INT, AUTO PER STRADA - GIORNO
Un automobile scorre veloce lungo una strada di campagna fatta di curve. Ai lati della strada sorgono alberi
e sporadiche villette. In lontananza vediamo anche uno scorcio del mare.
Alla guida dell’auto c’è un ragazzo dall’aria tranquilla (Andrew Garfield) e accanto a lei c’è una ragazza che
sta controllando in un palmare la strada (Carey Mulligan) .
EVA
Ci siamo quasi, rallenta.
NEIL
Dov’è?
EVA
Rallenta ti ho detto, è quella a destra, ora!
L’auto svolta all’improvviso in una traversa a destra e nel farlo sembra investire qualcosa. Neil frena di
colpo, impaurito.
Stacco.
EST, STRADA - GIORNO
I due ragazzi sono fuori dall’auto e stanno guardando la strada con aria un po’ schifata. C’è un animale che
è stato investito, a qualche metro dietro l’auto. Del sangue è sparso per terra.
EVA
Ti avevo detto di rallentare.
NEIL
Poveretto, spero fosse vecchio.
Lei lo fulmina con lo sguardo, poi si volta, indicando un punto più lontano. Neil guarda in quella direzione e
noi con lui notiamo una grande villa a due piani che si raggiunge attraverso quella strada.
Poco più distante, si vede la parte superiore di un faro.
EVA
Andiamo.
Stacco.
INT, VILLA – GIORNO
Eva e Neil sono in piedi davanti una porta, li vediamo dalla soggettiva deformata dell’occhiolino della porta.
Lui suona il campanello, poi aspettano entrambi ritti sulla schiena.
Poco dopo la porta si apre e la soggettiva torna normale.
Una donna sulla quarantina li accoglie con un sorriso gentile (Jennifer Ehle).
LILY
Grazie per essere arrivati in così breve tempo.
NEIL
Non siamo bravi a prevedere le morti, quindi cerchiamo di essere il più veloci…
EVA (interrompendolo)
Lei è la figlia del paziente?
LILY
No, sono solo la sua badante, mi chiamo Lily.
EVA
Io sono la dottoressa Eva Rosalene e lui è Neil Watts.
NEIL
Dottore Neil Watts.
Dietro Lily appaiono due bambini che sono arrivati di corsa, un maschio e una femmina che incuriositi
guardano i due arrivati.
LILY
Questi sono i miei figli, Sarah e Tom. Non si tratta certo di un lavoretto part-time, per cui Johnny ci lascia
vivere qui.
EVA
Suppongo che questo Johnny sia il nostro uomo…
NEIL
Johnny? Stiamo parlando di un ragazzino? No perché…
LILY
No, no. E’ lui che preferisce essere chiamato così. Adesso è al piano di sopra, seguitemi.
Lily entra dentro, seguita dalla ragazza.
EVA
Ci pensi tu a prendere l’attrezzatura?
NEIL
Già, come ogni volta, no? Quando mi si spezzerà la schiena giuro che ti porterò in tribunale.
Eva sbuffa e segue Lily dentro la casa. Una casa elegante, ricca di mobili antichi, libri e tappeti pesanti. Le
donne salgono le scale che portano al piano di sopra.
I bambini non più incuriositi dai nuovi arrivati, corrono verso un pianoforte posto in un soggiorno e si
siedono sul seggiolino, spintonandosi a vicenda.
SARAH
Il primo che arriva può suonare per primo!
TOM
Tanto ti prendi sempre le due stupide note.
I due bambini iniziano a suonare una melodia fatta di poche note.
Primo piano di Eva, che mentre sale le scale rallenta, ascoltando la musica che viene da sotto.
EVA
Quei bambini non se la cavano male per la loro età.
LILY
Mi chiedevo, è sicuro che la comune energia elettrica di una casa sia sufficiente?
EVA
Non si preoccupi di questo.
Le donne arrivano davanti una porta chiusa. Lily bussa, poi apre senza attendere.
Dentro la stanza c’è un letto matrimoniale dove è coricato un uomo anziano che pare sofferente (Alan
Alda).
Ha una flebo attaccata al braccio e i suoi parametri sono monitorati in un monitor nel quale appare il suo
elettrocardiogramma. Dei tubi portano ossigeno al naso. Sembra dormire, infatti non si muove quando
entrano.
Un medico è seduto accanto al vecchio, indossa camice e stetoscopio (Timothy Spall), ma si alza non
appena vede la nuova arrivata e le va a stringere la mano.
Intanto dietro di loro sentiamo rumori di passi.
Neil appare poco dopo con in mano una scatola grande e una più piccola sopra. Sembrano pesanti.
EVA
Come sta?
DOTTORE
Non molto bene. Salvo complicazioni, dovrebbe avere solo uno o due giorni.
EVA
A noi basteranno poche ore.
LILY
Così voi due potete esaudirgli qualsiasi desiderio, eh?
EVA
O provarci, almeno.
Neil posa le scatole davanti al letto e sorride loro.
NEIL
Noi ce la facciamo sempre.
DOTTORE
Come funziona esattamente?
NEIL
Collega, sono felice di spiegarglielo. Come lei sa, ogni ricordo è memorizzato nel nostro cervello sottoforma
di neuroni e impulsi elettrici. Con la nostra tecnologia non facciamo altro che captare questi impulsi,
copiarli e renderli nuovamente accessibili sotto forma di immagini e suoni. In poche parole, possiamo
entrare dentro i ricordi di John, li possiamo modificare e inserire informazioni che lui poi prenderà come
realmente accadute. Se lei un giorno vorrà ricordare di essere andato a letto con Angelina Jolie, potremmo
impiantarle questo ricordo e per lei sarà avvenuto realmente.
Il dottore appare colpito e sorride.
EVA
Allora, qual è il desiderio?
LILY
La luna. Vuole andare sulla luna.
NEIL (a bassa voce)
Ah, la senilità fa ammattire la gente.
Eva lo fulmina con lo sguardo.
LILY
Siete in grado di farlo?
EVA
Dipende. Inizi col dirci qualcosa su di lui.
LILY
A dire la verità non so davvero molto di lui. Johnny è un anziano. Nei due anni con cui ho lavorato per lui,
parlava molto raramente. Ha fatto l’artigiano per la maggior parte della sua vita e sua moglie è deceduta
due anni fa. Non conosco i dettagli.
NEIL
Santo cielo, saprei più io di lui se fossi stato suo postino.
LILY
Mi spiace non poter essere d’aiuto. Però c’è una cosa che voglio mostrarvi.
Stacco.
INT, CASA – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
Lily infila una chiave nella serratura di una massiccia porta di legno.
La apre, facendola scricchiolare.
Neil ed Eva, dietro di lei, attendono incuriositi.
L’interno della stanza è buio.
Lily accende una lampada a piedistallo, illuminando la stanza di una luce gialla.
E’ uno studio, con una scrivania e pochi mobili impolverati. Ma ciò che cattura la loro attenzione è un gran
numero di origami a forma di coniglio posati dappertutto. Per terra, sulla scrivania, sopra i mobili. Sono a
centinaia.
Neil ed Eva guardano colpiti.
LILY
Non voleva che si entrasse qui. Non so nemmeno cosa dovrebbero rappresentare, ma ho pensato che
magari potesse esservi utile.
Neil prende un coniglio di carta, se lo rigira tra le mani.
NEIL
Questa stanza mi mette i brividi.
EVA
Già. Torniamo su, è ora di iniziare.
La musica sfuma.
Stacco.
INT, STANZA DA LETTO – GIORNO
Primo piano di John, che indossa un casco che lo copre fino alla fronte.
Un filo collega il casco a un macchinario simile al case di un computer.
A sua volta, altri fili partono da questo, che vanno a collegarsi a dei caschi posti sulle teste di Eva e Neil,
seduti su un divano.
Eva preme alcuni comandi su un palmare, poi annuisce verso Neil, che le fa un cenno di assenso.
I due chiudono gli occhi.
Dettaglio degli occhi di Eva, le cui palpebre iniziano a vibrare.
EST, GIARDINO – GIORNO
Siamo sempre sugli occhi di Eva, che si aprono.
Sentiamo in sottofondo Having lived.
La donna non è più seduta sul divano, ma si trova all’aria aperta, nel giardino della villa.
Neil è con lui e si massaggia la testa.
NEIL
Prima o poi mi verrà qualcosa al cervello, te lo dico io. E allora denuncerò la società e diventerò ricco.
EVA
Questo dev’essere il suo ultimo ricordo accessibile. Dev’essere da qualche parte qua intorno.
I due ragazzi si muovono, dirigendosi verso un promontorio dal quale è possibile avere una splendida
visuale sul mare e sul faro.
La musica aumenta di volume.
C’è una panchina sul quale è seduto John.
L’anziano sta fissando le onde che si infrangono sulla scogliera di sotto e sul faro. Accanto a lui c’è Lily,
ferma a guardarlo.
Eva e Neil gli si avvicinano.
EVA
Johnny?
John si volta e si alza incuriosito, con un sorriso.
JOHN
Che piacevole sorpresa, non abbiamo molti visitatori da queste parti. Ci conosciamo forse?
EVA
Il mio nome è Eva Rosalene e questo è…
NEIL
Dottor Von Matterhorn, Lorenzo Von Matterhorn.
EVA
Si chiama Neil Watts.
EVA
Lei conosce l’agenzia Sigmund di Generazione della vita?
JOHN
Oh, voi due siete dell’agenzia? Che coincidenza, stavo proprio pensando di chiamarvi. Lily, portaci del caffè.
Lily?
Lily è immobile, non si è mai mossa da quando i due sono arrivati.
NEIL
A dire il vero, ci ha già chiamati.
Lily scompare all’improvviso e John ha un sussulto.
EVA
Siamo qui per realizzare il suo desiderio.
John indietreggia, ancora impaurito.
NEIL
Stia attento, se cade ci tocca ricaricare la memoria.
EVA
Potresti mostrare almeno un po’ di rispetto?
NEIL
E’ solo un programma, lo sai. Non stiamo parlando col vero Johnny, ma con un’immagine creata dal suo
ricordo.
EVA
Sì, ma questo è il suo ultimo ricordo e ci serve la sua collaborazione.
JOHN
Voi… voi siete qua per portarmi sulla luna, non è così?
EVA
Sì.
John si calma, ma assume un’espressione pensierosa.
JOHN
Questo significa… che è giunta la mia ora.
Neil ed Eva annuiscono, con una punta di dispiacere in volto.
JOHN
Bene, siete in grado di farlo? Potete portarmici?
EVA
Noi non possiamo materialmente, ma tu potresti esserne capace.
NEIL
Perché vuoi andarci?
JOHN
Non lo so.
EVA
Non preoccuparti, a noi puoi dirlo. E’ essenziale aiutarci per far sì che tu realizzi il suo sogno.
NEIL
Vuoi la fama? Il denaro? Devi avere almeno un motivo.
JOHN (Scrolla il capo, sorride)
Scusatemi, ma davvero non lo so. Vorrei semplicemente farlo. Non so quando sia nato questo desiderio, è
come se fosse stato sempre dentro di me. Voglio andare sulla luna, tutto qua.
EVA (a Neil)
Questo è un problema.
NEIL
Perché? Non possiamo semplicemente impiantargli il ricordo come facciamo con tutti?
EVA
E’ più complicato. Un ricordo deve essere supportato da un background che ne giustifichi la presenza. Se lui
vuole andare sulla luna, dobbiamo costruire una storia valida, che la sua mente possa accettare come
plausibile. Non possiamo semplicemente fargli ricordare di essere entrato in una navicella spaziale, così, da
un giorno all’altro. Altrimenti la costruzione rischia di crollare su se stesso e non possiamo permettercelo
col poco tempo che abbiamo.
NEIL
E quindi che si fa?
EVA
Dobbiamo scoprire perché vuole andare sulla luna. John (rivolto a lui), dobbiamo raggiungere i tuoi ricordi
passati fino a quando non troveremo quello che cerchiamo, forse sarà necessario arrivare alla tua infanzia,
ma non possiamo farlo in un solo balzo. Perciò abbiamo bisogno di viaggiare indietro nella tua memoria con
salti graduali.
NEIL
Cosa che ci hai già permesso di fare nel futuro, quindi in realtà stiamo solo perdendo tempo parlandotene.
EVA (ignorandolo)
Una volta arrivati alla tua infanzia, dovremo influenzare il te bambino a diventare un astronauta.
JOHN
Vi aiuterò in qualsiasi modo possibile.
EVA
Adesso, per poter viaggiare nella tua memoria, ci serve un oggetto che per te sia importante, qualche
oggetto a cui sei affezionato.
John si guarda intorno, poi si infila le mani nelle tasche e tira fuori un coniglio di carta colorato. Lo porge a
Neil.
EVA
Quello potrà funzionare.
Eva si avvicina a Neil che tiene nel palmo della mano l’origami. La ragazza posa la sua mano sull’oggetto ed
entrambi chiudono gli occhi.
Stacco.
INT, STANZA – GIORNO
Sentiamo in sottofondo una musica suonata da un pianoforte.
L’ambiente attorno a loro cambia, appaiono delle linee verdi che si sovrappongono alle immagini che li
circondano, poi queste stesse scompaiono e rimangono solo le linee in uno spazio nero. Un istante dopo le
linee si modificano e assumono le sembianze di una stanza e di un uomo seduto al pianoforte. Le immagini
si sovrappongono alle linee che scompaiono.
L’uomo che suona il pianoforte è John. Ha qualche capello in più e un viso meno magro e più colorito, ma è
sempre anziano. Sta suonando la stessa melodia che suonavano i bambini.
Per terra e sul pianoforte sono posati diversi conigli di carta, tra i quali c’è anche quello colorato.
Eva e Neil sono apparsi dietro di lui.
EVA
Disattiva la visibilità e l’interattività. Se ci vedessero sarebbe problematico.
Neil chiude per un attimo gli occhi e i loro corpi diventano leggermente trasparenti.
NEIL
Dannazione, ho dimenticato di chiedergli di tutti questi conigli. Mi sta davvero inquietando. Probabilmente
avremmo dovuto indagare per vedere se è psicopatico.
John smette di suonare all’improvviso, la musica cessa.
NEIL
Ma… mi ha sentito?
EVA
Impossibile. Probabilmente è solo parte del suo ricordo.
John guarda i tasti con espressione dura, poi sbatte entrambe le mani su di essi, emettendo un forte
rumore che fa sussultare i due ragazzi.
NEIL
E allora resto della mia precedente teoria.
EVA
Smettila di blaterare e cerchiamo qualcos’altro per viaggiare.
I due si allontanano dal pianoforte ed entrano nel corridoio, dove incontrano lo stesso John che passa loro
accanto senza ovviamente vederli.
Si scostano per farlo passare, quindi entrano in una porta che dà su una cucina.
John è seduto al tavolo e sta mangiando delle olive in salamoia.
Neil si avvicina e annusa.
NEIL
Detesto questa roba. Disattivo l’olfatto.
EVA
Che c’è da detestare? Sono olive in salamoia.
NEIL
Esattamente.
EVA
Che ne dici di provare con questo?
Eva ha afferrato un ombrello che è poggiato su una poltrona. Neil scrolla le spalle e si avvicina.
Accade la stessa cosa accaduta prima, ma molto più in fretta: prima appaiono le linee verdi, quindi il
paesaggio muta nuovamente, trasformandosi in quello di un ambiente all’aria aperta.
EST, FARO – GIORNO
Sentiamo in sottofondo Tomorrow.
Sta piovendo, siamo sulla spiaggia e di fronte a noi si staglia il faro. Antico, con i muri scrostati.
John è sotto l’ombrello e sta guardando una targa posta sul muro del faro accanto alla porta.
Eva fa un cenno a Neil di entrare nel faro.
EVA
Siamo ancora troppo vicini al presente. Va dentro a cercare qualcosa, io guardo qua intorno.
Neil annuisce ed entra nel faro.
Eva si avvicina a John, che sembra avere gli occhi lucidi.
JOHN
Adesso è completa, River. Anch’io come te, potrò guardarla ogni giorno. Non sarà mai più da sola. Non
capirò mai il perché, ma sono rimasto fedele al tuo desiderio. Sono sicuro che anche Anya ti è grata, in
fondo. Ma quando io me ne sarò andato, chi si prenderà cura di noi?
La trasparenza di Eva scompare e lei torna tangibile.
John la nota.
JOHN
Oh, lei chi è?
EVA
Sono Eva, passavo di qua… lei era sua moglie?
JOHN
Già, si chiamava River.
EVA
Un nome particolare.
JOHN
Non avrebbe dovuto farlo. Lei non aveva bisogno di farlo. Ma lei… non credo possa capire. Io stesso non
capisco.
Eva non dice nulla, l’immagine intorno a lei si blocca e lei fissa il volto commosso di John.
Fuori campo, ma amplificata, sentiamo la voce di Neil.
NEIL VFC
Ho trovato qualcosa. Faccio partire il prossimo ricordo.
Stacco e dettaglio delle mani di Neil che tengono un peluche dalla forma di un ornitorinco.
La musica sfuma.
Stacco.
INT, STANZA DA LETTO – NOTTE
Sentiamo in sottofondo Having Lived.
L’ornitorinco di prima è adesso poggiato su un letto dove giace una donna anziana (Mary Beth
Peil).
E’ la stanza da letto di una stanza sobria e in un angolo della stanza c’è il pianoforte.
John è seduto accanto al letto e guarda la moglie preoccupato.
Per terra ci sono degli origami di conigli.
Eva e Neil assistono alla scena da un angolo della camera.
JOHN
Dopo che avremo pagato per la tua operazione, avremo tutto il tempo necessario per finirla. Non ti
preoccupare.
RIVER
Bugia bianca. E’ così che la chiami, vero?
JOHN
No, io…
RIVER
Smettila. Non mi piace che tu menti. So quanti risparmi abbiamo. Perché cerchi di convincermi contro la
mia volontà?
JOHN
Ci servono soldi per pagare le cure. So che Anya significa molto per te, ma questo… è troppo! Voglio dire,
lei.. non è neanche…
RIVER
Sai cosa mi rende felice, Johnny?
JOHN
Cosa?
RIVER
Lo sai? Beh, io lo so benissimo… Spero che tu mi possa dare una mano.
JOHN
River…
RIVER
Quando arriveranno i documenti per il trattamento, io non firmerò. Il dottore è stato chiaro, servirebbe a
prolungare la mia vita di qualche anno, forse mesi. Che cosa fare con il nostro denaro sta solo a te. Ma se
hai intenzione di esaudire il mio desiderio, voglio che tu li usi per finire di costruire quella casa. E poi, ogni
giorno che tu vivrai lì, voglio che pensi a lei. Vai a visitarla, parlale, confidati. Non voglio che rimanga più da
sola.
JOHN
E cosa succederà a te?
RIVER
Felice. Io sarò felice. Johnny? Ho fatto questo.
River prende dalla tasca della sua vestaglia un coniglio di carta colorato. Lo stesso trovato prima.
RIVER
Cosa ci vedi?
John lo guarda con fare triste, poi lo prende.
JOHN
E’ un coniglio, come tutti gli altri che hai fatto.
RIVER
E poi?
JOHN
E’ di carta.
RIVER
E poi?
JOHN
Ha il corpo giallo e il resto è blu.
RIVER
E poi?
JOHN
Ascolta, River…
John posa il coniglio sul letto, quindi si alza con un sorriso.
River invece appare delusa da quel gesto, come se si aspettasse qualcos’altro.
JOHN
Ho scritto un pezzo per te. Vuoi sentirlo?
RIVER
Non c’era bisogno di portare il pianoforte di sopra per questo. Avrei potuto ascoltare con la porta aperta.
John si va a sedere al pianoforte, sotto gli occhi di Eva e Neil che gli stanno a fianco.
JOHN
Si intitola “Per River”.
RIVER
Che titolo banale!
JOHN
Oh, è solo un titolo provvisorio.
La musica sfuma e al suo posto sentiamo la melodia suonata da John.
L’uomo inizia a suonare la melodia.
River chiude gli occhi mentre ascolta, visibilmente stanca.
NEIL
Chi è questa Anya di cui parlano? Se è tanto importante, non avremmo dovuto vederla nei suoi ricordi?
Forse non ha davvero mantenuto la promessa alla fine. A meno che…
EVA
Cosa?
NEIL
non importa.
EVA
Questa non è la stessa musica che suonavano i bambini?
NEIL
Gliel’avrà insegnata lui. Bah, troppo sdolcinata per me.
Eva rimane ancora un po’ ad ascoltare la musica, mentre noi seguiamo Neil che esce dalla camera
da letto e scende le scale.
Quando arriva di sotto, si trova davanti John, assieme a un altro uomo attempato (Burt Young).
Tra di loro c’è un pianoforte, come se i due avessero provato a spostarlo.
JOHN
Aspetta Nicolas, e se lo smontassimo pezzo per pezzo?
NICOLAS
Noi non siamo molto bravi ad assemblare pianoforti. Sai una cosa? Se per te è così importante pagherò io
dei professionisti che te lo portino su. Non posso aiutarti a salvare la casa, ma questo posso farlo.
John guarda l’altro uomo e sorride, pieno di gratitudine.
I due scompaiono e Neil riprende a camminare, fermandosi perché un vaso con dei fiori di colore violetto
attira la sua attenzione.
La musica sfuma.
Stacco.
EST, PROMONTORIO
Dettaglio su un mazzo di violette che sbuca dall’erba.
Siamo nel promontorio e tira un forte vento, Eva si toglie alcuni capelli dal volto mentre guarda qualcosa
assieme a Neil.
Si tratta della villa, che adesso è in via di costruzione. Degli operai stanno lavorando al cantiere.
Stacco.
Eva e Neil si avvicinano alla casa, notando John seduto su una sedia a riposare. Ha i vestiti sporchi di gesso e
il fiato corto.
Accanto a lui, in piedi, c’è una donna che ha con sé un sacchetto di plastica (Regina King, invecchiata per
mostrare circa 50 anni).
Neil ed Eva sono semi-trasparenti, non possono essere visti.
DONNA
Ti ho portato delle olive in salamoia. Sono le tue preferite, vero?
John annuisce sovrappensiero e accetta le olive.
JOHN
Grazie Isabelle.
ISABELLE
Ho sentito di River… Come sta?
JOHN
La malattia è all’ultimo stadio. La diagnosi è stata fatta in ritardo. Ma dicono che possono ancora curarla.
Anche se questo vorrà dire che non potremo finire questa casa. Io… sono sollevato del fatto che ci sia
ancora una speranza, ma… non hai idea di quanto questo posto significhi per lei. Le si spezzerà il cuore.
ISABELLE
Vorrei aiutarvi, ma io e Nicolas non siamo messi molto bene finanziariamente. Cosa intendi fare con lei?
JOHN
Le dirò che possiamo permetterci tutto. Non voglio che faccia una follia.
ISABELLE
Non dovresti mentirle.
JOHN
Tu non capisci. Se lo dovesse scoprire, non sono sicuro di cosa sceglierebbe.
ISABELLE
Se lei sceglie di non salvarsi per amore di questo luogo, così sia.
JOHN
Pensi che tutto questo abbia solo a che vedere con lei? E che mi dici di me, Isabelle? Dopo tutti questi anni,
non mi è concesso essere egoista? Non voglio rimanere da solo. E non la lascerò morire.
ISABELLE
Sei un arrogante John.
John bofonchia qualcosa e si alza dalla sedia.
ISABELLE
Dove vai adesso?
JOHN
A coglierle dei fiori alla scogliera da regalarle.
Isabelle guarda John andar via.
Il vecchio passa verso Neil ed Eva, che si scostano istintivamente lasciandolo passare.
Neil si avvicina al barattolo di olive in salamoia che Isabelle ha lasciato sulla sedia. Scrolla il capo,
disgustato.
Stacco.
INT, LOCANDA – SERA
Dettaglio ravvicinato del barattolo di olive. Un cucchiaio viene infilato dentro.
Un uomo lo porta poi alle labbra.
Si tratta di John (Alan Alda), un po’ più giovane. Ha più capelli, anche se bianchi e meno rughe.
Si trova seduto al tavolo di una locanda con altre persone tra cui la moglie River (Mary Beth Peil).
Anche lei più giovane rispetto all’ultima volta che l’abbiamo vista.
Seduti con loro ci sono Nicolas e Isabelle, anche loro più giovani di qualche anno.
Altre persone sono presenti nel locale, ma hanno tutte quante i corpi e volti grigi, senza lineamenti.
Sono solo delle sagome e si sente un chiacchiericcio indistinto in sottofondo. Gli unici colori sono quelli del
tavolo al quale sono seduti, dove regna un’atmosfera allegra. Solo River è quella un po’ più seria, sulle sue.
NICOLAS
Allora finalmente avete deciso, eh?
JOHN
Già, i lavori di costruzione inizieranno il prossimo mese. E’ un azzardo, abbiamo chiesto un prestito che
pagheremo a rate, ma abbiamo fatto i calcoli per bene e ce la faremo.
ISABELLE
E’ fantastico, potrete avere la vostra casa dei sogni in un luogo incantato.
JOHN
Beh, sì, una lunga storia ci collega a quel posto.
NICOLAS
E’ fantastico ritrovarsi tutti insieme per delle buone notizie.
Nicolas alza un boccale di birra e John fa altrettanto col suo, poi bevono.
ISABELLE
Torno subito.
RIVER
Esco anch’io.
River e Isabelle escono dal locale, seguite dagli sguardi di Eva e Neil che sono seduti a un tavolo là vicino.
NEIL
Tu ordini qualcosa?
Eva fa una smorfia e si volta per ascoltare i due uomini rimasti soli.
NICOLAS
Ne è passato di tempo, eh? E River… lei è… ancora così silenziosa?
JOHN
In realtà a casa è più vivace e anche con Isabelle. Non è molto abituata a te.
NICOLAS
Sarei allora io quello cattivo?
I due sorridono, poi John fa una faccia preoccupata.
JOHN
A dire il vero c’è una cosa che mi preoccupa. Qualche settimana fa ha iniziato a fare coniglietti di carta.
NICOLAS
Degli origami?
JOHN
Sì, un sacco. La casa ne è letteralmente piena.
NICOLAS
Isabelle non ti ha detto che una cosa del genere è normale per le persone con le condizioni di River?
JOHN
Sì, ma questa volta c’è qualcosa che non va. Quando glielo chiedo, non mi risponde mai. Invece, ha questo
sguardo distante negli occhi… è come se si aspettasse qualcosa da me. E la cosa strana è che anch’ io mi
sento come se dovessi darle qualcosa, ma non so cosa.
NICOLAS
Beh, io non posso esserti d’aiuto, ma voglio dirti una cosa. Ti conosco dalle scuole medie e hai sempre
ragionato un po’ troppo sulle cose. Ti stai solo immaginando le cose. Non preoccuparti e vedrai, presto le
passerà.
JOHN
Probabilmente hai ragione tu.
Eva e Neil si guardano a vicenda senza dire nulla, poi Neil si alza e si dirige verso il banco dove c’è John che
sta pagando il conto.
L’uomo prende il portafogli, ma lo apre al contrario e varie carte cadono per terra.
Tra queste ce n’è una in particolare, un foglio di carta.
Lui lo prende lentamente, lo apre e lo fissa intensamente, come se appartenesse a un vecchio ricordo.
Stacco.
EST, FARO – GIORNO
Sentiamo in sottofondo Once upon a memory.
Lo stesso foglio di carta che aveva in mano John, è ora appeso sulla porta del faro, nella spiaggia.
A leggerlo ci sono John e River, ma più giovani rispetto all’ultimo ricordo. Dimostrano entrambi circa
cinquant’anni (Mark Walberg e Amanda Seyfried, invecchiati con qualche ruga).
Sembrano un po’ delusi nel leggere quel foglio. Lei soprattutto, è affranta.
RIVER
Perché mai lo abbandonerebbero così? Non possono chiudere il faro!
JOHN
Immagino che non serva più.
RIVER
Non serva più?
JOHN
Alle navi intendo. Ora tutto ha un gps dentro… ascolta River. Anche per me questo posto è molto
importante e ci ho riflettuto su. Al momento la nostra situazione è piuttosto stabile. Se risparmiamo con
cura, in pochi anni potremmo permetterci di comprare una casa qua sopra.
River tramuta espressione, da triste passa a euforica.
RIVER
Potremmo vederla dalla finestra! Al risveglio, prima di dormire, le saremmo sempre vicini! E potremmo
sempre venire qua da lei. Anya non sarà mai più sola, John! La potrò vedere ogni giorno!
JOHN
Già, proprio così.
River abbraccia il marito e per la foga i due quasi cadono.
John indietreggia, appoggiandosi alla porta del faro. Sorride e carezza una guancia della moglie.
I due ragazzi sono poco più distanti, seduti sulla spiaggia.
EVA
Sono contenta per loro.
NEIL
Sai benissimo cosà succederà. E’ come vedere un treno che sta per schiantarsi.
EVA
Il finale non è mai più importante di qualsiasi momento che lo ha portato. E in questo esatto momento,
sono felici.
NEIL
Sarà, ma a me sembra tutto strambo. Hanno chiamato quel faro per nome. Anya. E ha rinunciato al
trattamento per lei. Penso che River abbia qualche rotella fuori posto.
EVA
Ho visto cose più strane. E comunque, non siamo qui per giudicarli.
Primo piano della ragazza.
Lei lentamente si volta e quando la mdp indietreggia, ci troviamo in un altro ambiente.
INT, STUDIO – SERA
Continuiamo a sentire la musica in sottofondo.
E’ lo studio della villa dei coniugi.
River è seduta alla scrivania e sta ritagliando un pezzo di carta. Per terra ci sono altri pezzi tagliuzzati e
diversi origami sono sparsi sul tavolo.
John è appena entrato e la guarda con fare pensieroso.
RIVER
Hai visto il coniglio che ho lasciato per te?
JOHN
Sì.
RIVER
Parlami di quel coniglio.
JOHN
Era giallo.
RIVER
E poi?
JOHN
Leggermente tondo.
RIVER
E po?
JOHN (spazientito)
Beh, è solo un coniglio di carta, non so come descrivertelo, mi fai sempre la stessa domanda!
Lei non dice niente, abbassando lo sguardo.
Lui si calma, dispiaciuto.
JOHN
Ti comporti in modo strano, River. C’è qualcosa che non va?
River però non risponde, si limita a ritagliare la carta, assorta nei suoi pensieri.
John china il capo, poi esce dalla stanza.
Vediamo dietro di lui Eva e Neil che si scambiano qualche sguardo.
Dettaglio del peluche di un ornitorinco, posato sulla scrivania.
La musica sfuma.
Stacco.
INT, BIBLIOTECA – GIORNO
Una biblioteca è affollata di persone che spulciano libri sugli scaffali, ma sono tutte persone senza volti,
delle sagome grigie che si muovono in modo grossolano.
River è però ben visibile, tiene per mano il peluche e guarda incuriosita i libri.
Più distante, troviamo John seduto a un tavolo assieme a Isabelle.
Entrambi stanno guardando River.
ISABELLE
Ogni persona è diversa dalle altre. Solo perché io e le abbiamo la stessa condizione, non significa che
abbiamo la stessa testa.
JOHN
Ma devi essere capace di aiutarla in qualche modo… All’inizio andava tutto bene, ma adesso è più
distaccata di prima. Anche quando siamo nella stessa stanza, lei non è mai davvero lì. Sto iniziando a
preoccuparmi…
ISABELLE
Solo perché fa fatica a esprimersi non significa che non provi nulla. Lei è ancora lì, capisci? Qualche volta
devi solo avere fiducia sul fatto che lei sia interessata.
JOHN
Non è una cosa semplice da fare giorno dopo giorno.
River, da lontano, si volta a guardare John indicandogli un libro e sorridendo.
John annuisce, ricambiando il sorriso.
ISABELLE
Lo so. Io sono fortunata, mi è stata diagnosticata quando ero ancora giovane. Con un po’ di impegno non è
impossibile assimilare sistematicamente le norme sociali. Ma vuoi sapere la verità? Io invidio e compiango
River. Io… io sono un’attrice, perché è quello che ho fatto per tutta la mia vita. Non solo sul palcoscenico,
ma anche fuori… e praticamente in qualsiasi momento . Sono diventata tanto brava perché recitare è
l’unica opzione che ho avuto. E’ il mio unico modo di apparire normale. Ma River, lei non l’ha mai fatto. Lei
è rimasta reietta e si è rifiutata di imparare come combattere. Non so se è stato un limite o una sua scelta,
se codardia o coraggio.
La mdp si volta a inquadrare Neil che sfoglia un libro dalle pagine completamente bianche. Eva è accanto a
lui, poggiata a uno scaffale.
NEIL
Non ho mai conosciuto una donna del genere prima d’ora.
EVA
Tecnicamente, non hai ancora conosciuto una donna. Ma questi non sono affari nostri, muoviamoci.
Eva va via e Neil rimane per qualche secondo a riflettere.
Poi apre la bocca e si volta per chiamarla, ma non dice nulla, accigliato.
Stacco.
Eva ha raggiunto River, con John accanto.
JOHN
Cosa hai trovato di bello?
RIVER
I vestiti nuovi dell’imperatore. Adoravo questo racconto da piccola.
JOHN
E lo adori ancora?
RIVER
Certo, ma per ragioni differenti.
JOHN
Quando ero piccolo, adoravo la serie degli animorphs.
RIVER
Lo so, tua madre te ne ha regalato uno come regalo di matrimonio!
JOHN
Eh già, quello sì che era uno strano regalo di matrimonio. Credo di esserne stato davvero ossessionato
quando ero piccolo.
RIVER
Perché non li hai più letti da allora?
JOHN
Eh?
RIVER
Li ho visti prendere polvere in garage.
JOHN
Beh, credo di essere un po’ cresciuto ormai. Voglio dire, sono libri per bambini…
RIVER
Cosa c’è di male nel leggere libri per bambini? Li trovo confortevoli.
John annuisce, sorride e si avvicina alla donna, dandole un bacio sulla guancia.
Lei gli carezza la guancia con la mano e notiamo il dettaglio ravvicinato del suo anulare, sul quale c’è un
anello.
EST, FARO – NOTTE
Sentiamo in sottofondo Main Theme.
La mdp si allontana dalla mano con l’anello, mostrando una River in abito da matrimonio, seduta per terra
con le spalle al faro. John è accanto a lei, anche lui agghindato a festa.
Entrambi sono più giovani e in forma.
Tira un po’ di vento e Neil ed Eva si avvicinano in silenzio ai due.
La luce del fare illumina l’ambiente altrimenti buio.
JOHN
Ti senti diversa? Cioè, adesso che abbiamo gli anelli al dito…
RIVER
No. Perché, tu?
JOHN
A dire il vero sì, credo di sì.
RIVER
E che cosa provi?
JOHN
E’ solo… diverso. Saranno solo le responsabilità, immagino.
RIVER
Responsabilità?
John non risponde e i due se ne stanno per qualche secondo in silenzio.
Poi lei gli prende la mano, stringendogliela e alza lo sguardo verso l’alto.
RIVER
Ti piace il nome Anya?
JOHN
Anya… sì, è un bel nome per lei. Senti, vieni con me.
John si alza e aiuta River ad alzarsi, prendendole poi la veste bianca per evitare di farla inciampare, la
conduce verso la porta del faro.
I due vie entrano.
Neil ed Eva alzano gli sguardi verso l’alto.
Dentro la cabina del faro si vedono le sagome dei due sposi che si stagliano scure davanti la luce gialla.
John e River si abbracciano e si muovono come se stessero danzando un lento.
Eva sorride nel guardare la scena, mentre Neil sbuffa un po’ annoiato, ma non riesce a distogliere lo
sguardo dai due.
Nel mare oltre il faro si stagliano le onde.
Il cielo nero diventa a poco a poco azzurro e il sole sorge all’orizzonte, per poi alzarsi.
La mdp indietreggia, mostrando una piccola folla di persone radunate sulla spiaggia davanti al faro.
Un piccolo palco ospita un prete che sta sposando John e River, l’uno di fronte all’altra.
PRETE
E tu, River, vuoi prendere quest’uomo di fronte a te come tuo legittimo sposo?
RIVER
Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e
onorarti tutti i giorni della mia vita. Lo voglio.
John sorride come un bambino e altrettanto fa River che ha occhi solo per lui.
PRETE
Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie.
Mentre si innalza un applauso dagli invitati, John si avvicina a River e la bacia.
Primo piano di un elegante donna seduta in prima fila (ELLEN POMPEO invecchiata) che sorride e si asciuga
una lacrima per la commozione.
L’immagine e i suoni si bloccano, come un fermo immagine che ha coinvolto tutti tranne Eva e Neil, seduti
tra gli invitati.
EVA
Perché hai bloccato?
NEIL
Non reggo i matrimoni. Tendono a uscire dei fluidi dai miei occhi.
EVA
Non sapevo fossi così sentimentale.
NEIL
Oh, ho detto occhi? Intendevo dire bocca. E con fluidi intendevo sia fluidi che solidi.
EVA
E’ una fantastica immagine, grazie Neil. Andiamo, cerchiamo il modo di uscire di qui.
Lei si alza, lui la segue.
Intanto attorno a loro le persone iniziano a scomparire una a una.
NEIL
Questa situazione ti ha tirato su il morale, eh?
EVA
E’ solo che non mi piace vedere le persone commettere degli errori.
Eva si volta a guardare verso il faro. Sono rimasti solo John e River, ancora congelati nella posizione del
bacio.
NEIL
Che cosa è successo al tuo “prendi ogni momento per quello che è”?
Lei non risponde e si incammina verso il promontorio.
Stacco.
La musica sfuma.
INT, CASA – NOTTE
John apre la porta di una casa, sembra abbia una certa fretta.
Accende le luci del corridoio, poi entra in una stanza da letto dove c’è una donna coricata sul letto, la stessa
che abbiamo visto in prima fila al matrimonio (Ellen Pompeo).
JOHN
Mamma, come stai?
MADRE
Oh, dannazione Joey, ti avevo detto che era solo la pressione alta. Non c’era bisogno che venissi.
JOHN
Non la smetterai mai di chiamarmi con quel soprannome, vero?
MADRE
Non ti piace?
JOHN
Hai preso le pillole?
MADRE
Sì. O forse l’ho dimenticato, non lo so. Va a casa, è tardi, sarai stanco.
John si siede sul letto, sorridendo.
JOHN
Devo darti una notizia.
MADRE
Hai deciso di partire? Era ora.
JOHN
Mi sposo!
La madre non sembra sorpresa, si limita ad annuire.
MADRE
Me lo immaginavo, vi vedevo un po’ troppo silenziosi tu e River in questi giorni. Mi nascondevate qualcosa,
ne ero certa.
La donna poi si mette seduta e prende le mani del figlio nelle sue.
MADRE
Ricordi la lettera che è arrivata l’altro giorno?
JOHN
Sì, devo ancora ufficializzare il cambio di domicilio.
MADRE
Cosa hai deciso di fare?
JOHN
Mamma, ne abbiamo già parlato. Non posso accettare.
MADRE
Le borse di studio non cadono dal cielo John. E’ la tua occasione per lasciare questo paesino e visitare posti
nuovi. Per crearti un futuro. Io ti conosco, non hai idea di quello che sei in grado di fare. Potresti diventare
anche un astronauta.
John sorride e carezza la mano della madre.
JOHN
La mia vita è qua, con River.
La donna annuisce, un po’ irritata.
MADRE
Già, River. E’ per lei, vero?
JOHN
Lei ha bisogno di qualcuno ora che i suoi genitori non ci sono più. Conosci la sua condizione… ha bisogno di
me.
MADRE
Portala con te!
JOHN
Non vuole andare via. Le piace questo posto, non mi seguirebbe.
La madre sospira, poi si distende sul cuscino.
MADRE
La ami davvero così tanto?
JOHN
Sì.
Poi sorride.
MADRE
E allora lascia che ti aiuti a organizzare questo matrimonio. Ho già in mente il regalo da farti.
John sorride e l’abbraccia.
Stacco.
Neil ed Eva hanno assistito alla scena da un divano posto di fronte il letto.
NEIL
Adoro questi quadretti familiari. Mi fanno ricordare il rapporto d’amore che non ho avuto con mia madre.
EVA
Questo John in fondo è un tipo fortunato. Nemmeno io andavo tanto d’accordo con la mia.
NEIL
Ragion per cui possiamo anche passare al prossimo ricordo anziché stare qua a morire d’invidia.
EVA
Concordo.
Stacco.
EST, STRADA – GIORNO
Lungo una strada, la stessa nella quale erano arrivati i due dottori, sfreccia un’auto.
Si ferma con un gran rumore di freni e scendono in fretta River e John vestiti da sposi.
NEIL
E se iniziano senza di noi?
RIVER
Siamo gli sposi, penso che ci aspetteranno, no?
I due scoppiano a ridere, ma la donna si ferma perché nota sul ciglio della strada il corpo di un coniglio,
privo di vita.
Si china su di esso con sguardo triste.
JOHN
Non possiamo farci nulla River… non l’avranno fatto apposta. Dai, siamo in ritardo.
John prende per mano River e la fa rialzare. Lei tentenna, poi però si lascia trascinare.
Neil è poggiato a un albero poco distante.
NEIL
Questa strada è stregata.
EVA
No, siete voi uomini che guidate male.
NEIL
Quello è un coniglio, vero?
EVA
Pensi che sia la fonte di tutti quei conigli di carta?
NEIL
Non chiederlo a me. Sei tu la donna tra noi.
EVA
Sarò convinta di essere l’unica quando farai bunje Junmping senza corda.
Dettaglio del volto del coniglio.
Sentiamo in sottofondo Take me anywhere.
Zoom sul suo occhio chiuso, che all’improvviso si apre.
Il coniglio ora è in perfetta forma e scappa via dentro un cespuglio.
La mdp allarga il campo visivo: è una splendida giornata e siamo in aperta campagna.
Eva e Neil scavalcano uno steccato. Lui ha uno sguardo schifato.
NEIL
Disattivo il simulatore d’olfatto prima di rimanerci secco.
EVA
E’ una fattoria.
Poco più distanti troviamo John e River, con due cavalli accanto.
River sta controllando che la sella del suo cavallo sia legata.
JOHN
Credi davvero sia una buona idea? Non hai mai provato da sola prima d’ora.
RIVER
Andrà tutto bene, non sono una bambina. E poi mi sono stancata di cavalcare con gli istruttori.
JOHN
E se ci vedono?
RIVER
Oh John, quanto la fai lunga!
River salta con un balzo sul cavallo, afferrando le redini e facendolo muovere.
Sorride a John, che si affretta a salire sul suo per seguirla.
JOHN
Aspettami!
RIVER
Qualche problema a starmi dietro?
River aizza il suo cavallo che inizia a galoppare e John la insegue, un po’ più impacciato di lei.
Quando la raggiunge, lei sorride di felicità e il sorriso contagia anche John.
Eva li guarda da lontano, ha in mano una borsa.
EVA
Credo che questo possa portarci al prossimo ricordo Neil… Neil?
La ragazza si volta di scatto perché qualcosa gli passa a poca distanza. E’ un terzo cavallo e sulla sella c’è
Neil, che però lo monta al contrario, in maniera del tutto scoordinata.
Il ragazzo ha in faccia un misto di terrore ed eccitazione.
NEIL
Come si ferma questo coso?
EVA
Puoi fermarlo quando vuoi, idiota!
NEIL
Ma non voglio, è troppo divertente! Dai, monta anche tu!
Eva sbuffa, poi chiude gli occhi e quando li riapre la campagna è scomparsa.
La musica si interrompe.
Stacco.
INT, STUDIO MEDICO – GIORNO
Neil è a cavalcioni nella stessa posizione di prima, ma lo è sopra una lampada.
Il ragazzo guarda malamente Eva che sorride.
Si trovano nello studio di un medico, lo capiamo dall’uomo col camice seduto dietro la scrivania mentre
parla a John e River, di fronte a lui.
Il ragazzo scende dalla lampada, rimettendola a posto.
JOHN
La diagnosi quindi è certa?
DOTTORE
Sì, abbiamo raggiunto un consenso sui risultati.
Neil ed Eva smettono di pizzicarsi, facendosi più seri.
DOTTORE
Sfortunatamente, come la maggior parte dei casi di disturbo pervasivo dello sviluppo, questa diagnosi è
stata tardiva. A saperlo quando era bambina, signora, le avrebbe risparmiato molti problemi. Voi due siete
sposati?
RIVER
Non abbiamo alcun legame legale.
DOTTORE
Capisco, in ogni caso potrei indirizzarvi verso qualche consulente specializzato, per farvi comprendere al
meglio come affrontare la situazione.
JOHN
Non ne abbiamo bisogno. C’è altro che possiamo fare?
DOTTORE
Beh, c’è una cosa chiamata ippoterapia che potrebbe giovare. C’è un ranch a nord di qua, hanno degli
splendidi cavalli. Lo posso contattare per voi.
I due amanti scompaiono assieme al dottore e Neil ed Eva escono dallo studio, trovandosi nella sala
d’attesa.
John sta parlando con una segretaria, mentre River è seduta nella sala.
JOHN
Mi scusi, le dispiace silenziare l’orologio? Dà fastidio alla mia ragazza.
Dettaglio dell’orologio, le cui lancette subiscono un repentino movimento indietro.
INT, CINEMA
L’orologio si trova appeso alla parete di una piccola sala cinematografica dove delle sagome scure stanno
guardando un film.
In ultima fila scorgiamo anche Neil ed Eva. Il primo ha in mano dei pop corn e scuote la testa, lanciandone
una manciata più avanti.
NEIL
Questo film fa schifo sia sul piano fisico che metafisico. Una stella su dieci.
Eva sta per rispondergli, ma entrambi scorgono l’unica persona il cui viso è distinguibile. E’ un ragazzino
seduto poco più avanti tutto da solo, dev’essere John (Chandler Canterbury).
Neil lo indica.
EVA
Questa volta il salto è stato più lungo. Quanti anni avrà?
NEIL
Allarme sfigati. Allarme sfigati.
EVA
Ma sentilo! Tu vai sempre al cinema da solo!
NEIL
Ehm, è diverso. Lo faccio perché nessuno è alla mia altezza in fatto di gusti cinematografici.
Eva sorride scrollando il capo, mentre Neil appare un po’ in imbarazzo.
John poi si alza ed esce dalla sala e i due lo seguono facendosi largo tra la folla di sagome indistinte. *
NEIL
Scusate… scusate… permesso. Godetevi pure il resto del film e complimenti per i gusti, davvero.
Stacco.
INT, CORRIDOIO DEL CINEMA - SERA
Sentiamo in sottofondo Moongazer.
Il ragazzino è in piedi, sul corridoio fuori la sala, con le mani in tasca e uno sguardo pensieroso.
Nelle pareti c’è la locandina del film “Cerebral Dowload”.
Eva e Neil escono e gli si avvicinano.
Eva prende alcuni popcorn dal bicchiere di Neil.
Dalla stessa sala poco dopo esce anche una ragazzina. Sembra proprio River (Elle Fanning) e John sembra
sbalordito nel vederla.
JOHN
River? Eri lì dentro tutto questo tempo?
River non risponde, come se non capisse.
JOHN
Ti ho aspettato all’ingresso, credevo che non arrivassi più!
RIVER
Perché te ne sei andato? Avevi detto di voler guardare il film assieme.
JOHN
Eh? Sono io che dovrei farti questa domanda!
RIVER
Cosa intendi dire? Stavamo guardando il film e poi te ne sei andato.
JOHN
Non lo stavamo guardando assieme… io neanche sapevo che c’eri anche tu! Se mi hai visto, perché non sei
venuta a sederti accanto a me?
RIVER
Che differenza fa? Stavamo guardando lo stesso film, nella stessa stanza.
John la guarda per qualche secondo inebetito, poi scoppia a ridere.
RIVER
Cosa c’è?
JOHN
Sei così strana!
RIVER
Non vuoi più guardare il film?
JOHN
Certo che voglio! Vieni, torniamo dentro.
River e John si incamminano verso la sala. La prima perplessa, il secondo sorridente.
Stacco.
Li vediamo entrambi seduti ai loro posti.
La luce del cinema illumina i loro volti, catturati delle immagini.
John guarda River e le prende la mano.
Lei lo lascia fare senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
Dettaglio del peluche di ornitorinco poggiato sul seggiolino accanto al suo.
INT, CORRIDOIO SCUOLA – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
La mdp si allontana dal peluche dell’ornitorinco, che adesso è poggiato su un gradino di una scala. Accanto
a lei River sta leggendo un libro tutta sola, mentre altri ragazzini (tutti quanti sagome grigie) passano lungo
le scale e il corridoio.
Capiamo dunque che si tratta di una scuola.
Seguiamo alcune sagome grigie fino a quando incontriamo nel corridoio John e Nicolas (Conner Rayburn).
NICOLAS
Forza amico, devi tirare fuori le palle!
JOHN
Non è questo Nicolas… senti, forse non è una grande idea.
NICOLAS
Andiamo, cosa vuoi che succeda? Pensaci un attimo. Caso peggiore, dice di no e tu fai finta che non sia
successo nulla, non lo saprà nessuno e tutti penseranno ancora che sei fico.
JOHN
E se lo dice a qualcuno? O mi grida contro?
Neil ed Eva stanno guardando la scena da vicino e il primo scrolla la testa.
NEIL
Sei una fichetta!
JOHN
E se dice di sì ma in realtà pensa di no?
NICOLAS
Dai, smettila di preoccuparti. Perché dovrebbe fare così?
JOHN
E se mi tirasse in faccia il libro? Non ho neanche un elmetto. Non sono preparato.
NICOLAS
Ok, stai andando nel panico. Raddrizza la tua spina dorsale e smettila di fare la fichetta.
NEIL
Ecco, diglielo in faccia.
NICOLAS
Andrà tutto bene, diglielo e basta.
John pare finalmente convinto e annuisce.
Nicolas si mette di lato, così come Neil ed Eva che si spostano lasciandolo passare.
La sua andatura è incerta, si guarda attorno spaventato.
Infine arriva davanti le scale dove è seduta River.
JOHN
Ehm, ciao.
River non alza gli occhi dal libro.
JOHN
Eh… ciao. Mi senti?
Nemmeno questa volta alza gli occhi, ma risponde.
RIVER
Sì.
JOHN
Perché allora non mi… lascia stare.
John si avvicina, salendo alcuni gradini.
JOHN
Quell’ornitorinco è molto carino.
River guarda il peluche e annuisce.
JOHN
Cosa sta leggendo?
RIVER
Un libro.
JOHN
Sugli ornitorinchi?
RIVER
No.
JOHN
Oh… io, beh, è fantastico.
Nicolas sta spiando la scena a debita distanza e si porta una mano in faccia.
Neil invece ha uno sguardo disgustato. Eva le dà un colpetto col gomito.
RIVER
Fari.
JOHN
Eh?
RIVER
Sono rimaste esattamente sedici lenti di Fresnel di seconda categoria nei fari del nostro paese. Nove di essi
sono costieri ed una è stata modificata da uno storico faro con lampada al cherosene.
JOHN
Oh, è questo che stai leggendo?
River si limita ad annuire, tornando con lo sguardo sul libro.
JOHN
Ehm, ascolta, ti andrebbe di andare a guardare un film assieme uno di questi giorni?
RIVER
Non lo so.
John sembra non sapere che fare, si gratta la testa e fa qualche passo indietro.
JOHN
Ok, posso… posso aspettare che ci pensi.
RIVER
Non lo so.
JOHN
Cosa non sai?
RIVER
Non esiste data o luogo.
JOHN
Oh, che ne dici di questo sabato alle otto?
RIVER
Sì.
John sorride e si stringe le mani, facendole dondolare.
JOHN
Oh, davvero? Fantastico… allora ci risentiamo per i dettagli?
RIVER
Quali dettagli? C’è un solo cinema in città e hai detto alle 8. Di che altri dettagli hai bisogno?
John rimane con la bocca aperta, poi la chiude e annuisce, arretrando e scendendo le scale.
JOHN
Ok, io allora…
Il ragazzino indietreggia ancora, poi la saluta con un gesto della mano e infine si volta, andando via e
aggrappando le mani alle cinghie del suo zaino.
John passa accanto a Neil ed Eva. Lei guarda Neil, che rimane in silenzio a braccia conserte.
NEIL
Cosa c’è? Perché mi guardi in quel modo? Ti aspetti che commenti quanto è stato impacciato? Scordatelo,
non ti darà soddisfazione.
EVA
Vacci piano, era ancora un bambino. Di tutte le persone tu dovresti capire meglio.
NEIL
Cosa intendi dire?
La ragazza sorride e si incammina.
EVA
Chiudi il becco e andiamo.
NEIL
Chiudi il becco non è il mio nome!
Stacco.
INT, CASA – GIORNO
Dettaglio dello zaino di John, posato per terra in una stanza.
E’ la classica stanza di un bambino, ci sono libri sparsi, giocattoli oltre ai mobili: una scrivania, un letto a
castello, un armadio e due comodini.
John sta prendendo lo zaino e se lo mette sulle spalle.
Poi esce dalla sua camera, seguito da Eva e Neil, fin quando arriva in cucina dove c’è una donna (Ellen
Pompeo) che sta lavando delle tazze.
JOHN
Sto andando mamma.
MADRE
Divertiti Joey. Il mio bambino… cresci così in fretta!
La donna gli manda un bacio con le labbra e John si limita a salutarla con un sorriso, per poi uscire di casa.
EVA
Non capisco perché dargli un soprannome del genere.
NEIL
Magari il nonno si chiamava così.
Neil scrolla le spalle e si incammina verso la porta, Eva invece ha uno sguardo pensieroso, ma si limita a
seguire il collega.
Stacco.
EST ?
Non appena i due escono dalla porta, si ritrovano in un ambiente completamente bianco.
La casa stessa dalla quale erano usciti è scomparsa e attorno a loro non sembra esserci nient’altro.
NEIL
Cos’è questa storia? Possibile che i ricordi finiscano qua?
EVA
No, è troppo grande, dovrebbe averne degli altri.
NEIL
Forse un errore nel sistema?
EVA
Lo abbiamo fatto controllare prima di venire. Era tutto ok.
NEIL
Anche se non abbiamo scoperto la motivazione, possiamo comunque provare a forzare la voglia di andare
sulla luna.
EVA
Non credo funzionerà.
NEIL
Hai altre idee? Non vedo molte altre opzioni al momento.
EVA
Facciamo un tentativo. Dividiamoci, faremo più in fretta.
Neil annuisce e chiude il pugno per salutare Eva, lei però non ricambia il gesto e con uno sbuffo scompare.
Neil da solo, si guarda intorno, ancora col pugno a mezz’aria.
Stacco.
INT, CINEMA – SERA
Sentiamo in sottofondo Spiral of secrets.
John e River ragazzini sono nel corridoio del cinema e stanno parlando come nella scena che abbiamo visto
precedentemente.
JOHN
Non lo stavamo guardando assieme… io neanche sapevo che c’eri anche tu! Se mi hai visto, perché non sei
venuta a sederti accanto a me?
RIVER
Che differenza fa? Stavamo guardando lo stesso film, nella stessa stanza.
Eva appare dietro di loro e indica con un dito la locandina di Cerebral Download.
Questa all’improvviso muta: il titolo diventa “Fly me To the moon”.
John si volta a guardare la locandina.
JOHN
Ma… non è questo il film che pensavo facessero stasera. Oh, beh… Ti dispiace, River?
RIVER
No. Mi piace questo titolo.
JOHN
Va bene, allora rientriamo.
Stacco.
INT, PALESTRA SCUOLA – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
Una folla di ragazzini (sagome grigie) è radunata attorno a un palco allestito nella palestra della scuola.
Sul palco c’è un pianoforte con un pianista che suona delle note strampalate.
Neil sale sul palco, vestito con uno smoking bianco che ha al petto lo stemma della bandiera americana.
NEIL
Posso avere la vostra attenzione? Come sapete, io sono un rappresentate della NASA mandato in tutta la
sua gloria. E sono qui per dirvi tutto quello che c’è da sapere! Vai Timmy!
Il pianista suona qualcosa che ha l’aria di dover essere epico, ma del tutto stonato.
Tra al folla distinguiamo chiaramente John e Nicolas, gli unici visibili. Gli altri sono infatti delle sagome
grigie.
NEIL
Wow, è stato terribile. Ma sto divagando. Piuttosto, so che molti di voi si chiedono: quante chance ho io di
poter vivere un’avventura in un’altra terra? Inalare l’aria di venere, nuotare in senso antiorario attorno agli
anelli di saturno, o forse semplicemente raggiungere l’altro lato della luna. Beh, noi della Nasa crediamo
che con abbastanza desiderio, chiunque ha il potenziale!
Neil scende in mezzo alla folla e inizia a indicare i bambini.
NEIL
Potresti essere tu, o tu, o chi lo sa…
Neil indica John.
NEIL
Tu!
John è in imbarazzo, non sa cosa dire.
JOHN
Ma io… non voglio andare sulla luna.
NEIL
Nemmeno un pochino?
JOHN
Ehm, dovrei?
Neil si gratta la testa, poi si guarda intorno indeciso sul da farsi.
NEIL
Beh… come reclutatore ufficiale della Nasa, mi appresto ora a darvi interessanti nozioni sulla Luna. Per
cominciare, la luna ha 4,5 bilioni di anni…
Stacco.
Neil è seduto sul palco.
NEIL
E sapevate che la sua superficie è grande quanto l’Africa? E’ vero, infatti se provate a fare il giro della luna
in bicicletta…
Stacco.
Neil è in piedi sopra il pianoforte.
NEIL
Inoltre ci vogliono 1.5247 secondi per al luce a viaggiare dalla luna a noi. E guidando una macchina volante,
ci vogliono 130 giorni.
NICOLAS (A John)
Questa la sapevo.
Stacco.
Neil è di nuovo tra la folla e parla quasi esclusivamente a John.
NEIL
E ultimo ma non meno importante, le persone che vanno sulla luna diventano ricche e famose! E sappiamo
tutti che ricchi e famosi equivale a tante donne!
John e Nicolas si guardano perplessi.
Stacco.
INT, STUDIO MEDICO – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
Siamo nello studio in cui il dottore stava annunciando la diagnosi di River a John.
JOHN
La diagnosi è certa?
DOTTORE
Sì. In effetti, raramente abbiamo dei casi…
La porta dello studio si spalanca ed entra Eva, sorridente e con un opuscolo che porge a John.
EVA
Sapevate che la Nasa ha un eccellente supporto sanitario? Ecco, guardi, è scritto tutto nell’opuscolo.
John afferra l’opuscolo, perplesso.
Stacco.
EST, VILLA – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
Siamo nella villa, al tempo in cui era in costruzione.
E’ la scena in cui John è seduto, stanco e parla all’amica Isabelle.
JOHN
Non possiamo permetterci di finire di costruire la casa. Possiamo a mala pena pagare i trattamenti…
Neil appare dietro di loro.
NEIL
Ma potete permettervi un biglietto per la lotteria lunare! Provate a vincere un viaggio!
Isabelle urla di spavento, mentre John guarda Neil inebetito.
JOHN
E tu chi diavolo sei?
Stacco.
EST, RANCH – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
John e River stanno cavalcando lungo i prati del ranch.
Sorridono, si divertono.
Qualcuno a cavallo arriva da dietro e loro si voltano a guardare.
E’ Neil, che sta cavalcando al contrario e si mette tra loro due.
NEIL
Cavalca quanto vuoi nello spaziooooo!!!
Stacco.
EST, PROMONTORIO – SERA
Continua la musica in sottofondo.
Siamo nel bel mezzo di una festa, la festa del matrimonio di John e River.
I due sposi sono al loro tavolo, gli invitati stanno ballando e chiacchierando.
Eva si avvicina al loro tavolo.
EVA
I miei più sinceri auguri.
John e River ringraziano, poi si guardano a vicenda come per chiedere all’altro chi sia quella donna.
EVA
Ma eccovi un indovinello: dove dovreste andare per la vostra LUNA di miele?
I due sposi si guardano a vicenda.
JOHN
Avevamo pensato le cascate del Niagara.
Eva li guarda delusa.
La musica sfuma.
Stacco.
EST, PROMONTORIO – GIORNO
Eva e Neil riappaiono sul promontorio.
EVA
Basta così, mi sento ridicola.
NEIL
Spero che almeno abbia funzionato.
EVA
Non direi. Guarda là.
Il John vecchio è seduto sulla panchina del promontorio, come lo abbiamo visto in una delle prime scene.
Neil ed Eva gli si avvicinano da dietro.
EVA
Questo luogo è identico a quello del suo ultimo ricordo accessibile.
NEIL
Solitamente c’è almeno qualche cambiamento…
EVA
C’è qualcosa che non va. Questi ricordi sono esattamente gli stessi, non è cambiato niente.
John si volta a guardarli, un po’ sorpreso.
JOHN
Che piacevole sorpresa… non abbiamo molti visitatori da queste parti.
EVA
Il mio nome è Eva Rosalene e lui è il dottor Watts. Siamo dell’agenzia Sigmund di generazione della vita.
JOHN
Ah, siete dell’agenzia? Che coincidenza, stavo proprio pensando di chiamarvi.
NEIL
John, immagino che lei non sia andato sulla luna.
JOHN
No, non ci sono mai stato, ma è proprio questo che volevo domandarvi. Potreste portarmici?
Eva e Neil si guardano.
La dottoressa sospira, poi chiude gli occhi.
Stacco.
INT, CAMERA DA LETTO – NOTTE
Eva apre gli occhi, si trova sul divano della camera da letto dove il vero John è in fin di vita, sul suo letto.
Si toglie il casco e poco dopo anche Neil accanto a lei apre gli occhi e fa lo stesso.
Il dottore che ha in cura John si avvicina loro.
DOTTORE
Allora? Ce l’avete fatta?
C’è anche Lily con loro, che sorride aspettando la notizia.
Ma Eva scrolla il capo, amareggiata.
LILY
Oh.
NEIL
Ci abbiamo provato. Lui come sta?
DOTTORE
Resiste ancora a fatica. Non ha molto tempo.
LILY
Non c’è proprio niente che potete fare?
Neil e Eva parlano in contemporanea:
NEIL
No.
EVA
Sì.
Neil guarda Eva stupito.
NEIL
Che intendi dire?
EVA
Forse c’è una spiegazione.
Eva si alza, fa qualche passo mentre pensa tra sé. Gli altri aspettano una risposta.
Lei poi si ferma e parla al collega.
EVA
Quando si impiantano i desideri? Quelli più profondi?
NEIL
Di solito da bambini.
EVA
Esatto. Ricordi quando siamo finiti in quel buco bianco?
NEIL
Era un errore della macchina, no?
EVA
Può darsi, ma può anche darsi che siamo finiti in un ricordo cancellato, anzi, rimosso.
NEIL
E con questo?
EVA
Magari qualcosa ha cancellato una fetta della sua infanzia, forse proprio quella dove è nato il desiderio di
andare sulla luna. Per questo motivo non è in grado di farlo riaffiorare e fin quando non riusciamo a capire
perché vuole andarci, non riusciremo mai a spingerlo in quella direzione.
NEIL
Inizio a non seguirti più. Dove vuoi arrivare?
Eva si avvicina a Neil.
EVA
Se riuscissimo a entrare nel suo inconscio e a visualizzare quel ricordo, allora potremo capire perché vuole
andare sulla luna, capiremmo perché i nostri imput non l’hanno mai convinto a studiare per entrare nella
Nasa, insomma potremo correggere gli errori che abbiamo fatto.
Neil si alza, sorridendo e scuotendo il capo.
NEIL
Ho sentito bene? Inconscio? Stai scherzando, vero? Non si può entrare nell’inconscio, lo dicono a ogni corso
di formazione!
EVA
E’ una regola che spesso è stata interpretata in diversi modi. Una volta il mio capo ci andò.
NEIL
Il tuo capo? Marvin? Lo stesso che è andato in pensione precocemente a causa di quel problema con le voci
che sentiva nella testa e che gli dicevano di non dormire? Bene, è incoraggiante, molto.
LILY
Può essere pericoloso per voi?
EVA
Probabilmente no.
NEIL
Probabilmente?
DOTTORE
Quali sono i rischi?
Neil guarda Eva, che dopo un po’ si decide a rispondere.
EVA
L’inconscio è una zona molto confusa, i ricordi non sono mai limpidi. E’ dove risiedono le paure e i desideri
più profondi dell’uomo. E c’è il rischio di andare in stato confusionale entrandoci. In alcuni casi, anche di
subire uno shock, come è capitato a Marvin.
Neil si va a sedere mettendosi le mani alla testa.
Il dottore torna da John per controllare il polso, mentre Lily abbassa il capo.
EVA
Neil, non ti sto chiedendo di venire. Andrò da sola.
Eva va al macchinario, iniziando a digitare dei comandi nello schermo del palmare.
EVA
Imposto la potenza a un livello più alto e setto l’età al punto in cui abbiamo trovato lo spazio bianco.
Dovrebbe bastare.
Una volta finito, va a sedersi sul divano, infilandosi il casco.
Neil la guarda, uno sguardo carico di sensi di colpa.
EVA
Non preoccuparti, faccio in un baleno.
Eva chiude gli occhi e il suo corpo si affloscia.
Stacco.
EST, PARCO – SERA
Sentiamo in sottofondo Lament of a stranger.
Ci troviamo all’interno di un parco dove è in corso quella che sembra una festa di paese.
Ci sono bancarelle e persone che passeggiano.
Vari tavoli imbanditi di pietanze e giostre colorate.
Il tutto però appare irreale e fantasioso: ogni giostra, ogni bancarella, ogni albero, hanno delle forme
particolari: a volta arzigogolate, altre spiraliforme, sembra tutto distorto.
Eva cammina tra la folla stringendosi nelle spalle, un po’ a disagio.
Delle sagome scure le passano accanto, talvolta anche attraverso di lei. Anche queste sagome hanno forme
particolari, talvolta piccole, altre enormi.
Accanto a lei passa il John ragazzino, seguito dalla madre e da un altro ragazzino uguale a John, dev’essere
un fratello gemello.
Lei li guarda sorpresa e li segue con lo sguardo: si stanno dirigendo verso una ruota panoramica le cui
cabine sono delle grandi bocche aperte.
VFC
Dottoressa Rosalene!
Eva si volta: su una giostra, sopra un cavalluccio, c’è Neil, che lo monta al contrario.
Il cavallo ha un che di macabro, avendo gli occhi insanguinati.
NEIL
Questi sembrano più cattivi, ma sono più docili!
Eva gli si avvicina con un sorriso in volto.
EVA
Pensavo che te la facessi sotto.
NEIL
Scusa il ritardo. Dovevo chiamare a casa e dire loro che se domani mi presentassi alla porta nudo e con un
machete, non dovranno preoccuparsi più di tanto perché sarà un effetto collaterale del viaggio
nell’inconscio.
Eva annuisce, continuando a sorridere.
EVA
Scendi da quel coso, dobbiamo seguire John e suo fratello.
Neil scende al volo, rischia di perdere l’equilibrio ma riesce a non cadere.
NEIL
Suo fratello?
Eva gli indica la ruota panoramica: John e il fratello sono seduti insieme alla madre e la giostra è già partita.
NEIL
E perché non l’abbiamo mai visto nei suoi ricordi?
Lo sguardo di lei è cupo.
EVA
Ricordi la sua stanza? C’era un letto a castello.
NEIL
E lui che fine ha fatto?
Eva lo guarda seriamente, poi indica la ruota panoramica.
EVA
Immagino che a breve avremo una risposta.
Il fratello si è alzato e si sporge dalla cabina, guardando giù.
MADRE
Joey, stai seduto!
JOEY
Andiamo mamma, questa giostra è lentissima! Guarda John si vede il carro dei nani!
JOHN
Dove?
MADRE
Ma tu devi comunque…
Un rumore sordo, metallico.
La ruota panoramica rallenta, per poi subire uno scatto in avanti. Dura pochi istanti, ma abbastanza per far
sì che Joey venga spinto di sotto.
Invano la madre si sporge per cercare di afferrarlo.
Prende la manica della maglietta, ma non riesce a reggerlo e il bambino cade giù.
Eva e Neil guardano basiti il corpicino che precipita, voltandosi nel momento in cui si schianta per terra con
un tonfo raggelante che echeggia nell’aria come se tutti gli altri rumori fossero scomparsi.
John si sporge per guardare, e vede la folla che inizia a radunarsi attorno al corpo.
La madre sta guardando ancora di sotto, senza dire una parola.
Eva si è voltata, dando le spalle al luogo dell’incidente.
Neil la segue.
NEIL
Suppongo che questo sia l’evento traumatico che ha fatto rimuovere questo ricordo a John.
EVA
Mi spiace per lui. Perdere un fratello a quest’età dev’essere terribile.
NEIL
E mi sa che anche per la madre lo è stato. Ecco perché continuava a chiamare John “Joey”. Deve aver perso
la ragione.
Eva annuisce, poi lui le prende un braccio e la fa fermare. Le indica una bancarella dove ci sono John, Joey e
la madre.
Eva tira un profondo sospiro.
EVA
Merda, lo abbiamo appena visto morire.
NEIL
Lo so che è dura, ma dobbiamo sbrigarci. Qua potrebbe spegnersi tutto da un momento all’altro.
Lei annuisce, convinta, e insieme si avvicinano.
John ha appena finito di sparare a delle papere con un fucile.
Il giostraio ha un viso da clown dal quale spuntano dei denti acuminati, terrificante.
NEIL
Quel coso dovrebbe attirare i bambini?
EVA
Ricordati che siamo nell’inconscio. I ricordi non sono reali, ma si mescolano alle sue paure.
NEIL
Quel clown deve trovarsi nell’inconscio di molti ragazzini.
EVA
Scommetto che c’è anche nel tuo.
Neil lo guarda di sbieco, un po’ intimorito.
Il giostraio dà un peluche a forma di ornitorinco a John.
Joey invece tiene in mano una scatola con un treno disegnato.
JOHN
Ma non voglio quello stupido pupazzo, voglio il treno!
GIOSTRAIO
Quello che ha vinto tuo fratello era l’ultimo treno rimasto. Ma forse vuoi un orsetto?
JOHN
No, voglio solo il treno.
MADRE
Su John, non fare scenate. E’ Joey che l’ha vinto, no?
JOHN
Ma ho vinto anch’io, lui è solo arrivato prima!
JOEY
Va bene, ti ci lascerò giocare.
MADRE
Vedi com’è generoso tuo fratello? Andiamo a vedere laggiù.
John sbuffa ma si convince e tutti e tre corrono verso un'altra bancarella dove si gioca ad acchiappa la
talpa.
Neil ed Eva li seguono, ma l’attenzione del primo viene attirata da un uomo il cui volto è sfigurato: ha delle
cicatrici sanguinolente e degli artigli al posto della mano.
Neil lo guarda impaurito, poi si volta e vede davanti a sé la morte, col classico vestito nero e cappuccio che
gli copre la testa. Una mano ossuta tiene in mano una grande falce.
Attorno a Neil si materializzano dei volti che piangono, i dettagli si fanno sfumati e tutto si colora di grigio.
EVA
Neil!
Eva lo afferra per la mano e lo trascina.
NEIL
Altri scherzi dell’inconscio?
EVA
Le paure di John possono essere simili a quelle che sono nel nostro inconscio. Se ti concentri troppo su di
esse, anche le tue prenderanno il sopravvento.
NEIL
E’ confortante saperlo. Come faccio a tenerle buone a letto?
EVA
Non guardarti attorno, concentrati su John.
Neil distoglie lo sguardo e i mostri cambiano strada.
Continuando a camminare arrivano a un tavolo dove la famiglia sta mangiando.
Joey ha davanti a sé un barattolo di olive, mentre John e la madre mangiano delle patatine fritte.
JOHN
Non riesco a capirti Joey, come fai a mangiarle? Sono così aspre e disgustose!
JOEY
Vorrai dire aspre e fantastiche. Provane una.
JOHN
Non mi piacciono nemmeno quelle normali.
Neil guarda Eva, si scambiano qualche occhiata.
JOHN
Ho finito mamma, posso andare a giocare?
MADRE
Ok, ma non allontanarti.
John si alza tenendo in mano il suo ornitorinco e corre verso una piazzola con delle giostre: altalene e scivoli
dove tanti ragazzini stanno giocando.
Un bambino (la sua sagoma) scivola sullo scivolo per poi venire inghiottito dalla sabbia.
Neil distoglie lo sguardo dalla scena, disgustato.
Eva e Neil lo seguono a debita distanza, senza però perderlo di vista.
Nel seguirlo, incontrano degli animali antropomorfi che giocano con una palla.
Un bambino dalle sembianze di una lucertola li saluta.
L’attenzione di John viene però rivolta a un piccolo sentiero che si apre tra gli alberi del parco.
Si guarda intorno, nota la madre ancora a tavola col fratello, poi si addentra nel sentiero.
Stacco.
John si fa largo tra alti cespugli e in sottofondo i rumori della festa si fanno più ovattati, a dispetto del
rumore delle onde del mare.
Neil ed Eva lo seguono e notano che alcune piante hanno forme strane, un albero ha il volto di un uomo
sofferente, ma i due si concentrano sul ragazzino, che è arrivato alla fine della strada.
E’ sul promontorio dal quale si può vedere il faro.
Lo spettacolo da lassù è quello di un faro illuminato da una luna piena gigantesca, nella quale si può vedere
ogni singolo cratere.
Le onde del mare si infrangono sulla scogliera più sotto.
Sentiamo in sottofondo Moongazer.
John è a bocca aperta e si siede su un tronco caduto per ammirare il panorama, posando il peluche accanto
a sè.
NEIL
Sai, quando ero bambino mio nonno mi portava ogni anno a vedere le stelle.
EVA
Davvero?
NEIL
C’era una collina fuori città dove andavamo… la stessa ogni anno. Guardavamo le stelle fino al mattino. Mia
madre però non voleva che stessimo alzati fino a tardi. Allora mio nonno le diceva che andavamo in
campeggio e nascondeva il telescopio in macchina. Funzionava bene, ma quando tornavamo al mattino
dovevo far finta di aver dormito. In conclusione, questa è la storia di come sono diventato caffè
dipendente.
EVA
Sei davvero terribile.
NEIL
Lo so.
EVA (indicando John)
E’ un peccato però. Tutti questi bei momenti persi e mai ritrovati. E chi lo sa quanti altri ancora.
NEIL
Beh…
Ma Neil viene interrotto da un rumore, come di qualcuno che si avvicina.
Anche John si volta, un po’ impaurito.
JOHN
C’è qualcuno? Joey, sei tu?
Dal folto degli alberi appare una ragazzina vestita di rosso. E’ River.
Lei, timidamente, guarda John e poi si volta per tornare da dove è arrivata.
John si alza e la chiama.
JOHN
Aspetta!
Lei si ferma.
JOHN
Ciao. Non andare. Io sono Johnny.
RIVER
Sei nel mio posto.
JOHN
Il tuo posto? Oh, scusa, non volevo prenderlo. Uhm, vuoi farmi compagnia?
RIVER
Sei qui per vedere le stelle?
JOHN
E tu?
River non risponde, ma si avvicina ed entrambi si siedono sul tronco a guardare la luna e le stelle.
JOHN
Sapevi che ci sono così tante luci nel cielo?
RIVER
Sì.
JOHN
Oh, anche io. Hai detto che questo è il tuo posto, giusto?
RIVER
Sì.
JOHN
Non ti piacciono le folle? Neanche a me. Sai, non mi hai ancora detto come ti chiami.
RIVER
Non te lo dico. Tutti mi prendono in giro.
JOHN
Perché?
RIVER
Dicono che il mio nome li fa correre in bagno.
JOHN
Ok. Beh, non può essere peggiore del mio. Voglio dire, tutti nel mondo, proprio tutti si chiamano John.
RIVER
Anche in India?
JOHN
Probabilmente.
RIVER
Qual è il problema?
JOHN
Eh?
RIVER
Cosa c’è di male nell’avere il nome che hanno tutti?
JOHN
Beh, è noioso dai. Cioè, se ce l’hanno tutti, a cosa serve? Quando gioco a baseball con gli amici e in squadra
abbiamo un altro John, loro sono costretti a chiamarmi per cognome. Quindi il mio nome diventa inutile.
RIVER
A me non dispiacerebbe. Almeno una volta, avere un nome che hanno tutti, essere come gli altri. Come
quelle luci nel cielo. Sembrano tutte uguali da qua, ma questo non le rende meno belle.
JOHN
Eh, è vero… comunque che cosa credi che siano quelle stelle lassù?
RIVER
Mio padre dice che sono enormi sfere di gas che bruciano.
JOHN
Oh, scommetto che se l’è inventato.
RIVER
Perché dovrebbe dirmi una bugia? Tuo padre ti dice bugie?
JOHN
Mio padre è in giro per il mondo per lavoro, non lo vedo mai. Ma sai come fanno gli adulti, si inventano le
cose. Babbo Natale, il coniglio pasquale, i canguri… robe del genere.
RIVER
Tu hai mai fatto un coniglio pasquale con le stelle?
JOHN
vuoi dire una costellazione?
RIVER
Sì.
JOHN
Oh, tantissime cose, ma mai un coniglio pasquale.
RIVER
Vuoi che ne faccia uno?
JOHN
Oh sì, facciamo la più bella costellazione di sempre. Vediamo chi finisce per primo. Uno, due…
RIVER
Vista.
JOHN
Cosa?! Dove?
RIVER
Nel cielo.
JOHN
Sì, ma dove?
River alza un dito e indica in direzione della luna.
RIVER
Pensa in grande. La più grande tra tutte le altre.
JOHN
Non so… aspetta un attimo… aspetta un attimo! La vedo!
Nel cielo sopra di loro alcune stelle diventano più luminose delle altre e il disegno che viene fuori è proprio
quello di un coniglio.
RIVER
Dimmi cosa vedi.
JOHN
Là giusto? Ci sono due orecchie e una testa.
RIVER
E poi?
JOHN
Lì ci sono due piedi!
RIVER
Sì, e poi?
Passano alcuni istanti in cui John aguzza la vista, concentrato.
JOHN
E poi la luna. La luna è la sua grossa pancia rotonda!
Eva e Neil si guardano a vicenda, senza dire una parola.
JOHN
Allora, cosa pensi che siano davvero? Le stelle dico.
RIVER
Non l’ho mai detto a nessuno. Ma ho sempre pensato che fossero dei fari. Bilioni di fari bloccati
all’estremità del cielo.
JOHN
Oh, dev’esserci molta confusione lassù.
RIVER
E invece no. Possono vedere tutti gli altri fari là fuori e vogliono parlare tra loro, ma non possono perché
sono tutti troppo distanti per sentire cosa dicono. Tutto quello che possono fare è brillare di luce. Ecco cosa
fanno. Fanno brillare le loro luci per gli altri fari e per me.
JOHN
Perché per te?
RIVER
Perché un giorno io aiuterò uno di loro. Lo salverò dalla solitudine, starò con lui e gli darò anche un nome.
Non sarà mai più solo.
John guarda la ragazzina un po’ perplesso, ma poi sorride.
River scorge il peluche dell’ornitorinco e lo indica.
RIVER
Cos’è?
JOHN
Un premio che ho vinto alla fiera. Hai giocato a quel gioco con i fucili?
RIVER
Ci ho provato, ma sono troppo impacciata.
JOHN
Non so davvero che cosa sia. Sembra una strana papera.
RIVER
Posso vederla? E’ davvero strana…
John le porge il peluche e lei se lo rigira tra le mani.
RIVER
Vorrei poterne vincere una anch’io.
MADRE VFC
Johnnyyy!
John si alza.
JOHN
Mia madre mi sta cercando.
River gli ridà il peluche.
RIVER
Tieni.
JOHN
Puoi tenerlo tu. E’ tuo.
RIVER
Mio?
JOHN
Sì, io ne posso sempre vincere un altro. Non per vantarmi, ma a quel gioco sono un mostro.
John si incammina.
RIVER
Verrai anche il prossimo anno?
JOHN
Sì, e tu?
RIVER
Sì.
JOHN
Stesso posto, stessa ora?
RIVER
Sì. E se ti dimentichi, o ti perdi?
JOHN
Allora possiamo ritrovarci sulla luna! Proprio sulla pancia del coniglio.
River sorride, per la prima volta un ampio sorriso nel suo volto.
John è affascinato, ma sente nuovamente la madre che lo chiama e si volta, tornando verso il sentiero dal
quale era arrivato.
River torna a sedersi sul tronco, mentre Eva si allontana pensierosa, seguita dal collega.
La musica sfuma.
NEIL
Quindi è per questo che vuole andare sulla luna? Perché ha perso River?
EVA
Credo di sì. Ma questa motivazione non basta. Voglio dire… un uomo che passa la sua vita a prendersi cura
della moglie, come può costruirsi dei ricordi credibili su di lui che va sulla luna? Quando avrebbe trovato il
tempo di studiare e lavorare per quello scopo? Non ci sono le basi per farlo, non con la vita che ha vissuto.
Eva si ferma, sempre più pensierosa, lo sguardo quasi cupo.
I due si trovano in mezzo al bosco, che appare tetro. L’unica luce proviene dalla luna.
NEIL
Quindi siamo punto e a capo?
EVA
C’è solo una cosa che possiamo fare per portarlo sulla luna.
Eva alza lo sguardo, ha un’espressione decisa ma al tempo stesso tesa.
Neil all’inizio non capisce, ma dopo un po’ pare comprendere.
NEIL
Aspetta, non avrai intenzione di fare quello, vero?
EVA
E’ il nostro lavoro. E’ questo che prevede il nostro contratto.
Eva chiude gli occhi.
NEIL
Aspetta!
La ragazza scompare, lasciando Neil da solo e furioso.
Poco dopo scompare anche lui.
Stacco.
INT, SCUOLA – GIORNO
Sentiamo in sottofondo Uncharted Realms.
Neil riappare nel corridoio della scuola, e scorge in lontananza Eva che cammina decisa.
Lui la segue.
NEIL
Voltati!
Eva rallenta, poi si volta.
EVA
Neil…
NEIL
Ho capito che vuoi fare. Vuoi rimuovere River, non è così?
EVA
Ascolta, il nostro contratto dice di mandarlo sulla luna. E l’unico modo affinché succeda è che Johnny sia
motivato e abbia un passato che possa essere adatto a ospitare tali ricordi. Con River tra i piedi, non
riuscirebbe mai a farlo.
NEIL
Ma lui vuole andare sulla luna perché lei è morta!
EVA
Lo so, ma gli daremo un’altra motivazione. Il contratto ci permette…
NEIL
Fanculo il contratto! Non so te, ma io sto lavorando per far sì che il vecchio sia felice!
EVA
Anch’io, ma se andiamo contro le nostre obbligazioni legali, perderemo il lavoro, o peggio.
NEIL
Ci appelleremo. Sappiamo che Johnny sarebbe più felice se non andasse sulla luna, passando la sua vita con
lei.
EVA
John sarebbe più felice con molte altre vite. Non siamo qui per giocare a fare Dio. Il nostro lavoro è dargli
quello per cui ha firmato.
NEIL
Si dà il caso che adesso sappiamo meglio di lui cosa vuole!
EVA
Senti, non rimane più molto tempo. Lasciami lavorare, rimuoverò River e spero che John riesca a porvi
rimedio.
NEIL
Che intendi dire?
Eva scompare nuovamente, lasciando Neil da solo nel corridoio della scuola.
NEIL (gridando al vuoto)
Non ti permetterò di farlo!
EVA VFC
Immaginavo non l’avresti presa bene. Ti ho tolto i diritti di accesso alle modifiche.
Neil prova a chiudere gli occhi, ma non succede niente.
NEIL
Non puoi farlo!
Attorno a Neil il corridoio sembra modificarsi, le mura e gli oggetti è come se vibrassero e si notano delle
linee di interferenza lungo le pareti.
Il corridoio inizia ad allungarsi, divenendo apparentemente infinito.
NEIL
Vuoi farmi perdere tempo Eva? Vieni fuori!
Neil apre la prima porta che trova, dentro c’è John adulto seduto con River accanto.
Di fronte a loro c’è una scrivania con un dottore dal volto oscurato.
John e River stanno piangendo, tenendosi la mano. River scompare.
Neil chiude la porta e torna nel corridoio.
NEIL
Posso sempre uscire dal sistema e scollegarti!
EVA VFC
Correresti il rischio di compromettere ulteriormente i suoi ricordi? Arrenditi e basta, non manca molto.
Neil apre un’altra porta, il cui pavimento è sommerso di conigli di carta.
Una River anziana è seduta in un angolo e tiene tra le mani uno degli origami.
Alza lo sguardo verso Neil: uno sguardo smarrito e impaurito.
RIVER
E poi? E poi?
L’immagine subisce un’ulteriore cambiamento, il volto di River inizia a invecchiare, poi si offusca.
Stacco.
Neil ha aperto un’altra porta.
Seduti a terra, con le spalle al muro, ci sono John e River adulti, con gli abiti del matrimonio.
RIVER
E che cosa provi?
JOHN
Saranno solo le responsabilità, immagino.
Neil chiude la porta e torna nel corridoio, ma si addossa subito alla parete perché un cavallo gli va incontro.
E’ cavalcato da una River giovane e sorridente, seguita poi da un altro cavallo cavalcato da John.
Entrambi parlano e ridono, ma non sentiamo cosa dicono.
Dettaglio dell’occhio del cavallo, che sembra osservare Neil quando gli passa davanti.
I due scompaiono e Neil si passa una mano sulla faccia sudata.
Fa un passo avanti, ma il pavimento sotto i suoi piedi cede e lui cade giù.
Rimane appeso con le mani, sotto di lui c’è il vuoto: tutto nero.
NEIL
Eva!
Neil cede, le mani si staccano e lui cade nel vuoto.
Durante la caduta incontra oggetti che ruotano attorno a lui, come in un vortice: un peluche a forma di
ornitorinco, dei libri, gli origami, poi all’improvviso raggiunge terra.
Primo piano sul suo volto dolorante, il naso schiacciato su un pavimento bianco.
EVA
Alzati. E’ fatta.
Neil si guarda intorno. E’ nuovamente nel corridoio, che sembra tornato alla normalità. Vari bambini gli
passano accanto.
Eva gli tende la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma lui si alza da solo, guardandola irato.
Si trovano davanti le scale dove River era seduta e leggeva un libro.
La ragazzina alza lo sguardo, come colta da un pensiero.
Si alza, prende il peluche che ha accanto e corre via.
NEIL
Cosa le hai fatto?
EVA
Sta solo andando da un’altra parte.
Eva scompare, mentre Neil rimane a guardare la scena:
John è con Nicolas, poco più avanti.
NICOLAS
Andrà tutto bene amico. Diglielo e basta.
John annuisce e timidamente si avvicina alle scale, dove però River non c’è più. C’è solo un libro poggiato
per terra.
Il ragazzino si guarda intorno un po’ perplesso, poi alza le spalle e torna dall’altro.
Insieme se ne vanno.
Neil ha assistito alla scena con fare rammaricato.
NEIL
Mi dispiace amico.
La musica sfuma.
Stacco.
INT, CINEMA - SERA
Nel corridoio del cinema ci sono John e River, il primo poggiato alla parete, la seconda appena uscita dalla
sala.
John guarda la ragazzina e sorride stupido.
L’immagine si blocca in quest’istante e i due ragazzini scompaiono.
Poco dopo dal corridoio arrivano John e Nicolas, correndo.
NICOLAS
Dai, è già iniziato!
JOHN
Sì, arrivo!
Dettaglio della locandina del film “Fly To the moon”.
L’immagine della luna va in sovrimpressione con il volto di John seduto sulla poltrona del cinema, che
sorride meravigliato dalle immagini.
Stacco.
EST, STRADA – SERA
John e Nicolas, assieme ad altre persone, stanno uscendo dal cinema.
Una grande locandina presidia l’uscita.
Eva si palesa a John, dandole un foglio di carta in mano.
EVA
Ragazzi, vi è piaciuto il film?
JOHN
Era fortissimo. Ci sono queste mosche che vogliono andare sulla luna e la luna è fichissima!
EVA
Tenete. Compilate questa cartolina e speditela. Potete vincere un viaggio per vedere uno shuttle
dall’interno. Uno di quelli che va sulla luna.
John sembra entusiasta all’idea e afferra il foglio sorridendo.
Dissolvenza.
INT, CASA DI JOHN – NOTTE
Sentiamo in sottofondo Moonwisher (e per le scene seguenti)
John è alla sua scrivania e sta compilando il foglio con attenzione.
Poi lecca un francobollo, attaccandolo sulla cartolina.
La guarda, sorride.
Dissolvenza.
EST, NASA – GIORNO
Primo piano del ragazzino che guarda qualcosa dal finestrino dell’auto: è la stazione di lancio della Nasa.
John grida e chiama la madre che sta guidando, indicandogliela.
Stacco.
INT, NASA – GIORNO
John accompagnato dalla madre sta osservando la sala computer dalla quale si seguono le missioni.
Un uomo in divisa militare sta loro spiegando qualcosa che non sentiamo.
John fa una domanda e quello risponde sorridendo.
Dissolvenza.
Il militare stringe la mano a John, facendogli poi il saluto militare. Il ragazzino risponde orgogliosamente allo
stesso modo.
Stacco.
INT, BIBLIOTECA – GIORNO
River adulta sta camminando tra gli scaffali della biblioteca, soffermandosi a guardare un libro.
Lo prende e si volta come per cercare lo sguardo di qualcuno.
Seduto su un tavolo più distante c’è John, che alza lo sguardo.
Ma di River non c’è traccia.
John scrolla il capo, poi torna sul suo libro. Sembra stia studiando matematica, ha infatti un quaderno pieno
di appunti.
Dettaglio della sua mano che si abbassa per scrivere qualcosa.
Stacco.
INT, AULA MAGNA – GIORNO
La mano di John sta scrivendo, è la sua firma.
Quando la mdp allarga, ci mostra John con una tunica nera e il tocco dei laureati. Ha appena firmato un
libro davanti a una commissione di professori.
Stringe la mano all’uomo che ha davanti, sorridendo poi nel guardare la folla di persone dietro di sé che lo
applaudono.
Stacco.
INT, CASA – GIORNO
John è appena rientrato in casa, posa una valigetta per terra e si dirige verso il tavolo della cucina dove
sono poggiate alcune lettere.
Le guarda rapidamente, soffermandosi su una che riporta lo stemma della Nasa.
La strappa in fretta, leggendo velocemente.
Lentamente, nel suo volto appare un largo sorriso.
La musica sfuma.
Stacco.
INT, EDIFICIO NASA – GIORNO
Neil ed Eva si trovano in un lungo corridoio dalle pareti futuristiche, con mura bianche e finestre dalle
forme strane. Stanno guardando qualcosa davanti a loro.
NEIL
Allora ce l’ha fatta, eh?
John indossa una divisa da ufficiale e sta stringendo la mano di un altro uomo in divisa.
EVA
Avevi dubbi?
NEIL
Ma a quale prezzo?
Eva non gli risponde, limitandosi a seguire l’uomo che è entrato in un corridoio.
Il militare gli sta mostrando la sala controllo delle operazioni, la stessa che John aveva guardato da
bambino.
UOMO
Questo è il centro controllo missioni. Al momento no c’è molto da vedere, ma un giorno lo vedrai pieno.
Seguimi, ti presento il nostro medico.
I due, seguiti sempre dai due ragazzi, entrano in una infermeria dove c’è un medico (Timothy Spall) dietro la
scrivania.
Questi si alza e saluta John.
MEDICO
Lieti di averla con noi.
JOHN
Il piacere è mio.
MEDICO
Ho appena dato un’occhiata alla sua documentazione. Il registro medico è eccellente, ma dovremo
continuare a monitorare il suo stato nei mesi a venire.
JOHN
Check up gratis, cosa chiedere di meglio?
Il dottore sorride.
Stacco.
Il gruppo sta camminando nuovamente nel corridoio.
NEIL
Mi domando se la vera Nasa sia veramente fatta così.
EVA
Probabilmente no. Dopotutto è stata costruita con i pensieri di John, che non credo l’abbia mai vista.
NEIL
Ah, sì. Un’enciclopedia di fatti reali contaminata dalle favole di un individuo.
EVA
Mi dispiace Neil. Credevo davvero che ci fosse qualche buona chance.
NEIL
Per cosa?
Lei non risponde.
Il gruppo è entrato in una sala con dei divanetti e un pianoforte, oltre a un piano bar. Un paio di uomini
stanno chiacchierando sui divani.
UOMO
Questa è la sala relax. Quello è David, uno specialista delle missioni. E quell’altro Michael, lui si occupa di
contabilità. Stagli alla larga.
JOHN
Piacere di conoscervi!
I due uomini lo salutano cordialmente.
NEIL
Se non altro è entrato alla Nasa. Pensi che ce la farà?
EVA
Sì, ma gli serve ancora qualche anno prima di diventare astronauta.
Neil sta per rispondere, ma le immagini attorno a loro subiscono un’improvvisa interferenza, per un istante
diventano grigie ma poi tornano alla normalità.
I due si guardano a vicenda perplessi.
La porta della stanza si apre ed entra una figura che noi vediamo di spalle.
Ha dei lunghi capelli biondi che porta legati in una coda.
UOMO
Ah, questa è la nostra altra recluta. River, giusto? Felice di averti a bordo.
Primo piano di River che sorride all’uomo, stringendogli la mano.
John sembra incantato e le si avvicina.
JOHN
Piacere, mi chiamo John.
RIVER
Piacere mio John.
I due rimangono per un po’ a guardarsi sorridendo, senza dire nulla, poi in imbarazzo distolgono lo sguardo.
Eva sta sorridendo, mentre Neil è sbalordito.
NEIL
Ma che cazzo… Eva, l’avevi cancellata!
EVA
No, l’ho solo rimossa. Che cosa avrebbe deciso di fare nella sua vita, è una scelta sua… Ma questo mondo si
basa sulle idee di John…
NEIL
Quindi lei viene da John. Le possibilità non erano molte, come facevi a sapere che avrebbe funzionato?
EVA
Non lo sapevo. Ma ci ho sperato.
NEIL
E se non sarebbe riapparsa?
EVA
Non sei mai stato uno amante del rischio, eh? Diciamo che questo Round l’ho vinto io. Ah, abbiamo ancora
due caschi. Penso che Johnny apprezzerebbe un po’ di compagnia per il gran finale.
Stacco.
INT, EDIFICIO NASA - GIORNO
Sentiamo in sottofondo Everything’s Alright.
River indossa la divisa militare e sta camminando per il corridoio della Nasa.
In sottofondo c’è una musica che attira la sua attenzione, la segue.
Arriva fino alla sala relax, proviene da lì.
John sta suonando una melodia al pianoforte, che si mescola alla canzone che stiamo già ascoltando.
River si avvicina senza disturbarlo, lui la vede e le sorride.
JOHN
Ti piace?
RIVER
Come si chiama?
JOHN
Verso la luna.
RIVER
Mi piace questo nome.
I due si scambiano uno sguardo pieno di complicità. Lui sorride e lei si siede accanto a lui, nello sgabello,
chiudendo gli occhi e ascoltando la musica in silenzio.
Dissolvenza.
INT, NASA – NOTTE
Continua la musica in sottofondo.
E’ inquadrata la luna, nella sua interezza, vista nella lente di un telescopio.
A guardarla è River, che poi distoglie lo sguardo e si volta alla sua destra dove c’è John, che si avvicina a sua
volta al telescopio per guardarvi dentro.
River sorride guardando l’uomo.
Dissolvenza.
INT, NASA – GIORNO
Continua la musica in sottofondo.
John e River sono seduti attorno a un tavolo ovale dove sono riunite varie persone, militari, uomini in giacca
e cravatta, tutti attenti a seguire le indicazioni di un uomo che mostra loro delle diapositive olografiche
nelle quali vengono riportati dati statistici.
Sono tutti concentrati, tranne John che posa lo sguardo su River, seduta di fronte a lei.
Dopo un po’ anche River fa lo stesso e i due si scambiano un sorriso.
John fa una faccia buffa, facendo finta di dormire.
River scoppia in una risata che però affoga in un colpo di tosse.
Qualcuno dei presenti si volta a guardarli e i due si trattengono a stento.
Poi John le fa un altro segnale con le mani: prima si indica l’orologio, poi fa un segno che indica “più tardi” e
poi fa il segno di bere qualcosa da una tazza.
Lei sorride, annuisce.
Stacco.
EST, SALA RELAX NASA – NOTTE
Continua la musica in sottofondo.
Fuori dalla finestra è buio.
John e River sono seduti a un tavolino, in penombra, nella sala relax.
Davanti a loro ci sono due tazze vuote, con della cioccolata rimasta nel fondo.
River sta parlando a John, che l’ascolta rapito.
Lei mentre parla gli prende la mano, con naturalezza.
Dissolvenza.
EST, NASA – NOTTE
Continua la musica in sottofondo.
La parete dell’edificio è ripresa dall’esterno.
Da una finestra proviene una luce e oltre il vetro e le tende si vedono due sagome nere, quelle di un uomo
e una donna che si stringono e ballano un lento sulle note della musica in sottofondo.
Le figure poi si avvicinano, sembra che si scambino un bacio.
La musica sfuma.
Stacco.
EST, PONTE – GIORNO
Sentiamo in sottofondo Launch.
Ci troviamo su un ponte che dà su un fiume.
In lontananza si vede uno shuttle e varie persone sono radunate in quel ponte con gli sguardi diretti verso
lo shuttle per assistere alla partenza.
Tra queste scorgiamo Lily e il dottore di John, accompagnati da Neil.
Ci sono anche Nicolas e Isabelle, stretti in un abbraccio.
LILY
E’ la prima volta che entro nei ricordi di qualcuno… è così… reale.
NEIL
Già, lo è.
LILY
Grazie per averci invitato.
Lily ringrazia con un sorriso Neil che ricambia e poi va verso il parapetto.
DOTTORE
Sa, ci sono stati dei momenti questa notte in cui ho rischiato di perdere davvero John. Credo sia resistito
tanto a lungo per aspettare voi.
NEIL
Sa essere una persona molto paziente.
DOTTORE
A quanto vedo, l’attesa è valsa a qualcosa.
Il dottore e Neil si stringono la mano, poi il ragazzo si avvicina a Eva, che è seduta sul parapetto.
EVA
Ho pensato che da qui avremmo avuto una buona visuale.
NEIL
Tanto buona da bloccare un ponte, eh?
EVA
Tanto non è reale. Beh, eccoci qua. Tutto quello per cui abbiamo lavorato. Vieni su.
NEIL
Perché?
EVA
Perché no?
NEIL
Hai intenzione di spingermi di sotto?
EVA
Probabile. Ma la vista vale il rischio. Forza.
Neil sorride e si arrampica, sedendosi accanto a lei, con le gambe a penzoloni sopra l’acqua.
Stacco.
INT, SHUTTLE
Primo piano di John, indossa la tuta e il casco. Si volta a guardare alla sua sinistra.
Primo piano di River, vestita come lui. Si volta a guardare alla sua destra.
I due astronauti sono seduti accanto e dalle voci che sentiamo dagli altoparlanti e dal rumore dei motori,
sembra che sia tutto pronto per la partenza.
Lei ride, poi anche lui.
Stacco.
EST, PONTE
Dallo shuttle, visto dal ponte, si diparte una grande esplosione di fuoco e una nube grigia.
La navetta si è alzata in cielo.
Neil alza le braccia in alto esultando, mentre Eva lo abbraccia ridendo.
Lily è commossa e il dottore sorride.
Gli altri visitatori del ponte applaudono alla navetta che sale sempre più verso l’alto.
Stacco.
EST, PROMONTORIO
Lo shuttle è visto dal promontorio con la panchina di John e River.
Più sotto si vede anche il faro.
La navetta è diventata ormai un puntino in cielo.
Stacco.
INT, SHUTTLE
Sentiamo in sottofondo un bip continuo, quello di un cuore che batte.
Gli astronauti sono entrati nello spazio, infatti River guarda la terra dall’oblò.
John guarda da un altro oblò: davanti a loro c’è la luna.
I due si stringono la mano e si guardano, commossi.
Il bip continuo diventa più lento.
Le immagini subiscono delle interferenze, a tratti sono disturbate.
Il bip è sempre più lento.
Dettaglio delle due mani strette.
Una lacrima sul volto di John.
Il bip cessa, diventando un unico suono prolungato.
Dissolvenza in schermo nero.
DIRETTO DA MICHEL GONDRY
SCRITTO DA ANDREA CARBONE
BASATO SUL VIDEOGIOCO “TO THE MOON” DI KAN R. GAO
CON
ANDREW GARFIELD – NEIL
CAREY MULLIGAN – EVA
JOHN VECCHIO - ALAN ALDA
JOHN ADULTO – MARK WHALBERG
JOHN RAGAZZINO – CHANDLER CANTERBURY
RIVER VECCHIA – MARY BETH PEIL
RIVER ADULTA - AMANDA SEYFRIED
RIVER RAGAZZINA - ELLE FANNING
NICOLAS VECCHIO - BURT YOUNG
NICOLAS ADULTO – ZACH GALIFIANAKIS
NICOLAS RAGAZZINO – CONNER RAYBURN
DOTTORE – TIMOTHY SPALL
ELISABETTE – REGINA KING
LILY – JENNIFER EHLE
MADRE DI JOHN – ELLEN POMPEO
LE MUSICHE SONO DI
Kan R. Gao, feat. Laura Shigihara
Questo film è fittizio e partecipa a un gioco di cinema virtuale senza alcuno scopo di lucro. Non si intende
sfruttare il volto e il nome delle persone citate.
©2013
www.cinematik.it
Per info: [email protected]
Scarica

guarda il film - Chimera Films