BRUNO FORTICHIARI
LETTERE DTE ~HE LE661
UMILISSIMO OPUSCOLO PER GLI UMILI
Centesimi 20
)
)
3° Edizione
MILANO
Sf>CIETA EDITRICE AVANTI!
I 9'20
r
LE1'ft.Rt. A 1E CHE LEGGI
I.
Amico mio,
1
Milano - Tip. Società E<litrlce Avanti! - Via S. Dam ùtno lG.
Tu non sei socialista. E nemmeno sai che cos;i
sia il Socia.lismo. E n emmeno hai sentito mai tl bisogno di capire che sia, e perchè da questi e da
quelli se ne parli tanto bene, o tanto male.
Ma Lu sci pure un proletario. Sei, voglio dire,
uno dei tant,issimi uomini che favorano per guadagnare un modesto salario e di null'altro vivono che
del salario stesso. Da fanciullo, figlio di qualcuno che
viveva come t e, hai cominciato presto a conoscere ii
padrone .Da allora non hai cessato di lavorare per
un padrone. E sono forse passati tanti anni. E per
quanti anni tu abbia lavorato, ricevi sempre uu
salario che può essere più o meno aumentato, ma
ti permet,to solamente di vivere come vivi, da proletario, alle dipendenze di un padrone.
Come non h ai pensato mai a questa tua condizione 7 Se ci hai pensato, come non hai sentito entro
di te che non è giusta questa tua condizione 7 Se
hai senti to che r:on è gi usto, come non ti ribelli 7
Sei forse indifferente? Essere indifferente vuol
-5
-4dire essere un animale addomesticato. Ma un uomo
non può essere indifferente per quanto si fa a su<?
danno, per quel che accade sulla lu~i. pelle . Sarcsl~
indifferente se io ti pigliassi per il ciuffo, t1 ponessi
un giogo sul collo, ti attaccassi a<l un carro1 Mi
picchieresti di santa ragione.
.
.
Ebbene amico mio, guàr<lati: tu hai un giogo
sul collo, t~ lavori come un bue, tu vivi come un hm'.
Chi è il tuo padrone i Un uomo. E' nato come to.
E' della terra come tu sei <lclla terra.
Perchè tu lavori per lui 7 Pcrchè ti paga, mi rispondi, e perchè tu devi lavorare per vivere. Ma pcrchè per vivere tu deYi lavorare a salario per un pa<lrone, e quell'uomo, il padrone, per vi vere non h:~
bisogno di lavorare come te, ma fa lavorare altri
che sono come te salariati 1
- Egli è ricco - tu mi dirai.
Ma perchè è ricco 1 Si nasce forse ricchi 1 La ricchezza è una qualità di certi uomini 7
E' ricco solo chi vive sul lavoro degli altri. La
ricchezza è un privilegio degli uomini che « fanno
lavorare n altri uomini pagandoli col salario. Tu
eho sci un salariato, lavori da anni ccl anni, lavorerai per anni e per anni, ma sa.rai sempre quello
che sei, un proletario. Mai cliventorai ricco se non
per casi eccezionali. E' tu sai che tutti i lavoratori
furono, sono e saranno come tu sei, finchè le coso
andranno come ora.
Considera quali sono le conseguenze di questo
stato di cose. Tu lavori ad un lavoro faticoso per
orari lunghi, rientri in casa rotto dalla fatica. Hai
una misera abitazione che non è tua. Le gioie che
la famiglia dovrebbe darti, sono spesso respinte dalle
ditlicoltà di tirare innanzi col troppo magro salario.
Forse hai debiti. Ved.i il bisogno della famiglia e
quasi sempre non puoi nemmeno rimediare. Sei costretto a contare sul guadagno della moglie che
pure desidereresti vedere solo occupata della casa e
dei figli. Sei costretto a contare sui guadagni dci
figli che giovanissimi devi mandare al lavoro se an-
che preferiresti mandarli a scuola. Ma e se. per un
C'a.<>o qualunque, rimani disoccupato! Ma e se una
111nlatt ia colpisce te o la moglie o un figlio! In cho
d ispcranto condizione allora ti trovi! ... E divcrnu
\\'Cchio. Tu sai bene che guadagnerai un salario
finchè polrai lavorare. 11a diverrai vecchio e non
potrai lavorare. Dovrai contare sui figli, se ne avrai.
E ti piangerà l'anima a dover pesare sul salario dci
figi i. Perchè dunque avrai per tanti anni lavorato?
Guarda invece a chi non lavora ma, come usiamo
dire, « fa ln.vorarc '" Egli non conosce la miseria,
non conosci' il bisogno, non conosce le angosce della
disoccnp:i.zionc, non lemc quelle della vecchiaia. Di
null:t manca. Tullo può arcrc. E può sciupare in
cose~ \aTl<' quanto gli pare, quando gli pare. E coli
tutto ciò, tanto più «fa lasorarc" dci proletari come le, tanto più accumula ricchezze. Perchè?
Pensaci un po', amico mio, pensaci b ene.
II.
.A m ir·o rnio,
Se hai riflettuto alquanto su ciò che ti ho detto
non puoi piL1 restare indifferente. E lo potrai n1cn~
ancora se considererai il tuo caso non come un caso
personale, ma come un esempio. Guarda infatti intorno a t-0. V cdi una fort.o maggioranz~ di uo:nini
?he si trovano nella tua condizione; una minoranza,
invece, di altri uomini che vivono corno vive il tuo
padrone. Una prova l'hai nel tuo paese o nella lua
città. Così è da per tutto.
La terra non dà prodotti se
contadini non la
coltivano.
Gli stabilimenti non dànuo macchine, al trczzi,
-7-
-6merce di nessun genere, se gli operai non vi laTorano.
.
Le caso non sorgono senza l'opera dci murator1.
Le ferrovie non funzionano senza l'attività <lei
ferrovieri. E così via.
Sono Ycrità semplicissime, è rnro? E qucslc verità semplicissime dimostran·) che senza. l'operosità
dcl più grande numero degli uomini, composto da
contad.ini e operai, da chi cioè nulla possiede, non
vi sarebbe p roduzione d i nessun gcncTC. Per esempio : se un giorno, tutti insieme, tutti gli uomini
che l avorano, e sono quelli che nulla posseggono,
cessassero il proprio lavoro, non vi sarebbe piì1 prod uzione non vi sarebbe più attività umana.
E' dunque chiaro che è indispensabile, per la
vita dc,,.li uomini, che i lavoratori lavorino. Ma è
forse i n"dispcnsabi le che vi siano padroni? Dico, insomma se, perchè la vita umana possa continuare,
non s;' può fare a meno di quegli uomini che chia.miamo padroni.
La terra, per esempio, produrrebbe se fosse lavorata dai contadini, ma se non vivesse il padrone 1
Purchè sia coltivata, la terra produrrebbe ugualmente.
N elio stabilimento, gli operai non fabbricherebbero merce se dello stesso stabilimento non vi fosse
il padrone 1 Purchè gli operai continuino a lavorare
lo stabili mento d.ar ebbe merce.
- Ma - tu pensi - se i padroni ci sono, segno
'è che ci vogl ion o.
No, amico. Quante cose vi sono al mondo senza
che siano indispensabi li. E' forse indispensabi le la
peroncspora alle viti~ E' forse i ndispensabile la
pulce per l'uomo '? Pcronospera e pulce sono parassiti dannosi, invece, che l'uomo vuole cacciare e distruggere.
Ebene, il padrone, i padroni per dir meglio, sono
parassiti ehe bisogna toglierci di dosso per vivere
una vita migliore.
- E perchè ci sono i padroni ·? - tu mi domandi.
Pnchè ci sono i seni, ti rispondo. Porchè la
grande maggioranza degli uomini - lavoratori come
te sc1tza nessuna proprietà come te - resta soggetta
:HÌ una minoranza di uomini che tiene per sè la
j)l'Oj)l'Ìclà.
Cosa di resti so io ti volessi far pagare l'affitto
dcll'nria che respiri, della luce del sole che illumina 7
Mi d;,nc-.sli dcl matto. Eppure tu rispclii come un
sn.vio i! signore tale o tal altro che li dice: - Questo t.cr rcno è mia proprietà..
.Lii tcwr<t, come l'aria, come la luce, come l'acqua(• assolutamente necessaria al la vita. La. natura.
il mondo non ha incar ieat.o nessun uomo d1 fare il
padrone di questa o quella terra. Sappi ~nfatti che
g li uom i ni antichissimi, migliaia ~i anm. or so:io,.
non sapevano che cosa fosse la propnet~ privata, e~oc
di singoli uomini. La terra era di tutti come l'ana,
la luce, l'acqua. Nessuno è nato padrone. E la prima
Yolta che un uomo si dichiarò proprietario di una
zona di terra, quell'uomo commise una violenza.
Rubò agli uomini tutti una parte di t~rra che era
proprietà di tutti.
E' come se nel paese dorn tu vivi. tutti gli abitanti fo~scro padroni, insieme, della terra circostante. Ed io venissi e mi dichiarassi padrone io
solo di quella terra o di una parte, cacciandovi.
Uommcttc.rci una violenza, un furto a danno di
tutti voi.
Ebbone, così è sorta la proprietà privata. E d:1
allora, attraverso molte trasformazioni, la proprietà
privata è, come allora, una viol enza, un furto a
dar.no di tutti.
N ol lo stesso modo tu vedi un uomo diventar ricco.
Un uomo accumulerà della ricchezza quando « farii
la,·orare n alt.ri uomini, rubando ad essi il prodotto
del loro lavoro. Ecco un esempio: figurali di essere
padrone in uno stabilim('nto. La tua ricchezza non è
lo stabilimento soìo. SarQbbe un peso morto se in
esso non facessi lavora.re. E allGra chiami degli
operai ai quali devi pagare un salario. Essi lavo-
-8rano e tu li paghi. }la come li paghi? Vcn<li la
merce che essi, laYorando, producono e con quanto
ricavi ... Piano. Tu non distribuisci in salario agli
operai tutto quello che ricavi, ma Il<' tiC'ni una buona
parte vcr te. Ma tieni per te, m questo mo<lo, una
buona parte di ciò che gli operai da te salariati
hanno prodotto. Non è una truffa che tu commetti 7
Uli operai, poniamo, con metà del lavoro producono
quanto basta per il loro sahni o, ma tu esigi un
orario <li lavoro doppio. E lo esigi llC'l'chè vuoi che
questa parto di lavoro degli operai, che tu non paghi, 'enga nello tue tascho ad arricchirti. Non è
una truffa che tu commetti~
Ebbene, è p erch è vi è la proprietà privata dci
mezzi cli prod-uzione - dico la t erra. stabilimC'nti,
tutLo ciò che costituisce capitale - cho pochi uu
mini stanno troppo bene, e tant1ssimì: uomini stanno
t ropp(' male. I pochi uomini che stanno troppo hrn~
sono quelli che hann o il privilegio della proprietà
privata. I tantissimi uomini che stanno troppo male
sono quelli, come te, che, nulla posse<lcn<lo, sono
costrett i a vendere la propria « forza lavor ativa n
a quei pochi uomini, per un salario che non è che
una piccola parte cli quanto la propria « forza lavorativa n produce.
Poichè non puoi dubitare d ella verità cli ciò che
ho spiegato, puoi rimanere ancora indifferente 1
III.
Lettore mio ,
No. Tu non puoi essere indifferente. E tanto meno
lo puoi se rifletti che tutta l'enorme potenza della
"classe borghese » - così chiamiamo la minoranza di
uomini che tengono la proprietà privata - ha le sue
-9-
fondamenta nella semplice condizione cli cose che
ti ho descritta.
li fatto semplice ed evidente che una minoranza
di nomini - l:t classe horghC'sr - time il p ri\·ilcgio
<.iela 111·01nidà privata dci mezzi di produzione,
privan<lom• la gra nde ma.ggioranza - che è la classe
proktaria. - questa grande e chiara ingiustizia è la
ha.sr. elci « rcgimC' borghese >l. Quando diciamo il « rrg irn r borghese n diciamo il modo come è organizzala
la vila 11o~tra ogfigiorno.
l\'011 vcy0lio in qu<'slc lettere dilungarmi a spir.u;arc oP·ni JHtrticoln.rc della vasta quefilionr. Qui clr.sidcro mio co~tringcrti a fare le piì.1 umili osscr\ PZioni; qui mi prr.mc solo d i aprirti ];i via ad osservazioni pii1 Jd'ofond<' che tu stesso farai ragionando
col luo CP\'\"Pllo, Je~gcndo i giornali socialisti ccl altr i
opusPoli, discutendo coi tuoi compagni e con gl i
stessi borghesi.
'I'i rn i hmo a men te che la potenza della cl asse
horghMe vienr dal fatto che i suoi componrnti che chiamia•110 «borghesi n - sono proprietari <li
tutto ciò eh'(• indispensabile alla vita umana mcntrr
la classe prolrtaria, - che è la grande maggioranza
degli uomini - nulla possiede all'infuori clrlla propria forza di lavoro.
L a clal'se horghcsC' ha i poteri dello Stato. Lo
Stato, cioè il totale degli uomini che vivono in un
<lato territorio, comprende dunque in sè classe borglrnse r classe proletaria. Por non confonclerLi prendi
come <'sempio l'Ita.lia. E' uno Stato. In esso abi tate
voi prolctar1 - uomini che possedete solamcnlr le
vosLrc braccia per Ja,-orarc - e abib.no i bord10.~i
quelli C'hc h anno il privilegio della proprietà printa " con t,a]o privilegio sfruttano il lavoro <li voi
proletari. Voi sit'te la grande maggioranza, i borp:hc..;i C'hc vi sfruttano sono invecr la minoranza. Ep111:rt' lo ~tato è nelle mani della classe borr:h• ~ ..,
11 Go\ erno drllo Stato (• nelle mani della bornhcsin.
Tu sai che i I Govt'rn o 1~ nominato da I re. m~ effol
tivamcntc il GovC'rno è nominato se ha l'approva-
-
10-
zione dcl Pitrlamento. E il Parlamento - bada che
mi riferisco all'Italia per semplificare - è composto dai deputati eletti nei collegi politici dai cittadini
elettori. Ed elettori lo possono essere tutti: proletari o borghesi.
Perchè i proletari - che sono la maggioranza hanno ancora un Governo qclla classe borghosc,
mcntr<) i borghesi sono una minora nza 7 Pcrchè troppi
rroletari o son o indifferenti o addirittura non han no
coscienza dei propri interessi dando il proprio voto
:1gli uomini della classe borghese.
E in questo modo la cl;i,ssc borghese, tenendo
nelle sue mani i poteri dello Stato, Parlamento e
U0Yc1 no, polizia, magistratura, esercito, ccc. ha dei
mezzi potenti per difend ere il suo privilegi~ fondamentale: la « proprietà privata n.
nr.
Amico mio,
Io spero ormai di averti persuaso che le varie
c. gran~i _ingiustizie delle quali tu e tutti i proletari
s10.te vittime, hanno la loro causa fond amentale nella
prima e pit1 grave ingiustizia: il fatto che la classe
bo;g~ cs~ abbia il privilegi o della proprietà privata,
pnv1legio che è il frutto di una violenza.
Fi;ichè n ellà. vit'.1 umana vi saranno degl i uomini
che s1 pot_ranno d:ire proprietari di questo o quel
mez~o m.dispe~sabil~ alla produzione (la terra, le
oflì.cmc, 11 ?ap1ta!e _m genere, insomma) vi saranno
sempre altn uommi, e questi sempre nel più grande
numero, che nulla possederanno e per vivere dovr?.nn? lavorare per un salario. Questi uomini, che
chiamiamo proletari, potranno essere più o mono ben
-
11-
I raU.n.t i, ma !!a ranno 11cmpre ~fruttat,i dalla cl~se
borghese perchl! questa, per conservare la p r op ri età.
prirn.la, tle\'C' tenere per sè una parte di quanto il
lavoro d~i ]lrolPtari produce. Il salario non sarà mai
l'intero 'alo re dcl prodotto che voi proletari darete
rul vostro lnvoro.
E allora 1 Pcrchl~ la vita ora è così organizzata,
clni tu, ld!orn mio, do,·cto voi, proletari rasseg11an·i a portare il giogo che la classe borghese vi
hn, imposto 7
No. Ra.reste clt'i bru!,i. Ma voi non siete bru!,i. Voi
a.vele un cervello, yoi potete raigionarc, voi dovete
ragionarr- colb vostra mente. Per voi, per i vostri
simili, per i vostri figli, dovete affermare il vostro
diritto, dovrte « operare » por il vostro diritto.
i!Ia eh<' vale la tua collera 1 Che vale la tua imprecazione? Che vale il tuo gesto individuale contro
un padrone o con!,ro i padroni 1 Sono collera, impncazionc e gesto inutili. A nulla valgono pcrchè si
tratta di una solida organizzazione complessa, non
di un fatto faci !mente modificabile.
Ecco: la società borghese è come un castello fortemente costruito. Cosa ya\gono contro quelle mura
formidabili, contro le fondamenta profonde, contro
le parole di ferro, cosa valgono le tue imprecazi oni,
i I Luo sasso che se a.gli rabbioso~ Nulla!
Il « Socialismo n è la forza che abbatterà quel
potente cast.elio che è la società borghese.
Noi « socialisti n siamo quelli che lottano contro
b classe bo;·gh<'SO per d istr uggere il privilegio.
Noi «socialisti» combattiamo per abolire l a proprietà. privat,a che è il fondamento delle ingiustizie di
cui 1.~ viLLima il proletariato.
Oompr<'nùi ora che cosa vogliono i « socialisti n 7
Essi, prima di tutto, richiamano i proletari, come
tn sci, clall11 rassegnazione, dalla l.ndifferenza, alla
coscit"nz:i. di se stessi , della propria situazione penosa, rnumana. Essi dichiarano e dimostrano l'ingiustizia. dello sfruttamento che voi proletari subìt..c
dalla classe horghosc, dichiarano e dimostrano che
-12 -
non n può cserc benessere, conviYcnza vc_ramcnt_c
umana. finchè rimarrà il sistema della propnetà. pnyatn. dci mezzi di produzione.
E· nec.essa.rio che i lavoratori abbiano la chiara
Yisionc d.i questa dura yerità porchè trovino l'cncrgi~i
di combattere con la tenacia necessaria per la loro
causa. E' necessario che i lavoratori comprendano che
essi st.cssi devono sapersi liberare dallo sfruttamento
<lolla. classe borghese, poichè in nessun altro modo
essi avranno giustizia.
Perciò noi " socia1isli " a te ci rivolgiamo, o amico
proletario, e come a te a tutti i tuoi uguali.
Ascolta. Noi siamo proletari. Migliaia e mi·gliaia
<li proletarì sono già con noi, sotto la nostra bandiera . ..:\bbiamo unite le nostre volontà. Presi uno per
uno nulla potremmo ottenere. :Ma ci siamo stretti
insieme nello nostre Leghe di mestiere, nei nosf.,ri
Circoli Socialisti. In questo modo siamo forti. Saremo tanto più forti quanti piit prolcfo.ri vorranno
con noi.
Con la nostra unione siamo già riusciti a mi gliorare le condizioni dei lavoratori doYe questi sono
con noi. Con la nostra unione siamo già riusciti a
conqnistare dci posti in Parlamento, mandando deputati socialisti invece di deputati borghesi. Con la
nostra unione siamo riusciti 3 conquistare i Consigli
Comunali di molti paesi e di parecchie città.
Questi sono i primi passi delle nostre forze sulla
via del Socialismo.
Noi vogliamo così intaccare i mezzi di cui si serve
la. borghesia per conservare o difendere il suo privilegio, il suo dominio. Diamo in tal modo profondi
colpi di piccone ai pilastri che sostengono l'edificio
d<·lla proprietà privata.
Quanto pitt numerosi saremo e compatti, tanto
più posscnii saranno i nostri colpi <li piccone tant,o
., .
.
.
'
l>lll importanti le nostre conquiste.
Vieni con noi, amico proletario, vieni con noi.
Sai:irai allora che la stessa classe borghese, involonta.namcntc, senza saperlo, nel suo avvenire contiene
-13-
ddlc <'anse ehc affretteranno la fine tlcl suo dominio.
E' come un <'<lificio sul quale viene accumulato un
JH'SO Sl'ffiJll'C magg10rc fino a che più non resiste e
croll:1. Q1.1i r~on i· mio cùmpilo spiegartelo.
. lo t1 rnvlto atl unire la tua. volonti1, ll1 tua cosc1c11:rn, 1:1 f.,ua energia alla nostra.
Noi vog1iamo, noi ù,obbiamo, noi possiamo affrettare 1:1. i:r.randc rivoluzione: la proprietà priv:ita
sc·<~m.1rn.1'.1ra, sarà ùistrullo il dominio di una classe
p~·1v~!Pg1;1ta f'H mHi classe sfruttata. A qursto sistema
<l 1 ~·1~ n., che ~hc.iamo horghesc o capitalistico, succedPru il " Soc1alismo '"
V.
A 111ico vroletario,
. Quai~do ancrrà quel grande cambiamento n(']b
\'lta soc1al.c _che noi socialisti affrettiamo con tutta J;i
nostra ~itt1ntà, con ogni energia 7 Prcn~do che mi riv?lgcra1 quMl a domanda. Ebbene, quel grande camb1amcnto nella. vita sociale dal quale i proletari
avranno l:J: loro redenzione, è già cominciato, si
op0ora contrnuamcnt-e nel seno della stessa attuale
~oc10Là .. Hastcrobbo gettare una sguardo sul passato
,tnclic ir.ccntc pc1: accorgersene. L'aziono compiuta
cl.al P~rtilo. Socia.lista e dai proletari che ad esso part~to si uniscono, sebbene da poco tempo incominciata, h~ accelrrnto sensibilmente questa costante trn.sformaz10no, Può essere necessaria una lotta lnn""a
e lenta pcrc.hè la classe borghese difende con tulle
lo. suo forze il propr.io dominio. :M a questa classe do~1~antc, la bor?hcsia, può in date circostanze indc~~h.rc la sua d1~esa os_scndo già troppo scossa dal! ,.z1ono. pr~lctaria o rimanendo clisorganizzzata offesa, disorientata per qualche grave C!l'l'Oro ~om1r1csso, per una svolta troppo brusca nel suo pro('e
-14-
ùere, per qualche avvenimento improYisto e di conseguenze fatali... In tale situazione noi socialisti, se
i prolctarì ayranno coscienza dci propri supremi interessi e con noi agiranno, potremo <lare alla classe
borghese l'ultima scrollata, l'urto decisivo.
Aboliremo la proprietà priva.ta, fonte cli tutti i
mali che il proletariato soffre. La terra, il bene che
natura a tutti offre, indispensabile come l'aria e hi
luce e l'acqua, la terra e tutti i mezzi necessari alla
produzi one, non saranno mai più una proprietà particolare di questo o quell'uomo, ma saranno proprietà di tutti gli uomini.
Mentre la base della forma. di società d'oggi, nclln.
quale domina la classe borghese, è la proprietà privata, la base della forma cl.i società socialista sarà la
proprietà collettirn. Dicendo proprietà collettiva di ciamo proprietà di tutti gli uomini.
Non più proletari sfruttati, borghesi sfruttatori.
:Jia tutti ugualmente considerati come produttori insieme e insieme possessori.
Immaginati, per meglio capirmi, il tuo Comune
ad esempio di come dovTà essere la società socialista.
Ora ci sono, mettiamo, duecento borghesi che sono
prnpriet:ui, duemila proletari che non posseggono
nulla e perciò sono sfruttati dai borghesi. Colla forma socialista di organizzazione della società, la proprietà. privata sarà tolt.a, e trasfor mata in proprietà
di tutti gli uomini compresi nel Comune. In questo
modo non vi saranno più duecento proprictart borghesi e qucmila proletari nullatenenti, ma duemilad uecento uomini ch e insieme avranno la proprietà
della terra e aegli altri mezzi di produzione. Nessuno
di voi, individualmente, sarà padrone ma ciascuno
di voti, contribuendo alla produzione' col personale
13:"oro secondo necessità e secondo la propria attitucl10e (la capacità propria, insomma) avrà diritto a
parte del prodotto ricavato.
Coll'abolizione del privilegio borghese e quindi
colla scom1)arsa dell'organizzazione attuale della società, avranno fine tutte le ingiustizie che, aotto ta.nte
-15-
forme, }lc~ano moralmente e materialmente sul prol<'tariato.
+
Amico proletario. In queste lettere io ho dovuto
spiegare in forma semplice una questione che è
molto vasta e profonda. Ma io non volevo che offrirti
i primi, umili clementi della questione stessa. Mi
sono proposto non solo di toglierti dall'indifferenza
o della rassegnazione, ma di fa re nascere in te il
d~sid er~o di ~enirc. in mezzo a noi, di leggere i nostri
g1or~ah e gh altri opuscoli nostri, per meglio conoscerci. Io so che allorchè ci conoscerai bene tu verrai
e~? noi, ti sentirai socialista e non abbandonerai
p1u la nostra bandiera..
Ti a.spetto.
Biblioteca dell'Avanti ?
I documenti della Rivoluzione
1. Costituzione della Rcpu,bblica socialista del
~.
3.
4.
5.
G.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
Souiet . . . .
TRO'l'ZKI r,. - Dalln Rii;oluziorw d'ottobre al Trattato di pace di Brest-Lilo1c11lc .
La terra alla 1'-a.zione per i contadini ».
LIDKIN - La lotta per il pane. - '.rUOTZKI. - La i;oro, disciplina e ordine 8alveranno la Repubblica socialist<i dei Soviet
SPAH'J'..lCUS. - Scopi, obbiettivi e vicende.
(Edizione completa, con aggiunte le parti
già c.ensurate)
La Francia socialista contro l'intervento
in Russia .
. .
L'opera economica, politica e morale dei Soviet in Russia. (Leggi e decreti) .
LEXIX X. L'opera di 1·icostruzione clei
Soviet - La disciplina. del la-i;oro - I fini e
i mezzi della Rii;oluzione russa .
Testimonianze sullo sviluppo della Rivoluzione
.
.
.
Dalla Seconda alla Terza Internazionale
Bl:CARI~. Il programma dci comunisti
(bolscevichi)
.
.
.
. .
RANROillID. - Sei settimane in Russia nel
1919
.
.
13. RADEK ~ L'evoluzione del socialismo dalla
scien... ·all'azione .
. .
11. KARSKI .T. - Ohe cos'è il bolscevismo e c71e
cosa ln.nno fatto i bOlscevichi in Ilnssia?
l::i. P. 8Tr'l'C'KA. - Ln Costituzione df'lla Repubblica SociuUsta Federale dei Soviet di Russia in domande e risposte . . . . . . .
JG. LEO~E TROTZKI . - Il 1Jolscevismo dinanzi
allei guerra e alJa vace del mon(lo . . . .
:li. W. T. GOODE. - Il Bolscevismo all'opera .
1s. <i-. II. - La Rivoluzione proletal'ia ungherese
I <1ic·iotto opuscoli s"inYiano, franco di IJ-Orto
m.nnda ti, per L. 13.75.
L. 0.50
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O.GO
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ll 1.50
» 0.50
racco-
Ordinazioni, con relativo importo anticipato, allà
LIBIUJH.IA EDITRICE AVANTI! • Via San Damiano.
JG e Yia Doga na, 2.
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