S
vizzera
sull’orlo
di un
eferendum
ESTERO
R
Il popolo svizzero sarà chiamato a votare la
prossima estate per un referendum e
un'iniziativa concernenti l'interruzione
volontaria di gravidanza. In vista di questo
appuntamento di grande rilevanza anche fuori
dei confini del Paese, i vescovi svizzeri hanno
assunto la posizione che segue.
L’estate prossima, il popolo elvetico sarà chiamato
a pronunciarsi sulla legge di aborto. Appuntamento
importante anche fuori dei confini del Paese.
I vescovi hanno pubblicato questo documento
Una suggestiva
immagine di Ginevra
L
a vita umana, creata da Dio e santificata da
Gesù Cristo, possiede una dignità
incomparabile e intangibile. Tale dignità è
oggi universalmente riconosciuta quale diritto
alla vita, come si può leggere anche nella
Costituzione federale (cfr. art. 7 e 10,1). Uno
dei primi compiti della Chiesa e dello Stato è
quello di tutelare la vita in ogni sua fase,
compresa quella dei disabili e dei nascituri. Nel
patrimonio genetico, come sappiamo oggi, la
personalità è già presente. Qualsiasi
interruzione volontaria di gravidanza implica
Sì alla vita
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pertanto la morte di un essere umano: essa
non è dunque ammissibile dal punto di vista
etico, qualunque sia la legislazione in vigore.
La depenalizzazione dell'interruzione
volontaria di gravidanza durante le prime
dodici settimane (art. 119, 2), come pure
l'estensione della soluzione dell'indicazione
contenuta nell'art. 119, 1, sono semplicemente
inaccettabili per i vescovi svizzeri. In questi
nuovi articoli, lo Stato non prende più
abbastanza sul serio il suo ruolo di protezione
della vita umana che deve nascere, della vita
senza difesa, e delega ampiamente la tutela di
questa vita alla sola responsabilità delle donne
coinvolte, o del medico curante, senza offrire
loro l'aiuto necessario nella disperazione.
I vescovi sono consapevoli del fatto che il
problema della tutela della vita non può essere
risolto solo in base al diritto penale. In vista di
una migliore soluzione della problematica
LIBRI
L’AGENDIARIO SBARCA IN PORTOGALLO E BRASILE
D
oppia traduzione in lingua portoghese, destinazione Portogallo e Brasile, dei volumi "Sarò
mamma" e "Sarò papà" scritti dal dr. Gianni Astrei
e dalla dr.ssa Antonella Bevere, con il contributo del dr.
Pierluigi Diano autore dei simpatici disegni.
Uno "sbarco" all'estero che fa seguito a quelli già
avvenuti in Francia, Perù e Colombia con il primo dei
loro libri "La mamma e il suo bambino" Agendiario del
primo anno di vita del tuo bambino.
Attualmente sono in atto dei contatti con editori
giapponesi: l'occasione per una nuova traduzione; per
la "Terra del Sol Levante".
ESTERO
dell'interruzione volontaria di gravidanza, è
opportuno promuovere in primo luogo un
insieme di misure legali a favore delle donne
coinvolte e della tutela della famiglia:
assicurazione di maternità, congedo di
maternità, assegno di maternità, asili nido,
riduzione dei premi dell'assicurazione-malattia,
sgravi fiscali, ecc. E' parimenti opportuno
promuovere un sistema di consultori per le
donne incinte, capace di offrire un aiuto
concreto con il sostegno dello Stato. Solo nel
quadro di un simile insieme di misure, grazie al
quale lo Stato compirebbe il suo dovere di
tutela, una modifica della legge apparirà meno
problematica agli occhi dei vescovi.
La Ces ha già sviluppato le proprie
convinzioni in nove tesi sull'interruzione
volontaria di gravidanza, disponibili in tedesco
su internet www.kath.ch/sbk-cescvs/f/presse/communiques/022.htm e sotto
forma di opuscolo (Neun Leitsätze zum
Schwangerschafsabbruch-Veröffenlichungen
der Theologischen Kommission der Sbk –
Kirche und Öffentlichkeit). Queste tesi
ricordano la problematica complessa, gli
interrogativi etici e le implicazioni sociopolitiche di cui bisogna tener conto a
proposito dell'interruzione della gravidanza.
Alla luce di queste considerazioni, i vescovi
ritengono inoltre che l'iniziativa per la madre e
il bambino, nonostante le misure positive che
contiene e l'aiuto previsto in caso di bisogno,
sia insufficiente. Una sola legge penale, il cui
non rispetto è prevedibile, per esperienza
non permette di compiere passi avanti. In vista
della campagna che si annuncia, esortiamo i
credenti e tutto il popolo svizzero a
impegnarsi attivamente per una migliore tutela
della madre e del bambino, sulla base di
queste considerazioni e della loro coscienza
di uomini e di cristiani.
Friburgo, 5 settembre 2001
L’Irlanda vuole
una legge
più restrittiva
Nei prossimi mesi si voterà infatti per eliminare
dalla legge la possibilità di abortire
quando la donna è sull’orlo del suicidio.
Così sarebbe possibile abortire
solo in caso di pericolo di vita per la madre.
Il referendum è sostenuto dal governo di Dublino
e dall’opinione pubblica che si conferma pro life
R
eferendum sull’aborto anche in Irlanda,
anche se con intenti esattamente
opposti. Il primo ministro Bertie Ahern
ha infatti in programma di indire un
referendum che si terrà con ogni
probabilità in primavera. Sarebbe questa la
terza volta che gli irlandesi sono chiamati a
votare su questa materia in due decenni. La
mossa è destinata a rendere ancora più
ferree le leggi sulla interruzione di
gravidanza.
In Irlanda l'aborto è attualmente illegale
a parte qualche eccezione: è permesso,
per esempio, quando esiste il rischio che la
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