FRANCESCO NIGRO LA SOCIETA' FILANTROPICA E CONSORZIALE DI SAN NICOLA LA STRADA E SAN MARCO EVANGELISTA FONDATA NEL 1883 FRANCESCO NIGRO LA SOCIETA' FILANTROPICA E CONSORZIALE DI SAN NICOLA LA STRADA E SAN MARCO EVANGELISTA FONDATA NEL 1883 Pubblicazione a cura del circolo ARCI NOVA "Il Giardino" di San Nicola la Strada - 1990 In copertina: Gruppo di persone appartenenti alla media borghesia in gita venatoria, in località "lagno di Aurno", alla fine dell'800. E' riconoscibile, con i baffi spioventi, seduto al tavolo, il notaio Domenico Gentile, socio promotore della società filantropica e consorziale. PREFAZIONE La società filantropica e consorziale di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, portata alla luce da Francesco Nigro, si presta ad alcune brevi considerazioni, che riguardano l'attività storiografica in generale e specialmente quella compiuta in loco, nei piccoli insediamenti urbani, dove l'eco delle grandi contese politiche di solito giunge quasi affievolita. La prima considerazione è quella che la ricerca d'archivio e lo studio attento dei documenti ritrovati possono capovolgere la prima impressione che si ha di fatti o di istituzioni incontrati quasi per caso. Sotto il filantropismo, il rispetto e l'amore di ogni uomo (un principio universalistico) si scopre infatti una malcelata manovra politico-elettoralistica, che la sinistra storica ormai al potere da sette anni compie per allargare la base dei suoi suffragi in una zona sensibile della Campania. Gli iscritti alla società filantropica - in particolar modo i fondatori - non hanno affatto bisogno di protezione e di conforto: sono uomini arrivati, professori, sindaci, assessori, benestanti. E' la media borghesia che avanza. Ed ecco la seconda considerazione. Essa si ricava dall'articolo 4, lettere d ed e dello statuto. Possono essere iscritti, infatti, alla società coloni proprietari o coloni affittuari, purchè non abbiano sottoscritto un contratto di censo, che comporta un'alienazione sia pure temporanea dell'immobile. Titolo di ammissione, quindi, è o la libera proprietà o il libero contratto, stipulato alla pari; chi per caso (errore o disgrazia) abbia alienato il suo immobile con il censo riservativo o conservativo sarà escluso dalla società, non sarà cioè oggetto di attenzione filantropica. Naturalmente il bracciante (ed allora ve ne erano tanti) è del tutto indesiderabile; il filantropismo stranamente non lo riguarda. E' questa una chiara indicazione del limite classista della sinistra storica, che si manifesta anche nelle sue piccole organizzazioni, del suo trasformismo e del suo clientelismo, malanni politici ancora oggi non interamente eliminati. Prof. Ortensio Severino "In virtù dei diritti conferiti dall'art. 32 dello Statuto fondamentale del Regno si costituisce fra i cittadini di San Nicola la Strada e quelli di San Marco Evangelista un'Associazione sotto il titolo di Società Consorziale Filantropica. Gli uffici di Amministrazione avranno sede in San Nicola la Strada. In San Marco Evangelista vi sarà una sala succursale di riunione, qualora i Soci raggiungeranno il numero di venti". Così recita l'art. 1 dello statuto della società filantropica e consorziale di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, approvato il 15 aprile 1883 dall'assemblea generale, presieduta da Francesco Saverio Santoro (1). La commissione preposta alla stesura dello statuto risulta composta dal parroco Ciaramella Filippo, De Matteo Bernardino, notaio Gentile Domenico, Scaramella Enrico, Pascariello Angelo, Di Maio Aniello, Barecchia Domenico, Perreca Giovanni. La stampa dell'opuscolo contenente le norme statutarie è curata dallo stabilimento tipografico del comm. G. Nobile e C., corso campano 106, Caserta. La società consorziale filantropica s'ispira ad un filantropismo generico, universalistico, senza troppi principi ideologici, che riguardano il mondo, Dio. Dice l'articolo 2 dello statuto: "L'istituzione avrà per iscopo: a) Di concorrere in parte, fra i limiti possibili della Cassa, a compensare i danni provvenienti dalla gragnuola, dall'incendio dei soli fabbricati, e da malattia, quando questa non dipenda da vizi venerei o da altre cause colpevoli. Tuttociò a discrezione della Consulta; b) Di migliorare le facoltà intellettuali e morali dei Soci, mercè scuole serali o festive, a qual uopo sarà istituita una biblioteca e nominato un bibliotecario, quando le facoltà economiche della Società il concederanno; c) Di sovvenire l'infelice in genere". (1) Museo Provinciale Campano di Capua, Statuto della Società Filantropica e Consorziale di San Nicola e San Marco, 1883. 5 Per poter essere ammessi a far parte dell'associazione (artt. 3 e 4) i soci, oltre ad essere cittadini dei comuni di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, aver compiuto il quindicesimo anno di età (per i minori degli anni ventuno occorre il consenso dei genitori), essere di fisico sano, essere di buona condotta politica e morale, devono appartenere ad una delle seguenti cinque classi: a) Proprietari assoluti; b) Esercenti professioni od impieghi civili od ecclesiastici; c) Negozianti, industrianti, artisti, artigiani; d) Coloni proprietari; e) Coloni fittaiuoli, cioè quelli che coltivano terreni senza censo di sorta (1). La bandiera dell'associazione è il "tricolore nazionale colla scritta SOCIETA' FILANTROPICA CONSORZIALE di S. Nicola e S. Marco" (art. 13). Il distintivo dei soci consiste "in una medaglia di argento del diametro di centimetri 3 e del valore intrinseco di lire due, avente al diritto SOCIETA' FILANTROPICA consorziale, ed al rovescio le parole SAN NICOLA E SAN MARCO con L'EMBLEMA DELLA FRATELLANZA" (art. 14). La tassa di ammissione è di L. 10 per i soci promotori e di L. 5 per gli ordinari e per gli straordinari (art.22). Oltre alla tassa di ammissione, "ciascun socio, esclusi gli onorari, pagherà perennemente la tassa mensuale di centesimi CINQUANTACINQUE" (art. 23). "Le due tasse formeranno il fondo per le spese correnti ordinarie e straordinarie e forniranno i mezzi onde adempiere agli obblighi della società verso i suoi membri a far tempo dal 1° gennaio 1884 " (art. 24). Le iniziative di soccorso dell'associazione filantropica concernono i diritti dei soci e riguardano settori ben definiti. L'articolo 37 dello statuto stabilisce che "durante il tempo della malattia, il Socio ammalato riceverà oltre le medicine necessarie un sussidio di centesimi (1) Vendita con rendita annua (riservativo) oppure alienazione di immobile con patto di riscatto e prestazioni periodiche (consegnativo) - Prestito ad interesse. 5 75 al giorno". L'articolo 38 afferma che "dopo dieci anni consecutivi dalla inscrizione il Socio avrà diritto ad un assegno giornaliero di centesimi cinquanta, quando fosse divenuto assolutamente inabile a qualsiasi lavoro proficuo, od all'esercizio della sua professione, arte o mestiere. Gl'impiegati Civili ed Ecclesiastici che per ingiusta causa venissero sospesi o rimossi dall'esercizio della carica, avranno diritto all' assegno giornaliero di lira una durante il tempo della sospensione. Un tale assegno non potrà eccedere mesi tre". L'articolo 39 dice che "in ogni caso di decesso la società ha il dovere di fornire la carrozza funebre e tutte le altre spese necessarie per un decente funerale sino alla concorrenza di L. 25. Tutti i Soci promotori, ordinari e straordinari faran parte del funebre corteo. Quel socio che essendo libero non interverrà al funebre corteo, si assoggetterà alla multa di centesimi cinquanta per ogni mancanza, che andrà in beneficio della Cassa della società". L'articolo 35 dispone che la vedova di un socio "conserverà gli stessi diritti del marito, purchè continuerà a pagare la tassa mensuale". I fondi dell'associazione sono disciplinati dall'art. 43 ("I fondi della Società saranno resi fruttanti sia coll'impiego in pubbliche Casse, sia con prestanze a privati, salvo in quest'ultimo caso soddisfacente garenzia da accettarsi dal Comitato d'Ordine. Le prestanze private saranno fatte al saggio di interesse non maggiore del 4 per cento"). Sono questi alcuni dei cinquantacinque articoli che compongono lo statuto e che regolano la vita dell'associazione. I capitoli in cui è suddiviso lo statuto sono quattro, e precisamente il capo primo tratta delle disposizioni generali, il secondo dell'ammissione, il terzo dei diritti e dei doveri, il quarto del presidente, dei vice-presidenti, del segretario e dei vice-segretari, dei controllori, della prefettura di disciplina, del medico, degli inservienti. La Società filantropica e consorziale di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, fondata nel 1883, è indicativa di una certa condizione del Mezzogiorno nell'ultimo ventennio dell'800, un ventennio molto agitato per la tensione sociale esistente nelle campagne, la crisi agraria del 1880, la battaglia doganale con la Francia (1887), la fondazione del partito socialista (1892), i Fasci siciliani (organizzazio7 ni di lavoratori di ispirazione socialista e anarchica le cui agitazioni sono soffocate ed i cui capi condannati 1893-5), la grave sconfitta delle truppe italiane ad opera degli eserciti etiopici ad Adua (1896), che costringe il governo Crispi a rassegnare le dimissioni, la sommossa (1898) in varie città italiane, come Milano e Napoli, per il rincaro dei prezzi del pane e degli altri prodotti alimentari, l'assassinio di Umberto I° ad opera di un anarchico (1900). Nel Mezzogiorno prevale l'anarchismo e si sviluppa una vera azione anarchica. La diffusione dell'anarchismo si ha dopo la morte di Mazzini (1872), perchè questi fa da argine alle idee anarchiche. Bakunin, anarchico russo, ritiene che i protagonisti non sono gli operai, ma í contadini. Quindi il Sud, ove ci sono una situazione giacobina ed uno spirito di rivolta, è terra d'elezione. Carlo Cafiero ed Errico Malatesta, discepoli di Bakunin, nel 1877 sono a capo della banda del Matese; con quaranta uomini (macellai, calzolai, ecc.), provenienti dal Nord, invadono alcuni villaggi. Essi pensano che da quella zona, dove è presente il brigantaggio, possano trascinare il popolo. E' l'illusione anarchica di stampo giacobino: un'élite che trascina la massa. L'iniziativa è stroncata, gli anarchici presi e processati. Sono difesi in giudizio dal giovane avvocato napoletano Francesco Saverio Merlino, che successivamente si stacca dall'anarchismo. Cafiero diventa pazzo e muore tale. Gli anarchici sono intellettuali, per principio, senza un programma, il che lascia tutti perplessi e costituisce uno dei motivi per cui non sono molto seguiti. L'anarchismo si spegne perchè non tiene conto della situazione reale e anche perchè si infiltrano nei suoi circoli gente di malavita, come i camorristi. L'anarchismo, che vuole scardinare l'assetto sociale, sfocia nel nichilismo, nel terrore. Nel Nord, anzichè l'anarchismo, prevale il socialismo riformista sul modello della socialdemocrazia tedesca. A partire dal 1850 già si hanno società di mutuo soccorso e cooperative. Nel 1874 nel Veneto sorge l'Opera dei Congressi, la grande associazione a carattere nazionale del laicato cattolico. Nell'ultimo ventennio dell'800 si afferma il filosofo meridionale An- 8 tonio Labriola che è un teorico rigoroso, che fonda ancora la rivoluzione sull'avanzata del proletariato. La posizione di Labriola, che vuole un socialismo ortodosso, è contrapposta a quella di Turati, che vuole un socialismo riformista, una sintesi di forze democratiche. Labriola vuole, come suol dirsi, la maniera forte, mentre Turati finirà con il dare appoggio a Giolitti. Tutti i meridionalisti che assurgono in questo periodo, quali Sonnino, Villari, Giustino Fortunato, sono anticapitalisti, antindustriali. Essi pensano che l'Italia che si va industrializzando al Nord sia fatta tutta a danno del Sud e quindi propongono per il Sud una riforma agraria, però in senso conservatore, che essi vorrebbero estendere a tutta l'Italia. Per il Sud, in particolare, propongono la mezzadria, prestiti agrari, il sorgere di una piccola proprietà indipendente, di modo che la nuova classe rurale sia docile alleata della borghesia. Questi meridionalisti, in pratica, vorrebbero fermare tutto lo sviluppo socio-economico del nuovo Stato. Hanno una visione arcaica, rurale dell'Italia. Temono pure che l'istruzione possa portare alla rivoluzione. Essi accusano lo Stato (la Sinistra è al potere) di non interessarsi della società eticamente così come la destra storica aveva agito precedentemente con spirito hegeliano. Il Mezzogiorno vede dunque la ventata anarchica esaurirsi, il socialismo distante dalla società, l'incapacità dei meridionalisti di intuire una via di progresso per la realtà meridionale. In questa situazione di crisi, di arretratezza culturale e sociale, vediamo sorgere alcune associazioni operaie di mutuo soccorso oppure filantropiche come la società filantropica e consorziale di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista del 1883. Il filantropismo è evidentemente un aspetto dell'illuminismo: è l'amore di ogni uomo per l'altro. Questo ritorno indietro potrebbe esprimere soltanto smarrimento, amarezza, delusione di alcuni ceti sociali.Ma se scorriamo i nomi dei soci promotori della predetta società, scopriamo che fra essi ci sono alcuni insigni personaggi che fanno parte integrante della classe dirigente, cioè della sinistra storica allora al potere. Infatti il primo nome in ordine di lista è quello di Jacopo Comin, nato 9 a Padova il 16 marzo 1832, appassionato di archeologia, giornalista, uomo politico. Egli riesce a fare del "Pungolo" il portavoce degli interessi e delle aspirazioni della borghesia meridionale. Il 7 gennaio 1866 entra a far parte del Parlamento (IX legislatura 1865 - 1867) in sostituzione di un deputato che, eletto nel collegio di Caserta nelle elezioni del 22 ottobre 1865, opta per Napoli VII. Il Comin, riconfermato nelle elezioni del 10 marzo 1867 (X legislatura 1867 - 1870), subisce una sconfitta elettorale nelle elezioni del 27 ottobre 1870 che lo esclude dall'XI legislatura (1870 - 1874). Ritorna in Parlamento con le elezioni dell'8 novembre 1874 ()II legislatura 1874 - 1876) e vi resta per la XIII (1876 - 1880), per la XIV (1880 - 1882), per la XV (1882 - 1886), per la XVI (1886 - 1890), per la XVII (1890 1892) e per la XVIII legislatura (1892 - 1895). Afflitto da una grave malattia, muore 1'11 settembre 1896 nella casa del senatore del Giudice, a S. Gregorio d'Alife. Vi è poi Augusto Pierantoni, nato a Chieti nel 1840, appartenente ad una famiglia di patrioti. Egli segue giovanissimo la spedizione dei Mille, è a Torino segretario del Mancini e del Matteucci, ma nel 1866 è di nuovo con Garibaldi nel Trentino. Professore di diritto costituzionale e internazionale, insegna nelle Università di Modena, Napoli e di Roma. La sua casa ospitale di Centurano di Caserta, col favore della moglie Grazia Mancini, poetessa, drammaturga, memorialista, è salotto aperto a uomini politici, letterati, artisti. Pubblica numerosi libri di storia e di diritto ed è membro del Parlamento. Nelle elezioni dell'8 novembre 1874 il Pierantoni viene eletto deputato del regno d'Italia nel collegio di Santa Maria Capua Vetere (XII legislatura 1874 - 1876). E' rieletto nello stesso collegio nelle elezioni del 5 novembre 1876 (XIII legislatura 1876 - 1880) e del 16 maggio 1880 (XIV legislatura 1880 - 1882). Risulta ancora eletto nelle elezioni del 29 novembre 1882 (XV legislatura 1882 - 1886) nel collegio di Caserta I, che ha assorbito il collegio di Santa Maria Capua Vetere in seguito alla riforma elettorale del 1882, con la quale il sistema uninominale è sostituito con quello plurinominale. Nel corso della legislatura, il 25 novembre 1883 è nominato senatore del Regno. I0 Il nome di Mariano Semmola, professore, altro socio promotore, figura tra gli eletti della XV legislatura (1882 - 1886) nel collegio di Caserta I. Le elezioni si svolgono il 29 novembre 1882 con scrutinio di lista ed al collegio di Caserta I sono assegnati cinque deputati. Socio promotore è anche il marchese Gaspare Cocozza, eletto deputato del Regno nel collegio di Nola nelle elezioni dell'8 novembre 1874 ( XII legislatura 1874 - 1876). Il suo nome si ritrova tra gli eletti della XIII, della XIV, della XV, della XVI e della XVII legislatura. Segue Filippo Teti, nato 1'11 marzo 1835 a Santa Maria Capua Vetere, avvocato, fervente patriota, eletto deputato il 4 giugno 1876, alla fine della XII legislatura (1874 - 1876), in sostituzione di un deputato del collegio di Sara, nominato senatore. Il suo nome riappare tra gli eletti della XV e della XVI legislatura nel collegio di Caserta I. Il 10 ottobre 1892 è nominato senatore del Regno. Circa le competizioni elettorali in provincia di Caserta, bisogna sottolineare che esse portano al rafforzamento della Sinistra e al ridimensionamento delle forze della destra storica. Nelle elezioni per la XII e la XIII legislatura, svoltesi rispettivamente il 1874 e il 1876, la sinistra storica in provincia di Caserta diventa la forza principale. Tali risultati elettorali sono dovuti anche alla politica fiscale della Destra, che ha generato malcontento tra i proprietari meridionali. Seguono i nomi di altri soci promotori, meno insigni dei precedenti, ma non per questo non detentori di leve di comando nel campo politico, sociale, religioso. Santoro cav. Filomeno è, ad esempio, sindaco di San Nicola la Strada per diversi anni. Savastano Mattia è sindaco di San Marco Evangelista per oltre un decennio. Molti altri sono consiglieri o assessori comunali di San Nicola la Strada (Pascariello Giovanni, Pascariello Pasquale, Gentile Francesco, Maienza Girolamo, Pontieri Achille, Giaquinto Biagio, Ciaramella Nicola, Carfora Francesco, Pontillo Domenico) e di San Marco Evengelista (Cicala Michele, Gallo Michele, Di Maio Giuseppe, Ciaramella Felice, Sparaco Marco). Scaramella Enrico è nominato vice segretario comunale a San Nicola la 11 Strada. Grasso Gennaro e D'Amore Giuseppe sono impiegati di segreteria comunale a San Marco Evangelista. Altri soci sono componenti di importanti commissioni. Ad esempio De Matteo Berardino, Gentile Domenico, Biscardi Giuseppe, Ciaramella Nicola fanno parte della commissione sanità di San Nicola la Strada (1). Barecchia Domenico è autore dell'opuscolo serio, giocoso, di pagine 64, dal titolo "La trizotricoflegia in San Marco Evangelista - 1882". E' evidente che siamo al cospetto di uomini non sprovveduti, che si associano e si organizzano per difendersi dai mutamenti in atto nella società. Dopo quanto esposto, addirittura siamo portati a dire che il filantropismo di cui si f regia la società filantropica e consorziale è soltanto una etichetta, se non una maschera, per nascondere ben altre intenzioni sociali e politiche e forse per occultare lo scopo di assicurarsi una base elettorale, che ancora a quei tempi, pur dopo le riforme elettorali compiute dalla stessa sinistra storica, era molto ristretta. Tutto questo s'inquadra nella nuova politica inaugurata dalla sinistra storica con i caratteri del trasformismo e del clientelismo e con la creazione di strutture organizzative, come quelle sorte alla fine degli anni '70 in provincia di Caserta. La Destra fa capo all'ASSOCIAZIONE COSTITUZIONALE DI TERRA DI LAVORO, la Sinistra fonda l'ASSOCIAZIONE POLITICA PROVINCIALE DEI PROPUGNATORI DELLA VERITA' COSTITUZIONALE, alla cui testa troviamo, tra gli altri, Filippo Teti. I due schieramenti contrapposti danno anche vita, negli anni 1870 1880, a due periodici casertani: IL PATTO COSTITUZIONALE e LA VERITA' COSTITUZIONALE. La fondazione della società filantropica e consorziale di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista ci appare, in definitiva, come una piccola operazione organizzativa politica simile però, non tanto per la struttura, quanto per i fini, a quelle due grandi organizzazioni sopramenzionate. (1) Archivio di Stato di Caserta, Prefettura, Carte Amministrative. 12 APPENDICE ELENCO DEI SOCI PROMOTORI: COMIN JACOPO PIERANTONI AUGUSTO SEMMOLA MARIANO COCOZZA GASPARE TETI FILIPPO ANSELMI AMEDEO SANTORO Cav. FILOMENO SANTORO LUIGI SANTORO FRANCESCO SAVERIO SANTORO BIAGIO PICCIRILLO DOMENICO D'AMORE GIUSEPPE D'AMORE GIOVANNI D'AMORE RAFFAELE SERIO ANDREA GRASSO GENNARO SCARAMELLA ENRICO PONTILLO DOMENICO BARECCHIA DOMENICO CIARAMELLA Parroco FILIPPO GENTILE FRANCESCO GENTILE DOMENICO di Prospero DE MATTEO BERARDINO ROSSI GIOVANNI SANTORO FRANCESCO PAOLO 14 ROSSI FRANCESCO PASCARIELLO PASQUALE PASCARIELLO LUIGI PASCARIELLO ANGIOLO GIAQUINTO BIAGIO CLEMENTE GIOVANNI CECERE DOMENICO PASCARIELLO GIOVANNI BISCARDI DOMENICO BISCARDI GIUSEPPE BISCARDI DONATO LETIZIA GIUSEPPE FERRAIUOLO Parroco FILIPPO TISCIONE NICOLA TISCIONE VINCENZO TISCIONE PIETRO DI MAIO ANIELLO DI MAIO GIUSEPPE LETIZIA ANTIMO CARFORA FRANCESCO PONTIERI ACHILLE MAIELLO SAVERIO FORESTA FRANCESCO MICCOLO MICHELE SAVASTANO MATTIA DELLA PERUTA VINCENZO 15 DELLA PERUTA NICOLA ROTA NICOLA DE MATTEO MARCO SPARACO NICOLA FARINA ANTONIO fu Alessandro CIARAMELLA NICOLA LANDOLFI ALESSANDRO VIOLA SABATINO CICALA MICHELE GENTILE GIOVANNI GENTILE DOMENICO di Giovanni VANORE SILVESTRO GALLO MICHELE CIARAMELLA FELICE FUSCO GIUSEPPE TAGLIAFIERRO GIUSEPPE MAROTTA PASQUALE D'ALOIA ERASMO TAGLIAFIERRO ANTONIO MAIENZA GIROLAMO DI SPAZIO DOMENICO GALLO DOMENICO SPARACO MARCO RAUCCI PASQUALE RAUCCI NICOLA MASELLA GIO. BATTISTA 16 MAIENZA LUIGI MIGLIORE PASQUALE FARINA ANTONIO di Pietro RUSSO AGOSTINO MAIENZA GIUSEPPE NIRO DOMENICO MINUTOLO SEBASTIANO RUSSO MICHELE IANNUCCI Dott. GIUSEPPE GRILLO Dott. DOMENICO SANTORO DEMETRIO MADONNA PIETRO DI SPAZIO PIETRO 17 Certificato N ..................... SOCIETA' FILANTROPICA E CONSORZIALE DI SAN NICOLA E SAN MARCO Si dichiara che il Signor ................................................................... nato in ......................................................................... li............................. .........................dimorante............................................................ ..............................di professione.............................................................. Stato Civile................................................................................................ appartiene a questa Società in qualità di Socio ....................................... .........................e che come tale trovasi iscritto al N .............................. del generale registro in data................................................................... In fede di che si rilascia il presente certificato firmato dal Presidente e dal Segretario. S. Nicola, addì.........................................188 .... Il Segretario 18 Il Presidente CONTO CORRENTE Anno 188 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 19 BIBLIOGRAFIA Decennale della Provincia di Caserta "Terra di Lavoro". M C M X L V - M C M L V Amministrazione della Provincia Caserta 1956. - Dizionario biografico degli italiani. - Giuseppe Tescione, Alcuni aspetti della storia della provincia di Caserta fra Ottocento e Novecento, in vol. Le immagini e il tempoTerra di Lavoro tra Ottocento e Novecento, pag. 11-17, 1988. 20