Nico Bolla 2.1. Architetture: 2.1. Le Corbusier - villa Savoye pag 1 Le Corbusier - Villa Savoye Autore figura 00 Charles-Edouard Jeanneret-Gris assumerà il nome d’arte di Le Corbusier (storpiando un poco il nome di un nonno: questa di storpiare i nomi era una sua piccola mania) all’apertura di uno studio tutto suo in rue de Sèvres a Parigi nel 1922. Gli incantati dicono che lo fece per distinguere la sua attività di architetto da quella precedente di pittore; i disincantati dicono che lo fece come gesto di rottura da un passato di orizzonti ristretti e non privo di fallimenti anche economici. Le Corbusier è ancora giovane: era nato a La Chaux-de-Fonds (nel Cantone svizzero del Giura) nel 1887 (il 06 ottobre): ha quindi 35 anni; ne vivrà altri 43, morendo nel 1965 (il 27 agosto) durante una solitaria vacanza a Roquebrune-Cap-Martin sulla Côte d’Azur. Gli basteranno per diventare il protagonista assoluto dell’Architettura del Novecento. Affermare ancora che Le Corbusier è il più grande Maestro del Novecento rischia più che altro di rialimentare polemiche vecchie ed un poco stantìe, dove è stato di volta in volta contrapposto a Walter Gropius, a Mies Van Der Rohe e, soprattutto, a Frank Lloyd Wright. Viene allora in mente una raccomandazione di un altro Maestro (triestino, milanese, di una ventina d’anni più giovane) che ha detto che questi quattro grandi (...) sono i nostri maestri: (...) le loro differenze sembrano a tutta prima ben più evidenti di qualche identità (...): ma se frughiamo fino alle fondamenta della nostra struttura artistica, li troviamo come solide ed insostituibili basi del nostro edificio culturale. Raccomandazione tuttora da seguire, anche da parte dei più giovani: ma se si ragiona a mente sgombra, allora è difficile negare che per trovare un Autore che abbia avuto altrettanta influenza di Le Corbusier su chi è venuto dopo bisogna forse risalire fino a Palladio. Villa Savoye è stata progettata e costruita a cavallo tra gli anni Venti e Trenta per un amministratore di una compagnia di assicurazioni e la sua famiglia; di essa esiste un primo progetto abbandonato (perché ritenuto troppo dispendioso) ed un secondo progetto realizzato. Il confronto tra i due progetti è piuttosto istruttivo per gli indizi che fornisce su come ragiona un progettista (uno dei migliori ...). Villa Savoye è diventata un edificio-manifesto del Movimento Moderno; dopo varie vicissitudini (tra le quali il suo uso come sede delle SS durante l’occupazione nazista della Francia) è stata restaurata, dichiarata nel 1965 monumento nazionale (essendo ministro della cultura André Malraux) ed è oggi visitabile. Nico Bolla Architetture: 2.1. Le Corbusier - villa Savoye pag 2 Nella rete è facile trovare indicazioni: con i mezzi pubblici occorre circa un’ora e mezza dal centro di Parigi, ma ne vale la pena. Luogo figura 01 Poissy è un borgo di circa 35000 abitanti a W-NW di Parigi, sulla riva sinistra della Senna. Villa Savoye fu costruita sul colmo di una piccola altura in uno spazio allora piuttosto libero: perciò si comprende la sua apertura verso il paesaggio, materializzata dall’elemento costruttivo della finestra in lunghezza su tutto il suo perimetro. L’inarrestabile e disordinata espansione edilizia delle banlieues parigine ha in parte fatto venir meno quella iniziale condizione di apertura verso il mondo. Ma è necessario non dimenticarla: villa Savoye è un edificio polare, fu pensato come il centro di qualcosa, era il centro di qualcosa; in nessun modo può essere pensato come un edificio (sia pure) geniale su di un lotto qualunque di una lottizzazione qualunque. figura 02 figura 03 figura 04 Schema compositivo della pianta La pianta è impostata su di una griglia a maglia quadrata di 4.75 metri di passo con qualche anomalia soprattutto in corrispondenza della rampa centrale, la cosiddetta promenade architecturale, che lega i diversi piani tra di loro, a differenza di una scala fatta di gradini, che invece li separerebbe. Sulla rampa si cammina lentamente, contemplando; ma talvolta il tempo per contemplare manca: così esiste anche una scala che, nel progetto realizzato, assume una plastica forma ad elica. Nel primo progetto, abbandonato, essa era a rampa rettilinea e piuttosto fuori dalla vista: un elemento di puro servizio. Nel primo progetto il passo della griglia era di 5.00 metri, e la rampa rettilinea ci stava; avendolo ridotto (per motivi di budget) a 4.75 metri, la rampa rettilinea non ci sta più ed occorre una soluzione diversa: di qui l’invenzione dell’elica. La griglia ordina la struttura, mentre gli spazi si articolano più liberamente (ma non poi così tanto: solo con piccole traslazioni dai rami della griglia) secondo il principio della pianta libera, che, come si vede, è usato con grande senso di misura dal suo stesso inventore. Nico Bolla Architetture: 2.1. Le Corbusier - villa Savoye pag 3 Su due lati opposti della pianta (quello NW e quello SE) il primo piano aggetta di circa 1.20 metri: è un’altra traslazione rispetto alla griglia, motivata soprattutto dal trovare una soluzione pulita per gli angoli delle finestre in lunghezza. figura 05 Soluzioni costruttive La scelta strutturale è a travi e pilastri di calcestruzzo armato; anche i solai sono realizzati con lastre piane di calcestruzzo, il che negli anni ha prodotto qualche inconveniente a causa del fenomeno che i tecnici chiamano fluage. Le proprietà della collaborazione tra conglomerato di cemento ed acciaio erano note da circa un secolo, ma solo nei primi anni del Novecento il materiale iniziava a diffondersi come concreta alternativa alle ingombranti strutture murarie ed alle costose strutture metalliche. E’ la libertà dal muro resa economicamente accessibile: da essa quindi non viene solo una innovazione delle tecniche costruttive, pur importante, ma può venire anche un rinnovamento della composizione e della figurazione. Sono anni in cui è di gran voga la redazione di manifesti artistici e sono molti quelli che si dedicano a scrivere intorno alle diverse arti parole che pretendono di essere definitive. Charles-Edouard Jeanneret-Gris lo aveva già fatto nel 1918 sulla Pittura con l’opuscolo Après le Cubisme scritto a quattro mani con il pittore Amédée Ozenfant. Divenuto Le Corbusier lo rifà nel 1926 sull’Architettura con l’opuscolo Les Cinq Points d'une Nouvelle Architecture scritto a quattro mani con il cugino Pierre Jeanneret, socio dello studio parigino di rue de Sèvres. I cinq points (pilotis, toit-terrasse, plan libre, fenêtre en bandeaux, façade libre) sono totalmente tributari alla tecnologia del calcestruzzo armato; e villa Savoye è un edificio-manifesto soprattutto in quanto è un esempio evidente e compiuto di loro applicazione. figura 06 figura 07 figura 08 figura 09 2.1.00 2.1.01 2.1.02 2.1.03 2.1.04 2.1.05 2.1.06 2.1.07 2.1.08 2.1.09