Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Le definizioni di comunicazione si possono dividere in due
grandi campi:
Comunicazione
come trasmissione,
passaggio di
informazioni
Comunicazione
come relazione,
condivisione,
comprensione
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
DUE GRUPPI DIDEFINIZIONI
Comunicazione come
trasmissione, passaggio
di informazioni:
Comunicazione come
relazione, mettere in
comune, comprensione
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
MODALITA’ COMUNICATIVE
La comunicazione può essere:
•Comunicazione verbale: utilizza le parole
•Comunicazione non verbale: espressione del volto, gesti, tono
della voce, etc. E' meno facilmente sottoponibile a "censura", e
quindi tradisce gli effettivi sentimenti, stati d'animo, opinioni.
•Comunicazione simbolica: il nostro modo di vestire, gli oggetti di
cui ci circondiamo, etc, costituiscono una parte molto significativa
della nostra comunicazione
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
L'apprendimento varia al variare delle tecniche
comunicative e dunque dei diversi canali di percezione.
Tecniche di
comunicazione
Canale di percezione
% di
apprendimento
Solo udito
20%
Grafica-gestuale- iconica
Solo vista
30%
Mista
Udito + vista
50%
Verbale
Mista
Mista +
sperimentazione
Udito + vista + discussione
70%
Udito+vista+discussione+uso
90%
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
In ogni caso occorre fare molta attenzione perché non
tutto quello che viene comunicato arriva al ricevente
Anzi, di solito:
il soggetto vuole dire 100
in realtà dice 80
il ricevente sente 50 (a causa dei disturbi dell'ambiente)
capisce 30
ricorda 20
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Quindi per una gestione cosciente della comunicazione
è sempre necessario definire con esattezza:
1. a chi ci rivolgiamo (chi
sono i soggetti con i quali
devo entrare in relazione?)
2. l'obiettivo (cosa vogliamo
che
facciano,
pensino,
abbiano presente, al termine
della comunicazione?)
3.che cosa comunicare (quali
sono i punti fondamentali che
devo comunicare per ottenere
l'effetto voluto e creare la
relazione?)
4.come comunicarlo (quali sono
"gli strumenti" di comunicazione
più adatti a ottenere l'effetto
voluto? Scritto, orale, ecc. )
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Appena arriva una comunicazione, tutti
noi decidiamo in modo estremamente
veloce se ci interessa o meno, se la
ascolteremo o meno.
Avete poco tempo per dividere il mondo
in due: chi sarà interessato al vostro
messaggio, e continuerà a prestare
attenzione, e chi invece no
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Ma come riuscire a farci ascoltare?
1. Dite
in
modo
chiaro
il
concetto
fondamentale, e ricordatevi che solamente
se riuscite a creare una "relazione" la
lettura andrà avanti
2. Scegliete
il
"focus“,
il
concetto
fondamentale che dovete comunicare
(quello che vi permette di raggiungere il
vostro scopo comunicativo)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Il focus è, solitamente, il concetto base
esposto dal punto di vista del ricevente
(comunicazione come relazione)
Mettetelo in risalto e fate in modo che sia
immediatamente riconoscibile come il
messaggio più importante, il principale,
all'interno della comunicazione.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
LA COMUNICAZIONE
IN SICUREZZA
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Contenuti
• Informazione e comunicazione interna
• Contenuti ed attori dell'informazione
• Fonti informative extraziendali
• Piano e strumenti informativi
• Gestione Riunioni
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
INFORMAZIONE
"trasferimento di idee, dati e concetti al personale interessato, in
maniera chiara e completa, tramite strumenti verbali e scritti.“
"elemento che consente di avere conoscenza di fatti, situazioni
ecc.; notizia, ragguaglio"
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna
Approccio psicologico
Approccio organizzativo
• Pone l’accento sulla
dimensione interpersonale
• Pone l’accento sui flussi
di comunicazione
Come interagiscono
gli individui
Come gli individui operano
nell’’organizzazione
nell
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna
• Fase 1: comunicazione interna per impartire ordini e
controllare (ordini di servizio, circolari, ecc.)
• Fase 2: comunicazione interna
integrazione (focus sui valori e la cultura)
per
produrre
• Fase 3:
conoscenza
per
produrre
comunicazione
interna
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna
Quindi Il ruolo centrale della
comunicazione interna è quello di
orientare
i
comportamenti
lavorativi verso il rispetto dei
principi aziendali e verso il
conseguimento degli obiettivi.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna ed
informazione
L’informazione è maggiormente efficace se programmata
nell’ambito della strategia di miglioramento ed integrata con le
altre azioni di comunicazione interna
Legislazione:
programmi di informazione …......
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione interna
Quindi in pratica la comunicazione interna consiste nel:
• INFORMARE (far conoscere il prodotto - VALORE)
• PERSUADERE (convincere della sua VALIDITÀ)
• MOTIVARE (spingere a comprarlo - RISPETTARLO)
POSSIBILI STRATEGIE?
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Possibili strategie
• Fornire informazioni
• Suscitare paura
• Presentare le 2 facce
del problema
• Ripetere il messaggio
• Premiare o gratificare
• Essere/trovare un
modello da imitare
• Mostrare, rinforzare
• Fare leva sulla
professionalità
• Sanzionare
• Emarginare
• Sedersi a tavolino
• Suscitare l’emotività
(se ci fosse tuo figlio
qui….)
• ………………….
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Contenuti dell’informazione
Tutti i rischi per la salute e la sicurezza presenti in azienda
Misure di prevenzione e protezione adottate dall'azienda
Rischi specifici della propria mansione, normative di sicurezza riguardanti
questi specifici rischi e sulle disposizioni aziendali
Pericoli legati all'uso di sostanze, impianti, macchine, utensili (e situazioni
anormali prevedibili)
Mezzi di protezione disponibili e come usarli correttamente
Cosa fare in caso di pericolo, incendio od incidente
Persone a cui rivolgersi in caso di emergenza
Chi è il RSPP, addetti ed il medico competente
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Attori dell’informazione
•Datore di lavoro/Dirigente
•Preposto
•RSPP
•Medico competente
•Ciascun lavoratore
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Piano di informazione
Personale cui rivolgersi
Obiettivi da conseguire:
Migliorare la presa di coscienza delle proprie
condizioni di rischio e delle misure preventive in modo da
adottare comportamenti positivi
Diffondere Know How (sapere come...)
Azioni da realizzare
Scegliere gli strumenti (Modalità e canali informativi)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Strumenti di informazione
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Strumenti più usati
Avviso - avvertimento, informazione, notizia
Circolare - comunicazione scritta fatta per dare istruzioni o
chiarimenti
Opuscolo - libretto di poche pagine, per lo più di carattere
divulgativo o pubblicitario
Manuale - libro contenente le nozioni fondamentali di un
arte o di una disciplina, esposte in modo da permettere una
rapida consultazione
Cartellonistica - Supporti (cartelli, display, insegne,ecc.)
che hanno un forte impatto visivo
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Obbiettivo
Perché ci siamo riuniti, qual è il traguardo da raggiungere, qual è il
risultato atteso...
CHIARO, UNICO
Evitare rischio che:
ciascuno segua il proprio obiettivo (ognuno per sé)
il gruppo sostituisca l'obiettivo ufficiale (decidiamo cosa fare)
il gruppo ingigantisca l'obiettivo (facciamo qualcosa in più)
CONDIVISO?
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Compito
Cosa e quali attività il gruppo dovrà svolgere?
CHIARIRE PER VERIFICARE L’ADEGUATEZZA RISORSE
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Metodo
Definire un certo numero di regole funzionali al raggiungimento
dell'obiettivo
Prestazione
Modalità tecniche di
realizzazione dell'attività
Rapporti interpersonali
Modalità di interazione
fra i componenti per
permettere alla pluralità del
gruppo di esprimersi
PIENA CONDIVISIONE DEL METODO
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Metodo
Processo di carattere negoziale e contrattuale
Nella definizione del metodo il gruppo riflette su se stesso,
stabilisce le modalità di lavoro capaci di:
•influenzare le probabilità di successo/insuccesso nella
prestazione
•influenzare le probabilità di soddisfazione/insoddisfazione nella
relazione
Determina il clima e genera cultura
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Risorse
I contesti organizzativi vedono una pluralità di gruppi all'opera, ciascuno con il
proprio obiettivo e tra loro interconnessi, e pongono a ciascuno di essi vincoli
ed opportunità.
La corretta consapevolezza di risorse e vincoli:
A. permette l'utilizzo di tutte le risorse a disposizione
B. facilita il rispetto dei vincoli
C. promuove atteggiamenti proattivi e propositivi volti a negoziare le risorse
necessarie per il conseguimento degli
obiettivi
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Coordinamento
Fare coordinamento significa prendere per mano il gruppo e farlo procedere,
andare avanti, progredire nel lavoro comune che consente di conseguire
l'obiettivo in modo disciplinato e metodico.
Coordinare significa:
A. fissare/chiarire obiettivo e sub-obiettivi
B. garantire il metodo
C. padroneggiare risorse e vincoli
FARE ORDINE INSIEME
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Coordinamento
Alimentare la motivazione e costruire la fiducia
CREARE E MANTENERE INTRECCIO VIRTUOSO TRA AZIONE E RELAZIONE
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Coordinamento
Come Alimentare la motivazione e costruire la fiducia?
SIGNIFICATO (spiegare, far comprendere, convincere, ecc.)
ENERGIA (attivare voglia di fare, motivazione, vitalità, sicurezza, ecc.)
VICINANZA (verificare costantemente che tutti siano connessi)
CLIMA (elaborare i conflitti, farli esprimere, canalizzare energie verso obiettivi)
CURA (entrare in contatto, interessarsi, riconoscere l'individualità, ecc.)
ESEMPIO (punto di riferimento, modello, fonte ispirazione, ecc.)
COESIONE (senso di appartenenza, riconoscersi, sentimento del noi, identità
collettiva, rafforzare consapevolezza dell'interdipendenza reciproca, ecc)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Coordinamento
Và realizzato senza soluzione di continuità, tuttavia ci sono tre
momenti particolarmente importanti che richiedono un presidio più
attento
A. AVVIO DEL LAVORO
B. PASSAGGI CRUCIALI: passaggio attività, decisione,
interferenza interna/esterna, sospensione lavori, ecc.
C. CONCLUSIONE (piano cognitivo ed emotivo)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Coordinatore
Preparazione della riunione
Leggere tutto il materiale
sull'oggetto della riunione
Considerare quali potranno essere le
opinioni dei partecipanti alla riunione
Decidere come poter "accompagnare" i
partecipanti al raggiungimento degli obiettivi
posti.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni - Coordinatore
1. Cominciare in tempo
2. Mettere le persone a proprio agio
3. Essere pronto ed orientato all'obiettivo
4. Riassumere contenuti di precedenti riunioni
per i nuovi membri
5. Esporre l'obiettivo della riunione
6. Ricordare l'ordine del giorno
7. Ricordare l'orario di chiusura
8. Controllare la discussione
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni
Si deve tenere la riunione periodica ai sensi dell'art 35 del
D.Lgs 81/2008
Sono presenti: datore di lavoro, RSPP, RLS, medico
competente
ES. di comunicazione preparata dal RSPP ed inviata a tutti i partecipanti:
“Per il giorno 5 marzo p.v. alle ore 11.30 è convocata la riunione
periodica ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs 81/2008 .
La partecipazione di tutti i soggetti invitati è obbligatoria”
obbligatoria” .
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni
Art. 35. (Riunione periodica)
1. Nelle aziende e nelle unità produttive che occupano più di 15 lavoratori, il datore di lavoro, direttamente o
tramite il servizio di prevenzione e protezione dai rischi, indice almeno una volta all’anno una riunione cui
partecipano:
a) il datore di lavoro o un suo rappresentante;
b) il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
c) il medico competente, ove nominato;
d) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
2. Nel corso della riunione il datore di lavoro sottopone all’esame dei partecipanti:
a) il documento di valutazione dei rischi;
b) l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria;
c)I criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezione individuale;
d)I programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori ai fini della sicurezza e
della protezione della loro salute.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Riunioni
Art. 35. (Riunione periodica)
3. Nel corso della riunione possono essere individuati:
a) codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie
professionali;
b) obiettivi di miglioramento della sicurezza complessiva sulla base delle linee guida per un
sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.
4. La riunione ha altresì luogo in occasione di eventuali significative variazioni delle condizioni di
esposizione al rischio, compresa la programmazione e l’introduzione di nuove tecnologie che
hanno riflessi sulla sicurezza e salute dei lavoratori. Nelle ipotesi di cui al presente articolo, nelle
unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori é facoltà del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza chiedere la convocazione di un’apposita riunione.
5. Della riunione deve essere redatto un verbale che é a disposizione dei partecipanti per la
sua consultazione.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
GESTIONE DELLA RIUNIONE
PERIODICA DI PREVENZIONE,
DALLA PREPARAZIONE ALLA
PIANIFICAZIONE DELLE
ATTIVITA':
NORME, TECNICHE E STRUMENTI.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
E' stata istituita dal DLgs 626/94, ed è stata
confermata dal DLgs 81/08 (art. 35) e dal DLgs
106/09.
• E' un elemento importante del processo di
comprensione e gestione del rischio occupazionale,
quindi anche un elemento importante del sistema
d'impresa nel suo complesso.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
I componenti obbligatori
Il datore di lavoro o un suo rappresentante.
Il RSPP.
Il medico competente, se nominato.
Il RLS.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
I componenti facoltativi
Sono utili come presenza sistematica, soprattutto nei sistemi aziendali di grandi
dimensioni; possono anche essere integrati nella mailing-list di tutte le riunioni.
Gli ASPP.
ASPP.
I dirigenti aziendali che, seppure non membri del SPP,
hanno un ruolo sistematico nelle azioni aziendali di
prevenzione (ad esempio, il dirigente dell’Ufficio Acquisti)
Acquisti)..
I consulenti aziendali “esterni”, il cui ruolo non è sostitutivo
di quello del datore di lavoro ma di sostegno tecnico a
quest’ultimo..
quest’ultimo
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Gli argomenti che devono essere necessariamente affrontati
nel corso della riunione:
Resoconto delle evoluzioni significative che sono intervenute nel sistema aziendale.
Resoconto aggiornato della valutazione dei rischi.
Consuntivo degli interventi già realizzati di prevenzione, protezione, promozione della
salute e della sicurezza.
Esposizione dei risultati della sorveglianza sanitaria.
Analisi degli eventi negativi accaduti (ovvero “non conformità” nelle aziende dotate di
un SGS): casi-sentinella e cluster di infortuni, “quasi-infortuni”, malattie professionali etc.
Definizione del programma delle cose che si intende fare.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Una riunione periodica di prevenzione significativa ...
… può essa stessa portare ad un aggiornamento
significativo del documento di valutazione dei rischi
(DVR), eventualmente anche del documento di
valutazione dei rischi da interferenza (DUVRI).
Tale aggiornamento può essere semplicemente
costituito da un verbale della riunione ben fatto
fatto..
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Un argomento che può essere utile affrontare nel
corso della riunione, anche in assenza di uno
specifico obbligo di legge, è:
il dettaglio applicativo del DVR nelle sue varie
articolazioni (compreso il DUVRI) specificando già in
tale sede “chi fa che cosa”, con quale grado di
responsabilità e autonomia, con quali scadenze
temporali per le varie sotto-fasi di processo, con
quali risorse.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Di ogni riunione periodica di prevenzione, esattamente come di
quella di condominio,va steso un verbale.
Chiunque vive in condominio sa che si tratta di tutt’altro che una
formalità, anche solo per dare atto della circostanza che non si è
riusciti a trovare un accordo su uno o più punti.
E’ normale riunirsi una volta all’anno, anche solo per dirsi (e
scrivere!) che non ci sono novità sostanziali e tutto è andato bene,
ma se occorre ci si riunisce anche più spesso: ad esempio perché
si è rotta la caldaia per il riscaldamento a metà novembre e non
si può aspettare di discuterne dopo l’inverno.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Premesse generali alla riunione
Deve pre-esistere un linguaggio comune, comprensibile a tutti e
con significati-base condivisi.
Anche la riunione meglio preparata e più partecipata può essere
resa vana dal “tecnichese” del geometra incaricato di studiare le
possibili soluzioni al problema delle perdite d’acqua al tetto,
dell’igienista industriale che parla di microgrammi al metro cubo,
TLV e VLEP, del medico che parla di FVC, VEMS e DLCO,
interloquendo solo con “i propri simili”, così come dall’oscurità dei
numeri esposti da un amministratore che, non
sapendo o non volendo farsi capire, mantiene incomprensibili gli
elementi che compongono il bilancio (nel caso specifico, quello
della prevenzione).
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Ci vogliono le parole per dire e per comprendere.
Poiché è illogico dare per scontato che tutti possiedano già in
partenza le conoscenze necessarie a comprendere alcuni
contenuti tecnici degli argomenti che vengono trattati, è
fondamentale che igienisti industriali e medici provvedano a
spiegare e spiegarsi.
Possono essere molto utili un’appendice della riunione
periodica o una riunione straordinaria ad hoc, organizzata in
forma seminariale, in cui l’igienista industriale spieghi, ad
esempio, i concetti essenziali relativi ai valori-limite e i medico
spieghi, ad esempio, i concetti essenziali relativi
all’audiometria, alla spirometria, al monitoraggio biologico.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Altre premesse generali alla riunione: devono essere stati stilati, da chi ne
ha capacità e poteri, quanto meno un’ipotesi di bilancio consuntivo e
un’ipotesi di bilancio preventivo.
Consuntivo e preventivo presuppongo che sia stata condotta una valutazione dei
problemi in atto (“è crollato un cornicione”) o anche solo potenziali (“potrebbe
crollare un cornicione”) e che tale valutazione:
a) esista davvero (non sia un pacco di fotocopie o un copia/incolla di file
preconfezionati);
b) sia possibile leggerla, comprenderla, commentarla da parte di tutti i
soggetti coinvolti;
c) sia aggiornabile sulla base dell’evoluzione della “realtà della casa”,
dell’esperienza maturata (ad esempio: gli inconvenienti avvenuti, i ”quasi
incidenti”), dei commenti di cui sopra, delle nuove leggi, delle nuove conoscenze
tecnico-scientifiche.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Carattere generali della riunione
Deve avere un Ordine del Giorno, comunicato per
tempo a tutti gli invitati, che comprenda anche la
possibilità di inserire delle “varie ed eventuali”.
Deve portare a decisioni, con una chiara definizione
degli impegni (anche economici), degli incarichi e
delle responsabilità, dei risultati attesi, della scala
delle priorità, dei tempi di attuazione.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La riunione va preparata.
Questo per un RLS vuol dire:
-aggiornare la propria conoscenza di tutti i luoghi di lavoro che
non siano “i suoi”, anche recandosi sul posto;
-ascoltare i lavoratori, promuovendo situazioni che facilitino la
loro
espressione
(sopralluoghi
informali,
assemblee,
questionari);
- definire con i lavoratori ciò che una volta si sarebbe definita
una “piattaforma” (cioè un quadro di esigenze, obiettivi,
priorità, strumenti, scaletta dei tempi).
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Gli strumenti per preparare la riunione da parte del RLS
(impiegando il suo “monte-ore” specifico): costruire una
buona “cassetta degli attrezzi”
attrezzi”.
• Sopralluoghi;
• Assemblee;
• Questionari;
• Tavoli di lavoro per definire la “piattaforma”, cioè un
quadro organico di informazioni e chiarimenti da chiedere,
impegni da stabilire, risultati di miglioramento da
raggiungere.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Sopralluoghi congiunti con RSPP, ASPP, M.C.
- Costituiscono l’occasione di una verifica “sul campo” del DVR, con il valore
aggiunto della compresenza e competenza di vari interlocutori “professionali”.
- Sono un ottimo momento per studiare soluzioni tecniche e organizzative a
problemi come la scelta della conformazione e del posizionamento di una cappa
aspirante, la difficoltà di utilizzare la protezione dell’organo lavoratore di una
macchina o un DPI, la complessità della comprensione di una criticità di postura
e/o di movimento legata a operazioni di lavoro particolari.
- Problemi e ipotesi di soluzione individuati potranno integrare l’Ordine del Giorno
della riunione.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Sopralluoghi più informali condotti dal RLS
(previo assenso del sistema organizzativo aziendale)
Cogliendo tali momenti per un colloquio non rituale con i
lavoratori.
Sono occasioni per una prima definizione e per successive
verifiche dell’articolazione, delle caratteristiche costitutive e
del profilo dei problemi attivi dei GRUPPI OMOGENEI di
lavoratori (la “carta d’identità” dei gruppi omogenei).
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Assemblee con i lavoratori
Possono essere iniziative specifiche sui temi della salute e della sicurezza
oppure iniziative “generaliste”, nell’ambito delle quali i temi della salute e
della sicurezza costituiscono semplicemente uno o più dei punti all’Ordine
del Giorno
• Possono essere molto utili come momenti di informazione,
sensibilizzazione, partecipazione ma possono essere molto difficili da
organizzare, soprattutto in realtà aziendali piccole o frammentate.
• Anche queste assemblee possono prevedere un’utile partecipazione di
invitati “esterni”, ad esempio il medico competente.
• Anche questa assemblee possono servire alla definizione dei GRUPPI
OMOGENEI di lavoratori.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Questionari
• Sono ottimi strumenti operativi anche perché lasciano traccia di sé: così,
ad esempio, si possono confrontare le risposte date dai lavoratori oggi con
quelle date qualche tempo prima, per verificare se vi sia la percezione di
una stabilità, di un miglioramento o di un peggioramento dello stato di
salute soggettivo e della sicurezza.
• Possono essere di più facile gestione rispetto alle assemblee nelle realtà
aziendali piccole o frammentate, così come in tutti i casi in cui sia difficile
raggiungere personalmente i lavoratori.
• I questionari sono sempre molto utili come contributo alla definizione dei
GRUPPI OMOGENEI di lavoratori.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Il concetto di GRUPPO OMOGENEO di
lavoratori.
Omogenei per tipologia di lavoro e ambiente in cui esso si
svolge, ma anche per tipologia di rischi e “problemi” nel loro
complesso.
L’omogeneità, ovviamente, non può essere assoluta=identicità;
è però essenziale che esista una fisionomia precisa del gruppo
omogeneo in cui tutti i suoi membri si riconoscano (nessuno
può essere troppo diverso da tale fisionomia, altrimenti vuol
dire che fa parte di un gruppo diverso).
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Quello di GRUPPO OMOGENEO è un concetto che deriva,
con contenuti pressoché identici, da due storie molto diverse:
-la metodologia partecipativa di approccio ai rischi
occupazionali elaborata dal Sindacato italiano negli anni ‘70
del secolo scorso;
-la metodologia scientifica di approccio ai rischi occupazionali
elaborata dagli igienisti industriali e adottata, tra l’altro, dalla
ACGIH statunitense e dall’AIDII italiana (si veda l’introduzione
a tutte le edizioni del loro manuale sui “valori-limite”).
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
I gruppi omogenei non vanno affatto definiti una
volta per tutte: la loro articolazione può e deve
essere verificata e aggiornata nel tempo.
La loro definizione è un’ottima occasione per
promuovere la partecipazione dei lavoratori al
processo di prevenzione, aumentando la loro
consapevolezza dei problemi e delle azioni
necessarie per affrontarli (anche con loro
coinvolgimento e responsabilità individuale).
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Un primo approccio, molto semplice, alla definizione dei
gruppi omogenei è quello di farli coincidere con i reparti
(“manovia, magazzino materie prime, uffici …”) o le mansioni
(“saldatori, tornitori, verniciatori …”).
Questo primo strumento di lavoro va poi verificato e affinato
(basta non affinarlo troppo, evitando di far sì che alla fine si
arrivi ad avere tanti gruppi omogenei quanti sono i
lavoratori…).
Si ribadisce che si parla di gruppo omogeneo, non di gruppo
di identici.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
APPARE CHIARO CHE LA VALUTAZIONE DEI
RISCHI E’ UN PROCESSO DI RICERCA
CONTINUA, CHE SI SVILUPPA NEL TEMPO
• IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
(DVR), COSI’ COME IL DOCUMENTO UNICO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZE
(DUVRI), E’ UN FOTOGRAMMA DI QUESTA
RICERCA
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Spesso si confonde la valutazione dei rischi con
il documento di valutazione dei rischi
• La valutazione comporta:
a) che esistano e siano disponibili informazioni sulla realtà
aziendale specifica e sulle esposizioni che vi si realizzano
b) che queste informazioni siano elaborate, sulla base di
conoscenze / esperienze professionali e di capacità
decisionali adeguate.
• Il DVR (così come il DUVRI) ha mero valore strumentale alla
valutazione e al lavoro che ne consegue: deve tradurli in
forma leggibile, comprensibile, consultabile, aggiornabile.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La valutazione dei rischi è una descrizione della realtà, non
contiene la soluzione automatica di tutti i problemi;
Dopo la valutazione occorre decidere come intervenire e
intervenire per modificare.
• Per questo già il DLgs 626/94 stabiliva che il DVR si
completa con un programma di azioni da realizzare per il
miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.
• Il DLgs 81/08 ha sviluppato tale concetto, aggiungendo
in modo esplicito che il programma deve essere corredato
dalla definizione di chi fa che cosa, quando e con quali
risorse.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
IL DLgs 81/08, più fortemente ancora che il DLgs 626/94,
stabilisce un obbligo di consultazione reale rispetto a tutto il
percorso della valutazione dei rischi fino alle decisioni che ne
conseguono.
Ma esattamente su che cosa i vari soggetti aziendali della
prevenzione si devono confrontare e consultare, nella riunione
periodica di prevenzione come in ogni altra situazione della
dinamica delle relazioni aziendali ?
CI SI PUO’ CONFRONTARE E CONSULTARE
SOLO RIGUARDO A QUALCOSA DI CUI TUTTI
POSSEGGONO UNA LORO CONOSCENZA !!!
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
I RLS CONOSCONO L’AZIENDA ?
SANNO VALUTARNE RISCHI E PERICOLI ?
• Spesso si dà per scontato che gli RLS (come gli
altri soggetti della prevenzione) possiedano a
priori una loro conoscenza e una loro lettura della
realtà aziendale e dei suoi punti critici: in linea
generale non è così (spesso, nel migliore dei casi,
l’RLS conosce bene solo la lavorazione a cui è
addetto), i vari patrimoni di conoscenze e le varie
chiavi di lettura vanno costruiti.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
INFATTI IL RLS “TIPICO” NON E’ INGEGNERE, NON E’
MEDICO, NON E’ CHIMICO, ECC....
COME PUO’ RIUSCIRE QUINDI A CONOSCERE
VALUTARE I RISCHI PRESENTI IN AZIENDA ?
E
• Contano molto le interazioni. E’ certo che se la consultazione
si limita alla lettura “ciascuno per proprio conto” di un DVR già
“finito” ed alla condivisione rituale, con relativa controfirma, del
DVR medesimo, il processo è inutile e potenzialmente
dannoso: induce false sicurezze in chi non conosce i pericoli
reali, sfiducia e passività in chi li conosce.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
IMPARARE IL “MESTIERE DI RLS”. UN METODO
DI LAVORO PER VALUTARE I RISCHI,
SOCIALIZZARNE LA CONOSCENZA, TROVARE
SOLUZIONI.
• Come può un RLS costruire la conoscenza
materiale e la capacità di lettura della realtà
aziendale che nessun corso di formazione “tecnica”,
per quanto “specifico per il comparto”, può
garantirgli ?
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Un “buon” RLS DEVE parlare e saper parlare con i lavoratori che rappresenta,
rappresenta,
ascoltarli, aiutarli a identificare problemi ed esprimere bisogni
bisogni..
• Si ribadisce che suoi strumenti fondamentali sono i sopralluoghi, le
assemblee con i lavoratori (nelle aziende medie e grandi, reparto per reparto), i
questionari; Sono importanti anche le riunioni con le rappresentanze sindacali
per tutti quei temi di salute e sicurezza che toccano anche l’organizzazione del
lavoro (ad esempio, le pause, la turnazione, il lavoro notturno).
• Un passaggio fondamentale del percorso del RLS è che la definizione dei
GRUPPI OMOGENEI sia condivisa con i lavoratori (possibilmente, anche con
l’azienda).
• Valutazioni e azioni di miglioramento andranno condotte, oltre che per l’intero
complesso dell’azienda o dello stabilimento, anche in funzione di singoli
gruppi omogenei.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Un “buon” RLS DEVE saper parlare con datore
di lavoro, responsabile e addetti dell’SPP, medico
competente (anche al di fuori della riunione
periodica), così come con capi-reparto e capisquadra.
Un “buon” RLS DEVE saper parlare con
l’organo di vigilanza, avendo chiaro quando
ricorrere ad esso e cosa chiedergli.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
OGNI RLS HA LE SUE CARATTERISTICHE PERSONALI
SPECIFICHE (specifiche capacità di comunicazione, di
relazione, di sostegno agli altri, di apprendimento …)
• Valorizzando al meglio queste caratteristiche, ciascuno può
imparare a svolgere in maniera adeguata il “mestiere di RLS”,
anche in funzione delle riunione periodica di prevenzione.
E’ questo che la formazione specifica degli RLS deve
insegnare:: come fare, ma soprattutto come imparare ad
insegnare
imparare..
imparare
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
IMPARARE DAI FATTI ACCADUTI
• DOVE, COME E PERCHE’ SONO ACCADUTI INFORTUNI IN AZIENDA ? Come
si può conoscerli ?
• QUANTE E QUALI MALATTIE PROFESSIONALI SI SONO VERIFICATE IN
AZIENDA E “DOVE” ? Come si può conoscerle ?
• CI SONO STATI DEI “QUASI-INFORTUNI” OVVERO “INFORTUNI NON
ACCADUTI” CHE SI CONFIGURANO COME “EVENTI SENTINELLA” ?
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
IMPARARE DAI LAVORATORI E DALLE LAVORATRICI IN
OGNI REPARTO …
• … dal lavoro, dal “capitale umano” (come lo chiamano gli
economisti aziendali)
• Quanti lavoratori ?
• Quante lavoratrici ?
• Quanti lavoratori immigrati ?
• Quanti lavoratori molto giovani e quanti molto anziani ?
• Quanti lavoratori con problemi psicofisici, malati, “inidonei” ?
• Che tipo di competenze ed esperienze hanno i lavoratori rispetto
alle diverse mansioni ?
• Quali tipologie di rapporti di lavoro sono presenti in azienda ?
• Che impatto hanno il lavoro prolungato, il lavoro notturno, il lavoro
straordinario sull’organizzazione produttiva generale ?
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
IMPARARE RIGUARDO A LOCALI DI
LAVORO, IMPIANTI, MACCHINE,
ATTREZZATURE IMPARARE
RIGUARDO ALLE MATERIE PRIME
IMPARARE RIGUARDO AL
PROCESSO PRODUTTIVO
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
IMPARARE, IN SPECIFICO, RIGUARDO AL PROCESSO PRODUTTIVO
COME RELAZIONE “IMPOSTA” TRA:
1. LAVORO
2. LOCALI, IMPIANTI, MACCHINE, ATTREZZATURE
3. MATERIE PRIME
Le forme secondo cui l’azienda collega questi tre elementi costituiscono
l’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, con tutte le sue componenti dinamiche (orari, ritmi,
partecipazione, conflitti …): da comprendere se si vuole davvero comprendere i rischi e
affrontarli.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Imparare a conoscere “oggettivamente” i rischi
Più o meno consapevolmente, ma inevitabilmente dobbiamo
confrontare la realtà che abbiamo di fronte con uno standard di
riferimento che consideriamo ottimale o quanto meno accettabile.
Se esiste uno standard, esiste sempre anche un confine, un
limite, tra il “buono” e il “non buono”, tra l’accettabile e il non
accettabile;
Aver chiaro questo limite ci è indispensabile per dare un giudizio
sulla nostra realtà e per prendere decisioni.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Soprattutto per i rischi “fisici” e “chimici” esistono dei valori
valori--limite stabiliti
per legge
Ma conoscere i valori-limite è inutile:
-se non si sa quali siano gli agenti che determinano/possono determinare
un’esposizione;
-se non si sa chi siano gli esposti (attuali e potenziali);
-se non esistono misurazioni / stime delle esposizioni, che tengano buon
conto delle variazioni nel tempo;
-se non esistono proiezioni riguardo al rischio che consegue a dette
esposizioni.
Ma se la valutazione dei rischi è “buona” e viene aggiornata quando è
necessario, abbiamo tutti gli elementi per comprendere se ci troviamo di
fronte a una situazione pessima, “così così”, buona o ottima.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Nel DLgs 81/08 appare (in maniera più o meno definita a seconda degli
agenti di rischio considerati) una riconoscibile architettura generale basata
su un sistema “semaforico” a tre fasce e due soglie
FASCIA VERDE
VERDE: accettabilità completa, rischio assente o trascurabile
(ovviamente, bisogna aver chiaro secondo quali criteri è stata stabilita
l’accettabilità del rischio)
FASCIA GIALLA:
GIALLA un rischio significativo non può essere escluso, bisogna
approfondire subito la valutazione e, possibilmente, iniziare in tempi
ragionevoli l’attuazione di azioni di miglioramento
FASCIA ROSSA:
ROSSA il rischio è certo e significativo, vanno subito attuate
azioni di bonifica
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Nel DLgs 81/08 appare (in maniera più o meno definita a seconda degli agenti di
rischio considerati) una riconoscibile architettura generale basata su un sistema
“semaforico” a tre fasce e due soglie
VALORE D’AZIONE
D’AZIONE: separa la fascia verde
da quella gialla
VALORE LIMITE vero e proprio:
proprio separa la
fascia gialla da quella rossa
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Tra i datori di lavoro vi è spesso la convinzione (erronea) che realizzare di
trovarsi “in fascia gialla” o peggio “rossa” comporti per loro un’automatica
“auto-denuncia”.
• E’ esattamente il contrario: è il non rendersi conto (o peggio, il non volersi
rendere conto) che ci si trova in una condizione critica che, comportando la
persistenza indefinita e ingiustificata del rischio, costituisce una violazione
di legge!
• Questo deve essere chiaro per tutti gli attori della prevenzione,
certamente non esclusi gli RSL.
• Nella riunione di prevenzione si può, anzi si deve parlare apertamente e
serenamente delle situazioni “gialle” e “rosse”.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
E ALLORA:
• Se concludiamo di trovarci in fascia verde siamo tranquilli, basta
mantenere la situazione sotto controllo e monitorarla: possiamo
rivederci alla prossima riunione annuale, a meno che non ci siano
novità.
• In fascia gialla ci preoccupiamo un po’, dobbiamo approfondire e fare
qualcosa in tempi ragionevoli.
• In fascia rossa siamo decisamente preoccupati, bisogna capire e
decidere (anche tramite una riunione straordinaria a brevissimo termine
!!), quindi agire immediatamente !
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Sono queste decisioni e il controllo sulla loro realizzazione che fanno la
differenza …
… tra un sistema aziendale che funziona, a partire dalle relazioni interne, e
uno che non è in grado di affrontare e risolvere i problemi di salute e
sicurezza.
Perché è chi lavora in un’azienda che sa:
• quali operazioni sono più problematiche;
• quali inconvenienti sono più frequenti e più seri;
• quali pulizie, manutenzioni, riparazioni si fanno quando nessun consulente e
nessun operatore pubblico (salvo casi eccezionali) sono presenti in azienda,
ad esempio di notte, nei fine settimana, nelle pause produttive per le ferie.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Classificazione generale degli
strumenti di comunicazione interna
Gli strumenti sono suddivisi in quattro famiglie:
Strumenti relazionali (caldi)
Strumenti cartacei (freddo-tiepidi)
Strumenti elettronici (freddi)
Eventi (caldi)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Gli strumenti di comunicazione interna caldi:
RELAZIONALI
STRUMENTO RELAZIONALE
DESCRIZIONE
Lo stile direzionale
Lo stile direzionale e il rapporto fra il
responsabile della struttura e il personale
è la leva del funzionamento operativo
Le riunioni
Assai diffuse per quattro tipi di obiettivi:
informazione;
coinvolgimento;
consultazione; co-decisione;
Il Team briefing
riunioni di gruppo che hanno come scopo
l’informazione e la raccolta di opinioni inerenti la
valutazione di eventi passati e la definizione
degli obiettivi su cui concentrarsi
Supporter
dipendenti addestrati a sostenere la funzioni
della comunicazione interna. Sono “diffusori” e
“termometro“
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Gli strumenti di comunicazione interna caldi: EVENTI
Eventi
Descrizione
Convention
Incontro di gruppi omogenei e pubblici
interni. Solitamente organizzati in
luoghi specifici
Family day
Apertura degli uffici alle famiglie dei
dipendenti
per
fare
conoscere
l’ambiente di lavoro
e illustrare i
processi
e
gli
scopi
dell’organizzazione
Premiazioni e celebrazioni
Cerimonie in cui sono presenti tutti i
gruppi formali organizzati e i ruoli
professionali ma anche personaggi
esterni. Hanno lo scopo di sottolineare
il merito, l’impegno e le tappe della
carriera professionale
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Gli strumenti di comunicazione interna TIEPIDI
STRUMENTO CARTACEO
DESCRIZIONE
House-organ
Periodico identificato da un titolo e pubblicato
dall’azienda secondo uno specifico calendario.
Solitamente viene distribuito indifferentemente a tutti
i dipendenti.
Newsletter
Strumenti cartacei semplici, veloci, poco costosi da
produrre. inadeguata a trattare informazioni
approfondite ma ha il vantaggio di poter essere
realizzata da comunicatori non professionali con
modeste capacità editoriali.
Cartellonistica
Efficace per attirare l’attenzione del pubblico interno
su un argomento/tema specifico (qualità, sicurezza,
mobilità, ecc.) con effetto a breve termine
Bacheca
Posizionate solitamente in aree di alta visibilità e di
facile accesso alla lettura.
Il loro impatto si riduce quando messaggi importanti
devono competere per lo spazio disponibile con
messaggi datati
Booklets
Manuale per informare e coinvolgere su particolari
temi
o
attività
di
specifico
interesse
dell’organizzazione.
Solitamente
prevede
la
realizzazione di più numeri, i quali vengono poi
raccolti sotto forma di collane tematiche
monografiche o pluritematiche
Gli strumenti di comunicazione interna FREDDI
Strumento elettronico
Descrizione
Posta elettronica
Presenta grandi vantaggi: Illimitatezza del
numero di utenti, possibilità di sostituire, in
alcuni casi, la bacheca, la circolare, la
newletter, facilità di uso e da la possibilità di
archiviazione e di riduzione dell’impiego di
carta
Intranet
Consente di incrementare la produttività del
lavoro attraverso il miglioramento del flusso
comunicativo interno, la diminuzione
sensibile sui costi, il risparmio sui tempi.
Telegiornale aziendale
notiziario televisivo periodico 5-15 min. Può
essere registrato su cassetta e inviato a
casa, trasmesso in azienda durante gli
intervalli
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Gli strumenti di comunicazione interna FREDDI
Strumento elettronico
Descrizione
Video istituzionale
Filmato che presenta l’organizzazione, i
suoi prodotti/servizi, i mercati in cui opera,
le tecnologie, le strategie, gli obiettivi, i
valori ecc. È una “brochure video”,.
Produce un forte impatto emotivo e facilita
l’assimilazione e la memorizzazione dei
messaggi trasmessi
Bacheche elettroniche
Consentono ai dipendenti di poter accedere
a informazioni e novità aziendali dalla
propria scrivania, permettendo anche lo
scambio di messaggi. Ciò facilita l’accesso
a notizie più dettagliate e variegate
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La scelta degli strumenti
Vi sono vari strumenti di comunicazione che possono essere usati per la comunicazione
interna, alcuni di questi possono appartenere a queste tipologie:
- scritti lettere, circolari, questionari, house organ, interviste, vademecum
- parlati incontri, riunioni, focus group, interviste
- visivi cartellonistica, bacheche
- tecnologici telefono, posta elettronica, intranet/sito intranet, portale pubblico,
newsletter.
Risulta importante non perdere di vista il fatto che si ha a che fare con un
pubblico,che anche se composto da persone che lavorano e operano all’interno
dell’ente, resta sempre un pubblico.
pubblico
Quindi, sarà opportuno affiancare ad alcuni canali di comunicazione generalisti come
bacheche o cartellonistica, altri canali espressamente dedicati a tipologie specifiche dei
destinatari.
Questa programmazione risulta utile per aumentare l’efficacia della comunicazione, in
modo da contattare in modo diretto specifici gruppi di personale. In pratica si opera una
segmentazione del pubblico interno sulla base delle loro caratteristiche e bisogni
particolari.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione tramite linguaggio
“digitale”
Il linguaggio DIGITALE (linguaggio del CONTENUTO) ha una
SINTASSI logica complessa ed efficace, adatta a scambiarsi una
gran massa di informazioni, ma manca di una SEMANTICA
adeguata a definire il tipo di relazione esistente fra chi comunica.
INFORMAZIONI E DATI
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
COMUNICAZIONE VERBALE
•Riunioni,
•convention annuali
•assemblee aziendali
•attività di formazione in aula
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
COMUNICAZIONE SCRITTA
• Opuscoli
• manuali interni
• newsletter
• giornali aziendali (house organ)
• circolari e ordini di servizio
• rassegna stampa
• comunicazioni in bacheca
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
COMUNICAZIONE AUDIOVISIVA ED ELETTRONICA
• Videonotiziari
• filmati
• e-mail
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Comunicazione tramite linguaggio
“analogico”
Il linguaggio ANALOGICO (linguaggio della RELAZIONE) ha una
SEMANTICA ricca e sofisticata, ma manca di una SINTASSI
appropriata alla definizione non ambigua delle relazioni.
EMOZIONI E ATTEGGIAMENTI
INTERPERSONALI
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La comunicazione non verbale :
sistema di comunicazione sociale complesso ed elaborato
strettamente legata ad un contesto
influenzata da fattori culturali (es: cultura giapponese,del
silenzio e della distanza; cultura latina,della parola e della
vicinanza )
svolge svariate funzioni
utilizza canali autonomi e ben definiti
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Funzioni della comunicazione non
verbale
Esprimere emozioni
Comunicare atteggiamenti interpersonali
Presentare se stessi
Sostenere , modificare , completare , sostituire il
discorso
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Elementi della comunicazione non
verbale
Le espressioni
La prossemica ( distanza – vicinanza fra gli individui )
La postura
La gestualità
La prosodia ( elementi paralinguistici quali intonazione, ritmo,
accenti, ecc..)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Le espressioni del volto hanno la funzione di
comunicare le emozioni e gli atteggiamenti
interpersonali
Sopracciglia : forniscono un costante commento al
discorso.
Sguardo : rivela soprattutto l’intensità dell’emozione.
Posizioni del capo,atteggiamento di labbra,bocca , mento
: sostengono ed accompagnano il discorso.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La distanza interpersonale
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
Orientamento del corpo
Orientazione fianco a fianco :
indica un certo grado di
intimità ed anche atteggiamenti cooperativi.
Orientazione frontale :
è utilizzata in situazioni più
formali ed in cui si tende a stabilire un rapporto gerarchico, indica
anche atteggiamenti competitivi.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La postura
Può riflettere:
Uno stato d’animo
Un atteggiamento
Il ruolo o status sociale
L’immagine che si ha del proprio corpo
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
GESTI E MOVIMENTI
• Le gestualità è collegata al movimento
Esistono gesti spontanei, universali e innati, e
gesti appresi, con un valore convenzionale tipico
di un determinato background culturale, che
assumono il loro significato in determinati contesti
•
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
USO DELLA VOCE
E’ il canale su cui si esercita un minor controllo
Rivela in modo più veritiero i reali stati emotivi e gli
atteggiamenti interpersonali
Può diventare una delle caratteristiche di una persona
( sesso,età,provenienza geografica)
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
La congruenza
Da noi, cortesia e
disponibilità verso la
persona sono al primo
posto
Un messaggio è CONGRUENTE quando tutte e tre le componenti
(VERBALE, PARAVERBALE e NON VERBALE) sono coerenti, cioè si
accordano tra loro nell’esprimere il messaggio.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
L’incongruenza
Da noi, cortesia e
disponibilità verso la
persona sono al primo
posto
Un messaggio è INCONGRUENTE quando le tre componenti ( verbale ,
paraverbale , non verbale ) sono incoerenti, cioè sono in conflitto tra loro
nell’esprimere il messaggio.
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
“ Con il tono giusto si può dire
tutto, con quello sbagliato non si
può dire nulla “
Ing. Vincenzo Staltieri – Corso CSP/CSE
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