LE TARE EREDITARIE Così com’è giusto fare, invochiamo lo Spirito Santo perché eviti a me di diventare pietra d’inciampo per un qualsiasi fratello, mi doni la Grazia di essere un suo indegnissimo quanto inutile strumento e permetta ad ognuno, attraverso la preghiera, di trarre i vantaggi e le grazie che l’Onnipotente Misericordia di Dio gli ha riservato. Amen, Alleluia. Come ho avuto modo di riaffermare più volte, io non sono un maestro, ma solo un sofferente tra i sofferenti, che dal 1987 ha iniziato, coscientemente, a navigare in questo oceano di lacrime amare, spinto dal vento dello Spirito Santo, sulla barca di Pietro, rincorrendo l’infinita Misericordia che, Cristo Risorto, dona a chi lo incontra, liberandolo dal male e dal maligno. Lungo questo cammino, facendo tesoro della Parola, degli insegnamenti, delle esperienze e dei tantissimi errori che il Signore ha permesso che commettessi per farli evitare agli altri fratelli, per un Suo personalissimo disegno e nella sua infinita Misericordia, così come recita la scrittura: “ Anche di notte istruisce il mio cuore!”, mi ha donando la grazia di mettere nero su bianco, spero, con la massima semplicità, quanto mi ha fatto vivere in prima persona e che ha risolto i problemi causati dalle “Tare Ereditarie”: quell’invisibile fardello che schiaccia e, moltissime volte porta alla distruzione, interi ceppi familiari, nella salute, negli affetti e negli averi, al pari di Giobbe. Nella Bibbia compaiono rispettivamente 600 volte la parola BENEDIZIONI e, per antitesi a queste, altrettante volte quella di MALEDIZIONE; quindi, come giustamente fa notare don Beppino Cò, nel suo preziosissimo libro “L’armata di satana e le armate di Cristo” non esiste una via di mezzo: o si è benedetti o maledetti. Il Signore, donandoci il libero arbitrio ed indicandoci perfettamente, attraverso i dieci comandamenti, le due strade che ci pone innanzi per la nostra vita, ci lascia liberi di costruire, con le nostre scelte e conseguenti azioni, una vita piena di benedizioni o di maledizioni avvertendoci, però, che in ognuno dei casi, Egli moltiplicherà e l’uno, le benedizioni e l’altro, le maledizioni, rendendoci responsabili così del nostro presente, del nostro futuro e di quello della nostra discendenza. Infatti, interi ceppi familiari giacciono, a vote da molte generazioni, quasi inspiegabilmente, sotto le grinfie del demonio che, aiutato dalla scalata dei sui adepti all’interno della Chiesa, che, sempre più evitano, accuratamente, e di parlare di questi e delle cause o di cosa gli permette questa supremazia sui figli di Dio, riscattati dal Sangue di Gesù che, pur avendo ricevuto uno Spirito di libertà, si sono fatti rincatenare da satana e non ne sono consapevoli,1 mentre come faceva ben notare PIO XII: “ Il peccato più grande di questo nostro secolo (ventesimo) è l’aver rimosso la nozione stessa di peccato” – e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Sic! Quindi, prima di iniziare a parlare di questo invisibile giogo, ritengo opportuno rinfrescare alcune delle verità Bibliche che ci aiuteranno a far luce in queste camere occulte. Il Salmo 119, al versetto 115 recita: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” e noi, quindi, forti dello Spirito Santo e alla luce della Sua parola, andiamo ad analizzare i tre passaggi che faremo in Cristo Gesù. 1 Infatti, quando ho visto che iniziavano a pagare anche i miei nipoti, ho chiesto a Dio di guidarmi al meglio, per collaborare a spezzare queste catene. 1 1) INIZIAMO COL PRIMO PASSAGGIO CHE CI SPIEGA QUALCOSINA DELLA LEGGE. Il nostro viaggio all’interno delle Sacre Scritture inizia con una frase dell’Esodo e più precisamente con Es. 20, 5-6 (anche se riporto dal primo versetto per essere più chiaro): CAPITOLO 20: “IL DECALOGO” “1Dio allora pronunciò queste parole: “2Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: 3non avrai altri dei di fronte a me. 4Non ti farai immagine alcuna né di quanto è lassù in cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nella acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai dinanzi a loro e non li servirai. Perché Io sono il Signore, tuo Dio, un Dio geloso che punisce la colpa dei padri nei figli, fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. 7Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il Suo nome invano. 8Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: 9sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro. 1 0 m a il settimo giorno è il sabato in onore del Signore tuo Do: tu non farai alcun lavoro né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te.11Perché in sei giorni il Signore ha fatto i cielo e la terra e il mare e quanto e in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.1 2 Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio 13Non uccidere 14Non commettere adulterio. 15Non rubare. 16Non 17Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”. 18Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante II popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. 19Allora dissero a Mosè: Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma non ci parli Dio. Altrimenti moriremo! 20Mosè disse al popolo: "Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate" 2 1 II popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio. Dal sesto versetto, possiamo capire che coloro che lo odiano sono quelli che non osservano i suoi comandamenti e quindi s’intestardiscono nel peccato commesso già dai loro padri. 2 A QUESTO PUNTO FERMATI E FATTI UN ESAME DI COSCENZA (BREVE PAUSA). Quindi, con uno slancio di onestà intellettuale, possiamo ammettere che, se è vero che il santo pecca sette volte al giorno, per esempio, io che sono il primo tra i peccatori, commetto almeno otto peccati al giorno (i tre zeri che seguono l’otto, li ho cancellati per essere sintetico). Sic! PS. Ricordiamoci di quante volte ci dicevano o dicono, rimproverandoci: “Tu sei come tuo padre, tuo nonno etc. etc.… hai lo stessissimo brutto carattere” oppure “tale padre, nonna o chicchessia, tale figlio, nipote o discendente in genere”. Bene ora sai che è vero e perché. DOPO L’ESODO, IL LEVITICO CI ILLUMINA SUI DOVERI. Dopo l’Esodo, che ci consegna il decalogo, continuiamo il nostro viaggio per arrivare al libro del Levitico e molto più precisamente al capitolo 26 dove Mosè spiega al popolo e le benedizioni che derivano dall’osservare la legge e le maledizioni che ne derivano dall’inosservanza, ma rileviamo una cosa importantissima, nel versetto 39 e la soluzione nel versetto 40. Levitico 26, 36-43: (Cosa succederà a coloro che non seguiranno i dettami del Signore) “3 6 A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore costernazione, nel paese dei loro nemici: il fruscio di una foglia agitata li metterà in fuga: fuggiranno come si fugge di fronte alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua 3 7 Precipiteranno uno sopra l'altro come di fronte alla spada senza che alcuno li insegua. Non potrete resistere dinanzi ai vostri nemici. 3 8 Perirete fra le nazioni: il paese dei vostri nemici vi divorerà. 39Quelli che tra di voi saranno superstiti nei paesi dei loro nemici, si consumeranno a causa delle proprie iniquità; anche a causa delle iniquità dei loro padri periranno. 40 Dovranno confessare la loro iniquità e l'iniquità dei loro padri: per essere stati infedeli nei miei riguardi ed essersi opposti a me;41 peccati per i quali anche io mi sono opposto a loro e li ho deportati nel paese dei loro nemici. Allora il loro cuore non circonciso si umilierà e allora sconteranno la loro colpa. 42 lo mi ricorderò della mia alleanza con Giacobbe, dell'alleanza con Isacco e dell'alleanza con Abramo e mi ricorderò del paese. 43 Quando dunque il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà deserto, senza di loro, essi sconteranno la loro colpa, per avere disprezzato le mie prescrizioni ed essersi stancati delle mie leggi.”2 2 Levitico Capitolo 26: Benedizioni Se seguirete le mie leggi, se osserverete i miei comandi e li metterete in pratica. 4 io vi darò le piogge alla loro stagione, la terra darà prodotti e gli alberi della campagna daranno frutti. 5 La trebbiatura durerà per voi fino alla vendemmia e la vendemmia durerà fino alla semina; avrete cibo a sazietà e abiterete tranquilli il 3 3 vostro paese 6 lo stabilirò la pace nel paese; nessuno vi incuterà terrore; vi coricherete e farò sparire dal paese le bestie nocive e la spada non passerà per il vostro paese. 7 Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi colpiti di spada 8 Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada 9 lo mi volgerò a voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò e confermerò la mia alleanza con voi. 10 Voi mangerete del vecchio raccolto, serbato a lungo, e dovrete metter via il raccolto vecchio per far posto al nuovo.11Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e io non vi respingerò. 1 2 Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio popolo. 1 3 lo sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese d Egitto: ho spezzato il vostro giogo e vi ho fatto camminare a testa alta. Maledizioni Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi comandi, 1 5 se deprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia alleanza, 1 6 ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi consumeranno la vita Seminerete invano il vostro seme: se lo mangeranno i vostri nemici. 1 7 Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici; quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che alcuno vi insegua. 18 Se nemmeno dopo questo mi ascolterete, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. 1 9 Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame 20 Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra non darà prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti. 21 Se vi opporrete a me e non mi ascolterete, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati. 2 2 Manderò contro di voi le bestie selvatiche che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade diventeranno deserte. 23 Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi 2 4 e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati. 2 5 Manderò contro di voi la spada, vindice della mia alleanza: voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico. 2 6 Quando io avrò spezzato le riserve del pane, dieci donne faranno cuocere il vostro pane in uno stesso forno, ve lo riporteranno a peso e mangerete, ma non vi sazierete. 27 Se nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi opporrete a me, 2 8 anch'io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. 2 9 Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie 30Devasterò le vostre alture di culto, distruggerò i vostri altari per l'incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e io vi avrò in abominio. 31 Ridurrò le vostre città a deserti, devasterò i vostri santuari e non aspirerò più il profumo dei vostri incensi 3 2 Devasterò io stesso il vostro paese e i vostri nemici, che vi prenderanno dimora, ne saranno stupefatti. 3 3 Quanto a voi, vi disperderò fra le nazioni e vi inseguirò con la spada sguainata: il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte. 34 Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici: allora la terra si riposerà e si compenserà dei suoi sabati. 3 5 Finché rimarrà desolata, avrà il riposo che non le fu concesso da voi con i sabati, quando l'abitavate. 3 6 A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore costernazione, nel paese dei loro nemici: il fruscio di una foglia agitata li metterà in fuga: fuggiranno come si fugge di fronte alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua 3 7 Precipiteranno uno sopra l'altro come di fronte alla spada senza che alcuno li insegua. Non potrete resistere dinanzi ai vostri nemici. 3 8 Perirete fra le nazioni: il paese dei vostri nemici vi divorerà. 39Quelli che tra di voi saranno superstiti nei paesi dei loro nemici, si consumeranno a causa delle proprie iniquità; anche a causa delle iniquità dei loro padri periranno. 40Dovranno confessare la loro iniquità e l'iniquità dei loro padri: per essere stati infedeli nei miei riguardi ed essersi opposti a me; 41peccati per i quali anche io mi sono opposto a loro e li ho deportati nel paese dei loro nemici. Allora il loro cuore non circonciso si umilierà e allora sconteranno la loro colpa. 42lo mi ricorderò della mia alleanza con Giacobbe, dell'alleanza con Isacco e dell'alleanza con Abramo e mi ricorderò del paese. 43Quando dunque il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà deserto, senza di loro, essi sconteranno la loro colpa, per avere disprezzato le mie prescrizioni ed essersi stancati delle mie leggi. 44 Nonostante tutto questo, quando saranno nel paese dei loro nemici, io non li rigetterò e non mi stancherò di essi fino al punto d'annientarli del tutto e di rompere la mia alleanza con loro; poiché io sono il Signore loro Dio; 45ma per loro amore mi ricorderò dell'alleanza con i loro antenati, che ho fatto uscire dal paese d'Egitto davanti alle nazioni, per essere il loro Dio. lo sono il Signore'. 46Questi sono gli statuti, le prescrizioni e le leggi che il Signore stabilì fra sé e gli Israeliti, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè. 14 4 Dopo ci fu l’Amen con cui il popolo d’Israele accettò l’alleanza. A conferma di questo ci soccorre Dt 30,15-20 dove Mosè prima della sua morte ricorda la legge al popolo, prima che questi con Giosuè alla testa, entri nei territori loro promessi e le conseguenze delle loro scelte: “Le due vie” “15Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso 17Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli. 18Io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano. 19Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza 20amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui. Poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri. Abramo, Isacco e Giacobbe”. Anche in questo caso il popolo con l’Amen accettò tutto. Questo “excursus” ci serve per capire ciò che Paolo afferma nella Lettera ai Romani e più precisamente in Rm 11, 16-24: “L'oleastro e l'olivo buono” “16Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta: se è santa la radice, lo saranno anche i rami. 17Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo, 18non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. 19Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io! 20Bene: essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi! 21Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te! 22Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti: bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso. 23Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati: Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo! 24Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!”. 1. Quindi, così come recita il versetto 17, noi siamo stati innestati sulla radice santa dell’olivo buono e, quindi, in quell’Amen del popolo che accettava le benedizioni e le maledizioni, ci stava anche quello DI OGNUNO DI NOI. 5 2. Nel Nuovo Testamento, a conferma, Gesù in Mt.5,17-18 ci ricorda: “17Non pensate che Io sia venuto per abolire la legge o i profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. 18In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto”. Dopo quanto sottolineato da Paolo sulla radice santa, con quest’affermazione di Gesù, non possiamo non capire che anche noi rientriamo, di conseguenza, in quanto specificato nell’Esodo. Per evitare di pagare per le colpe dei padri, dovuti all’idolatria, nella Bibbia, troviamo il primo esempio di espiazione per le colpe dei defunti e, precisamente in 2 Mac. 12, 38-45 come appresso riportato: “Il sacrificio per i morti” 38 Giuda poi radunò l’esercito e venne alla città di Odollam; poiché si compiva la settimana, si purificarono secondo l’uso e vi passarono il sabato. 39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccoglie i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. 40Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Lamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti.41Perciò tutti, benedicendo l’operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, 42ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. II nobile Giuda esortò tutti Quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. 43Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. 44Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. 45 Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato”. Da questo possiamo capire che già presso gli Ebrei si cercava di espiare i peccati d’idolatria dei defunti confessando e offrendo sacrifici espiatori, proprio in ragione di quanto promesso dal Padre.3 3 L’idolatria non solo quella che pone altri dei – Baal o Balam al posto di Dio; infatti, c’è chi vi mette il proprio lavoro, il proprio coniuge, i propri figli, il danaro, o qualsiasi altra cosa occupi il primo posto nel nostro cuore che è dovuto sempre e solo a Dio. 6 2) SECONDO PASSAGGIO: “LA PRIMOGENITURA NELLA LEGGE” Come ci ricorda il passo del vangelo secondo Luca che, si contempla nel quarto mistero gaudioso Lc 2, 22-23: “22Quando venne il tempo della loro purificazione, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23com’è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito, sarà sacro al Signore”. - Cum-sacrare significa mettere a parte, donare al Signore, in definitiva: puoi avere anche 500 figli, ma il primogenito maschio è sacro al Signore, è del Signore etc. etc. Come sappiamo benissimo, tutto ciò che Dio ama, satana odia e, lo abbiamo ben visto con l’unigenito di Dio; infatti, ha speso in tutto tre chiodi e una croce. Da qui oltre a scaturire il diritto di primogenitura, (nei secoli, tutte le proprietà, andavano al primogenito, proprio per questo diritto di “primogenitura”). Questo è quanto la gente vede ed invidia, ma non sa che oltre alle proprietà fisiche, ai primogeniti maschi, andavano anche quelle spirituali. In parole povere, chi fa asso piglia tutto o quasi, delle tare ereditarie è, appunto, il primogenito maschio. Se questi, però, è un cliente di satana, a farne le spese è il pezzo di pane di casa; cioè’ il figlio o la figlia più buoni, più vicini, appunto a Dio. Detto questo, invito voi tutti a fare una piccola riflessione: ripensate a tutte le famiglie che conoscete e verificate chi è quel figlio che sembra essere il bersaglio prediletto da ogni sorta di guaio e vi accorgerete che, se non è il primogenito è solo perché questi conduce una vita agli antipodi di Dio. Molti penseranno che essere distanti da Dio equivale ad essere protetti da questa maledizione, ma sbagliano e tantissimo; infatti se non paga il primogenito maschio perché distante da Dio, pagheranno i suoi discendenti fino alla quarta generazione con i dovuti interessi, che satana sa calcolare benissimo, peggio di qualsiasi usuraio. Bene, “Tirem innanz”:> “Andiamo avanti”, avrebbe detto Amatore Sciesa 7 3) TERZO PASSAGGIO. L’essere umano come ci spiega il “Magnificat” è formato di spirito, anima e corpo che in molti visualizzano come tre matriosche, rinchiuse l’una nell’altra, nel seguente ordine: corpo, anima e spirito. Un’immagine che aiuta a spiegare meglio il concetto dell’essere quale, Dio l’ha creato e cioè, composto di Spirito, Anima e Corpo è una piscina, come vediamo nel disegno a Sx. Questo contenitore (piscina) invisibile, che è di fatto la nostra anima, è inabitata dallo Spirito, rappresentato dall’acqua che, avvolge completamente il nostro corpo, raffigurato da quella sfera rossa, posta giusto al centro di questa piscina. Questo ci aiuta a capire che una qualsiasi causa, prima di manifestarsi nel corpo, passa, attacca, colpisce il nostro spirito che inabita la nostra anima. Ecco perché è verissimo che, - fin troppo spesso, il male fisico è la somatizzazione di un male spirituale4 - e Gesù stesso in più miracoli lo sottolinea (ad esempio la donna curva che uno spirito immondo teneva legata da diciotto anni Lc 13,16) ed anche a questo proposito ci sono diversi testi che spiegano benissimo questa relazione strettissima. Infatti, Gesù stesso, prima della sanazione del corpo, risanava le ferite dell’anima, dello spirito. Detto questo, quindi, quando ci succede qualcosa è come se qualcuno lanciasse una pietra in questa piscina.5 4 Questa è la frase che utilizzo da anni per spiegare la corrispondenza tra un male spirituale e il relativo male fisico. 5 Infatti, nella figura sopra, possiamo vedere che la maledizione (esempio) non ha colpito, per permissione di Dio, il nostro corpo, ma comunque provoca delle ripercussioni in tutto il nostro albero genealogico, come vedremo nei prossimi schemi. 8 Quindi, al di là del fatto che siamo colpiti o meno, questo pallina (maledizione), cadendo nell’acqua (spirito) provoca delle onde concentrice, come possiamo vedere dal disegno riportato qui sotto, a Dx. Quella pallina scura rappresenta, per esempio, una maledizione, un maleficio, un atto di magia nostro o indirizzato a noi, o una qualsiasi altra cosa occulta, medianica o di stregoneria che abbia a che fare con noi, come per esempio: Il gioco del bicchierino (che non è affatto un gioco, ma apre le porte al demonio, in grande stile); infatti, si chiama tavola Ouija6; Leggere l’oroscopo; Frequentare: I maghi o anche chi si spaccia per tale. Stregoni o guru vari come Sai Baba o simili; Praticare lo Yoga: di qualsiasi tipo, compreso quello chiamato yoga cristiano: così chiamato per meglio trarre in inganno gli allocchi cristiani. (Puri come colombe, ma accorti come serpenti. OPPURE: “I figli delle tenebre sono più scaltri di quelli della luce” Il Reiki a tutti i livelli: più si aumenta di livello e più esorcismi serviranno per essere liberati dai demoni a cui ci siamo legati con la recita dei mantra e la conseguente apertura dei “CHAKRA”. L’agopuntura che fa parte a pieno titolo di quel calderone della medicina alternativa che nascondono infinite insidie demoniache, mai dichiarate. Ne esistono tre tipi: 1. Quella “MEDICA”; 2. Quella “ESORCISTICA” e, 3. Quella “IMPERIALE” La loro origine è unica. “L’AGOPUNTURA” nasce alla corte dell’imperatore cinese tra il terzo ed il secondo secolo avanti Cristo, dal fine operato dei maghi di corte. Lo scopo principe è quello di tenere legati “I MANDARINI” alla volontà dell’imperatore stesso. Basti pensare che, con quella “IMPERIALE”, a cui venivano sottoposte tutte le guardie scelte, addette alla difesa della vita dell’imperatore stesso (i corrispettivi PRETORIANI del successivo, in ordine di tempo “IMPERO ROMANO”, venivano privati dell’anima e, quindi, avevano una forza sovrumana, specialmente in battaglia (demoniaca, appunto). Sic! Quindi, fratelli miei non credete assolutamente alle fandonie che raccontano gli agopuntori, anche se si dicono “CRISTIANI”. VI BASTI L’ESEMPIO DI MILINGO, ESORCISTA DI FAMA MONDIALE: TUTTA MERITATA, CREDETEMI, CHE, GRAZIE ALL’AGOPUNTURA, PROPINATAGLI DI MARIA SUNG, PER ALLIEVIARE I DOLORI 6 E’ sotto gli occhi di tutti, visto che oramai celebrare satana rinnegando DIO, apertamente, è prassi ammirata imitatissima e posta in essere dai più che, forti della loro ignoranza delle “SACRE SCRITTURE”, si lasciano prendere da gesti, come il salutare con le corna fatte con tre dita, saluto questo, tipicamente MASSONE E SATANISTA. Sic! 9 CHE LO AFFLIGGEVANO ALLE GAMBE, DIMENTICO DELL’ORIGINE SPIRITUALE DELLO STESSO, HA ABBANDONATO LA SANTA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA. L’UNICA VOLUTA DA CRISTO, DOPO AVERLA SERVITA FEDELMENTE PER BEN 82 ANNI, PER CONFLUIRE IN QUELLA DEL REVERENDO MOON,7 CONVOGLIANDO A NOZZE SACRILEGHE CON LA MEDESIMA MARIA SUNG, PROVOCANDO UNO SCANDALO DI PORTATA MONDIALE, NONOSTANTE SAPESSE ED INSEGNASSE DA TANTISSIMI ANNI CHE, COME GESU’ STESSO CI ESORTA: “BISOGNA ESSERE PURI COME COLOMBE, MA ACCORTI COME SER PENTI”. GIOVANNI PAOLO II, NON SOLO LO RIACCETTO’ NELLA NOSTRA CHIESA, MA LO RICOMFERMO’ SIA NEGLI INCARICHI CHE NELLA DIGNITA’ CHE ORAMAI AVEVA PERSO. DOPO UN BREVISSIMO PERIODO, MILINGO RISCAPPO’ CON LA SUA MARIA SUNG CHE, ALLA TRASMISSIONE DI CHIAMBRETTI: “SOLO PER NUMERI UNO” MENTRE ERA TRA IL PUBBLICO, SCESE PER BEN TRE VOLTE A MINACCIARLO PUBBLICA MENTE DI DARGLI UN CEFFONE, POICHE’, SECONDO LEI, SI ERA ESPRESSO MALE IN RIGUARDO AL LORO MATRIMONIO. BENE, QUELLA SERA PROVAI COSI’ TANTA RABBIA E VERGOGNA CHE SAREI ANDATO A PRENDERLA A CALCI NEL SE DERE, QUELL’AUTENTICA FIGLIA DI SATANA. DOPO QUESTO EVENTO, MILINGO CONTINUO’ A CONSACRARE SACERDOTI SACRILEGAMENTE, DANNEGGIANDO L’INTERA SPOSA DI CRISTO! SE E’ CADUTO MILINGO: COSA NE SARA’ DI VOI E DELLA NOSTRA FEDE PRESSOCCCHE’ INESISTENTE? MEDITATE GENTE, MEDITATE, AVREBBE ESORDITO RENZO ARBORE COME DAL PROGRAMMA DEGLI ANNI ’80: “QUELLI DELLA NOTTE”. Sic! RIGUARDO ALLO SCANDALO, GESU’ CI AVVERTE, PERENTORIAMENTE: MT 18,7: “GUAI AL MONDO PER GLI SCANDALI! E’ INEVITABILE CHE AVVENGANO SCANDALI, MA GUAI ALL’UOMO PER COLPA DEL QUALE E’ AVVENUTO LO SCANDALO.” MC 9, 42: “CHI SCANDALIZZA UNO DI QUESTI PICCOLI CHE CREDONO, E’ MEGLIO PER LUI CHE GLI SI METTA UNA MACINA AL COLLO E VENGA GETTATO IN MARE.” Recitare mantra di qualsiasi origine che, sono sempre in Sanscrito, una lingua antichissima; ne sono 72 e so no tutte invocazioni a dei Indù o demòni, che dir si vo glia. Spessissimo tra i giovani girano bracciali o collane con questi simboli e, purtroppo, per esperienza personale, quasi mai si riesce a farglieli gettare. Einstein aveva perfettamente ragione nell’affermare: “Due cose sono veramente infinite: l’universo e la stupidità umana, ma sul primo nutro seri dubbi” 7 Che, in contrapposizione al “LIBERO ARBITRIO”, voluto e donato da DIO ad ogni sua “creatura”, si permette il lusso di scegliere il marito o la moglie a migliaia di persone celebrandone il matrimonio in adunate oceaniche. Infatti, il suo patrimonio personale è incalcolabile, al pari della sua avversione a CRISTO. Sic! 10 I giochi di ruolo; Praticare la radioestesia; Leggere i fondi del caffè, o altro; Fare i tarocchi o farseli fare; Frequentare maghi, indovini e presunti tali. Medicine alternative in genere poiché nascondono tutte delle pratiche di occultismo nella preparazione e, quindi, sono vietate dalla Chiesa, perché in abominio a Dio. Segue un mini elenco: Omeopatia; Riflessologia; Iridologia; Fiori di Bach; Cristalloterapia; Aromaterapia; E, quant’altro in abominio a Dio poiché questi sono quei peccati che schiavizzano più di qualsiasi altro8 Sappiamo per certo che per tutta la nostra vita dobbiamo combattere contro un essere pervertito e pervertitore, omicida sin dall’inizio - come ha ribadito Paolo VI, nell’ormai famosissima udienza del Mercoledì del 1972, in cui denunciò che, da qualche fessura, il fumo di satana era penetrato anche nella Chiesa di Cristo -. Questo essere pur essendo stato cacciato dal Paradiso, non è stato privato dei suoi doni ed ha, quindi, una somma intelligenza ed essendo spirito, non ci concederà mai una tregua; infatti non ha le nostre necessità e, soprattutto, non va mai in vacanza! Questa nostra guerra finirà dopo l’ultima battaglia che è l’agonia (appunto dalla radice greca che significa agonismo, appunto, lotta, contesa etc. etc.). Questo ci spiega perché Gesù stesso ci invita ad essere puri come colombe, ma accorti come serpenti, mentre il mio adorato filibustiere dello Spirito Santo, San Paolo, ci invita ad indossare l’armatura di Cristo per restare all’impiedi durante tutta la nostra guerra. Sic! Quindi, come potete notare da questo grafico, a prescindere se la maledizione o il peccato di abominio a Dio, ci colpisce o meno, provoca delle ripercussioni sull’intero albero genealogico, come spiegheremo più avanti. Se è vero che le onde si propagano nell’intero albero a partire da noi, è anche vero che dai nostri avi, si ripercuotono su di noi e sui nostri discendenti, assommandosi di generazione in generazione. 8 In queste spiegazioni, il prof. Tarcisio Mezzetti, fondatore e dei gruppi “Magnificat” del RnS e della rivista “Una Voce Grida”, è a parer mio, un luminare, una vera pietra miliare dove spiega minuziosamente tutti gli inganni demoniaci che si nascondono dietro queste pratiche. 11 Dopo questa piccola precisazione, a mio parere essenziale, riprendiamo il nostro viaggio nelle Sacre Scritture: Ne vangelo di Giovanni leggiamo: 23Gli rispose Gesù: “…se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre Mio l’amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”; In Is.44, 24-28 il profeta sottolinea: “...ho disteso il cieli da solo”; e in un altro passo ci porta a conoscenza del fatto che, Dio tiene l’intero creato nel palmo della sua mano. Quindi, se è vero che Dio tiene l’intero creato nel palmo della sua mano, com’è possibile che l’infinitamente grande prenda dimora presso l’infinitamente piccolo? Solo noi “Cristiani” abbiamo un termine molto, ma molto speciale che indica la presenza di Dio in noi ed è: “INABITARE”; sul vocabolario ci troviamo che inabitare significa, invece, rendere inabitabile un luogo; per esempio: se lasciamo una casa disabitata per molti anni, quando ci entreremo sicuramente la troveremo inabitabile. L’inabitazione dell’uomo da parte di Dio la si spiega semplicemente con un esempio e cioè: “… una bambola di sale, decise di abbracciare tutto l’oceano, ma le proporzioni restavano inconciliabili; quindi, si addentrò nell’acqua e, man mano che avanzava in questa, si scioglieva e alla fine, di fatto, entrò così intimamente a far parte dell’oceano che il suo sogno si realizzò a tutti gli effetti. Adolfo L’Arco, invece nel suo “La gioia a portata di mano” che invito a scaricare dalla sezione libri scaricabili del nostro sito e a leggere con molta attenzione, riferendosi al creato dice: “La persona umana diventa così una catena viva, in cui il primo anello è agganciato a Dio e l’ultimo è unito al cosmo. La persona integra, unificata, comunica il alto col Creatore e in basso col creato. Evidentemente nel creato, al primo posto è la famiglia umana. E’ proprio vero che nessun uomo è un’isola e che tutti siamo un unico organismo di membra vive, sicché un colpo inferto su un punto si trasmette all’intero tessuto di maglie viventi. Nulla ci è estraneo di tutto ciò che riguarda il genere umano: nihil humanum a me alienum puto. Quando l’attore recitò questo verso di Terenzio, la platea di un teatro romano scattò in piedi. Sant’Agostino osserva: “Da ciò si deduce che l’animo umano è naturalmente cristiano”. Il cuore della persona unificata è come l’oceano: cresce per un sassolino che vi si tuffi. Detto questo possiamo dedurre che Dio e il Suo Unigenito Gesù vengono nel senso che, il nostro spirito si amalgama, entra in comunione con il Suo. Caspita! Che sia vero Gv 17, 20-21 “20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che, per la loro parola crederanno in me; 21perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.”? 12 A QUESTO PUNTO E’ DUOPO UN’ALTRA LICENZA POETICA UTILISSIMA Essendo Dio Onnisciente, sapeva benissimo che negli ultimi tempi la sua creatura, l’uomo, avrebbe abbandonato la retta via fino a rinnegare tutte le verità, iniziando proprio dalla Sua paternità. Rispettando il libero arbitrio, Dio, man mano che l’uomo l’ha cacciato dalla propria vita, gli ha obbedito, riservandosi, come solo Lui sa fare, di venirci a ripescare sulla via sbagliata e, quindi, alcuni mesi or sono, ha permesso ad alcuni scienziati di scoprire una proteina che compare in tutte le cellule del corpo umano, chiamata Laminina. La Laminina è una proteina presente nel nostro corpo in cui funge da collante naturale...Essa risulta fondamentale non solo per organizzare le cellule in tessuti, ma anche durante lo sviluppo, indirizzando la migrazione delle cellule. Ogni cellula del nostro corpo contiene la Laminina; ogni cellula del nostro corpo contiene quella piccolissima croce; noi siamo composti, da miliardi di cellule e quindi in noi sono presenti miliardi di piccole croci che ci tengono uniti, coesi... LAMININA Nota quale meraviglioso e potente filo conduttore è la CROCE...miliardi di piccolissime croci tengono unito il nostro corpo ancorandolo ad UN'UNICA GRANDE, IMMENSA, MERAVIGLIOSA CROCE, CHE A SUA VOLTA CI UNISCE AL PADRE! "COME MICHELANGELO, APPENA SI ACCORSE CHE IL SUO CAPOLAVORO “LA PIETA’” VENIVA ATTRIBUITA AD UNO SCULTORE FIAMMINGO, SI APPRESTO’ A SCOLPIRE, PUBBLICAMENTE, IL SUO NOME SULLA STATUA, PER EVITARE FRAINTENDIMENTI DI SORTA, DIO HA FIRMATO OGNI CELLULA DEL SUO CAPOLAVORO: L’UOMO.” SIC! GLORIA A DIO. 1) Noi siamo opera di DIO autografata!!!! 2) Ognuno di noi ha in se, VIVA, INSCINDIBILE E INCACELLABILE LA FIRMA DI DIO... 13 COLOSSESI 1:16-17 per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17gli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.....se sostituiamo il verbo sussistere col suo significato: "Egli è prima di tutte le cose e tutte hanno un'esistenza effettiva ed attuale. La Bibbia afferma: “Iddio disse e le cose furon fatte”. Quando noi “diciamo”, indichiamo soltanto; quando “dice” Dio, indicando, crea! 16poiché Perdonatemi per questa piccolissima parentesi, ma serve a capire che in tutto e per tutto Dio Vede & Provvede (nome dell’azienda del quale sono stipendiato. Sic!) e, quindi, Fidarsi di Dio è ancora il miglior affare che ogni essere umano possa fare!9 RITORNIAMO AL NOSTRO DISCORSO CAUSA ED EFFETTO DEL PECCATO. 4) QUARTO PASSAGGIO Nel Vangelo di Mt 19,5 che di Mc 10,7 Gesù stesso, interrogato da alcuni farisei a riguardo del ripudio della moglie, conferma che: “… l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola”, per poi continuare dicendo: “… non separi l’uomo ciò che DIO ha unito”. I due saranno una carne sola; quindi, se saranno una carne sola, saranno anche uno spirito solo, per intendere che tra i due deve regnare la comunione completa, come la Sua con la sua Chiesa.10 Ora, quando più saranno una cosa sola se non nei figli? Infatti, i figli sono il prodotto dell’unione dell’uomo e della donna. Di conseguenza la nostra piscina (di figlio) comunica con quella dei nostri genitori (una sola carne, un solo spirito), ma anche i nostri genitori sono a loro volta figli e quindi anche la loro piscina comunica con quella dei propri genitori e così via, partendo dal momento della creazione, per arrivare a quello del ritorno di Gesù, quale giusto giudice, anche se a noi interessano le ultime quattro, compreso la nostra. 9 Ed è anche l’occhiello del mio diario di viaggio che ho redatto, su consiglio dell’amore mio suor Albina, nel 2005 durante la mia passeggiata a Santiago di Compostela e Fatima. 10 Infatti, quando Saulo è accecato sulla via di Damasco e chiede il nome l suo interlocutore sconosciuto, Gesù gli risponde: “io sono quel Gesù che tu perseguiti”. Saulo infatti perseguitava la Chiesa di Gesù e Gesù rispondendo così sottolinea l’intima unione con la SUA SPOSA. 14 Nella prima immagine, della pagina seguente, vediamo quanto affermato nel libro dell’Esodo, al capitolo 20 nel versetto 5 e 6 da Dio Padre in Persona, nel caso ci intestardiamo nella via del peccato, riguardo alle generazioni.11 Detto questo, se è vero, com’è vero che le piscine sono comunicanti e che un qualsiasi peccato si riflette sull’intero albero genealogico è altrettanto vero che il peccato di ognuno dei nostri avi, si ripercuote anche su noi, assommandosi sempre, di generazione in generazione. In definitiva, tutto questo discorso, si riduce in riguardo al peccato, al seguente grafico che, come potete notare, mi dice che sulle mie spalle (anima) ci sono ben 14 mattoni e che già ce ne sono anche sull’eventuale mia discendenza. Ora, appare sfolgorante in tutta la sua verità, la richiesta che Gesù in persona ci ha fatto in Mt.5,48 “… siate santi com’è santo il Padre vostro che è nei cieli!” e volesse Dio che lo fossimo, eviteremmo tantissimi guai sia a noi, sia ai nostri discendenti.12 Tra i libri che ho letto in questi anni, devo ammettere che quelli di Kenneth McAll e in particolare: “Fino alle radici - guarigione dell’albero genealogico – “e “La guarigione dalle infestazioni” editi dalle Edizioni Segno, mi hanno spronato a continuare sulla strada della preghiera e della ricerca di come meglio utilizzare le armi che Cristo, attraverso Santa Madre Chiesa, ci dona per spezzare queste catene delle tare ereditarie. La Chiesa, infatti, nei giorni dei morti, nel mese di Novembre, permette di lucrare delle indulgenze per i nostri defunti, prendendole dal tesoro infinito 11 Le piscine sono tutte di egual grandezza, anche se per ragioni di spazio le ho disegnate di grandezze diverse e diversamente disposte. Le frecce doppie, invece, indicano che nella parte in comune, le piscine sono intercomunicanti e queste vie, appunto, sono i canali delle famose “TARE EREDITARIE” 12Ho voluto rappresentare il peccato personale come un mattone dello stesso colore della persona a cui appartiene e, sicuramente avete fatto caso al fatto che sono tutti della stessa grandezza. Capite bene che se noi o uno dei nostri antenati prossimi ha ordinato un maleficio o l’ha subito, o sempre per esempio abbia fatto un patto con satana, o peggio ancora gli abbia offerto uno o più figli, per trarne potere, ci ritroveremo che al posto al mattone, un macigno grosso come una casa; quindi la grandezza dei mattoni, in realtà è molto diversa l’una dall’altra anche se per comodità l’ho rappresentata in questo modo. 15 dei meriti di Cristo stesso. Questo significa, in definitiva, gettare un bicchiere d’acqua sul deserto riarso dei nostri defunti e, quindi, ne arriva un goccio ciascuno. Il dr. McAll, morto nel 2000, ricostruiva prima l’albero genealogico della persona sofferente e dopo, visto che aveva ricevuto dal Signore, il dono di vedere, in preghiera, fisicamente l’anima del defunto che a causa dei suoi bisogni di preghiere, esercitava negatività sulle generazioni presenti, arrivando a volte a possedere qualche discendente stesso. Appurata l’anima bisognosa, si celebravano delle Sante Messe, per poterla liberare dal suo stato e, quindi, liberare di conseguenza le generazioni presenti e future. L’elenco delle guarigioni, delle liberazioni e dei prodigi che si verificavano durante o subito dopo le Messe sono indescrivibili. Non avendo i doni del dr McAll, mi sono rifatto alle scritture e al magistero della Chiesa seguendo sulla falsa riga le indicazioni dello stesso e cioè: Mi sono ricostruito, attraverso i ricordi di mia madre e dell’ultimo zio paterno, morto alla veneranda età di 94 anni, l’albero genealogico senza tralasciare: 1. 2. 3. 4. 5. Tutti i fratelli, i nipoti e i figli abortiti; Tutti coloro che sono stati dati per dispersi nelle guerre mondiali; I suicidi o coloro che hanno avuto una morte violenta; Tutti pazzi o coloro che sono morti in condizioni di abbandono; Insomma bisogna metterci anche tutti quei parenti che hanno subito o vissu to delle stranezze durante la loro vita. 6. N.B. CERCATE DI ESSERE QUANTO PIU’ PRECISI E’ POSSIBILE E, SE VI RICORDANO DI UN PARENTE CHE VA OLTRE I BISNONNI CHE RIENTRA IN UNO DI QUEI PUNTI SUDDETTI, AGGIUNGETELO AL VOSTRO ALBERO GENEALOGICO. 16 Finita questa prima fase, potete scaricarvi dal sito il manuale delle indulgenze e concentrarvi su come lucrare le indulgenze plenarie. Quando ho iniziato a lucrare le indulgenze plenarie non sapevo del manuale e, quindi, visto che, per grazia di Dio, abito a San Severo (Foggia) ad appena 57 km dalla terza porta mondiale della cristianità che è, appunto, il Santuario di San Michele Arcangelo, chiamato anche la “Celeste Basilica”, che è stata consacrata dall’Arcangelo Michele in persona, e riconosciuta tale sin dal 492 D.C., sita nella cittadina di Monte Sant’Angelo, ho optato per il classico modo oramai più che millenario. Infatti, sul portone destra che dall’atrio immette alla scalinata della Basilica, troneggia una scritta in latino alla quale nessuno mai ci fa caso e che dice: “Questo è un luogo terribile, è la casa di Dio e la porta del cielo, se tu entrando ti prostrerai, i tuoi peccati saranno cancellati”.13 Si, avete capito bene; questo è l’unico luogo al mondo dov’è possibile lucrare ogni volta che si va, una indulgenza plenaria, per se o per l’anima di un defunto.14E’ d’obbligo ricordare che sempre nel 493 il vescovo di Siponto, S. Lorenzo, dopo la vittoria strepitosa vittoria, ottenuta sui nemici, si decise a voler consacrare al culto del Celeste Condottiero quella Spelonca, servita ai culti pagani nei secoli precedenti, forte anche dell’appoggio di Papa Gelasio I (492-496), ma anche in quest’occasione San Michele apparve al vescovo e gli disse che quella grotta era stata già consacrata da Lui stesso a Dio; infatti S, Lorenzo e altri sette vescovi pugliesi, col clero e il popolo sipontino andarono in processione alla grotta, mentre prodigio nel prodigio, delle aquile, con le loro ali, riparavano i vescovi stessi dal sole. Entrati vi trovarono un rozzo altare 13 Su quello di sinistra, sempre guardando l’ingresso della Basilica ricorda che la stessa non è stata consacrata da mani d’uomo, ma dall’Arcangelo Michele in persona. 14 Sia chiaro che l’indulgenza plenaria la si lucra alle solite condizioni e cioè: 1. Ci si confessa, sempre nel Santuario; 2. Si recitano le preghiere che il sacerdote da come penitenza; 3. Poi, secondo le intenzioni del Papa di recitano: Un Credo Apostolico (quello più corto, tanto per intenderci), un Pater, una Ave Maria, un Gloria e un Eterno Riposo; 4. Io ci aggiungo anche la seguente preghiera (poniamo, per esempio che io stia lucrando l’indulgenza plenaria per l’anima di mio nonno Erminio di Pierro) quindi: “Signore Gesù, appellandomi alla tua infinita Misericordia, ti supplico: se l’anima di mio nonno Erminio di Pierro, si trova nell’inferno o già in paradiso, (quindi l’indulgenza plenaria non serve) non permettere che questa indulgenza plenaria vada sprecata, ma applicala all’anima più dimenticata del Purgatorio. Amen. 5. Poi partecipo alla Santa Messa, prendendo l’Eucaristia (anche se il manuale recita che possiamo partecipare alla Santa Messa e, quindi, comunicarci anche nella settimana seguente). State certi che non appena prenderete la Santa Comunione, il vostro antenato è come se ricevesse di nuovo il Santo Battesimo; cioè ogni suo peccato, viene disintegrato dalla Misericordia di Dio, così come recitano le Sacre Scritture “… Anche se il tuo peccato fosse più rosso dello scarlatto, Io lo renderò più bianco della neve …”. Detto questo, quindi, se l’anima, riprendendo l’esempio, di mio nonno Erminio di Pierro si trovasse nel purgatorio, per scontarvi altri 1000 anni o solo altri dieci secondi, viene liberata e ammessa a godere per sempre il volto di Dio: va all’istante in Paradiso. Quindi si consiglia di arrivare in santuario prima delle nove (ora in cui iniziano ad arrivare i pullman da San Giovanni Rotondo che, comunque fanno anche tappa a Monte Sant’Angelo, proprio come ci faceva tappa, San Pio da Pietralcina durante la sua vita terrena.), ci si confessa nella sala delle confessioni, attigua alla grotta e poi si partecipa ad una delle tantissime Messe che vengono celebrate nella grotta stessa. PS.Se vi scaricate l’atto di affidamento a San Michele Arcangelo, sempre dal nostro sito, vi troverete gli orari e i numeri di telefono della Basilica e dell’albergo del pellegrino, nel caso vorreste fermarmi per alcuni giorni. Nel caso invece volete trascorrervi una vacanza all’insegna della preghiera, vi raccomando l’ABBAZIA DI SANTA MARIA DI PULSANO, sempre a Monte Sant’Angelo tenuta da monaci autoctoni che hanno il rito cristiano e quello cristiano-bizantino, si possono fare anche dei corsi di iconografia e il tutto vi costerà una offerta. Con don Giacomo Cirulli ci passiamo la settimana di studi biblici: utilissima per chiunque- Via Pulsano - 71037 Monte Sant'Angelo (FG)tel: 0884 561047 17 in pietra, ammantato con un pallio vermiglio che ricopriva un’orma, nella roccia, del piede di San Michele e, quindi, vi celebrarono la prima Santa Messa. L’elenco dei santi, dei Papi, dei Re che si sono recati in visita alla “Celeste Basilica” onde lucrare indulgenze e grazie è lunghissimo. Non certo per ultimo mi ci sono recato anche io e per ben ventotto volte più una per rimediare ad un errore e a seguire tantissime altre volte per lucrarle per amici, conoscenti ed altri ancora. Questo, ritornando al grafico persona / peccato si trasforma in: Quindi, come possiamo notare il primo mattone è stato tolto dalle spalle (anima) e così, man mano che procediamo, andremo ad alleggerire il carico, fino ad arrivare, nel caso in cui non avessimo nemmeno i genitori, ad una situazione illustrata dal secondo grafico a sx. Alla fine troverete un compendio su come potete lucrare le indulgenze plenarie anche stando a casa vostra e giornalmente. Viceversa potete scaricarvi proprio il manuale edito dal Vaticano e rendervi conto su quale metodo è più consono a voi; fermo restando che Dio ci dà le armi, la bicicletta, ma a combattere o pedalare dobbiamo sempre essere noi! Fin qui sembra un bel racconto; del resto come abbiamo visto pregare per i defunti non ha nessun effetto collaterale, è raccomandato dalla Chiesa e, non facciamo altro che una delle opere di misericordia spirituale tanto raccomandate, insieme a quelle corporali. Quindi, dopo aver dato pace al nostro albero genealogico, se uno è sposato deve fare lo stesso discorso per l’albero genealogico del coniuge. 18 Dopo aver dato pace anche all’albero genealogico del coniuge,15 ci ritroviamo in questa condizione e cioè, sui nostri discendenti peserà solo il peccato dei genitori, oltre a quello personale, della progenie stessa, come si vede nel primo grafico sottostante. Questo significa che ai nostri discendenti non lasceremo certo milioni di euro o centinaia di appartamenti, ma un futuro in cui se seguiranno il nostro esempio (perché dovremo convertirci sul serio, e condurre una vita vicino al Signore) godranno non delle maledizioni, ma delle Se anche i coniugi lucreranno l’indulgenza plenaria e, come ho già detto, lo si può fare anche più volte nella propria vita; mentre per i propri defunti possiamo anche sfruttare: “IL Perdono di Assisi” e non facciamoci nessuna remora nel chiedere aiuto ai nostri parenti, visto che i benefici si riverseranno anche su di loro. Quindi, se i coniugi con l’aiuto di Dio vivranno lontano dai peccati dei loro avi si avrà una situazione come mostra il secondo grafico a Sx. 15 Preciso che, oltre alle indulgenze richieste per ogni albero, è utilissimo lucrarne ancora qualche altra, destinandola alle anime più bisognose dell’intero albero genealogico in questione oltre il quarto grado perché, i problemi, a volte, affondano le loro radici in generazioni ancora più lontane nel tempo dalla nostra; proprio come sottolinea McAll nei suoi libri. 19 benedizioni del Signore e, sappiamo benissimo che, se il Signore benedice, anche le pietre che tocchiamo diventano oro, ma se maledice, anche l’oro che tocchiamo diventa sabbia arida. L’ altro scoglio che si aggiunge e rafforza moltissimo il blocco spirituale delle tare ereditarie è la nostra mancanza di perdono verso coloro che ci hanno fatto in qualche modo del male (o che presumiamo che ce lo abbiano fatto) e, appunto da questa occasione che tutto ebbe inizio nel maggio del 2008. La moglie dell’ultimo zio paterno era ricoverata nel reparto di lunga degenza dell’ospedale di Torremaggiore (Fg), un paese che dista 6 Km dal mio e non si poteva più fare nulla, anche perché sembrava che si fosse arresa. Avvertivo nel cuore il bisogno di riconciliarmi profondamente con lei e, quindi, proprio qualche giorno prima che lei morisse, in una delle mie visite, chiesi a mia cugina di poter restare qualche minuto solo con la mamma. Questa acconsentì, mentre pregai l’infermiere di uscire insieme all’altra malata, visto che poteva camminare, in modo da restare solo con mia zia. Questa respirava affannosamente, non parlava più e si muoveva appena; mi avvicinai a lei e la ringraziai di tutte le volte che, da bambino, lei mi preparava il pane e pomodoro (faceva il pane in casa) che, a tutt’oggi cinquantaquattrenne, non riesco ne dimenticare, né a riassaporare e per tutte le volte che appena mi rompevano la testa con una pietra, lei come mi vedeva mi medicava con dell’ovatta bagnata in vino e zucchero, fermando il sangue. Continuai a ringraziarla, cercando di ricordare tutto, visto che poi le famiglie si sono allontanate e, pur abitando a 30 metri, è stato come se fossimo abitati in tre galassie diverse – fermo restando che con mia cugina ci siamo sempre salutati -. Subito dopo le ho detto: “Cara zia xxxxxxx, sono venuto a chiederti perdono per me e per tutta la mia famiglia per tutto il male che ti abbiamo fatto e ti sono venuto a portare il perdono mio e di tutta la mia famiglia per il male che ci hai fatto anche inconsciamente.”. Beh, dopo aver dato ancora un profondo respiro affannosamente, questa è sembrata rasserenata e iniziò a respirare in modo normale. Questo l’ho fatto anche con mia madre, mentre si trovava intubata all’ospedale e, ahimè, è morta dopo qualche giorno. Questo perdono va dato non tanto a parole ma con tutto il proprio cuore e proprio come dicono le Scritture: “… Ciò che scioglierete in terra, sarà sciolto nei cieli…” quindi, l’anima a cui perdonerete le colpe, se le ritroverà condonate nell’altra vita. Vi esorto, quindi, miei cari fratelli e sorelle, a donare il vostro perdono a chiunque, specie ai moribondi e, una volta che questi sono passati a miglior vita, se proprio volete fargli un regalo dall’infinito valore, lucrate per la loro anima l’indulgenza plenaria. Una delle altre cose che caratterizza questo cammino spirituale è quella che il Signore ti manda tanti fratelli e sorelle, bisognosi della tua preghiera16. 16 Questa condizione è un vero e proprio dono che il Signore ci fa e passo a spiegarmi. Così come amava dire Santa Madre Teresa di Calcutta: “Signore, quando ho fame, mandami qualcuno da sfamare; quando ho sete, mandami qualcuno da dissetare; Quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando sono triste, mandami qualcuno da consolare; quando sono povero, mandami “il povero più povero”; quando sono umiliato, mandami qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando mi sento incompreso, mandami qualcuno da abbracciare; quando sono stato offeso, mandami qualcuno da perdonare; quando non mi sento amato, mandami qualcuno da amare”. Quindi, quando sono in una qualsiasi condizione di bisogno, mandami sempre qualche fratello con gli stessi problemi, in modo che io possa prendermi cura di Te o mio Signore, nel fratello che mi mandi”. Infatti nel pregare per gli altri, noi diventiamo un canale di grazia del Signore e, quindi, non sono non ci ripieghiamo su noi stessi, ma diventiamo spezzoni di matita nelle mani di Dio, proprio come amava dire santa Madre Teresa. E, per esperienza personale, vi assicuro che nell’intercedere per il raffreddore del fratello, Gesù 20 Devo ammettere che, dal 1981, anno in cui è iniziata la mia salita al calvario, tutt’ora in corso, ho potuto contare solo sulle preghiere di quell’angelo di mia madre, al 99%, di mio padre, dei miei fratelli, di mia sorella e della mia prima fidanzata che ho lasciato perché credevo, sbagliando, che l’amore fosse diventato compassione ed avevo la certezza di non vivere altro che pochi mesi. Bene, sarà stata questa mia sete di preghiere a farmi pregare non solo per chi me le chiede, ma anche per quelli che incontro e avverto che ne hanno bisogno. Gesù stesso in Mt.10, 8 (2) ci obbliga, direi, ricordandoci: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.” Ora, dopo questa piccola precisione, d’obbligo direi, riprendiamo il nostro discorso. Mi sono recato al Santuario sempre di Mercoledì e Venerdì, abbinandoci il digiuno a pane e acqua, però nel frattempo, nella cappellina di famiglia succedevano delle cose strane che passo a documentare. Le frecce rosse indicano il posto dove comparivano, misteriosamente, questi mucchietti che sembravano dei granellini di incenso che ho fatto vedere anche a don Giacomo Cirulli, di Orta Nova, l’esorcista da cui mi reco per le benedizioni. Man mano che procedevo col lucrare l’indulgenza plenaria ad un mio antenato, comparivano dei mucchietti di un qualcosa che sembrava dell’incenso in granelli all’incirca sotto la foto del nonno o della nonna a seconda se si trattava dell’anima di un maschio o di una femmina e materni o paterni a seconda del ramo dell’albero a cui apparteneva. Inizialmente, visto che sia in cappellina, sia in macchina, ho sempre una bottiglia di acqua esorcizzata, raccoglievo questi mucchietti li benedicevo con quest’acqua mentre recitavo questa piccola preghiera: “Signore Gesù se queste polveri provengono dal Male, ti prego non di farlo tornare al mittente, ma di trasformarlo in una potente benedizione e per chi ha commissionato il male, chi lo ha fatto e per chi l’ha subito”. Satana, padre della menzogna, mi convinse che ci fosse qualcuno che si divertisse alle mie spalle, cambiai la serratura della cappellina e non diedi le chiavi a nessuno dei miei fratelli: il risultato restò identico e raggiunse il punto massimo in data 29/7/2009, come potete vedere dalle foto. ti risana del tuo cancro ai polmoni (Ecco, questa è la proporzione che Dio applica quando facciamo del bene ed è per questo che mi permetto raccomandarvela). 21 A Sx la foto del lato del nonno materno, mentre quella di sotto evidenzia meglio sia particolare, sia il granito della lapide che si presenta macchiato dello stesso colore dei granellini, quasi fossero stati prodotti dal granito stesso. 22 Stesso discorso per il lato paterno, nonostante, ripeto, all’epoca delle foto i resti dei nonni paterni non fossero presenti dietro questa lapide. Angolo della lapide che ricorda la nonna paterna; infatti, i resti di questi nonni, li abbiamo potuti traslare, nella cappellina solo nel Febbraio del 2015. Non vi nascondo che, quando ho visto i mucchietti anche sull’ingresso della cappellina, ho girato parecchio tra le tombe, per vedere se altre presentassero gli stessi segni, ma non ne ho trovate. In seguito, il Signore mi fece intuire il significato e cioè, anche se pesavano sulla nostra famiglia, erano esterne ad essa; quindi, di un ramo cadetto. Infatti, scoprimmo che la nonna paterna di mia cognata, non approvando il matrimonio del figlio, ricoprì la coppia con una montagna di maledizioni. Infatti, mentre procedevamo con le preghiere per questo ramo cadetto, successe addirittura che i mobili di alcune camere, furono letteralmente sommersi da una specie di tarme, comparse dal nulla a tempo di record, più altre visioni che ebbe ad occhi aperti, mia cognata e tante altre manifestazioni che provarono ad impedirci di andare avanti in questo nostro progetto. 23 E, come se non bastasse, mentre procedevo con il lucrare queste indulgenze plenarie, nella mia famiglia i dissapori aumentarono: sembrava fosse scoppiata la terza guerra mondiale in un tutti contro tutti.17 Come appunto sottolineavo prima, spiritualmente parlando, quando più le cose sembrano peggiorare, in effetti stanno migliorando18. Detto questo però, bisogna essere costanti e ferventi nelle preghiere personali, oltre alla Santa Messa quotidiana, alla Santa Comunione, alla confessione settimanale ed una vita protesa a seguire Gesù, nonostante la nostra fragilità umana. In questo si è rivelato insostituibile don Giacomo Cirulli, l’esorcista che opera in Orta Nova che è anche medico, oltre a biblista, insegnante fino a due anni fa al seminario di Molfetta, scenografo e tantissime altre cose, nonché incaricato dalla CEI pugliese di organizzare gli esorcisti da Bari a tutto il nord della Puglia19. Come potete notare da queste foto, man mano che si procedeva, le manifestazioni calavano di intensità. Senza contare che, come vedete nella foto a Sx, anche il granito della lapide stessa, si presenta come se fosse smacchiato, ma vi assicuro che nessuno ha fatto un qualsiasi trattamento smacchiante. 17 Infatti nei problemi spirituali funziona all’incontrario delle malattie fisiche e cioè, mentre quando si ha, per esempio, la febbre a 39 si prende il medicinale e questa inizia ad abbassarsi, poniamo a 38; nella malattia spirituale da 39, dopo la medicina si passa a 40 ed aumenta un po’ come aumentava la febbre di Padre Pio Fino a valori impensabili, per poi sparire di colpo. Questo vi serva come monito perché succederà anche a voi se deciderete di iniziare a difendere voi e i vostri cari da satana e le sue schiere. 18 Vuol dire che, il milanista, come lo chiama Tarcisio Mezzetti, inizia a dare i colpi di coda che sono man, mano, sempre più potenti. 19 Finalmente ogni diocesi avrà il suo esorcista e tutti s’incontreranno periodicamente per fare il punto della situazione. Dopo anni di preghiere, il Signore ci ha ascoltato. Lode e gloria a Te, Signore Gesù! 24 Perfino i rami cadetti dell’albero genealogico, iniziavano a placarsi, così come le manifestazioni e i colpi di coda del milanista (satana). Detto questo, arriviamo alla necessità di benedire chiunque sempre, comunque e a prescindere da tutto. Proprio Gesù in Lc 6,28 ci dice: “… benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano” e ancora in Rm12,14 (2): “Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.”, ma per la prima volta sembra non darci nessuna spiegazione riguardo al perché. In un altro passo del vangelo e precisamente in Mt. 13,52 sottolinea che: “Ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Infatti, la risposta al perché è preferibile benedire e non maledire è spiegata nel vecchio testamento20 addirittura da Dio Padre in persona che, in Gen.12, 3 ad Abramo disse: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra, benedirò coloro che ti benediranno coloro che ti malediranno, maledirò”. Quindi, alla pari di una maledizione che si ripercuote su tutto il nostro albero genealogico per i motivi che abbiamo spiegato: i due saranno una carne sola, da questo ne deriva che saranno anche in solo spirito e tanto più ciò è vero nei figli etc. etc. secondo lo schema che vi ripropongo nella figura a Sx, sull’intero albero genealogico che va dalla creazione al ritorno di Gesù, quale giusto giudice. Ovviamente le benedizioni distruggono le maledizioni di cui i nostri alberi genealogici sono strabocchevolmente colmi. 20 Il quale è ignorato, come e più del nuovo, dalla stragrande maggioranza di coloro che si dicono cristiani e che sanno molto di più del buddismo, del tantrismo o di altro magari, che di cristianesimo. 25 Quindi, carissimi fratelli e sorelle vi esorto in ogni modo a benedire sempre, augurandomi che diventi anche il vostro intercalare preferito. Scrivete un sms? Terminatelo con un Santa Giornata e che Dio ti benedica. Avete appena terminato di rompere l’ultimo piatto del servizio buono sulla capoccia di vostro marito? Che Dio ti benedica!21 MI RACCOMANDO, QUINDI, ESAGERATE NEL BENEDIRE CHIUNQUE! RISOTTOLINEO: In pratica, non appena termini di pronunciare la a finale di: “CHE DIO TI BENEDICA”, che già Dio Padre in persona ti ha benedetto e questa benedizione si ripercuote nell’intero albero genealogico cioè quello che va dal momento della creazione a quando Gesù tornerà quale giusto giudice, alla fine dei tempi. Altro aspetto importantissimo è il fatto che queste benedizioni, vanno a disintegrare tutte le maledizioni che abbiamo accumulato sull’intero albero genealogico; infatti, se Dio benedice, quale maledizione può resistergli? INIZIAMO A COMPILARE IL NOSTRO ALBERO GENEALOGICO SECONDO LO SCHEMA RIPORTATO SOTTO E CHE POTERE SCARICARE IN FORMATO A3 DAL SITO 21 PS. Quando ho iniziato in internet nel 1998 a salutare così, mi davano dello scemo, del pazzo e tanti altri appellativi; oggi sono felicissimo di leggere sempre più persone, su FB, che salutano così anche per porgere gli auguri. Non ho scoperto nulla, non ho nessun merito, ma sono felice di poter benedire chiunque e di essere ammantato, letteralmente, di benedizioni da Dio. 26 Per tutti i bambini abortiti, a prescindere se volontariamente o spontaneamente, è ormai prassi consolidata da tempo di effettuare il battesimo “ORA PER ALLORA”. Quindi, vi consiglio di scaricarvi nella sezione libri scaricabili del sito, l’opuscolo “Il battesimo dei bimbi non nati” e di dare, quindi, pace alle anima di questi, notandone i vantaggi immediati spirituali e fisici (a volte) per tutta la famiglia, specie per i fratellini e le sorelline in vita.22 Quindi procedete come spiegato23 (perdonate se insisto ancora) e in più vi consiglio di lucrarne qualcuna in più per le anime più bisognose dell’intero albero, oltre il quarto grado poiché, a volte, il problemi hanno radici ben più profonde cioè, oltre il quarto grado di parentela. Man mano che procederete su questa strada, il Signore non tarderà a concedervi molte più grazie di quelle che vorreste chiedergli e vi accorgerete che nel frattempo, siete cambiati in meglio, molto meglio. Le conferme della validità di quest’operato, le ho avute dall’amore mio, suor Albina, dalla supervisione di don Giacomo Cirulli, dalle conferme inaspettate di don Giacomo il polacco e di don Paolo, anch’egli sacerdote polacco dei “Micheliti” che presta la sua instancabile opera al Santuario di San Michele.24 Quella più importante, per me, mi è stata data da quell’angelo di mia madre che, mentre mi trovavo in una comunità in provincia di Isernia, dove ho trascorso, sette mesi prima di andarmene stomacato, dalle fariseismo dei tre responsabili che dicono di essere morti al mondo, di spendersi per gli ultimi etc. etc.25, mentre la realtà è diametralmente opposta e su cui è meglio stendere un velo pietosissimo. Sic! Bene, come dicevo il mio angelo si chiedeva, preoccupata, se queste indulgenze avessero effettivamente dato l’esito giusto. Tra il pensare questo e l’addormentarsi di colpo, fu un tutt’uno e gli apparve la solita Suorina, dalle manine piccole e delicatissime che la invitava a seguirla. Dopo averle spiegato che non poteva camminare, cedette e diede la mano a questa suorina (la Madonna che già aveva visto più volte, specie durante il mio viaggio a Santiago di Compostela e a Fatima 22 Non di rado i bambini nati dopo un aborto, hanno più volte confermato di avere degli amici che vedono solo loro, mentre tantissimi fenomeni che a vote sconvolgono la vita delle famiglie hanno origine negli aborti. Una volta che queste anime sono state consegnate al Signore Gesù, sia gli amici invisibili, sia i fenomeni inspiegabili cessano di colpo. 23 Per esempio se vi recate in pellegrinaggio in gruppo, in una qualsiasi Basilica di Roma, come per esempio “La Scala Santa” o “San Giovanni in Laterano” si può lucrare l’indulgenza plenaria, sempre alle stesse condizioni o ancora quando il Papa benedice la Domenica o in altra occasione, specificando dell’indulgenza: insomma la Chiesa non ci fa mancare il suo pieno appoggio anche per queste cose. Serve sempre e solo il nostro impegno. 24 Eravamo a cena dalla sorella di don Giacomo che vive nella cittadina di Termoli; infatti stavamo tornando da una visita a Tarcisio Mezzetti che, ha confermato, alla fine, di essere sempre pronto a ricevere don Giacomo. Anche questa è una delle tante sorprese che splendide che ha contraddistinto la presenza di don Giacomo in Italia, per un breve periodo: Dio gli apriva le strade ancor prima che questi gli chiedesse qualcosa. Bene durante la cena, ho sentito di dover parlare delle tare ereditarie e, giunto verso la fine, mi sono accorto che don Giacomo rivolgeva spessissimo lo sguardo a don Paolo che sedeva alla mia destra; quindi con la coda dell’occhio ho iniziato a controllare, mi si perdoni il termine, don Paolo e vedevo che ad ogni mia affermazione, Lui annuiva con la testa in modo molto discreto. Terminata bla cena, squisitissima, ci siamo avviati alla macchina per tornare casa, o meglio dovevo riaccompagnarli prima a Monte Sant’Angelo. Appena usciti dal portoncino, rivolgendomi a don Paolo, gli ho detto: “E bravo a don Paolo, sai tantissimo, ma non parli mai.” Sorrise appena, appena ed io gli chiesi come mai era certo di quello che io affermavo e lui, sempre sorridendo alzò il dito verso il cielo. Questo mi rasserenò sugli infiniti intoppi che ho travato per pubblicare questa esperienza. 25 Il rancore, la mancanza di perdono e quant’altro regna del loro cuore, ne fa dei veri e propri modelli di sepolcri imbiancati. 27 del 2005) e si ritrovarono in un lampo, di fronte ad una caverna che aveva un portone scorrevole come quello del capannone della ceramica (testuali parole), ma grande quanto il fronte della casa di tuo fratello Antonio (quindi oltre 30 metri di lunghetta per 15 di altezza) e appena vi accostò la mano, le due ante del portone si spalancarono di colpo, dando su di una caverna grandissima che sembrava la grotta di Monte Sant’Angelo e a terra c’erano, come pavimento, i mattoni “quattro a palmo” (mattoni che per la nostra famiglia hanno un significato, prodotti anche da mio nonno paterno nella sua fornace fino agli anni ’60, circa). A questo punto la madonna mi disse: “Vedi, figlia mia, è rimasto un solo questo braciere26”. Appena tornato dalla comunità, perché dovevo farmi una serie di visite specialistiche, mamma mi raccontò tutto ed io controllai sul libretto che avevo all’epoca, accorgendomi che avevo lucrato l’indulgenza per Celozzi Alessandro, anziché De Vito Alessandro. Detto questo, l’indomani mattina, corsi a monte Sant’Angelo a porre rimedio a questa leggerezza. Questo però ci fa capire che bisogna essere precisi ed ecco perché nelle spiegazioni per compilare il nostro albero genealogico ho sottolineato che, se ad esempio, non siamo riusciti a risalire al nostro bisnonno paterno, bisogna avere la data di nascita e di morte in questo caso del nonno paterno, in modo che quando si lucra l’indulgenza plenaria per il bisnonno di cui si ignorano nome e cognome si opera come segue: Signore Gesù, questa indulgenza plenaria io la lucro per l’anima del padre di mio nonno: Di Pierro Erminio, nato l’08.04.1878 e morto il 21.10.1964. In questo modo, ammesso che il mio bisnonno paterno avesse avuto dei cugini omonimi, nessuno ha avuto un figlio nato l’8.04.1878 e morto il 21.10.1964. Questa regola va applicata ogni qualvolta non si hanno notizie di un antenato. Prima di concludere con un compendio su come lucrare le indulgenze, non possiamo non ricordare che: Le anime del Purgatorio «Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, a una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo. La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti. La Sacra Scrittura parla della pratica della preghiera per i defunti: Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato (2Mac 12,45b). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico (la santa Messa è da considerarsi infatti il miglior suffragio per le anime del Purgatorio), affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa 26 DALLE SUE TESTUALI PAROLE: “Era circolare, largo come la nostra cucina, quindi, 4 metri; con un muretto alto una trentina di centimetri, dentro c’era la lava del Vesuvio, con sopra quella tipica polvere nera. Dentro ci stavano una ventina di ragazze magre, capelli lunghi fino al sedere, erano nude e di traverso, con gli occhi bassi. Al centro c’era il suo bisnonno materno che, durante la mietitura cadde dalla trebbiatrice, trainata dai cavalli e una falce gli taglio di netto la parte superiore della testa.” Questa stessa faccia tonda, coi baffi l’ho vista tinta, su tinta sulla fiancata dell’armadio nella mia camera nel 2005 prima che partissi per Compostela. 28 raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti» (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1030-1032). Indulgenza plenaria per i defunti Si concede l’indulgenza plenaria, applicabile soltanto alle anime dei defunti, dal fedele che: Nei singoli giorni dal 1° all’8 novembre visita il cimitero e, durante la visita, prega anche solo mentalmente per i defunti. Da mezzogiorno del 1° a tutto il 2 novembre visita una chiesa o un oratorio e, durante la visita: Rinnova la professione di fede, mediante la preghiera del Credo (per riaffermare la propria identità cristiana);27 Prega il Padre nostro (per riaffermare la propria identità di figlio di Dio, ricevuta nel Battesimo): Prega secondo le intenzione del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice (Padre Nostro. Ave Maria, Gloria al Padre o altra preghiera). Alle seguenti condizioni 1. Essere battezzato e non scomunicato; 2. Avere l ’intenzione di ottenere l ’indulgenza; 3. Escludere qualsiasi affetto al peccato anche veniale; 4. Confessione sacramentale; 5. Ricevere la Comunione eucaristica. 6. Messe gregoriane Tra quanto può essere offerto a Dio in suffragio dei defunti, san Gregorio Magno, papa, esalta in assoluto il sacrificio eucaristico: a lui si deve l ’introduzione della pia pratica delle trenta messe continue, dette appunto “gregoriane”. Il Santo istituì questa devozione in seguito a un episodio avvenuto nel monastero di Sant’Andrea a Roma, quando lui ne era ancora abate: egli infatti aveva affidato la salvezza dell’anima di un monaco al priore del monastero, dandogli l'incarico di celebrare 30 sante Messe consecutive; il defunto, in punto di morte, aveva ammesso di aver nascosto tre monete d’oro, violando in questo modo il voto di povertà e per questo motivo ne era stata proibita la sepoltura in terra consacrata. Dopo i 30 giorni il defunto, apparendo al monaco, disse di essere ormai libero da ogni pena dicendo: «Finora ho sofferto, ora non più». 27 Si suggeriscono i seguenti libri dell’Editrice Shalom: “Preghiere per le anime dei nostri defunti in Purgatorio” codice 8147; “Orazioni in suffragio delle anime del Purgatorio” codice 8477; “Il meraviglioso segreto delle anime del Purgatorio” codice 8110; “Corona di Cento Requiem in suffragio dei defunti” codice 8181 ; “Coroncina per le anime dei sacerdoti che soffrono in Purgatorio” codice 8195. 29 Perdonanza Celestiniana Il 28 e il 29 agosto di ogni anno a L’Aquila si rinnova il rito solenne della Perdonanza, l’indulgenza plenaria perpetua che Celestino V concesse a tutti i fedeli di Cristo. Prima di salire al soglio pontificio, Pietro Angeleri chiamato in seguito Pietro da Morrone, aveva trascorso molti anni di vita eremitica. Il 5 luglio 1294 fu designato dal conclave come successore di papa Niccolò IV Dall’eremo nel quale si era ritirato, Pietro, a dorso di un asino, mosse alla volta di L’Aquila. Il 29 agosto 1294, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, costruita per sua stessa volontà e consacrata nel 1288, fu eletto papa. La sera stessa della sua incoronazione a pontefice, concesse un dono di portata straordinaria. Quanti, confessati e sinceramente pentiti, dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del giorno 29 (festa di san Giovanni Battista), avessero visitato devotamente la Basilica di Collemaggio, avrebbero ricevuto contemporaneamente la remissione dei peccati e l’assoluzione dalla pena. Fino ad allora, l’indulgenza plenaria era stata concessa solo a favore dei crociati in partenza per la Terra Santa e ai pellegrini che si recavano alla Porziuncola di Assisi. Appannaggio per lo più dei ricchi che, in cambio di sostanziose elemosine, avrebbero ottenuto almeno la remissione parziale dei peccati, a L’Aquila il Perdono sarebbe stato rinnovato annualmente e concesso anche a poveri e diseredati. Il 29 settembre, la cancelleria papale formalizzò la concessione di Celestino V con l’emanazione di una bolla. La cerimonia del Perdono, solo con termine moderno chiamata Perdonanza, si arricchì particolarmente dopo il 1327, quando le spoglie di papa Celestino furono traslate da Ferentino (Frosinone) a Collemaggio e le sue reliquie mostrate al popolo. Fu nel XV secolo, invece, che iniziò l’uso di entrare in Collemaggio attraverso la Porta Santa posta sul fianco sinistro dell’edificio sacro, secondo quanto avveniva nelle basiliche patriarcali romane in occasione del giubileo, indetto per la prima volta nel 1300 da papa Bonifacio VIII. Condizioni richieste Tale indulgenza è lucrabile, per sé o anche in suffragio delle anime del Purgatorio, da tutti i fedeli sinceramente pentiti una sola volta al giorno, dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del giorno 29 alle seguenti condizioni: 1. Visita, entro il tempo prescritto, alla Basilica di Collemaggio (o alle chiese designate dagli Ordinari diocesani dell’Abruzzo e del Molise) e recita del Padre nostro, del Credo, pregare la Vergine Santissima e il papa Celestino V. 2. seguenti). 3. Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o Comunione eucaristica. 4. Preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (almeno un Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice. 5. Disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale. 30 Basilica Santa Maria di Collemaggio Piazzale Collemaggio, 5 67100 L’Aquila Tel. 0862 40 41 67 www.basilicacollemaggio.it Il tesoro delle indulgenze28 Un esempio molto semplice Quando un malato subisce un’operazione chirurgica ottiene, attraverso di essa, la guarigione. Tuttavia l’intervento lascia dei postumi, per cui, per ima piena guarigione, talvolta può essere necessaria una più o meno lunga convalescenza. Così accade al peccatore quando confessa la sua colpa al sacerdote: il sangue di Cristo versato su di lui nel sacramento della Riconciliazione asporta il suo peccato e la possibilità della morte eterna, ma può restare lo stato di fragilità e debolezza da lui contratto con il peccato. Occorre distinguere, infatti, nel peccato, la colpa dalla pena che ne deriva. Il sacramento della Riconciliazione rimette la colpa e la pena eterna, ma il peccatore perdonato può avere bisogno di ulteriore purificazione, in quanto può meritare ancora una pena temporale da soddisfare o nel corso della vita terrena o nell’altra mediante il Purgatorio. Dai meriti di infinito valore di Cristo, e da quelli da essi derivati di Maria Santissima e dei santi, fluisce l’indulgenza, che sostituisce, eliminandola, la pena temporale. Ritornando all’esempio, è come se la Chiesa avesse il potere di guarire perfettamente e immediatamente il malato, anche per quanto riguarda le “conseguenze post-operatorie”. Il fine dell’indulgenza però non è solo quello di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingerli a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all’incremento della fede e al bene comune. Quindi, in sintesi, l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per l’intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa e applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi (Codice di diritto canonico, 992). Esaminiamo brevemente i vari elementi. L’indulgenza rimette la pena Che cosa sono le pene? Il peccato, sia mortale sia veniale, anche perdonato quanto alla “colpa” mediante il sacramento della Riconciliazione, lascia nel peccatore: “residui”, “tracce”, “zone d’ombra”. 28 Data la vastità dell’argomento non è possibile offrire qui una trattazione completa. Per approfondire si rimanda al Manuale delle indulgenze. 31 Tali “residui”, “tracce”, “zone d’ombra”, si esprimono in: abitudini cattive; affetti e attaccamenti disordinati alle creature; disposizione al peccato veniale (egoismo, orgoglio, indolenza...); spinte, più o meno forti, a ricadere nel peccato; debolezza della volontà a contrastare la tendenza al peccato; sorta di apatia interiore nella preghiera, nell’amore di Dio e nelle opere di carità. Questi “residui” del peccato meritano la “pena temporale”, che il cristiano deve scontare in questa vita o nel Purgatorio, per essere totalmente purificato e in tal modo essere ammesso alla visione di Dio nel Paradiso. La pena dunque è l’effetto del peccato, il quale comporta sia la colpa (rimessa col sacramento della Riconciliazione) sia la pena. Di quali tipi può essere la pena? Può essere di due tipi: 1) Eterna: comporta la separazione eterna da Dio; è conseguenza del peccato mortale; viene rimessa, insieme alla colpa, con la Riconciliazione. 2) Temporale (effetto del peccato veniale). Che cosa indica la pena? La realtà della pena indica: L’esistenza del peccato: la sua gravità; le conseguenze/danni che provoca in noi, negli altri, nel creato... La necessità di riparare tali danni. Il castigo/punizione, che meritiamo, è da intendersi come medicina salutare, che ci aiuta a: prendere coscienza del peccato; rimediare alle sue conseguenze; liberarcene. L’infinita misericordia di Dio che, pur condannando, essendo giusto e santo, il peccato, nello stesso tempo è infinitamente misericordioso e paziente verso il peccatore, al quale perdona il peccato, condona la pena, dona la sua grazia. La vita oltre la morte (i novissimi). La necessità della purificazione completa per accedere al Paradiso. Il Purgatorio per l’espiazione delle pene rimaste. L’unità e lo scambio-aiuto con i defunti. L’indulgenza chiesta dai vivi per i loro defunti aiuta la purificazione di chi in Purgatorio attende di essere ammesso in Paradiso. L’indulgenza può essere plenaria o parziale L’indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. Ogni fedele può lucrare per se stesso le indulgenze sia parziali che plenarie o applicarle ai defunti a modo di suffragio. L’indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno; l’indulgenza parziale può essere acquistata più volte al giorno. Condizioni per ottenere l’indulgenza plenaria 32 Il fedele per ottenere l’indulgenza plenaria, deve innanzitutto escludere qualsiasi affetto al peccato anche veniale, deve eseguire l’opera indulgenziata e adempiere le seguenti tre condizioni: 1. Celebrare il sacramento della Riconciliazione. Con una Confessione sacramentale si possono acquistare più indulgenze plenarie. 2. Ricevere la Comunione eucaristica. Con una Comunione si può acquistare una sola indulgenza plenaria. La Comunione è meglio certamente riceverla partecipando alla santa Messa, ma per l’indulgenza è necessaria solo la Comunione. 3. Pregare secondo le intenzioni del Santo Padre. Si adempie la condizione pregando un Padre nostro e un 'Ave Maria, o altre preghiere a scelta del fedele. Con una sola preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice si può acquisire una sola indulgenza plenaria. Le tre condizioni possono essere adempiute anche sette giorni prima o dopo di aver compiuto l’opera prescritta; tuttavia è conveniente che la Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice siano fatte nello stesso giorno in cui si compie l’opera. Indulgenze plenarie a) Ottenibili ogni giorno: L’adorazione del Santissimo Sacramento per almeno mezz’ora. La pia lettura o ascolto della Sacra Scrittura per almeno mezz’ora. Il pio esercizio della Via Crucis, anche se si compie in unione al Sommo Pontefice, attraverso televisione o radio. La recita dell’inno Akàthistos (o di una parte di esso) in chiesa, o in famiglia, o in una comunità religiosa, o in un gruppo di fedeli. La recita del santo Rosario (anche una terza parte) in chiesa, in famiglia, o in unione col Sommo Pontefice attraverso televisione o radio. La visita, in forma di pellegrinaggio, alle Basiliche Patriarcali di Roma. b) Ottenibili in determinati giorni: Il 1° gennaio, partecipando al canto o alla recita so-enne del Veni Creator per implorare l’aiuto divino per tutto il resto dell’anno. Durante la settimana per l’unità dei cristiani, partecipando a qualche funzione durante la settimana di preghiera e intervenendo alla conclusione di tale settimana. Tutti i venerdì di Quaresima, recitando piamente, dopo la Comunione, la preghiera Eccomi, o mio amato e buon Gesù, davanti all’immagine di Gesù crocifisso. 33 Il Giovedì Santo, dinante la solenne deposizione del Santissimo Sacramento dopo la Messa nella Cena del Signore, pregando devotamente le strofe del Tantum ergo. Il Venerdì Santo, nella solenne azione liturgica, partecipando devotamente all’adorazione della Croce. Nella celebrazione della Veglia Pasquale o nel giorno anniversario del proprio Battesimo, rinnovando le promesse battesimali in una forma legittimamente approvata. Nella domenica della Misericordia (prima domenica dopo la Pasqua) Nella solennità di Pentecoste, partecipando al canto o alla recita del Veni Creator Nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo, partecipando devotamente alla processione eucaristica. Nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, recitando pubblicamente l’atto di riparazione Gesù dolcissimo Il 2 agosto, Indulgenza del Perdono d’Assisi. Nei singoli giorni dal 1° all’8 novembre, solo per le anime del Purgatorio, visitando un cimitero e pregando per i defunti Il 2 novembre, visitando una chiesa o un oratorio e recitando il Padre nostro e il Credo. Nella solennità di Cristo Re, recitando pubblicamente l’Atto di consacrazione del genere umano a Gesù Cristo Re dell’Universo Il 31 Dicembre, partecipando al canto o alla recita solenne del Te Deum, in chiesa o in oratorio, per ringraziare Dio dei benefici ricevuti. c) Ottenibili in circostanze particolari: Ricevendo, anche solo per mezzo della radio o della televisione, la benedizione impartita dal Sommo Pontefice al mondo (Urbi et Orbi). Ricevendo la benedizione impartita dal vescovo ai fedeli affidati alla sua cura pastorale, anche tramite la radio o la televisione se per un ragionevole motivo non si è presenti ai riti sacri. Partecipando alla prima Messa di un sacerdote, alla celebrazione del 25°, 50°, 60° e 70° anniversario dell’Ordinazione sacerdotale. Partecipando alla celebrazione del 25°, 40° e 50° anniversario dell’Ordinazione Episcopale di un vescovo. Partecipando devotamente al solenne rito che si celebra a conclusione dei Congressi eucaristici. Dedicandosi agli Esercizi Spirituali almeno per tre giorni interi. In un giorno dedicato universalmente al conseguimento di qualche fine religioso (per esempio la giornata per le vocazioni sacerdotali e religiose ecc.), partecipando devotamente a tali celebrazioni. Il giorno in cui, per la prima volta, i membri di una famiglia, possibilmente alla presenza di un sacerdote o di un diacono, compiono la consacrazione della famiglia stessa al Sacratissimo Cuore di Gesù o alla Santa Famiglia, leggendo 34 la preghiera legittimamente approvata davanti all’immagine del Sacro Cuore o della Santa Famiglia. Visitando una chiesa o un altare nel giorno della loro dedicazione. In punto di morte, tramite la benedizione apostolica impartita dal sacerdote. In sua assenza, la Santa Madre Chiesa concede ugualmente al fedele l’indulgenza plenaria, purché sia debitamente disposto e abbia recitato, abitualmente durante la vita, qualche preghiera. Nel giorno dedicato al Fondatore di un Istituto di vita consacrata o di una Società di vita apostolica, visitando un oratorio o una chiesa di questo istituto. Nel giorno fissato il fedele partecipa alle sacre funzioni in una chiesa stazionale. Visitando una basilica minore, una chiesa cattedrale, un santuario, una chiesa parrocchiale nella solennità del Titolare. Visitando un santuario ogni volta che prende parte a un pellegrinaggio collettivo che vi si fa. Il giorno della Prima Comunione o assistendo devotamente alla Prima Comunione di altri. Durante una Sacra Missione, assistendo almeno ad alcune prediche di essa e partecipando, poi, alla loro solenne conclusione. Durante un Sinodo Diocesano, visitando piamente la chiesa destinata alle sedute. In occasione di una visita pastorale, assistendo ad una funzione presieduta dal Visitatore. Una volta all’anno, in un giorno scelto liberamente dal fedele. Come si ottengono le indulgenze parziali Per lucrare le indulgenze parziali il fedele deve: Eseguire l’opera indulgenziata, Avere almeno la contrizione del cuore. Le indulgenze parziali sono moltissime, per cui riportiamo solo le 4 concessioni di carattere generale, con le quali il fedele è invitato a informare allo spirito cristiano le azioni di cui è intessuta la sua vita e a cercare la perfezione della carità nelle sue ordinarie occupazioni. La Chiesa concede l’indulgenza parziale al fedele che: 1. Nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le avversità della vita, innalza con umile fiducia l’animo a Dio, aggiungendo, anche solo mentalmente una pia invocazione. 2. Con spirito di fede e con animo misericordioso, pone se stesso o i suoi beni a servizio dei fratelli che si trovino in necessità. 3. In spirito di penitenza, si priva spontaneamente e con suo sacrificio di qualche cosa lecita. 4. In particolari circostanze della vita quotidiana, rende spontaneamente aperta testimonianza di fede davanti agli altri. 35 Bene, questo è quanto il Signore mi ha fatto sperimentare e, ad oggi, i frutti persistono anche se i nipoti, come tutti i giovani, reclamano l libertà di sbagliare, ma questi sono affari loro; io li ho avvertiti, facendomi sentinella per il suo popolo, proprio come Dio stesso ci chiede attraverso Ez. 3,16-19. Ho voluto condividere con i fratelli questa esperienza per il semplice motivo che, se ne ho tratto del bene io, potete trarne anche voi e, credetemi, tutti ne abbiamo bisogno! N.B. QUESTO E’ UN LAVORO DA FARSI IN SCQUADRA; QUINDI, PIU’ ELEMENTI DELLA FAMIGLIA VI PARTECIPANO – NON PERCHE’ OBBLIGATI PER IL PREMIO, MA PER AMORE VERSO DIO – E MAGGIORI SARANNO I RISULTATI! RICORDATEVI BENE E SEMPRE CHE: “E’ SEMPLICISSIMO PRENDERE IN GIRO UNA PERSONA, MA E’ IMPOSSIBILE PRENDERE IN GIRO DIO! Buon lavoro e che Dio vi benedica! Se non vi chiedo molto, ogni tanto fatemi l’elemosina di una Ave Maria. Erminio Vincenzo di Pierro 36