Il sistema dei
Centri Funzionali
Stefano Tibaldi ARPA-SIM
SEMINARIO – Il sistema nazionale e regionale di allertamento
per la gestione del rischio idrogeologicoo ed idraulico
Bologna - 23 Febbraio 2004
I contenuti della presentazione
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Un po’ di storia (appena un po’)
I compiti dei Centri Funzionali
E’ un problema di collaborazione
Qualche compito in più per CF-RER
La salvaguardia dell’unitarietà di bacino: il
caso del Po (una proposta)
• Conclusioni
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per la gestione del rischio idrogeologicoo ed idraulico
Bologna - 23 Febbraio 2004
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Un po’ di storia
Primi anni ‘90: Meteonet
Seconda metà degli anni ’90: il coordinamento nazionale dei servizi meteo regionali
Fine anni ’90: i servizi meteo regionali nelle ARPA
Fine anni ’90: DLvo 112/98>>fine 2002: trasferimento SIMN alle regioni (art 92):
chi salvaguardia l’unitarietà di bacino? Le convenzioni interregionali.
Fine anni ’90: decreti Sarno (’98, 80 mld) e Soverato (’00, 50 mld)
Chi implementa e gestisce le reti IMP e il loro potenziamento dopo lo sciolglimento
degli uffici periferici del SIMN?
Chi recepisce e gestisce i nuovi radar meteorologici?
Chi garantisce alla PCN la disponibilità dei dati di monitoraggio IMP e radarmeteo?
Che fine ha fatto l’art 111 sul Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito?
Nascono i Centri Funzionali e relativo tavolo tecnico (con nuovi fondi freschi per i
CF)
Fine 2002: unificazione dei tavoli tecnici IMP, RadMet, CF nel tavolo tecnico unico
ex ord 3260/02, gestito da DPCN e Regioni
Obiettivo del tavolo tecnico unificato: completare il disegno del potenziamento
reti IMP, della rete nazionale radarmeteo, del sistema dei centri funzionali, ma
anche contribuire, assicurando il concorso finanziario statale agli sforzi
regionali, a garantire la manutenzione ordinaria, straordinaria ed evolutiva
dell’intero sistema (la cenerentola dell’ancien regime).
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Compiti dei Centri Funzionali
(C. di monitoraggio-informativo/comunicativo-previsionale)
• Non più solo un servizio meteo regionale, ma un vero e proprio
Centro idro-meteo e idro-geo (art 92 del 112/98) H12+H24
• Accentramento e comunicazione dei dati reti delle IMP (gestione
e manutenzione ordinaria, straordinaria ed evolutiva)
• Acquisizione informazioni non strumentali sulla situazione in
atto + comunicazione (difesa del suolo, servizi di piena, AIPO)
• Valutazione/Previsione (modelli meteo, idro e geo…) in tempo
reale su tutte le scale spazio-temporali possibili (=fattibili) +
comunicazione
• Nodo e snodo comunicativo (a supporto delle decisioni, prese da
altri) tra tutte le strutture regionali tecniche e di protezione civile
• Nodo e snodo comunicativo (idro-meteo e effetti al suolo) tra
regioni e strutture centrali, tra regioni tra loro (limitrofe ma
anche non) e tra servizi tecnici regionali
• Il Centro Funzionale Regionale allerta chi deve allertare sul serio
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Allerte di PC e interventi
Interventi di DdS
DdS
PC
CF
(I-M-P-G)
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E’ un problema di collaborazione
tecnico-operativa
• Tra stato e regioni (ma anche CdB, Enti regol,...)
• Tra passato e presente (continuità di progettazione e
realizzazione (p.es. Radar di Gattatico, gestione Barberi,
gestione Bertolaso)
• Tra servizi tecnici meteo, idro, geo, dds e pc
(occorre “rifondare” in maniera condivisa l’idrologia regionale, dopo il
trasferimento di SIMN PR e BO, tra ARPA-SIM, ARPA-IA, StB, Geo, Tutela
acqua, AAdB e Aipo)
• Tra chi monitora/gestisce il tempo reale e chi quello
differito (StB, Aipo, AdB, CdB, p.e.)
• Tra chi prevede, chi pianifica e chi realizza
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Qualche compito in più per il CF-RER:
la convenzione DPCN/ARPA-SIM
• La modellistica meteorologica numerica operativa: cogestione, con AM-UGM, di
LAMI, il modello meteorologico numerico nazionale ad area limitata (Cineca) e
del Consorzio internazionale che lo gestisce e sviluppa (COSMO)
• Lo sviluppo di nuovi strumenti di meteorologia previsionale: le previsioni meteo
probabilistiche, superamento di soglie, probabilità di accadimento di eventi
estremi (COSMO-LEPS)
• Sviluppi tecnologici in radarmeteorologia e radarpluviometria (fusione ottimale
dei dati convenzionali con i dati radar per ricavare la miglior stima possibile del
dato di precipitazione)
• Tecniche e tecnologie per il nowcasting (LAMI-LAPS) e per la modellistica dello
stato del mare (WAM) all’interno del progetto INFOMET per il DPCN
• Coordinamento di e/o partecipazione a progetti UE (V e VI PQ e INTERREG)
per sviluppare una interazione ottimale tra previsione quantitativa di
precipitazione e modellistica idrologico-idraulica afflussi deflussi e propagazione
piene (Carpe-Diem, Hydroptimet, Risk-Aware, Amphor)
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www.cosmo-model.org
A COSMO aderiscono
Germania, Svizzera, Italia, Grecia e Polonia
COSMO è finalizzato allo sviluppo e alla gestione
operativa del modello non idrostatico
LAMI (Limited Area Model of Italy)
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Mappe LAMI
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LEPS – Limited area Ensemble Prediction System
LAM
scenario
LAM
scenario
Initial
conditions
Dim 1
LAM
scenario
precipitation
scenarios
PROBABILITY MAPS
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Nowcasting
Previsione limitata a poche ore.
Viene realizzata attraverso la
ricerca
di
un
vettore
spostamento definito tramite la
combinazione di mappe a
diversi istanti temporali.
Combinazione
Vettore spostamento
T0
+1h
+2h
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+3h
Regione Piemonte coordina la raccolta dati reti locali
italiane per verifica LAMI
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Wam operativo (dal 1997 ad oggi). Altezza
dell’onda (m) prevista per il 2 dicembre
ore 12. (03120212).
Forecast a t+12.
Wam_Lami . Altezza media dell’onda
(metri) prevista per il giorno 2 dicembre
2003 –03120212- forecast t+12.
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Il problema della salvaguardia dell’unitarietà di bacino:
il caso del Po
• Assicurata formalmente dagli accordi interregionali preattuazione del trasferimento degli uffici compartimentali del
SIMN alle regioni, per RER Parma (e Bologna)
• Il monitoraggio (tecnologicamente superabile: tutti vedono
tutto); problema già quasi risolto
• La modellazione (studi e scenari: ci sono AIPO e AdB)
• Gli interventi (opere: ci sono AIPO e AdB)
• La previsione (la modellistica unitaria e unificata in tempo reale,
area di potenziale problematica: abbiamo troppo poco e
comunque non riusciamo sempre a governarlo bene)
• Sono sufficienti gli accordi interregionali (e il relativo tavolo
tecnico) per gestire una complessità ambientale naturale, ma
anche tecnicamente e tecnologicamente antropizzata come quella
del bacino del Po, o serve qualcosa di più?
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Serve uno sforzo particolare per il Po: Proposta per una
Unità Po del Centro Funzionale RER, sede di Parma
• Dedicato alla modellistica idraulica dell’asta del Po in tempo
reale, ma anche di studio e scenario
• Tale modellistica intergrata e condivisa deve trarre informazione
da tutti i modelli attualmente esistenti e funzionanti nelle diverse
realtà
• Frutto della collaborazione tra tutte le regioni interessate, AIPO,
AdBPO e DPCN, i risultati saranno condivisi tra tutte le
istituzioni di Pc e DdS delle regioni e della PCN
• Che svolga in moso condiviso e quindi unitario tutte le necessarie
funzioni tecnico-modellistiche a supporto dell’Unità di
Comando e Controllo di cui al documento sugli Indirizzi
Operativi che verrà illustrato dal Prof. De Bernardinis
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Conclusioni - Integrazione regionale: da formale
a reale, assieme ad uno sviluppo armonico
La razionalità degli impianti e dell’organizzazione nazionale e
regionale forniscono solo una opportunità alle strutture tecniche
della nostra regione e di quelle delle regioni a noi vicine; sta a
tutti noi, direzioni organizzative e servizi tecnici, trasformare:
un sistema regionale e interregionale formalmente coordinato in un
sistema regionale realmente integrato, nel quale le responsabilità
siano adiacenti e non sovrapposte, le competenze siano condivise
e distribuite e non contese, le responsabilità decisionali siano
inequivocabilmente attribuite, i flussi informativi siano veloci,
affidabili e univoci e le funzioni siano strutturalmente
armonizzate, ad evitare un eccesso di competitività interna (che
esprime ricchezza ma che è oggi troppo costosa) piuttosto che
correre il rischio di avere aree tecnico-operative potenzialmente
scoperte: siamo qui per chiedere la collaborazione di tutti.
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Grazie per l’attenzione
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I principali compiti di un CF, e quindi del
Sistema Nazionale dei Centri Funzionali
Deve garantire una gestione/manutenzione e quindi una
disponibilità delle reti I-M-P al suolo e radar
Deve garantire il flusso dei dati e della modellistica dalla regione ai
centri nazionali e/o viceversa, ma anche tra regioni limitrofe
Deve emettere verso le strutture di Protezione Civile avvisi per
condizioni avverse meteo-idro-effetti-al-suolo in atto o previste,
ai prescritti livelli di pericolosità
Deve operare H24 e 365 giorni all’anno (anche su auto-allerta) con
protocolli e procedure inequivocabilmente stabiliti e condivisi tra
centro e regioni (e quindi in primis all’interno della regione
stessa) secondo i “principi” di “distinzione” (tra loro) e di
“unicità” (del contenuto) delle allerte I-M-P e di PC
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Il trasferimento degli uffici compartimentali del DSTNSIMN alle regioni (ex art. 92 D.L.vo 112)
Ha realizzato un importante trasferimento di competenze e
responsabilità da Stato a Governi Regionali, trasferendo però,
assieme a responsabilità e compiti, risorse umane, finanziarie e
strumentali talvolta quasi nulle e, nei casi migliori (come quello di
RER), largamente insufficienti a invertire la tendenza al
progressivo degrado tecnico, scientifico e organizzativo che aveva
sino a quel momento caratterizzato il Servizio Idrografico e
Mareografico Nazionale
Il Programma Nazionale di Adeguamento delle Reti in telemisura e
quello Radarmeteo hanno contribuito e continuano a contribuire a
riempire questo vuoto di risorse
Ha in ogni caso in alcune realtà regionali (sicuramente in RER)
fornito un nucleo “idrologico/idrografico” di partenza per
cominciare a muovere verso il sistema dei Centri Funzionali
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Il progetto RIRER: la Rete Regionale
Integrata Idro-Meteo-Pluvio
Integra in un unico gestore (ARPA-SMR) le funzioni di gestione ordinaria
ed evolutiva delle reti
• Meteorologica
• Agrometeorologica
• Meteorologia urbana
• Pluviometrica
• Idrologica
• Radarmeteorologica
Affida ad un Tavolo Regionale Reti la guida ed il controllo delle attività del
gestore unico
Affida ad un Tavolo Regionale Sicurezza, a guida specifica PCR, la guida
ed il controllo sulle specifiche gestionali di particolare rilevanza per il
comparto sicurezza (difesa del suolo e protezione civile)
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La Rete Radarmeteo Regionale RER
Fa parte integrante della RIRER e, dopo il raddoppio
della copertura (SPC e Gattatico) finanziato dallo
Stato sul Programma Nazionale Adeguamento Reti,
oltre a ricoprire interamente il territorio regionale,
svolge (con il contributo di altri) le funzioni di
laboratorio nazionale sullo sviluppo delle tecnologie e
tecniche polarimetriche per la radarpluviometria
quantitativa a complemento e integrazione della
pluviometria convenzionale al suolo in telemisura
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Da Servizio Meteorologico Regionale a
Servizio IdroMeteorologico
ARPA-SMR, incaricato da RER del compito di
gestore unico della rete integrata idro-meteopluvio-radar, recepitore dei trasferiti Uffici
Idrografici Compartimentali di Bologna e
Parma e incaricato da RER della ulteriore
progettazione, realizzazione e gestione del
Centro Funzionale Regionale delll’EmiliaRomagna, si trasforma di fatto da Servizio
Meteorologico a Servizio IdroMeteorologico
dell’ARPA Emilia-Romagna: da SMR a SIM
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Allargamento/integrazione dei flussi informativi
alle strutture tecniche degli EELL e di bonifica
E’ forse opportuno pianificare livelli/strumenti comunicativi che
prevedano la possibilità di integrare le funzioni e i relativi flussi
informativi dei CFR con le strutture tecniche di PC e DdS degli
Enti Locali, laddove queste esistano (comuni e/o provincie, a
seconda dei casi) e siano interessate: i primi esempi sono già
avvenuti in RER (Ravenna, Modena).
Con molte bonifiche esiste poi già un ottimo livello di
coordinamento tecnico (che la PC di RER ha avviato da tempo e
che il sistema ha ereditato), coordinamento e scambio che
possono essere ulteriormente migliorati, a vantaggio di tutti.
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