Ul pizigòt de Sant ‘Abundi Opuscolo a cura del Consiglio Direttivo dell’’Accademia delle Arti e dei Commerci Santa Giuliana Como 31 Agosto 2011 Editoriale 2011 Sant’Abbondio ci ha preso gusto; l’idea di poterci dare una mano con i suoi preziosi richiami, oltre che come patrono, lo ha galvanizzato. Infatti dal primo incontro avvenuto il 31 agosto dello scorso anno con Plinio il Vecchio e Alessandro Volta, si è fatto sentire non poche volte coi suoi pizzicotti, tali da farci apparire le guance di un colore paonazzo, per dirla in comasco, “trà-su de ciùcch”. Il motivo? La perseveranza diabolica nell’errare di certi cittadini illustri. Parole paludate, discorsi accattivanti, ricchi di promesse (false), ma di fatti concreti se ne sono visti ben pochi. Un suggerimento significativo ci ha colpito sopra ogni altro, ovvero il richiama all’esempio. Non ci resta che sperare, tutti uniti, mano nella mano pensando a personaggi come San Francesco d’Assisi, Ghandi e Martin Luther King, che alle parole hanno fatto seguire una vita coerente e onesta, perché noi a furia di guardare un po’ a destra e un po’ a sinistra, non sappiamo più guardare in alto, dove potremmo trovare qualche consiglio in più. Poniamo lo sguardo oltre la siepe in attesa che arrivi un papa dal nome e nei fatti Francesco I.. Il presidente Giditi Ci ha lasciato il prof. Giorgio Luraschi. Gli amici dell’Accademia delle Arti e dei Commerci Santa Giuliana lo ricordano con affetto, grati per il contributo generoso di cultura e umanità offerto in più occasioni. A Giorgio Luraschi, appassionato docente e studioso che ha coniugato gli interessi per l’antichità romana con gli studi su Como antica, testimoniando sollecitudine e amore per la nostra città, dedichiamo queste pagine del Pizigott. pizigot_2011.indd 1 Marcus Terentius Varro Reatinus populo Comensi salutem dicit di Giorgio La Rosa Cittadini comensi, non vi è forse noto che, dopo essermi ritirato dalla politica attiva alla vittoria del grande Cesare, ebbi occasione di fare una breve visita alla vostra città, appena rifondata dal Dittatore. Stavo facendo delle ricerche per le biblioteche che il divo Giulio mi aveva incaricato di fondare a Roma. Devo dire che ebbi allora un’ottima impressione del fervore che caratterizzava la bella Novum Comum, quasi inarrestabile nell’euforia del ruolo che la sua stessa felicissima posizione sul Lario concedeva alla città, se assecondato dall’umano sforzo. Qui, dai Campi Elisi, dove da lunghissimo tempo vivo distaccato da qualsiasi umana passione, ogni tanto osservo –come a noi, ombre tranquille, viene concesso- il vostro Municipio. Sono sorpreso da quanto l’attuale sopore in cui si culla la vostra cittadinanza e i suoi magistrati contrasti con quella fervida attività di secoli fa… Perdonerete il paragone, ma tra voi e noi –che qui giustamente riposiamo della vita trascorsa, in una gradevole apatia senza rimpianti- non riesco a vedere troppe differenze . Forse avreste bisogno di una nuova “rifondazione”, come quella del sommo Cesare, per far riaffiorare quelle forze che mi par di intravvedere in molti cittadini, ma ostacolata e quasi coperta da una specie di sudario lussuoso, fatto di glorie passate ed inerzia presente. Lo star fermi è per noi condizione normale, ribadisco gradita, ma non per uomini che ancora sono animati dal soffio della vita. Per altro vedo certi lavori essere compiuti in quello che è ora è il vostro porto, ma la confusione di quel fare e disfare, senza capo né coda, suscita qui da noi quella ilarità bonaria con la quale osserviamo gli umani che si affannano nel fare cose di cui non hanno la minima idea… Se dovevate migliorare la bellezza della città e rendere migliore la vostra vita, da qui non pare che i risultati siano particolarmente brillanti. Eppoi, scusate: certo i nostri grandiosi giardini non sono più alla vostra portata, passi… ma quella strana...pelosità di materiale a noi ignoto che adesso vediamo su quei muri sulla riva del lago, cosa dovrebbe essere? Ai nostri tempi i magistrati hanno sempre fatto –diciamo così- dei legittimi guadagni sulle opere pubbliche: però, vi assicuro, le portavano a termine. Sono certo che prenderete queste mie piccole note ed osservazioni per ciò che esse valgono. AVE ATQUE VALE. 1 25/07/2011 10:31:20 Catone a Como di Alessio Mazzocchi Personaggi: A: Sant’Abbondio C: Marco Porcio Catone - Censore V: Vandalo Como – Viale Lecco – autosilo delle terme C: “E queste...avete il coraggio di chiamarle terme? Questi sono dei ruderi!!..e pensare che...avevo sentito.... ma non le avevano restaurate?!” A: “Ma è vero...le hanno da poco restaurate! Avesse visto come erano ridotte prima! C: “Inaudito! Ai miei tempi una città che fosse tale, aveva le sue terme ed il suo foro! ...e mi dica: a Como, c’è ancora il Foro... nella sua piazza?” A: “....no...un Foro... non proprio, ma ci sono tanti buchi...su tutte le strade! C: “Ma...senza terme, dove si incontrano i comaschi?” A: “I luoghi d’incontro dei cittadini sono le vie, le piazze e i bar, ma è meglio non attardarsi: non si deve sfidare l’imbrunire” C: “E senza foro, dove vengono discusse e prese le scelte politiche per il bene della città?” A: “La politica viene amministrata dal Comune; dove vengano prese le scelte per il bene della città... questo mi sfugge!” C: “E il porto? Il bel porto di Como, c’è ancora?” A: “Più che un porto... è un parto, ma non si sa ancora se e cosa nascerà” C: “Non riesco a comprendere cosa significhino le sue parole: sta forse nascendo un nuovo porto?” A: “Se non comprende, è perché non sa: in questi casi si dice <<beata ignoranza>>; in compenso io ho capito benissimo quello che diceva lei <<I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli dei beni pubblici nelle ricchezze e negli onori>> (Catone citato in Noctes Atticae – Aulo Gellio). C: “E quel fanciullo.. è un operaio pubblico? Vedo che sta dipingendo quel muro, anche se in maniera bizzarra” A: “No, quello è un vandalo” C: “Non capisco: ora anche i barbari lavorano per le città dell’impero romano?” A: “Mi spiego meglio: è un ragazzo che imbratta muri scrivendo scritte, a volte senza senso” C: “C’erano anche ai miei tempi questi imbrattatori! Ora mi sente!” ed avvicinatosi al giovane “Come ti permetti di danneggiare un bene pubblico” V: “ Ah nonno, non scassare! Esprimo il mio pensiero! E poi questo muro non è di nessuno!” C”Questo muro è della comunità, quindi in parte è anche tuo (anche se non te lo meriti) e ne devi avere cura e rispetto” (e gli molla un bello scappellotto) A: “Moderi i modi, però: anche se ha pienamente ragione, oggi giorno certi metodi non sono approvati” SCRIPTA MANENT C: “..Ah! Ai miei tempi...gli avrei insegnato io l’educazione ed il rispetto per i beni pubblici!” A: “Eeeeh: purtroppo se la mia città è in questo stato, non è colpa solo dei politici, ma anche dei comaschi, che non sempre ne hanno abbastanza cura e rispetto!” C: “Purtroppo i tempi cambiano, ma gli uomini restano sempre uguali” A: “Si, ma...non facciamoci sentire: non voglio che i miei comaschi trovino giustificazioni quando darò loro..ul mè pizigot!” (1) Sperarbene: Diritto, dici, dove c’è quell’albero? Gabbacompagno: Crepa! – Questa, poi, gracchia un dietro fronte! Sperarbene: Pover’òmo, che andiamo in su e in giú? Gira e rigira, ci ammazziamo a ufo! Gabbacompagno: E io, misero me, per dare ascolto a una cornacchia, me ne vado a zonzo per piú di mille miglia! Sperarbene: E io, per dare ascolto a un graccio, ho già ridotte in polvere l’unghie dei piedi, poveretto me! Incipit de Gli Uccelli di Aristofane Non puoi insegnare al granchio a camminare diritto Aristofane a proposito della giunta comunale. 2 pizigot_2011.indd 2 25/07/2011 10:31:20 Dialogo tra S.Abbondio e Catone il Censore sulla realtà comasca di Leo Porro Catone il Censore Sua Eccellenza S. Abbondio, ex emerito vescovo di Como e patrono della città, l’anno scorso Ella ha trattato della situazione di Como con il fisico e scienziato A. Volta e con lo scrittore e scienziato Plinio il Vecchio. In particolare si è condannato l’insensata erezione di quel famigerato muro, di quel sistema di paratie antiesondazione sul lungo lago di Como, antistante piazza Cavour. S. Abbondio Esimio Catone Censore, Lei, da uomo probo, ha sempre censurato la corruzione del suo tempo, ha ripreso le persone poco castigate e dedite al lusso e allo sfarzo. Ebbene, il suddetto muro deturpava la città e ostacolava la veduta panoramica. Mi rammaricavo, però, ancor di più, perché non si stigmatizzavano altri numerosi muri che ostacolavano e ostacolano la convivenza civile comasca. Catone il Censore Concordo totalmente. Esterrefatto, infatti, noto che non esistono solo cittadini onesti, ma anche cittadini che erigono un perverso muro nel proprio io, disintegrandolo. Il clima edonistico, consumistico, liquefatto e anarchico erige il muro dell’asocialità. Numerosi sono i muri della conflittualità, delle intolleranze, dei delitti. I vizi umani determinano squilibri nella personalità. Ultimamente si è scoperto che dei malavitosi, aggregati alle cosche della ndrangheta, da tempo stanno corrompendo il tessuto sociale comasco. Dal muro di queste occulte ndrine escono rivoli nascosti di miasmi pericolosissimi. S. Abbondio Verissimo. Mi preoccupano anche i drogati, schiacciati dal muro della peste della droga. Contemporaneamente penso anch’io ai virtuosi. Fa, però, più rumore un albero che si schianta al suolo, rispetto alla crescita silenziosa di tutti gli alberi di una foresta. Beati gli operatori di buona volontà. Catone il Censore Una disumana barriera divide gli uomini in opulenti e in poveri, in epuloni e in lazzari. Anche la realtà comasca ha eretto la sua muraglia. S. Abbondio Riflettiamo. Gli esperti mostrano che se gli alimenti fossero ripartiti equamente tra gli abitanti della terra, ogni uomo potrebbe beneficiare di 2800 calorie giornaliere, più del necessario stabilito che è di 2100 calorie. Catone il Censore Si erigono, inoltre, muri indegni tra l’uomo e l’ambiente. In molteplici modi si porta al degrado il sistema biotico, l’aria, l’acqua, il suolo. S. Abbondio Altri muri deturpano la natura: la speculazione territoriale, l’abusivismo edilizio, lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, i dissesti dei terreni, le erosioni idrogeologiche, l’abbandono dell’agricoltura. Catone il Censore Un altro muro deleterio divide la collettività: la comunicazione e l’informazione dell’evasione, del divismo, del successo, del personaggio carismatico, che generano la fenomenologia dell’incomunicabilità. S. Abbondio L’informazione passivizzante e manipolata procura acquiescenza, rassegnazione, risposte acritiche. Occorre favorire la comunicazione umanizzante della comprensione, della solidarietà. Catone il Censore Ai miei tempi, strenuo e accanito oppositore degli usi e dei costumi greci in Roma, terminavo i discorsi, dicendo “ Penso, inoltre, che si debba distruggere Cartagine”. ( Ceterum, censeo, Carthaginem esse delendam). Mi chiedo: va distrutta anche la parte malata della cittadinanza ? S. Abbondio E’ preferibile la prevenzione alla repressione. Occorre rieducare la popolazione, in modo che i cittadini, da costruttori di muri, diventino, invece, costruttori di un uomo nuovo e di una città nuova. Catone il Censore Eminenza, è anche la mia speranza. Grazie, mi ha convinto. Ogni uomo ospita nel cuore un porco che sonnecchia e spesso ha un sonno leggero Anonimo 3 pizigot_2011.indd 3 25/07/2011 10:31:20 L’animale politico e il cittadino bestiale Cricca e casta stessa pasta di Guido Rovi di Marcello Campisani Che soluzione si può trovare se continui a giudicare il cittadino migliore e differente dal politico deferente? Ciò che voglion dire un poco ci stupisce. Dalla classica etimologia si capisce che il senso dei due è originato dal medesimo significato. Che sia dunque in greco o in latino, chiunque può intuire che vivere la città da vicino in meglio fa progredire per intero la comunità. Se poi ci saran dei ladri come ci hanno insegnato i nostri padri in qualche dove metter si dovranno: che rischin di restare qualche anno nella casa circondariale o in consiglio comunale ecco sì, su questo a noi tocca vigilare quando si tratta di votare. Il cittadino indifferente non sia mai più così negligente o presuntuoso boccalone quando arriva l’elezione. Stia attento al demagogo che la democrazia tiene sotto a un giogo. Federale o progressista conta poi che sia una persona onesta. Tutto il resto è vecchia roba, riscaldata come una minestra, conta che la persona sia davvero proba. Ve lo dico e ve lo canto, il problema è uno soltanto: Vero popolo sovrano quel che non s’esprime invano. esser sempre cittadino e mai suddito supino. (Si negò il finanziamento, provocandone l’aumento Già saltò il patto sociale, che fa l’uomo all’uomo uguale. e, negando il nucleare, si dovette rivotare.) Qui c’è tutto da rifare, ma è assai facil rimediare, Pure, ai di della ragione, ne fu santa l’opinione, cominciando senza i vizi dei nefandi pregiudizi, debellando anche il divismo, ricorrendo all’ostracismo, quale quel che l’italiano è l’autentico villano, - sacrosanta istituzione senza controindicazione. quale quel che meritiamo i politici che abbiamo, Che qualcosa qui non va oramai ognun lo sa, che saremmo litigiosi, anarcoidi e cavillosi. se ci murano anche il lago e noi ancor gli diamo spago. E’ la legge, or lo si sa, che così apparir ci fa. Si può avere per davvero la giustizia a costo zero, si può averla in settimana, chiara giusta piana e sana. Tutto questo si otterrà se la legge la farà chi non debba, con ragione, abitare una prigione. Siamo giunti a un punto tale (sintetizzo la morale) che in politica si sta per far soldi in quantità ed aver lasciapassare per qualunque malaffare. Vi dirò: il Berlusca stesso mai fu ricco come adesso. Si può porre a ciò rimedio con un semplice presidio: in politica si andrà sol votati a povertà. Chi finora s’è arricchito tornerà com’è partito. Chi non sa chi ringraziare per la casa in centro o al mare ne farà a sua volta dono e ne chiederà perdono e il suo ignoto donatore, ch’è così largo di cuore, cederà alla sua città ogni sua sontuosità. Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera. In una mano nasconde il sasso, mentre mostra il pane nell’altra. Plauto 4 pizigot_2011.indd 4 Monumento al dio denaro 25/07/2011 10:31:20 UN’ALTRA LETTERA DI PLINIO IL GIOVINE UNA RECENTE STRABILIANTE SCOPERTA IN UN ARCHIVIO MONASTICO di Anezio Porro Proprio quest’anno il conservatore della importantissima biblioteca della badia di ****, al centro di una congregazione benedettina tempo addietro importante in Europa, ha consentito di recuperare dalle rilegature di alcuni volumi antichi, due testi straordinariamente interessanti. Dalla copertina di un codice agostiniano emergono frasi di senso compiuto appartenenti ad una delle ultime lettere di Plinio il giovine, con relativa risposta dell’ imperatore Traiano. Se ne propone mio predecessore e che io proqui una traduzione italiana fedele Traiano a Plinio. Non occorre inviare un ingeprio ora voglio, migliorandola, al senso del testo. gnere specializzato: tu stesso condurre a buon termine, per il potresti risolvere il problema, lago Fucino. Una galleria lunga * * * consultando l’opera miparecchie miglia farà da emissario rabile di tuo zio e mettene stabilizzerà le acque di esso, con Caio Plinio saluta l’imperatore vantaggio per i paesi rivieraTraiano. Tornato dall’Asia nella done in pratica i principii. In essa si afferma che la suschi e per quelli della valle sotmia città natale ho scoperto con perficie di uno specchio d’actostante che riceverà il deflusso. grande rammarico che i decurioni, qua è al medesimo livello in Intanto occorre comunque cerseguendo le proposte fantasiose di ogni sua parte : pertanto bacare con diligenza per colpa di alcuni del consiglio, hanno avviato chi fino ad oggi i municipali la costruzione di opere idrauliche sta aumentare il deflusso del ramo Leucense, allargando le di Como abbiano sprecato tanciclopiche volte, così dicono, a bocche dell’Adda, per abbassato denaro: non vorrei che avesproteggere la città dalle acque del re il livello in quello Comense. sero premiato degli incapaci. lago quando esso raggiunge livelli A meno che non si voglia proQualsiasi cosa in questo troppo alti. Ma non sono riusciti a modo tu avrai scoperta, renconcludere nulla di buono: dopo gettare una soluzione forse dimela nota, affinchè si possa avere speso milioni di sesterzi, il più dispendiosa, ma di sicuro effetto: quella che tentò un provvedere. lavoro sembra abbandonato e non si capisce come la cosa andrà a finire. I cittadini si lamentano, e credo abbiano ragione. Grazie NEGOZIANTI PER PASSIONE Non potrebbe la tua somma (non solo con la testa nel cassetto)! provvidenza inviare a Como Con il vostro contributo siamo riusciti a fare rivivere e suonare lo storico un ingegnere delle acque veramente valido, affinchè non FORTEPIANO di proprietà del Comune di Como al quale dedicheremo a si ripeta ciò che è accaduto? breve un TE DEUM di ringraziamento. per parte mia e dei miei amici ComenNon solo. Siamo stati di parola con i nostri allegri concittadini, i Rondoni si te ne sarei estremamente grato. * * * Maggiori, ai quali abbiamo dedicato una mostra, I signori del cielo; per un decoroso alloggio i tempi sono più lunghi. 5 pizigot_2011.indd 5 25/07/2011 10:31:20 Tanti anni in poche righe Pensa un po’! L’acqua lariana è sempre più alla ribalta! Ce n’è una nuova a settimana che sia bassa o che sia alta! Stai pensando che han studiato che il lago è additivato col DicloroDifenile nonché Tricoloretano per gli amici D.D.T:non da marzo né da aprile ma da tempo più lontano… … dal’50, o giù di lì? Certo! Lavarelli e agoni sono belli e sono buoni e fan bene a noi mangioni che da anni lo sorbiamo e di conseguenza siamo anche immuni alle zanzare E’ prezioso, non ti pare? Questa è la filosofia delle chiuse di Garlate: su le chiuse, l’acqua via, e le mance son sfumate Ma a Garlate sono quelli i custodi dei livelli!?? Sì, i livelli fatturati E per anni ci han snobbati. Se pensavamo al futuro non serviva neanche il muro.. Sono buone, sono belle son costate le arborelle 6 pizigot_2011.indd 6 25/07/2011 10:31:21 A proposito di muro; il suo costo è stato duro! Si è trattato di una svista… Che ne sa lui…un “dentista”? Capirai, ci fa più male il molare od il morale? E che ne dici dei geniali architetti comunali? Mah, Più che in Viola siamo in lutto per il muro ora distrutto… e quei pochi capitali son volati via con le ali… Ti dirò poi caro amico, parodiando il Brenno antico, “Non col Ferro, ma con l’oro questa Como si riscatta!” Se ci resta del decoro ringraziamo lo Zambrotta. C’è una cosa che mi scoccia: il lungolago in finta roccia! E’ di plastica, è un ripiego Se stai buono te lo spiego; Esse Brown certo ha pensato: chi è senza peccato e la prima pietra tira se ha quella platicata non ci azzecca con la mira! E con ciò zucca salvata! Niente proprio buone nuove! Ora me ne vado! Piove! L. Giacomo 7 pizigot_2011.indd 7 25/07/2011 10:31:22 SCRIPTA MANENT (2) Stola: s.f. dal latino stola, dal greco stolè, dal verbo stello (io vesto), dal maschile stolus (greco stolos), dall’italiano stuolo. Dal verbo stello anche Apostolo e Epistola. La stola era una veste lunga fino ai piedi presa dai Medi e dai Persiani ed era indossata dalle donne Romane di nobile condizione. I Greci usarono questo vocabolo in un significato più generale, applicandolo a ogni tipo di veste, indossata sia da uomini sia da donne. Più tardi fu così chiamata anche una veste indossata da alcuni sacerdoti e doggi è rimasto a quella striscia con disegno della croce al centro che i sacerdoti cattolici, durante le sacre funzioni, si pongono al collo sopra il collo, sopra il camice come simbolo della croce. Stola: dal Greco (abito di gala), in latino stola Termine storico: lunga e ampia veste femminile in Roma antica Termine ecclesiastico: Larga e lunga striscia di seta o di lana ricamata con vari simboli religiosi, che il sacerdote mette al collo soprala cotta nelle sacre funzioni. Stola Incerti di Stola: elemosine che il parroco riceve nell’esercizio del suo ministero. Diritti di Stola: prestazioni dovute dai fedeli ai parroci per l’amministrazione di alcuni sacramenti. “Incerti, tasse, diritti di stola” nel diritto canonico sono prestazioni dovute dai fedeli ai parroci in occasioni di alcune funzioni sacre. Stola: lunga e ampia veste (femminile) che un tempo i ricchi cittadini romani e le matrone avvolgevano in ricchi drappeggi e oggi si sono ridotte a esigue strisce di stoffa che fanno parte dei paramenti sacri. Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi? Aristotele preso alla lettera dalla giunta comunale di The Metaphysical Club Aristotele, in virtù della legge di causa-effetto, per cui ad ogni effetto è associata una causa, giunge ad affermare la necessità di una causa-prima. Da questa discenderebbero, in ordine, tutte le cause e gli effetti, corrispondenti a un certo stato in un certo istante. Aristotele riscontra che, per la legge di causa-effetto, il presente debba derivare da uno stato-passato. Il filosofo postula lo stato presente, dato che la ricerca della causa-prima deve pur cominciare da uno stato e l’unico legittimo è quello presente. Tuttavia, successivamente, lo spoglia del suo essere-postulato, andando in cerca di qualcosa che debba essere effettivamente postulato per poter legittimare il presente. Ma, valendo la legge di causa-effetto per ogni stato, allora ogni stato (come effetto) avrà un suo predecessore (come causa) e così all’infinito. Aristotele si trova così costretto a postulare l’esistenza di uno stato causa-prima dato che, se ad ogni effetto corrisponde una causa, allora l’iterazione del ragionamento porterebbe ad un regressum infinitum (infinito tra l’altro poco apprezzato nella cultura greca). Tuttavia, non è effettivamente necessario un passato per spiegare l’esistenza del presente. Se è stato postulato uno stato-presente, perché mai andrebbe poi postulato un altro stato-passato per legittimare il presente? Così facendo, si andrebbe ad aggiungere un postulato ulteriore per legittimare qualcosa che, in quanto postulato, si legittima da sé. Non si comprende perché relegare il ruolo di fondamento a uno stato passato, di cui non si è mai avuta esperienza, piuttosto che al presente, di cui invece si ha esperienza. D’altro canto, se la legge di causa-effetto trae la sua forza dall’esperienza, è perché non vi è nulla di più empirico del presente. 8 pizigot_2011.indd 8 25/07/2011 10:31:22 SCRIPTA MANENT (3) E noi, anche bevendo, ci siamo comportati saggiamente. La nostra associazione È naturale, visto che quando siamo sobri ci comportiamo da stupidi. (Aristofane, Lisistrata, vv. 1227-1228) L’esperienza non ha alcun valore etico: è semplicemente il nome che gli uomini danno ai propri errori. Oscar Wilde Non aetate verum ingenio apiscitur sapientia. Non con l’età ma con l’ingegno si raggiunge la sapienza. Plauto Sine pennis volare haud facile est. Non è facile volare senza ali. Plauto a proposito della politica attuale a Como? Forse... L’Associazione “’Accademia delle Arti e dei Commerci Santa Giuliana “ ha sede non propria in Como , Via Garibaldi 69. L’Associazione è apolitica e non ha scopo di lucro, ma concentra le sue forze con l’intento di animare culturalmente la città di Como favorirne la riqualificazione e rivitalizzazione, promuovendo le potenzialità economiche, storiche, culturali, turistiche e le attività economiche artistiche e professionali in essa ubicate. L’Associazione organizza attività culturali e d’interesse pubblico della città anche attraverso manifestazioni, convegni, mostre, spettacoli, pubblicazioni e altro. Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce. Ita divis est placitum voluptatem ut maeror comes consequator. Gli dei vollero che il dolore fosse compagno del piacere. Quindi la passeggiata a lago ci deve piacere? Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti. Platone aveva capito tutto a suo tempo. Platone B OO K O N D E M A N D a b b i a m o i p r e z z i p iù c o m p e t i ti v i p e r l a s t a m p a d i l i b r i i n b / n o c o lo r i a n c he i n b a s s a t i r a tu r a . visita il nostro sito per un preventivo on-line Via L. da Vinci, 28 - 22100 Como - Tel. 031 573375 [email protected] - www.graficamarelli.it 9 pizigot_2011.indd 9 25/07/2011 10:31:23 Ultime notizie di cronaca Bloccan la Pedemontana tomba e vittima romana! Evitam più lunghi guai se chiamiamo i ci.ess.ai Subsidenza? La fognatura della piazza si fessura! Preventivo nella mano che non è una faccia nuova e ha già dato buona prova! Per Brunate che subbuglio e riaprire il 31 luglio! Metà agosto è più appropriato… e il il turismo è sistemato! Non sarebbe neanche male rimandar tutto a natale! Prossimamente a Brunate Con le antenne il Baradello è davvero assai più bello; è una cosa intelligente l’ha pensata un dirigente? Barbarossa per la rabbia Ce lo appende nella gabbia liquore della tradizione comasca a bassa gradazione alcolica Rerum natura invisis quoque herbis insuerit remedia Naturalis Historia, libro 22°, §15 Madre natura persino nelle erbe più disprezzate ha inoculato delle medicine Plinio il vecchio 10 pizigot_2011.indd 10 25/07/2011 10:31:24 Lex Ludica Uomo Forte Scarica Magna Magna Rondone Notturno Riconoscenza Muraglia Piede Vanità Umiltà Avidità } una è da escludere { Collega le parole della colonna di sinistra con quelle di riferimento nella colonna di destra: il legame può essere l’ovvio nesso logico, il suo contrario, o anche parte di un modo di dire. Autorità Maggiore Non pervenuta Due Scarpe Barile Grecia Cinese Magna Chopin Piano Assessore I primi cinque che ci invieranno la soluzione in busta chiusa a Accademia delle Arti e dei Commerci Santa Giuliana di Como via Garibaldi 69, verranno ricontattati avranno in regalo una tegolina da collezione (serie del Rondone Maggiore di Como) e potranno ritirarla presso l’Osteria del Gallo, sede operativa dell’associazione. L’erba voglio Rifugio per i Rondoni Maggiori a Como A B B I A M O La politica del fare? S E M P R E S E R V I T O E R B A S I N T E T I C A S O O P P P R U A R F E F I N A R U S P E E C O L O G I C H E 11 pizigot_2011.indd 11 25/07/2011 10:31:24 Dove lo stile è di casa Primo: l’alimentazione Per la casa e originali idee regalo Sentirsi elegante ABBIGLIAMENTO UOMO Piazza Duomo, 10 - 22100 Como - Tel. +39 031 262 302 - [email protected] Idee dipinte per la casa 12 pizigot_2011.indd 12 25/07/2011 10:31:25