Ul pizigòt de Sant ‘Abundi
Opuscolo a cura del Consiglio Direttivo dell’’Accademia delle Arti e dei Commerci Santa Giuliana Como 31 Agosto 2011
Editoriale 2011
Sant’Abbondio ci ha preso gusto;
l’idea di poterci dare una mano con i
suoi preziosi richiami, oltre che come
patrono, lo ha galvanizzato. Infatti dal primo incontro avvenuto il 31
agosto dello scorso anno con Plinio il
Vecchio e Alessandro Volta, si è fatto
sentire non poche volte coi suoi pizzicotti, tali da farci apparire le guance di
un colore paonazzo, per dirla in comasco, “trà-su de ciùcch”.
Il motivo? La perseveranza diabolica
nell’errare di certi cittadini illustri.
Parole paludate, discorsi accattivanti,
ricchi di promesse (false), ma di fatti
concreti se ne sono visti ben pochi.
Un suggerimento significativo ci ha
colpito sopra ogni altro, ovvero il richiama all’esempio.
Non ci resta che sperare, tutti uniti,
mano nella mano pensando a personaggi come San Francesco d’Assisi,
Ghandi e Martin Luther King, che alle
parole hanno fatto seguire una vita
coerente e onesta, perché noi a furia
di guardare un po’ a destra e un po’ a
sinistra, non sappiamo più guardare in
alto, dove potremmo trovare qualche
consiglio in più.
Poniamo lo sguardo oltre la siepe in
attesa che arrivi un papa dal nome e
nei fatti Francesco I..
Il presidente Giditi
Ci ha lasciato il prof. Giorgio Luraschi. Gli amici dell’Accademia delle
Arti e dei Commerci Santa Giuliana
lo ricordano con affetto, grati per
il contributo generoso di cultura e
umanità offerto in più occasioni. A
Giorgio Luraschi, appassionato docente e studioso che ha coniugato
gli interessi per l’antichità romana
con gli studi su Como antica, testimoniando sollecitudine e amore per
la nostra città, dedichiamo queste
pagine del Pizigott.
pizigot_2011.indd 1
Marcus Terentius Varro Reatinus
populo Comensi salutem dicit di Giorgio La Rosa
Cittadini comensi, non vi è forse noto
che, dopo essermi ritirato dalla politica attiva alla vittoria del grande Cesare, ebbi occasione di fare una breve
visita alla vostra città, appena rifondata dal Dittatore. Stavo facendo delle
ricerche per le biblioteche che il divo
Giulio mi aveva incaricato di fondare a Roma. Devo dire che ebbi allora
un’ottima impressione del fervore che
caratterizzava la bella Novum Comum, quasi inarrestabile nell’euforia
del ruolo che la sua stessa felicissima
posizione sul Lario concedeva alla città, se assecondato dall’umano sforzo.
Qui, dai Campi Elisi, dove da lunghissimo tempo vivo distaccato da qualsiasi umana passione, ogni tanto osservo
–come a noi, ombre tranquille, viene
concesso- il vostro Municipio. Sono
sorpreso da quanto l’attuale sopore
in cui si culla la vostra cittadinanza e
i suoi magistrati contrasti con quella
fervida attività di secoli fa… Perdonerete il paragone, ma tra voi e noi
–che qui giustamente riposiamo della
vita trascorsa, in una gradevole apatia
senza rimpianti- non riesco a vedere
troppe differenze . Forse avreste bisogno di una nuova “rifondazione”,
come quella del sommo Cesare, per
far riaffiorare quelle forze che mi par
di intravvedere in molti cittadini, ma
ostacolata e quasi coperta da una specie di sudario lussuoso, fatto di glorie
passate ed inerzia presente. Lo star
fermi è per noi condizione normale,
ribadisco gradita, ma non per uomini che ancora sono animati dal soffio
della vita. Per altro vedo certi lavori
essere compiuti in quello che è ora è il
vostro porto, ma la confusione di quel
fare e disfare, senza capo né coda, suscita qui da noi quella ilarità bonaria
con la quale osserviamo gli umani che
si affannano nel fare cose di cui non
hanno la minima idea…
Se dovevate migliorare la bellezza della città e rendere migliore la
vostra vita, da qui non pare che i
risultati siano particolarmente brillanti. Eppoi, scusate: certo i nostri
grandiosi giardini non sono più alla
vostra portata, passi… ma quella strana...pelosità di materiale a
noi ignoto che adesso vediamo su
quei muri sulla riva del lago, cosa
dovrebbe essere? Ai nostri tempi i
magistrati hanno sempre fatto –diciamo così- dei legittimi guadagni
sulle opere pubbliche: però, vi assicuro, le portavano a termine.
Sono certo che prenderete queste
mie piccole note ed osservazioni
per ciò che esse valgono.
AVE ATQUE VALE.
1
25/07/2011 10:31:20
Catone a Como
di Alessio Mazzocchi
Personaggi:
A: Sant’Abbondio
C: Marco Porcio Catone - Censore
V: Vandalo
Como – Viale Lecco – autosilo delle
terme
C: “E queste...avete il coraggio di
chiamarle terme? Questi sono dei ruderi!!..e pensare che...avevo sentito....
ma non le avevano restaurate?!”
A: “Ma è vero...le hanno da poco restaurate! Avesse visto come erano ridotte prima!
C: “Inaudito! Ai miei tempi una città
che fosse tale, aveva le sue terme ed
il suo foro! ...e mi dica: a Como, c’è
ancora il Foro... nella sua piazza?”
A: “....no...un Foro... non proprio, ma
ci sono tanti buchi...su tutte le strade!
C: “Ma...senza terme, dove si incontrano i comaschi?”
A: “I luoghi d’incontro dei cittadini
sono le vie, le piazze e i bar, ma è meglio non attardarsi: non si deve sfidare
l’imbrunire”
C: “E senza foro, dove vengono discusse e prese le scelte politiche per il
bene della città?”
A: “La politica viene amministrata dal
Comune; dove vengano prese le scelte per il bene della città... questo mi
sfugge!”
C: “E il porto? Il bel porto di Como,
c’è ancora?”
A: “Più che un porto... è un parto, ma
non si sa ancora se e cosa nascerà”
C: “Non riesco a comprendere cosa
significhino le sue parole: sta forse
nascendo un nuovo porto?”
A: “Se non comprende, è perché non
sa: in questi casi si dice <<beata ignoranza>>; in compenso io ho capito benissimo quello che diceva lei <<I ladri
di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli dei beni pubblici nelle ricchezze e negli onori>>
(Catone citato in Noctes Atticae –
Aulo Gellio).
C: “E quel fanciullo.. è un operaio
pubblico? Vedo che sta dipingendo
quel muro, anche se in maniera bizzarra”
A: “No, quello è un vandalo”
C: “Non capisco: ora anche i barbari
lavorano per le città dell’impero romano?”
A: “Mi spiego meglio: è un ragazzo
che imbratta muri scrivendo scritte, a
volte senza senso”
C: “C’erano anche ai miei tempi questi
imbrattatori! Ora mi sente!” ed avvicinatosi al giovane “Come ti permetti
di danneggiare un bene pubblico”
V: “ Ah nonno, non scassare! Esprimo il mio pensiero! E poi questo muro
non è di nessuno!”
C”Questo muro è della comunità,
quindi in parte è anche tuo (anche
se non te lo meriti) e ne devi avere
cura e rispetto” (e gli molla un bello
scappellotto)
A: “Moderi i modi, però: anche se ha
pienamente ragione, oggi giorno certi
metodi non sono approvati”
SCRIPTA
MANENT
C: “..Ah! Ai miei tempi...gli avrei insegnato io l’educazione ed il rispetto
per i beni pubblici!”
A: “Eeeeh: purtroppo se la mia città
è in questo stato, non è colpa solo dei
politici, ma anche dei comaschi, che
non sempre ne hanno abbastanza cura
e rispetto!”
C: “Purtroppo i tempi cambiano, ma
gli uomini restano sempre uguali”
A: “Si, ma...non facciamoci sentire:
non voglio che i miei comaschi trovino giustificazioni quando
darò loro..ul mè pizigot!”
(1)
Sperarbene: Diritto, dici, dove c’è quell’albero?
Gabbacompagno: Crepa! – Questa, poi, gracchia un dietro fronte!
Sperarbene: Pover’òmo, che andiamo in su e in giú?
Gira e rigira, ci ammazziamo a ufo!
Gabbacompagno: E io, misero me, per dare ascolto a una cornacchia,
me ne vado a zonzo per piú di mille miglia!
Sperarbene: E io, per dare ascolto a un graccio, ho già ridotte in polvere l’unghie dei piedi, poveretto me!
Incipit de Gli Uccelli di Aristofane
Non puoi insegnare al granchio a camminare diritto
Aristofane a proposito della giunta comunale.
2
pizigot_2011.indd 2
25/07/2011 10:31:20
Dialogo tra S.Abbondio e Catone il Censore sulla realtà comasca
di Leo Porro
Catone il Censore
Sua Eccellenza S. Abbondio, ex
emerito vescovo di Como e patrono della città, l’anno scorso Ella ha
trattato della situazione di Como
con il fisico e scienziato A. Volta
e con lo scrittore e scienziato Plinio il Vecchio. In particolare si è
condannato l’insensata erezione di
quel famigerato muro, di quel sistema di paratie antiesondazione
sul lungo lago di Como, antistante
piazza Cavour.
S. Abbondio
Esimio Catone Censore, Lei, da
uomo probo, ha sempre censurato
la corruzione del suo tempo, ha ripreso le persone poco castigate e
dedite al lusso e allo sfarzo. Ebbene, il suddetto muro deturpava la
città e ostacolava la veduta panoramica. Mi rammaricavo, però,
ancor di più, perché non si stigmatizzavano altri numerosi muri che
ostacolavano e ostacolano la convivenza civile comasca.
Catone il Censore
Concordo totalmente. Esterrefatto,
infatti, noto che non esistono solo
cittadini onesti, ma anche cittadini che erigono un perverso muro
nel proprio io, disintegrandolo. Il
clima edonistico, consumistico, liquefatto e anarchico erige il muro
dell’asocialità. Numerosi sono i
muri della conflittualità, delle intolleranze, dei delitti. I vizi umani
determinano squilibri nella personalità. Ultimamente si è scoperto
che dei malavitosi, aggregati alle
cosche della ndrangheta, da tempo
stanno corrompendo il tessuto sociale comasco. Dal muro di queste
occulte ndrine escono rivoli nascosti di miasmi pericolosissimi.
S. Abbondio
Verissimo. Mi preoccupano anche
i drogati, schiacciati dal muro della
peste della droga. Contemporaneamente penso anch’io ai virtuosi.
Fa, però, più rumore un albero che
si schianta al suolo, rispetto alla
crescita silenziosa di tutti gli alberi
di una foresta. Beati gli operatori
di buona volontà.
Catone il Censore
Una disumana barriera divide gli
uomini in opulenti e in poveri, in
epuloni e in lazzari. Anche la realtà
comasca ha eretto la sua muraglia.
S. Abbondio
Riflettiamo. Gli esperti mostrano
che se gli alimenti fossero ripartiti
equamente tra gli abitanti della terra, ogni uomo potrebbe beneficiare
di 2800 calorie giornaliere, più del
necessario stabilito che è di 2100
calorie.
Catone il Censore
Si erigono, inoltre, muri indegni
tra l’uomo e l’ambiente.
In molteplici modi si porta al degrado il sistema biotico, l’aria,
l’acqua, il suolo.
S. Abbondio
Altri muri deturpano la natura: la
speculazione territoriale, l’abusivismo edilizio, lo sfruttamento delle
risorse non rinnovabili, i dissesti
dei terreni, le erosioni idrogeologiche, l’abbandono dell’agricoltura.
Catone il Censore
Un altro muro deleterio divide la
collettività: la comunicazione e
l’informazione dell’evasione, del
divismo, del successo, del personaggio carismatico, che generano
la fenomenologia dell’incomunicabilità.
S. Abbondio
L’informazione passivizzante e
manipolata procura acquiescenza,
rassegnazione, risposte acritiche.
Occorre favorire la comunicazione umanizzante della comprensione, della solidarietà.
Catone il Censore
Ai miei tempi, strenuo e accanito oppositore degli usi e dei costumi greci in Roma, terminavo i
discorsi, dicendo “ Penso, inoltre,
che si debba distruggere Cartagine”. ( Ceterum, censeo, Carthaginem esse delendam). Mi chiedo:
va distrutta anche la parte malata
della cittadinanza ?
S. Abbondio
E’ preferibile la prevenzione alla
repressione. Occorre rieducare la
popolazione, in modo che i cittadini, da costruttori di muri, diventino, invece, costruttori di un
uomo nuovo e di una città nuova.
Catone il Censore
Eminenza, è anche la mia speranza. Grazie, mi ha convinto.
Ogni uomo ospita nel cuore un
porco che sonnecchia e spesso
ha un sonno leggero
Anonimo
3
pizigot_2011.indd 3
25/07/2011 10:31:20
L’animale politico
e il cittadino bestiale
Cricca e casta stessa pasta
di Guido Rovi
di Marcello Campisani
Che soluzione si può trovare
se continui a giudicare
il cittadino migliore e differente
dal politico deferente?
Ciò che voglion dire un poco ci stupisce.
Dalla classica etimologia si capisce
che il senso dei due è originato
dal medesimo significato.
Che sia dunque in greco o in latino,
chiunque può intuire
che vivere la città da vicino
in meglio fa progredire
per intero la comunità.
Se poi ci saran dei ladri
come ci hanno insegnato i nostri padri
in qualche dove metter si dovranno:
che rischin di restare qualche anno
nella casa circondariale
o in consiglio comunale
ecco sì, su questo a noi tocca vigilare
quando si tratta di votare.
Il cittadino indifferente
non sia mai più così negligente
o presuntuoso boccalone
quando arriva l’elezione.
Stia attento al demagogo
che la democrazia tiene sotto a un giogo.
Federale o progressista
conta poi che sia una persona onesta.
Tutto il resto è vecchia roba,
riscaldata come una minestra,
conta che la persona sia davvero proba.
Ve lo dico e ve lo canto, il problema è uno soltanto:
Vero popolo sovrano quel che non s’esprime invano.
esser sempre cittadino e mai suddito supino.
(Si negò il finanziamento, provocandone l’aumento
Già saltò il patto sociale, che fa l’uomo all’uomo uguale.
e, negando il nucleare, si dovette rivotare.)
Qui c’è tutto da rifare, ma è assai facil rimediare,
Pure, ai di della ragione, ne fu santa l’opinione,
cominciando senza i vizi dei nefandi pregiudizi,
debellando anche il divismo, ricorrendo all’ostracismo,
quale quel che l’italiano è l’autentico villano,
- sacrosanta istituzione senza controindicazione.
quale quel che meritiamo i politici che abbiamo,
Che qualcosa qui non va oramai ognun lo sa,
che saremmo litigiosi, anarcoidi e cavillosi.
se ci murano anche il lago e noi ancor gli diamo spago.
E’ la legge, or lo si sa, che così apparir ci fa.
Si può avere per davvero la giustizia a costo zero,
si può averla in settimana, chiara giusta piana e sana.
Tutto questo si otterrà se la legge la farà
chi non debba, con ragione, abitare una prigione.
Siamo giunti a un punto tale (sintetizzo la morale)
che in politica si sta per far soldi in quantità
ed aver lasciapassare per qualunque malaffare.
Vi dirò: il Berlusca stesso mai fu ricco come adesso.
Si può porre a ciò rimedio con un semplice presidio:
in politica si andrà sol votati a povertà.
Chi finora s’è arricchito tornerà com’è partito.
Chi non sa chi ringraziare per la casa in centro o al mare
ne farà a sua volta dono e ne chiederà perdono
e il suo ignoto donatore, ch’è così largo di cuore,
cederà alla sua città ogni sua sontuosità.
Altera manu fert lapidem,
panem ostentat altera.
In una mano nasconde il sasso,
mentre mostra il pane nell’altra.
Plauto
4
pizigot_2011.indd 4
Monumento al dio denaro
25/07/2011 10:31:20
UN’ALTRA LETTERA DI PLINIO IL GIOVINE
UNA RECENTE STRABILIANTE SCOPERTA IN UN ARCHIVIO MONASTICO
di Anezio Porro
Proprio quest’anno il conservatore della importantissima biblioteca della badia di ****, al centro
di una congregazione benedettina
tempo addietro importante in Europa, ha consentito di recuperare dalle rilegature di alcuni volumi antichi, due testi straordinariamente
interessanti. Dalla copertina di un
codice agostiniano emergono frasi
di senso compiuto appartenenti ad
una delle ultime lettere di Plinio il
giovine, con relativa risposta dell’
imperatore Traiano. Se ne propone
mio predecessore e che io proqui una traduzione italiana fedele Traiano a Plinio.
Non occorre inviare un ingeprio ora voglio, migliorandola,
al senso del testo.
gnere specializzato: tu stesso
condurre a buon termine, per il
potresti
risolvere
il
problema,
lago Fucino. Una galleria lunga
* * *
consultando
l’opera
miparecchie miglia farà da emissario
rabile
di
tuo
zio
e
mettene stabilizzerà le acque di esso, con
Caio Plinio saluta l’imperatore
vantaggio per i paesi rivieraTraiano. Tornato dall’Asia nella done in pratica i principii.
In
essa
si
afferma
che
la
suschi e per quelli della valle sotmia città natale ho scoperto con
perficie
di
uno
specchio
d’actostante che riceverà il deflusso.
grande rammarico che i decurioni,
qua
è
al
medesimo
livello
in
Intanto occorre comunque cerseguendo le proposte fantasiose di
ogni
sua
parte
:
pertanto
bacare con diligenza per colpa di
alcuni del consiglio, hanno avviato
chi fino ad oggi i municipali
la costruzione di opere idrauliche sta aumentare il deflusso del
ramo
Leucense,
allargando
le
di Como abbiano sprecato tanciclopiche volte, così dicono, a
bocche
dell’Adda,
per
abbassato denaro: non vorrei che avesproteggere la città dalle acque del
re
il
livello
in
quello
Comense.
sero premiato degli incapaci.
lago quando esso raggiunge livelli
A
meno
che
non
si
voglia
proQualsiasi
cosa
in
questo
troppo alti. Ma non sono riusciti a
modo tu avrai scoperta, renconcludere nulla di buono: dopo gettare una soluzione forse
dimela nota, affinchè si possa
avere speso milioni di sesterzi, il più dispendiosa, ma di sicuro
effetto:
quella
che
tentò
un
provvedere.
lavoro sembra abbandonato e non
si capisce come la cosa andrà a
finire. I cittadini si lamentano, e
credo abbiano ragione.
Grazie NEGOZIANTI PER PASSIONE
Non potrebbe la tua somma
(non solo con la testa nel cassetto)!
provvidenza inviare a Como
Con il vostro contributo siamo riusciti a fare rivivere e suonare lo storico
un
ingegnere
delle
acque
veramente valido, affinchè non
FORTEPIANO di proprietà del Comune di Como al quale dedicheremo a
si ripeta ciò che è accaduto?
breve un TE DEUM di ringraziamento.
per parte mia e dei miei amici ComenNon solo. Siamo stati di parola con i nostri allegri concittadini, i Rondoni
si te ne sarei estremamente grato.
* * *
Maggiori, ai quali abbiamo dedicato una mostra, I signori del cielo; per
un decoroso alloggio i tempi sono più lunghi.
5
pizigot_2011.indd 5
25/07/2011 10:31:20
Tanti anni in poche righe
Pensa un po’! L’acqua lariana
è sempre più alla ribalta!
Ce n’è una nuova a settimana
che sia bassa o che sia alta!
Stai pensando che han studiato
che il lago è additivato
col DicloroDifenile
nonché Tricoloretano
per gli amici D.D.T:non da marzo né da aprile
ma da tempo più lontano…
… dal’50, o giù di lì?
Certo! Lavarelli e agoni
sono belli e sono buoni
e fan bene a noi mangioni
che da anni lo sorbiamo
e di conseguenza siamo
anche immuni alle zanzare
E’ prezioso, non ti pare?
Questa è la filosofia
delle chiuse di Garlate:
su le chiuse, l’acqua via,
e le mance son sfumate
Ma a Garlate sono quelli
i custodi dei livelli!??
Sì, i livelli fatturati
E per anni ci han snobbati.
Se pensavamo al futuro
non serviva neanche il muro..
Sono buone, sono belle
son costate le arborelle
6
pizigot_2011.indd 6
25/07/2011 10:31:21
A proposito di muro;
il suo costo è stato duro!
Si è trattato di una svista…
Che ne sa lui…un “dentista”?
Capirai, ci fa più male
il molare od il morale?
E che ne dici dei geniali
architetti comunali?
Mah, Più che in Viola siamo in lutto
per il muro ora distrutto…
e quei pochi capitali
son volati via con le ali…
Ti dirò poi caro amico,
parodiando il Brenno antico,
“Non col Ferro, ma con l’oro
questa Como si riscatta!”
Se ci resta del decoro
ringraziamo lo Zambrotta.
C’è una cosa che mi scoccia:
il lungolago in finta roccia!
E’ di plastica, è un ripiego
Se stai buono te lo spiego;
Esse Brown certo ha pensato:
chi è senza peccato
e la prima pietra tira
se ha quella platicata
non ci azzecca con la mira!
E con ciò zucca salvata!
Niente proprio buone nuove!
Ora me ne vado! Piove!
L. Giacomo
7
pizigot_2011.indd 7
25/07/2011 10:31:22
SCRIPTA MANENT
(2)
Stola: s.f. dal latino stola, dal greco stolè, dal verbo stello (io vesto),
dal maschile stolus (greco stolos),
dall’italiano stuolo. Dal verbo stello
anche Apostolo e Epistola.
La stola era una veste lunga fino ai piedi presa dai Medi
e dai Persiani ed era indossata dalle donne Romane di
nobile condizione. I Greci usarono questo vocabolo in
un significato più generale, applicandolo a ogni tipo di
veste, indossata sia da uomini sia da donne. Più tardi fu
così chiamata anche una veste indossata da alcuni sacerdoti e doggi è rimasto a quella striscia con disegno
della croce al centro che i sacerdoti cattolici, durante le
sacre funzioni, si pongono al collo sopra il collo, sopra
il camice come simbolo della croce.
Stola: dal Greco (abito di gala), in latino stola
Termine storico: lunga e ampia veste femminile in
Roma antica
Termine ecclesiastico: Larga e lunga striscia di seta o
di lana ricamata con vari simboli religiosi, che il sacerdote mette al collo soprala cotta nelle sacre funzioni.
Stola
Incerti di Stola: elemosine che il parroco riceve
nell’esercizio del suo ministero.
Diritti di Stola: prestazioni dovute dai fedeli ai parroci per l’amministrazione di alcuni sacramenti.
“Incerti, tasse, diritti di stola” nel diritto canonico
sono prestazioni dovute dai fedeli ai parroci in occasioni di alcune funzioni sacre.
Stola: lunga e ampia veste (femminile) che un tempo i ricchi cittadini romani e le matrone avvolgevano in ricchi drappeggi e oggi si sono ridotte a esigue strisce di stoffa che fanno parte dei paramenti
sacri.
Se c’è una soluzione perché ti preoccupi?
Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?
Aristotele preso alla lettera dalla giunta comunale
di The Metaphysical Club
Aristotele, in virtù della legge di causa-effetto, per
cui ad ogni effetto è associata una causa, giunge
ad affermare la necessità di una causa-prima. Da
questa discenderebbero, in ordine, tutte le cause
e gli effetti, corrispondenti a un certo stato in un
certo istante. Aristotele riscontra che, per la legge
di causa-effetto, il presente debba derivare da uno
stato-passato. Il filosofo postula lo stato presente,
dato che la ricerca della causa-prima deve pur cominciare da uno stato e l’unico legittimo è quello
presente. Tuttavia, successivamente, lo spoglia del
suo essere-postulato, andando in cerca di qualcosa
che debba essere effettivamente postulato per poter legittimare il presente. Ma, valendo la legge di
causa-effetto per ogni stato, allora ogni stato (come
effetto) avrà un suo predecessore (come causa) e
così all’infinito. Aristotele si trova così costretto a
postulare l’esistenza di uno stato causa-prima dato
che, se ad ogni effetto corrisponde una causa,
allora l’iterazione del
ragionamento
porterebbe ad un regressum
infinitum (infinito tra
l’altro poco apprezzato
nella cultura greca).
Tuttavia, non è effettivamente necessario un passato per
spiegare l’esistenza del presente. Se è stato postulato
uno stato-presente, perché mai andrebbe poi postulato
un altro stato-passato per legittimare il presente? Così
facendo, si andrebbe ad aggiungere un postulato ulteriore per legittimare qualcosa che, in quanto postulato,
si legittima da sé. Non si comprende perché relegare
il ruolo di fondamento a uno stato passato, di cui non
si è mai avuta esperienza, piuttosto che al presente, di
cui invece si ha esperienza. D’altro canto, se la legge di
causa-effetto trae la sua forza dall’esperienza, è perché
non vi è nulla di più empirico del presente.
8
pizigot_2011.indd 8
25/07/2011 10:31:22
SCRIPTA MANENT
(3)
E noi, anche bevendo, ci siamo comportati saggiamente.
La nostra
associazione
È naturale, visto che quando siamo sobri ci comportiamo da stupidi.
(Aristofane, Lisistrata, vv. 1227-1228)
L’esperienza non ha alcun valore etico: è semplicemente il nome
che gli uomini danno ai propri errori.
Oscar Wilde
Non aetate verum
ingenio
apiscitur sapientia.
Non con l’età ma con
l’ingegno si raggiunge
la sapienza. Plauto
Sine pennis volare haud
facile est.
Non è facile volare senza ali.
Plauto a proposito della
politica attuale a Como?
Forse...
L’Associazione “’Accademia
delle Arti e dei Commerci
Santa Giuliana “ ha sede non
propria in Como , Via Garibaldi 69. L’Associazione è
apolitica e non ha scopo di
lucro, ma concentra le sue
forze con l’intento di animare culturalmente la città di
Como favorirne la riqualificazione e rivitalizzazione,
promuovendo
le potenzialità economiche, storiche,
culturali, turistiche e le attività economiche artistiche e
professionali in essa ubicate.
L’Associazione organizza attività culturali e d’interesse
pubblico della città anche
attraverso manifestazioni,
convegni, mostre, spettacoli,
pubblicazioni e altro.
Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia
della vita è quando un uomo ha paura
della luce.
Ita divis est placitum
voluptatem ut maeror
comes consequator.
Gli dei vollero che il dolore
fosse compagno del piacere.
Quindi la passeggiata
a lago ci deve piacere?
Non conosco una via infallibile per il
successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.
Platone aveva capito tutto a suo
tempo.
Platone
B OO K O N D E M A N D
a b b i a m o i p r e z z i p iù c o m p e t i ti v i
p e r l a s t a m p a d i l i b r i i n b / n o c o lo r i
a n c he i n b a s s a t i r a tu r a .
visita il nostro sito per un preventivo on-line
Via L. da Vinci, 28 - 22100 Como - Tel. 031 573375
[email protected] - www.graficamarelli.it
9
pizigot_2011.indd 9
25/07/2011 10:31:23
Ultime notizie di cronaca
Bloccan la Pedemontana
tomba e vittima romana!
Evitam più lunghi guai
se chiamiamo i ci.ess.ai
Subsidenza? La fognatura
della piazza si fessura!
Preventivo nella mano
che non è una faccia nuova
e ha già dato buona prova!
Per Brunate che subbuglio
e riaprire il 31 luglio!
Metà agosto è più appropriato…
e il il turismo è sistemato!
Non sarebbe neanche male
rimandar tutto a natale!
Prossimamente a Brunate
Con le antenne il Baradello
è davvero assai più bello;
è una cosa intelligente
l’ha pensata un dirigente?
Barbarossa per la rabbia
Ce lo appende nella gabbia
liquore della tradizione comasca
a bassa gradazione alcolica
Rerum natura invisis quoque herbis insuerit remedia
Naturalis Historia, libro 22°, §15
Madre natura persino nelle erbe più disprezzate ha inoculato delle medicine
Plinio il vecchio
10
pizigot_2011.indd 10
25/07/2011 10:31:24
Lex Ludica
Uomo
Forte
Scarica
Magna
Magna
Rondone
Notturno
Riconoscenza
Muraglia
Piede
Vanità
Umiltà
Avidità
}
una è da escludere
{
Collega le parole della colonna di sinistra con quelle di riferimento nella
colonna di destra: il legame può essere l’ovvio nesso logico, il suo contrario,
o anche parte di un modo di dire.
Autorità
Maggiore
Non pervenuta
Due Scarpe
Barile
Grecia
Cinese
Magna
Chopin
Piano
Assessore
I primi cinque che ci invieranno la soluzione in busta chiusa a Accademia delle Arti e dei Commerci Santa Giuliana di
Como via Garibaldi 69, verranno ricontattati avranno in regalo una tegolina da collezione (serie del Rondone Maggiore
di Como) e potranno ritirarla presso l’Osteria del Gallo, sede
operativa dell’associazione.
L’erba voglio
Rifugio per i Rondoni Maggiori a Como
A
B
B
I
A
M
O
La politica del fare?
S
E
M
P
R
E
S
E
R
V
I
T
O
E
R
B
A
S
I
N
T
E
T
I
C
A
S
O
O
P
P
P
R
U
A
R
F
E
F
I
N
A
R
U
S
P
E
E
C
O
L
O
G
I
C
H
E
11
pizigot_2011.indd 11
25/07/2011 10:31:24
Dove lo stile
è di casa
Primo:
l’alimentazione
Per la casa e
originali idee regalo
Sentirsi
elegante
ABBIGLIAMENTO UOMO
Piazza Duomo, 10 - 22100 Como - Tel. +39 031 262 302 - [email protected]
Idee dipinte
per la casa
12
pizigot_2011.indd 12
25/07/2011 10:31:25
Scarica

Ul pizigòt de Sant `Abundi