SETTIMANA 45-2011:Layout 1 06/12/2011 10.31 Pagina 2 dialogo aperto BISOGNA INNOVARE DECISAMENTE ALCUNE PRASSI SACRAMENTALI UNA PROPOSTA RAGIONEVOLE “GETTATA ALLE ORTICHE” Cara Settimana, le vicende di cui siamo protagonisti in questi tempi, ad una lettura onesta e sincera, interpellano la Chiesa chiamata ad evangelizzare e a catechizzare coloro che intendono essere e non solo dirsi cristiani. I progetti pastorali elaborati e consegnati alle Chiese locali mirano, sostanzialmente, a sollecitare un profondo rinnovamento della prassi pastorale. Giovanni Paolo II scriveva nella Novo millennio ineunte: «Chiedere a un catecumeno: “Vuoi ricevere il battesimo?” significa al tempo stesso chiedergli: “Vuoi diventare santo?”. Significa porre sulla sua strada il radicalismo del discorso della Montagna: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48)». Sollecitati a rinnovare la prassi pastorale e illuminati dalle parole del papa, diventa struggente il dover continuare a distribuire il sacramento del battesimo in condizioni davvero sconcertanti. Nella vicaria alla quale appartengo, nella mia diocesi, abbiamo lavorato due anni proprio sulla prassi pastorale del battesimo ai bambini. Propongo all’attenzione dei lettori di Settimana la conclusione alla quale siamo giunti, avendo dovuto purtroppo constatare che, nella mia chiesa locale, in particolare nella mia vicaria, due anni di lavoro apparentemente condiviso finirà per essere cancellato dalla paura dei più, a cominciare da chi dovrebbe guidarci sul sentiero del rin- novamento. Si tratta di una proposta per niente rivoluzionaria, anzi! La chiesa ha bisogno di rinnovarsi molto di più ma se anche di fronte ad una proposta come questa i preti e chi li guida si tirano indietro, allora davvero c’è da rassegnarsi e aspettare il rinnovamento escatologico, quando finalmente ci saranno cieli e terra nuovi. Ed ecco la proposta, così come è maturata per essere poi “gettata alle ortiche”. «… Innanzitutto bisogna richiamare l’attenzione sul fatto che la prassi del battesimo dei bambini, nelle nostre parrocchie, è sempre più esposta alla banalizzazione e all’inefficacia. Infatti si sta diffondendo ormai a macchia d’olio il fenomeno di famiglie che chiedono il battesimo dei loro bambini senza nessun rapporto con l’esperienza di fede e la vita ecclesiale. Spesso i genitori sono conviventi e anche i padrini e le madrine in moltissimi casi non hanno i requisiti richiesti dalla chiesa, anche se non esitano a firmare il documento che, sulla base delle loro dichiarazioni, ne dovrebbe attestare l’idoneità. Non bastano, naturalmente, i pochi incontri di preparazione al battesimo per cambiare lo stato delle cose. Infatti, nella maggior parte dei casi, celebrato il battesimo, genitori, padrini e madrine scompaiono dall’orizzonte della vita ecclesiale e il bambino battezzato è “condannato” a non ricevere nessuna educazione cristiana. Lo testimonia- Il muschio “rubato” L’atmosfera del Natale mi fa rivivere perfino col naso i giorni bambini della mia infanzia in un maso del Trentino. Giorni poveri di giochi, ma così carichi di giocosità; poveri di dolci, ma di una dolcezza così intensa. Guardando al passato da questa finestra addobbata a Natale, mi torna alla mente – e al cuore – una situazione che si ripeteva verso l’Immacolata. Si cominciava a pensare “operativamente” al presepe, e anche il più piccolo di casa – al maso ero io – si sentiva promosso architetto, ingegnere, elettricista e perfino artista. A noi “popi” [bimbi] veniva lasciato credere che la nostra parte era capitale: per quanto ingegneri, architetti e artisti, non si poteva fare il presepio senza il muschio. Vicino al nostro maso c’era un castello (abitato). Nella mia fantasia era un concentrato di fascino, mistero e... timore. Ci si arrivava da dietro, dal bosco. E dietro il portone massiccio al di là del ponte ero sicurissimo di sentire il latrato di cani famelici che – non poteva essere diversamente – passavano le giornate a origliare oltre il muro per intercettare la nostra presenza. E però, se si voleva del buon muschio, bisognava sfidare l’arcano e, intrepidi, avvicinarsi alla fortezza che proteggeva l’“altro mondo”. Non portavamo a casa granché: due “toppe” e via a gambe levate! Ma quel poco muschio era un trofeo. E poi, era il più bello! Certo, è tutto amplificato dal bisogno di favole, senza le quali anche un bimbo ipernutrito non vive. Però mi piace pensare che, per preparare uno scampolo della nostra terra – il presepe – ad accogliere il Figlio di Dio, noi si sfidasse l’ignoto e le potenze! Quel muschio “rubato” ai “grandi” e ai “signori” del mio piccolo mondo antico doveva dire la nostra accoglienza al Signore dei signori che era bambino come me, che “rubava” un po’ di paradiso per venire a portarlo nelle nostre povere case. Ci si intendeva con quel Bambino, che volevamo complice della nostra pochezza e delle nostre paure. E quando, a Natale, si metteva la sua statuetta nel presepe, sembrava ci strizzasse l’occhio... (Marcello Matté) 2 no i bambini che, sotto la spinta dell’usanza, vengono presentati per il catechismo finalizzato alla celebrazione della prima comunione ed eventualmente della cresima: spesso non conoscono nemmeno le preghiere più comuni e non sanno neppure farsi il segno della croce. Avendo coscienza di questa realtà diffusa e preoccupante, la vicaria-est ritiene opportuno e necessario rivedere la prassi battesimale, proponendo un itinerario di formazione che risvegli nei genitori, nei padrini e nelle madrine la coscienza della serietà del sacramento del battesimo e del suo significato per la vita di chi lo chiede e lo celebra. Su queste basi, i passi da fare sono i seguenti: 1. realizzare un opuscolo informativo in cui si presentino l’itinerario, le sue motivazioni e i suoi obiettivi; 2. dedicare tempo e spazi alla formazione delle coscienze attraverso omelie, assemblee pastorali, incontri formativi e altre iniziative di carattere parrocchiale e vicariale; 3. prendersi il tempo necessario perché la sensibilizzazione e la mentalizzazione raggiunga risultati sufficientemente significativi; 4. iniziare concordemente e solennemente l’attuazione del progetto in tutte le parrocchie. I punti di forza dell’itinerario pensato ed ora proposto, sono i seguenti: 1. aggancio significativo con l’anno liturgico e soprattutto con il mistero pasquale che costituisce il fondamento e il centro essenziale della vita cristiana; 2. impostazione catecumenale e centralità della parola di Dio, proposta in incontri di evangelizzazione, catechesi, preghiera e meditazione; 3. partecipazione attiva e responsabile dell’intera comunità, chiamata a vivere particolari momenti celebrativi a sostegno della famiglia, dei padrini, delle madrine e del bambino che riceve battesimo. È del tutto evidente che la realizzazione di questo progetto non è facile e la tentazione di fare quello che abbiamo sempre fatto si fa sentire prepotente. Ma non possiamo dimenticare che la Chiesa italiana da moltissimi anni ci sta chiamando ad un rinnovamento che richiede coraggio e fantasia, perché la ripetizione dell’identico si rivela ogni giorno di più come inefficace e deleteria. La preoccupazione di non disturbare la gente pensando che in questo modo avremmo potuto mantenere la nostra “clientela” si sta rivelando insipiente e dannosa. Infatti le nostre chiese si stanno svuotando e, quel che è peggio, noi ci siamo dimenticati di seminare il futuro». La realizzazione del progetto si articola in questo modo: a. richiesta da parte dei genitori del sacramento del battesimo per i loro figli prima dell’inizio del nuovo anno liturgico; b. incontro preliminare con i genitori, i padrini e le madrine per informarli sull’itinerario da percorrere insieme e per esortarli ad una partecipazione seria e responsabile; c. momenti celebrativi: * prima domenica di avvento: presentazione dei bambini da parte dei genitori, imposizione nel nome e accoglienza nella comunità; * prima domenica di quaresima: celebrazione dell’unzione con l’olio dei catecumeni; * veglia pasquale (o in una delle domeniche di pasqua): celebrazione del battesimo e unzione con il crisma; d. momenti formativi: * incontri di riflessione sulla parola di Dio e sulla teologia del battesimo; * incontri di preghiera e di meditazione; * ritiri o convivenze da concordare con i partecipanti; e. a sostegno dell’itinerario ci deve essere, evidentemente, una seria e costante partecipazione all’eucaristia domenicale da parte dei genitori e, possibilmente insieme con loro, dei padrini e delle madrine. don Lorenzo Blasetti (RI) La possibilità di attuare il progetto si radica, com’è naturale, nell’approvazione del vescovo e nel suo sostegno affinché non venga boicottato, permettendo facili e immotivate eccezioni. Inoltre è necessario che tutte le parrocchie della vicaria si impegnino nella sua realizzazione con coraggio e determinazione. Condizione indispensabile è anche la preparazione articolata e armonica dell’itinerario, con l’indicazione dei temi e degli argomenti che saranno oggetto di riflessione, di meditazione e di preghiera. Quanto scritto da don Lorenzo è pienamente condivisibile: una diagnosi scoraggiante su un modo ormai inefficace di trasmettere il cristianesimo e, nello stesso tempo, il timore di intraprendere prassi pastorali innovative. Si punta a salvare il salvabile, si invoca prudenza, si va sull’usato anche se non più sicuro. L’itinerario proposto dal vicariato-est di Rieti non ha niente di “rivoluzionario”, formula proposte sagge e fattibili ma, arrivati al dunque, si torna a quella prassi giudicata “inefficace”. Per prudenza o per pigrizia? Innocenzo Gargano «Lectio divina» su il Vangelo di Matteo/7 I «guai» e il discorso escatologico (cc. 23,1–25,46) C on il consueto stile chiaro e accattivante, l’autore procede nella lettura del Vangelo di Matteo. I brani analizzati introducono il discorso dedicato ai tempi ultimi. Il tono profetico e il linguaggio da denuncia dell’evangelista mettono in guardia la comunità dai rischi di un calo della tensione spirituale. «Conversazioni bibliche» pp. 160 - € 14,00 www.dehoniane.it EDB Edizioni Dehoniane Bologna Via Nosadella, 6 40123 - Bologna Tel. 051.4290011 Fax 051.4290099 settimana /11 dicembre 2011/n. 45