Itinerario 1
Ferrara
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Via Vignatagliata
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Castello Estense
Palazzo Municipale
Piazza Municipale
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Via delle Volte
Palazzo Paradiso
Sinagoghe - Museo Ebraico
Corso Giovecca
Teatro Comunale
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Piazza Savonarola, punto di
partenza della visita, è circondata da edifici di grande interesse
storico.
Al centro della piazza sorge il monumento a Girolamo Savonarola,
inaugurato nel 1875: il grande filosofo è ritratto mentre predica, con le
braccia alzate in un gesto magniloquente; i piedi poggiano sulla catasta
di legna su cui il suo corpo venne bruciato.
Su di un lato il Castello Estense
(A), fortezza del 1385 trasformata
in residenza dei duchi di Ferrara
nei secoli seguenti. La sua mole
imponente appare ingentilita da
balconate marmoree (che hanno
Piazza Savonarola,
Monumento a
sostituito le merlature), altane e
Girolamo Savonarola
terrazze. All’interno sono visitabili
numerosi ambienti, dalle tetre prigioni di Giulio d’Este e degli amanti Ugo e Parisina, alle fastose sale
del piano nobile, come quelle degli Stemmi e del Governo, o l’appartamento dello Specchio.
Nato a Ferrara nel 1452, nella via che porta oggi il suo nome,
Girolamo Savonarola fu educato dal nonno Michele, medico degli
Estensi. Entrò nell’ordine Domenicano a Bologna nel 1475 e tornò
poi a Ferrara per compiere i suoi studi teologici, terminati i quali fu
trasferito nel convento di San Marco a Firenze.
Il sincero zelo religioso e il desiderio di riportare in vita valori
morali che gli sembravano scomparsi, spinsero Girolamo a
impegnarsi a fondo nella vita della sua nuova patria, attirandogli
molte simpatie e altrettante implacabili inimicizie. I contatti
con Ferrara non si interruppero mai e per tutta la vita fu in
corrispondenza con il religiosissimo duca Ercole I d’Este.
Immerso nella sua lotta per una nuova moralità, che si inseriva nel
più generale quadro delle lotte politiche che sconvolgevano Firenze
in quegli anni, Savonarola entrò in collisione diretta con il corrotto
papa Alessandro VI Borgia, che lo voleva a Roma per processarlo e
nel 1497 lo scomunicò. Il celebre frate fu infine sottoposto a giudizio
in Firenze e subì un processo ampliamente manipolato dai suoi
nemici, che si concluse con la condanna a morte, eseguita in piazza
della Signoria il 23 maggio 1498.
All’angolo della piazza si trova
un cancello sostenuto da pilastri
di marmo: un tempo vi si trovava
anche una scalinata e qui attraccavano le barche giunte dal Po per
scaricare merci.
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Di fronte al Castello sorge l’antico
Palazzo Ducale che qui si presenta
di lato, con un portico cinquecentesco di marmo denominato Loggia
dei Camerini.
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Il Castello Estense e l’antico Palazzo Ducale sono messi in comuniCastello Estense e Palazzo Ducale
cazione da un collegamento, detto
Via Coperta, costruito su arcate:
serviva inizialmente come passaggio dal Palazzo al Castello in caso di
rivolta popolare. Il primo piano è impreziosito da un balcone di marmo
il cui disegno è attribuito a Tiziano. Sulla facciata, in basso, una piccola
lapide raffigura Bianchi, Diana e Monari, tre esploratori ferraresi che
persero la vita in Africa a fine Ottocento.
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La Piazza Savonarola si affaccia sul Corso Martiri della Libertà, breve
ma importante arteria che prende il nome da un triste episodio della
seconda guerra mondiale (vedi lapidi lungo il muretto del fossato del
Castello). Alla storia dei martiri furono dedicati un racconto di Bassani e
un film di Florestano Vancini (La lunga notte del ’43).
Dirigendosi a destra verso la
Cattedrale, si ammira sul lato
sinistro il grandioso Palazzo
Arcivescovile, opera del primo
Settecento per il cardinale Tommaso Ruffo di Calabria, allora a
capo della chiesa ferrarese.
La facciata del prospiciente
Palazzo Municipale (B) è
anch’essa in stile settecentesco.
Palazzo Arcivescovile
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Il lato di fronte alla Cattedrale invece è stato ricostruito in stile gotico all’inizio del
XX secolo. La Torre della Vittoria prende
il suo nome dalla bella statua della Vittoria
del Piave, di Arrigo Minerbi, situata nella
stanza in basso, con accesso dalla piazza.
Poco discosto si trova un grande passaggio
ad arco chiamato Vòlto del Cavallo, per
Corso Martiri della Libertà
via del Monumento equestre di Niccolò III
d’Este che si trova alla sua destra, sopra un arco il cui disegno è attribuito a Leon Battista Alberti. All’altro lato dell’arco, sopra una massiccia
colonna, si erge la statua sedente del duca Borso d’Este.
Attraverso il vòlto si entra nella Piazza
Municipale (C), ex cortile d’onore del
Palazzo Ducale, dominata dal grandioso
Scalone d’Onore costruito su disegno di
Pietro Benvenuto degli Ordini, che fuse
elementi gotici medievali (ad esempio la
balaustra marmorea in stile veneziano)
con altri di impronta già chiaramente
rinascimentale (gli archi e la cupola).
Monumento a Niccolò III
L’ala adiacente allo Scalone presenta
raffinate finestre di marmo che segnano
la posizione dell’appartamento in cui vissero molte duchesse, fra cui
la celebre Lucrezia Borgia. Nello stesso appartamento morì Federigo
da Montefeltro, duca di Urbino e celebre condottiero: nel corso di una
terribile guerra contro Venezia, Ercole I lo aveva chiamato a guidare
le truppe ferraresi e il Montefeltro, ferito gravemente alla fortezza di
Stellata, sul Po, fu portato al Palazzo Ducale dove gli furono prodigate
le migliori cure, ma inutilmente.
Piazza Municipale
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Un grande portale di marmo segna l’ingresso alla Sala Estense, attuale
teatro che occupa il luogo in cui sorgeva la cappella ducale di Santa
Maria di Corte.
Se ci si avvicina a questo portale, si nota che è sormontato dallo
stemma del Comune (bianco e nero, con corona ducale), sotto il
quale si legge però una scritta dedicatoria a Papa Innocenzo XII.
Evidentemente in origine qui si trovava lo stemma del Pontefice, ma
nel periodo napoleonico questo fu cancellato, come accadde a tutti i
segni di “disuguaglianza”. Nessuno parve però curarsi di togliere il
nome del Papa, che così rimase a timbrare le insegne della città.
Usciti da Piazza Municipale ci si trova di
fronte la Cattedrale
(D), dedicata ai Santi
patroni cittadini Giorgio e Maurelio.
La facciata è in stile
romanico (parte infeCattedrale
riore) e gotico (parte
superiore). Il portale
centrale è decorato con una lunetta rappresentante San Giorgio e il drago,
sotto il quale si ammirano alcune scene del Nuovo Testamento. La parte
superiore del protiro presenta una loggia che ospita una statua quattrocentesca della Vergine, sopra la quale si trova una grandiosa rappresentazione
del Giudizio Universale a bassorilievo, del XIII secolo. Sui finestroni ai
lati sono scolpiti il Paradiso e l’Inferno. Nella parte bassa si trovano due
monumenti di rilievo per la storia cittadina: a destra, dentro una nicchia, il
marchese Alberto d’Este; a sinistra una lapide che ricorda il passaggio di Ferrara sotto
il dominio pontificio (1598), sormontata dal
busto in bronzo di papa Clemente VIII.
All’interno del Tempio si conservano
numerose opere d’arte di diverse epoche,
eseguite da artisti come il Garofalo, il
Guercino, il Bastianino, Domenico di Paris, Niccolò Baroncelli e i famosi ebanisti
Canozi da Lendinara.
Statua di Alberto d’Este
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Di fianco alla Cattedrale si estende la vasta
Piazza Trento e Trieste, circondata da edifici di interesse storico e artistico. Un intero
lato è occupato dal fianco meridionale del
Duomo, caratterizzato da un lungo portico
con negozi e da lunghe fughe di elaborate
Piazza Trento Trieste
arcatelle, in alto. Al centro si vedono ancora i pochi resti dell’antica Porta dei Mesi,
ingresso laterale del tempio. Più avanti si erge il campanile, in marmo
bianco e rosa, eretto su disegno di L.B. Alberti. Notevole anche l’abside
della chiesa, opera del massimo architetto ferrarese, Biagio Rossetti.
Sul lato opposto si trova un palazzo del Novecento, opera di Marcello
Piacentini, che ha sostituito il vecchio Palazzo della Ragione, distrutto
durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Sui pilastri
delle grandi arcate a sesto acuto si trovano le lapidi che erano poste sulla
facciata dell’edificio
scomparso. La piazza
è chiusa dall’ex Oratorio di San Crispino,
antica sede dell’arte
dei calzolai, con un
portico medievale e
una facciata neoclassica frutto di un rifacimento ottocentesco.
Ex Oratorio di San Crispino
Museo della Cattedrale,
Madonna della Melagrana
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Lungo il lato sud della piazza, al centro, si
estende la fiancata della ex Chiesa di San
Romano, dalla bella facciata in cotto, con
portale in marmo rappresentante il santo
cavaliere titolare del tempio. La chiesa e
gli edifici dell’adiacente chiostro ospitano
il Museo della Cattedrale, ricco di opere
di grandissimo pregio, quali le formelle dei
Mesi, provenienti dall’omonima distrutta
porta del Duomo, la Madonna della Melagrana di Jacopo della Quercia, le splendide tavole dell’Annunciazione e di San
Giorgio e il drago di Cosmè Tura, arazzi
cinquecenteschi e codici miniati.
Davanti alla chiesa inizia la Via
San Romano, importante arteria
della città medievale: dalla piazza
del mercato (Trento e Trieste) portava fino al Po, che scorreva allora
all’altro suo capo e sulle cui rive si
trovava il trafficato porto fluviale.
Strada commerciale per vocazione
antichissima, è l’unica di Ferrara
ad essere quasi per intero porticata.
Al numero 64 si trova la piccola
Chiesa del Suffragio, contenente
alcune opere di pregio e un prezioso
organo del 1551.
Via San Romano
Percorrendo la breve via Vaspergolo si raggiunge la Chiesa di San
Paolo (E), una delle più importanti della città. Rimaneggiata più volte
nel corso dei secoli, fu ricostruita nelle forme attuali dopo il terremoto
del 1570 su disegno di Alberto Schiatti, architetto cui è dedicata la piazzetta antistante. Il tempio, dall’interno fastosamente decorato, contiene
una serie di importanti opere pittoriche di Bastianino, Girolamo da
Carpi e Scarsellino. Molto suggestivi anche i due chiostri dell’antico
convento.
Chiesa di San Paolo
Poco oltre la chiesa, in Corso Porta Reno, si trova il campanile del
tempio, ricavato da un’antichissima torre gentilizia appartenuta alla
famiglia ghibellina dei Leuti.
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Via delle Volte
La Via delle Volte (F) è certamente la
più suggestiva di Ferrara e uno dei suoi
simboli. Nel Medioevo vi si trovavano
i fondachi dei mercanti. Per un lungo
tratto appare attraversata da passaggi
aerei (detti “volte”) che congiungono gli
edifici sui due lati e danno alla strada il
suo inconfondibile aspetto. All’inizio di
Via del Carbone sorge l’ex Chiesa di
San Giacomo, dalla suggestiva facciata
in cotto e laterizio.
Nella casa di fronte visse per molto tempo il poeta Vincenzo Monti.
Via Mazzini era, con l’antico nome di Via dei Sabbioni, l’arteria
principale del ghetto ebraico, che comprendeva anche le laterali Via
Vittoria e Via Vignatagliata.
Al numero 95 una grande casa ospita le Sinagoghe e l’interessante
Museo Ebraico (H).
Oggi occupata da una sala cinematografica,la chiesa fu per lungo
tempo proprietà dei Cavalieri Templari, che qui seppellirono nel
1118 il loro Gran Maestro Ugo de’ Pagani, uno dei fondatori
dell’ordine. Nella chiesa trascorrevano la loro “veglia d’armi”
coloro che stavano per essere armati cavalieri dell’Ordine di San
Giacomo di Compostela.
Al numero 15 si trova una bella casa dalla facciata medievale intatta:
apparteneva a un ramo della famiglia Ariosto e una lapide recita i versi
scritti dal grande Ludovico in morte dell’amico e congiunto Pandolfo
Ariosto, che proprio in questa casa aveva dimora.
La strada si conclude davanti alla facciata della Chiesa di Sant’Agnese,
una delle più antiche della città, dal 1936 chiesa dell’Università.
In Via delle Scienze si trova
Palazzo Paradiso (G), antico
edificio appartenuto agli Estensi
e poi divenuto sede centrale
dell’Università dal XVI secolo
agli anni ’60 del Novecento,
quando Rettorato e uffici furono
trasferiti altrove. Oggi nel palazzo
ha sede la Biblioteca Ariostea e
vi si possono visitare il Teatro
Anatomico (XVIII secolo) e la
tomba di Ludovico Ariosto (XVII
secolo).
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Palazzo Paradiso
Sinagoga, Tempio Tedesco
Molte case, in Via Mazzini, presentano elaborati cornicioni in cotto di
particolare bellezza: da notare quello in stile gotico (molto raro) delle
case ai numeri 14 - 34.
Al termine della via Mazzini, sul muro laterale dell’ex Oratorio
di San Crispino, si vede sopra l’arco sinistro del porticato una
piccola lapide che ricorda l’istituzione del ghetto: la data è
MDCXX…(162…), ma l’ultima cifra, abrasa, non è più leggibile, ed
è per questo che, in mancanza di altri documenti, è tuttora ignota
la data esatta della costruzione dei portoni che separarono per
secoli ebrei e cristiani. Si trattò comunque di una disposizione tarda,
voluta dal governo pontificio subentrato a quello estense. Sotto i
duchi di Ferrara, infatti, gli ebrei erano liberi di vivere ovunque,
di professare la loro religione e perfino di tornare a professarla se
in precedenza erano stati costretti con la violenza a convertirsi al
cristianesimo.
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Dietro la Cattedrale si percorrono la Via Canonica e la Via Bersaglieri
del Po (dedicata a un corpo di volontari ferraresi che, guidati dal
marchese Tancredi Trotti Mosti, combatterono per difendere la
Repubblica Romana del 1848) per arrivare in Corso Giovecca (I), una
delle arterie principali della città che corre dal Castello Estense fino alle
mura. Fu aperta alla fine del Quattrocento in luogo delle distrutte mura.
Svoltando a destra si può raggiungere, nella laterale Via Girolamo
Frescobaldi, il Museo dell’Illustrazione.
Piazzetta Sant’Anna
Svoltando invece a sinistra si incontra ben presto la seicentesca Chiesa
dei Teatini, priva di facciata, ma
con un elegante interno dalle linee
classiche. Sul terzo altare di sinistra
si trova la Presentazione di Maria al
Tempio, del Guercino (1654).
Di fronte alla chiesa sorge il cinquecentesco Palazzo Magnanini
- Roverella, attribuito a Biagio Rossetti, con una facciata riccamente
decorata in marmo e cotto.
Imboccando Via Boldini si arriva immediatamente in Piazzetta
Sant’Anna, circondata su due lati da portici e dalla facciata di
un’antica chiesetta: il complesso faceva parte del vecchio ospedale
cittadino, dove per anni fu rinchiuso Torquato Tasso.
Palazzo Roverella
Fra i molti che risiedettero nel palazzo, ricordiamo Donna Gracia
Nasi Mendes, una delle donne più importanti della storia ebraica.
Portoghese, ancora giovane rimase vedova di un ricchissimo
banchiere e abbandonò ben presto il proprio paese nel quale
l’antisemitismo aumentava di giorno in giorno. Tramite il proprio
impero finanziario e commerciale aiutò migliaia di correligionari
ad abbandonare l’ormai inospitale penisola iberica per rifugiarsi in
paesi più sicuri.
A Ferrara si trattenne alcuni anni, sotto la protezione di Ercole II
d’Este. Quando però fu chiaro che nemmeno il duca era in grado
di proteggere gli ebrei in occasione di scoppi di violenza popolare,
decise di accettare l’invito del sultano Solimano il Magnifico e,
con un epico viaggio via terra attraverso tutti i Balcani, raggiunse
Istanbul, dove fu accolta con tutti gli onori.
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Poco oltre si trova una piazzetta di stile modernista progettata da Carlo
e Girolamo Savonuzzi e realizzata a partire dal 1931. Di fronte alla
scuola elementare Alda Costa, riconoscibile dalla torre con orologio, si
trovano i due edifici gemelli del Conservatorio e del Museo di Storia
Naturale, che offre al visitatore un’ampia rassegna di animali, insetti,
fossili e minerali.
L’ultimo tratto di Corso
Giovecca è caratterizzato
a destra dalla Chiesa di
San Carlo, di Giovan
Battista Aleotti, ottimo
esempio di architettura
barocca, a pianta ellittica
(XVII secolo).
Sull’altro lato sorge il
settecentesco
Teatro
Comunale (L).
Chiesa di San Carlo
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