P RESENTAZIONE Al termine di un lungo cammino di riflessione e di verifica all’interno degli organismi parrocchiali competenti, ci viene offerta questa “Carta Educativa” della Comunità parrocchiale. In questo documento c’è la premura e la preoccupazione di una Chiesa che si sente madre dei figli che ha generato alla fede con il battesimo. Come una madre non abbandona i propri figli, così la comunità cristiana di Nave non solo ha preparato alle nuove generazioni una struttura accogliente e all’altezza dei tempi, ma anche un progetto educativo che esprima l’ansia di questa Chiesa che vuole camminare con i ragazzi e con i giovani e suscitare in loro simpatia e amore. Cosa è una parrocchia che non riesce ad avere la stima e l’amore dei figli? che si rassegna passivamente a vedere i suoi figli andarsene via perché in essa non trovano niente? La “Carta Educativa”, è la volontà chiara e decisa della nostra Chiesa di porre al centro della propria attenzione e della propria azione pastorale i giovani “forza eccezionale e grande sfida per l’avvenire della Chiesa” (Giovanni Paolo II). Mi auguro che diventi strumento accolto, compreso e tradotto con intelligenza e sapienza. Un grazie sincero al vescovo Giulio che, come pastore della nostra chiesa bresciana, dà valore alla consegna della nostra Carta Educativa attraverso la sua presenza e un grazie grande a tutti coloro che nel nome di Gesù continuano ad amare e servire i nostri giovani. don Antonio Tomasoni parroco della Parrocchia Maria Immacolata - Nave 10 Giugno 2002 Festa dell’oratorio 1 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 1. Introduzione La comunità cristiana di Nave all’inizio del terzo millennio cristiano, consapevole del suo compito di trasmettere la fede alle sue giovani generazioni, e sollecitata dalle indicazioni dei vescovi italiani in Educare i giovani alla fede (27 febbraio 1999) e dalla Nota pastorale 2001-2002 del nostro Vescovo Giulio: I giovani, dono speciale dello Spirito alla Chiesa, ritiene di dover porre alcune riflessioni per meglio orientare la pastorale giovanile all’interno della sua azione pastorale. Per questo ritiene importante: • darsi una Carta Educativa per tradurre l’attenzione e il servizio verso questi nostri giovani in gesti e parole capaci di farli incontrare con il dono di Dio per loro • che tutta la comunità cristiana si senta impegnata a camminare con i giovani. La comunità stessa è il soggetto primo del progetto e quindi del servizio ai giovani in tutte le sue diverse espressioni: laici, sacerdoti, religiosi e religiose (secondo il loro carisma), gruppi, associazioni, giovani inseriti nella comunità, cristiani adulti in tutti i settori della vita quotidiana. • La Carta Educativa, e in particolare il progetto di pastorale giovanile parrocchiale, non è solo un affare degli addetti ai lavori o dell’oratorio. Esso resta nella parrocchia un ambito privilegiato per il servizio della pastorale giovanile, ma avere una Carta Educativa significa aiutare tutta la comunità a stare in compagnia dei giovani in vista dell’integrazione fede-vita. • prendere sempre più coscienza del fatto che la sua azione con i giovani si muove dentro il territorio di Nave dove risulta importante interagire in spazi di incontro, di confronto e progettazione anzitutto con le parrocchie di Muratello e Cortine, nel quadro generale della zona pastorale XXIII, nella prospettiva di un’unità pastorale per la Valle del Garza e con le realtà istituzionali e non, presenti sul territorio (amministrazione comunale, scuole, cooperative sociali, associazioni…). • la prospettiva teologica dell’Incarnazione sia quella che ci permette di continuare a guardare ai nostri giovani con fiducia e speranza: se infatti l’umano è il luogo della rivelazione di Dio, ogni uomo risulta essere più grande dei suoi limiti e delle sue povertà ed è quindi educabile. In una situazione di emergenza di vita e del suo senso vogliamo annunciare la “bella notizia” del Vangelo perché possa dare consistenza, nel nome del Dio di Gesù, alle ragioni per vivere e per sperare nella quotidianità mettendo il tema educativo al centro della nostra attenzione ecclesiale verso i giovani. • La Carta Educativa è parte integrante del Piano Pastorale Parrocchiale. 2 Piano Pastorale Parrocchiale Verso l’unità Pastorale della Valle del Garza Pastorale Giovanile Zonale e Diocesana Protocollo d’intesa con l’Amministrazione Comunale Carta Educativa Progetto di Pastorale Giovanile Progetto Educativo dell’Oratorio S. Filippo Neri Centro di Aggregazione Giovanile Tavolo Comunale delle Politiche Giovanili 3 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 2. Icona biblica: Gv. 6, 1-13 Lo stile di Gesù in questo Evangelo è ciò che ispira la Carta Educativa della Comunità Parrocchiale S.Maria Immacolata di Nave. Quel pomeriggio, sulla riva del lago di Genezareth, si era radunata una gran folla per ascoltare Gesù. Erano arrivati in massa dai villaggi vicini, come capitava solo nelle grandi occasioni. Ormai il sole era al tramonto e una leggera brezza rinfrescava l’aria. Nessuno però si accorgeva. Avevano ben altro cui farsi attenti. Non si erano neppure accorti che il tempo stava volando via, inesorabile. Gesù diceva delle cose bellissime. Non le avevano mai sentite, così chiare e confortanti. Gesù, poi, le diceva con un’autorevolezza che dava conforto e sicurezza. Ci si accorgeva subito che le sue parole venivano da un’esperienza specialissima. Diceva: «Date un’occhiata ai bellissimi fiori che rendono allegri i prati qui attorno. Sono vestiti in un modo splendido. Re e regine chissà cosa darebbero per fare un giro agghindati in questo modo. Ma non ci riescono: non ci sono sarti capaci di progettare qualcosa di simile. I fiori li veste Dio, con un gesto d’amore gratuito. Pensate a quanto si preoccuperà di ciascuno di noi, se ha tanta cura di cose che domani saranno bruciate dal sole e spariranno nel nulla». Strano... non ci avevano mai pensato. Eppure è proprio così. Ma non è finito. Gesù aggiunge subito: «Guardate gli uccelli che volteggiano nel cielo. Nessuno muore di fame, anche se non hanno né granai né organizzazioni di soccorso. Ci pensa Dio a regalare a ciascuno ciò di cui hanno bisogno. Se si preoccupa tanto di qualche passerotto... provate ad immaginare l’amore che porta a ciascuno di noi. Siamo importanti per Dio. Tutti lo sono; soprattutto per Dio sono importanti quelli che contano quasi come un passerotto che vola nel cielo». Lo si ascoltava con gioia. Il tempo passava e nessuno faceva caso. Ogni parola che usciva dalla bocca di Gesù era come un lungo abbraccio accogliente. Solo Gesù si è accorto del tempo che passava. L’amore arriva, per forza, a queste sensibilità. Si ferma. Si guarda d’attorno. Cerca di verificare lo stato delle cose. Poi, deciso, si rivolge a Filippo, che gli stava accanto. «Filippo... interrompiamo per qualche momento. Questa gente ha diritto ad un po’ di riposo. Tu approfitta della pausa per distribuire qualcosa da mettere sotto i denti. Chissà la fame che ha questa povera gente... Hanno fatto un lungo viaggio per arrivare fin qua e poi si sono assorbite quattro ore di conversazione». Filippo ha un attimo di smarrimento. «Gesù, nessun problema per l’intervallo. Il problema è l’altro: i panini per sfamare tutta questa gente». Aggiunge un altro discepolo: «Gesù, li ho contatti, mentre tu parlavi. Sono quasi diecimila. Un record. Pensa quanto pane ci vorrebbe, per riempire almeno un buco nello stomaco di tutta questa gente...». 4 «Che si può fare?», insiste Gesù con Filippo. La risposta non si fa aspettare, di una logica che non fa una piega: «La soluzione migliore è questa: arriviamo subito alla conclusione e poi manda ciascuno a casa propria. Non abbiamo pane. Non abbiamo soldi. Siamo in un luogo deserto. Non c’è proprio nulla da fare. Rimanda la gente a casa prima che diventi notte e...». Non dice «s’arrangeranno»... ma lo si capisce al volo. Gesù non ci sta davvero. Filippo l’ha proprio deluso. Sono anni che sta con lui... e guarda i frutti. «Filippo, la tua soluzione è assurda. Ho parlato del Padre che nutre gli uccelli e veste i gigli del campo... e tu mi consigli di finire dicendo a questa gente di tornarsene a casa a pancia vuota». Di Dio Gesù parla prima di tutto con i fatti. Assicura che è un Padre, buono e accogliente, perché restituisce la libertà alla povera peccatrice, la vita al ragazzo morto prematuramente, la salute alla donna piegata in due dalla malattia. Filippo va in crisi. Non sa davvero che pesci pigliare. Anche i suoi colleghi aspettano, ansiosi e incerti. Gesù prende l’iniziativa. Dice a Filippo: ‘Verifica se qualcuno si è portato con sé qualche panino». «Qualcuno si è portato dietro un po’ di provviste?», grida Filippo .Si fa avanti un ragazzino con una piccola sporta. «Io ho cinque pani e qualche pesce. Me li ha dati mia mamma, prima di partire di casa. Stavo per mangiarli, quando ho sentito il richiamo di Filippo. Eccomi qua. Che c’è?». Gesù lo guarda con uno sguardo che incanta. «Senti», gli dice, «voglio fare una scommessa con te. Tu mi dai tutte le tue provviste. Le dividiamo tra questa folla. Questa è la scommessa: dividendo il tuo pane, ci togliamo la fame tutti: tu, io, Filippo, i miei amici... tutta questa gente. Ci stai?». Il ragazzo è incerto. Pensa ai suoi panini, alla sua fame, al lungo viaggio per tornare a casa... Guarda la folla: tantissimi. Come possono essere sufficienti i suoi cinque pani? Tenta il colpo: generoso... ma non troppo. «Gesù, facciamo metà per uno: qualche panino per te e il resto per me. Non è una proposta da buttar via. Ti va?». Gesù non ci sta davvero. La sua richiesta è esigente: «Tutto». Solo così si possono togliere la fame tutti. «Se non vuoi, nessun problema. Ti tieni i tuoi panini e te li mangi. Non sarà facile. Avrai cento occhi puntati addosso. Qualcuno cercherà di portarteli via. Dovrai difenderti con i denti. Ma sono tuoi e hai diritto di fare quello che vuoi». Insiste Gesù: «La scommessa è questa: se me li dai e i dividiamo tutti, la vita cresce per tutti». Il ragazzo ci sta. Consegna a Gesù i suoi pochi pani e quattro pesci. Incominciano a dividere e a mangiare. Più dividono e più il pane e i pesci aumentano. Ce n’è davvero per tutti: non un boccone alla svelta, ma una spanciata. Alla fine, raccolgono i pezzi avanzati. Si sono tolti la fame e ne restano ancora sette sporte piene. 5 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Gesù conclude: «È vero: il Padre nutre gli uccelli cielo e veste i gigli del campo. Lo fa da solo. Per nutrire la fame degli uomini (quella di pane e quella di speranza) ha bisogno, invece, di collaborazione. Possiamo crescere nella vita solo se qualcuno rinuncia a quello che possiede, lo divide, lo regala per amore. L’abbiamo sperimentato questa sera. Tornate a casa e fate anche voi la stessa cosa. Arrivederci». La folla se ne va, preoccupata e pensosa. Erano abituati a sentirsi dire: «Rinunciate a quello che possedete. Sacrificatevi. Pensate a chi soffre e imparate a cercare anche voi un po’ di sofferenza, almeno per solidarietà». Gesù capovolge le raccomandazioni: «Sono venuto perché tutti abbiano la vita e la felicità. Il Padre vuole che ne abbiamo tanta da non sapere più dove metterla. Dio è fatto così: nutre gli uccelli del cielo e veste i fiori del campo, senza cercare nessun compenso. Gli piace e basta. Fa così perché ama follemente i figli suoi». Ma... c’è un «però», duro ed esigente. La vita cresce solo se qualcuno la sa regalare per amore. Se ce la teniamo stretta, la perdiamo noi e la facciamo perdere a tutti. Se sappiamo condividere tutto, davvero tutto, avremo vita e felicità in abbondanza. Se avesse ragione Gesù? Tutto diventa più impegnativo. Non basta rinunciare a qualcosa e non è sufficiente regalare ai poveri quello che avanza e non abbiamo il coraggio di buttare via. Va condiviso tutto, per possedere tutto. Invece di dividere tra quello che è mio e quello che regalo agli altri, tutto diventa mio, se lo condivido con gli altri. Così propone Gesù per la vita e la felicità... Pone però una condizione esigente: se il chicco di frumento non muore, né è vivo né genera la vita.1 1 R.Tonelli, Trenta Storie, Leumann (Torino) 1998 6 3. Progetto di Pastorale Giovanile Parrocchiale Il Progetto di Pastorale Giovanile Parrocchiale presenta un quadro sintetico della realtà giovanile della nostra parrocchia all’interno del territorio navense e dei suoi rapporti con la nostra comunità cristiana e intende aiutarci a cogliere l’obiettivo generale dell’evangelizzazione delle nuove generazioni attraverso tappe e attenzioni che tengano conto della complessità della vita di ciascun giovane e dell’intera comunità giovanile per educarli ad essere adulti nella fede e nella vita. 1. I nostri giovani 1.1. la situazione giovanile di Nave I giovani della nostra parrocchia sono circa 1400: preadolescenti (11-13 anni), adolescenti (14-19 anni) e giovani (20-30 anni). Il territorio comunale si presenta per caratteristiche e dinamiche sociali tendenzialmente assimilabile alla periferia di grossi centri urbani. Peraltro esistono ancora alcuni aspetti riconducibili a una dimensione “di piccolo centro” (dinamica delle relazioni interpersonali; rapporti sociali). Il mondo giovanile risente però fortemente dell’attrazione della città sia in termini di mentalità che di abitudini. Una lettura anche superficiale della realtà giovanile di Nave mette in luce l’esistenza di alcuni aspetti tra i quali certe problematiche riconducibili alle categorie di ‘disagio’ e di ‘devianza’. • A partire dall’età della preadolescenza sono riscontrabili un uso iniziatico alle droghe leggere (spinello), all’alcol e a fenomeni di vandalismo che poi in età adolescenziale e giovanile hanno assunto esiti devastanti. Nave in anni recenti ha vissuto fortemente il dramma della droga e conseguentemente della morte di molti giovani. • I punti di riferimento e di aggregazione spontanea e del tempo libero per queste fasce di età, presenti sul territorio (verso la città) sono le birrerie, le sale giochi, i bar. Alcune aggregazioni spontanee di adolescenti avvengono in parchetti e piazzette incustodite. Questo fenomeno sta diventando preoccupante in particolare perché questi luoghi sono riconosciuti come aree di spaccio e di consumo di sostanze stupefacenti. Molti giovani vivono il tempo libero, in particolare del venerdì e sabato notte, secondo la modalità della cultura dominante dell’evasione, della trasgressione e dello sballo. • Non mancano nel territorio realtà associative, soprattutto sportive, che si propongono al coinvolgimento di preadolescenti e adolescenti. Molti vi partecipano anche se tanti ragazzi faticano a integrarsi dentro centri troppo strutturati e a volte troppo selettivi. • Esiste una discreta fetta della popolazione giovanile che vive una forte crisi nella capacità di relazionarsi con gli altri. Le motivazioni di questo atteggia- 7 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave mento sono in parte legate allo spostamento del gruppo di appartenenza e di amicizia fuori Nave, particolarmente dalla scuola superiore in poi, ma soprattutto a una preoccupante tendenza all’isolamento e alla chiusura all’interno non tanto della realtà familiare quanto del mondo virtuale (computer, internet....). • È in forte calo il senso di appartenenza a questa comunità non solo religiosa, ma anche civile. Ciò porta molti giovani a un’assenza totale dal contesto delle relazioni sociali di Nave. • C’è una certa fetta di giovani che resta comunque impegnata nel volontariato sociale, religioso, culturale (oratorio, associazioni, sport, assistenza…) con motivazioni di vario tipo. 1.2. I giovani e la comunità parrocchiale I preadolescenti (circa 150 dagli 11 ai 13 anni) sono presenti in maniera quasi totale alle proposte strettamente necessarie all’ammissione del sacramento della Cresima (catechesi - ritiri). Non completa è la partecipazione alla S.Messa domenicale e scarsa l’adesione ad altri momenti liturgici. Discreta la partecipazione ai momenti di aggregazione e animazione dell’oratorio in particolare nel tempo estivo (grest: 90 circa; campi: 60 circa) e invernale attraverso lo sport, lo spazio pomeridiano in oratorio (Smile) e l’aggregazione spontanea (50 circa). Dopo la Cresima un 40% degli adolescenti (circa 270 dai 14 ai 18 anni) resta inserito nei percorsi formativi e nelle attività dell’oratorio, anche se il dato è variabile a seconda degli anni e del tipo di relazione che si instaura tra loro e con gli animatori. La presenza alla S.Messa domenicale è sicuramente inferiore. Esiste una piccola fetta della totalità dei giovani (circa 460 dai 18 ai 25 anni) che interagiscono positivamente con i percorsi del volontariato, dell’aggregazione e della formazione all’interno dell’oratorio, dei gruppi e delle associazioni (circa 60). Quasi completamente assenti nella comunità parrocchiale i giovani dai 25 ai 30 anni (circa 520 in totale). In quelli con cui si ha un contatto si riscontra una diffusa domanda di religiosità senza nome e dai mille volti, che a fatica trova approdo all’interno della comunità cristiana e all’incontro con il Dio di Gesù Cristo. Molti giovani ereditano da una generazione adulta ormai distaccata dalla vita della comunità cristiana una forma di distacco dalla pratica religiosa e in alcuni casi una forma di ostilità e rifiuto verso l’esperienza della Chiesa. Alcuni giovani raggiungono una certa maturità di fede attraverso cammini personali anche se al di fuori di qualsiasi percorso formativo della comunità cristiana. 2. Obiettivo Generale della Pastorale Giovanile Far risuonare nella vita di ciascuno, con i livelli che Dio solo determina, la scoperta che Gesù è il senso dell‘esistenza (salvezza) e della voglia di vivere, fino a confessarlo e celebrarlo nella comunità dei credenti e ad aprirsi al Regno di Dio. 8 In termini più specifici significa aiutare adolescenti e giovani a: 1. Aggregarsi e vivere il rapporto con gli altri come esperienza necessaria per la crescita di ciascuno. Si riconosce lo stare insieme come servizio a tutti e la socializzazione una delle componenti fondamentali delI’educazione. 2. Amare la vita a partire da quella quotidiana con tutte le sue manifestazioni: amicizia, gioco, sport, solidarietà, cultura, impegno, svago, lavoro... Assume importanza l’esperienza quotidiana, come prima area di condivisione e di ricerca, di risposta ai bisogni e di crescita umana, di collocazione del senso dell’esistere. 3. Farsi domande, interrogarsi sul senso della vita e incontrarsi con Cristo, Signore della Vita. Diventa un impegno leggere con intelligenza, sotto ogni semplice domanda, la ricerca di ulteriori traguardi di umanità e di religiosità; provocare lo spostamento dell’interesse verso esperienze sempre più capaci di far incontrare le risposte definitive alla vita; abilitare a leggere la vita nella luce della fede, a incontrare Gesù Cristo e a celebrano nella comunità cristiana. 4. Mettersi a disposizione degli altri, orientando la vita alla massima apertura verso le istanze degli uomini. È favorire la crescita nel servizio a partire da esperienze calibrate fino a sviluppare un’autentica maturità cristiana. 5. Rendere viva la comunità cristiana e civile. Il giovane non vive per se stesso, ma si prepara a uno sbocco operativo nella comunità cristiana e civile. 2.1. Aggregarsi e vivere il rapporto con gli altri come esperienza necessaria per la crescita di ciascuno Si riconosce lo stare assieme come servizio a tutti e la socializzazione una delle componenti fondamentali dell’educazione. La finalità educativa, intesa come promozione della dignità della persona, sia sempre al centro dell’attenzione di chi opera per l’aggregazione. Può servire ricordare una serie di iniziative che fanno parte della nostra tradizione • presenze costanti e qualificate per l’aggregazione, l’accoglienza e la formazione (volontarie e dipendenti) • dialogo tra pastorale giovanile e politiche giovanili del territorio (protocollo d’intesa per il riconoscimento e la valorizzazione degli oratori, legge 285,…) servizio al territorio, attenzione ai giovani a rischio, educativa di strada • esperienze di aggregazione (attività sportive oratoriane, qualificazione degli animatori, degli obiettivi, dell’organizzazione..., feste, meeting...) che riescano a stimolare la creatività e il protagonismo giovanile. • ambienti accoglienti per l’informalità, il ritrovo, l’incontro, la relazione interpersonale • grest, follest, iniziative di aggregazione mirate • interventi culturali nel territorio in collaborazione o in proprio sui temi della pace, della vita, della convivenza civile... 9 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • varietà di gruppi di interesse nel territorio o nell’oratorio • Centro di Aggregazione Giovanile (C.A.G.) • Attenzione al tema ‘la notte e i giovani’ 2.2. Amare la vita a partire da quella quotidiana con tutte le sue manifestazioni: amicizia, gioco, sport, solidarietà, cultura, impegno, svago, lavoro... Assume importanza l’esperienza quotidiana, come prima area di condivisione e di ricerca, di risposta ai bisogni e di crescita umana, di collocazione del senso dell’esistere. Far percepire che noi amiamo tutti i giovani e che chiediamo loro di aprirsi a una ricerca sul senso dell’esistenza. Ciò avviene attraverso un’attenta attività volta a accogliere, allargare e collegare le molteplici domande che un giovane si pone facendole crescere fino a diventare invocazioni. Spesso non solo è carente la domanda religiosa, ma risulta in difficoltà la stessa domanda di vita. Per questo è importante educare le domande, sviluppare il senso critico, far crescere una vita in cui la Parola fatta carne che è Cristo possa risuonare come salvezza, senso ritrovato. Analizziamo alcune attività che hanno principalmente questo scopo: • curare una liturgia che sia celebrazione dell’incontro tra Dio e la vita quotidiana • incontri su tematiche culturali ed esistenziali • accompagnamento personale dentro la lettura delle esperienze della vita quotidiana • prolungamento della vita sistematica di gruppo oltre la preadolescenza e l’adolescenza (gruppi giovani) • interventi mell’informalità (adolescenti lavoratori, compagnie...) • campi di lavoro • sensibilizzare su esperienze di promozione della cultura della vita (Aido, Avis…) • iniziative editoriali (giornali, libri...), intelligente organizzazione della formazione di giovani in varie specializzazioni (internet…) • itinerari diversificati (lavoratori, studenti, universitari, ecc.) • attenzione alla manualità 2.3. Farsi domande, interrogarsi sul senso della vita e incontrarsi con Cristo, Signore della vita Diventa un impegno leggere con intelligenza sotto ogni semplice domanda la ricerca di ulteriori traguardi, di umanità e di religiosità; provocare lo spostamento dell’interesse verso esperienze sempre più capaci di far incontrare le risposte definitive alla vita; abilitare a leggere la vita nella luce della fede, a incontrare Gesù Cristo e a celebrarlo nella comunità cristiana; proporre in modo chiaro e appassionato la persona di Gesù come centro della vita, sostenere una decisione radicale per Lui e la sua sequela. Proposte quotidiane e straordinarie, 10 tempi di confronto e di silenzio, catechesi approfondite e preghiera aiutano questo momento importante, costruiranno una spiritualità giovanile che, così caratterizzata, diventa la capacità di dare unità a tutti i fatti della vita del giovane secondo lo sguardo di Gesù, secondo il suo Spirito. A questo punto allora diventa necessaria un’attenzione vocazionale perché nell’incontro tra il giovane e Cristo risuona sempre perentorio un “seguimi”, che si concretizza in maniera singolarissima per ogni vita. La scelta del matrimonio cristiano, la vita religiosa, il diaconato permanente, il sacerdozio ministeriale sono solo alcune tra le vocazioni che esigono di essere servite con cammini specifici. Analizziamo le eventuali proposte che possono mediare tale obiettivo: • la progettazione della catechesi adolescenziale e giovanile • gli incontri di preghiera o Centri di ascolto della Parola (Stand by me) • la cura dei responsabili: animatori,catechisti, educatori • le esperienze associative (Azione Cattolica, Agesci) • i movimenti o aggregazioni collegate a spiritualità specifiche • gli esercizi spirituali o ritiri • la progettualità per le esperienze sacramentali: cresima, riconciliazione, comunione e matrimonio • le dinamiche della proposta vocazionale • veglie, giornate della gioventù, pellegrinaggi, esperienze forti... • i sussidi e la loro utilizzazione • ricerca di una spiritualità personale con la proposta di un accompagnamento spirituale • educare a vivere momenti dove la comunità cristiana celebra insieme la propria fede (liturgia…) 2.4. Mettersi a disposizione degli altri, orientando la vita alla massima apertura verso le istanze degli uomini È favorire la crescita nel servizio a partire da esperienze calibrate fino a sviluppare un’autentica maturità cristiana. Perché l’educazione alla fede e la proposta di modelli non restino sforzi sterili, bisogna altrettanto chiaramente esigere che i giovani ridicano in maniera originale al mondo e alle generazioni future il deposito della fede loro consegnato, arricchito della propria carica vitale e della propria esperienza. Le nostre attività o intenzioni: • rapporto giovani-esperienze missionarie di annuncio • apertura alla mondialità e alla missione ad gentes • iniziative e proposte vocazionali • attività di appoggio a progetti di solidarietà • promozione del volontariato e delle motivazioni cristiane che lo sostengono • diffusione della pratica ecumenica, del dialogo con le altre religioni • sensibilità sociale e servizi caritas 11 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • impegno nel servizio educativo • sbocco politico e iniziative di formazione socio-politica 2.5. Responsabilizzare la comunità cristiana e civile e aiutare il giovane a inserirvisi con responsabilità Il compito di favorire l’incontro tra il giovane e Cristo non viene assunto né da un documento, né da un gruppo, né da occasioni più o meno eccezionali, ma dalla comunità cristiana (cfr. RdC.200) Come si prende le sue responsabilità la comunità cristiana in genere? • stimolando il grado di interesse di tutti i fedeli nei confronti dei giovani • promuovendo il senso di appartenenza alla comunità civile ed ecclesiale • la sensibilità dei presbiteri • stimolando la crescita del patto educativo nel territorio attraverso un attenzione al ruolo educativo della comunità cristiana e civile in tutti gli ambiti della vita sociale • avendo uno sguardo continuamente aperto all’unità pastorale e alle dimensioni zonale e diocesana • investimento su persone competenti e su energie e interventi per la qualificazione • mantenendo viva l’attenzione sull’oratorio, strumento privilegiato della pastorale giovanile parrocchiale 4. Progetto Educativo dell’Oratorio S.Filippo Neri Centro di aggregazione giovanile Premessa Il Consiglio Pastorale Parrocchiale di Nave ha approvato nel dicembre 2001 il Progetto di Pastorale Giovanile Parrocchiale. Dentro questo quadro si inserisce il Progetto Educativo dell’Oratorio di S.Filippo Neri L’Oratorio è nella nostra comunità l’ambito privilegiato, anche se non l’unico e l’esaustivo, per l’attuazione della pastorale giovanile, e di tale realtà s’intende specificare: 3. Urgenze Sarà urgente: • Fare in modo che coloro che hanno attenzione ai giovani nella comunità siano formati sull’obiettivo generale della loro azione educativa • Trovare sinergie e condivisioni per una comune riflessione sulla pastorale giovanile nell’unità pastorale • Mantenere viva una verifica periodica nel Consiglio Pastorale sulla Pastorale Giovanile • Un’attenzione prioritaria riguarda l’ambito preadolescenti e adolescenti Approvato dal Consiglio Pastorale Parrocchiale di Nave, 12 dicembre 2001 • il quadro di riferimento entro cui costruire le singole scelte progettuali che realizzano il progetto educativo dell’oratorio. Esso è costituito da natura, destinatari, finalità, obiettivi, metodi, stile educativo ed aree di attività. La fonte principale di questa parte è costituita dal PEO della Diocesi di Brescia del 1988. • le progettualità presenti nell’oratorio di Nave. È una parte più mobile del progetto educativo che si costruisce continuamente a seconda dei bisogni che emergono nella realtà giovanile. 1. L’oratorio Natura e definizione L’Oratorio nasce dalla comunità parrocchiale: è strumento e metodo per la formazione umana e cristiana delle giovani generazioni. 12 13 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave È comunità che educa all’integrazione tra fede e vita, coinvolgendo responsabilità e capacità educative molteplici: sacerdoti, suore e laici, genitori ed educatori, catechisti, animatori, collaboratori. L’Oratorio assume vocazione missionaria divenendo luogo di proposta e dialogo, aprendosi alle domande ed ai bisogni dei giovani e dei ragazzi d’oggi. È contemporaneamente luogo di proposta e di risposta, di riflessione, di esperienza e di crescita, ma anche comunità aperta ed impegnata nel territorio. Per far ciò, nella consapevolezza dell’utilità sociale del proprio compito, l’Oratorio deve conoscere le altre realtà educative presenti sul territorio e dialogare con esse: in particolare con le famiglie, la scuola, i gruppi. Dal 1997 l’Oratorio di Nave ha chiesto e ottenuto di essere riconosciuto dalla Regione Lombardia come centro di aggregazione giovanile (C.A.G.) Destinatari L’Oratorio è aperto a tutti i bambini, i ragazzi, i giovani, senza discriminazioni, ed alle loro famiglie. A chi si inserisce si chiede di condividere i valori base dell’umana convivenza, specificatamente il rispetto per le persone e per le cose, insieme alla disponibilità ad interpretare cammini che aiutino ad uscire dall’indifferenza e dal qualunquismo. Finalità Scopi dell’oratorio sono: • Educare i ragazzi ed i giovani ad amare la vita in ogni sua espressione. • Fare acquisire i valori umani e cristiani a cui riferirsi costantemente per analizzare, orientare e valutare episodi e situazioni. • Promuovere la crescita personale e sociale, laica ed ecclesiale dei ragazzi e dei giovani mediante la partecipazione attiva a proposte che aiutino ad accogliere l’annuncio di Gesù Cristo, a celebrarlo e a testimoniarlo nella vita quotidiana. Obiettivi Gli obiettivi in ordine graduale progressivo sono i seguenti: • Accogliere ogni ragazzo o giovane senza pregiudizi, solo per ciò che è. • Promuovere una cultura di vita ispirata a valori cristiani quali il rispetto della persona, la tolleranza, il dialogo, la responsabilità. • Annunciare la persona di Gesù Cristo ed il suo messaggio nella Chiesa in modo esplicito, essenziale, perché i ragazzi possano conoscere i contenuti e le ragioni della fede, e celebrarla nei Sacramenti, nella Liturgia e nella vita. • Riconoscere il protagonismo, ossia la capacità per ogni ragazzo di assumersi delle responsabilità, in prima persona e insieme ad altri, nell’oratorio, nella comunità e nel territorio. Metodi La scelta e l’organizzazione delle risorse disponibili va ispirata ad alcuni principi di metodo quali: 14 • Principio di significatività. Fare proposte che si aggancino e facciano leva sulla sete di interessi, bisogni, valori già presenti ed attivi nei ragazzi e nei giovani cui sono dirette • Principio di motivazione. La proposta va fatta in modo da provocare una crisi nella persona, per aiutarla ad evolversi, a scoprire valori e sensibilità nuove, attraverso esperienze equilibrate. • Principio di approfondimento e di concentrazione. Uno stile nuovo si apprende lentamente, ripetendo gli stessi percorsi da visuali diverse. Vanno percorse tappe limitate, senza mai perdere di vista i valori che individuano l’obiettivo generale del cammino. • Principio di integrazione. L’educatore, avvalendosi di maggiore conoscenza ed esperienza, si rivolge al giovane in modo da coinvolgerlo in tutti gli aspetti della sua vita. Pensare e fare con il ragazzo sono due concetti inscindibili. • Principio di concretezza. Le attività educative devono essere vicine all’immediatezza esperienziale dei ragazzi e dei giovani, devono condurre a convinzioni e valori. • Principio di gradualità. Le proposte e le esperienze devono essere commisurate alle diverse capacità di cammino dei ragazzi e dei giovani. Stile educativo Lo stile educativo che caratterizza l’Oratorio è l’animazione. Esso si basa su interventi che pongono la persona al centro dell’interesse e la stimolano ad assumere consapevolmente delle responsabilità. L’attenzione alle domande ed ai bisogni dei ragazzi e dei giovani, la personalità cristiana degli educatori, i valori del progetto di pastorale giovanile della comunità, sono i tre fattori fondamentali che, compenetrandosi, danno origine allo stile educativo dell’Oratorio. Aree di attività Gli obiettivi sopra proposti si realizzano in tre diverse aree di attività tra loro interdipendenti. In esse ciascuno può realizzare la propria chiamata: • Area del gioco e del tempo libero. Lo sport, il gioco e le attività ricreative del tempo libero assicurano la maturazione del valore della solidarietà, il primato degli ultimi e dei più poveri, l’assunzione di responsabilità, l’umorismo, la capacità creativa. • Area dell’impegno sociale e culturale. L’Oratorio deve stimolare nel giovane un cambiamento di mentalità che lo porti ad impegnarsi concretamente all’interno dell’Oratorio stesso, della comunità cristiana e del territorio.Tale impegno lo aiuterà a compiere scelte ponderate nei confronti della propria identità, del proprio contesto culturale, dell’essere cittadino, della scelta della scuola o del lavoro, del formarsi una famiglia, del rispondere ad una vocazione personale. • Area dell’evangelizzazione e della catechesi. L’Oratorio verrebbe meno alla missione che lo distingue e lo qualifica, se non lievitasse tutte le aree sopra 15 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave citate con I’annuncio del Vangelo e la testimonianza della comunità cristiana in cui è inserito. Vanno quindi promosse attività di annuncio e catechesi che diano risposte concrete ai problemi dei ragazzi e dei giovani, unite a momenti di celebrazione e di preghiera che conducano all’interiorizzazione del messaggio cristiano: di qui lo stimolo ad interrogativi più profondi e ad impegni precisi. La comunità educativa Il progetto di pastorale giovanile approvato dal Consiglio Pastorale Parrocchiale, cui l’Oratorio deve fare riferimento, sarà vissuto in modo tanto più vivo, quante più saranno le persone che si impegnano a tradurlo in pratica: i sacerdoti, la suora, i genitori, gli animatori, gli educatori professionali, i custodi, i baristi, gli allenatori, i giovani…essi costituiscono la Comunità Educativa dell’Oratorio di Nave. • La responsabilità prima di tutta la comunità educativa è del Parroco che, nel suo compito di pastore di tutta la comunità parrocchiale, è punto di riferimento privilegiato anche nell’Oratorio. • Vocazione, simpatia e competenza per il lavoro tra i giovani, passione educativa ed evangelizzatrice, capacità di rapporti diretti e profondi con i collaboratori e di presenza incoraggiante fra i ragazzi ed i giovani, sono valori essenziali cui i responsabili dell’Oratorio, unitamente a tutti gli operatori, devono ispirarsi. L’esempio di chi è diventato adulto nella fede, e da adulto accetta di impegnarsi nella comunità parrocchiale, è un importante stimolo per i ragazzi ed i giovani. • Il volontariato educativo è la prima e più importante risorsa dell’Oratorio. Essi incarnano il valore della gratuità e della passione per i nostri giovani • Da qualche tempo è presente in oratorio la figura di educatori professionali con ruolo di sostegno di alcuni progetti specifici e di stimolo del volontariato educativo. Ecclesialità e competenza educativa sono qualità fondamentali per garantire un’adeguata integrazione degli educatori professionali nella comunità educativa. • I giovani: poiché l’oratorio è anzitutto spazio del protagonismo giovanile e luogo di esperienza e responsabilità dei giovani in prima persona La comunità educativa traduce e sostiene il Progetto Educativo anche attraverso strumenti di comunione e corresponsabilità laicale quali il Consiglio dell’Oratorio, l’Assemblea della Comunità Educativa dell’Oratorio e il Direttorio dell’Oratorio di Nave (1999) che ne definisce le modalità di gestione e di utilizzo. • Il Consiglio dell’Oratorio è un organismo agile per la definizione degli indirizzi comuni in campo educativo e operativo per la vita dell’oratorio. È composto dai rappresentanti dei vari gruppi presenti nella comunità educativa dell’oratorio. I membri del consiglio sono eletti nei singoli gruppi ogni tre anni. Vi fanno parte di diritto il responsabile dell’oratorio e la suora in servizio in oratorio. A 16 discrezione del consiglio potranno entrarvi alcuni membri rappresentativi di altre realtà presenti in oratorio. I suoi compiti saranno principalmente: • scambi di informazione sull’andamento delle attività dei gruppi, programmi e rapporti • analisi della condizione giovanile • studio e coordinamento di nuove iniziative per rispondere a richieste emergenti • riflessione costante sull’ambiente: vitalità, capacità di aggregazione e maturazione, crescita umana e cristiana • aiuto per la formazione degli educatori • impegno di scambio e collaborazione con realtà diocesane, zonali e del territorio • elaborazione di linee educative comuni • gestione della struttura e amministrazione generale dell’oratorio All’interno e in dipendenza del consiglio si possono costituire commissioni con incarichi specifici (es. commissione S.Luigi) • L’Assemblea della Comunità Educativa è l’assemblea di tutti i membri della comunità educativa dell’oratorio che si riunisce di norma due volte all’anno (inizio e fine anno oratoriano) per la formazione e la definizione degli indirizzi generali della vita dell’Oratorio. 17 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Area del gioco e del tempo libero 2. I progetti Questa seconda parte del Progetto Educativo dice le singole attenzioni che oggi sono in atto nel nostro Oratorio. È una parte mobile, e in continua evoluzione. Ci aiuta comunque a fare il punto sul nostro agire educativo. Area del gioco e del tempo libero • Progetto di animazione del tempo libero • Sprinter: pomeridiana feriale bambini • Smile: pomeridiana feriale preadolescenti • Grin: festiva invernale • Grest: estiva per elementari, preadolescenti, adolescenti • Progetto informalità • Progetto bar oratorio • Animazione sabato sera (Fuoricampo) • Giovanin’festa: la festa di S.Luigi • Progetto Sport in Oratorio (GSO Nave) Area dell’impegno sociale e culturale • Progetto animazione teatrale e cinematografica (Teatro S.Costanzo e musical) • Animazione Musicale (sala prove e Piccolo Coro Marcondirondello,) • Oratoriodinave.it: il sito internet dell’oratorio • Oratorio e politiche giovanili del territorio • Protocollo d’intesa • Linee dell’oratorio C.A.G. • Progetto Settimana della Pace Area dell’evangelizzazione e della catechesi • Progetto di catechesi • bambini, • preadolescenti, • adolescenti, • giovani • Cammini Associativi • Progetto Scuot • Progetto Azione Cattolica • Progetto Spiritualità Giovanile • Centro di ascolto giovani(Stand By Me) • Ritiri notturni per giovani • Altri spunti di spiritualità giovanile 1. Progetto di Animazione del tempo libero L’intento di un progetto di animazione del tempo libero parte dalla constatazione generale che non basta che l’oratorio sia aperto per assolvere al suo compito educativo. Le famiglie che accedono all’oratorio, portano i loro figli solo se colgono tempi precisi di proposta, figure educative qualificate, attività significative, diversamente scelgono altro (danza, calcio, piscina…). La qualificazione, quindi, anche del tempo libero feriale e festivo è un’esigenza imprescindibile. Per questo sono stati elaborati progetti e attivate risorse, anche con la collaborazione dell’ente pubblico, per il tempo libero feriale, festivo, invernale ed estivo. Alcuni di questi progetti sono ormai nella tradizione della nostra comunità come il GREST, altri sono più recenti SPRINTER, SMILE, GRIN… a. SPRINTER: animazione feriale bambini Come nasce Lo Sprinter è nato nel settembre del 2000 come servizio di accoglienza per alcuni bambini nell’ambiente dell’Oratorio C.A.G. al di fuori dell’orario catechistico. Grazie a questo tipo di proposta i bambini vivono un’esperienza significativa sia come gruppo sia come singoli. Questo servizio permette ai bambini di eseguire i compiti assegnati dalla scuola ed inoltre, propone numerose attività per stimolare la creatività ed i loro interessi. Lo Sprinter è di fatto l’attività feriale di animazione del tempo libero dell’Oratorio dei bambini delle elementari che possono trovare in esso uno spazio strutturato e una presenza continua di figure educative Ogni anno per ciascuna delle aree di attività e dei singoli progetti, l’Oratorio di Nave procede a una programmazione delle attività e a una calendarizzazione degli appuntamenti all’interno del programma e del calendario parrocchiale. La programmazione è presentata alla comunità, e in particolare ai genitori, all’inizio dell’anno oratoriano e organizzata per destinatari: bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani. 18 19 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Destinatari I bambini che frequentano la scuola elementare. Obiettivi La finalità fondamentale dello Sprinter è quello di far percepire ai bambini delle elementari l’oratorio come casa accogliente in cui vivere una significativa porzione del loro tempo libero e di integrare attraverso proposte di animazione il tempo che i bambini trascorrono in oratorio per la catechesi, La proposta oratoriana ha di mira infatti la crescita globale della persona in tutti i suoi aspetti. In questo senso obiettivi specifici del servizio Sprinter sono: – autonomia, ogni bambino che svolge i compiti allo Sprinter deve diventare autonomo nella sua organizzazione scolastica e deve gestire i suoi compiti cercando di diventare il più preciso possibile. – aggregazione, far sì che si crei un gruppo di bambini affiatato che viva esperienze significative. – accoglienza, all’interno dello Sprinter esistono realtà diverse che i bambini devono imparare ad accettare e saper condividere. – collaborazione, vi sono delle attività che hanno un buon esito solo attraverso l’aiuto e la partecipazione del gruppo. – divertimento e svago, permettere ai bambini di coltivare i propri interessi svolgendo attività piacevoli nelle quali sentirsi realizzati per accrescere la loro autostima. Tempi Lo Sprinter inizia a settembre e finisce a maggio. Durante il periodo estivo si organizza un’attività simile chiamata Sprinter Estate che dura circa due settimane. L’attività dello Sprinter viene svolta dal Lunedì al Venerdì. Gli animatori aspettano i bambini fuori dalla scuola nei giorni in cui hanno il pomeriggio. L’orario tipico è • Dalle 14,30 alle 16,00: svolgimento dei compiti assegnati dalla scuola, oppure, in collaborazione con la biblioteca, lettura di alcuni libri scelti direttamente da loro o in alternativa svolgimento dei giochi cognitivi. • Dopo la merenda, dalle 16,30 alle 18,00 attività nei laboratori. I bambini ogni giorno possono scegliere tra due tipi di laboratori a seconda delle loro attitudini e capacità. Modalità e strumenti Alcuni esempi di laboratorio proposto ai ragazzi sono: – laboratorio di musica (balli popolari) – laboratorio di teatro (scenette, film, burattini) – laboratorio di attività manuali (utilizzando tecniche diverse) – attività sportiva (calcio, basket, pallamano) – giornalino 20 Lo Sprinter coinvolge ogni giorno numerose persone: Disponiamo di un educatore professionale che accoglie i bambini e coordina le attività con il valido ausilio di alcuni volontari (mamme o adolescenti), di alcuni tirocinanti provenienti dall’Università Cattolica, dallo IAL CISL oppure dal liceo psico-pedagogico. Attraverso questo servizio i bambini si incontrano tra loro per condividere emozioni ed esperienze spesso e volentieri significative e formative. b. SMILE: animazione feriale ragazzi Come nasce Nasce nel settembre del 2001 dal desiderio di offrire uno spazio pomeridiano infrasettimanale e organizzato, all’interno dell’oratorio, per i ragazzi delle medie, e dall’attenta lettura delle esigenze del territorio. È quindi uno spazio educativo che tenta di rispondere ai bisogni extrascolastici dei ragazzi, attraverso l’offerta di un’ampia gamma di opportunità formative e di socializzazione. Non è per questo un semplice doposcuola ma intende dare la possibilità ai ragazzi di trovare in Oratorio uno stabile punto di riferimento. Destinatari I destinatari sono i ragazzi delle medie inferiori. Non ci sono preclusioni di età, sesso, razza, condizioni sociali, disponibilità di frequenza e quant’altro. Obiettivi Gli obiettivi fondamentali del servizio sono: • Creare un gruppo di amici • Scoprire la bellezza di stare insieme in oratorio • Partecipazione attiva dei ragazzi nella proposta e nella gestione delle attività • Educare i ragazzi all’accoglienza dell’altro e della diversità. • Scoprire nell’educatore e negli animatori un punto di riferimento sia nel divertimento sia nella difficoltà • Trovare modi costruttivi per impegnare il proprio tempo libero Modalità e strumenti Lo Smile è gestito da un educatore professionale assunto dalla parrocchia che coordina il progetto e da un gruppo di volontari giovani e adulti. Come nello Sprinter è previsto ogni anno l’inserimento di tirocinanti della Scuola per Educatori IAL Cisl, della Facoltà di Scienze dell’Educazione o del Liceo Psicopedagogico. Gli educatori, attraverso un’attenta analisi dei bisogni dei ragazzi, elaborano un progetto educativo e propongono delle attività, aventi quegli obiettivi elencati sopra. 21 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Gli educatori mantengono contatti con le famiglie e con gli insegnanti dei ragazzi che partecipano allo Smile. Alcuni strumenti e attività sono: • Allenamento di calcio con il G.S.Oratorio • Laboratorio di braccialetti e collanine • Laboratorio di cucina con realizzazione di merendine e torte eccezionali • Laboratorio di Halloween • Corso di computer • Laboratorio di teatro e cinema • Corso e allenamento di basket • Corso di chitarra • Laboratorio di traforo • Uscite e gite per vivere ed incontrare nuove realtà e fare nuove esperienze • Laboratorio di musica • Preparazione e registrazione di trasmissioni radio • Tornei di Playstation Resta comunque come momento fondamentale di ogni giorno l’accompagnamento nei compiti e nello studio. che rischiano di non trovare in oratorio uno spazio proprio. Questa esigenza insieme al desiderio di creare un luogo di animazione per i bambini delle elementari e loro genitori permette la nascita del GRIN, ovvero il grest invernale. Guidato inizialmente da Suor Daniela e dai seminaristi salesiani propone nel pomeriggio della domenica alcune attività di gioco e di laboratorio indirizzate a vivere momenti significativi dell’anno oratoriano. Tempi Lo SMILE è aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 17.30 da Ottobre fino a Maggio. C’è poi un’appendice estiva di circa una settimana nel periodo successivo al Grest (Smile Estate). I ragazzi possono partecipare nei giorni che desiderano, non necessariamente tutti. Tempi Il Grin è proposto normalmente da fine ottobre a Pasqua, la domenica pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00. La prima parte del pomeriggio è dedicata ad attività manuali e la seconda al gioco organizzato Linee guida dell’esperienza Ogni funzione educativa ha il compito di condividere il percorso di crescita di ogni ragazzo, immettendo in esso contenuti di senso e significato (stimoli e limiti) orientati alla sua sana maturità. Questo compito viene esercitato all’interno di un rapporto educando-educatore, caratterizzato da un fare concreto (giocare, costruire, dipingere...) che fa da mediatore fra i due. La funzione educativa non è mai assolta dal singolo operatore, quanto da un sistema costituito dal lavoro integrato di più figure (genitori, scuola, catechisti, società sportive...). Lo Smile va gestito quindi in stretto collegamento con le altre attività che insistono sui medesimi destinatari, cioè i ragazzi delle medie, in particolare quei progetti presenti in oratorio. c. GRIN: animazione domenicale invernale Come nasce Nell’ottobre del 1998 la presenza di preadolescenti e di adolescenti la domenica pomeriggio in oratorio viene colta come soverchiante rispetto ai più piccoli 22 Destinatari Fin dall’inizio il Grin si propone di coinvolgere l’intera famiglia e non solo i bambini. Obiettivi • Contribuire attraverso una proposta mirata a dare senso al tempo della Domenica, giorno del Signore e giorno della Comunità, da passare insieme e in oratorio. • Predisporre i bambini e le loro famiglie a vivere insieme le tappe dell’anno oratoriano • Valorizzare la presenza dei bambini delle elementari la domenica pomeriggio. Modalità e strumenti Il Grin è gestito dalla suora dell’oratorio con la collaborazione dei chierici salesiani e di un gruppo di genitori. È proposto a tutte le famiglie dei bambini della scuola materna ed elementare che vogliono partecipare, anche sporadicamente o anche a solo una tappa dell’attività. È cadenzato da alcune tappe verso cui si indirizzano le attività. • Castagnata: festa di apertura del Grin • Natale e Festa di S.Lucia • Giornata della Pace: in occasione della Tenda della Pace • Carnevale: preparazione del gruppo per la sfilata • Festa del Papà e Pasqua Esiste un momento di programmazione e di verifica. d. GREST: animazione estiva bambini e ragazzi Come nasce Il Grest è certamente una dell’attività più importanti dell’animazione del tempo libero dell’oratorio. È una realtà molto conosciuta e gradita dalle famiglie e dai ragazzi della nostra comunità, oltre che essere ormai consacrata da una gloriosa 23 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave tradizione. È dopo la catechesi, la proposta che raccoglie in oratorio il maggior numero di bambini e di preadolescenti oltre che attirare a sé una grande quantità di educatori e assistenti. Destinatari Sono i bambini dai 6 anni agli adolescenti di 15 anni Tempi Normalmente il grest ha una durata di tre settimane a cavallo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Esiste poi una ripresa di dieci giorni all’inizio di settembre denominata minigrest. È preceduto da un percorso di preparazione degli animatori (corsi animatori grest) e dalla preparazione dell’itinerario nel periodo di maggio – giugno di ogni anno. Il Grest si svolge dal Lunedì al Venerdì dalle 13.30 alle 18.30. Le linee guida dell’esperienza Molti e variegati sono gli obiettivi e le modalità della proposta del grest. Ci interessa in particolare qui sottolineare alcune scelte che caratterizzano il grest a Nave. L’affermazione fondamentale è che per noi il grest è anzitutto un itinerario educativo e non tanto un parcheggio estivo per bambini e ragazzi. Questo implica che il grest: • abbia sempre un progetto educativo con un tema e una serie di attività programmate • abbia educatori responsabili e motivati • sia gestito in base all’età dei destinatari: Grest dei Bambini e Grest dei Preadolescenti sono due realtà distinte • garantisca un tempo per gli educatori per la programmazione (il mattino) e la verifica anche in itinere (ogni giorno al termine delle attività) • produca una ricaduta di alcuni temi nelle famiglie dei partecipanti, nella comunità parrocchiale e nel territorio • sia momento di crescita umana e cristiana per chiunque è coinvolto nel progetto. 2. Progetto Informalità Cosa intendiamo per informalità Nella loro accezione più immediata, i termini informale, informalita’ stanno ad indicare “assenza o carenza di forma”. Che cosa intendiamo per forma? Applicato ai temi dell’aggregazione giovanile e dell’educazione, il concetto di “forma” può significare: 24 • strutturazione spazio-temporale • regola/e • contratto • definizione di ruolo. Vi possono essere “ambienti informali”, “situazioni informali” e “gruppi informali”. Dunque definiremo informale a) un ambiente: • destrutturato o solo parzialmente strutturato • non regolamentato o scarsamente regolamentato • a cui si può accedere liberamente senza alcuno filtro di entrata. b) una situazione: • non programmata • priva di espliciti riconoscimenti di ruolo per l’adulto/l’educatore • non strutturata né regolamentata c) un gruppo o una aggregazione : • nati spontaneamente • senza la presenza-guida di un adulto • senza legami con istituzioni • senza un esplicito programma. Legittimità dell’intervento Dal discorso del Papa ai giovani di Albano” (subito dopo la GMG 2000) “Abbiate premura anche dei tanti giovani che non frequentano la comunità ecclesiale e che si riuniscono sulle strade, nelle piazze, esposti a rischi e pericoli… Occorre che operatori pastorali particolarmente preparati si accostino ad essi, aprano loro orizzonti che stimolino il loro interesse, la loro naturale generosità, e gradatamente li accompagnino ad accogliere la persona di Gesù”. Altre indicazioni del Magistero ci offrono una conferma autorevole della fondatezza di questo lavoro, al tempo stesso dall’esperienza concreta di chi opera quotidianamente in Oratorio possiamo trarre altre sollecitazioni circa la legittimità di un intervento nell’area informale. Sintetizziamo le tre diverse dimensioni dell’informalità. 1. Dentro l’Oratorio: Ci riferiamo a quelle aggregazioni più o meno numerose di adolescenti che, pur frequentando assiduamente gli spazi dell’Oratorio (bar, campo giochi…) appaiono più o meno sfuggenti o distanti dalle attività o dalle proposte che il programma pastorale propone. • Questi gruppi spesso sono fisicamente presenti in Oratorio più di qualsiasi altra espressione (oratoriale) del mondo giovanile (gruppo di catechesi, gruppo scout, gruppo teatro, ecc..): in termini temporali questi adolescenti sono, più di altri, “quelli dell’Oratorio”. 25 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • Sono fisicamente vicini (“lì a portata di mano”) e quasi pare sciocco ed innaturale non occuparsi di essi. • Accanto a queste certezze, emergono anche alcuni dubbi : l’esigenza di salvaguardare l’immagine dell’Oratorio agli occhi del territorio, la preoccupazione di non trascurare il gruppo dei ragazzi più “fedeli” per correre dietro agli “informali”, il timore di farsi strumentalizzare, ecc. Ma il peso di queste obiezioni non appare tale da mettere in discussione l’opportunità dell’intervento. 2. Sulla soglia: Ci riferiamo a quei ragazzi che stazionano nei pressi dell’Oratorio (sui gradini, sotto il portico, nella piazza antistante) in un atteggiamento che può ostentare indifferenza, sfida, provocazione. • Sono una presenza costante. • Con il loro situarsi accanto all’Oratorio esprimono la permanenza di un legame e accettano implicitamente di esporsi a un controllo. • Cercano punti di riferimento • Sembra che nell’adolescenza l’identità più tipica sia proprio la soglia, nel senso che non ci si sente né appartenenti né completamente lontani, né totalmente “bravi” né “cattivi”, etc…Sarebbe opportuno far uscire anche nel gruppetto dei “bravi”, quella parte di “soglia” che supponiamo sia insita in ogni adolescente. 3. Nella strada: si fa riferimento ai gruppi informali che si riuniscono in luoghi pubblici (bar, parchi, piazzette…) senza alcun riferimento esplicito alla realtà dell’Oratorio. Qui la domanda sulla legittimità dell’intervento è più cruciale: la strada può essere luogo di Pastorale giovanile? • Se per Pastorale Giovanile si intende il farsi vicino di una Comunità all’uomo e lasciar intravedere la stima e la simpatia di Dio (vicinanza), la strada può essere un luogo di Pastorale giovanile. • Fare testimonianza significa aiutare gli altri a rileggere le loro scelte di vita, nel fare questo si attua necessariamente un confronto con le scelte di vita del testimone e con i propri valori di riferimento • La pastorale è la promozione dell’uomo. L’uomo riuscito è Gesù. Se ci si relaziona ai ragazzi con consapevolezza non si possono non suscitare degli interrogativi.1 I progetti concreti che traducono la nostra attenzione all’informalità riguardano primariamente: • La presenza continua di figure educative in oratorio. L’oratorio non è aperto quando queste sono assenti. Esse sono figure di giovani e adulti con un mandato chiaro ed una forte passione educativa (baristi, educatori professionali e volontari, chierici, sacerdote…) Le riflessioni intorno al tema dell’informalità sono maturate all’interno di un gruppo di lavoro promosso dagli Oratori delle Diocesi Lombarde durante il 2001-2002. 1 26 • Il progetto del bar dell’oratorio • Il progetto di animazione del sabato notte: Fuori Campo • La collaborazione sugli interventi di Educativa di strada nel territorio a. Progetto Educativo del Bar Come nasce Il bar dell’Oratorio è uno strumento, uno spazio ed un progetto che l’Oratorio realizza per incontrare i giovani, per condividere con loro il tempo libero. Anche mediante il bar, “l’Oratorio intende accogliere ogni ragazzo o giovane senza pregiudizi, solo per ciò che è, promuovendo una cultura di vita ispirata a valori cristiani quali il rispetto per la persona, la tolleranza, il dialogo, la responsabilità”. Mediante il bar, l’Oratorio esprime la sua vocazione a stare con i giovani, a camminare accanto a loro. Destinatari Destinatari privilegiati del bar sono gli adolescenti e i giovani, ma anche i preadolescenti, i bambini, gli adulti e gli educatori. Dentro ogni destinatario ci sono domande e attese, voglia di incontro, di dialogo e di compagnia che non possono essere trascurate. Obiettivi Gli obiettivi del bar sono gli stessi definiti nel Progetto Educativo dell’Oratorio, anche se per definizione il bar si pone come luogo di frontiera, come primo luogo di incontro e nel quale chi confluisce chiede solo la possibilità di svagarsi. Il bar dell’Oratorio deve essere propositivo in senso ampio, tendendo verso l’oltre, essendo aperto agli ultimi della classe, capace di libertà e di gratuità. Tutto ciò tenendo presente che il bar non deve essere il risultato di un semplice confluire di giovani, di un ambiente in cui si mettono a disposizione spazi e cose, ma come complesso di incontri significativi con una sua precisa connotazione cristiana. Linee guida dell’esperienza Il bar è gestito dalla Parrocchia, le scelte operative, metodologiche e di indirizzo sono di competenza del Consiglio di Oratorio. Il servizio del bar è affidato ad un gruppo di volontari. L’ammissione a tale gruppo è libera, con l’unica caratteristica che ogni volontario si senta facente parte della Comunità Parrocchiale. Con tale scelta di gestione si vuole • far cogliere “il Bar” come servizio dell’intera Comunità Parrocchiale verso i giovani e come un segno attraverso il quale la Comunità si fa carico dei giovani; • favorire una maggiore presenza di adulti non in atteggiamento di controllo, ma in atteggiamento di servizio 27 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • dare l’occasione agli adulti di entrare in contatto coi giovani, in un ambito informale, cioè non troppo strutturato, passando attraverso il ruolo assunto nel Bar. La scelta dell’Oratorio è una scelta educativa, pertanto ogni figura che sta dentro l’Oratorio, dalla parte dei giovani è e deve essere figura educativa. La cultura e il contesto devono essere educativi, l’ambiente in grado di aiutare i giovani a conquistare il proprio essere, a recepire i valori. Il ruolo del barista non è pertanto secondario, da lui dipende la vivacità dell’ambiente, i! clima di dialogo e di ascolto, la capacità di accogliere. Lo stile del bar, come quello dell’Oratorio, “pone la persona al centro dell’interesse e la stimola ad assumere consapevolmente delle responsabilità”. Modalità e strumenti Il metodo del bar, così come quella dell’oratorio, prevede tre momenti tipici, distinti non in termini temporali: • La convocazione: il bar si configura come luogo aggregativo, di svago, in cui incontrare i giovani, in cui dialogare con loro. Le proposte possono essere diverse, dalle serate musicali, agli spettacoli, alle serate a tema, alle feste. Emerge la necessità di incontrare i giovani anche nel tempo della notte, un tempo da loro vissuto e nel quale spesso si trovano proposte “vuote” di significati e di valori. La scelta di incontrare i giovani la notte implica una attivazione di proposte significative, in modo tale che questo tempo venga vissuto in modo positivo (progetto FUORI CAMPO). In questo senso l’intento è quello di offrire agli adolescenti e ai giovani la possibilità di un primo contatto con la comunità in un ambiente di vita giovane, bello, accogliente, ordinato, esteticamente significativo, flessibile e dinamico nell’organizzazione degli spazi. • L’accoglienza: il bar dell’Oratorio non solo convoca, attraverso proposte diversficate, ma accoglie coloro che ha convocato. “Accoglienza” non significa non allontanare, ma far sentire a proprio agio colui che è convocato, farlo sentire importante. Mentre la convocazione può essere fatta in generale, l’accoglienza è sempre in particolare. Essa trova nel dialogo personale il suo vertice, ma non è fatta solo di questo, perché il dialogo è preparato da un clima generale di disponibilità, simpatia, attenzione. • la proposta: senza confondersi con la catechesi, ma nello stile tipico dell’animazione oratoriana, il gruppo di animatori e di baristi dell’oratorio diventa consapevole del progetto educativo dello stesso e si impegna a riflettere sul bisogno di fare proposte ad adolescenti e ai giovani. È consapevole di essere chiamato a dialogare anche con le fasce giovanili ai margini o lontane dall’esperienza cristiana, senza aggressività. Si rende consapevole di poter proporre una fede e una espressione di vita nello stile della pazienza e della speranza. In occasione di eventi particolarmente significativi che riguardano tutta la comunità parrocchiale, l’attività del bar sarà sospesa per sottolineare l’importanza di tali momenti. La decisione spetta al Consiglio di Oratorio o al Direttore dell’Oratorio. 28 Il Gruppo dei volontari Fondamentale per la riuscita del progetto è l’armonia tra il gruppo dei volontari, comunità che si dona ai giovani con passione educativa permeata da valori cristiani. Essi sono coordinati da un responsabile del gruppo che ha pure compiti gestionali (vedi Direttorio). Fondamentale è lo stile di servizio, in cui il barista non è “il proprietario” di uno spazio, ma colui che è protagonista di una sfida che non può vincere da solo e che si gioca tra la convocazione, l’accoglienza e la proposta. Il barista per primo deve essere un attento animatore, deve dimostrare con il suo stile che quel luogo serve per il bene dei ragazzi e dei giovani. Il barista, in un clima educativo vivace ed allegro, deve esprimere nel bar la voglia di vivere, e di rendere vivo il Vangelo. È il barista che deve porsi in dialogo, comunicare. saper “perdere tempo” con i giovani e con chi è convocato. Ai volontari, chiamati ad un servizio non facile nella comunità cristiana e nella vita dell’Oratorio, non potrà mai mancare un servizio di formazione periodica, sia alla fede sia ad una passione educativa qualificata, sia di competenza riguardo al servizio. Sono previsti inoltre incontri periodici di sintesi, di verifica e di ricerca sui cammino fatto insieme. b. Fuori Campo: animazione sabato sera per giovani e adolescenti Come è nata All’interno di un’attenzione che si è sviluppata in oratorio sul tema i giovani e la notte, e che ha visto la programmazione, fin dal 1996, di iniziative di spiritualità come i ritiri notturni di Avvento e di Quaresima, si è successivamente strutturato un progetto di animazione notturna del sabato sera. Il progetto nasce come idea durante il tempo dei lavori di ristrutturazione del nuovo Oratorio di Nave (inaugurato nel giugno 2000) nel momento in cui si trattava di dare una connotazione strutturale al bar dell’Oratorio. La scelta è caduta sul predisporre un locale, accogliente, curato nell’architettura e nell’estetica, nella decorazione, nell’illuminazione e nel servizio, sufficientemente attraente e attento ai gusti dei giovani. Con l’inaugurazione del nuovo bar si è pensato di inserire all’interno del progetto educativo dell’oratorio un progetto che potesse promuovere il tempo del sabato sera per i giovani. Il progetto è attivo dal 14 ottobre 2000. Dall’ottobre 2001 Fuori Campo è inserito nel Progetto Luci nella Notte della Legge 285/ 1997 sul benessere giovanile. Destinatari Tutti i giovani, non solo quelli della parrocchia di Nave, ma tutti coloro vivono il sabato notte come tempo per la relazione interpersonale e il divertimento. Il progetto è attivato ogni sabato sera dalle 21.30 all’1.00. 29 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave pausa della proposta musicale, narrano al microfono alcuni tratti della loro esperienza di vita o lanciano alcune provocazioni su temi attuali: una sorta di microfono aperto per coloro che hanno qualcosa di significativo da dire ai giovani presenti. • Spiritual room: è una stanza adiacente al bar dove trovare sempre un prete o un animatore disponibile per un dialogo più personale Obiettivi Fuori Campo si colloca tra le tante proposte a cui i giovani possono accedere il sabato notte, ma in quanto parte integrante del Progetto Educativo dell’Oratorio di Nave, nasce dalla preoccupazione educativa della comunità cristiana. Seppur con un metodo particolare mira alla promozione della realtà giovanile in un tempo che potrebbe apparire inusuale agli adulti, ma che è fortemente significativo per i giovani. Partendo da una lettura del vissuto giovanile nella notte come: • tempo per incontrare • tempo per coltivare le amicizie più profonde • tempo per ascoltare musica e divertirsi senza sballare • tempo per raccontarsi • tempo per esserci • tempo per tornare nel giorno da protagonisti Si è ritenuto come obiettivo di tentare una riconversione di uno spazio classico come il bar dell’oratorio attraverso una proposta di animazione di qualita’ che incontrasse i gusti dei giovani attraverso: • live music: musica dal vivo con gruppi emergenti (Rock-blues-gospel-folkcantautori) per favorire il protagonismo giovanile attraverso il linguaggio musicale • Spettacoli, Feste, Karaoke e cabaret: animazione e divertimento. Uno spazio per coloro che vogliono esprimere le loro qualità artistiche in modo sano e intelligente; cantare in compagnia le canzoni più conosciute • Bar, Zona Caminetto, sala giochi: un bar fast food attrezzato per tutte le esigenze • Quattro chiacchiere con…: uno spazio per costruire dialoghi informali con gli amici, con gli animatori del fuoricampo, con i testimoni che ogni sera, nella 30 Linee guida dell’esperienza Il progetto Fuori Campo è gestito da un responsabile e da un gruppo di animatori dell’oratorio d’intesa con il gruppo dei baristi dell’oratorio. Sia il gruppo di animazione che i baristi sono volontari. La programmazione artistica di Fuoricampo è trimestrale e viene pubblicizzata attraverso un depliant e il sito internet www.oratoriodinave.it. Il progetto è attivo ormai da due anni con un discreto gradimento della proposta sia a livello di adolescenti, nella prima parte della serata fin verso le 22.30, e successivamente di giovani, fino alla chiusura. Le urgenze che sentiamo più pressanti sono: • far percepire in maniera più condivisa il valore del progetto all’interno di una più vasta programmazione diocesana sul tema giovani e notte, magari in collegamento con altre esperienze simili • promuovere una riflessione comune con gli animatori per non perdere il senso cristiano delle motivazioni che ci spingono a questo servizio e a questa nuova progettualità educativa dell’oratorio. • Trovare sempre nuove formule perché la proposta sia sempre di qualità in tutte i sui aspetti.(gruppi, spettacoli, testimonianze significative…) c. Giovanin’festa: la Festa di S. Luigi Come nasce La festa di S.Luigi a Nave fu iniziata da Don Marco Pea agli inizi del ‘900 per cercare di superare i conflitti che si erano creati per le due feste tipiche del paese, la festa di S. Filippo Neri, patrono dei ragazzi, e la festa di S.Angela Merici, patrona delle ragazze, questo secondo la testimonianza di Cecilia Comini. Si scelse di celebrare l’occasione in settembre perché quel periodo coincideva con la fine del lavoro nei campi. Varie modalità hanno caratterizzato la storia di questa che è comunemente ritenuta la festa dell’Oratorio in particolare il tempo in cui sei intense domeniche di preparazione portavano i ragazzi a vivere meglio il giorno di S.Luigi e la grande stagione caratterizzata dai Giochi di S.Luigi a contrade con la costruzione dei due trofei, il primo regalato a Don Angelo Zaninelli all’inizio degli anni 80, e l’altro costruito da Claudio Rovati ancora in uso nella festa per il Palio dei Caritì. Dal 1998 la festa è stata trasferita a giugno in prossimità della festa liturgica di S.Luigi (21 giugno), all’inizio dell’Estate in Oratorio (Giovanin’festa). 31 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Obiettivi, modalità e linee dell’esperienza La festa dell’oratorio è un tempo • di tutta la comunità • di scambio, di collaborazione, di servizio vicendevole, di ascolto, di tradizioni e di passaggi di consegne. È celebrazione della comunione delle diverse realtà presenti in oratorio. • Dove fuori dal ritmo del quotidiano ritroviamo il vero volto delle persone che ci stanno accanto. È tempo dove intessere relazioni significative • Per sognare e sognare in grande. Nella festa si celebra la speranza di un mondo nuovo; ci si ricorda di ciò che può essere diverso, di ciò che ancora non è, ma che deve essere. • Dove si prova, in dimensioni limitate, ma concrete che esiste la vita piena La festa dell’oratorio è • Anzitutto dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani che sono i i primi protagonisti. In essi c’è un forte bisogno di fare festa che va orientato ed educato nella direzione di una festa che fa bene alla vita • La festa è di chi è bisognoso, debole, solo. Nella festa non manchi la solidarietà e la condivisione con gli ultimi • È di tutta la comunità educativa dell’oratorio che trova l’occasione per dire a tutta la comunità parrocchiale i modi in cui intende vivere la sua passione educativa verso i ragazzi e i giovani Strumenti L’organizzazione della festa è coordinata da una commissione S.Luigi che comprende i rappresentanti di tutte le realtà dell’oratorio e che si forma a marzo di ogni anno. 3. Progetto Sport in Oratorio: G.S. Oratorio Nave Come nasce Il Gruppo Sportivo Oratorio nasce nel Settembre 2001 all’interno dell’Oratorio S.Filippo Neri alla vigilia dell’inaugurazione dei nuovi impianti sportivi dell’Oratorio (30 settembre 2001). Esso raccoglie l’attenzione che in oratorio è sempre stata data allo sport attraverso l’USO Nave fino al 1996. Il GS Oratorio Nave è affiliato per quanto riguarda i campionati e il tesseramento al CSI della provincia di Brescia. Non è una associazione giuridicamente a se stante rispetto all’oratorio, ma fa riferimento, come tutte le realtà dell’oratorio, alla parrocchia come soggetto unico giuridicamente riconosciuto e legalmente rappresentato dal parroco. 32 Obiettivi e modalità Il Gruppo Sportivo Oratorio Nave è una società sportiva di oratorio: promuove anzitutto attività sportiva calcistica per conto dell’Oratorio ed all’interno delle finalità specifiche dell’Oratorio che possono essere riassunte: • l’azione formativa ed educativa secondo la visione cristiana dell’uomo • l’attenzione primaria alla persona in tutte le sue manifestazioni, nella sua ricchezza e povertà • la promozione di forme aggregative e di gruppo; • la catechesi ed il servizio caritativo; • la promozione della vita spirituale; • l’apertura a tutti, giovani e ragazzi, con particolare attenzione a coloro che hanno più bisogno Il GS Oratorio Nave attraverso l’attività sportiva, partecipa al raggiungimento di queste finalità, secondo il suo specifico ed in collaborazione con gli altri ambiti formativi dell’Oratorio. L’obiettivo primario del GS Oratorio è quello di aiutare le persone a crescere e a diventare mature, capaci di scelte libere. L’insegnamento della tecnica occupa gran parte del tempo dedicato all’attività. Si riconosce la necessità di insegnare la tecnica sportiva, perché altrimenti non sarebbe possibile il gioco, ma il fine dell’attività non è quello di preparare dei campioncini, quanto invece di aiutare delle persone a crescere e a diventare mature, capaci di scelte libere. Al centro dell’interesse del gruppo sportivo non c’è l’attività in se stessa e neppure i risultati, ma i ragazzi e i giovani che fanno sport, la loro vita, il loro problemi e le loro aspettative. Gli allenatori sportivi sono considerati educatori e fanno parte della comunità educativa dell’oratorio composta da catechisti, animatori del tempo libero, educatori di gruppi e associazioni e genitori. Con questi condividono la tensione educativa, il progetto educativo ed i problemi che nascono all’interno dell’oratorio. L’attività del GS è gestita in base alle disponibilità volontarie degli allenatori e dirigenti in modo che non vi sia sproporzione numerica e che si possano raggiungere adeguatamente le finalità educative. Le squadre partono dai giovanissimi(dai 10 anni) e giungono fino alla categoria Dilettanti che generalmente è formata da giovani fino ai 25 anni al massimo. In caso di mancanza di allenatori o di altre necessità è da privilegiare l’attività sportiva dei più piccoli e più giovani in particolare preadolescenti e adolescenti (maschi e femmine). Regolamento GS Oratorio Nave Art.1 Il Gruppo Sportivo Oratorio Nave è lo strumento attraverso il quale la Comunità parrocchiale di Nave si fa carico di proporre ai ragazzi e ai giovani presenti nel territorio la pratica sportiva, consapevole che essa “può assumere una rilevante valenza pedagogica se intesa correttamente e non ridotta a fatto agonistico o a semplice riempitivo del tempo libero”. Infatti “significativi ele- 33 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave menti educativi dello sport possono essere individuati nel campo dello sviluppo psicofisico e delle relazioni interpersonali, nei comportamenti che chiedono sacrificio di sé, lealtà, autocontrollo, perseveranza nel raggiungere un obiettivo, nella gratuità e nel disinteresse di chi coglie nello sport un’occasione per migliorare sé e gli altri” (cost. 228 § 1- Sinodo 47° della Diocesi di Milano). In questa prospettiva l’oratorio, attraverso il gruppo sportivo, promuove l’attività sportiva come un servizio alla vita dei ragazzi e dei giovani in armonia con gli obiettivi e i cammini del progetto di pastorale giovanile e dell’oratorio della parrocchia. Art.2 Il gruppo sportivo si impegna a fare in modo che i propri aderenti (ragazzi, allenatori, accompagnatori-dirigenti) partecipino a momenti formativi proposti dall’oratorio e a quelli specifici realizzati in ambito zonale o diocesano, per quanto possibile coinvolgendo anche i genitori dei ragazzi. Art.3 Un rappresentante del gruppo sportivo, è membro del Consiglio dell’Oratorio Art.4 Il gruppo sportivo si impegna a concordare con il parroco o con il direttore dell’oratorio il calendario settimanale, mensile ed annuale delle proprie attività (allenamenti, orari delle partite, eventuali tornei stagionali od occasionali) e a prevedere opportuni momenti di verifica delle stesse. Art.5 Il gruppo sportivo impegna tutti i suoi componenti, secondo l’età e la responsabilità di ciascuno, a tenere un comportamento coerente con i principi 34 educativi dell’oratorio. In particolare ciascuno curerà la correttezza dei rapporti con le persone e il rispetto verso le strutture e gli ambienti utilizzati nella pratica sportiva, Il gruppo sportivo risponderà nei confronti della parrocchia del buon uso del campo da gioco e del decoro e della pulizia degli altri spazi ed ambienti utilizzati dai propri aderenti Art.6 La gestione economica del GS Oratorio entra nella gestione amministrativa generale dell’oratorio. Il GS Oratorio si impegna come tutte le realtà dell’oratorio attraverso sponsorizzazioni, attività proprie, iscrizioni a garantire una certa parità di bilancio. Art.7 Il gruppo sportivo vigilerà affinché l’attività sportiva dei propri aderenti sia sempre svolta nel rispetto dei controlli medici previsti da ciascun tipo di attività e con le opportune coperture assicurative garantite dalla parrocchia. Dichiarazione per i genitori Ai genitori che iscrivono i loro figli al GSO Nave si chiede: • La condivisione dei principi di fondo che regolano il Gruppo Sportivo Oratorio Nave • La collaborazione, per quanto possibile, all’attività della Società che si regge esclusivamente sul volontariato. • Una presenza che sostenga il discorso educativo che la Società intende promuovere con i ragazzi, senza mai esasperare, soprattutto nel tifo, l’aspetto agonistico. È importante che anche in famiglia non si mitizzi il calcio e i calciatori. • La condivisione dei costi, in quanto il Gruppo Sportivo non ha particolari introiti o guadagni, non avendo di mira la preparazione di campioni da vendere ad altre società. Tale condivisione può essere giustificata dall’apporto educativo che anche attraverso lo sport l’oratorio intende promuovere. IL GS Oratorio Nave, operando all’interno dell’oratorio e avendo di mira l’azione formativa ed educativa che viene promossa dall’insieme dell’ambiente oratoriano e delle sue componenti, chiede ai genitori che iscrivono i propri figli alla società sportiva oratoriana la sottoscrizione di questa dichiarazione d’intenti come impegno e condivisione al momento dell’iscrizione. 35 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Area dell’impegno culturale e sociale 1. Progetto di animazione teatrale e cinematografica: Cinema Teatro S.Costanzo e Gruppi Teatrali Come nasce La storia dell’animazione teatrale e cinematografica del Teatro S.Costanzo è addirittura precedente alla costruzione del “Salone” che vanta ormai oltre il mezzo secolo di storia. Essa è ben descritta nel volume “1944-1994” edito dalla Parrocchia M.Immacolata e dal gruppo Amici del Teatro in occasione del 50° anniversario della costruzione del S.Costanzo. Alla prima ristrutturazione (inizio degli anni ‘90), dopo l’alluvione del settembre 2000, è seguita una seconda ristrutturazione che ha restituito a Nave il suo teatro all’inizio del 2002. Attraverso l’impegno del gruppo Amici del Teatro S.Costanzo, e di tutti coloro che in Parrocchia e in Oratorio danno valore al teatro come strumento espressivo importante per trasmettere i valori della vita e della fede, l’attenzione educativa e culturale all’interno del Teatro S.Costanzo continua. Obiettivi L’obiettivo fondamentale del Cinema Teatro S.Costanzo è quello di essere la Sala della Comunità della Parrocchia di Nave secondo le indicazioni della recente nota dei vescovi italiani `La sala della comunità: un servizio pastorale e culturale´ del 1999. In particolare • essere ‘un luogo di confronto, di partecipazione e di testimonianza; espressione di una comunità viva e dinamica che, come struttura complementare alla chiesa si ponga a servizio della comunione e dell’azione educativa’ (n.7) • ‘sia spazio funzionale alla realizzazione di un positivo innesto tra la missione evangelizzatrice della comunità ecclesiale e le complesse dinamiche della comunicazione e della cultura e dell’arte´ (n.4). • ‘sia un luogo dove autenticamente si fa cultura, cioè si coltiva il gusto, la mente e il cuore´ (n.11) attraverso incontri, manifestazioni, musica, cinema e teatro. • sia un luogo dove si sperimenta una collaborazione e un servizio con enti, associazioni e istituzioni del territorio. Come parte attiva della comunità educativa dell’Oratorio il gruppo Amici del teatro persegue poi obiettivi più mirati legati all’attenzione ai giovani e ai ragazzi proponendo l’attività teatrale, musicale e cinematografica come: • luogo di creatività, di impegno di espressività giovanile • possibilità di scoperta e di educazione al bello e all’arte • laboratorio di vita e di cultura 36 Modalità e strumenti L’attività cinematografica è gestita direttamente dal gruppo teatro e propone i più recenti e interessanti film del mercato cinematografico, in particolare quelli indirizzati alla fascia familiare. L’attività teatrale si distingue in: • attività gestita direttamente dal gruppo teatro attraverso una rassegna di Teatro amatoriale (Naveteatro), una dialettale (Nae a Naè) e una di Musical (Navelive) • attività proposte da altri gruppi interni o esterni all’oratorio (recital, concerti, musical dei gruppi catechistici,ecc…), manifestazioni varie in collaborazione con il territorio Collegata alla realtà del teatro e dell’espressione giovanile è nata l’esperienza di un gruppo musical che ha messo in scena dal 2000 al 2002 il musical di Tony Cucchiara Caino e Abele e che ha ora in cantiere un altro spettacolo. Da lungo tempo sempre collegata alla realtà del teatro è attiva la compagnia dialettale Cesare e Roberto che propone commedie in dialetto bresciano. 2. Animazione musicale: Sala Prove e Piccolo Coro Marcondirondello Come nasce L’animazione musicale in oratorio nasce intorno alla costruzione della sala prove che è animata da un gruppo che ne gestisce l’attività e la proposta dal anno 2000. Per quanto riguarda l’educazione al canto l’oratorio a partire dal 1999 ha costituito il Piccolo Coro Marcondirondello che propone ai bambini delle elementari e delle medie il canto corale per l’animazione liturgica e per l’animazione di momenti ricreativi in oratorio. Obiettivi e modalità • Per quanto riguarda il Coro Marcondirondello, il canto è proposto come occasione di festa: nel canto ognuno può esprimere la propria gioia, il proprio entusiasmo, le proprie emozioni e la lode sincera al Signore. Cantare è pregare due volte, diceva S.Agostino. Cantare è anche servizio alla comunità soprattutto nella liturgia domenicale e nei momenti grandi delle solennità e ricorrenze particolari • A livello giovanile, attraverso l’attività della Sala Prove si intende promuovere l’interesse positivo per la musica come modalità espressiva e momento di crescita in particolare rendendo disponibili gli spazi della sala prove e promovendo corsi di strumento, stage musicali, rassegne e concorsi per i ragazzi e i giovani. 37 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 3. Oratoriodinave.it: il sito Internet dell’Oratorio Come nasce Le nuove vie della comunicazione sociale sono un luogo che la pastorale giovanile dovrà sempre più conoscere e utilizzare per l’annuncio del Vangelo e per comunicare con i giovani. Dopo aver sperimentato l’utilizzo di internet con un sito legato all’esperienza del Fuori Campo (welcome.to/fuoricampo.it) e un minisito inserito in quello della Diocesi: www.diocesi.brescia/oratoriodinave.it L’oratorio a partire da giugno 2002 ha un suo sito internet www.oratoriodinave.it Obiettivi Gli obiettivi fondamentali sono • Presentare in forma organica e moderna attraverso la rete la vita, le attività, le persone e i progetti dell’oratorio di Nave • Rendere accessibili una serie di informazioni soprattutto al pubblico giovanile che utilizza sempre più questo strumento • Creare un’occasione si scambio con altre realtà oratoriane ed ecclesiali • Coinvolgere ragazzi e giovani nella gestione del sito rendendoli protagonisti di questa nuova attività dell’oratorio, in particolare attraverso l’aggiornamento delle pagine web 38 Modalità L’oratorio è dotato di una sala computer che è la sede di gestione del sito e che potrà sviluppare, attraverso la presenza di figure educative, un percorso intelligente di accostamento alla realtà multimediale in particolare con gli adolescenti. 4. Oratorio e politiche giovanili del territorio L’oratorio, come strumento operativo della pastorale giovanile della comunità cristiana, operando in un territorio ben preciso, si pone come interlocutore e come soggetto attivo nella costruzione delle politiche giovanili che il territorio va costruendo. La comunità cristiana di Nave ha coscienza del suo compito educativo nella città, per questo: • pensa che essere una parte della comunità umana che crede nell’evento della rivelazione di Dio sia una realtà che ne caratterizza l’identità. Essa sa che anche quando si interseca con la comunità civile e con le istituzioni, testimonia la carità e fa pastorale • si prende cura del bene degli uomini sull’esempio di Gesù nella sua attenzione ai bisogni dell’umanità • percepisce il processo educativo come forma della Carità di Cristo • evita di percepirsi come l’unica agenzia educativa di un territorio quasi fosse solo suo il compito di costruire la comunità degli uomini. Al tempo stesso interagisce con le istituzioni sui contenuti e i modi dell’educazione, convinta che non vi sia una neutralità educativa • la comunità cristiana di Nave ritiene il territorio il luogo in cui vive e cresce • Essa agisce nel territorio perché è consapevole della sua capacità, riconosciuta dallo Stato, di esercitare in quanto ‘ente giuridico legalmente riconosciuto’, ‘attività di religione e di culto attraverso la cura delle anime, la catechesi e l’educazione cristiana (legge retifica 121/1985) e attività diverse quali quelle di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura e, in ogni caso, le attività commerciali o a scopo di lucro’ (legge 222/1985). Inoltre la parrocchia si è vista riconoscere dalla Regione Lombardia ‘la titolarità ad essere Ente Gestore di unità d’offerta previste dalla Regione in campo minorile (art.5 Protocollo d’Intesa sugli Oratori) • Ritiene che le politiche giovanili non siano esclusiva di un ‘amministrazione, ma siano di una comunità, di un territorio. Per questo la comunità cristiana promuove in esso la crescita di un Patto Educativo tra i soggetti che hanno cura dei giovani, perché vi sia un raccordo forte dove sviluppare una riflessione comune in favore dei giovani. Le forme della collaborazione che si sono enucleate a Nave sono: • la stipulazione di un protocollo d’intesa con l’amministrazione Comunale di Nave che ha riconosciuto il valore sociale ed educativo dell’Oratorio (2000); 39 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • il riconoscimento regionale dell’Oratorio come Centro di Aggregazione Giovanile (1996); • la partecipazione a progetti per i giovani (legge 285 nel 2001). In questo momento lo strumento operativo della collaborazione a livello comunale è il Tavolo delle Politiche Giovanili del Comune di Nave; come Cag, il Collegamento Territoriale Provinciale e Zonale e, per la legge 285, il tavolo di progetto Luci nella Notte della Comunità Montana di Valle Trompia. a. Protocollo d’intesa tra Comune di Nave e Parrocchie di Nave, Muratello e Cortine sull’Oratorio Protocollo d’intesa tra l’Amministrazione Comunale di Nave e le Parrocchie di S.Maria Immacolata, S.Francesco d’Assisi e S.Marco per il riconoscimento della funzione sociale ed educativa svolte dalle Parrocchie mediante gli Oratori, la loro valorizzazione sul territorio e la definizione delle modalità di collaborazione in materia di politiche giovanili. Tra l’Amministrazione Comunale di Nave rappresentata dal Sindaco prof.Mauro Guerra e le Parrocchie: Maria Immacolata rappresentata da Don Antonio Tomasoni, S.Francesco D’Assisi rappresentata da Don Gianmario Chiari, S.Marco rappresentata da Don Francesco David. premesso che 1. Forti segnali di disagio, provenienti dal mondo giovanile, sono presenti anche nel Comune di Nave 2. È necessario concretizzare una scelta strategica nella linea della promozione delle attività per i giovani e della prevenzione del disagio attraverso un’ampia intesa del territorio intorno a un Patto Educativo. 3. Si rende opportuna la creazione di una rete di servizi e un tavolo di programmazione e coordinamento delle politiche giovanili del territorio di Nave. 4. Sul territorio operano le Parrocchie M.Immacolata, S.Francesco e S.Marco le quali tradizionalmente e storicamente hanno espresso ed esprimono un’attenzione educativa dei minori attraverso l’opera degli oratori 5. L’amministrazione Comunale e gli Oratori di Nave hanno già sperimentato una modalità di lavoro comune per quanto riguarda attività svolte nel periodo estivo e momenti di animazione culturale e sociale (es.mese della pace) Visto 1. Il Piano Socio-Assistenziale 1988/1990 della Regione Lombardia, punto 4.2.1.: “l’obiettivo innescato dalla L.R. 1/86 e del presente Piano è di prervenire a un sistema di servizi…che dia risposte flessibili e modulari di intervento, cioè un sistema all’interno del quale più unità d’offerta concorrano in un progetto 40 comune…”; 2. Il documento di programmazione economica regionale per il triennio 19982000 (DCR 15 ottobre 1997 n.5 del Progetto Strategico dell’area minori – anno 1999 della Regione Lombardia che prevede “l’incremento qualitativo dei centri di aggregazione giovanile sul territorio, tenendo presenti le realtà culturalmente e storicamente radicate quali ad esempio gli oratori; 3. Gli indirizzi generali del piano socio-assistenziale regionale per il triennio 1998-2000: devono trovare riconoscimento e sostegno tutte quelle agenzie con finalità aggregative e formative (oratori, Gruppi Organizzati) che operano nel tempo libero giovanile a condizione che accettino di condividere anche formalmente espliciti obiettivi di prevenzione; 4. Visto il protocollo d’intesa fra Assessorato Regionale alla Famiglia della R.L. e Diocesi di Brescia relativamente al riconoscimento della funzione sociale ed educativa degli Oratori e loro valorizzazione sul territorio lombardo stipulato nel dicembre 1999; 5. Quanto già espresso nel Piano d’intervento del Settore Servizi Sociali 1998 “l’Amministrazione Comunale soprattutto, in questo delicato settore d’intervento non può immaginare di mettere in campo da sola iniziative efficaci. Altre sono le formazioni sociali (famiglia, scuola, oratori e CAG, associazioni sportive) che quotidianamente incontrano i giovani. Solo un lavoro in rete in cui l’Amministrazione Comunale collabori con gli enti formativi potrà essere davvero efficace” 6. La relazione revisionale e programmatica del bilancio 2000: “Nodo strategico sarà la capacità di lavorare in rete da parte di tutte le realtà presenti, predisponendo iniziative comuni d’intervento sul territorio e sulle politiche giovanili”. Si conviene 1. L’Amministrazione Comunale riconosce l’oratorio quale soggetto sociale educativo importante sul territorio, all’interno di una strategia d’intervento che, nel rispetto delle competenze e funzioni del medesimo, parta dalla comune condivisione degli obbiettivi di prevenzione del disagio giovanile e promozione della crescita; 2. Le Parrocchie si impegnano attraverso gli oratori a prendersi cura della condizione minorile con una visione globale, oltre alla parte confessionale; 3. La valorizzazione e il riconoscimento di modalità di collaborazione già in atto tra i servizi sociali dell’Amministrazione comunale e gli Oratori, in relazione a centri estivi, mese della pace ed estensione di tali modalità ad altre unità d’offerta (es. centri di aggregazione giovanile); 4. L’impegno delle parti a collaborare e consultarsi reciprocamente, al fine di definire politiche giovanili condivise, seppur nel rispetto delle proprie peculiarità; 5. L’impegno delle parti a rispondere alle necessità di formazione degli operatori e di sostegno alle famiglie; 6. L’impegno del Comune a definire con successivi atti, modalità ed azioni a sostegno del presente accordo. 41 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave I sottoscritti si impegneranno ad attivare un tavolo di coordinamento e progettazione, in cui saranno presenti i firmatari del presente atto, estendendo l’invito a partecipare ad altre realtà significative del territorio (quali scuole, società sportive ecc….). Il tavolo si porrà i seguenti obiettivi: • rilevazione periodica dei bisogni della popolazione giovanile del territorio per la “formulazione di ipotesi di programmazione in relazione alle politiche giovanili”, • messa in rete” delle attività progettate dalle singole parti, • progettazione di attività e momenti significativi comuni (es. mese della pace) • Nello specifico per l’anno 2000 la collaborazione tra le parti verterà sulle seguenti iniziative: • Progetto di “lavoro di strada” che verrà finanziato tramite la Legge Turco e successivi contributi regionali. In relazione a questo, come affermato nella presentazione del progetto, le parti si impegnano a definire le linee di programmazione comuni e la gestione di momenti animativi integrati, • Incremento qualitativo dei centri di aggregazione giovanile e di definizione di linee di programmazione condivise al fine di proporre un’unità d’offerta complementare del territorio • Riproporre la programmazione e gestione comune del mese della pace, • Programmazione integrata delle attività estive, • Attivazione di momenti formativi comuni, rivolti agli attori significativi (operatori, genitori, ecc….) in relazione alla problematica giovanile. Letto, confermato e sottoscritto. IL SINDACO DEL COMUNE DI NAVE Prof. Mauro Guerra Il Rappresentante Legale PARROCCHIA S.MARIA IMMACOLATA Don Antonio Tomasoni Il Rappresentante Legale PARROCCHIA S.FRANCESCO D’ASSISI Don Gianmario Chiari Il Rappresentante Legale PARROCCHIA S.MARCO Don Francesco David Approvato dal Consiglio Comunale di Nave nel Gennaio 2000 42 b. Linee dell’Oratorio C.A.G. L’Oratorio di Nave è un Centro di Aggregazione Giovanile. Questa affermazione richiede una sua chiarificazione. Anzitutto va ripresa la definizione di Centro di Aggregazione Giovanile secondo il Piano Socio-Assistenziale della Regione Lombardia (1988): • È un’unità di offerta per la generalità dei giovani. Esso ha lo scopo di offrire un’ampia gamma di opportunità di impegno e di utilizzo del tempo libero tese alla prevenzione del disagio e alla promozione dei giovani (con funzioni aggregative, ascolto, formativo e accompagnamento) Ora per noi Il C.A.G. é l’Oratorio L’Oratorio nel suo insieme con tutte le sue attività si riconosce come C.A.G. Il C.A.G. non è un’attività particolare dell’Oratorio, ma l’Oratorio in quanto tale. L’Oratorio fa C.A.G. facendo l’Oratorio. Ha un progetto educativo che si ispira al Vangelo. Ma l’Oratorio è più di un C.A.G. in quanto è uno spazio di annuncio, di proposta, di fede e di catechesi. 1. Rapporto tra Oratorio e C.A.G. L’oratorio di fatto svolge un servizio tra i giovani che può essere assimilabile al C.A.G. • agisce sul tempo libero dei ragazzi e dei giovani • si rivolge alla generalità dei giovani intenzionalmente aperto a tutti • è spazio libero di incontro, di relazione, di gioco • ma è anche spazio di offerta di proposte programmate, di attività di gruppi • c’è la presenza di figure educative Di fatto per molti ragazzi e giovani della nostra comunità rimane punto di riferimento per l’incontro, l’aggregazione, il gioco, la formazione. Se l’oratorio prende sul serio il suo mandato educativo nei confronti del mondo giovanile, l’attività complessiva dell’oratorio può accedere al riconoscimento di Centro di Aggregazione Giovanile. Quindi il rapporto C.A.G. e oratorio viene da noi interpretato • Non come un’attività particolare dell’oratorio, ma l’oratorio in quanto tale che esprime il suo servizio verso i giovani. L’Oratorio fa C.A.G. facendo oratorio, non fa supplenza, né fa altro rispetto a quanto gli compete. Quest’impostazione non crea difficoltà di integrazione con il progetto educativo dell’oratorio. • Laddove il C.A.G. si percepisse come una parte dell’attività dell’oratorio va ribadito il riferimento continuo del Progetto del C.A.G. al Progetto Educativo dell’Oratorio da cui esso trae ispirazione e linee di azione. In entrambe le modalità entrare nel circuito C.A.G. certamente esige una 43 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave serietà di progettazione, e l’attivazione di risorse, soprattutto di personale, ma questo è già esigito dal progetto educativo dell’oratorio, che non vuole limitarsi all’incontro di catechismo e all’offerta di spazi liberi o ancora alla mera assistenza. 2. La catechesi e la proposta di fede nell’Oratorio C.A.G. È irrinunciabile per un oratorio la proposta esplicita di fede e l’offerta di itinerari di fede. Il fare C.A.G. non può portare un oratorio a rinunciare alla proposta di fede e a un’attività catechistica. Dall’altra parte il C.A.G. è un servizio intenzionalmente aperto a tutti, anche a coloro che non intendono aderire a una proposta di fede cristiana. È un nodo che richiede un approfondimento. Non rinunciare alla proposta di fede non significa però richiedere ai giovani come condizione di accesso all’oratorio e alle attività che propone, l’appartenenza alla fede cristiana e la partecipazione alle proposte di catechesi. Questo di fatto già avviene, nel nostro oratorio, in particolare, riguardo alle fasce adolescenziali e giovanili. La catechesi e i cammini di formazione rappresentano il cuore dell’oratorio e hanno una precedenza su tutte le altre attività; con questo non si intende affermare che le altre attività siano secondarie o marginali e neppure funzionali alla catechesi. Anche le altre attività sono fondamentali all’oratorio, pena la riduzione dell’oratorio a catechesi. Il C.A.G. non è pensato solo come spazio aggregativo e ricreativo, ma come luogo educativo; questo lo si deduce, oltre che dagli obiettivi indicati dalla Regione per questo servizio, dai requisiti gestionali che richiedono la presenza di educatori professionali. Come ambito educativo che intende servire la globalità della persona del giovane, un C.A.G. non dovrebbe trascurare la dimensione religiosa (in senso ampio). Per cui, se la catechesi non va considerata come attività del C.A.G., in quanto espressione di un impegno missionario specifico della comunità cristiana nei confronti dei giovani, l’attenzione nei confronti della dimensione spirituale con iniziative volte ad attivare una ricerca religiosa hanno pieno diritto di stare nel C.A.G. 3. Gli educatori dell’Oratorio e quelli del C.A.G. L’Oratorio e il suo progetto educativo precede, viene prima del C.A.G., per cui alla base rimane il progetto educativo dell’oratorio che viene a coincidere, nella quasi totalità, con il progetto C.A.G. indicato nel piano regionale. Il soggetto del progetto oratorio è la comunità cristiana che si esprime poi nella comunità educativa dell’oratorio, per cui questa rimane il riferimento ultimo del C.A.G.oratorio. Gli educatori dell’oratorio sono anche gli educatori del C.A.G. Gli educatori professionali assunti hanno nella comunità educativa dell’oratorio il luogo di progettazione e di confronto e come riferimento il progetto educa- 44 tivo dell’oratorio. Gli educatori assunti interpretano la necessità di dare continuità al servizio, competenza alla progettazione, coordinamento e stimolo alla presenza del volontariato che resta la ricchezza più grande e la risorsa principale del C.A.G.oratorio. Il rapporto assunti-volontari non va mai letto in termini di sostituzione. Se il volontariato cominciasse a defilarsi sarebbe necessario rileggere il ruolo degli educatori assunti. 4. L’oratorio nel circuito dei C.A.G. Entrare nel circuito C.A.G. non deve diventare una svendita della proposta educativa dell’oratorio e neppure una perdita del proprio specifico: si è C.A.G. in quanto si è oratorio Aspetti positivi di questa scelta: - Prendere coscienza ciò che facciamo come oratorio è un servizio al territorio, e che si concretizza nel partecipare in forma esplicita a un progetto dell’ente pubblico. - Permette di dare rilevanza dell’opera educativa dell’oratorio all’interno di un territorio. - Stimolare l’oratorio a investire in risorse e personale nell’azione educativa - Domanda all’oratorio di tradurre le affermazioni di principio e di valore in scelte operative, concrete, progettazione e programmazione. - Un beneficio economico da reinvestire nell’oratorio per un’azione educativa con più risorse. - Permette di avere voce in capitolo riguardo agli indirizzi delle politiche giovanili c. Progetto Settimana della Pace Come nasce Dal 1998 gli oratori di Nave, Muratello e Cortine hanno proposto in collaborazione con gli Assessorati ai Servizi Sociali e alla Cultura del Comune di Nave una serie di iniziative di sensibilizzazione sul tema della pace nel mese di gennaio che culminano con la Settimana della tenda della Pace Obiettivi Con questa proposta si intende • Proporre iniziative capaci di coinvolgere il maggior numero di forze istituzionali, sociali, culturali, religiose presenti nel territorio per creare legami d’interazione e collaborazione reciproca, in particolare tra quelle agenzie che hanno a cuore l’educazione dei giovani • Attraverso proposte diversificate mirare al coinvolgimento diretto della persona 45 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • Immettere nel territorio stimoli perché cresca un atteggiamento di attenzione, ascolto e di impegno davanti alle situazioni di disagio, di violenza, di guerra presenti nel contesto sociale particolarmente a quelle che interessano i giovani • Superare l’idea che la pace è solo assenza di conflitti armati per accoglierla come atteggiamento anzitutto interiore, nuova modalità di rapporti tra le persone e i soggetti sociali, valorizzazione delle diversità e gestione dei conflitti sociali. Destinatari Anzitutto i giovani e gli adolescenti del Comune di Nave, gli educatori e le varie realtà del territorio e in ultima istanza tutta la cittadinanza a cui è rivolto il messaggio che di anno in anno viene proposto Modalità e strumenti La proposta è preceduta normalmente da una fase di preparazione che vede coinvolto il tavolo comunale delle politiche giovanili, gli animatori degli oratori e i giovani che poi vivranno direttamente la proposta. È un tempo di sensibilizzazione e di approfondimento del tema per poi poter costruire le attività da proporre. Seguono una serie di incontri di sensibilizzazione sul tema e poi la Settimana della Tenda della Pace che costituisce il centro dell’iniziativa. Linee fondamentali dell’esperienza Durante l’ultima settimana di Gennaio viene collocata nei vari punti del paese una tenda, segno della presenza della Pace in mezzo alle nostre case, in cui stazionano giorno e notte adolescenti e giovani. Intorno alla tenda in vari momenti della giornata si svolgono momenti di preghiera, riflessione, incontro, testimonianza, aggregazione che intendono sviluppare la tematica scelta nell’anno e che, in tal modo, viene presentata a vari destinatari (scuole, adulti, giovani, amministratori, associazioni…) Normalmente la settimana si chiude con una Fiaccolata per le vie del paese e un momento comune conclusivo nel Teatro S.Costanzo. 46 Area dell’evangelizzazione e della catechesi 1. Progetto di catechesi Il primato della catechesi, nella pluralità delle proposte, è fortemente riconosciuto dal Progetto Educativo dell’Oratorio della Diocesi di Brescia (1988). Essa, dice il Libro del Sinodo Diocesano: “sarà considerata l’impegno primario ed essenziale, assolutamente irrinunciabile”. La catechesi, e non solo l’iniziazione cristiana, è il primo servizio che la comunità educativa dell’oratorio compie nei confronti di coloro che nella Chiesa sono stati generati alla fede nel battesimo e che vanno accompagnati alla maturità della fede adulta. Questo vale per i bambini, i preadolescenti, gli adolescenti e i giovani. a. Bambini Come nasce La catechesi dell’iniziazione cristiana dei bambini delle elementari è un ambito primario della formazione dell’oratorio. Essa nasce dall’esigenza della parrocchia di trasmettere i fondamenti per una scelta cristiana adulta e conduce i bambini ad accogliere il dono dei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia. Obiettivi L’obiettivo generale è quello di compiere il cammino dell’iniziazione cristiana. Ciò avviene secondo le seguenti tappe: • L’anno della Gratitudine: introduzione alla fede • Scoprire la persona di Gesù • Il tempio come casa di Dio • Le preghiere del buon cristiano • L’anno del Perdono: il sacramento della Riconciliazione (2a elementare) • Conoscere l’insegnamento di Gesù che perdona e usa misericordia • Scoprire i primi elementi del sacramento della Penitenza • L’anno della Condivisione: la messa di prima comunione (3a elementare) • Scoprire il significato del Battesimo attraverso la conoscenza dei segni liturgici • Il significato cristiano della domenica • Conoscere i diversi momenti dell’Eucarestia • L’anno dell’Incontro • Conoscere nei vangeli alcune chiamate di Gesù • Far prendere coscienza che la vita cristiana è vocazione a seguire Gesù • I sacramenti come segni di salvezza 47 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • L’anno dell’Appartenenza • I comandamenti e il loro significato per la coscienza e la vita dei cristiani • Il primato del comandamento dell’Amore • La comunità parrocchiale nei diversi ministeri • L’anno biblico: la storia della salvezza Destinatari I bambini dai 6 agli 11 anni • Per il gruppo catechisti sono previsti incontri periodici di formazione biblico, teologica, spirituale e metodologica. Inoltre e curata una programmazione a seconda delle diverse tappe dell’itinerario nella costruzione degli incontri specifici di catechesi. Per favorire la vita del gruppo catechisti sono proposte giornate di fraternità e convivenza e tutti gli appuntamenti che riguardano l’intera Comunità Educativa dell’Oratorio. b. Preadolescenti Tempi, modalità e strumenti Incontri di catechesi in gruppo: giovedi’ o sabato ore 14.30 –16.00 Celebrazioni catechistiche: • Prima e Seconda elem: Liturgie della Parola di introduzione all’Eucarestia nelle domeniche di Avvento e Quaresima alle 9.30 • Terza elem: Rievocazione Battesimale e Presentazione dei comunicandi alla comunità parrocchiale • Quinta elem: Rivisitazione della Pasqua Ebraica Ritiri Spirituali: prima dei sacramenti e nei tempi forti Esercizi spirituali : in concomitanza con la comunità parrocchiale Rosario nelle contrade e pellegrinaggio mariano zonale nel mese di maggio Gruppo ministranti per i maschi Linee dell’esperienza Il progetto è affidato al gruppo dei catechisti più adulti coordinati da una responsabile. In questo tempo intendiamo dare priorità a una figura di catechista adulto nella fede che, veicolando meglio l’aspetto contenutistico della verità e celebrativo della vita cristiana, faccia leva sulla capacità di apprendimento cognitivo dei bambini. Altresì l’aspetto cognitivo resta nella misura di una preminenza e non in termini assoluti all’interno di un progetto di catechesi che tiene comunque conto di una necessaria attenzione esperienziale e spirituale della catechesi. Da qui è nata una programmazione catechistica che distribuisce i contenuti dei catechismi CEI “Io sono con voi” e “Venite con me” nell’arco dei cinque anni, più un anno detto “biblico” che tiene conto della prima unità di “Sarete miei testimoni”, L’itinerario integra poi aspetti dello svolgimento dell’anno liturgico, delle tappe sacramentali, dell’interesse e esigenze dei fanciulli e di altri obiettivi previsti dal piano pastorale parrocchiale e diocesano. Aitre linee di questo progetto riguardano la formazione dei genitori e del gruppo catechisti: • Per i genitori di seconda e terza elem. sono previsti incontri formativi mensili, la partecipazione alle celebrazioni catechistiche, e il ritiro spirituale di una giornata con i figli alla vigilia della Prima Comunione. Ogni anno è raccomandato il rapporto personale dei catechisti con i genitori del proprio gruppo. 48 Come nasce L’itinerario di educazione alla fede dei preadolescenti nasce dalla consapevolezza della comunità ecclesiale di avere una Bella Notizia da offrire ai preadolescenti, i quali vivono una particolare situazione di crescita umana e religiosa. Il tentativo prevede l’idea che la catechesi coinvolga la vita dei preadolescenti e le loro domande di senso e di fede. Obiettivi Proporre un cammino formativo accogliente e disponibile per tutti i preadolescenti che coinvolga la loro vita, le loro energie e il loro entusiasmo con la loro vita di fede attraverso momenti di approfondimento della Parola di Dio, di riflessione, di ascolto, di confronto, di preghiera e di servizio all’interno della nostra comunità ecclesiale. 49 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave L’itinerario tiene conto di obiettivi intermedi riformulati attraverso delle tappe, che coinvolgono le quattro aree della personalità del preadolescente: 1. Identità Personale: accettare se stesso come soggetto che cambia mentre si apre agli altri e alla vita come mistero 2. Incontro con Gesù Cristo: attraverso i suoi testimoni, come l’amico che ci rivela Dio come Padre appassionato alla vita, e che accoglie e impegna la propria voglia di vivere 3. Appartenenza Ecclesiale: scoprire che vivere in gruppo da amici e celebrare insieme la vita con Gesù è già essere Chiesa. 4. Vocazione: vivere l’amore alla vita quotidiana come impegno di scoperta, di ascolto e di risposta al Signore Gesù che chiama Destinatari I preadolescenti dai 12 ai 14 anni che iniziano il cammino di preparazione al Sacramento della Confermazione che riceveranno all’inizio della prima superiore. Tempi, modalità e strumenti • Incontro di gruppo settimanale • Esperienze residenziali e di Ritiro • Esperienze di approfondimento e servizio liturgico (preparazione S.Messa domenicale — Veglie —Celebrazioni Penitenziali — Esercizi Spirituali) • Esperienze di animazione teatrale legate all’itinerario catechistico (Recital) • Esperienze aggregative e ludiche proposte dall’Oratorio (Carnevale — Grest — C.a.g.- Campi estivi- feste dell’Oratorio) • Esperienze di partecipazione ad iniziative ecclesiali diocesane per preadolescenti (Roma Express- Incontro Vescovo-cresimandi) • Esperienze di apertura e di servizio caritativo • Esperienze di accompagnamento formativo biennale per i genitori Linee dell’esperienza Il progetto per i preadolescenti assume la dimensione esperienziale come scelta prioritaria di apprendimento e di completamento dell’itinerario di iniziazione cristiana con il Sacramento della Confermazione. Anche l’introduzione di giovani catechisti ha di mira la proposta di un processo di identificazione in modelli positivi di giovani cristiani. Esperienze di fede e di vita significative e la rilettura di esse, più che i contenuti della fede, sono al centro di questo itinerario in particolare: • Esperienze di gruppo che permettano un rapporto operativo con gli altri, un fare insieme, una fatica di mettersi in contatto e a confronto e con la vita e le esperienze degli altri. • Esperienze radicate e vissute in Oratorio, come luogo ideale e privilegiato 50 dove un preadolescente possa “giocare” le proprie energie ed il proprio entusiasmo di ragazzo/a in crescita. • Esperienze ritmata dallo stile dell’animazione con l’attenzione di coniugare il cammino formativo di preparazione al Sacramento della Confermazione con un’esperienza che mobiliti la loro vita, affinchè possano cogliere che la fede gioca un ruolo importante nella loro esistenza (integrazione fede-vita). • Esperienze che investono tutti e ciascuno, anche se con titoli e risonanze diverse, e che favoriscono un cammino di ricerca di senso e di scoperta di avere un contributo da offrire, dove a qualcuno è richiesto la responsabilità di testimoniare più intensamente e con forza, ad altri di intravedere meglio la meta, ad altri ancora di ricordarla a tutti con insistenza e fermezza. • Esperienze guidata da educatori giovani, non per rendere più brillante l’attività del gruppo, ma perché diventino i compagni di viaggio, altri discepoli in cammino con loro, e che possano, attraverso l’azione educativa, illuminare l’esperienza dei preadolescenti con una fede giovane e gioiosa. • Esperienze che favoriscano il passaggio graduale al gruppo adolescenti. Anche in questo progetto centrale è il ruolo del gruppo dei giovani catechisti che coordinati da una responsabile cura la programmazione e le tappe dell’itinerario. La formazione degli educatori si integra con il cammino giovanile e con alcuni corsi e incontri specifici sulla catechesi. c. Adolescenti Come nasce Il progetto educativo rivolto agli adolescenti parte dall’esigenza di accompagnare, in un cammino formativo, i ragazzi che hanno ricevuto il Sacramento della Cresima. Dopo la Cresima infatti si verifica un certo allontanamento dell’adolescente dall’esperienza di fede e dalla vita della comunità ecclesiale. In continuità con il cammino dei preadolescenti è per noi importante fare in modo che gli adolescenti trovino in oratorio un luogo dove continuare a crescere nella fede e nella vita. Obiettivi L’esperienza di formazione ha come punto di partenza la vita dei ragazzi ed è caratterizzato dalla scelta fondamentale del gruppo, anche se esso non è più percepito come un tempo, il luogo più naturale e spontaneo di vita dell’adolescente. Questa scelta presenta comunque alcuni vantaggi: • Continuità della proposta: gli adolescenti sono affiancati da giovani più grandi che camminano con loro da prima della Cresima e che li conducono verso il raggiungimento di una consapevole scelta di fede. Intorno ai diciotto anno si colloca il passaggio in una proposta di confronto più tipicamente giovanile. 51 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • Stabilità di relazioni tra i ragazzi e tra ragazzi-animatori: la relazione interpersonale è curata principalmente nel gruppo, ciò dà la possibilità di un rapporto costante e personalizzato di confronto, di crescita e di scambio. • Crescita del senso di appartenenza: come risposta all’esigenza dell’adolescente di “sentirsi di qualcuno”, di far parte di una realtà più grande che non si limita ad essere parte del gruppo dei pari, ma che dà occasioni di approfondimento di temi significativi nell’adolecenza. Un attenzione che il gruppo deve avere è quella di essere sempre aperto, accogliente e disponibile anche nei confronti di chi è ai margini del gruppo stesso. • Esperienze significative: l’incontro settimanale non basta per aiutare l’adolescente a compiere scelte importanti, ma va integrato con la proposta di esperienze significative in cui la relazione interpersonale, la vita del gruppo, la proposta di fede e di crescita trovano una più adeguata collocazione. Tempi e modi certamente più opportuni permettono inoltre di creare legami più forti e una conoscenza più profonda tra ragazzi e animatori e tra ragazzi stessi. Esperienze come la tenda della pace, i campi estivi e invernali, l’incontro con testimonianze di fede, le proposte di volontariato, i ritiri in preparazione al Natale e alla Pasqua, gli esercizi spirituali, la messa dei giovani, le proposte di preghiera zonale, la raccolta di San Martino, Carnevale, Assisi…sono alcune di quelle già sperimentate. • 4 sup: Io e Dio: la mia scelta di fede e la vita cristiana. La mia risposta alla chiamata di Dio nella chiesa e nel mondo. Il cammino annuale è contrassegnato dalle esperienze forti che fanno da sintesi e di rilancio dei temi trattati nell’anno. L’ esperienza di gruppo presenta però anche dei limiti oggi: • Il gruppo rischia di essere selettivo quando è costituito • È difficile avere una relazione interpersonale con chi non si sente identificato con il gruppo. • La vita del gruppo e le dinamiche che in esso si sviluppano sono molto dirompenti per la fatica degli adolescenti a gestire le relazioni interpersonali • Parallelamente all’esperienza di gruppo tutti gli adolescenti sono utenti di un informale accoglienza nei luoghi di soglia (bar, portico, piazzetta). Per questo sarà importante investire su figure educative “sulla soglia” da affiancare a chi non fa già parte di un gruppo definito e per integrare il gruppo con il resto del mondo degli adolescenti. Come nasce Il gruppo giovani nasce dall’esigenza - dare continuità al riferimento formativo e di condivisione per coloro che hanno compiuto l’itinerario nei gruppi adolescenti - creare un unico punto di incontro di tutta la realtà giovanile della comunità aldilà degli ambiti di servizio che ciascun giovane può svolgere dentro e fuori dall’oratorio per vivere insieme un medesimo itinerario di fede e di catechesi - dare anche a chi non è inserito in gruppi di animazione o attività oratoriane o parrocchiali un occasione di crescita cristiana verso la maturità della fede L’itinerario di gruppo si snoda su alcune tappe • 1 sup: Io e la vita: identità, valori e ricerca del senso dell’esistenza. In novembre è collocata la celebrazione del sacramento della cresima e il lancio dell’ esperienza di gruppo. • 2 sup: Io con gli altri: essere protagonisti nella vita e scegliere di giocarla nella libertà per qualcosa che vale assumendo uno stile di accoglienza e stima verso tutti. L’amicizia, l’amore, la sessualità come ricchezza. • 3 sup: Io nel mondo: apertura alla società ai problemi del mondo, il senso del servizio e del dono di sè agli altri. 52 Modalità e strumenti La catechesi e l’animazione degli adolescenti trova il suo punto di forza nel gruppo animatori. Esso • Deve essere in collegamento con le altre realtà che lavorano con gli adolescenti (gruppi sportivo, gruppi scout, fuori campo ) • Effettuare un analisi continua della mutevole realtà degli adolescenti. • Sostenere le proposte comuni come follest, ritiri, esercizi spirituali, momenti di animazione e servizio. • Accompagnare i ragazzi nelle esperienze significative proposte durante l’anno. L’introduzione graduale in ambiti di servizio in oratorio e fuori permette poi lo sviluppo in alcuni adolescenti di rigiocarsi da giovani all’interno dell’ambito educativo come animatori. Le esperienze più significative di servizio sono certamente il grest, lo sprinter, lo smile… d. Giovani Obiettivi Fondamentale è formare adulti nella fede, attraverso un confronto costante con la Parola di Dio, la preghiera, i sacramenti, l’accompagnamento spirituale vocazionalmente orientato e il magistero della Chiesa Modalità e strumenti Il gruppo giovani è composto di giovani di varie età (dai 18 anni in su). Dopo la quarta superiore viene infatti proposto a tutti un medesimo itinerario formativo che nell’incontro si sviluppa normalmente in una proposta comune ripresa successivamente in gruppi più piccoli differenziati a seconda dell’età per favore lo scambio e poi ripresi in un momento assembleare. Il sussidio fondamentale è il catechismo dei giovani CEI “Venite e vedrete”. 53 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave movimento internazionale nasce ben prima, all’ inizio del ‘900. Lord Baden Powell (per gli amici B.P.) Torna a Londra vittorioso dopo la famosa battaglia di Mafeking (217 giorni di assedio prima dell’arrivo dei rinforzi!) svoltasi durante la guerra in Africa contro i boeri e trova giovani svogliati e annoiati che nulla fanno per la patria. Parte così l’idea di un primo campo scout, rivolto soprattutto a ragazzi di strada con poche idee e pochi ideali, che si svolge sull’isola di Brownsea e ovviamente capitanato da B.P. Cosa fanno questi primi scout? Di tutto: costruirsi la tenda dove dormire, cucinare, chiacchierare intorno al fuoco, imparare ad orientarsi, a cercare tracce... E dall’Inghilterra il movimento si espande in tutto il mondo. Destinatari I bambini dagli 8 anni fino ai giovani di 20 anni. Il nostro gruppo ha pensato nel suo progetto educativo di porre maggiormente attenzione a chi presenta una situazione familiare - economica – sociale disagiata. Il gruppo è coordinato da un sacerdote responsabile e da un gruppo di giovani che fungono da facilitatori all’interno dei gruppi di scambio e che sostengono la programmazione e il coordinamento della proposta formativa. I temi sono normalmente concordati all’interno del gruppo e possono vedere la presenza di relatori o testimoni significativi. Il gruppo ha uno stile prettamente catechetico e culturale in senso cristiano e viene poi integrato dai momenti delle proposte della spiritualità giovanile e dell’animazione del tempo libero. Gli incontri sono normalmente quindicinali. In inverno e in estate sono proposte esperienze significative di gruppo o per singoli (es. Africa, Santiago de Compostela, Taizè, GMG, Loreto, Barbina, Assisi…) 2. Cammini Associativi La proposta di cammini associativi nel progetto educativo dell’oratorio mira a porre un’attenzione particolare a una peculiare crescita della vocazione laicale all’interno della comunità cristiana, secondo le indicazioni anche più recenti dell’episcopato italiano, attraverso modalità di educazione alla fede e di appartenenza ecclesiale differenziate. In particolare l’Oratorio di Nave propone l’Agesci e l’Azione Cattolica. a. Agesci: Gruppo Scuot Nave 1 Come nasce Dopo qualche anno di pausa alcuni ex capi scout si ritrovano e decidono di riproporre anche a Nave questa avventura: era il 1986. Ma lo scoutismo come 54 Obiettivi L’obiettivo fondamentale rivolto ai ragazzi di 20 anni, che già si persegue con i bambini, è quello di creare l’uomo/donna della partenza: una persona in grado di scegliere cosa fare della propria vita, in grado “di guidare da sé la sua canoa”(B.P.) Basandosi su tre principi: • Il servizio agli altri (non necessariamente all’interno dello scautismo) • La scelta di fede che ha come modello Gesù • L’essere un buon cittadino del mondo partecipe ed interessato a ciò che succede. Modalità e strumenti Il metodo educativo utilizzato dell’associazione è quello dello scoutismo i cui principi fondamentali si trovano nell’opera di B.P., sono attualizzati nello statuto e nel patto associativo e tradotti in un modello educativo maturato progressivamente nell’esperienza dei capi. Essi sono perseguiti nelle varie branche in maniera adeguata all’età, rispettando i tempi di crescita dei singoli e della comunità. Essi sono: • Metodo attivo: lo scoutismo si realizza in attività concrete proposte al/alla ragazzo/a, che sono incoraggiati ad imparare con l’esperienza e la riuscita ed anche attraverso i propri eventuali errori. Lo stile con il quale si propongono le attività è l’imparare facendo. • Formazione globale della persona in base ai 4 punti di B.P.: 1. Formazione del carattere 2. Salute e forza fisica 3. Abilità manuale 4. Servizio al prossimo 55 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • Autoeducazione: un cammino che renda protagonisti il ragazzo/a della propria crescita. Tale percorso si sviluppa attraverso una graduale e consapevole progressione, nello spirito della legge e della promessa. • Educazione al servizio: l’intera proposta educativa scout ha il suo fine nella scelta di servire, conseguendo così la propria felicità procurandola agli altri. • Educazione alla fede: l’annuncio del vangelo anima tutta la proposta scout. L’itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita di ognuno dentro e fuori le attività scout, per portare i ragazzi a comprendere come la parola di Dio illumini tutta la realtà della vita. • Coeducazione: riconoscimento e consapevolezza della diversità, della specificità e originalità di ogni persona anche in termini affettivo-sessuali. • Educazione politica: è una scelta di solidarietà intesa ad affermare e difendere il rispetto della persona in quanto tale. È una scelta di partecipazione attiva alla società. • Educazione alla natura: la vita all’aperto risponde al bisogno di avventura, insegna la semplicità e l’essenzialità, sviluppa il senso di solidarietà ed è il luogo migliore per l’esperienza scout. Linee guida dell’esperienza Riassumiamo gli elementi specifici delle singole branche: 1. Lupetti/Coccinelle (bambini dagli 8 agli 11 anni) • Attenzione al gruppo • Motto “del mio meglio” Lo strumento fondamentale è il gioco, un gioco non fine a se stesso, ma come modo per misurarsi con se stessi, per conoscere il proprio corpo e i suoi limiti, per entrate in relazione con gli altri, per conoscere qualcosa di nuovo. Altrettanto importanti sono: • L’ambiente fantastico: che facilita l’inserimento dell’adulto nel mondo del bambino e la proposta di personaggi concreti sia positivi che negativi (“le storie di Mowgli” e “sette punti neri”). Il racconto è narrato e il linguaggio dell’ambiente fantastico costituisce la “parlata nuova”che offre all’adulto uno strumento di comunicazione comprensibile al bambino/a. • La legge, promessa e motto :come impegni concreti da portare avanti. • La progressione personale, che si basa sui 4 punti di BP, è molto importante nell’instaurarsi del rapporto capo-ragazzo. Si realizza con proposta di piccoli impegni concreti da “cacciare” con gli animali della giungla ( Akela, Bagheera, Kaa e Baloo ) e viene evidenziata da un percorso reale (il disegno della rupe). • Le specialità: strumento di completamento della progressione personale sono volte a sviluppare le capacità individuali. Il tutto è svolto nella dimensione di gruppo vissuto in un clima di famiglia felice. 56 Gli L/C sono suddivisi in sestiglie (piccole famiglie) più per un discorso organizzativo che educativo. Tutti i momenti importanti sono sottolineati con apposite cerimonie secondo le tradizioni del Gruppo. 2. Esploratori/Guide (dai 12 ai 16) • L’attenzione è alle squadriglie • Il motto è “siate pronti” Il centro della vita di reparto sono le squadriglie; esse sono gruppi monosessuati di circa sei persone che gestiscono le loro attività, i loro soldi, i loro materiali. Qui il ragazzo è aiutato ad acquisire maggiore sicurezza in se stesso e ad aprirsi agli altri, grazie al clima di fiducia e allo stimolo alla corresponsabilità. Lo strumento fondamentale è l’avventura; ispirata alle reali vicende della vita e basata su tutte le tecniche dello scouting (topografia,pionieristica,cucina...) che stimolano i ragazzi all’assunzione di responsabilità, alla capacità di risolvere i problemi e alla collaborazione reciproca fra gli squadriglieri. Lo spirito del gioco è presente anche in reparto e coinvolge ogni attività così da finalizzarle ad uno scopo appassionante. La dimensione del gioco, data l’età dei ragazzi e delle ragazze e strumento decisivo per affrontare e sperimentare problemi complessi come quello dello sviluppo sessuale. La crescita personale è stimolata ed aiutata da un sistema di progressione personale chiamato sentiero ed è attuato in modo da rendere il ragazzo attore delle scelte che fa e dei traguardi che si pone. A riguardo sono importanti: le specialità (sia individuali che di squadriglia, il servizio al prossimo, l’osservanza della legge e la promessa scout). 3.Rover/Scolte (dai 16 anni in poi) • L’attenzione è al singolo • Il motto è “servire” È la branca dei ragazzi dai 16 anni in su. Gli strumenti fondamentali sono: • La strada: la comunità r/s vive i suoi momenti più intensi in cammino, la strada permette di conoscere e superare se stessi, da’ il gusto dell’avventura; portare a lungo lo zaino e dormire sotto la tenda insegnano l’essenzialità. Camminare nella natura insegna a vedere le cose e se stessi come creature di Dio. • La comunita’: aiuta ogni ragazzo a scoprire e maturare la propria vocazione personale; è il luogo dove tutti possono esprimersi e sperimentare la propria responsabilità all’interno di un gruppo. • Il servizio: si svolge, con esperienze concrete, sia in ambiti associativi che in ambiti extra-associativi e deve essere preceduto da opportune riflessioni sulla sua utilità e motivazione. La scelta del servizio è uno dei punti fondamentali per la presa della partenza. 57 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave La comunità R/S è divisa in: 1. Noviziato: per i ragazzi al primo anno di esperienza R/S. È l’anno in cui i ragazzi scoprono gli elementi fondamentali del metodo (strada, comunità....) E li fanno propri. 2. Clan: è il luogo e il tempo delle scelte, della fedeltà e di maggiore responsabilità verso di sé e verso la comunità. Anche in questa branca la progressione personale, è elemento importante per la crescita del ragazzo e si attua nuovamente nel portare avanti gli impegni presi con la promessa, legge e motto (che in questo caso è “servire”). La progressione personale è globale e riguarda: relazione con se stesso, relazione con Dio, relazione con l’altro e con il mondo. Tempi Gli incontri si svolgono in modo diverso a seconda dei gruppi, dell’età L/C: • Sabato pomeriggio dalle 16 alle 18 • Un’uscita mensile: caccia se si svolge la domenica, pernotto se si sta via a dormire. • Campo invernale e vacanze di branco estive (1 settimana) • Campo di primavera di zona E/G: i tempi sono simili sono però previste maggiori attività di squadriglia. Il campo estivo si svolge in tenda a stretto contatto con la natura ed è qui che vengono richieste maggiori competenze ai singoli e alla squadriglia: cucina, campismo, topografia... R/S: l’incontro è serale durante la settimana. La route è il momento culmine dell’anno e di solito si svolge in cammino con lo zaino e la tenda a spalle, a volte si può scegliere una route di servizio. b. Azione Cattolica Ragazzi e Giovani Come nasce Alla luce del Concilio Vaticano II e della comprensione che, nel Concilio, la Chiesa ha avuto di sé stessa e della sua missione anche l’Azione Cattolica ha ripensato la sua identità riesprimendola nello Statuto Associativo del 1969. Nel rinnovamento dell’AC hanno trovato accoglienza valorizzazione anche la vocazione e la missione dei bambini e dei ragazzi abilitati dai sacramenti e dai doni ricevuti a partecipare corresponsabilmente alla vita della chiesa. L’AC ha avviato quindi la proposta dell’ACR che è Azione Cattolica a misura di ragazzo. A Nave l’ACR nasce circa 25 anni fa ad opera di Don Angelo Zaninelli e di alcuni laici 58 collaboratori dapprima come proposta ulteriore al cammino di catechesi e poi come itinerario vero e proprio all’interno del cammino di iniziazione cristiana. Destinatari I ragazzi dai 6 ai 14 anni (ACR) Gli adolescenti dai 14 ai 18 anni (ACG) Obiettivi Fine ultimo dell’ACR e dell’ACG è educare i ragazzi a testimoniare nei vari ambienti ed in particolare tra i coetanei la gioia di vivere e di essere discepoli del Signore Gesù ,così che con l’esempio di vita e con le parole rendano presenti i valori evangelici .Questo fine si articola concretamente in quattro mete: • Educare il ragazzo al dono di sé • Alla responsabilità. • All’incontro personale con Cristo. • A vivere la chiesa. Modalità e strumenti Le modalità fondamentali del cammino sono: • il gruppo come luogo di vita che attua la proposta; • la scelta esperienzale; • i sussidi nazionali e diocesani, che sono mediazione dei catechismi CEI; • il gruppo educatori. Tempi L’incontro di gruppo si svolge settimanalmente nell’arco dell’anno. Le tappe dell’itinerario sono: • Mese del ciao / feste del ciao (iniziativa annuale ) • Primo tempo di catechesi (avvento/ Natale) • Gennaio Febbraio mese della pace (iniziativa annuale) • Secondo tempo di catechesi (quaresima /Pasqua ) • Aprile Maggio mese degli incontri (iniziativa annuale ) • Terzo tempo di catechesi (pentecoste ) • Tempo Estate Linee guida dell’esperienza L’ACR e l’ACG hanno dimensioni parrocchiale, ma anche zonale –diocesana – regionale – nazionale – mondiale. Hanno un presbitero assistente, c’é l’adesione e quindi una tessera, la stampa associativa sia per educatori che per bambini e giovanissimi e la formazione sia per gli educatori che per ragazzi attraverso capiscuola, convegni, scuole per educatori, ritiri spirituali, ecc. L’ACR e l’ACG hanno un responsabile presente nel Consiglio Parrocchiale di AC luogo di unitarietà associativa e nel Consiglio dell’Oratorio. 59 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 3. Spiritualità Giovanile Lo sfondo dentro cui si colloca la nostra ipotesi di progetto di spiritualità per i giovani è quello che considera la vita come portatrice di un grande mistero. La vita quotidiana ci interpella continuamente sul suo senso ed esige dei fatti decisivi per la speranza. Educare i giovani alla vita spirituale significa introdurli all’ascolto della Parola di Dio, accompagnarli personalmente nella ricerca della propria vocazione, iniziarli alla vita sacramentale e di preghiera personale e comunitaria, far sperimentare a ciascuno l’incontro personale con Gesù, il Signore della Vita. a. Stand By Me (Centro di ascolto della Parola di Dio) Come nasce L’esperienza del centro di ascolto (Stand by me) ha origine nella nostra comunità nel marzo dell’anno 2000 con la missione al popolo. Quattro bracieri sparsi nel paese avevano segnato il cammino di ascolto della Parola di Dio durante la missione e conseguentemente al termine di quell’esperienza si è mantenuto un momento mensile di incontro con la Parola per i giovani. I destinatari Sono i giovani dai 18 ai 30 che preferiscono un momento di confronto sulla Parola più tipicamente giovanile rispetto ai centri di ascolto proposti mensilmente agli adulti nelle contrade della parrocchia. Tempi Normalmente una volta al mese dalle 20.30 – alle 22.00 in battistero 20.30: lettura e commento della parola 21.00: tempo per il silenzio 21.20: condivisione a gruppi Modalità e Strumenti L’itinerario proposto è lo stesso che affrontano gli adulti nei centri di ascolto nelle contrade. Lo stile della proposta è quello della lectio divina. b. Ritiri notturni per giovani Come è nata La fatica a partecipare con entusiasmo e frutto a momenti di spiritualità da 60 parte dei giovani già presenti nelle attività oratoriane e l’idea di coinvolgere i giovani che normalmente stazionano in oratorio senza impegno ha fatto nascere l’idea di una proposta di dichiarata identità spirituale che risultasse nuova e coinvolgente. A partire dal 1996 nei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima, quindi, si è pensato di collocare i tradizionali ritiri spirituali per giovani durante la notte. Normalmente questi momenti si svolgono il sabato notte dalle 22.00 alle 6.00 del giorno seguente. Destinatari I giovani dai 20 anni in su. Per gli adolescenti 15-16-17 anni e per giovani di 18-19 anni abbiamo sperimentato proposte di ritiro analoghe per lo stile, la modalità e l’attuazione a quello dei giovani, ma in tempi diversi, normalmente il Sabato sera dalle 17.00 alle 24.00-1.00. Obiettivi Partendo da una lettura del vissuto giovanile nella notte abbiamo colto alcuni aspetti positivi che legittimano uno spazio per una proposta di spiritualità. Constatato che per i giovani la notte è un tempo in cui ci si sente più capaci di esprimere se stessi,un tempo spontaneo per cercare, per ascoltare e ascoltarsi, per incontri significativi, un tempo e un clima in cui vivere il silenzio e in cui percepire con più intensità la presenza di Dio, si è ritenuto come obiettivo di tentare nello spazio della notte la proposta di un’esperienza di spiritualità e di incontro con il Signore Gesù e il suo Vangelo sullo stile di Nicodemo. Linee guida dell’esperienza Nell’elaborazione di ogni singola proposta si tiene conto: • riferimento alla Parola di Dio: è un brano dell’AT o del NT che costituisce la traccia su cui si costruisce l’esperienza del ritiro. È importante che il brano indichi un percorso, un viaggio da fare nella sequela del Signore. I vari passaggi della parola di Dio divengono le tappe dell’esperienza.(es. Mt. 2,1s magi) • la vita quotidiana: si parte sempre da un qualche aspetto della vita quotidiana, o da un modo di percepire le cose, le situazioni, le scelte della vita (es. la stella intesa come riferimento a cui guardare, che indica la via della vita: qual’è la mia stella cometa? qual’è il mio riferimento nella vita?) • gli incontri: sono testimonianze di persone, approcci ad esperienze che vengono accostate anche nel cuore della notte e che ritmano le tappe del ritiro (es. qualcuno che ha già scrutato il cielo della sua vita e ha intravisto una stella, una scelta, una chiamata e cerca di percorre il cammino.. .una coppia di fidanzati, un seminarista). • il viaggio: la notte dei giovani e fatta di spostamenti continui in cerca di nuove esperienze, il viaggio ritma tutta l’esperienza del ritiro anche con mete di una certa distanza (anche in pullman) 61 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave • il viaggio si fa poi cammino silenzioso: verso la fine della notte si individua un luogo da raggiungere a piedi nella notte; durante il cammino in silenzio si vive il tempo della riflessione personale, della risonanza dentro di sè della Parola ascoltata e incontrata nella vita dei testimoni. • L’eucarestia e in essa la condivisione di un ‘frutto spirituale´ dell’esperienza concretizzano l’incontro con il Dio presente nella nostra vita. c. Altri spunti in tema spiritualità giovanile Alcune iniziative di spiritualità giovanile hanno caratterizzato l’attività dell’oratorio negli ultimi anni • gli esercizi spirituali parrocchiali vissuti con lo stesso tema in tutta la comunità, ma differenziati per orari e proposte a seconda dei destinatari • novena al natale di adorazione per i giovani dalle 22.00 alle 24.00: adorazione libera dell’eucarestia con la presenza del sacerdote per dialogo spirituale e confessioni • messa del digiuno di condivisione venerdì di quaresima • preghiera mattutina nei tempi forti alle 6.40 prima della scuola per adolescenti e giovani nei tempi forti e nella settimana della tenda della pace • veglie di preghiera in occasioni particolari (campi estivi, mese pace…) • liturgie penitenziali per adolescenti e giovani (natale, pasqua, campi estivi) • messa dei giovani: il terzo sabato del mese alla messa vespertina • esperienze di spiritualità estive e invernali (Assisi, Taizè, GMG, Compostela, Loreto…) 62 5. Direttorio dell’Oratorio S.Filippo Neri Introduzione Il Consiglio dell’Oratorio ha predisposto alcune linee per un adeguato utilizzo e gestione degli ambienti e strutture dell’oratorio di Nave. Tra queste il bar, gli impianti sportivi, la segreteria, la sala prove, le stanze per incontri e catechismo, la sala audiovisivi, l’oratorio feriale-cag e il Teatro S.Costanzo. Due i motivi di fondo di queste linee: - richiamare le finalità educative delle strutture dell’oratorio facendo principalmente riferimento al Progetto Educativo dell’Oratorio di Nave - quale dovrebbe essere la modalità migliore, ma anche realisticamente possibile, per la gestione dell’ambiente (in termini di persone, responsabilità, tempi, modalità, proposte) Il riferimento ultimo di confronto per tutte le proposte, gli ambienti e i gruppi è il Progetto Educativo dell’Oratorio, la Comunità Educativa dell’Oratorio e in particolare il Consiglio dell’Oratorio. 1. L’Oratorio e le sue finalità L’oratorio nasce dalla comunità parrocchiale: è strumento e metodo per la formazione umana e cristiana delle giovani generazioni. In quanto centro di aggregazione giovanile è aperto a tutti i bambini, i ragazzi, i giovani, senza discriminazioni, e alle loro famiglie. A coloro che vi accedono e si inseriscono nelle sua vita si chiede di condividere i valori base dell’umana convivenza, in particolare il rispetto delle persone e delle cose, insieme alla disponibilità ad intraprendere cammini che aiutino ad uscire dall’indifferenza e dal qualunquismo nella ricerca di un senso più profondo dell’esistenza. In questo cammino l’oratorio di Nave assume come riferimento primo il Progetto Educativo dell’Oratorio e il Progetto di Pastorale Giovanile della Parrocchia e le indicazioni diocesane per la gestione e l’utilizzo degli ambienti oratoriali. Il riferimento operativo dell’Oratorio di Nave è il Consiglio dell’Oratorio. L’oratorio come comunità che convoca, accoglie e propone è aperta ed impegnata nel territorio, per questo, nella consapevolezza della sua utilità sociale, dialoga con le altre realtà educative in particolare con la famiglia, soggetto primo dell’educazione dei figli, e con tutti coloro che hanno a cuore la vita dei giovani. Dal 1997 l’oratorio di Nave ha chiesto e ottenuto dalla Regione Lombardia di essere riconosciuto come centro di aggregazione giovanile (c.a.g.). Infatti nel suo servizio di aggregazione, di formazione e di promozione dei minori l’oratorio di Nave è assimilabile per obiettivi e finalità a quelli indicati per i C.A.G. nel Piano Socio-assistenziale della Regione Lombardia del 1988. 63 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 2. I tipi di utilizzo dell’Oratorio Secondo il Progetto Educativo l’oratorio deve rimanere una struttura di taglio popolare e non elitario per questo l’utilizzo degli ambienti e le sue proposte devono tenere presente questa prospettiva di apertura ampia. Nella gestione degli ambienti dell’oratorio si ritiene opportuno distinguere in termini generali tre tipologie di utilizzo: • utilizzo specifico: rientrano in questa forma di utilizzo le attività promosse direttamente dall’oratorio nelle sue diverse forme e modalità in particolare attraverso quei gruppi che dell’oratorio traducono specifiche finalità educative.Tale utilizzo, in linea generale deve avere la precedenza rispetto alle altre forme di utilizzo. • utilizzo ampio, ma interno all’ oratorio o a gruppi parrocchiali, per altre attività che avessero bisogno di determinati spazi e strutture, purché non procurino danni alle strutture stesse. • utilizzo aperto: per attività di gruppi, associazioni, enti, istituzioni che ne facessero richiesta. Tale utilizzo va concordato di volta in volta e mai stabilendo vincoli duraturi sulla disponibilità dell’ambiente (vedi disposizioni diocesane) e comunque sempre nel pieno rispetto delle finalità educative della comunità cristiana. Tale utilizzo deve garantire un rientro economico per la copertura dei costi di gestione delle strutture. 3. La segreteria dell’Oratorio 3.1. Finalità della segreteria È il punto di riferimento della vita organizzativa dell’oratorio, ad essa ci si rivolge per ogni tipo di informazione e per l’uso degli ambienti e delle attrezzature idonee a svolgere il proprio compito di servizio. È direttamente collegata al CdO, ne attua le direttive e ad esso rende conto. 3.2. Competenze della segreteria Suoi compiti sono: - Gestione di tutti i servizi di segreteria (avvisi, comunicazioni, documenti...) - Raccolta delle iscrizioni alle varie attività dell’oratorio (catechismo - grest campi estivi e invernali - gite -attività sportive – ecc…). Le iscrizioni devono essere fatte negli orari di apertura e solo in segreteria - Uso fotocopiatrice e fotostampatore: i gruppi devono predisporre le matrici e consegnarle specificando la quantità di copie desiderata e la data entro la quale devono essere pronte - Controllo materiale di cancelleria a disposizione dei gruppi. Va riportato sul registro il tipo di materiale e quantità data al singolo gruppo. Alla fine dell’utilizzo il materiale deve essere riconsegnato. - Calendari per l’utilizzo dei vari ambienti dell’oratorio (stanze per incontri, 64 aula magna, impianti sportivi, sala prove, teatro, sala audiovisivi, laboratorio, salone polivalente e cucina adiacente) Tutte le riunioni non previste all’inizio dell’anno devono essere comunicate alla segreteria che verificherà che la stanza desiderata sia libera e provvederà all’apertura e al riscaldamento. - Predisposizione ambienti (gestione chiavi, riscaldamento). Apertura degli spogliatoi e l’eventuale accensione dei fari. - Archiviazione materiale iniziative, documentazione gestione oratorio - Chiusura serale (controllo luci, riscaldamento, porte e finestre). Tutte le riunioni devono concludersi entro le 23.00. 3.3. Funzionamento della segreteria 3.3.1. Il gruppo di Segreteria La segreteria non è un ambiente da gestire autonomamente dai singoli o dai gruppi dell’oratorio, ma è retta dal Gruppo di segreteria dell’Oratorio. La segreteria va sempre usata con la presenza del personale di segreteria o sotto la sua direzione. Il gruppo di segreteria è composto da volontari che adempiono a l loro servizio secondo turni e dal responsabile della segreteria nominato dal direttore dell’oratorio sentito il CdO. Il responsabile di segreteria adempie: - al coordinamento del gruppo (impostazione del lavoro, assenze, sostituzioni,...) - gestisce i contatti esterni della segreteria per quanto attiene a fornitura materiali, cancelleria, manutenzione macchinari, prenotazioni pullman per attività oratorio. Nel gruppo dei segretari verranno individuati alcuni compiti specifici da affidare ai singoli segretari e che verranno seguiti particolarmente da queste persone: - seg. teatro e manifestazioni pubbliche (siae, segreteria telefonica e pubblicità cinema-teatro, affissioni...) - seg. elenchi iscrizioni (coordina l’anagrafe dell’oratorio) - seg. archivio (iniziative, materiale amministrativo) - seg. attività sportive (tesseramenti, documentazione, calendari impegni sportivi) Tutti i segretari sono poi tenuti ad adempiere ai compiti di gestione ordinaria come raccolta iscrizioni, uso della fotocopiatrice e del fotostampatore, uso dei calendari per tutti gli ambienti dell’oratorio, uso della cancelleria, predisposizione ambienti e chiusura, ecc. 3.3.2. Agenda di segreteria È un agenda da consultare su cui sono riportati avvisi, comunicazioni ai segretari, urgenze, consegne del turno precedente. È compilata da tutti coloro che ne hanno necessità e non va mai asportata dalla segreteria. È da consultare all’apertura da parte del segretario di turno. 65 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 3.4. Orari di Apertura Sono stabiliti dal CdO valutate le disponibilità dei segretari. La priorità va data agli orari di incontro dei gruppi e del catechismo. Un orario adeguato potrebbe essere il seguente: Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì Venerdì e Sabato dalle 14.00 alle 17.00 Da lunedì a venerdì dalle 20.00 alle 23.00 Domenica mattina dalle 10.30 alle 12.00 È assolutamente indispensabile per un‘adeguata gestione dell’oratorio che tutti singoli, gruppi interni ed esterni all’oratorio si attengano agli orari stabiliti. 4. Teatro S. Costanzo 4.1. Finalità dell’oratorio rispetto all’attività teatrale e cinematografica - Proposta educativa - Proposte culturali e ricreative - Spazio privilegiato di collaborazione con enti, associazioni, istituzioni del territorio. In particolare rispetto all’attenzione ai giovani - teatro come laboratorio di vita e cultura - teatro come spazio di creatività, impegno, espressività. - teatro come possibilità di scoperta del bello, dell’arte (C.d.O. gennaio 1999) 4.2. Le proposte nel Teatro S.Costanzo e l’utilizzo della sala L’oratorio concretizza le sue finalità legate alle attività teatrale e cinematografiche principalmente, anche se non esclusivamente, attraverso le attività del gruppo “Amici del Teatro S.Costanzo” che ha in cura la gestione della sala. 4.2.1. Il gruppo “Amici del teatro S.Costanzo” È composto di volontari adulti e giovani e si ritrova normalmente una volta al mese ed è organizzato in gruppi - turno. Il gruppo - turno - funziona in turni settimanali - copre la settimana e le manifestazioni nella settimana - predispone la distribuzione della pubblicità delle manifestazioni o dei film I turni sono quattro: sarebbe ottimale avere turni di almeno 7 persone (2 macchinisti, 5 in sala). Ogni turno ha un capogruppo. Il Capogruppo adempie: - alla gestione delle chiavi - è riferimento per il suo gruppo (gestisce le assenze e le necessarie sostituzioni) - controlla la gestione della cassa e dei biglietti durante le manifestazioni in sala - adempie all’apertura e alla chiusura della sala in modo che tutto sia in ordine. - segnala eventuali danni o necessità al gruppo manutenzione 66 4.2.2. Il gruppo manutenzione e gestione attrezzature Si costituisce un gruppetto di tre, quattro persone che gestisce, in collegamento con il gruppo manutenzione dell’ Oratorio, la manutenzione ordinaria del teatro e coordina più direttamente l’uso delle attrezzature (fari, videoproiettore, ecc.) Esiste un gruppo pulizie teatro 4.3. Utilizzo della sala - utilizzo specifico: per attività teatrale, cinematografica o culturale strettamente intesa e promossa dall’oratorio attraverso il gruppo teatro nelle sue diverse forme e modalità (es. Programma ordinario del cinema, rassegne, appuntamenti annuali) - utilizzo ampio: (vedi regola generale) per attività di gruppi interni all’oratorio o alla parrocchia - utilizzo aperto (vedi regola generale) per attività di gruppi, enti, associazioni, istituzioni esterne. Nell’anno 2002 è stato stipulato un accordo con l’amministrazione comunale per agevolare l’utilizzo aperto della sala con opzioni gratuite (6 all’anno) e agevolate (6 all’anno). L’accordo dura quattro anni. 4.4.Gestione economica La gestione contabile è affidata a un responsabile amministrativo L’utilizzo della sala deve garantire normalmente un rientro economico in modo tale da coprire i costi di gestione, le necessità di completamento e miglioramento delle strutture e la copertura delle proposte teatrali, culturali, cinematografiche dell’oratorio, promosse dal gruppo S. Costanzo. Il teatro ha una sua propria gestione economica per la gestione ordinaria della sala che entra nel bilancio annuale dell’oratorio e quindi della parrocchia. Il responsabile amministrativo del teatro entra nella commissione economica dell’oratorio e riferisce almeno una volta all’anno al C.d.O. l’andamento finanziario della sala. 5. Segretaria attività teatrale I compiti di segreteria dell’attività teatrale e cinematografica fanno riferimento alla segretaria generale dell’oratorio (calendario, Siae, permessi, ecc...) 5. Stanze per Incontri 5.1. Le finalità Rispondono principalmente alle finalità dell’oratorio che si esprimono principalmente attraverso lo scambio, il confronto e la crescita delle persone in quella modalità educativa tipica che è l’esperienza del gruppo. 5.2. Utilizzo stanze per incontri - utilizzo specifico: per gli incontri di catechesi dei bambini, ragazzi adolescenti e giovani; spazi per corsi e incontri all’interno della programmazione educativa dell’oratorio. 67 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave - Secondo la regola generale deve avere la precedenza rispetto alle altre forme di utilizzo - utilizzo ampio: per attività o gruppi della parrocchia che avessero bisogno nel rispetto dell’ambiente e strutture - utilizzo aperto: corsi e incontri esterni all’oratorio con un rientro economico 5.3. Arredamento presente in ogni stanza - tavoli componibili con sedie - pareti cartelloni e lavagna cancellabile a muro - armadio (3 ante) - cestino - attaccapanni (soprattutto aule grandi) L’arredamento presente nella stanza non va asportato o comunque ricomposto dopo l’utilizzo. 5.3. Gestione stanze per gruppi ragazzi 5.3.1 per catechesi elementari, medie e A.C.R. - ogni gruppo ha una stanza di riferimento per tutto l’anno. - ogni catechista - animatore è responsabile dell’ambiente per ciò che riguarda: ordine (luci, finestre, sedie, ecc..) e pulizia dopo l’incontro. - ogni catechista, animatore all’inizio dell’anno verrà fornito di un kit-materiale per gli incontri del suo gruppo di ragazzi. - ogni catechista, animatore si preoccuperà di educare i suoi ragazzi (in particolare elementari) a portare almeno l’astuccio, forbici e colla a ogni incontro per ottimizzare i costi di cancelleria dell’oratorio. - il kit-materiale del gruppo va conservato nell’armadio della stanza come pure eventuale altro materiale del gruppo - sulla parete-bacheca vanno conservati solo i cartelloni necessari per il periodo o la tappa che si sta vivendo nell’anno. In ogni caso è vietato appendere qualsiasi cosa sulle pareti se non predisposte (nemmeno con lo scotch). - l’uso di particolari materiali e tecniche (es. tempere, bombolette, falegnameria) è vietato nelle stanze per gli incontri. A tal fine è indispensabile utilizzare il Laboratorio al piano seminterrato che va prenotato per tempo in segreteria. - anche la Sala Audiovisivi va prenotata in segreteria per tempo, come pure in segreteria va richiesto il materiale audiovisivo da utilizzare. Questo materiale si trova in un armadio in sala audiovisivi. 6. La sala animatori 6.1. Finalità e utilizzo È preposta principalmente per gli incontri di tutti i gruppi di animatori che fanno 68 parte della comunità educativa dell’oratorio. In essa si riunisce pure il Consiglio dell’Oratorio. In seconda istanza funge pure da ‘biblioteca del materiale educativo’ (testi, riviste, sussidi...) ad uso degli educatori per la preparazione degli incontri e delle iniziative dell’oratorio. Destinatari primi sono il Consiglio dell’ Oratorio, i gruppi catechisti elementari e medie, il gruppo animatori ACR, la Comunità capi (Co.ca), il gruppo degli allenatori sportivi, gli Amici del teatro S.Costanzo, il gruppo baristi, équipe cag, gruppo animatori adolescenti, le varie commissioni di gestione dell’oratorio (manutenzione, pulizie, economica, segreteria) ed eventuali altri gruppi di educatori. 7. La grande Hall - bar e sala giochi 7.1. Finalità È il punto centrale dell’accoglienza interna dell’oratorio. Risponde alle seguenti finalità: - aggregazione e di accoglienza di tutti coloro che accedono all’oratorio. La sua collocazione favorisce l’incontro tra gli educatori dei vari gruppi, i ragazzi e i loro genitori. - contatto con i ragazzi e i giovani che non entrano nelle proposte formative dell’oratorio, ma che trovano comunque in oratorio il loro punto di riferimento. Può essere un luogo fondamentale per proposte educative, ludiche, culturali, musicali di ampio respiro secondo progetti e tempi particolari (es.pianobar, animazione fine settimana, ecc.). L’attività del bar sostiene con le sue entrate la gestione economica dell’oratorio e le sue attività. Ad esso possono accedere tutti secondo la normativa civile vigente (non servono particolari tessere). 7.2. Funzionamento della grande Hall La Hall di accoglienza dell’Oratorio è divisa principalmente in due zone il bar in senso stretto e la sala giochi. Il bar dell’oratorio gestisce i suoi orari autonomamente in particolare resta chiuso quando la comunità parrocchiale celebra liturgie e momenti formativi a carattere comunitario (triduo pasquale, processioni, ecc.) 7.2.1. Il gruppo baristi È un gruppo di volontari principalmente adulti. Gestisce il bar dell’oratorio secondo turni stabiliti in gruppi di almeno due persone. Si ritrova una volta ogni due mesi circa - per momenti di formazione in particolare circa l’approfondimento del ruolo e della presenza educativa del barista di oratorio. - per stabilire turni, orari, risolvere problemi di gestione. 69 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave Esiste un responsabile del gruppo baristi che ha i seguenti compiti: - coordina il gruppo e i turni (assenze, spostamenti, sostituzioni) - cura il contatto e il pagamento dei fornitori e si preoccupa dei rifornimenti. Il responsabile dei baristi è nominato dal direttore dell’ oratorio sentito il CdO. I baristi di turno si occupano della gestione del bar. Durante l’apertura: - è vietato ai non addetti accedere al bancone - i baristi sono attenti alla vita del bar in particolare che sia mantenuto il rispetto delle persone e delle cose. - nel bar è vietato fumare - i baristi al termine del turno sistemano la Hall e provvedono alla pulizia minima dell’ambiente. La sera fanno la chiusura del registratore di cassa. 7.3. Gestione economica Gli introiti e le spese del bar entrano nella gestione economica generale dell’oratorio. Dal punto di vista fiscale il bar dell’oratorio è un esercizio commerciale. Esiste un responsabile fiscale del bar che tiene la contabilità e si preoccupa della compilazione dei registri (acquisti, corrispettivi,ecc.). Il responsabile del bar fa parte della commissione economica dell’oratorio. 8. Gli impianti sportivi 8.1. Le finalità dell’attività sportiva Il Consiglio dell’Oratorio definisce che: - l’attività sportiva promossa dall’oratorio mira all’educazione - è un servizio alla crescita dei ragazzi e dei giovani abbandonando decisamente criteri selettivi per favorire proposte sportive per tutti (attenzione anche allo sport al femminile) - deve assicurare la maturazione del valore della solidarietà, il primato degli ultimi e dei poveri, l’assunzione di responsabilità, l’umorismo e la capacità creativa - l’attività sportiva è parte integrante della progettualità educativa dell’oratorio e gli animatori e educatori sportivi (allenatori e responsabili) sono a pieno titolo inseriti nella comunità educativa dell’Oratorio. 8.2. Funzionamento dell’attività sportiva Nel nostro Oratorio esiste il G.S. Oratorio Nave. Le sue squadre aderiscono ai campionati del Comitato Sportivo Italiano (CSI). Il gruppo sportivo si ritrova nella sala animatori e ha suoi rappresentanti nel consiglio dell’oratorio. Per le attività di segreteria dello sport il riferimento è alla segreteria generale dell’oratorio in particolare al segretario incaricato. Per quanto concerne la gestione economica dello sport essa rientra pienamente nella gestione ordinaria dell’oratorio. 8.3. Utilizzo degli impianti sportivi Secondo la regola generale - utilizzo specifico è quello dell’attività sportiva promossa dall’oratorio attraverso il gruppo sportivo dell’oratorio nelle sue diverse forme e modalità (partite, allenamenti, tornei, ecc.) con una precedenza in termini generali. - utilizzo ampio riguarda i gruppi dell’oratorio e della parrocchia che possono averne bisogno sempre nel rispetto delle strutture e l’utilizzo libero pomeridiano dei ragazzi dell’oratorio. - utilizzo aperto, per attività sportive di gruppi di giovani che facessero richiesta valutando sempre che non vi sia intralcio o disturbo alle attività dell’oratorio. - L’utilizzo serale con l’accensione dei fari e l’uso degli spogliatoi sarà regolato da una quota di affitto determinato dal Consiglio dell’Oratorio. Il calendario per l’utilizzo degli impianti sportivi è gestito dalla segreteria 8.4. La gestione degli impianti Per la gestione ordinaria. - c’è un gruppo di pulizia degli spogliatoi - la manutenzione è affidata a un pensionato e al gruppo manutenzione. 70 71 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 10. Eventuali contestazioni o problemi dovranno essere inoltrati al Responsabile di turno 9. La sala prove 9.1. La finalità Promuovere e stimolare l’espressione e il protagonismo giovanile nella modalità tipica della proposta musicale 9.2. Utilizzo e gestione Si prevede per questo ambiente un utilizzo di tipo esclusivamente ampio e aperto. - utilizzo ampio: per i gruppi interni - utilizzo aperto: per gruppi musicali giovanili che ne facessero richiesta secondo un calendario gestito dalla segreteria dell’oratorio e con un rientro economico. L’affitto della sala prove sarà stabilito dal Consiglio dell’Oratorio e servirà per la gestione dei costi e per dotarla di alcune strumentazioni fisse (batteria, impianto voci). Eventuali strumenti di registrazione andranno gestiti da persone competenti. C’è un gruppo di gestione e di attenzione alla dimensione musicale 9.3 Regolamento Sala Prove 1. La sala prove è a disposizione di tutti coloro che intendano utilizzarla per promuovere e stimolare l’espressione e il protagonismo giovanile, nella modalità tipica della proposta musicale, culturale e didattica 2. È obbligatoria la prenotazione della sala prove, presso la Segreteria dell’Oratorio 3. Il costo per l’utilizzo della sala prove è stato stabilito di anno in anno ed è da versare al momento della prenotazione. Al termine del tempo prenotato, sono previsti max 15 minuti per l’avvicendamento. 4. È obbligatorio attenersi scrupolosamente alle ore prenotate. Eventuali rinunce dovranno essere comunicate, alla segreteria, almeno 24 ore prima. In caso contrario le somme versate non verranno rimborsate. 5. È obbligatorio verificare, da parte del gruppo o responsabile, che le apparecchiature giacenti nella sala prove corrispondano esattamente alla lista consegnata al momento della prenotazione. Eventuali anomalie o mancanze sono da segnalare immediatamente presso la Segreteria o al Responsabile di turno. 6. Eventuali furti o danni provocati alle apparecchiature o alla sala stessa saranno addebitati. 7. È severamente vietato portare nei locali amici o accompagnatori non dichiarati al momento della prenotazione. 8. È severamente vietato fumare nei locali ed è obbligatorio, al termine di ogni prova, ripulire la sala da eventuali immondizie (lattine, bottiglie, resti di patatine ecc.) 9. La Direzione si ritiene sollevata da ogni responsabilità per eventuali strumenti musicali o apparecchiature d’ogni genere dimenticate in sala prove. 72 10. Sedi Gruppo Agesci Nave I 10.1. Finalità e utilizzo Tra le associazioni presenti in oratorio esiste l’Agesci. Per meglio rispondere alle finalità proprie del metodo educativo scout in particolare per la branca L/C e E/G che prevedono la caratterizzazione della sede nell’ambientazione del branco (la tana) e del reparto (angoli di squadriglia) si è provveduto a determinare due stanze ad utilizzo proprio degli scout. Le sedi scout saranno gestite in termini generali dal gruppo Nave 1, salvo necessità urgenti dell’oratorio stabilite in accordo con il consiglio dell’oratorio. Per quanto concerne la Comunità Capi (Co.Ca) si riunisce in termini generali, come tutti i gruppi di educatori dell’oratorio, nella sala animatori. Si prevede di poter dotare gli scout di uno spazio magazzino nella zona seminterrata. 11. Aula magna 11.1. Finalità e utilizzo La finalità principale è di avere uno spazio adatto per conferenze, incontri di una certa rilevanza: - utilizzo specifico è per riunioni in particolare di giovani o di adulti legati all’Oratorio quando si presume una presenza di almeno una settantina di persone (assemblee della Comunità Educativa, incontri per genitori, corsi ecc.) - utilizzo ampio per i gruppi interni, ma dentro la finalità principale dell’ambiente. - per l’utilizzo aperto, si prevede un minimo di rientro economico stabilito dal consiglio dell’oratorio. In particolare per l’utilizzo aperto quando non sono necessarie le stanze per gli incontri sui piani dell’oratorio si accede all’aula magna attraverso la scala di sicurezza sotto il portico di accesso dell’oratorio. L’utilizzo è gestito dalla segreteria che determina il calendario secondo le regole generali. 12. Salone polivalente e cucina 12.1. Finalità e utilizzo Il Salone polivalente lo spazio per la ricreazione interna dell’oratorio in particolare per i bambini delle elementari soprattutto nel periodo invernale durante la domenica pomeriggio (Grin) e d’estate per il grest. In quanto polivalente può rispondere a varie necessità. È dotato di un magazzino adiacente. L’utilizzo è regolato con un calendario dalla segreteria secondo le regole generali. 73 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave La cucina grande è gestita dalla segreteria secondo le regole generali e da un responsabile scelto dal direttore dell’oratorio sentito il C.d.O. 13. Le aree esterne Per aree esterne si intendono in particolare la piazzetta e il grande portico d’ingresso dell’oratorio e lo spazio del gioco libero all’interno della zona sportiva. 13.1. La piazzetta e il portico d’ingresso Anche se mantengono una loro natura di passaggio pedonale per tutti e di collegamento tra l’oratorio e la chiesa, vanno considerati a tutti gli effetti parte integrante dello spazio educativo dell’oratorio. Questo impegna tutta la comunità educativa e tutti coloro che sono presenti in oratorio a non sentirsi in questi spazi fuori dall’oratorio, ma a fare in modo che diventino già un luogo di approccio significativo con i ragazzi. La finalità principale di questi spazi e di favorire l’accoglienza e l’incontro informale, sono luoghi di cerniera tra oratorio e territorio soprattutto per la fascia degli adolescenti. È in questi spazi che si gioca principalmente la scommessa dell’aggancio iniziale. Questo spazio sarà studiato per favorire l’accoglienza e l’aggregazione spontanea (panchine, gradini, pedonalizzazione quasi completa, ecc.). Sarebbe un errore grave considerare questi spazi esclusivamente dei luoghi di passaggio! 13.2. Spazi per il gioco libero Sono gli spazi interni alla zona sportiva dell’oratorio deputati all’aggregazione spontanea e al gioco libero. Sono dotati di giochi attrezzati per i bambini, di verde e di panchine. Anche in questi spazi si gioca la scommessa dell’oratorio come luogo di accoglienza e aggregazione soprattutto per i bambini e per le famiglie. L’apertura di questi spazi e di tutta la zona sportiva è regolata da parte del consiglio dell’oratorio. 14. Pulizia e manutenzione 14.1. Le finalità Alcune considerazioni di fondo: - la prima forma di accoglienza dell’oratorio passa attraverso la pulizia e l’ordine dell’ambiente. Tutti gli educatori si sentano investiti anche di educare a questo aspetto. - l’ambiente educa, per questo è importante mantenere sempre la struttura dell’oratorio al massimo delle sue possibilità - la comunità parrocchiale ha consegnato alla Comunità Educativa dell’Oratorio l’oratorio ristrutturato: un grosso investimento frutto di notevoli sforzi 74 economici. La prima scommessa è di mantenerlo sempre efficiente perché possa servire tante generazioni di giovani e ragazzi. La pulizia e la manutenzione dell’oratorio sono due elementi fondamentali perché la struttura possa sempre rispondere efficacemente alle finalità educative e non deperisca velocemente. 14.2. Funzionamento In linea generale pulizia e manutenzione sono affidati a gruppi di volontari. Per la pulizia sarebbe ottimale poter distinguere per ambienti: - gr.pulizie piano rialzato - gr.pulizie primo, secondo e piano seminterrato - gr.pulizie teatro - gr.pulizie spogliatoi Possibilmente la pulizia dovrebbe avvenire per tutto l’oratorio almeno settimanalmente. Per la manutenzione sarebbe ottimale avere un gruppo di una decina di persone che si faccia carico: - di verificare settimanalmente che non ci siano danni alle strutture e intervenga tempestivamente sui piccoli problemi - conosca le strumentazioni e provveda alle verifiche o interpelli la segreteria per le revisioni periodiche e di legge (es. caldaia,ecc.) - tenga i contatti con i tecnici per la riparazione immediata di rotture gravi - curi la gestione ordinaria delle aree esterne (cura delle zone verdi) - abbia come punto di riferimento il laboratorio-officina dell’oratorio - gestisca i magazzini. 15. I custodi 15.1. Il senso della presenza e i compiti Per una migliore gestione della struttura del nuovo oratorio si è ritenuto utile introdurre all’interno dell’oratorio la figura dei custodi. Si tratta di una famiglia che abita l’appartamento al secondo piano sopra quello del curato dell’oratorio. Il consiglio dell’Oratorio ha interpretato questa presenza secondo queste finalità: • custodia dell’ambiente con una presenza costante e concordata con il curato dell’oratorio in modo che non manchi una presenza nella struttura. Per questo si converranno con i custodi i periodi di ferie e il giorno libero settimanale che andrà rispettato da tutti i fruitori dell’oratorio. • compiti di mautenzione ordinaria e di coordinamento per i gruppi di pulizia e manutenzione • chiusura serale Il custode non assolve i compiti che sono propri dei singoli gruppi dell’oratorio sopra riportati. 75 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 16. Gestione economica La gestione contabile dell’oratorio rientra nella gestione amministrativa della parrocchia e ad essa rende conto annualmente o quando richiesto. Tutti i gruppi ed anche i singoli educatori sono tenuti ad una completa comunione anche nell’ambito della gestione economica secondo le seguenti indicazioni: - per i ricavi delle attività vanno versati in cassa e richiesto al momento il necessario per il pagamento delle spese. Questo per evitare di trattenere privatamente somme comuni. - per le spese da sostenere si informa il direttore dell’oratorio e si richiede la somma necessaria presentando poi la ricevuta di pagamento. - in casi particolari il direttore richiede il parere del CdO prima di approvare le spese, soprattutto se presentano una novità o sono di consistente entità. - i ricavi e i costi vanno registrati in base al tipo di attività e alla natura del bene acquistato per poter conoscere la situazione finanziaria generale dell’oratorio. Esistono due conti correnti bancari di riferimento per l’oratorio. - uno generale presso il Banco di Brescia - uno per il teatro presso la Banca di Credito Cooperativo Di entrambi i conti correnti è responsabile il direttore dell’oratorio. Nella gestione economica il direttore dell’oratorio è coadiuvato da una commissione economica dell’oratorio che ha compiti di gestione contabile. Il bar e il cinema sono esercizi commerciali per questi l’oratorio è tenuto a una contabilità ordinaria. Il bilancio è presentato in Consiglio dell’Oratorio all’inizio di ogni anno. 17.2. Utilizzo • utilizzo specifico: rispondere alle necessità dell’attività pomeridiana del cag • utilizzo ampio: per incontri e riunioni (catechismo) e momenti ricreativi e aggregativi di piccoli gruppi (cenette ecc.) • utilizzo aperto: secondo le regole generali. 18. Casa di vacanza Val Malga Dal 2001 la Parrocchia ha stipulato un contratto di affitto per la casa di vacanza in località Val Malga di proprietà del comune di Sonico. La precedenza nell’utilizzo è dei gruppi e delle attività organizzate direttamente dall’oratorio, in secondo luogo a gruppi parrocchiali o di oratori di altre parrocchie o a gruppi di famiglie. La casa è in autogestione e deve possibilmente garantire un rientro economico sufficiente per l’affitto e per le spese di manutenzione straordinaria che per contratto dovranno essere realizzate entro sei anni alla scadenza del contratto con il Comune. Per la gestione (apertura –chiusura – manutenzione) il Consiglio dell’Oratorio ha individuato un gruppo di famiglie. La casa è disponibile da maggio a ottobre di ogni anno. Il Direttorio à stato approvato dal Consiglio dell’Oratorio e dall’Assemblea della Comunità Educativa dell’Oratorio di Nave il 7 maggio 1999 17. Zona attività feriale È UNA zona interna dell’oratorio che si trova al piano rialzato ed è collegata in maniera autonoma con la zona esterna sportiva. 17.1. Le finalità Risponde alle seguenti finalità: - è lo spazio per la fascia pomeridiana delle attività del cag (compiti, corsi, laboratori che non richiedono particolari attrezzature, ricreazione interna, ludoteca) - serve un funzionamento minimo, feriale dell’oratorio (soprattutto quando non sono presenti gruppi o catechismi) per momenti vari fra cui feste di compleanno ecc. - è strutturato in un ingresso, saloncino ludoteca, una cucina e spazio lavoro, una sala computer, ripostiglio e bagni. 76 77 Comunità Parrocchiale Maria Immacolata - Nave 6. Conclusione: verso l’Unità Pastorale della Valle del Garza Il cammino che la nostra parrocchia sta facendo con quelle di Muralello, Cortine e Caino nella costruzione dell’Unità Pastorale è ormai un dato rilevante. Su questo progetto vi è una precisa volontà del Vescovo Giulio e perchè alcuni piccoli passi esprimono già la validità di questo cammino. Alla conclusione della Carta Eucativa è importante che cogliamo come: 1.La Carta Educativa è frutto di un lungo cammino compiuto all’interno della comunità parrocchiale. Ne sono stati protagonisti • il Laboratorio di Pastorale Giovanile: un gruppo di animatori e di giovani che per un paio d’anni hanno riflettuto sull’obiettivo dell’evangelizzazione dei giovani e hanno costruito le riflessioni del progetto di pastorale giovanile che il Consiglio Pastorale ha approvato nel dicembre del 2001 • il Consiglio dell’Oratorio che in tandem con la ristrutturazione della struttura ne ha regolato la gestione con il Direttorio nel 1999, e che successivamente ha messo mano attraverso l’opera di tutti i gruppi e i progetti in atto al Progetto Educativo dell’Oratorio di Nave approvato dal Consiglio Pastorale del marzo 2002 • il Consiglio Pastorale Parrocchiale che passo passo ha seguito l’impegno della Comunità Educativa facendo proprio ciò che si è realizzato e orientando attraverso questa Carta Educativa il cammino futuro. che hanno a cuore l’incontro dei giovani con Cristo, Signore della Vita nella prospettiva di una nuova evangelizzazione. La Carta educativa stessa richiede • che entri nel Piano Pastorale una verifica periodica del Consiglio Pastorale dei temi e delle esigenze dell’educazione alla fede dei giovani a partire da questo strumento e dalle nuove istanze del mondo giovanile • che gradualmente vengano recepiti nella Carta Educativa quei passi che le parrocchie dell’Unità Pastorale faranno affinché trovino coerente anche l’attenzione educativa delle comunità, come anche il cammino diocesano nella sua attenzione al tema della trasmissione della fede alle giovani generazioni • il Consiglio dell’Oratorio in primis si senta investito di far vivere anche attraverso scelte concrete queste linee di pastorale giovanile. Nave, 10 Giugno 2002 Il Consiglio Parrocchiale 2. La Carta Educativa è già però aperta al futuro e desidera essere immediatamente uno strumento a servizio di tutta la futura unità pastorale della Valle del Garza. L’ultimo anno pastorale ha visto le comunità parrocchiali di Nave, Muratello, Cortine e Caino entrare in una fase di studio più concreto e la definizioni di alcune iniziative comuni nell’ambito delle dimensioni tipiche della pastorale: la liturgia, la catechesi, la carità. Il cammino di comunione porterà necessariamente anche a confrontare e a condividere l’attenzione educativa, tanto cara alla tradizione, delle nostre parrocchie e i progetti che la attuano. La convergenza di alcuni orientamenti e iniziative di questi anni in pastorale giovanile può essere la base di questo cammino anche se è da ritrovare una più aperta volontà d’incontro. Nel sottoscrivere la nostra Carta Educativa la condividiamo volentieri anche alle parrocchie vicine perché tale documento possa essere lo strumento di un’ulteriore approfondimento verso future scelte comuni. 3. La Carta Educativa dice un nuovo inizio. Le parole di Gregorio di Nissa “Chi cammina verso Dio, va da un’inizio a un nuovo inizio” ci spronino a non attardarci sulle conquiste fatte, ma ancora di più sviluppino l’entusiasmo di tutti coloro 78 79 INDICE 1. Introduzione 2. Icona biblica: Gv. 6, 1-13 3. Progetto di Pastorale Giovanile Parrocchiale 1. I nostri giovani 2. Obiettivo Generale della Pastorale Giovanile 3. Urgenze 4. Progetto Educativo dell’Oratorio S.Filippo Neri Centro di aggregazione giovanile 1. L’Oratorio 2. I progetti Area del gioco e del tempo libero 1. Progetto di Animazione del tempo libero a. SPRINTER: animazione feriale bambini b. SMILE: animazione feriale ragazzi c. GRIN: animazione domenicale invernale d. GREST: animazione estiva bambini e ragazzi 2. Progetto Informalità a. Progetto Educativo del Bar b. Fuori Campo: animazione sabato sera per giovani e adolescenti c. Giovanin’festa: la Festa di S.Luigi 3. Progetto Sport in Oratorio: G.S.Oratorio Nave Area dell’impegno socilale e culturale 1. Progetto di animazione teatrale e cinematografica: Cinema Teatro S.Costanzo e Gruppi Teatrali 2. Animazione musicale: Sala Prove e Piccolo Coro Marcondirondello 3. Oratoriodinave.it: il sito Internet dell’Oratorio 4. Oratorio e politiche giovanili del territorio a. Protocollo d’intesa tra Comune di Nave e Parrocchie di Nave, Muratello e Cortine sull’Oratorio b. Linee dell’Oratorio C.A.G. c. Progetto Settimana della Pace Area dell’evangelizzazione e della catechesi 1. Progetto di catechesi a. Bambini b. Preadolescenti c. Adolescenti d. Giovani 2. Cammini Associativi a. Agesci : Gruppo Scuot Nave 1 b. Azione Cattolica Ragazzi e Giovani 3. Spiritualità Giovanile a. Stand By Me (Centro di ascolto della Parola di Dio) b. Ritiri notturni per giovani c. Altri spunti in tema spiritualità giovanile 5. Direttorio dell’Oratorio S.Filippo Neri 6. Conclusione: verso l’Unità Pastorale della Valle del Garza 2 4 7 7 8 12 13 13 18 19 19 19 21 22 23 24 27 29 31 32 36 36 37 38 39 40 43 45 47 47 47 49 51 53 54 54 58 60 60 60 62 63 78