
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.13
Oratorio
Non sapete che devo
occuparmi delle
cose di mio Padre?
Genitori e figli nel vangelo di Luca
(Lc 2,41-52)
Se non fosse per il fatto che noi cristiani “della domenica” un po’ di
vangelo lo mastichiamo, la frase riportata come titolo di questo mio
nuovo parto letterario, potrebbe essere (con gli opportuni adattamenti) facilmente messa in bocca ad uno
dei nostri sgamati adolescenti che
si vedono ripresi da qualche autorità superiore. In ogni caso avremmo
indovinato; infatti il Gesù protagonista del brano evangelico in questione è proprio un adolescente di
dodici anni, come tiene a precisare
lo scrupoloso Luca, il quale è anche
l’unico tra gli evangelisti che ci mostra un Gesù così giovane e determinato. Ora, mi perdoni san Luca e la
Madre Chiesa, se forse traviserò un
po’ i fatti nell’interpretazione del
testo, ma tenendo presente anche la
bella pala del Gallina che dal 1777
fa mostra di sé nella nostra chiesa
parrocchiale, mi sento tranquillo
nel ricavare alcuni insegnamenti
senza correre il rischio di cadere
nell’eresia e di essere quindi trasferito dai superiori e fare il vice-curato festivo in qualche angolo sperduto del globo terracqueo. Bene
hanno fatto i nostri antichi bedizzolesi a commissionare tale opera
come pala dell’altare della Dottrina
Cristiana (oggi diremmo dell’ICFR)
perché essa, dando forma e colore
al brano evangelico, all’inizio di un
nuovo anno liturgico vuole comunicare qualcosa a noi educatori, genitori in primis.
Il ragazzo Gesù occupa il centro
della scena e, sebbene palesemente giovane dei suoi dodici anni, è
una figura monumentale per i gesti
imperiosi delle mani, per l’abbigliamento ricercato (ovviamente diverso ma decisamente alla moda come
i suoi coetanei del XXI secolo) e
per la luminosità del volto. Attorno
a lui adulti personaggi barbuti (…e
barbosi?!?) si agitano, si lanciano
occhiate interrogative sfogliando
con frenesia i libri della Scrittura.
C’è addirittura chi, in primo piano,
appoggia il volume a terra per ricercare più velocemente brani e citazioni varie. Luca racconta: ”Stava
nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che lo udivano
erano stupiti per la sua intelligenza
e le sue risposte”. Sorvolando sullo svarione pittorico di raffigurare
Gesù in piedi piuttosto che seduto
e ironizzando amabilmente sulle risposte intelligenti dei nostri ragazzi, non si può nascondere un primo
insegnamento: i figli ci ascoltano. E
ci interrogano! Ci ascoltano anche
quando non sembra prestino attenzione alle nostre parole; ci ascoltano
e assimilano il nostro modo di pensare, i criteri con i quali valutiamo
le cose e le persone, e naturalmente
il nostro modo di concepire e vivere la fede. Ascoltano quello che diciamo della Chiesa, del Vangelo, di
Dio, del catechismo e lo fanno proprio…nel bene e purtroppo anche
nel male. Non contenti di questo
ci interrogano, cioè ci mettono alla
prova su tutto chiedendo il nostro
parere (anche se poi fanno a modo
loro) mettendoci in imbarazzo qualche volta: “Devo andare a messa, a
catechismo. Devo comportarmi così
e cosà. E tu? E voi? Perché non lo
fate?” Inutile affannarsi a cercare
le risposte (come i sapientoni nel
tempio) viviamo piuttosto con loro
l’esperienza della fede e, sentendosi accompagnati dai genitori, capiranno che è una cosa importante
per la vita. Già, i genitori! Ci sono
anch’essi nell’opera, ma quasi non
li si vede perché, nonostante siano
vicini al divin Figlio, sono figure
sfumate, quasi abbozzate, di fondo.
Maria con le mani giunte sembra
giustamente bearsi della visione
(come darle torto? Quale madre non
stravede per il proprio ”bambino”?)
Giuseppe, invece, è appena entrato
di corsa da dietro la colonna e il
volto corrucciato sembra indicare
che, forse, un bel rimprovero quel
“suo” figliolo se lo merita. Ma, come
spesso accade nelle nostre case, rinuncia all’impresa e manda avanti la mamma: “Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre ed io,
angosciati, ti cercavamo”. Niente di
nuovo: arrivato ad un certo punto
il piccolo scappa e noi lo dobbiamo
cercare ma non trattenere, bensì accompagnare perché “devo occuparmi delle cose del Padre mio”. E con
questa frase lapidaria è ancora Gesù
che ci offre il secondo insegnamento: Dio ha messo nel cuore dell’uomo un desiderio, una domanda, un
fuoco, un progetto che, realizzato,
può renderlo veramente felice. Nel
cuore dei figli Dio ha messo qualcosa di suo; Lui ce li affida perché
noi li aiutiamo a scoprire il suo disegno. Ecco perché, nel quadro, Maria e Giuseppe ci sono e non ci sono.
Sono presenti ma restano indietro,
avvolti anche loro dal mistero che
avvolge quel Figlio. Non inutilmente Luca annota che “essi non compresero ciò che aveva detto loro”. Santi e
benedetti genitori di Nazareth che
ci danno un po’ di speranza! Se non
hanno capito loro pretendiamo di
capire noi i nostri figli? Abbiamo
piuttosto l’umiltà di stupirci davanti alla bellezza di un figlio adolescente (anche se ci fa dannare!),
non lasciamolo solo nella scoperta
meravigliosa della vita e preghiamo
perché, come Gesù, anche i nostri
ragazzi possano crescere “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli
DonArVi
uomini”.
Vita in Oratorio
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.14
Oratorio
Il Gruppo “Live Music”:
una consolidata realtà bedizzolese
Una storia infinita...
Potremmo definirla così l’avventura
del gruppo “Live Music”.
Un gruppo di ragazzi (di cui anche
io faccio parte) che decise 10 anni fa
di organizzare un concorso musicale, presso l’Oratorio di Bedizzole.
Tre mesi bellissimi ... il lavoro di
squadra, l’appoggio di don Leonardo, la consapevolezza di aver fatto
qualcosa di nuovo per la musica a
Bedizzole! Con una parte degli incassi ottenuti, si decise di trasformare una vecchia aula di catechismo
in una sala prove professionale ed
attrezzata al meglio. Il ricordo più
bello di quel periodo è sicuramente
l’atmosfera che si venne a creare.
Il fatto che fossimo tutti lì per un
obiettivo comune, ci unì ancora di
più. Con il supporto di tutti noi
musicisti, degli amici e di alcuni genitori si imbastì un vero e proprio
cantiere! Dopo un paio di mesi di
duro lavoro, la sala prove tanto desiderata divenne realtà. In questi 10
anni di prove musicali si sono avvicendate diverse band all’interno
di questo contesto ... alcune non
esistono più, altre sono ancora attivissime ed altre ancora forse devono
ancora nascere. Ciò che importa è
che i musicisti bedizzolesi in questi anni abbiano potuto usufruire
di una struttura solida ed efficiente,
per poter coltivare le proprie ambizioni artistiche o più semplicemente per fare della musica un sano e
piacevole passatempo. Gli anni
sono passati davvero velocemente...
ho ancora chiarissimo in testa il ricordo di quel magnifico periodo ...
e penso di poter davvero parlare a
nome di tutti! Tornando al presente, purtroppo per esigenze di ristrutturazione del complesso Oratoriale,
ci siamo visti costretti a dare un ultimo saluto alla “vecchia sala prove”.
È stato davvero difficile dire addio
a questo luogo amico, così carico
di ricordi piacevoli ed emozioni in
musica, ma è giunta l’ora di voltare pagina. Fortunatamente il nostro
Parroco, don Franco, ci ha messo a
disposizione una nuova stanza, in
prossimità dell’Oratorio, dove poter
continuare le nostre attività musicali. Il mio augurio è che questa realtà continui ad essere negli anni a
venire, e che possano nascere nuove
band disposte a portare alta la bandiera della musica bedizzolese.
In conclusione, come è giusto che
sia, volevo ringraziare a nome del
gruppo “Live Music” tutti coloro che
in qualche modo hanno reso possibile tutto ciò: don Franco e don
Vincenzo, per essersi interessati alla
nostra causa e per averci dato una
valida alternativa alla vecchia sala;
don Leonardo senza il quale sicuramente nulla sarebbe stato possibile
ed infine tutti i musicisti, i genitori
e gli amici che hanno dato il loro
contributo nella realizzazione della
stanza.
Francesco Calabrese
Il nostro
Sabato sera
“Cosa fai sabato sera?” “Vado a catechismo” “ A catechismo? Ma sei
matto? Io sabato esco con gli amici.” “Beh, prima di tutto non è il
catechismo come immagini tu! Noi
ci troviamo insieme… da amici, parliamo di cose importanti… da amici, ceniamo insieme, giochiamo, ci
ascoltiamo, ci prendiamo in giro, ci
critichiamo, e soprattutto facciamo
insieme un cammino che ci aiuta a
crescere… da amici.”
Questo mi è stato raccontato da un
ragazzo che frequenta gli incontri
per gli adolescenti del sabato sera
riguardo ad un dialogo avuto con
un suo compagno di classe.
Il sabato sera può sembrare una
scelta infelice per gli incontri adolescenti. Forse è vero. Io la vedo come
un’opportunità, come una proposta
di una serata diversa, alternativa.
L’anno scorso 25 ragazzi del ’95 hanno fatto un percorso che li ha portati non solo a vivere al meglio gli
incontri di catechismo, ma anche a
rafforzarsi come gruppo, soprattutto grazie alle varie esperienze fatte
insieme, da Val Daone in inverno,
a Cantiano la scorsa estate, gli incontri vocazionali zonali all’eremo
di Paitone, fino ai piccoli momenti:
come l’organizzazione dei giochi per
le varie feste e gli after in oratorio.
Momenti importanti che hanno fortemente contribuito a rafforzare il
gruppo.
Il 7 novembre sono ripresi gli incontri, e quest’anno, oltre ai ragazzi
del ’95, si sono aggiunti i ragazzi del
’96: anche per loro inizia un nuovo
cammino. E’ veramente bello vedere
l’oratorio rianimarsi il sabato sera,
e soprattutto incontrare dei giovani
che hanno il coraggio di fare una
scelta diversa, controcorrente e di
essere così a loro modo testimoni.
Può sembrare poca cosa, ma entrare
in oratorio e trovare dei ragazzi che
Vita in Oratorio
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.15
Oratorio
sono felici di riunirsi attorno ad un
fuoco per chiacchierare, giocare a
carte, o aiutare don Vincenzo a preparare i libretti dei ritiri o quant’altro, apre il cuore.
La speranza mia e degli altri animatori è che questa esperienza possa
crescere e trascinare altri ragazzi, che
l’oratorio diventi per loro non solamente il luogo dove si “adempia il
dovere del catechismo”, ma un pun-
to di riferimento importante dove i
ragazzi si sentano protagonisti, un
luogo dove incontrarsi tra amici e
soprattutto dove incontrare Cristo.
Per l’opportunità che mi è stata data
di vivere questa esperienza , questo
cammino, ringrazio don Vincenzo,
tutti i ragazzi e gli animatori, ma
soprattutto ringrazio il Signore e lo
prego di guidarci e sostenerci lungo
il percorso appena iniziato.
CECUD
“Casa Comboniani”
Viale Venezia 116 - Brescia
Gruppo di universitari
per l’animazione delle
iniziative di Pastorale
Universitaria
Incontri nel 3° giovedi
ore 18,15 presso il CUD
21 ottobre - 18 novembre 2010
17 febbraio - 17 marzo 19 maggio 2011
Programma “Festa Patronale di S. Stefano”
Sabato 18 dicembre
ore 20,30 Concerto Corale S. Stefano
Presentazione di un nuovo opuscolo sulla chiesa da parte di don Mario Trebeschi e Anna Viviani
Domenica 19 dicembre
ore 16,30 “Incontro alla Luce” dei bambini dell’I.C.F.R.
Lunedì 20 dicembre - ore 20,30 Conclusione Centri di Ascolto - Confessioni
Martedì 21 dicembre - ore 8,30 Messa e confessioni adulti e pensionati
Mercoledì 22 dicembre - ore 20,30 Liturgia Penitenziale e Confessioni per adolescenti e giovani
ore 20,30 Fiaccolata dello Sportivo e Auguri in Piazza
Venerdì 24 dicembre - Vigilia di Natale - Confessioni 9 -12 / 15 - 19 / 22 - 23,30
Sabato 25 dicembre - S. Natale - Orario Festivo - ore 18 Vespri Solenni
Messe a Cantrina, Santuario, Macesina, Cogozzo, Pontenove, Monteroseo
Domenica 26 dicembre - S. Stefano - Patrono della Comunità
Orario Festivo - (le Messe sono sospese nelle frazioni)
ore 18,30 Solenne Concelebrazione presieduta da Mons. Luigi Ventura Arcivescovo - Nunzio Apostolico
a Parigi Presentazione dei Cresimandi (è richiesta la presenza di genitori, padrini e madrine)
Aperitivo per la Comunità offerto dal GROB sotto i portici del comune
Nel periodo Natalizio: Mostra fotografica in Disciplina. Gli artisti Bedizzolesi presentano:
“PULCHRA ECCLESIA” (apertura ore 17,00 - 18 dicembre)
Giovedì 6 gennaio 2011 - Epifania
ore 20,45 Concerto del Coro Gospel “Amodonostro” in Santuario - Estrazione Lotteria
Vita in Oratorio
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.16
Agenda Oratorio
AVVENTO
RITIRI e CELEBRAZIONI
Tutti i mercoledì (ore 6,50):
preghiera per adolescenti, giovani
e lavoratori nel coretto della chiesa
parrocchiale
11 dicembre (ore 15,00):
Ritiro in preparazione al Natale per
tutti i catechisti
Tutti i venerdì (ore 7,40):
Preghiera per bambini e ragazzi nel
teatro dell’oratorio
Tutte le domeniche (ore 10,00):
Celebrazione della Parola per I e II
anno ICFR in chiesa parrocchiale
12 dicembre (ore 15,00):
Film “Shrek” per tutti in oratorio
14 dicembre (ore 20,30):
Martedì di Spiritualità per giovani
a Paitone
19 dicembre (ore 16,45):
“Cammino della Luce” dal castello
alla parrocchiale
A partire dal 20 dicembre visita
dei presepi per il concorso
INCONTRI per GENITORI
16 dicembre (ore 14,15):
Confessioni per III media in parrocchiale
18 dicembre:
Confessioni per
parrocchiale (ore
Confessioni per
parrocchiale (ore
V anno ICFR in
14,30)
IV anno ICFR in
16,30)
19 dicembre:
S. Messa e benedizione delle statuette di Gesù bambino da mettere nel
presepe (ore 10,00)
Incontro zonale adolescenti a Gavardo (ore 18,00)
22 dicembre (ore 20,30):
Liturgia penitenziale per adolescenti e giovani in parrocchiale
NATALE e DINTORNI
27-29 dicembre:
Campo invernale per adolescenti a
Stadolina
10 dicembre (ore 20,30):
III e IV anno ICFR in parrocchiale
3 gennaio:
Oratorio sulla neve
17 dicembre (ore 20,30):
I e II anno ICFR in parrocchiale
6 gennaio (ore 15,00):
Solennità dell’Epifania. Benedizione
dei bambini in chiesa parrocchiale
e premiazione concorso presepi
Giovani
e Radio
Palinsesto Radio ECZ
dagli Studi di Bedizzole
FM 94,0MHz
Lunedì
20:00 Almanacco di Tina e Gina:
gli avvenimenti, le curiosità, i santi
della settimana e dei brevi momenti di riflessione
20:30 TG dei Roncaì: notizie da
Bedizzole e dintorni lette in dialetto
bresciano
Martedì
PROSSIMAMENTE
Attenti a quei due
Mercoledì
20:00 Music Choice: Programma
di richieste musicali, richiedi 3 canzoni che ti piacciono o da dedicare
Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
Dicembre 2009 - Gennaio 2010
Febbraio - Marzo 2010
Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
Aprile - Maggio 2010
-ARZO
%SERCIZI 3PIRITUALI 0ARROCCHIALI
13 dicembre (ore 16,30):
Preghiera a S. Lucia in parrocchiale
per bambini e ragazzi
9 dicembre (ore 20,30):
V anno ICFR in parrocchiale
21 dicembre (ore 20,30):
III media in parrocchiale
Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
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Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
Giugno Luglio Agosto 2010
"UONA
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Ultima Cena (Grazio Cossali 1607)
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6ITA DELLA #OMUNITg
Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
Parrocchia di S. Stefano p.m. in Bedizzole
Novembre 2010
Settembre - Ottobre 2010
“Adorate il Signore
nel suo Tempio Santo”
21 aprile 1760 - 21 aprile 2010
250° Anniversario dalla Consacrazione della Chiesa Parrocchiale S. Stefano
Tutti siano una cosa sola
Gv. 17,2
/PWFNCSFJMNFTFEFJSJDPSEJ
Anno Pastorale 2010 - 2011
Un Grazie
a quanti accolgono
e stimano
il Giornale Parrocchiale.
Entra in 2000 famiglie!
Quest’anno le spese
sono state maggiori ed
il deficit è stato di oltre
10.000 Euro (sei numeri
calendario - opuscolo
sul 250° della Chiesa).
Vi chiediamo di aiutarci:
per chi vuole e può
basterebbero 25 Euro,
abitualmente l’offerta
annuale è di 20 euro.
a qualcuno, a richiesta:
[email protected] , magari aggiungendo un piccolo commento!
Giovedì
20:00 Dance & Soda: la musica
Dance del momento mixata con
tante curiosità e notizie simpatiche.
Stiamo cercando nuove persone
da inserire nel gruppo
Tutti possono far parte della radio dell’oratorio, come speaker,
registi, tecnici, autori, ecc ...
Per informazioni rivolgersi in oratorio, oppure:
[email protected]
Vita in Oratorio
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.17
Oratorio
Meeting Nazionale
ACR giovanissimi
30 ottobre 2010
Da mesi, sul nostro calendario, la
data di sabato 30 ottobre 2010 era
segnata con un bel cerchio rosso,
a ricordarci un appuntamento importante: il Meeting Nazionale di
Azione Cattolica, a Roma. Per poter
raccogliere e accogliere meglio il
profondo messaggio dell’evento. C’è
di più, un solo giorno non poteva
bastare, così tutti noi, ACR e ACG,
siamo partiti venerdì pomeriggio
da Bedizzole, i bambini su un pullman, i giovanissimi su un altro.
Due destinazioni diverse (saremmo
stati ospiti di oratori, palestre, e altre
strutture pubbliche), ma uno stesso
obiettivo, e la stessa allegria nel cuore. Il viaggio è stato lungo, ma non
per questo vuoto: ciò che conta non
è sempre la meta, ma anche il cammino che si fa per giungervi! Abbiamo conosciuto i nostri compagni
d’avventura, i ragazzi di Bagnolo
Mella, Barghe, Castelcovati, Gavardo
e Flero, che ci hanno trascinato subito nello spirito della festa. Arrivati a Capena, un paese in provincia
di Roma, noi giovanissimi ci siamo
stanziati in due sale dell’oratorio
ospitante, dove abbiamo preparato i
sacchi a pelo e, circa a mezzanotte, ci
siamo fiondati a dormire. Nemmeno
quattro ore e mezza dopo, la sveglia
ci annunciava una difficoltà: arrivare in piazza San Pietro con i mezzi
pubblici. Tra treni, metropolitane e
autobus di linea, per le 7 eravamo
alle porte della piazza, trepidanti e
carichi di energia (e quanta gente
c’era con noi ad aspettare!). Alle 11
abbiamo finalmente incontrato il
Santo Padre, ed è stato un momento
di grande gioia, tanto più che qualcuno tra noi ha avuto la fortuna di
vederlo da vicino. Per molti giovani che come alcuni di noi stanno
facendo un percorso da educatori,
le sue parole sono state un incoraggiamento a continuare il nostro
impegno educativo nell’Azione Cattolica. Con la benedizione del Papa,
nel pomeriggio ci siamo spostati
nuovamente. L’ACR si è diretta verso Villa Borghese, e poi, tramite un
percorso-gioco, ha raggiunto piazza
di Siena, dove ha assistito e partecipato a canti e balli. L’ACG invece si
è radunata in Piazza del Popolo, per
sentire le testimonianze di persone
vicine al nostro mondo: personaggi
famosi, come l’allenatore della nazionale italiana di calcio, Prandelli,
e altri forse un po’ meno famosi, ma
la cui testimonianza ci ha colpito
nel profondo, come la ballerina senza braccia, Simona Atzori. La sera la
stanchezza si è fatta sentire, ma ne è
valsa certamente la pena, e nemmeno l’alzataccia del giorno dopo non
ci ha tolto il sorriso. La domenica
ci siamo ritrovati, ACR e ACG, in
provincia di Firenze, dove abbiamo
concluso la nostra bella festa con la
Santa Messa e tanti bans, urli e canti, in puro stile AC. Tornati a Brescia, ecco che già Roma ci mancava.
Ad un lungo e stancante viaggio,
a poche ore di sonno, a due notti
all’addiaccio e senza tutte le comodità a cui siamo abituati, abbiamo
risposto con spirito di adattamento,
impegno e complicità, e con un’amicizia vera e propria, che si è creata
tra i paesi non solo della provincia
di Brescia ma di tutta Italia. Abbiamo così imparato qualcosa di prezioso, che non deve assolutamente
andare perso: nella nostra vita c’è di
più. È per questo motivo che qualche disagio non ha affatto diminuito la grinta di quelle migliaia di
giovani, tra cui, siamo orgogliosi di
dirlo, c’eravamo anche noi!
Uniti per gioire di fronte a Cristo,
mostrando la presenza e la forza
dell’AC!
Paola, Matteo, Laura, Francesca,
Daniele, Camilla, Alice
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.18
Il Tempo della Mistagogia - Il dopo Cresima
Ci siamo ancora ...
E’ iniziato un nuovo anno catechistico e i nostri ragazzi che a maggio
hanno ricevuto i sacramenti dell’Eucarestia e Confermazione si sono fatti trovare pronti per continuare il
loro cammino di fede. Questo è un
anno speciale chiamato anno della
mistagogia dove vivranno in prima
persona la bellezza di essere cristiani. Come prima tappa abbiamo affrontato l’argomento “solidarietà”.
Nove gruppi hanno conosciuto varie realtà di volontariato, con persone messesi a nostra disposizione
per aiutarci a capire meglio l’importanza del loro operato. In particolare nel nostro gruppo formato per la
maggior parte da ragazzi che giocano a calcio, abbiamo pensato di far
conoscere loro l’associazione ABE
(Associazione Bambino Emopatico,
ossia malati di leucemie o tumori)
di cui fa parte anche il loro allenatore e proprio tramite la sua preziosa collaborazione siamo riusciti ad
avere un testimonial d’eccezione,
Marco Zambelli difensore del Brescia. Nell’incontro si è dimostrato
un ragazzo molto semplice, con dei
grandi valori e dei principi forti,
un uomo che crede fortemente in
ciò che fa. E’ riuscito attraverso le
sue parole, fotografie e un filmato
a trasmettere ai ragazzi la voglia di
poter fare anche loro qualcosa per
aiutare i bambini ricoverati presso
l’ospedale civile e le loro famiglie.
Così, eccoci pronti per organizzare
la nostra giornata di solidarietà gra-
zie all’aiuto importante dei genitori
che ci hanno preparato fantastiche
torte, biscotti e litri di the da mettere in vendita e allo spazio messo
a disposizione gentilmente dalla Bedizzolese calcio che ci ha prestato
parte del campo sportivo per poter
costruire il nostro mercatino. E’ arrivato il sabato tanto atteso, naturalmente non manca nessuno, ci sono
tutti, i ragazzi, i loro genitori, l’allenatore e noi, pronti per raggiungere
al meglio il nostro obbiettivo, cioè
vendere il più possibile. CHE GIORNATA!!! L’inizio non è stato facile.
La difficoltà dei ragazzi di mettersi
in gioco,la vergogna di chiedere alla
gente di comprare qualcosa, l’indifferenza mostrata da alcune persone
e l’arroganza di qualcuno che nemmeno li ascoltava, li ha sicuramente messi un po’ a disagio, ma loro,
magnifiche creature, non mollano è
troppo alta la posta in gioco e quindi via, trovano alternative: si spostano, provano con altre tattiche, uniscono le forze e incontrano persone
disposte ad aiutarli, gente di cuore
e generose così, finalmente anche
l’ultima torta se ne va …..MISSIONE
COMPIUTA! Ma non siamo i soli a
fare questa esperienza, infatti, altri
nostri amici di un altro gruppo,
sono sotto il portico del comune a
raccogliere fondi per un’altra associazione, quella testimoniata da Michele Saramondi che si occupa attraverso il gruppo GIOVANI AMICI
di Carzago Riviera dell’associazione
SCAIP (servizio collaborazione assistenza internazionale Piamartino)
in particolare attualmente della
costruzione di un nuovo ospedale
“centro di salute Giovanni Paolo II”
della diocesi di Huambo in Angola.
Durante la giornata siamo a stretto
contatto telefonico per sapere l’andamento della vendita e riscontriamo di vivere le stesse difficoltà, le
stesse titubanze e le stesse capacità
dei ragazzi di capire che unendosi
ed incoraggiandosi a vicenda ottengono migliori risultati. Stupendo
quello che hanno saputo fare, meraviglioso l’entusiasmo messo.
Parliamo poi con loro per capire
cosa può aver lasciato in loro una
giornata di catechismo fatta così e
di nuovo siamo esterefatti, stupiti
dai loro pensieri. Alcune di queste
considerazioni le vogliamo condividere con la comunità perché forse potrebbero farvi riflettere ... beh
almeno a noi hanno suscitato non
pochi pensieri.
- Mi è piaciuto vendere le torte, è
stata per me un’esperienza indimenticabile oltre che un divertimento.
Non mi è piaciuto l’indifferenza delle persone che passavano di lì a testa
alta davanti a noi senza degnarci di
uno sguardo e senza pensare che in
qualche modo aiutavano qualcuno.
Che tirchi!!!!
- Non so cosa mi è piaciuto di più,
però vorrei che grazie al mio contributo qualche bambino potesse guarire presto.
- Questa associazione mi ha fatto capire che non si deve solo pensare a
se stessi ma fermarci anche ad aiutare gli altri.
- A me non è piaciuto che gli adulti
non ascoltavano le nostre richieste
d’aiuto.
- Mi è piaciuto vendere le torte per-
Dalla nostra Parrocchia
ché secondo me abbiamo fatto una
cosa meravigliosa per questi bambini, oltre al fatto che mi sono divertito molto.
- Anche se mi vergognavo ad andare in giro a vendere torte sono stato
contentissimo di aver fatto questo
lavoro con i miei amici per aiutare
dei bambini, ci siamo divertiti un
mondo.
- Questa esperienza mi ha fatto capire che ci sono persone (uomini,
donne) che pensano solo a loro stesse e non ai bambini più sfortunati.
Invece è molto bello aiutare gli altri,
io l’ho imparato in questa occasione
mentre prima non ci badavo.
- Io penso che ABE faccia una cosa
molto bella senza voler ricevere
niente in cambio. Noi abbiamo fatto un piccolissimo gesto donando i
soldi raccolti alla associazione, ma
se ci impegnamo a fare più azioni
buone riusciremo anche noi ad aiutare a sconfiggere queste malattie.
- Mi ha emozionato vedere che un
giocatore (Zambelli) di calcio faccia
volontariato. Sono sorpreso delle
molte persone che hanno contribuito per regalare un dolce sorriso
(così abbiamo chiamato il nostro
mercatino di torte).
Beh queste sono alcune delle loro
riflessioni.
Crediamo che tutto ciò sia veramente fantastico, si parla tanto dei
ragazzi di oggi sottolineando sempre
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.19
che non hanno valori o voglia di
fare, pensiamo fortemente che tutto
ciò dipenda solo da noi adulti, questi pensieri dicono veramente tante
cose. Ringraziamo tutti coloro che
ci hanno aiutato a dimostrare che
i ragazzi ancora credono nell’amicizia, nell’amore, nella solidarietà
vera, proprio come ci insegna e ci
trasmette Gesù nella sua parola.
GRAZIE…GRAZIE….GRAZIE.
Solidarietà, essere solidali aiutando
chi ha bisogno con gesti concreti.
Anche il nostro gruppo, come i nostri amici della mistagogia, abbiamo
avuto nella prima tappa del nostro
cammino, approfondito il tema della solidarietà. Abbiamo conosciuto
Piero Mazzolari che inizialmente ci
ha portato la sua testimonianza della Tanzania, presentandoci con delle fotografie la vita quotidiana della
popolazione.
Dal suo racconto capiamo che sono
Sabato 27 alle ore 16.30 tutti i ragazzi del gruppo, pieni di entusiasmo,
si sono dati da fare per preparare al
meglio la grande cena. Alle ore 20.00
sono arrivati tutti i loro genitori che
stupiti per l’accoglienza avuta, sono
stati serviti dai loro figli in tutto.
Come sempre la generosità, la sensibilità e la risposta dei genitori è
stata grande e il ricavato della serata
è stata dato sempre a Piero. Molto
importante e significativo anche il
momento della cena. I genitori ancora una volta hanno avuto la possibilità di parlarsi, conoscersi, di star
bene insieme ai loro figli, tra di loro
e con i catechisti.
Noi ci crediamo a questo progetto
e la nostra “strada” della solidarietà
prosegue.
I Catechisti e i ragazzi
tante le cose di cui hanno bisogno
e noi abbiamo scelto di impegnarci
a procurare la bilancia con l’asta graduata che serve al consultorio dei
bambini della Tanzania. Per tutto
ciò si è messa in movimento una “catena” di persone (genitori, ragazzi….)
siamo riusciti a procurarne due.
Molto riuscita e stupenda è stata anche la cena di solidarietà preparata
dai ragazzi stessi per i loro genitori.
Dalla nostra Parrocchia
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.20
Scuola Maddalena di Canossa
“L’educazione alla Fede in Famiglia”
Serata del 5 novembre. Chiude
una giornata densa fatta di corse e
di impegni ad incastro. In poche parole, una stanchezza infinita. Quasi
tutti i giorni sono così. Faticoso prepararsi ed uscire. Ma sono uscita e
mi sono recata a questa conferenza
piena di aspettative:
il tema, “educare alla Fede in famiglia”, è qualcosa che sento come la
mia urgenza.
Mai come adesso, che sono madre,
mi sento così impreparata sull’argomento: tanto che se prima pensavo
di dover rispondere solo per me stessa di mancanze o mal sfruttamento
di talenti ricevuti, con calma, preoccupandomi in primis delle contingenze, adesso so che non può più
essere così; soprattutto prendo coscienza che c’è un tempo che corre e
non aspetta: io devo essere la prima
educatrice dei miei figli e, insegnare
la fede, se la tua è decisamente poco
salda, non è impresa percorribile e
improvvisabile.
Non conoscevo il dott. Corradini
ma apprendo che è un docente universitario impegnato su più fronti e
soprattutto una persona che ha fatto e sta facendo molto per la società,
per gli altri.
L’ho ascoltato senza essere condizionata dalle sue “credenziali” e mi ha
conquistato.
Ne ho percepito la densità quando
parlava di cose fondamentali e vere
con la chiarezza che contraddistingue i bravi educatori.
Per me, che sono sempre più in difficoltà nel concepire l’Assoluto, sentire parlare una persona di questa
levatura con semplicità e con emozione è stato come ricevere un’iniezione ricostituente.
Molto è stato detto e banalizzerei
ciò che ho ascoltato se tentassi una
sintesi. Alcune riflessioni mi hanno
particolarmente toccato ed è ciò
che mi sono portata a casa.
E’ necessario partire da un punto
importante, il recupero della propria identità culturale provando a
rispondere a domande come: “ma
io chi sono?”. E’ una domanda alla
quale non si da risposta una volta
sola e che richiede quindi un continuo interrogarsi, perché il vivere
comporta spesso perturbazioni che
ti rivoltano come un calzino.
La domanda sull’essere è una domanda che i bambini pongono e
alla quale si deve cercare di dare
una risposta.
Laica o religiosa.
E per noi che siamo ambivalenti,
fatti di creduloneria ed incredulità,
a volte risulta difficile dare una risposta che vada oltre il dato fisico
e riconoscerci come figli di un Dio
che ci ha fortemente voluto.
Dio ci ha amato di un amore che
è per tutti, così il dott. Corradini
ha risposto ad una domanda posta
da una delle sue figlie, e tutti siamo
raggiunti da questo amore non per
far contento Lui bensì per essere felici noi. Ma per questo incontro, è
necessaria una certa disponibilità
all’apertura, un’apertura che è anche coscienza della propria limitatezza.
Non è il percepire il nostro limite
che ci porta alla ricerca e a non “accontentarci”, a ricercare il senso, la
prospettiva per collocare il nostro
operato?
Faccio fatica a raccontare ai miei figli il nostro Dio, quello che Gesù
Cristo ci ha presentato.
Una domanda che è stata sollevata
sempre da una delle sue figlie è stata: “Ma Dio è onnipotente e cattivo
o buono e non onnipotente?”
Mi è successo di pensarci e di avere
un sacco di dubbi.
Mi sembra di aver recepito dal dott.
Corradini che “avere Fede vuol dire
accettare di essere profondamente
in crisi” e saper pregare, come lui
stesso per molto tempo ha fatto, “Signore io credo, ma tu aumenta la
mia fede”.
Alla fine, comunque, sono tornata a
casa più ricca: perchè è stato riconsiderare molte cose sotto una prospettiva diversa, senza abbattersi, perché
la nostra relazione di Fede in Gesù
Cristo è sempre piena di sorprese,
di meraviglie, e, pur scontrandoci
con il nostro limite, ci viene sempre
data la possibilità di iniziare nuovamente.
E la Speranza…
“A noi è andata bene”, recita il titolo del trentennale diario del prof.
Corradini che è diventato un libro
testimonianza del suo essere genitore-educatore.
Ma all’autore non è andata bene perché è stato fortunato. E’ andata bene
perché con sua moglie non ha mai
desistito, non ha mai rinunciato al
suo ruolo di guida, non ha smesso
di indicare una direzione, una chiave di lettura, non ha disdegnato
momenti di duro confronto con i
propri figli di contro ad un comodo
“assenteismo” educativo.
Anche a me piacerebbe essere nelle
condizioni di poterlo affermare un
giorno.
Dalla nostra Parrocchia
Duro lavoro, costante, rassegnandosi
a momenti di sconforto che ci fanno sentire piccoli ed inefficaci.
Ma perché non provarci e cercare
come indispensabile riferimento
Lui, che ci ha voluti, così, con le nostre povertà e mancanze?
E’ una sfida da raccogliere, con se
stessi, per chi sopravviverà a noi, i
nostri figli.
Alla fine, dopo il susseguirsi delle
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.21
domande più sentite e vere da parte
dei genitori, molto forte e significativa l’affermazione fatta dal relatore
in chiusura di questo incontro: oggi
può sostenere che sono i suoi figli
che aiutano ed alimentano la sua
Fede e che il regalo più bello che
pensa di poter lasciare come eredità è quello di aver trasmesso loro la
Fede che è relazione, fiducia e amore con il Dio della vita che incontre-
Scuola dell’Infanzia A. Volpi
…una mattina come tante altre alla
Scuola dell’ Infanzia A. Volpi…
Dopo il saluto a mamme e papà, i
bambini in cerchio si raccontano le
ultime novità facendo uno spuntino con la frutta.
Dal salone provengono dei rumori:
porte che sbattono, voci che chiamano, passi frettolosi … i soliti rumori.
Nell’aria però c’è qualcosa di strano.
L’ intensità dei rumori aumenta,
sembrano rami spezzati, i bambini
si zittiscono… versi di animali … ma
che animali? Passi pesanti, fruscii,
colpi alle porte, un gran botto finale
e poi … silenzio.
I bambini sanno che sta accadendo
qualcosa.
Nei giorni scorsi nel salone sono state rinvenute strane tracce e da un
po’ si discute e si fanno ipotesi su
chi sia il nostro visitatore notturno.
I bambini curiosi ed eccitati si af-
facciano sul salone e…c’è un uovo
gigantesco depositato nel suo nido.
Mentre siamo ancora sorpresi ed increduli una voce giunge dall’ interno dell’ uovo.
“ Ma tu chi sei? – Sono Arret, un
cucciolo di dinosauro”.
“ Perché sei arrivato qui da noi? –
Il mondo da cui vengo è stato distrutto e non è un buon posto dove
nascere”.
“ Cosa possiamo fare per te? – Aiutarmi nella ricerca di un mondo
dove poter vivere … un mondo accogliente … “.
La ricerca inizia e nel loro percorso i
bambini dovranno trovare per Arret
un luogo bello e sicuro in cui nascere, magari non inquinato, dove ci
siano persone disposte ad accogliere, amare e crescere questo piccolo
cucciolo di dinosauro e… chissà che
quel luogo non possa essere proprio
la nostra scuola.
remo. Che dire: il dott. Corradini è
stato capace di provocarci, di metterci in crisi, di stupirci e soprattutto
di farci cogliere la bellezza dell’essere amati anche senza meritarlo, perché l’amore di Dio non lo si merita
ma lo si accoglie.
Lui, il nostro Dio, è fatto così: ama
tutti e attende di essere amato.
Monica
Dal Comune:
I GIOVANI
SI MUOVONO
GG ovvero Gruppo Giovani: è la
neonata associazione giovanile noprofit patrocinata dal Comune di
Bedizzole con l’importante missione
di valorizzare la cultura e il territorio
locale bedizzolese in ogni sua attività
in maniera giovane ed immediata.
Con sede presso il salone della
lettura della ex scuola materna A.
Volpi, Gruppo Giovani non è solo
una community virtuale presente
su Facebook ma è un’associazione
concreta fatta di giovani menti
dalla grande sensibilità artistica e
creativa, un gruppo sempre aperto
per incontrarsi e parlare di sé, uno
spazio in cui concretizzare nuovi
progetti per la comunità con l’aiuto
di tutti.
Quest’anno, tra i progetti coordinati
dai
ragazzi
col
patrocinio
dell’Assessorato alla Cultura di
Bedizzole e della BCC Credito
Cooperativo, si segnala con successo
la prima edizione del concorso
fotografico “Il Chiese racconta il
Chiese” con il tema “Il fiume e le
sue sponde”. I partecipanti hanno
potuto descrivere un aspetto del
paesaggio pluviale dello storico
fiume secondo la propria creatività.
Le fotografie sono state poi esposte
al vecchio mulino presso Bettoletto,
decretandone il vincitore.
Dalla nostra Parrocchia
Sulla scia delle nuove tendenze
letterarie europee, i ragazzi sono al
lavoro sul prossimo progetto che
prenderà il via in Gennaio 2011:
il “Gruppo lettura”. I gruppi di
lettura sono una realtà in grande
crescita in Italia e per la prima volta
anche i ragazzi hanno deciso di
sperimentarne la bellezza anche a
Bedizzole. Il gruppo di lettura sarà
aperto a tutti coloro che amano
leggere e parlare di ciò che hanno
letto. Il gruppo potrà riunirsi a
cadenza mensile, previa lettura di
un libro comune, per poi riunirsi
confrontando le diverse esperienze
di lettura, i propri pensieri o le
idee che il testo ha suscitato. Al
momento, i ragazzi mostrano il
desiderio di invitare artisti di
strada in occasione della prossima
notte bianca. Il Gruppo Giovani ti
aspetta! Per informazioni, contatti e
quant’altro si può scrivere alla mail
gruppogiovani.bedizzole@hotmail.
it o semplicemente interagire con
i membri della community online
sulla pagina ufficiale di Facebook
per essere sempre aggiornati sulle
nuove iniziative.
Giovanni De Marco
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.22
Macesina - S. Tommaso - Cantrina
I lavori non fiscono mai!
Cominciamo con Macesina!
I fabbriceri hanno completamente
rimesso a nuovo la sacrestia. Era
proprio ridotta male. Ritinteggiata,
nuovi armadi e illuminazione a
norma ... oggi si presenta proprio
bene. Soprattutto fa bella mostra
di se l’appartamento del custode.
Ora accoglie il nuovo sacrista che
si prenderà cura della chiesetta
dedicata alla Madonna.
Non hanno voluto essere da meno
gli abitanti di S. Tommaso.
Hanno ritinteggiato il piccolo
La Chiesa di S. Tommaso
tempio. Ogni famiglia si è acquistata
un banco della chiesa. Fanno
bella mostra di se le suppellettili
dell’altare.
Banchi nuovi e confessionale
rimessi a posto pure a Cantrina.
C’è una vera gara nelle contrade per
far belle le chiesette. È segno di fede
e generosità.
Il Parroco non può che essere
Chiesetta di Cantrina
contento.
La Chiesa di Macesina
La Sacrestia di Macesina
Vita della Comunità
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.23
Un gruppo
e tante iniziative
In un momento economico di
crisi dove le grandi distribuzioni
aumentano a discapito delle
piccole realtà imprenditoriali, a
Bedizzole da molti anni ormai
il GROB, Gruppo Operatori
Bedizzolesi, continua senza sosta a
promuovere e sviluppare le attività
dei suoi negozi e di tutti i punti
vendita al dettaglio presenti sul
territorio, rilanciando senza sosta
tutte le professioni commerciali,
artigiane, agricole e di servizi.
Senza distinzioni e senza fini di
lucro, il GROB vanta i migliori
commercianti
del
territorio:
mosso da un profondo spirito di
collaborazione collettiva e mai
individuale, ogni anno è attivo in
proposte attive e dinamiche che si
traducono in servizi, sconti e ottimi
esempi di ospitalità. In nome di
questa interattività sul territorio,
da poco è stato inaugurato il
nuovo sito online del gruppo,
uno strumento indispensabile
oggigiorno per comunicare ed
informare ma allo stesso tempo
valorizzare le attività di ciascun
socio. Nell’ultimo anno, numerose
sono state le manifestazioni alle
quali il GROB ha dato il suo
contributo, a partire dal Carnevale
bedizzolese: in collaborazione con
la Polisportiva, il GROB ha fornito
ristoro, dolci ed il premio finale
per il “carro della simpatia”.
Nel mese di Giugno, l’immancabile
appuntamento
della
“Notte
Bianca” coordinata dalla Sigra
Silvia: tutti i negozi sono rimasti
aperti fino a tarda serata per
festeggiare
l’arrivo
dell’estate
unendo arte, intrattenimento e
sapori locali. Il 12 di Settembre
è stato il turno del “1° Giorno di
Scuola” coordinato dal Sig. Pasini
Franco. In collaborazione con il
gruppo Polisportiva, l’Associazione
Volare del Garda con il patrocinio
del Comune di Bedizzole è stato
allestito un buffet di dolci e panini
presso il campo di volo durante la
rassegna di aerei storici.
Nella splendida cornice di Villa
Boschi invece, l’11 Settembre, il
GROB ha curato la realizzazione
della sfilata di moda “Mode
alla Luna”, coordinata dalla
Sigra Loredana, riscuotendo un
enorme successo di pubblico e di
partecipazione di tutte le realtà
produttive bedizzolesi. Ancora
una volta il buffet è stato offerto
da 16 negozianti del paese. Per
le festività natalizie 2010, il
GROB è già in fermento: i negozi
rimarranno aperti la domenica
e con l’utilizzo della carta valori
sarà possibile acquistare prodotti
CORSO IN PREPARAZIONE AL
MATRIMONIO
Gennaio 13 - 20 - 27 ore 20,30
Febbraio 3 - 10 - 17 - 24 ore 20,30
Marzo 3 - 10 - 13 ore 20,30
Il corso si terrà presso
le Madri Canossiane
Via Libertà 50 - Bedizzole Tel. 030 674000
Le iscrizioni si ricevono presso le madri
con uno sconto dal 5 al 10%.
Grazie al sostegno degli associati,
il Natale risplenderà più che mai
a Bedizzole grazie ad apposite
luminarie collocate in entrata ed
uscita dal paese. Appuntamento
rivolto a tutti quello di Domenica
5 Dicembre presso il Vecchio
Mulino, dove verranno presentate
le attività dell’Associazione per il
nuovo anno con tutti gli esercenti
e le varie realtà del territorio
come le frazioni e i borghi.
Domenica 12 Dicembre, invece,
la castagnata in collaborazione
con il Gruppo di Pontenove,
un’occasione per riscoprire le
bellezze architettoniche della pieve
e del ponte romano. Alla sera in
collaborazione con il Gruppo San
Rocco, concerto Gospel e tanti
dolci per festeggiare l’arrivo di
santa Lucia. Venerdì 17 Dicembre
negozi aperti e musica con la parata
di majorette e la banda in paese:
saranno presenti espositori di
hobbystica e tre punti ristoro con
vin brulé e panettoni. Mercoledì
22 Dicembre, la fiaccolata delle
associazioni. Per essere sempre
aggiornato sulle iniziative del
GROB, visita il sito online www.
operatori-bedizzolesi.it e il sito del
Comune di Bedizzole.
Giovanni De Marco
Iniziative per la Famiglia
CAMPO FAMIGLIE INVERNALE
ad ASSISI 3 - 4 - 5 gennaio 2010
UN’ESPERIENZA INSIEME
alla SCOPERTA di S. FRANCESCO
sul prossimo numero vi racconteremo tutto!
-----Prossimo incontro del Gruppo:
Domenica 5 febbraio ore 17,30 presso le Madri
Vita della Comunità
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.24
La polisportiva Bedizzolese compie quest’anno 40 anni
La società Polisportiva Bedizzolese
nasce nel 1970 durante una scherzosa
partita fra celibi e ammogliati,
conclusasi naturalmente con la
vittoria dei giovani scapoli.
Durante l’immancabile banchetto
del dopo partita scaturì l’idea di
far avere un seguito sportivo al
sopracitato evento, ed è così che
da questo gruppo di giocatori e
simpatizzanti clienti dell’allora Bar
Silvana nacque l’idea di fondare la
Società Polisportiva Bedizzolese.
Un gruppo di giovani volenterosi
che si misero all’opera di gran
carriera e nel giro di poche
settimane pianificarono la struttura
esecutiva della società, e di seguito
organizzarono una corsa campestre
con in pallio una 500 usata.
Grande la partecipazione di atleti
e di pubblico che ci indusse a
proseguire.
Nacque così nel 1972 la prima
edizione della passeggiata dei
5 castelli che allora non era
competitiva.
In seguito si organizzarono ben due
corse ciclistiche, una per dilettanti
e una per la categoria allievi, che
ancora oggi si svolgono.
Più passò il tempo e più cresceva
l’impegno dei soci. Riuscimmo così
a programmare una gara campestre
valida per il campionato italiano.
Di anno in anno con la
complicità di don Luigi, nel 1975
la Polisportiva propose il primo
carnevale bedizzolese, che era
riservato alle contrade di Bedizzole,
in seguito poi divenuto l’attuale
Rassegna Provinciale del Carnevale
Bresciano.
Iniziò così fra una manifestazione
sportiva e l’altra il periodo dove
nacquero molte feste di piazza ed
anche la nostra società si cimentò
con la Festa dello Sport, quando
i soci Carlo Viviani, Bianchi,
Filippini, Alberti, Venturelli ed altri,
lanciarono l’idea di organizzare la
Sagra del Santuario di Masciaga ...
detto fatto ... è nata la Sagra.
Lo spirito volenteroso e caparbio
dei soci rimase forte.
È stato nostro fiore all’occhiello
l’arrivo della tappa del giro ciclistico
Internazionale
Femminile
del
Trentino Alto Adige.
Da un paio di anni organizziamo la
giornata rosa azzurra, gara ciclistica
per le categorie femminili e maschili.
Nel 2011 presenteremo la Prima
giornata del ciclismo agonistico
per amatori con il cicloraduno
al mattino e la competizione al
pomeriggio.
A questo proposito siamo ancora
a ringraziare tutti gli sponsor
che hanno creduto in queste
manifestazioni e che continuano ad
aiutarci.
Sempre vivo è in noi lo spirito
sportivo e di collaborazione con le
varie società di sport, commerciali,
d’Arma e con l’Amministrazione
Comunale, che cogliamo l’occasione
per ringraziare, sempre nell’intento
di portare alto il nome del nostro
paese.
Un invito particolare lo vogliamo
fare a tutti coloro che sono stanchi di
stare in poltrona a guardare film già
visti tre o quattro volte ed invitarli
a diventare soci della Polisportiva
Bedizzolese, che ha sempre bisogno
di nuovi sostenitori.
La nostra sede è aperta a tutti
quei volenterosi che vogliono fare
qualcosa per il nostro paese, tutti i
giovedì sera presso le ex scuole di
via Montegrappa.
Il presidente
Natale in “Casa di Riposo”
Sabato 04 dicembre
Spiedo Presso il centro Sociale
Venerdì 10 dicembre
Tombolata
ore 15,00 presso il centro diurno
Sabato 11 dicembre
A pranzo con i parenti
Nella sala polifunzionale del 3° p
Domenica 12 dicembre
Canti popolari - Ore 15,30
Coro di Molinetto di Mazzano
Auguri di Natale dal C.D.A
Lunedì 13 dicembre
“Santa Lucia” - Ore 15,30
Coro dall’1 ai 90” di Urago Mella
accompagnati dal maestro Mino e
dall’animatore Cecchino!!!!!
Sabato 18 dicembre
A pranzo con i parenti
Presso l’agriturismo il Roccolo
di Masciaga
Martedì 21 dicembre
Santa Messa nei reparti
(nucleo Alzheimer) Ore 15,30
Giovedì 23 dicembre
Santa Messa nei reparti - ore 15,30
nella Sala polifunzionale del 3° P
Musiche e Auguri di Natale
con Babbo Natale e gli Zampognari
dell’Associazione Sportiva di
Bedizzole. Ore 18,30
Venerdì 24 dicembre
Santa Messa nei reparti
(al centro diurno) Ore 15,30
Lunedì 27 dicembre
r.v Concerto di natale
sul grande scherma ore 15,30
nella Sala polifunzionale del 3° P
Venerdì 31 dicembre
Festa dei compleanni e
Auguri di fine anno
nella sala polifunzionale del 3° p
ore 15,30
Anche quest’anno non mancano
i saluti più cari, i bambini delle
scuole materne ci vengono a
trovare e rallegrano l’ambiente
con canzonette e poesie natalizie.
La cultura nella nostra comunità
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.25
Adolfo e Nicola Venturoli:
due geometri scomparsi giovanissimi da militari nel 1943 durante la guerra
di Carlo Bresciani
Via Fratelli Venturoli unisce Masciaga Alta a Cantrina, dove al centro della borgata, si trova la grande
casa della storica famiglia Venturoli
appunto, abitata, dopo adeguati restauri a quella che era una cascina
con porticati e cortili, da alcuni
esponenti della stessa.
La strada che l’Amministrazione comunale di Bedizzole ha dedicato a
suo tempo ai due giovani geometri
molto legati a Cantrina e Bedizzole,
Adolfo e Nicola, che hanno lasciato
questa terra in circostanze verificatesi durante l’ultima guerra mondiale, mentre partecipavano alla stessa
quali giovani ufficiali.
Adolfo, 25 anni, tenente del Genio
Zappatori addetti alla realizzazione
di strade e manufatti, dopo cinque
anni di servizio militare, venne fucilato dai tedeschi a Cefalonia, durante operazioni che divennero poi
tristemente celebri, per le quali ancora oggi si svolgono cerimonie di
notevole spessore sentimentale.
Per quello che si è potuto sapere,
Adolfo Venturoli venne sepolto con
altri in fosse comuni realizzate dagli
stessi tedeschi. Per questa ragione
viene ricordato anche durante le ce-
lebrazioni del XXV Aprile, essendo
partito in pratica come partigiano,
in un momento molto delicato per
l’esercito italiano. Si è saputo anche
che il giovane ufficiale del Genio
Zappatori, non era a Cefalonia con
la sua compagnia, ma in un distaccamento lontano un centinaio di
chilometri dalla nota località, nella
quale venne trasferito proprio durante i fatti tanto incresciosi.
Nicola, 27 anni, Capitano del Genio
Trasmissioni della Tridentina, dopo
tre anni di militare, venne fatto prigioniero dai russi, durante la ritirata del Don e finito nella ....., anche
se lui non era addetto al combattimento, essendo appunto alle trasmissioni.
Sempre da quanto si è saputo, sarebbe stato poi caricato su un treno,
sul quale dopo una ventina di giorni è spirato, colpito da tifo potenziale come tanti altri che si trovavano
sul convoglio, quindi sarebbe stato
scaricato dal treno.
Due giovani ufficiali e cittadini bedizzolesi che praticamente si sono
trovati nel punto sbagliato che non
era il loro usuale, nel momento sbagliato.
Ci ha espresso tutto il suo rammarico e quello della famiglia in generale, Nicola Venturoli, attualmente
geometra che opera negli uffici posti al centro di Bedizzole, al quale è
stato dato il nome di uno dei suoi
zii scomparsi: “per loro non esiste la
tomba, ma conserviamo molte lettere e fotografie, nonchè un ricordo
indelebile e commosso - ci ha detto
più volte Nicola Venturoli -. “Ci ha
fatto notare come anche in città a
Brescia esista una via Fratelli Venturoli, a loro dedicata in quanto giovanissimi, ma già abili geometri (la
famiglia Venturoli ha “sfornato” ben
dieci geometri), avevano lavorato per
costruire particolari abitazioni nella
zona del quartiere Sant’Anna.
Ecco quindi il perchè di una via Fratelli Venturoli a Bedizzole, che serve a ricordare due giovani cittadini
che non hanno avuto la possibilità
nemmeno di trascorrere una normale giovinezza, perchè dopo lo studio
ed il lavoro, sono stati impegnati in
guerra, senza far ritorno nemmeno
da morti.
Il terzo fratello, Lodovico, ha avuto
un’attività molto intensa. Richiamato militare nel 1939, venne fatto
prigioniero a Turla, vicino a Mosca,
quindi dopo l’otto settembre ha
conosciuto anche il campo di concentramento in Germania. Tornato
a Bedizzole, ha eseguito da protagonisti lavori che hanno trasformato
il paese: l’acquedotto innanzi tutto,
perchè non esisteva per niente a
Bedizzole e la famiglia attingevano
l’acqua dai pozzi mentre le donne
andavano a lavare i panni in sariola; quindi ha realizzato la strada
provinciale Due Porte - Padenghe,
le fognature, e particolari lavori sul
Ponte del Chiese a Bettoletto. Opere
che ancora oggi la popolazione usufruisce con grande soddisfazione.
Ha lasciato questa vista ed un grande ricordo in tutti, nel 1959.
Parrocchia di S. Stefano Protomartire in Bedizzole - Pag.26
Le foto raccontano di una comunità viva
Festa del Ringraziamento
Pellegrinaggio a Cornabusa
Quelli di Macesina
4 Novembre in Parrocchia
All’Abbazia di Pontida
Pranzo della Solidarietà
Sono tornati alla Casa del Padre
Anagrafe Parrocchiale
Sono nuovi figli di Dio
Conforti Maria Chiara di Cristiano e di Tosa Silvia
Baglioni Mirco di Wiliam e Parini Debora
Tellaroli Andrea di Severino e Vaglia Nadia
Gorlani Melissa Maria di Gianluca e Bonaglia Alessandra
Botti Matteo di Fabio e Caldera Manuela
Mucchetti Silvia di Massimo e Filippini Sonia
Loda Christian di Matteo e Vludia Romanita
Pasinetti Loris di Giuliano e Nichele Astrid
Artunghi Nicola di Gregorio e Pisciali Sabrina
70° Gheda Martina di Nicola e Massetti Eleonora
Si sono sposati nel Signore
19°
Belletti Andrea e Bettinsoli Ilaria
74°
Gisella Boldini di anni 87
Forbici Liliana di anni 80
Metelli Angelo di anni 77
Bottarelli Maria di anni 85
Pierobon Antonia di anni 77
Laffranchi Angelo di anni 63
Zoccolino Francesco di anni 77
Cipollina Filippo di anni 85
Costa Andrea Luciano di anni 86
Evasini Maria di anni 85
Grazie per ogni gesto di generosità
Offerte in Parrocchia S. Stefano:
dal 17 ottobre al 29 novembre 2010
Offerte settimanali
Candele
Battesimi
Funerali
Matrimoni
Stampa Cattolica
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3.546,66
839,47
100,00
1.120,00
200,00
37,00
Offerte Pro Opere Parrocchiali
1° Domenica di Novembre
N.N.
N.N.
N.N.
N.N.
Amici di Macesina
Giornata Missionaria
Pranzo di Solidarietà
Giornata Seminario
Giornata del Pane
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1.062,16
1.500,00
100,00
250,00
150,00
200,00
3.130,03
1.270,00
1.844,33
485,57
[email protected]
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gennaio 2011 - Parrocchia di Bedizzole