SETTIMANA DEL 7 GENNAIO 2013 Cantico 104 e preghiera jr cap. 3 §§ 13-19 (RIPASSO): Perché possiamo essere certi di avere il sostegno di Geova mentre proclamiamo il suo messaggio? §§13-14 Geremia 7:2 2 “Sta alla porta della casa di Geova, e vi devi proclamare questa parola, e devi dire: ‘Udite la parola di Geova, voi tutti di Giuda, che entrate in queste porte per inchinarvi davanti a Geova. Geremia 17:19, 20 19 Geova mi ha detto questo: “Va, e devi stare alla porta dei figli del popolo per la quale i re di Giuda entrano e per la quale escono, e a tutte le porte di Gerusalemme. 20 E devi dire loro: ‘Udite la parola di Geova, voi re di Giuda e tutto Giuda e voi tutti abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte... *** it-2 p. 611 Porta *** Poiché i giudici, i notabili, i mercanti, gli uomini d’affari e molta altra gente stavano di solito alla porta, spesso i profeti andavano lì a pronunciare i loro messaggi. Da lì i messaggi si sarebbero diffusi molto più rapidamente. (1Re 22:10; Ger 17:19) Leggi Geremia 36:5-8 5 Quindi Geremia comandò a Baruc, dicendo: “Io sono rinchiuso, non posso entrare nella casa di Geova. 6 E tu stesso devi entrare e leggere ad alta voce dal rotolo che hai scritto per mia bocca le parole di Geova agli orecchi del popolo nella casa di Geova nel giorno del digiuno; e le dovresti leggere ad alta voce anche agli orecchi di tutto Giuda che viene dalle sue città. 7 Forse la loro richiesta di favore cadrà dinanzi a Geova ed essi torneranno, ciascuno dalla sua cattiva via, poiché grande è l’ira e il furore che Geova ha proferito contro questo popolo”. 8 E Baruc figlio di Neria faceva secondo tutto ciò che Geremia il profeta gli aveva comandato, leggendo ad alta voce dal libro le parole di Geova nella casa di Geova. *** Km 12/11 p.3 §3 *** Matteo 5: 37 37 La vostra parola Sì significhi Sì, il vostro No, No; poiché il di più è dal malvagio. *** w12/10/15 p.31 § 15 “Il vostro sì signifi sì *** E se abbiamo promesso a una persona incontrata di casa in casa di tornare a farle visita per darle ulteriore aiuto spirituale, facciamo a tutti i costi in modo che il nostro sì significhi sì, e Geova benedirà il nostro ministero. — Leggi Luca 16:10 . *** w99 15/9 p. 11 Perché mantenere le promesse? *** Nel nostro ministero abbiamo varie opportunità di mantenere la parola tornando a visitare coloro che mostrano interesse per il messaggio del Regno. Se diciamo che torneremo, dovremmo farlo. Tornare come promesso è un modo per “non trattenere il bene da quelli cui è dovuto”. (Proverbi 3:27) Una sorella ha detto: “Diverse volte ho incontrato persone interessate che mi hanno detto che un Testimone aveva promesso di ritornare ma non lo ha fatto. Naturalmente è possibile che il padrone di casa fosse assente o che le circostanze abbiano impedito al Testimone di tornare. Ma non vorrei che qualcuno dicesse questo di me, per cui faccio tutto il possibile per trovare di nuovo la persona. Sono del parere che se non mantenessi la parola ciò si rifletterebbe negativamente su Geova e sui fratelli in generale”. In certi casi forse non ci sentiamo di tornare perché ci è parso che la persona non fosse veramente interessata. La stessa sorella spiega: “Non sta a me giudicare fino a che punto la persona è interessata. L’esperienza mi ha insegnato che spesso le prime impressioni sono errate. Così cerco di essere positiva, considerando ogni persona come un potenziale fratello o sorella”. Nel ministero cristiano e in molti altri campi dobbiamo dimostrare che siamo persone di cui ci si può fidare. È vero che certe cose sono più facili a dirsi che a farsi. Il saggio osservò: “Una moltitudine di uomini proclameranno ciascuno la sua propria amorevole benignità, ma un uomo fedele chi lo può trovare?” (Proverbi 20:6) Se siamo determinati, possiamo essere fedeli alla parola data. 1 Corinti 14:33,40 33 Poiché Dio non è [un Dio] di disordine, ma di pace. Come in tutte le congregazioni dei santi... 40 Ma ogni cosa abbia luogo decentemente e secondo disposizione. §§15-16 Geremia 29:1-4 29 E queste sono le parole della lettera che Geremia il profeta mandò da Gerusalemme al rimanente degli anziani degli esiliati e ai sacerdoti e ai profeti e a tutto il popolo, che Nabucodonosor aveva portato in esilio da Gerusalemme a Babilonia, 2 dopo che Ieconia il re e la signora e i funzionari di corte, i principi di Giuda e di Gerusalemme, e gli artefici e i costruttori di baluardi erano usciti da Gerusalemme. 3 Fu per mano di Elasa figlio di Safan e di Ghemaria figlio di Ilchia, che Sedechia re di Giuda mandò a Babilonia da Nabucodonosor re di Babilonia, dicendo: 4 “Questo è ciò che ha detto Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, a tutti gli esiliati, che ho fatto andare in esilio da Gerusalemme a 10 Babilonia: “Poiché Geova ha detto questo: ‘Secondo il compimento di settant’anni a Babilonia vi rivolgerò la mia attenzione, e certamente realizzerò verso di voi la mia buona parola riconducendovi in questo luogo’. *** yb10 pp. 4-5 Lettera del Corpo Direttivo *** Finché Geova lo permette, continueremo a predicare la buona notizia del Regno con zelo, avvalendoci di ogni mezzo disponibile per raggiungere le persone del nostro territorio. (Matt. 24:14; Mar. 13:10) Che si tratti dell’opera di casa in casa o stradale, della testimonianza per lettera, per telefono o informale, sforziamoci di far conoscere il nome e il proposito di Geova a più persone possibile. Abbiamo ogni motivo di credere che presto Geova agirà per santificare il suo nome. (Ezec. 36:23) Si avvicina rapidamente il tempo in cui tutti quelli che diffamano tale nome saranno ridotti al silenzio. Che giorno meraviglioso sarà quello per tutti i leali servitori di Geova, i quali hanno fatto conoscere il suo nome e hanno sostenuto la sua sovranità universale! *** w03 15/11 pp. 21-22 parr. 12-14 Predicate per fare discepoli *** 12 Mentre dava testimonianza di casa in casa in Brasile, una cristiana che chiameremo Maria offrì un volantino a una giovane donna che stava uscendo da un condominio. Usando come introduzione il titolo del volantino, Maria chiese: “Vorrebbe conoscere meglio la Bibbia?” La donna rispose: “Mi piacerebbe. Il problema è che sono un’insegnante e sono occupata tutto il tempo a dare lezioni”. Maria spiegò che avrebbero potuto trattare alcuni argomenti biblici per telefono. La donna le diede il suo numero e quella stessa sera iniziarono lo studio per telefono usando l’opuscolo Cosa richiede Dio da noi? 13 Mentre dava testimonianza per telefono, una predicatrice a tempo pieno in Etiopia si allarmò sentendo un parapiglia dall’altro capo del telefono. L’uomo che aveva risposto le disse di richiamare più tardi. Quando richiamò, l’uomo si scusò dicendo che prima lui e la moglie stavano litigando di brutto. La sorella colse l’occasione per dimostrare che la Bibbia dà saggi consigli su come risolvere i problemi familiari. Gli disse che molte famiglie avevano tratto giovamento dal libro Il segreto della felicità familiare, pubblicato dai testimoni di Geova. Alcuni giorni dopo aver consegnato il libro, la sorella ritelefonò. L’uomo esclamò: “Questo libro ha salvato il mio matrimonio!” Egli aveva indetto una riunione di famiglia per trattare i punti interessanti che aveva letto nel libro. Fu iniziato uno studio biblico e presto l’uomo cominciò a frequentare regolarmente le adunanze cristiane. 14 In Danimarca una proclamatrice del Regno che ha iniziato uno studio biblico per telefono dice: “Il sorvegliante del servizio mi incoraggiò a dare testimonianza per telefono. All’inizio ero esitante, pensando: ‘Non fa per me’. Poi un giorno presi il coraggio a due mani e chiamai la prima persona. Rispose Sonja, che, dopo una breve conversazione, accettò che le inviassi delle pubblicazioni bibliche. Una sera trattammo l’argomento della creazione e disse che voleva leggere Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione? Le spiegai che sarebbe stato bello se avessimo potuto incontrarci per considerare l’argomento. Accettò. Quando arrivai, Sonja era pronta per lo studio, e da quella volta abbiamo fatto lo studio ogni settimana”. La proclamatrice termina dicendo: “Erano anni che pregavo per avere uno studio biblico, ma non mi aspettavo di trovarlo dando testimonianza per telefono”. *** w 1/12 p.8 “Ha sbagliato numero” *** A JOHANNESBURG, in Sudafrica, Leslie e Caroline, a turno, davano testimonianza per telefono alle persone di un villaggio per pensionati dov’era difficile entrare. C’era poca gente a casa e l’interesse per il messaggio cristiano era scarso, così Caroline fu incoraggiata quando una signora rispose al telefono. “È la signora B—?”, chiese Caroline. “No”, disse una voce amichevole, “sono la signora G—. Ha sbagliato numero”. Poiché la donna aveva un tono di voce cordiale, Caroline disse: “Mi lasci spiegare cosa volevo dire alla signora B—”. Quindi proseguì parlando delle benedizioni del futuro Regno di Dio. Si dispose di portarle l’opuscolo Cosa richiede Dio da noi? dopo di che la signora G— chiese: “A proposito, di che religione siete?” “Siamo testimoni di Geova”, rispose Caroline. “Oh, no, quella religione no! Non credo di volerla incontrare”. “Ma signora G—”, replicò Caroline, “sono 20 minuti che le parlo della speranza più meravigliosa che ci sia e le ho fatto notare con la Bibbia ciò che presto farà il Regno di Dio per l’umanità. Era così felice — addirittura elettrizzata — sentendo queste cose, e voleva saperne di più. Cosa sa veramente dei testimoni di Geova? Se fosse malata andrebbe dal meccanico? Perché non mi lascia spiegare in cosa credono i testimoni di Geova?” Dopo un attimo di silenzio giunse la risposta: “Credo abbia ragione. Venga. Ma ricordi, non mi convertirà mai!” “Signora G—, non potrei mai convertirla neppure se volessi”, rispose Caroline. “Solo Geova può farlo”. Le fu consegnato l’opuscolo e la signora G— (Betty) acconsentì a essere rivisitata. Quando Caroline tornò, Betty le disse di aver raccontato alle sue compagne di tavolo che faceva conversazioni con i testimoni di Geova. “Come puoi?”, avevano chiesto, alzando le mani al cielo. “Non credono neppure in Gesù!” Caroline rammentò immediatamente a Betty uno dei punti principali della loro ultima conversazione sul Regno di Dio. “Chi sarà il Re?”, chiese Caroline. “Gesù”, rispose Betty. “Certo”, disse Caroline. Quindi proseguì spiegando che i testimoni di Geova credono che Gesù è il Figlio di Dio, ma che non è uguale a Dio come parte di una Trinità. — Marco 13:32; Luca 22:42; Giovanni 14:28. Dopo qualche altra visita, fu chiaro che anche se era una persona ottimista e allegra, Betty aveva dei problemi di salute. Infatti era malata di cancro e aveva paura di morire. “Magari avessi sentito queste cose anni fa e avessi la vostra fede”, confessò. Caroline la confortò mostrandole scritture che descrivono la morte come un profondo sonno da cui ci si può destare grazie alla risurrezione. (Giovanni 11:11, 25) Betty fu molto rincuorata da queste parole e ora fa uno studio biblico regolare. Se non ha potuto assistere alle adunanze nella Sala del Regno è stato solo perché le sue condizioni sono peggiorate. Caroline osserva: “È ovvio che gli angeli dirigono quest’opera. Ho fatto il numero di Betty ‘per sbaglio’, e pensate, Betty ha 89 anni!” — Rivelazione (Apocalisse) 14:6. *** km 2/01 p. 5 parr. 1-7 Diamo un’efficace testimonianza per telefono *** 1 L’obiettivo che ci prefiggiamo come testimoni di Geova non è semplicemente quello di impegnarci nella predicazione della buona notizia, ma anche di raggiungere più persone possibile con il messaggio del Regno. (Atti 10:42; 20:24) Benché l’opera di casa in casa rimanga il mezzo principale per farlo, ci rendiamo conto che nemmeno questo metodo sistematico ci permette di raggiungere tutti. Pertanto, per ‘compiere pienamente il nostro ministero’ e per trovare le persone simili a pecore impieghiamo anche altri metodi, tra cui la testimonianza per telefono. — 2 Tim. 4:5. 2 In molti luoghi la gente vive in condomini o complessi residenziali inaccessibili, per cui è difficile raggiungere le persone con la nostra consueta opera di casa in casa. Anche nei territori in cui possiamo svolgere quest’opera sono molti quelli che non troviamo in casa. Molti proclamatori, però, stanno avendo ottimi risultati nel contattare queste persone per telefono. Una mattina, svolgendo l’opera di casa in casa, una coppia prese nota di nove assenti. Tornati nella Sala del Regno cercarono il loro numero nell’elenco telefonico e chiamando trovarono otto persone a casa! 3 Siete riluttanti a includere la testimonianza per telefono nel vostro ministero? Un fratello ha ammesso: “Non mi piace quando mi telefonano a casa per vendermi qualcosa e quindi sono prevenuto verso questo tipo di testimonianza”. Comunque, dopo aver fatto solo due telefonate ha detto: “È fantastico! Non lo avrei mai creduto possibile, ma mi piace molto! Al telefono la gente è rilassata e si può tenere a portata di mano tutto ciò che occorre. Funziona!” Una sorella ha avuto un’esperienza simile: “L’idea di dare testimonianza per telefono non mi entusiasmava. A dire il vero non ne volevo proprio sapere. Ma ho provato e ho riscontrato che è molto produttiva. Dando testimonianza per telefono ho trovato 37 visite ulteriori e più studi di quanti riesca a condurne!” Se sarete disposti a provare questo tipo di testimonianza anche voi potrete avere buoni risultati. 4 Organizzatevi per dare testimonianza al telefono: Anche se non terremo degli elenchi di territori telefonici, se nel vostro territorio ci sono zone in cui non si può compiere l’opera di casa in casa, dopo avere preso le vostre note personali di coloro che vivono in questi edifici, potreste cercare di mettervi in contatto con loro telefonicamente avvalendovi dell’elenco telefonico pubblico. Potreste utilizzare questo metodo anche con coloro che sono assenti. 5 Anche nella testimonianza informale o in quella pubblica possiamo cercare di utilizzare convenientemente questo metodo per coltivare l’interesse iniziale. Alcuni possono essere riluttanti a dare il proprio indirizzo per essere rivisitati a casa, ma possono essere disposti a dare il proprio numero di telefono. Un modo semplice ma efficace per ottenere il numero telefonico è quello di dire al termine della conversazione: “Vorrei darle il mio numero telefonico così possiamo tenerci in contatto. Se vuole darmi il suo potrò chiamarla”. Un fratello al termine della conversazione chiede semplicemente: “Potrei avere il suo numero di telefono?” Egli dice che in tre mesi tutti ad eccezione di tre persone glielo hanno dato senza difficoltà. 6 Gli anziani, in particolare il sorvegliante del servizio, si interesseranno attivamente di quest’opera, disponendo che chi è esperto in questo tipo di testimonianza dia una mano agli altri, magari attraverso il programma “I pionieri assistono altri”. Di tanto in tanto si può dedicare una parte riservata ai bisogni locali per migliorare l’efficacia di questa fase del servizio. 7 Quando gli anziani fanno visite pastorali a chi è costretto a casa o agli infermi, dovrebbero essere desti nell’incoraggiarli a dare testimonianza per telefono. Forse l’anziano può fare alcune telefonate in modo che il proclamatore veda come si fa, dopo di che sarà il proclamatore stesso a farne. Molti che hanno iniziato in questo modo ora dedicano a quest’opera alcuni minuti al giorno e l’apprezzano tanto. 17 Presentare la verità per telefono è diventato un metodo efficace per predicare la buona notizia. Preparatevi bene e partecipate con tutto il cuore. Non vi scoraggiate se le prime telefonate non daranno i risultati sperati. Pregate per avere la guida di Geova e parlate con altri che svolgono lo stesso entusiasmante tipo di predicazione. Con il desiderio di non trascurare nessuno nel territorio, compiamo meticolosamente e con urgenza il nostro ministero. — Rom. 10:13, 14. *** be p. 71 par. 1 - p. 73 par. 3 Comunicare per corrispondenza *** LE LETTERE hanno aiutato milioni di persone a migliorare la loro vita e la loro condotta. La maggioranza dei libri delle Scritture Greche Cristiane in origine erano lettere. Oggi possiamo scrivere lettere per edificare i nuovi credenti, mantenere i contatti con gli amici, incoraggiare fratelli e sorelle a cui sono state affidate particolari responsabilità, rafforzare quelli che affrontano disagi e trasmettere informazioni necessarie allo svolgimento delle attività di congregazione. — 1 Tess. 1:1-7; 5:27; 2 Piet. 3:1, 2. Scrivere lettere è anche un modo efficace per dare testimonianza. In certe zone molti vivono in palazzi superprotetti o in residence in cui non è consentito l’accesso agli estranei. Alcune persone sono fuori per la maggior parte del tempo, per cui quando andiamo di casa in casa non le troviamo. Altre vivono in luoghi isolati. Una malattia, cattivo tempo o coprifuoco possono a volte impedirvi di uscire di casa. Potreste scrivere una lettera per dare ulteriore testimonianza a un parente o a qualcuno che avete contattato in maniera informale? Se una persona con cui studiate la Bibbia si è trasferita, una vostra lettera potrebbe essere l’ideale per tener vivo il suo interesse per le cose spirituali. O forse potete trasmettere appropriate informazioni scritturali a una coppia di sposi novelli, a qualcuno che da poco è diventato genitore o a chi ha perso una persona cara. Quando scrivete una lettera di testimonianza a una persona che non conoscete, per prima cosa presentatevi. Potreste menzionare che partecipate a un’opera internazionale in qualità di volontari. Se vi sembra opportuno, dite che siete testimoni di Geova. Spiegate perché le scrivete invece di andarla a trovare di persona. Esprimetevi come se steste parlando a tu per tu. Nondimeno, in armonia con le istruzioni di Gesù di ‘mostrarsi cauti come serpenti e innocenti come colombe’, riflettete bene su quante e quali informazioni è opportuno dare sul vostro conto. — Matt. 10:16. Includete nella lettera ciò che avreste detto alla persona se le aveste fatto visita. Potreste adattare un’introduzione del libro Ragioniamo o usare una presentazione scritturale tratta da un recente numero del Ministero del Regno, oppure fare una domanda e invitare la persona a rifletterci su. Alcuni proclamatori si limitano a spiegare che offriamo un corso gratuito che risponde a domande bibliche e poi citano il titolo di alcuni capitoli di una nostra pubblicazione di studio. Un modello di lettera di testimonianza è riportato a pagina 73. Può fornirvi qualche spunto, ma è bene variare il contenuto. Altrimenti, col tempo le persone potrebbero ricevere più volte la stessa lettera. Certuni sono restii a leggere una lunga lettera scritta da uno sconosciuto. Cercate quindi di essere brevi. Se la lettera è troppo lunga il destinatario potrebbe stancarsi di leggerla. Sarebbe utile accludere un foglietto d’invito con l’orario delle adunanze che si tengono nella Sala del Regno. Potreste allegare un volantino, un opuscolo o un numero della Torre di Guardia o di Svegliatevi! e spiegare alla persona che, se lo desidera, può ricevere queste riviste regolarmente. Oppure potreste chiederle se gradisce una visita a domicilio per approfondire l’argomento trattato. Osservate ora il modello di lettera. Notate che: (1) È ordinata, non pasticciata. (2) Il destinatario, anche se smarrisce la busta, avrà ugualmente sott’occhio il nome e l’indirizzo del mittente. (3) Nel paragrafo iniziale viene indicato in modo semplice e diretto lo scopo o oggetto della lettera. (4) Ciascun pensiero principale è esposto in un paragrafo a sé. (5) Dato lo scopo, la lettera non è né troppo confidenziale né troppo formale. In una lettera più formale, come quelle che il segretario della congregazione invia alla Congregazione Centrale, si includeranno il nome della congregazione, il nome e l’indirizzo del segretario e la data. Si dovrebbero anche indicare il nome e l’indirizzo del destinatario (persona o ente). Dopo questi dati si scrive la formula introduttiva seguita dalla virgola. In chiusura, si usano in genere formule di cortesia come “Distinti saluti”, “Con ossequi”, ecc., seguite dalla firma, che dev’essere scritta di proprio pugno. Qualunque sia la natura della lettera, prestate attenzione all’ortografia, alla grammatica e alla punteggiatura e, naturalmente, badate che sia pulita e ordinata. Questo conferirà un aspetto dignitoso alla vostra lettera e al messaggio che contiene. Sulla busta scrivete sempre il vostro recapito, preferibilmente il vostro indirizzo postale. Se pensate che non sia consigliabile indicare il vostro indirizzo sulle lettere di testimonianza che inviate ad estranei, chiedete agli anziani se potete mettere quello della Sala del Regno. In questi casi non si dovrebbe mai usare l’indirizzo della Congregazione Centrale, perché altrimenti la persona penserebbe che la corrispondenza le sia stata inviata dall’ufficio della Congregazione Centrale e questo creerebbe confusione. Se non indicate il mittente e allegate delle pubblicazioni, anche questo potrebbe farle credere che il mittente sia la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova. Assicuratevi di aver affrancato correttamente la lettera, specialmente se avete accluso delle pubblicazioni. Se l’affrancatura è insufficiente, può darsi che il destinatario debba pagare una soprattassa, e questo si ripercuoterebbe negativamente sul messaggio. Tenete presente che in molti paesi, se si acclude un opuscolo o una rivista, l’affrancatura è superiore a quella prevista per una semplice lettera. Una volta terminata la lettera, rileggetela. Che effetto fa? È cordiale e scritta con tatto? La benignità e l’amore sono qualità che ci sforziamo di manifestare nei rapporti con gli altri. (Gal. 5:22, 23) Se avete l’impressione che qualche frase abbia un tono negativo o pessimistico, aggiustatela. Una lettera può arrivare dove voi non potete. Basterebbe solo questo per capire che è un valido strumento per il ministero. Dato che la vostra lettera rappresenta voi e quello in cui credete, prestate attenzione al contenuto, all’aspetto e all’effetto che fa. Potrebbe essere l’ideale per indirizzare, rafforzare o incoraggiare una preziosa anima sulla via della vita. *** km 5/02 p. 7 Risposta a domande *** Perché è necessario esercitare cautela quando si dà testimonianza per lettera? La testimonianza per lettera è un metodo collaudato per portare ad altri la buona notizia. Tuttavia, in seguito ai recenti sviluppi mondiali, le persone sono diventate più caute quando devono aprire lettere di estranei. Le buste provenienti da sconosciuti o prive dell’indirizzo del mittente spesso destano sospetto, specialmente se sono scritte in modo illeggibile e se sono voluminose. I padroni di casa potrebbero disfarsi di tali buste senza neppure aprirle. Cosa possiamo fare per evitare che ciò accada? Se possibile, sia la lettera che la busta dovrebbero essere dattiloscritte o scritte in stampatello ben leggibile. Sulla busta si dovrebbe indicare il nome del padrone di casa. Non scrivete semplicemente “All’occupante”. Inoltre, indicate sempre l’indirizzo del mittente. Se non è consigliabile scrivere il vostro indirizzo, indicate il vostro nome e l’indirizzo della Sala del Regno. Non inviate lettere anonime. Non indicate mai l’indirizzo della Congregazione Centrale. (Vedi “Risposta a domande” nel Ministero del Regno del novembre 1996). Desideriamo informarvi che — ai sensi dell’art. 8 del Decreto Legislativo 22 luglio 1999 n. 261, che ha recepito la direttiva europea 97/67/CE del 15 dicembre 1997 — una lettera di testimonianza recapitata personalmente, a mano o nella cassetta della posta, dal mittente al destinatario, non richiede affrancatura, rientrando nella cosiddetta figura dell’“autoprestazione”. Ulteriori suggerimenti e una lettera modello si trovano nel libro Traete beneficio dalla Scuola di Ministero Teocratico, pagine 71-3. Queste istruzioni ci aiuteranno a usare efficacemente le lettere per portare ad altri la buona notizia. Leggi Lamentazioni 3:31-33 31 Poiché Geova non continuerà a respingere a tempo indefinito. 32 Poiché sebbene abbia causato dolore, certamente mostrerà anche misericordia secondo l’abbondanza della sua amorevole benignità. 33 Poiché non di suo proprio cuore ha afflitto o addolora i figli degli uomini. *** w75 1/10 p. 600 parr. 4-5 Che effetto ha su di voi il fatto che non conoscete ‘il giorno e l’ora’? *** 4 Ciò nondimeno, prima che vengano ‘il giorno e l’ora’ in cui agirà contro i malvagi, Geova invita calorosamente tutti ad abbandonare le loro cattive vie. (Si paragonino Isaia 55:6, 7; Geremia 18:7-10). Egli è come un amorevole padre umano che non prova nessun diletto a dover punire i figli disubbidienti ma prova piacere quando fanno ciò ch’è giusto. Dei sentimenti che Geova provò nei riguardi della spaventosa distruzione che permise venisse su Gerusalemme nel 607 a.E.V., la Bibbia dice: “Non di suo proprio cuore egli ha afflitto o addolora i figli degli uomini”. (Lam. 3:33) Preferisce che le persone intraprendano un modo di vivere che non solo gli rende superfluo agire contro di loro ma che reca loro anche felicità e soddisfazione personale, oltre a contribuire alla sicurezza e alla gioia dei loro simili. “Non desidera che alcuno sia distrutto”, scrisse l’apostolo Pietro, “ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. — 2 Piet. 3:9. 5 Il fatto che Geova Dio non ha fatto conoscere ‘il giorno e l’ora’ in cui manderà suo Figlio a eseguire il giudizio contro il sistema di cose malvagio su questa terra ha avuto senz’altro una parte nel far manifestare quello che c’è nel cuore delle persone. Se non amano realmente il Creatore e non apprezzano il valore di un’eccellente relazione con lui, ricercheranno le cose a cui il loro cuore è incline: abbondanza di beni materiali, popolarità nel mondo, una vita imperniata su di sé. Forse sono inclini a pensare che, non avendoci Dio detto ‘il giorno e l’ora’, probabilmente non verrà nel nostro giorno. Nello stesso tempo, che Dio non abbia fatto conoscere ‘il giorno e l’ora’ è stato utile a quelli che volevano fare la sua volontà. In che modo? Ebbene, ciò che Geova Dio ha fatto esclude che fra coloro che solo pretendono d’essere suoi servitori vi siano grandi manifestazioni di ipocrita devozione poco prima che vengano ‘il giorno e l’ora’. Le persone sincere, perciò, non sono confuse circa l’identità del devoto popolo di Dio. Possono vedere chiaramente la differenza fra quelli che ignorano ‘il giorno e l’ora’ fissati da Dio per il giudizio e quelli che non li ignorano. *** km 11/09 p. 1 parr. 4-5 Rivisitare gli interessati: Quando? *** 4 Fissate un appuntamento: Prima di concludere la visita iniziale, è meglio prendere accordi precisi per tornare. Menzionate una domanda da trattare alla visita successiva. A questo riguardo è molto importante prendere note accurate. Se il vostro programma lo consente, potreste chiedere alla persona se potete tornare l’indomani o in uno dei giorni seguenti. Se la visita iniziale è stata fatta nel fine settimana e l’interessato lavora nei giorni feriali, forse accetterà di essere rivisitato nel fine settimana successivo. Quando prendete un appuntamento, mantenete la parola. — Matt. 5:37. 5 Abbiamo buone ragioni per rivisitare gli interessati quanto prima possibile. Perciò, fissate un appuntamento e tornate al più presto, perché “il tempo rimasto è ridotto”. (1 Cor. 7:29) Prima torniamo a visitare coloro che hanno mostrato interesse per il messaggio del Regno, più è probabile che i nostri sforzi porteranno frutto. §17 Geremia 26:3 3 Forse ascolteranno e torneranno, ciascuno dalla sua cattiva via, e io dovrò provare rammarico per la calamità che penso di eseguire su di loro a causa della malizia delle loro azioni... Geremia 31:17 17 “‘Ed esiste una speranza per il tuo futuro’, è l’espressione di Geova, ‘e i figli certamente torneranno al loro proprio territorio’”. *** it-2 pp. 1028-1029 Speranza *** Nella sua amorevole benignità verso il suo popolo, anche quando questo stava per andare in esilio a motivo della disubbidienza nei suoi confronti, Dio disse: “Io stesso conosco bene i pensieri che penso verso di voi, . . . pensieri di pace, e non di calamità, per darvi un futuro e una speranza”. (Ger 29:11) La promessa di Geova tenne viva la fede e la speranza degli israeliti fedeli durante l’esilio in Babilonia e rafforzò enormemente uomini come Ezechiele e Daniele; infatti Geova aveva detto: “Esiste una speranza per il tuo futuro, . . . e i figli certamente torneranno al loro proprio territorio”. (Ger 31:17) Quella speranza si realizzò nel 537 a.E.V. col ritorno di un fedele rimanente di ebrei per ricostruire Gerusalemme e il suo tempio. — Esd 1:1-6. §§ 18-19 Leggi (Lamentazioni 2:11) 11 I miei occhi si sono consumati in assolute lacrime. I miei intestini sono in fermento. Il mio fegato è stato versato alla medesima terra a motivo del crollo della figlia del mio popolo, Perché venivano meno fanciullo e lattante nelle pubbliche piazze della città... *** w11 15/3 p. 30 par. 12 State svegli, come fece Geremia *** 12 Geremia provava gioia nel compiere la sua opera. Disse a Geova: “Si trovarono le tue parole, e le mangiavo; e la tua parola diviene per me l’esultanza e l’allegrezza del mio cuore; poiché il tuo nome è stato invocato su di me, o Geova”. (Ger. 15:16) Per Geremia era un privilegio rappresentare il vero Dio e predicare la sua parola. È interessante notare che quando Geremia si concentrò sugli scherni di cui era oggetto, perse la gioia. Quando rivolse l’attenzione alla bellezza e all’importanza del suo messaggio, la sua gioia si ravvivò. — Ger. 20:8, 9. (RIPASSO):Considerando l’esempio di Geremia, in quali altri modi potremmo provare a diffondere la “buona parola” di Geova nel futuro? ***km 12/10 p.1 §2 “Potreste predicare la sera?”