INT, AUTO PER STRADA - GIORNO Un automobile scorre veloce lungo una strada di campagna fatta di curve. Ai lati della strada sorgono alberi e sporadiche villette. In lontananza vediamo anche uno scorcio del mare. Alla guida dell’auto c’è un ragazzo dall’aria tranquilla (Andrew Garfield) e accanto a lei c’è una ragazza che sta controllando in un palmare la strada (Carey Mulligan) . EVA Ci siamo quasi, rallenta. NEIL Dov’è? EVA Rallenta ti ho detto, è quella a destra, ora! L’auto svolta all’improvviso in una traversa a destra e nel farlo sembra investire qualcosa. Neil frena di colpo, impaurito. Stacco. EST, STRADA - GIORNO I due ragazzi sono fuori dall’auto e stanno guardando la strada con aria un po’ schifata. C’è un animale che è stato investito, a qualche metro dietro l’auto. Del sangue è sparso per terra. EVA Ti avevo detto di rallentare. NEIL Poveretto, spero fosse vecchio. Lei lo fulmina con lo sguardo, poi si volta, indicando un punto più lontano. Neil guarda in quella direzione e noi con lui notiamo una grande villa a due piani che si raggiunge attraverso quella strada. Poco più distante, si vede la parte superiore di un faro. EVA Andiamo. Stacco. INT, VILLA – GIORNO Eva e Neil sono in piedi davanti una porta, li vediamo dalla soggettiva deformata dell’occhiolino della porta. Lui suona il campanello, poi aspettano entrambi ritti sulla schiena. Poco dopo la porta si apre e la soggettiva torna normale. Una donna sulla quarantina li accoglie con un sorriso gentile (Jennifer Ehle). LILY Grazie per essere arrivati in così breve tempo. NEIL Non siamo bravi a prevedere le morti, quindi cerchiamo di essere il più veloci… EVA (interrompendolo) Lei è la figlia del paziente? LILY No, sono solo la sua badante, mi chiamo Lily. EVA Io sono la dottoressa Eva Rosalene e lui è Neil Watts. NEIL Dottore Neil Watts. Dietro Lily appaiono due bambini che sono arrivati di corsa, un maschio e una femmina che incuriositi guardano i due arrivati. LILY Questi sono i miei figli, Sarah e Tom. Non si tratta certo di un lavoretto part-time, per cui Johnny ci lascia vivere qui. EVA Suppongo che questo Johnny sia il nostro uomo… NEIL Johnny? Stiamo parlando di un ragazzino? No perché… LILY No, no. E’ lui che preferisce essere chiamato così. Adesso è al piano di sopra, seguitemi. Lily entra dentro, seguita dalla ragazza. EVA Ci pensi tu a prendere l’attrezzatura? NEIL Già, come ogni volta, no? Quando mi si spezzerà la schiena giuro che ti porterò in tribunale. Eva sbuffa e segue Lily dentro la casa. Una casa elegante, ricca di mobili antichi, libri e tappeti pesanti. Le donne salgono le scale che portano al piano di sopra. I bambini non più incuriositi dai nuovi arrivati, corrono verso un pianoforte posto in un soggiorno e si siedono sul seggiolino, spintonandosi a vicenda. SARAH Il primo che arriva può suonare per primo! TOM Tanto ti prendi sempre le due stupide note. I due bambini iniziano a suonare una melodia fatta di poche note. Primo piano di Eva, che mentre sale le scale rallenta, ascoltando la musica che viene da sotto. EVA Quei bambini non se la cavano male per la loro età. LILY Mi chiedevo, è sicuro che la comune energia elettrica di una casa sia sufficiente? EVA Non si preoccupi di questo. Le donne arrivano davanti una porta chiusa. Lily bussa, poi apre senza attendere. Dentro la stanza c’è un letto matrimoniale dove è coricato un uomo anziano che pare sofferente (Alan Alda). Ha una flebo attaccata al braccio e i suoi parametri sono monitorati in un monitor nel quale appare il suo elettrocardiogramma. Dei tubi portano ossigeno al naso. Sembra dormire, infatti non si muove quando entrano. Un medico è seduto accanto al vecchio, indossa camice e stetoscopio (Timothy Spall), ma si alza non appena vede la nuova arrivata e le va a stringere la mano. Intanto dietro di loro sentiamo rumori di passi. Neil appare poco dopo con in mano una scatola grande e una più piccola sopra. Sembrano pesanti. EVA Come sta? DOTTORE Non molto bene. Salvo complicazioni, dovrebbe avere solo uno o due giorni. EVA A noi basteranno poche ore. LILY Così voi due potete esaudirgli qualsiasi desiderio, eh? EVA O provarci, almeno. Neil posa le scatole davanti al letto e sorride loro. NEIL Noi ce la facciamo sempre. DOTTORE Come funziona esattamente? NEIL Collega, sono felice di spiegarglielo. Come lei sa, ogni ricordo è memorizzato nel nostro cervello sottoforma di neuroni e impulsi elettrici. Con la nostra tecnologia non facciamo altro che captare questi impulsi, copiarli e renderli nuovamente accessibili sotto forma di immagini e suoni. In poche parole, possiamo entrare dentro i ricordi di John, li possiamo modificare e inserire informazioni che lui poi prenderà come realmente accadute. Se lei un giorno vorrà ricordare di essere andato a letto con Angelina Jolie, potremmo impiantarle questo ricordo e per lei sarà avvenuto realmente. Il dottore appare colpito e sorride. EVA Allora, qual è il desiderio? LILY La luna. Vuole andare sulla luna. NEIL (a bassa voce) Ah, la senilità fa ammattire la gente. Eva lo fulmina con lo sguardo. LILY Siete in grado di farlo? EVA Dipende. Inizi col dirci qualcosa su di lui. LILY A dire la verità non so davvero molto di lui. Johnny è un anziano. Nei due anni con cui ho lavorato per lui, parlava molto raramente. Ha fatto l’artigiano per la maggior parte della sua vita e sua moglie è deceduta due anni fa. Non conosco i dettagli. NEIL Santo cielo, saprei più io di lui se fossi stato suo postino. LILY Mi spiace non poter essere d’aiuto. Però c’è una cosa che voglio mostrarvi. Stacco. INT, CASA – GIORNO Continua la musica in sottofondo. Lily infila una chiave nella serratura di una massiccia porta di legno. La apre, facendola scricchiolare. Neil ed Eva, dietro di lei, attendono incuriositi. L’interno della stanza è buio. Lily accende una lampada a piedistallo, illuminando la stanza di una luce gialla. E’ uno studio, con una scrivania e pochi mobili impolverati. Ma ciò che cattura la loro attenzione è un gran numero di origami a forma di coniglio posati dappertutto. Per terra, sulla scrivania, sopra i mobili. Sono a centinaia. Neil ed Eva guardano colpiti. LILY Non voleva che si entrasse qui. Non so nemmeno cosa dovrebbero rappresentare, ma ho pensato che magari potesse esservi utile. Neil prende un coniglio di carta, se lo rigira tra le mani. NEIL Questa stanza mi mette i brividi. EVA Già. Torniamo su, è ora di iniziare. La musica sfuma. Stacco. INT, STANZA DA LETTO – GIORNO Primo piano di John, che indossa un casco che lo copre fino alla fronte. Un filo collega il casco a un macchinario simile al case di un computer. A sua volta, altri fili partono da questo, che vanno a collegarsi a dei caschi posti sulle teste di Eva e Neil, seduti su un divano. Eva preme alcuni comandi su un palmare, poi annuisce verso Neil, che le fa un cenno di assenso. I due chiudono gli occhi. Dettaglio degli occhi di Eva, le cui palpebre iniziano a vibrare. EST, GIARDINO – GIORNO Siamo sempre sugli occhi di Eva, che si aprono. Sentiamo in sottofondo Having lived. La donna non è più seduta sul divano, ma si trova all’aria aperta, nel giardino della villa. Neil è con lui e si massaggia la testa. NEIL Prima o poi mi verrà qualcosa al cervello, te lo dico io. E allora denuncerò la società e diventerò ricco. EVA Questo dev’essere il suo ultimo ricordo accessibile. Dev’essere da qualche parte qua intorno. I due ragazzi si muovono, dirigendosi verso un promontorio dal quale è possibile avere una splendida visuale sul mare e sul faro. La musica aumenta di volume. C’è una panchina sul quale è seduto John. L’anziano sta fissando le onde che si infrangono sulla scogliera di sotto e sul faro. Accanto a lui c’è Lily, ferma a guardarlo. Eva e Neil gli si avvicinano. EVA Johnny? John si volta e si alza incuriosito, con un sorriso. JOHN Che piacevole sorpresa, non abbiamo molti visitatori da queste parti. Ci conosciamo forse? EVA Il mio nome è Eva Rosalene e questo è… NEIL Dottor Von Matterhorn, Lorenzo Von Matterhorn. EVA Si chiama Neil Watts. EVA Lei conosce l’agenzia Sigmund di Generazione della vita? JOHN Oh, voi due siete dell’agenzia? Che coincidenza, stavo proprio pensando di chiamarvi. Lily, portaci del caffè. Lily? Lily è immobile, non si è mai mossa da quando i due sono arrivati. NEIL A dire il vero, ci ha già chiamati. Lily scompare all’improvviso e John ha un sussulto. EVA Siamo qui per realizzare il suo desiderio. John indietreggia, ancora impaurito. NEIL Stia attento, se cade ci tocca ricaricare la memoria. EVA Potresti mostrare almeno un po’ di rispetto? NEIL E’ solo un programma, lo sai. Non stiamo parlando col vero Johnny, ma con un’immagine creata dal suo ricordo. EVA Sì, ma questo è il suo ultimo ricordo e ci serve la sua collaborazione. JOHN Voi… voi siete qua per portarmi sulla luna, non è così? EVA Sì. John si calma, ma assume un’espressione pensierosa. JOHN Questo significa… che è giunta la mia ora. Neil ed Eva annuiscono, con una punta di dispiacere in volto. JOHN Bene, siete in grado di farlo? Potete portarmici? EVA Noi non possiamo materialmente, ma tu potresti esserne capace. NEIL Perché vuoi andarci? JOHN Non lo so. EVA Non preoccuparti, a noi puoi dirlo. E’ essenziale aiutarci per far sì che tu realizzi il suo sogno. NEIL Vuoi la fama? Il denaro? Devi avere almeno un motivo. JOHN (Scrolla il capo, sorride) Scusatemi, ma davvero non lo so. Vorrei semplicemente farlo. Non so quando sia nato questo desiderio, è come se fosse stato sempre dentro di me. Voglio andare sulla luna, tutto qua. EVA (a Neil) Questo è un problema. NEIL Perché? Non possiamo semplicemente impiantargli il ricordo come facciamo con tutti? EVA E’ più complicato. Un ricordo deve essere supportato da un background che ne giustifichi la presenza. Se lui vuole andare sulla luna, dobbiamo costruire una storia valida, che la sua mente possa accettare come plausibile. Non possiamo semplicemente fargli ricordare di essere entrato in una navicella spaziale, così, da un giorno all’altro. Altrimenti la costruzione rischia di crollare su se stesso e non possiamo permettercelo col poco tempo che abbiamo. NEIL E quindi che si fa? EVA Dobbiamo scoprire perché vuole andare sulla luna. John (rivolto a lui), dobbiamo raggiungere i tuoi ricordi passati fino a quando non troveremo quello che cerchiamo, forse sarà necessario arrivare alla tua infanzia, ma non possiamo farlo in un solo balzo. Perciò abbiamo bisogno di viaggiare indietro nella tua memoria con salti graduali. NEIL Cosa che ci hai già permesso di fare nel futuro, quindi in realtà stiamo solo perdendo tempo parlandotene. EVA (ignorandolo) Una volta arrivati alla tua infanzia, dovremo influenzare il te bambino a diventare un astronauta. JOHN Vi aiuterò in qualsiasi modo possibile. EVA Adesso, per poter viaggiare nella tua memoria, ci serve un oggetto che per te sia importante, qualche oggetto a cui sei affezionato. John si guarda intorno, poi si infila le mani nelle tasche e tira fuori un coniglio di carta colorato. Lo porge a Neil. EVA Quello potrà funzionare. Eva si avvicina a Neil che tiene nel palmo della mano l’origami. La ragazza posa la sua mano sull’oggetto ed entrambi chiudono gli occhi. Stacco. INT, STANZA – GIORNO Sentiamo in sottofondo una musica suonata da un pianoforte. L’ambiente attorno a loro cambia, appaiono delle linee verdi che si sovrappongono alle immagini che li circondano, poi queste stesse scompaiono e rimangono solo le linee in uno spazio nero. Un istante dopo le linee si modificano e assumono le sembianze di una stanza e di un uomo seduto al pianoforte. Le immagini si sovrappongono alle linee che scompaiono. L’uomo che suona il pianoforte è John. Ha qualche capello in più e un viso meno magro e più colorito, ma è sempre anziano. Sta suonando la stessa melodia che suonavano i bambini. Per terra e sul pianoforte sono posati diversi conigli di carta, tra i quali c’è anche quello colorato. Eva e Neil sono apparsi dietro di lui. EVA Disattiva la visibilità e l’interattività. Se ci vedessero sarebbe problematico. Neil chiude per un attimo gli occhi e i loro corpi diventano leggermente trasparenti. NEIL Dannazione, ho dimenticato di chiedergli di tutti questi conigli. Mi sta davvero inquietando. Probabilmente avremmo dovuto indagare per vedere se è psicopatico. John smette di suonare all’improvviso, la musica cessa. NEIL Ma… mi ha sentito? EVA Impossibile. Probabilmente è solo parte del suo ricordo. John guarda i tasti con espressione dura, poi sbatte entrambe le mani su di essi, emettendo un forte rumore che fa sussultare i due ragazzi. NEIL E allora resto della mia precedente teoria. EVA Smettila di blaterare e cerchiamo qualcos’altro per viaggiare. I due si allontanano dal pianoforte ed entrano nel corridoio, dove incontrano lo stesso John che passa loro accanto senza ovviamente vederli. Si scostano per farlo passare, quindi entrano in una porta che dà su una cucina. John è seduto al tavolo e sta mangiando delle olive in salamoia. Neil si avvicina e annusa. NEIL Detesto questa roba. Disattivo l’olfatto. EVA Che c’è da detestare? Sono olive in salamoia. NEIL Esattamente. EVA Che ne dici di provare con questo? Eva ha afferrato un ombrello che è poggiato su una poltrona. Neil scrolla le spalle e si avvicina. Accade la stessa cosa accaduta prima, ma molto più in fretta: prima appaiono le linee verdi, quindi il paesaggio muta nuovamente, trasformandosi in quello di un ambiente all’aria aperta. EST, FARO – GIORNO Sentiamo in sottofondo Tomorrow. Sta piovendo, siamo sulla spiaggia e di fronte a noi si staglia il faro. Antico, con i muri scrostati. John è sotto l’ombrello e sta guardando una targa posta sul muro del faro accanto alla porta. Eva fa un cenno a Neil di entrare nel faro. EVA Siamo ancora troppo vicini al presente. Va dentro a cercare qualcosa, io guardo qua intorno. Neil annuisce ed entra nel faro. Eva si avvicina a John, che sembra avere gli occhi lucidi. JOHN Adesso è completa, River. Anch’io come te, potrò guardarla ogni giorno. Non sarà mai più da sola. Non capirò mai il perché, ma sono rimasto fedele al tuo desiderio. Sono sicuro che anche Anya ti è grata, in fondo. Ma quando io me ne sarò andato, chi si prenderà cura di noi? La trasparenza di Eva scompare e lei torna tangibile. John la nota. JOHN Oh, lei chi è? EVA Sono Eva, passavo di qua… lei era sua moglie? JOHN Già, si chiamava River. EVA Un nome particolare. JOHN Non avrebbe dovuto farlo. Lei non aveva bisogno di farlo. Ma lei… non credo possa capire. Io stesso non capisco. Eva non dice nulla, l’immagine intorno a lei si blocca e lei fissa il volto commosso di John. Fuori campo, ma amplificata, sentiamo la voce di Neil. NEIL VFC Ho trovato qualcosa. Faccio partire il prossimo ricordo. Stacco e dettaglio delle mani di Neil che tengono un peluche dalla forma di un ornitorinco. La musica sfuma. Stacco. INT, STANZA DA LETTO – NOTTE Sentiamo in sottofondo Having Lived. L’ornitorinco di prima è adesso poggiato su un letto dove giace una donna anziana (Mary Beth Peil). E’ la stanza da letto di una stanza sobria e in un angolo della stanza c’è il pianoforte. John è seduto accanto al letto e guarda la moglie preoccupato. Per terra ci sono degli origami di conigli. Eva e Neil assistono alla scena da un angolo della camera. JOHN Dopo che avremo pagato per la tua operazione, avremo tutto il tempo necessario per finirla. Non ti preoccupare. RIVER Bugia bianca. E’ così che la chiami, vero? JOHN No, io… RIVER Smettila. Non mi piace che tu menti. So quanti risparmi abbiamo. Perché cerchi di convincermi contro la mia volontà? JOHN Ci servono soldi per pagare le cure. So che Anya significa molto per te, ma questo… è troppo! Voglio dire, lei.. non è neanche… RIVER Sai cosa mi rende felice, Johnny? JOHN Cosa? RIVER Lo sai? Beh, io lo so benissimo… Spero che tu mi possa dare una mano. JOHN River… RIVER Quando arriveranno i documenti per il trattamento, io non firmerò. Il dottore è stato chiaro, servirebbe a prolungare la mia vita di qualche anno, forse mesi. Che cosa fare con il nostro denaro sta solo a te. Ma se hai intenzione di esaudire il mio desiderio, voglio che tu li usi per finire di costruire quella casa. E poi, ogni giorno che tu vivrai lì, voglio che pensi a lei. Vai a visitarla, parlale, confidati. Non voglio che rimanga più da sola. JOHN E cosa succederà a te? RIVER Felice. Io sarò felice. Johnny? Ho fatto questo. River prende dalla tasca della sua vestaglia un coniglio di carta colorato. Lo stesso trovato prima. RIVER Cosa ci vedi? John lo guarda con fare triste, poi lo prende. JOHN E’ un coniglio, come tutti gli altri che hai fatto. RIVER E poi? JOHN E’ di carta. RIVER E poi? JOHN Ha il corpo giallo e il resto è blu. RIVER E poi? JOHN Ascolta, River… John posa il coniglio sul letto, quindi si alza con un sorriso. River invece appare delusa da quel gesto, come se si aspettasse qualcos’altro. JOHN Ho scritto un pezzo per te. Vuoi sentirlo? RIVER Non c’era bisogno di portare il pianoforte di sopra per questo. Avrei potuto ascoltare con la porta aperta. John si va a sedere al pianoforte, sotto gli occhi di Eva e Neil che gli stanno a fianco. JOHN Si intitola “Per River”. RIVER Che titolo banale! JOHN Oh, è solo un titolo provvisorio. La musica sfuma e al suo posto sentiamo la melodia suonata da John. L’uomo inizia a suonare la melodia. River chiude gli occhi mentre ascolta, visibilmente stanca. NEIL Chi è questa Anya di cui parlano? Se è tanto importante, non avremmo dovuto vederla nei suoi ricordi? Forse non ha davvero mantenuto la promessa alla fine. A meno che… EVA Cosa? NEIL non importa. EVA Questa non è la stessa musica che suonavano i bambini? NEIL Gliel’avrà insegnata lui. Bah, troppo sdolcinata per me. Eva rimane ancora un po’ ad ascoltare la musica, mentre noi seguiamo Neil che esce dalla camera da letto e scende le scale. Quando arriva di sotto, si trova davanti John, assieme a un altro uomo attempato (Burt Young). Tra di loro c’è un pianoforte, come se i due avessero provato a spostarlo. JOHN Aspetta Nicolas, e se lo smontassimo pezzo per pezzo? NICOLAS Noi non siamo molto bravi ad assemblare pianoforti. Sai una cosa? Se per te è così importante pagherò io dei professionisti che te lo portino su. Non posso aiutarti a salvare la casa, ma questo posso farlo. John guarda l’altro uomo e sorride, pieno di gratitudine. I due scompaiono e Neil riprende a camminare, fermandosi perché un vaso con dei fiori di colore violetto attira la sua attenzione. La musica sfuma. Stacco. EST, PROMONTORIO Dettaglio su un mazzo di violette che sbuca dall’erba. Siamo nel promontorio e tira un forte vento, Eva si toglie alcuni capelli dal volto mentre guarda qualcosa assieme a Neil. Si tratta della villa, che adesso è in via di costruzione. Degli operai stanno lavorando al cantiere. Stacco. Eva e Neil si avvicinano alla casa, notando John seduto su una sedia a riposare. Ha i vestiti sporchi di gesso e il fiato corto. Accanto a lui, in piedi, c’è una donna che ha con sé un sacchetto di plastica (Regina King, invecchiata per mostrare circa 50 anni). Neil ed Eva sono semi-trasparenti, non possono essere visti. DONNA Ti ho portato delle olive in salamoia. Sono le tue preferite, vero? John annuisce sovrappensiero e accetta le olive. JOHN Grazie Isabelle. ISABELLE Ho sentito di River… Come sta? JOHN La malattia è all’ultimo stadio. La diagnosi è stata fatta in ritardo. Ma dicono che possono ancora curarla. Anche se questo vorrà dire che non potremo finire questa casa. Io… sono sollevato del fatto che ci sia ancora una speranza, ma… non hai idea di quanto questo posto significhi per lei. Le si spezzerà il cuore. ISABELLE Vorrei aiutarvi, ma io e Nicolas non siamo messi molto bene finanziariamente. Cosa intendi fare con lei? JOHN Le dirò che possiamo permetterci tutto. Non voglio che faccia una follia. ISABELLE Non dovresti mentirle. JOHN Tu non capisci. Se lo dovesse scoprire, non sono sicuro di cosa sceglierebbe. ISABELLE Se lei sceglie di non salvarsi per amore di questo luogo, così sia. JOHN Pensi che tutto questo abbia solo a che vedere con lei? E che mi dici di me, Isabelle? Dopo tutti questi anni, non mi è concesso essere egoista? Non voglio rimanere da solo. E non la lascerò morire. ISABELLE Sei un arrogante John. John bofonchia qualcosa e si alza dalla sedia. ISABELLE Dove vai adesso? JOHN A coglierle dei fiori alla scogliera da regalarle. Isabelle guarda John andar via. Il vecchio passa verso Neil ed Eva, che si scostano istintivamente lasciandolo passare. Neil si avvicina al barattolo di olive in salamoia che Isabelle ha lasciato sulla sedia. Scrolla il capo, disgustato. Stacco. INT, LOCANDA – SERA Dettaglio ravvicinato del barattolo di olive. Un cucchiaio viene infilato dentro. Un uomo lo porta poi alle labbra. Si tratta di John (Alan Alda), un po’ più giovane. Ha più capelli, anche se bianchi e meno rughe. Si trova seduto al tavolo di una locanda con altre persone tra cui la moglie River (Mary Beth Peil). Anche lei più giovane rispetto all’ultima volta che l’abbiamo vista. Seduti con loro ci sono Nicolas e Isabelle, anche loro più giovani di qualche anno. Altre persone sono presenti nel locale, ma hanno tutte quante i corpi e volti grigi, senza lineamenti. Sono solo delle sagome e si sente un chiacchiericcio indistinto in sottofondo. Gli unici colori sono quelli del tavolo al quale sono seduti, dove regna un’atmosfera allegra. Solo River è quella un po’ più seria, sulle sue. NICOLAS Allora finalmente avete deciso, eh? JOHN Già, i lavori di costruzione inizieranno il prossimo mese. E’ un azzardo, abbiamo chiesto un prestito che pagheremo a rate, ma abbiamo fatto i calcoli per bene e ce la faremo. ISABELLE E’ fantastico, potrete avere la vostra casa dei sogni in un luogo incantato. JOHN Beh, sì, una lunga storia ci collega a quel posto. NICOLAS E’ fantastico ritrovarsi tutti insieme per delle buone notizie. Nicolas alza un boccale di birra e John fa altrettanto col suo, poi bevono. ISABELLE Torno subito. RIVER Esco anch’io. River e Isabelle escono dal locale, seguite dagli sguardi di Eva e Neil che sono seduti a un tavolo là vicino. NEIL Tu ordini qualcosa? Eva fa una smorfia e si volta per ascoltare i due uomini rimasti soli. NICOLAS Ne è passato di tempo, eh? E River… lei è… ancora così silenziosa? JOHN In realtà a casa è più vivace e anche con Isabelle. Non è molto abituata a te. NICOLAS Sarei allora io quello cattivo? I due sorridono, poi John fa una faccia preoccupata. JOHN A dire il vero c’è una cosa che mi preoccupa. Qualche settimana fa ha iniziato a fare coniglietti di carta. NICOLAS Degli origami? JOHN Sì, un sacco. La casa ne è letteralmente piena. NICOLAS Isabelle non ti ha detto che una cosa del genere è normale per le persone con le condizioni di River? JOHN Sì, ma questa volta c’è qualcosa che non va. Quando glielo chiedo, non mi risponde mai. Invece, ha questo sguardo distante negli occhi… è come se si aspettasse qualcosa da me. E la cosa strana è che anch’ io mi sento come se dovessi darle qualcosa, ma non so cosa. NICOLAS Beh, io non posso esserti d’aiuto, ma voglio dirti una cosa. Ti conosco dalle scuole medie e hai sempre ragionato un po’ troppo sulle cose. Ti stai solo immaginando le cose. Non preoccuparti e vedrai, presto le passerà. JOHN Probabilmente hai ragione tu. Eva e Neil si guardano a vicenda senza dire nulla, poi Neil si alza e si dirige verso il banco dove c’è John che sta pagando il conto. L’uomo prende il portafogli, ma lo apre al contrario e varie carte cadono per terra. Tra queste ce n’è una in particolare, un foglio di carta. Lui lo prende lentamente, lo apre e lo fissa intensamente, come se appartenesse a un vecchio ricordo. Stacco. EST, FARO – GIORNO Sentiamo in sottofondo Once upon a memory. Lo stesso foglio di carta che aveva in mano John, è ora appeso sulla porta del faro, nella spiaggia. A leggerlo ci sono John e River, ma più giovani rispetto all’ultimo ricordo. Dimostrano entrambi circa cinquant’anni (Mark Walberg e Amanda Seyfried, invecchiati con qualche ruga). Sembrano un po’ delusi nel leggere quel foglio. Lei soprattutto, è affranta. RIVER Perché mai lo abbandonerebbero così? Non possono chiudere il faro! JOHN Immagino che non serva più. RIVER Non serva più? JOHN Alle navi intendo. Ora tutto ha un gps dentro… ascolta River. Anche per me questo posto è molto importante e ci ho riflettuto su. Al momento la nostra situazione è piuttosto stabile. Se risparmiamo con cura, in pochi anni potremmo permetterci di comprare una casa qua sopra. River tramuta espressione, da triste passa a euforica. RIVER Potremmo vederla dalla finestra! Al risveglio, prima di dormire, le saremmo sempre vicini! E potremmo sempre venire qua da lei. Anya non sarà mai più sola, John! La potrò vedere ogni giorno! JOHN Già, proprio così. River abbraccia il marito e per la foga i due quasi cadono. John indietreggia, appoggiandosi alla porta del faro. Sorride e carezza una guancia della moglie. I due ragazzi sono poco più distanti, seduti sulla spiaggia. EVA Sono contenta per loro. NEIL Sai benissimo cosà succederà. E’ come vedere un treno che sta per schiantarsi. EVA Il finale non è mai più importante di qualsiasi momento che lo ha portato. E in questo esatto momento, sono felici. NEIL Sarà, ma a me sembra tutto strambo. Hanno chiamato quel faro per nome. Anya. E ha rinunciato al trattamento per lei. Penso che River abbia qualche rotella fuori posto. EVA Ho visto cose più strane. E comunque, non siamo qui per giudicarli. Primo piano della ragazza. Lei lentamente si volta e quando la mdp indietreggia, ci troviamo in un altro ambiente. INT, STUDIO – SERA Continuiamo a sentire la musica in sottofondo. E’ lo studio della villa dei coniugi. River è seduta alla scrivania e sta ritagliando un pezzo di carta. Per terra ci sono altri pezzi tagliuzzati e diversi origami sono sparsi sul tavolo. John è appena entrato e la guarda con fare pensieroso. RIVER Hai visto il coniglio che ho lasciato per te? JOHN Sì. RIVER Parlami di quel coniglio. JOHN Era giallo. RIVER E poi? JOHN Leggermente tondo. RIVER E po? JOHN (spazientito) Beh, è solo un coniglio di carta, non so come descrivertelo, mi fai sempre la stessa domanda! Lei non dice niente, abbassando lo sguardo. Lui si calma, dispiaciuto. JOHN Ti comporti in modo strano, River. C’è qualcosa che non va? River però non risponde, si limita a ritagliare la carta, assorta nei suoi pensieri. John china il capo, poi esce dalla stanza. Vediamo dietro di lui Eva e Neil che si scambiano qualche sguardo. Dettaglio del peluche di un ornitorinco, posato sulla scrivania. La musica sfuma. Stacco. INT, BIBLIOTECA – GIORNO Una biblioteca è affollata di persone che spulciano libri sugli scaffali, ma sono tutte persone senza volti, delle sagome grigie che si muovono in modo grossolano. River è però ben visibile, tiene per mano il peluche e guarda incuriosita i libri. Più distante, troviamo John seduto a un tavolo assieme a Isabelle. Entrambi stanno guardando River. ISABELLE Ogni persona è diversa dalle altre. Solo perché io e le abbiamo la stessa condizione, non significa che abbiamo la stessa testa. JOHN Ma devi essere capace di aiutarla in qualche modo… All’inizio andava tutto bene, ma adesso è più distaccata di prima. Anche quando siamo nella stessa stanza, lei non è mai davvero lì. Sto iniziando a preoccuparmi… ISABELLE Solo perché fa fatica a esprimersi non significa che non provi nulla. Lei è ancora lì, capisci? Qualche volta devi solo avere fiducia sul fatto che lei sia interessata. JOHN Non è una cosa semplice da fare giorno dopo giorno. River, da lontano, si volta a guardare John indicandogli un libro e sorridendo. John annuisce, ricambiando il sorriso. ISABELLE Lo so. Io sono fortunata, mi è stata diagnosticata quando ero ancora giovane. Con un po’ di impegno non è impossibile assimilare sistematicamente le norme sociali. Ma vuoi sapere la verità? Io invidio e compiango River. Io… io sono un’attrice, perché è quello che ho fatto per tutta la mia vita. Non solo sul palcoscenico, ma anche fuori… e praticamente in qualsiasi momento . Sono diventata tanto brava perché recitare è l’unica opzione che ho avuto. E’ il mio unico modo di apparire normale. Ma River, lei non l’ha mai fatto. Lei è rimasta reietta e si è rifiutata di imparare come combattere. Non so se è stato un limite o una sua scelta, se codardia o coraggio. La mdp si volta a inquadrare Neil che sfoglia un libro dalle pagine completamente bianche. Eva è accanto a lui, poggiata a uno scaffale. NEIL Non ho mai conosciuto una donna del genere prima d’ora. EVA Tecnicamente, non hai ancora conosciuto una donna. Ma questi non sono affari nostri, muoviamoci. Eva va via e Neil rimane per qualche secondo a riflettere. Poi apre la bocca e si volta per chiamarla, ma non dice nulla, accigliato. Stacco. Eva ha raggiunto River, con John accanto. JOHN Cosa hai trovato di bello? RIVER I vestiti nuovi dell’imperatore. Adoravo questo racconto da piccola. JOHN E lo adori ancora? RIVER Certo, ma per ragioni differenti. JOHN Quando ero piccolo, adoravo la serie degli animorphs. RIVER Lo so, tua madre te ne ha regalato uno come regalo di matrimonio! JOHN Eh già, quello sì che era uno strano regalo di matrimonio. Credo di esserne stato davvero ossessionato quando ero piccolo. RIVER Perché non li hai più letti da allora? JOHN Eh? RIVER Li ho visti prendere polvere in garage. JOHN Beh, credo di essere un po’ cresciuto ormai. Voglio dire, sono libri per bambini… RIVER Cosa c’è di male nel leggere libri per bambini? Li trovo confortevoli. John annuisce, sorride e si avvicina alla donna, dandole un bacio sulla guancia. Lei gli carezza la guancia con la mano e notiamo il dettaglio ravvicinato del suo anulare, sul quale c’è un anello. EST, FARO – NOTTE Sentiamo in sottofondo Main Theme. La mdp si allontana dalla mano con l’anello, mostrando una River in abito da matrimonio, seduta per terra con le spalle al faro. John è accanto a lei, anche lui agghindato a festa. Entrambi sono più giovani e in forma. Tira un po’ di vento e Neil ed Eva si avvicinano in silenzio ai due. La luce del fare illumina l’ambiente altrimenti buio. JOHN Ti senti diversa? Cioè, adesso che abbiamo gli anelli al dito… RIVER No. Perché, tu? JOHN A dire il vero sì, credo di sì. RIVER E che cosa provi? JOHN E’ solo… diverso. Saranno solo le responsabilità, immagino. RIVER Responsabilità? John non risponde e i due se ne stanno per qualche secondo in silenzio. Poi lei gli prende la mano, stringendogliela e alza lo sguardo verso l’alto. RIVER Ti piace il nome Anya? JOHN Anya… sì, è un bel nome per lei. Senti, vieni con me. John si alza e aiuta River ad alzarsi, prendendole poi la veste bianca per evitare di farla inciampare, la conduce verso la porta del faro. I due vie entrano. Neil ed Eva alzano gli sguardi verso l’alto. Dentro la cabina del faro si vedono le sagome dei due sposi che si stagliano scure davanti la luce gialla. John e River si abbracciano e si muovono come se stessero danzando un lento. Eva sorride nel guardare la scena, mentre Neil sbuffa un po’ annoiato, ma non riesce a distogliere lo sguardo dai due. Nel mare oltre il faro si stagliano le onde. Il cielo nero diventa a poco a poco azzurro e il sole sorge all’orizzonte, per poi alzarsi. La mdp indietreggia, mostrando una piccola folla di persone radunate sulla spiaggia davanti al faro. Un piccolo palco ospita un prete che sta sposando John e River, l’uno di fronte all’altra. PRETE E tu, River, vuoi prendere quest’uomo di fronte a te come tuo legittimo sposo? RIVER Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Lo voglio. John sorride come un bambino e altrettanto fa River che ha occhi solo per lui. PRETE Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. Mentre si innalza un applauso dagli invitati, John si avvicina a River e la bacia. Primo piano di un elegante donna seduta in prima fila (ELLEN POMPEO invecchiata) che sorride e si asciuga una lacrima per la commozione. L’immagine e i suoni si bloccano, come un fermo immagine che ha coinvolto tutti tranne Eva e Neil, seduti tra gli invitati. EVA Perché hai bloccato? NEIL Non reggo i matrimoni. Tendono a uscire dei fluidi dai miei occhi. EVA Non sapevo fossi così sentimentale. NEIL Oh, ho detto occhi? Intendevo dire bocca. E con fluidi intendevo sia fluidi che solidi. EVA E’ una fantastica immagine, grazie Neil. Andiamo, cerchiamo il modo di uscire di qui. Lei si alza, lui la segue. Intanto attorno a loro le persone iniziano a scomparire una a una. NEIL Questa situazione ti ha tirato su il morale, eh? EVA E’ solo che non mi piace vedere le persone commettere degli errori. Eva si volta a guardare verso il faro. Sono rimasti solo John e River, ancora congelati nella posizione del bacio. NEIL Che cosa è successo al tuo “prendi ogni momento per quello che è”? Lei non risponde e si incammina verso il promontorio. Stacco. La musica sfuma. INT, CASA – NOTTE John apre la porta di una casa, sembra abbia una certa fretta. Accende le luci del corridoio, poi entra in una stanza da letto dove c’è una donna coricata sul letto, la stessa che abbiamo visto in prima fila al matrimonio (Ellen Pompeo). JOHN Mamma, come stai? MADRE Oh, dannazione Joey, ti avevo detto che era solo la pressione alta. Non c’era bisogno che venissi. JOHN Non la smetterai mai di chiamarmi con quel soprannome, vero? MADRE Non ti piace? JOHN Hai preso le pillole? MADRE Sì. O forse l’ho dimenticato, non lo so. Va a casa, è tardi, sarai stanco. John si siede sul letto, sorridendo. JOHN Devo darti una notizia. MADRE Hai deciso di partire? Era ora. JOHN Mi sposo! La madre non sembra sorpresa, si limita ad annuire. MADRE Me lo immaginavo, vi vedevo un po’ troppo silenziosi tu e River in questi giorni. Mi nascondevate qualcosa, ne ero certa. La donna poi si mette seduta e prende le mani del figlio nelle sue. MADRE Ricordi la lettera che è arrivata l’altro giorno? JOHN Sì, devo ancora ufficializzare il cambio di domicilio. MADRE Cosa hai deciso di fare? JOHN Mamma, ne abbiamo già parlato. Non posso accettare. MADRE Le borse di studio non cadono dal cielo John. E’ la tua occasione per lasciare questo paesino e visitare posti nuovi. Per crearti un futuro. Io ti conosco, non hai idea di quello che sei in grado di fare. Potresti diventare anche un astronauta. John sorride e carezza la mano della madre. JOHN La mia vita è qua, con River. La donna annuisce, un po’ irritata. MADRE Già, River. E’ per lei, vero? JOHN Lei ha bisogno di qualcuno ora che i suoi genitori non ci sono più. Conosci la sua condizione… ha bisogno di me. MADRE Portala con te! JOHN Non vuole andare via. Le piace questo posto, non mi seguirebbe. La madre sospira, poi si distende sul cuscino. MADRE La ami davvero così tanto? JOHN Sì. Poi sorride. MADRE E allora lascia che ti aiuti a organizzare questo matrimonio. Ho già in mente il regalo da farti. John sorride e l’abbraccia. Stacco. Neil ed Eva hanno assistito alla scena da un divano posto di fronte il letto. NEIL Adoro questi quadretti familiari. Mi fanno ricordare il rapporto d’amore che non ho avuto con mia madre. EVA Questo John in fondo è un tipo fortunato. Nemmeno io andavo tanto d’accordo con la mia. NEIL Ragion per cui possiamo anche passare al prossimo ricordo anziché stare qua a morire d’invidia. EVA Concordo. Stacco. EST, STRADA – GIORNO Lungo una strada, la stessa nella quale erano arrivati i due dottori, sfreccia un’auto. Si ferma con un gran rumore di freni e scendono in fretta River e John vestiti da sposi. NEIL E se iniziano senza di noi? RIVER Siamo gli sposi, penso che ci aspetteranno, no? I due scoppiano a ridere, ma la donna si ferma perché nota sul ciglio della strada il corpo di un coniglio, privo di vita. Si china su di esso con sguardo triste. JOHN Non possiamo farci nulla River… non l’avranno fatto apposta. Dai, siamo in ritardo. John prende per mano River e la fa rialzare. Lei tentenna, poi però si lascia trascinare. Neil è poggiato a un albero poco distante. NEIL Questa strada è stregata. EVA No, siete voi uomini che guidate male. NEIL Quello è un coniglio, vero? EVA Pensi che sia la fonte di tutti quei conigli di carta? NEIL Non chiederlo a me. Sei tu la donna tra noi. EVA Sarò convinta di essere l’unica quando farai bunje Junmping senza corda. Dettaglio del volto del coniglio. Sentiamo in sottofondo Take me anywhere. Zoom sul suo occhio chiuso, che all’improvviso si apre. Il coniglio ora è in perfetta forma e scappa via dentro un cespuglio. La mdp allarga il campo visivo: è una splendida giornata e siamo in aperta campagna. Eva e Neil scavalcano uno steccato. Lui ha uno sguardo schifato. NEIL Disattivo il simulatore d’olfatto prima di rimanerci secco. EVA E’ una fattoria. Poco più distanti troviamo John e River, con due cavalli accanto. River sta controllando che la sella del suo cavallo sia legata. JOHN Credi davvero sia una buona idea? Non hai mai provato da sola prima d’ora. RIVER Andrà tutto bene, non sono una bambina. E poi mi sono stancata di cavalcare con gli istruttori. JOHN E se ci vedono? RIVER Oh John, quanto la fai lunga! River salta con un balzo sul cavallo, afferrando le redini e facendolo muovere. Sorride a John, che si affretta a salire sul suo per seguirla. JOHN Aspettami! RIVER Qualche problema a starmi dietro? River aizza il suo cavallo che inizia a galoppare e John la insegue, un po’ più impacciato di lei. Quando la raggiunge, lei sorride di felicità e il sorriso contagia anche John. Eva li guarda da lontano, ha in mano una borsa. EVA Credo che questo possa portarci al prossimo ricordo Neil… Neil? La ragazza si volta di scatto perché qualcosa gli passa a poca distanza. E’ un terzo cavallo e sulla sella c’è Neil, che però lo monta al contrario, in maniera del tutto scoordinata. Il ragazzo ha in faccia un misto di terrore ed eccitazione. NEIL Come si ferma questo coso? EVA Puoi fermarlo quando vuoi, idiota! NEIL Ma non voglio, è troppo divertente! Dai, monta anche tu! Eva sbuffa, poi chiude gli occhi e quando li riapre la campagna è scomparsa. La musica si interrompe. Stacco. INT, STUDIO MEDICO – GIORNO Neil è a cavalcioni nella stessa posizione di prima, ma lo è sopra una lampada. Il ragazzo guarda malamente Eva che sorride. Si trovano nello studio di un medico, lo capiamo dall’uomo col camice seduto dietro la scrivania mentre parla a John e River, di fronte a lui. Il ragazzo scende dalla lampada, rimettendola a posto. JOHN La diagnosi quindi è certa? DOTTORE Sì, abbiamo raggiunto un consenso sui risultati. Neil ed Eva smettono di pizzicarsi, facendosi più seri. DOTTORE Sfortunatamente, come la maggior parte dei casi di disturbo pervasivo dello sviluppo, questa diagnosi è stata tardiva. A saperlo quando era bambina, signora, le avrebbe risparmiato molti problemi. Voi due siete sposati? RIVER Non abbiamo alcun legame legale. DOTTORE Capisco, in ogni caso potrei indirizzarvi verso qualche consulente specializzato, per farvi comprendere al meglio come affrontare la situazione. JOHN Non ne abbiamo bisogno. C’è altro che possiamo fare? DOTTORE Beh, c’è una cosa chiamata ippoterapia che potrebbe giovare. C’è un ranch a nord di qua, hanno degli splendidi cavalli. Lo posso contattare per voi. I due amanti scompaiono assieme al dottore e Neil ed Eva escono dallo studio, trovandosi nella sala d’attesa. John sta parlando con una segretaria, mentre River è seduta nella sala. JOHN Mi scusi, le dispiace silenziare l’orologio? Dà fastidio alla mia ragazza. Dettaglio dell’orologio, le cui lancette subiscono un repentino movimento indietro. INT, CINEMA L’orologio si trova appeso alla parete di una piccola sala cinematografica dove delle sagome scure stanno guardando un film. In ultima fila scorgiamo anche Neil ed Eva. Il primo ha in mano dei pop corn e scuote la testa, lanciandone una manciata più avanti. NEIL Questo film fa schifo sia sul piano fisico che metafisico. Una stella su dieci. Eva sta per rispondergli, ma entrambi scorgono l’unica persona il cui viso è distinguibile. E’ un ragazzino seduto poco più avanti tutto da solo, dev’essere John (Chandler Canterbury). Neil lo indica. EVA Questa volta il salto è stato più lungo. Quanti anni avrà? NEIL Allarme sfigati. Allarme sfigati. EVA Ma sentilo! Tu vai sempre al cinema da solo! NEIL Ehm, è diverso. Lo faccio perché nessuno è alla mia altezza in fatto di gusti cinematografici. Eva sorride scrollando il capo, mentre Neil appare un po’ in imbarazzo. John poi si alza ed esce dalla sala e i due lo seguono facendosi largo tra la folla di sagome indistinte. * NEIL Scusate… scusate… permesso. Godetevi pure il resto del film e complimenti per i gusti, davvero. Stacco. INT, CORRIDOIO DEL CINEMA - SERA Sentiamo in sottofondo Moongazer. Il ragazzino è in piedi, sul corridoio fuori la sala, con le mani in tasca e uno sguardo pensieroso. Nelle pareti c’è la locandina del film “Cerebral Dowload”. Eva e Neil escono e gli si avvicinano. Eva prende alcuni popcorn dal bicchiere di Neil. Dalla stessa sala poco dopo esce anche una ragazzina. Sembra proprio River (Elle Fanning) e John sembra sbalordito nel vederla. JOHN River? Eri lì dentro tutto questo tempo? River non risponde, come se non capisse. JOHN Ti ho aspettato all’ingresso, credevo che non arrivassi più! RIVER Perché te ne sei andato? Avevi detto di voler guardare il film assieme. JOHN Eh? Sono io che dovrei farti questa domanda! RIVER Cosa intendi dire? Stavamo guardando il film e poi te ne sei andato. JOHN Non lo stavamo guardando assieme… io neanche sapevo che c’eri anche tu! Se mi hai visto, perché non sei venuta a sederti accanto a me? RIVER Che differenza fa? Stavamo guardando lo stesso film, nella stessa stanza. John la guarda per qualche secondo inebetito, poi scoppia a ridere. RIVER Cosa c’è? JOHN Sei così strana! RIVER Non vuoi più guardare il film? JOHN Certo che voglio! Vieni, torniamo dentro. River e John si incamminano verso la sala. La prima perplessa, il secondo sorridente. Stacco. Li vediamo entrambi seduti ai loro posti. La luce del cinema illumina i loro volti, catturati delle immagini. John guarda River e le prende la mano. Lei lo lascia fare senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Dettaglio del peluche di ornitorinco poggiato sul seggiolino accanto al suo. INT, CORRIDOIO SCUOLA – GIORNO Continua la musica in sottofondo. La mdp si allontana dal peluche dell’ornitorinco, che adesso è poggiato su un gradino di una scala. Accanto a lei River sta leggendo un libro tutta sola, mentre altri ragazzini (tutti quanti sagome grigie) passano lungo le scale e il corridoio. Capiamo dunque che si tratta di una scuola. Seguiamo alcune sagome grigie fino a quando incontriamo nel corridoio John e Nicolas (Conner Rayburn). NICOLAS Forza amico, devi tirare fuori le palle! JOHN Non è questo Nicolas… senti, forse non è una grande idea. NICOLAS Andiamo, cosa vuoi che succeda? Pensaci un attimo. Caso peggiore, dice di no e tu fai finta che non sia successo nulla, non lo saprà nessuno e tutti penseranno ancora che sei fico. JOHN E se lo dice a qualcuno? O mi grida contro? Neil ed Eva stanno guardando la scena da vicino e il primo scrolla la testa. NEIL Sei una fichetta! JOHN E se dice di sì ma in realtà pensa di no? NICOLAS Dai, smettila di preoccuparti. Perché dovrebbe fare così? JOHN E se mi tirasse in faccia il libro? Non ho neanche un elmetto. Non sono preparato. NICOLAS Ok, stai andando nel panico. Raddrizza la tua spina dorsale e smettila di fare la fichetta. NEIL Ecco, diglielo in faccia. NICOLAS Andrà tutto bene, diglielo e basta. John pare finalmente convinto e annuisce. Nicolas si mette di lato, così come Neil ed Eva che si spostano lasciandolo passare. La sua andatura è incerta, si guarda attorno spaventato. Infine arriva davanti le scale dove è seduta River. JOHN Ehm, ciao. River non alza gli occhi dal libro. JOHN Eh… ciao. Mi senti? Nemmeno questa volta alza gli occhi, ma risponde. RIVER Sì. JOHN Perché allora non mi… lascia stare. John si avvicina, salendo alcuni gradini. JOHN Quell’ornitorinco è molto carino. River guarda il peluche e annuisce. JOHN Cosa sta leggendo? RIVER Un libro. JOHN Sugli ornitorinchi? RIVER No. JOHN Oh… io, beh, è fantastico. Nicolas sta spiando la scena a debita distanza e si porta una mano in faccia. Neil invece ha uno sguardo disgustato. Eva le dà un colpetto col gomito. RIVER Fari. JOHN Eh? RIVER Sono rimaste esattamente sedici lenti di Fresnel di seconda categoria nei fari del nostro paese. Nove di essi sono costieri ed una è stata modificata da uno storico faro con lampada al cherosene. JOHN Oh, è questo che stai leggendo? River si limita ad annuire, tornando con lo sguardo sul libro. JOHN Ehm, ascolta, ti andrebbe di andare a guardare un film assieme uno di questi giorni? RIVER Non lo so. John sembra non sapere che fare, si gratta la testa e fa qualche passo indietro. JOHN Ok, posso… posso aspettare che ci pensi. RIVER Non lo so. JOHN Cosa non sai? RIVER Non esiste data o luogo. JOHN Oh, che ne dici di questo sabato alle otto? RIVER Sì. John sorride e si stringe le mani, facendole dondolare. JOHN Oh, davvero? Fantastico… allora ci risentiamo per i dettagli? RIVER Quali dettagli? C’è un solo cinema in città e hai detto alle 8. Di che altri dettagli hai bisogno? John rimane con la bocca aperta, poi la chiude e annuisce, arretrando e scendendo le scale. JOHN Ok, io allora… Il ragazzino indietreggia ancora, poi la saluta con un gesto della mano e infine si volta, andando via e aggrappando le mani alle cinghie del suo zaino. John passa accanto a Neil ed Eva. Lei guarda Neil, che rimane in silenzio a braccia conserte. NEIL Cosa c’è? Perché mi guardi in quel modo? Ti aspetti che commenti quanto è stato impacciato? Scordatelo, non ti darà soddisfazione. EVA Vacci piano, era ancora un bambino. Di tutte le persone tu dovresti capire meglio. NEIL Cosa intendi dire? La ragazza sorride e si incammina. EVA Chiudi il becco e andiamo. NEIL Chiudi il becco non è il mio nome! Stacco. INT, CASA – GIORNO Dettaglio dello zaino di John, posato per terra in una stanza. E’ la classica stanza di un bambino, ci sono libri sparsi, giocattoli oltre ai mobili: una scrivania, un letto a castello, un armadio e due comodini. John sta prendendo lo zaino e se lo mette sulle spalle. Poi esce dalla sua camera, seguito da Eva e Neil, fin quando arriva in cucina dove c’è una donna (Ellen Pompeo) che sta lavando delle tazze. JOHN Sto andando mamma. MADRE Divertiti Joey. Il mio bambino… cresci così in fretta! La donna gli manda un bacio con le labbra e John si limita a salutarla con un sorriso, per poi uscire di casa. EVA Non capisco perché dargli un soprannome del genere. NEIL Magari il nonno si chiamava così. Neil scrolla le spalle e si incammina verso la porta, Eva invece ha uno sguardo pensieroso, ma si limita a seguire il collega. Stacco. EST ? Non appena i due escono dalla porta, si ritrovano in un ambiente completamente bianco. La casa stessa dalla quale erano usciti è scomparsa e attorno a loro non sembra esserci nient’altro. NEIL Cos’è questa storia? Possibile che i ricordi finiscano qua? EVA No, è troppo grande, dovrebbe averne degli altri. NEIL Forse un errore nel sistema? EVA Lo abbiamo fatto controllare prima di venire. Era tutto ok. NEIL Anche se non abbiamo scoperto la motivazione, possiamo comunque provare a forzare la voglia di andare sulla luna. EVA Non credo funzionerà. NEIL Hai altre idee? Non vedo molte altre opzioni al momento. EVA Facciamo un tentativo. Dividiamoci, faremo più in fretta. Neil annuisce e chiude il pugno per salutare Eva, lei però non ricambia il gesto e con uno sbuffo scompare. Neil da solo, si guarda intorno, ancora col pugno a mezz’aria. Stacco. INT, CINEMA – SERA Sentiamo in sottofondo Spiral of secrets. John e River ragazzini sono nel corridoio del cinema e stanno parlando come nella scena che abbiamo visto precedentemente. JOHN Non lo stavamo guardando assieme… io neanche sapevo che c’eri anche tu! Se mi hai visto, perché non sei venuta a sederti accanto a me? RIVER Che differenza fa? Stavamo guardando lo stesso film, nella stessa stanza. Eva appare dietro di loro e indica con un dito la locandina di Cerebral Download. Questa all’improvviso muta: il titolo diventa “Fly me To the moon”. John si volta a guardare la locandina. JOHN Ma… non è questo il film che pensavo facessero stasera. Oh, beh… Ti dispiace, River? RIVER No. Mi piace questo titolo. JOHN Va bene, allora rientriamo. Stacco. INT, PALESTRA SCUOLA – GIORNO Continua la musica in sottofondo. Una folla di ragazzini (sagome grigie) è radunata attorno a un palco allestito nella palestra della scuola. Sul palco c’è un pianoforte con un pianista che suona delle note strampalate. Neil sale sul palco, vestito con uno smoking bianco che ha al petto lo stemma della bandiera americana. NEIL Posso avere la vostra attenzione? Come sapete, io sono un rappresentate della NASA mandato in tutta la sua gloria. E sono qui per dirvi tutto quello che c’è da sapere! Vai Timmy! Il pianista suona qualcosa che ha l’aria di dover essere epico, ma del tutto stonato. Tra al folla distinguiamo chiaramente John e Nicolas, gli unici visibili. Gli altri sono infatti delle sagome grigie. NEIL Wow, è stato terribile. Ma sto divagando. Piuttosto, so che molti di voi si chiedono: quante chance ho io di poter vivere un’avventura in un’altra terra? Inalare l’aria di venere, nuotare in senso antiorario attorno agli anelli di saturno, o forse semplicemente raggiungere l’altro lato della luna. Beh, noi della Nasa crediamo che con abbastanza desiderio, chiunque ha il potenziale! Neil scende in mezzo alla folla e inizia a indicare i bambini. NEIL Potresti essere tu, o tu, o chi lo sa… Neil indica John. NEIL Tu! John è in imbarazzo, non sa cosa dire. JOHN Ma io… non voglio andare sulla luna. NEIL Nemmeno un pochino? JOHN Ehm, dovrei? Neil si gratta la testa, poi si guarda intorno indeciso sul da farsi. NEIL Beh… come reclutatore ufficiale della Nasa, mi appresto ora a darvi interessanti nozioni sulla Luna. Per cominciare, la luna ha 4,5 bilioni di anni… Stacco. Neil è seduto sul palco. NEIL E sapevate che la sua superficie è grande quanto l’Africa? E’ vero, infatti se provate a fare il giro della luna in bicicletta… Stacco. Neil è in piedi sopra il pianoforte. NEIL Inoltre ci vogliono 1.5247 secondi per al luce a viaggiare dalla luna a noi. E guidando una macchina volante, ci vogliono 130 giorni. NICOLAS (A John) Questa la sapevo. Stacco. Neil è di nuovo tra la folla e parla quasi esclusivamente a John. NEIL E ultimo ma non meno importante, le persone che vanno sulla luna diventano ricche e famose! E sappiamo tutti che ricchi e famosi equivale a tante donne! John e Nicolas si guardano perplessi. Stacco. INT, STUDIO MEDICO – GIORNO Continua la musica in sottofondo. Siamo nello studio in cui il dottore stava annunciando la diagnosi di River a John. JOHN La diagnosi è certa? DOTTORE Sì. In effetti, raramente abbiamo dei casi… La porta dello studio si spalanca ed entra Eva, sorridente e con un opuscolo che porge a John. EVA Sapevate che la Nasa ha un eccellente supporto sanitario? Ecco, guardi, è scritto tutto nell’opuscolo. John afferra l’opuscolo, perplesso. Stacco. EST, VILLA – GIORNO Continua la musica in sottofondo. Siamo nella villa, al tempo in cui era in costruzione. E’ la scena in cui John è seduto, stanco e parla all’amica Isabelle. JOHN Non possiamo permetterci di finire di costruire la casa. Possiamo a mala pena pagare i trattamenti… Neil appare dietro di loro. NEIL Ma potete permettervi un biglietto per la lotteria lunare! Provate a vincere un viaggio! Isabelle urla di spavento, mentre John guarda Neil inebetito. JOHN E tu chi diavolo sei? Stacco. EST, RANCH – GIORNO Continua la musica in sottofondo. John e River stanno cavalcando lungo i prati del ranch. Sorridono, si divertono. Qualcuno a cavallo arriva da dietro e loro si voltano a guardare. E’ Neil, che sta cavalcando al contrario e si mette tra loro due. NEIL Cavalca quanto vuoi nello spaziooooo!!! Stacco. EST, PROMONTORIO – SERA Continua la musica in sottofondo. Siamo nel bel mezzo di una festa, la festa del matrimonio di John e River. I due sposi sono al loro tavolo, gli invitati stanno ballando e chiacchierando. Eva si avvicina al loro tavolo. EVA I miei più sinceri auguri. John e River ringraziano, poi si guardano a vicenda come per chiedere all’altro chi sia quella donna. EVA Ma eccovi un indovinello: dove dovreste andare per la vostra LUNA di miele? I due sposi si guardano a vicenda. JOHN Avevamo pensato le cascate del Niagara. Eva li guarda delusa. La musica sfuma. Stacco. EST, PROMONTORIO – GIORNO Eva e Neil riappaiono sul promontorio. EVA Basta così, mi sento ridicola. NEIL Spero che almeno abbia funzionato. EVA Non direi. Guarda là. Il John vecchio è seduto sulla panchina del promontorio, come lo abbiamo visto in una delle prime scene. Neil ed Eva gli si avvicinano da dietro. EVA Questo luogo è identico a quello del suo ultimo ricordo accessibile. NEIL Solitamente c’è almeno qualche cambiamento… EVA C’è qualcosa che non va. Questi ricordi sono esattamente gli stessi, non è cambiato niente. John si volta a guardarli, un po’ sorpreso. JOHN Che piacevole sorpresa… non abbiamo molti visitatori da queste parti. EVA Il mio nome è Eva Rosalene e lui è il dottor Watts. Siamo dell’agenzia Sigmund di generazione della vita. JOHN Ah, siete dell’agenzia? Che coincidenza, stavo proprio pensando di chiamarvi. NEIL John, immagino che lei non sia andato sulla luna. JOHN No, non ci sono mai stato, ma è proprio questo che volevo domandarvi. Potreste portarmici? Eva e Neil si guardano. La dottoressa sospira, poi chiude gli occhi. Stacco. INT, CAMERA DA LETTO – NOTTE Eva apre gli occhi, si trova sul divano della camera da letto dove il vero John è in fin di vita, sul suo letto. Si toglie il casco e poco dopo anche Neil accanto a lei apre gli occhi e fa lo stesso. Il dottore che ha in cura John si avvicina loro. DOTTORE Allora? Ce l’avete fatta? C’è anche Lily con loro, che sorride aspettando la notizia. Ma Eva scrolla il capo, amareggiata. LILY Oh. NEIL Ci abbiamo provato. Lui come sta? DOTTORE Resiste ancora a fatica. Non ha molto tempo. LILY Non c’è proprio niente che potete fare? Neil e Eva parlano in contemporanea: NEIL No. EVA Sì. Neil guarda Eva stupito. NEIL Che intendi dire? EVA Forse c’è una spiegazione. Eva si alza, fa qualche passo mentre pensa tra sé. Gli altri aspettano una risposta. Lei poi si ferma e parla al collega. EVA Quando si impiantano i desideri? Quelli più profondi? NEIL Di solito da bambini. EVA Esatto. Ricordi quando siamo finiti in quel buco bianco? NEIL Era un errore della macchina, no? EVA Può darsi, ma può anche darsi che siamo finiti in un ricordo cancellato, anzi, rimosso. NEIL E con questo? EVA Magari qualcosa ha cancellato una fetta della sua infanzia, forse proprio quella dove è nato il desiderio di andare sulla luna. Per questo motivo non è in grado di farlo riaffiorare e fin quando non riusciamo a capire perché vuole andarci, non riusciremo mai a spingerlo in quella direzione. NEIL Inizio a non seguirti più. Dove vuoi arrivare? Eva si avvicina a Neil. EVA Se riuscissimo a entrare nel suo inconscio e a visualizzare quel ricordo, allora potremo capire perché vuole andare sulla luna, capiremmo perché i nostri imput non l’hanno mai convinto a studiare per entrare nella Nasa, insomma potremo correggere gli errori che abbiamo fatto. Neil si alza, sorridendo e scuotendo il capo. NEIL Ho sentito bene? Inconscio? Stai scherzando, vero? Non si può entrare nell’inconscio, lo dicono a ogni corso di formazione! EVA E’ una regola che spesso è stata interpretata in diversi modi. Una volta il mio capo ci andò. NEIL Il tuo capo? Marvin? Lo stesso che è andato in pensione precocemente a causa di quel problema con le voci che sentiva nella testa e che gli dicevano di non dormire? Bene, è incoraggiante, molto. LILY Può essere pericoloso per voi? EVA Probabilmente no. NEIL Probabilmente? DOTTORE Quali sono i rischi? Neil guarda Eva, che dopo un po’ si decide a rispondere. EVA L’inconscio è una zona molto confusa, i ricordi non sono mai limpidi. E’ dove risiedono le paure e i desideri più profondi dell’uomo. E c’è il rischio di andare in stato confusionale entrandoci. In alcuni casi, anche di subire uno shock, come è capitato a Marvin. Neil si va a sedere mettendosi le mani alla testa. Il dottore torna da John per controllare il polso, mentre Lily abbassa il capo. EVA Neil, non ti sto chiedendo di venire. Andrò da sola. Eva va al macchinario, iniziando a digitare dei comandi nello schermo del palmare. EVA Imposto la potenza a un livello più alto e setto l’età al punto in cui abbiamo trovato lo spazio bianco. Dovrebbe bastare. Una volta finito, va a sedersi sul divano, infilandosi il casco. Neil la guarda, uno sguardo carico di sensi di colpa. EVA Non preoccuparti, faccio in un baleno. Eva chiude gli occhi e il suo corpo si affloscia. Stacco. EST, PARCO – SERA Sentiamo in sottofondo Lament of a stranger. Ci troviamo all’interno di un parco dove è in corso quella che sembra una festa di paese. Ci sono bancarelle e persone che passeggiano. Vari tavoli imbanditi di pietanze e giostre colorate. Il tutto però appare irreale e fantasioso: ogni giostra, ogni bancarella, ogni albero, hanno delle forme particolari: a volta arzigogolate, altre spiraliforme, sembra tutto distorto. Eva cammina tra la folla stringendosi nelle spalle, un po’ a disagio. Delle sagome scure le passano accanto, talvolta anche attraverso di lei. Anche queste sagome hanno forme particolari, talvolta piccole, altre enormi. Accanto a lei passa il John ragazzino, seguito dalla madre e da un altro ragazzino uguale a John, dev’essere un fratello gemello. Lei li guarda sorpresa e li segue con lo sguardo: si stanno dirigendo verso una ruota panoramica le cui cabine sono delle grandi bocche aperte. VFC Dottoressa Rosalene! Eva si volta: su una giostra, sopra un cavalluccio, c’è Neil, che lo monta al contrario. Il cavallo ha un che di macabro, avendo gli occhi insanguinati. NEIL Questi sembrano più cattivi, ma sono più docili! Eva gli si avvicina con un sorriso in volto. EVA Pensavo che te la facessi sotto. NEIL Scusa il ritardo. Dovevo chiamare a casa e dire loro che se domani mi presentassi alla porta nudo e con un machete, non dovranno preoccuparsi più di tanto perché sarà un effetto collaterale del viaggio nell’inconscio. Eva annuisce, continuando a sorridere. EVA Scendi da quel coso, dobbiamo seguire John e suo fratello. Neil scende al volo, rischia di perdere l’equilibrio ma riesce a non cadere. NEIL Suo fratello? Eva gli indica la ruota panoramica: John e il fratello sono seduti insieme alla madre e la giostra è già partita. NEIL E perché non l’abbiamo mai visto nei suoi ricordi? Lo sguardo di lei è cupo. EVA Ricordi la sua stanza? C’era un letto a castello. NEIL E lui che fine ha fatto? Eva lo guarda seriamente, poi indica la ruota panoramica. EVA Immagino che a breve avremo una risposta. Il fratello si è alzato e si sporge dalla cabina, guardando giù. MADRE Joey, stai seduto! JOEY Andiamo mamma, questa giostra è lentissima! Guarda John si vede il carro dei nani! JOHN Dove? MADRE Ma tu devi comunque… Un rumore sordo, metallico. La ruota panoramica rallenta, per poi subire uno scatto in avanti. Dura pochi istanti, ma abbastanza per far sì che Joey venga spinto di sotto. Invano la madre si sporge per cercare di afferrarlo. Prende la manica della maglietta, ma non riesce a reggerlo e il bambino cade giù. Eva e Neil guardano basiti il corpicino che precipita, voltandosi nel momento in cui si schianta per terra con un tonfo raggelante che echeggia nell’aria come se tutti gli altri rumori fossero scomparsi. John si sporge per guardare, e vede la folla che inizia a radunarsi attorno al corpo. La madre sta guardando ancora di sotto, senza dire una parola. Eva si è voltata, dando le spalle al luogo dell’incidente. Neil la segue. NEIL Suppongo che questo sia l’evento traumatico che ha fatto rimuovere questo ricordo a John. EVA Mi spiace per lui. Perdere un fratello a quest’età dev’essere terribile. NEIL E mi sa che anche per la madre lo è stato. Ecco perché continuava a chiamare John “Joey”. Deve aver perso la ragione. Eva annuisce, poi lui le prende un braccio e la fa fermare. Le indica una bancarella dove ci sono John, Joey e la madre. Eva tira un profondo sospiro. EVA Merda, lo abbiamo appena visto morire. NEIL Lo so che è dura, ma dobbiamo sbrigarci. Qua potrebbe spegnersi tutto da un momento all’altro. Lei annuisce, convinta, e insieme si avvicinano. John ha appena finito di sparare a delle papere con un fucile. Il giostraio ha un viso da clown dal quale spuntano dei denti acuminati, terrificante. NEIL Quel coso dovrebbe attirare i bambini? EVA Ricordati che siamo nell’inconscio. I ricordi non sono reali, ma si mescolano alle sue paure. NEIL Quel clown deve trovarsi nell’inconscio di molti ragazzini. EVA Scommetto che c’è anche nel tuo. Neil lo guarda di sbieco, un po’ intimorito. Il giostraio dà un peluche a forma di ornitorinco a John. Joey invece tiene in mano una scatola con un treno disegnato. JOHN Ma non voglio quello stupido pupazzo, voglio il treno! GIOSTRAIO Quello che ha vinto tuo fratello era l’ultimo treno rimasto. Ma forse vuoi un orsetto? JOHN No, voglio solo il treno. MADRE Su John, non fare scenate. E’ Joey che l’ha vinto, no? JOHN Ma ho vinto anch’io, lui è solo arrivato prima! JOEY Va bene, ti ci lascerò giocare. MADRE Vedi com’è generoso tuo fratello? Andiamo a vedere laggiù. John sbuffa ma si convince e tutti e tre corrono verso un'altra bancarella dove si gioca ad acchiappa la talpa. Neil ed Eva li seguono, ma l’attenzione del primo viene attirata da un uomo il cui volto è sfigurato: ha delle cicatrici sanguinolente e degli artigli al posto della mano. Neil lo guarda impaurito, poi si volta e vede davanti a sé la morte, col classico vestito nero e cappuccio che gli copre la testa. Una mano ossuta tiene in mano una grande falce. Attorno a Neil si materializzano dei volti che piangono, i dettagli si fanno sfumati e tutto si colora di grigio. EVA Neil! Eva lo afferra per la mano e lo trascina. NEIL Altri scherzi dell’inconscio? EVA Le paure di John possono essere simili a quelle che sono nel nostro inconscio. Se ti concentri troppo su di esse, anche le tue prenderanno il sopravvento. NEIL E’ confortante saperlo. Come faccio a tenerle buone a letto? EVA Non guardarti attorno, concentrati su John. Neil distoglie lo sguardo e i mostri cambiano strada. Continuando a camminare arrivano a un tavolo dove la famiglia sta mangiando. Joey ha davanti a sé un barattolo di olive, mentre John e la madre mangiano delle patatine fritte. JOHN Non riesco a capirti Joey, come fai a mangiarle? Sono così aspre e disgustose! JOEY Vorrai dire aspre e fantastiche. Provane una. JOHN Non mi piacciono nemmeno quelle normali. Neil guarda Eva, si scambiano qualche occhiata. JOHN Ho finito mamma, posso andare a giocare? MADRE Ok, ma non allontanarti. John si alza tenendo in mano il suo ornitorinco e corre verso una piazzola con delle giostre: altalene e scivoli dove tanti ragazzini stanno giocando. Un bambino (la sua sagoma) scivola sullo scivolo per poi venire inghiottito dalla sabbia. Neil distoglie lo sguardo dalla scena, disgustato. Eva e Neil lo seguono a debita distanza, senza però perderlo di vista. Nel seguirlo, incontrano degli animali antropomorfi che giocano con una palla. Un bambino dalle sembianze di una lucertola li saluta. L’attenzione di John viene però rivolta a un piccolo sentiero che si apre tra gli alberi del parco. Si guarda intorno, nota la madre ancora a tavola col fratello, poi si addentra nel sentiero. Stacco. John si fa largo tra alti cespugli e in sottofondo i rumori della festa si fanno più ovattati, a dispetto del rumore delle onde del mare. Neil ed Eva lo seguono e notano che alcune piante hanno forme strane, un albero ha il volto di un uomo sofferente, ma i due si concentrano sul ragazzino, che è arrivato alla fine della strada. E’ sul promontorio dal quale si può vedere il faro. Lo spettacolo da lassù è quello di un faro illuminato da una luna piena gigantesca, nella quale si può vedere ogni singolo cratere. Le onde del mare si infrangono sulla scogliera più sotto. Sentiamo in sottofondo Moongazer. John è a bocca aperta e si siede su un tronco caduto per ammirare il panorama, posando il peluche accanto a sè. NEIL Sai, quando ero bambino mio nonno mi portava ogni anno a vedere le stelle. EVA Davvero? NEIL C’era una collina fuori città dove andavamo… la stessa ogni anno. Guardavamo le stelle fino al mattino. Mia madre però non voleva che stessimo alzati fino a tardi. Allora mio nonno le diceva che andavamo in campeggio e nascondeva il telescopio in macchina. Funzionava bene, ma quando tornavamo al mattino dovevo far finta di aver dormito. In conclusione, questa è la storia di come sono diventato caffè dipendente. EVA Sei davvero terribile. NEIL Lo so. EVA (indicando John) E’ un peccato però. Tutti questi bei momenti persi e mai ritrovati. E chi lo sa quanti altri ancora. NEIL Beh… Ma Neil viene interrotto da un rumore, come di qualcuno che si avvicina. Anche John si volta, un po’ impaurito. JOHN C’è qualcuno? Joey, sei tu? Dal folto degli alberi appare una ragazzina vestita di rosso. E’ River. Lei, timidamente, guarda John e poi si volta per tornare da dove è arrivata. John si alza e la chiama. JOHN Aspetta! Lei si ferma. JOHN Ciao. Non andare. Io sono Johnny. RIVER Sei nel mio posto. JOHN Il tuo posto? Oh, scusa, non volevo prenderlo. Uhm, vuoi farmi compagnia? RIVER Sei qui per vedere le stelle? JOHN E tu? River non risponde, ma si avvicina ed entrambi si siedono sul tronco a guardare la luna e le stelle. JOHN Sapevi che ci sono così tante luci nel cielo? RIVER Sì. JOHN Oh, anche io. Hai detto che questo è il tuo posto, giusto? RIVER Sì. JOHN Non ti piacciono le folle? Neanche a me. Sai, non mi hai ancora detto come ti chiami. RIVER Non te lo dico. Tutti mi prendono in giro. JOHN Perché? RIVER Dicono che il mio nome li fa correre in bagno. JOHN Ok. Beh, non può essere peggiore del mio. Voglio dire, tutti nel mondo, proprio tutti si chiamano John. RIVER Anche in India? JOHN Probabilmente. RIVER Qual è il problema? JOHN Eh? RIVER Cosa c’è di male nell’avere il nome che hanno tutti? JOHN Beh, è noioso dai. Cioè, se ce l’hanno tutti, a cosa serve? Quando gioco a baseball con gli amici e in squadra abbiamo un altro John, loro sono costretti a chiamarmi per cognome. Quindi il mio nome diventa inutile. RIVER A me non dispiacerebbe. Almeno una volta, avere un nome che hanno tutti, essere come gli altri. Come quelle luci nel cielo. Sembrano tutte uguali da qua, ma questo non le rende meno belle. JOHN Eh, è vero… comunque che cosa credi che siano quelle stelle lassù? RIVER Mio padre dice che sono enormi sfere di gas che bruciano. JOHN Oh, scommetto che se l’è inventato. RIVER Perché dovrebbe dirmi una bugia? Tuo padre ti dice bugie? JOHN Mio padre è in giro per il mondo per lavoro, non lo vedo mai. Ma sai come fanno gli adulti, si inventano le cose. Babbo Natale, il coniglio pasquale, i canguri… robe del genere. RIVER Tu hai mai fatto un coniglio pasquale con le stelle? JOHN vuoi dire una costellazione? RIVER Sì. JOHN Oh, tantissime cose, ma mai un coniglio pasquale. RIVER Vuoi che ne faccia uno? JOHN Oh sì, facciamo la più bella costellazione di sempre. Vediamo chi finisce per primo. Uno, due… RIVER Vista. JOHN Cosa?! Dove? RIVER Nel cielo. JOHN Sì, ma dove? River alza un dito e indica in direzione della luna. RIVER Pensa in grande. La più grande tra tutte le altre. JOHN Non so… aspetta un attimo… aspetta un attimo! La vedo! Nel cielo sopra di loro alcune stelle diventano più luminose delle altre e il disegno che viene fuori è proprio quello di un coniglio. RIVER Dimmi cosa vedi. JOHN Là giusto? Ci sono due orecchie e una testa. RIVER E poi? JOHN Lì ci sono due piedi! RIVER Sì, e poi? Passano alcuni istanti in cui John aguzza la vista, concentrato. JOHN E poi la luna. La luna è la sua grossa pancia rotonda! Eva e Neil si guardano a vicenda, senza dire una parola. JOHN Allora, cosa pensi che siano davvero? Le stelle dico. RIVER Non l’ho mai detto a nessuno. Ma ho sempre pensato che fossero dei fari. Bilioni di fari bloccati all’estremità del cielo. JOHN Oh, dev’esserci molta confusione lassù. RIVER E invece no. Possono vedere tutti gli altri fari là fuori e vogliono parlare tra loro, ma non possono perché sono tutti troppo distanti per sentire cosa dicono. Tutto quello che possono fare è brillare di luce. Ecco cosa fanno. Fanno brillare le loro luci per gli altri fari e per me. JOHN Perché per te? RIVER Perché un giorno io aiuterò uno di loro. Lo salverò dalla solitudine, starò con lui e gli darò anche un nome. Non sarà mai più solo. John guarda la ragazzina un po’ perplesso, ma poi sorride. River scorge il peluche dell’ornitorinco e lo indica. RIVER Cos’è? JOHN Un premio che ho vinto alla fiera. Hai giocato a quel gioco con i fucili? RIVER Ci ho provato, ma sono troppo impacciata. JOHN Non so davvero che cosa sia. Sembra una strana papera. RIVER Posso vederla? E’ davvero strana… John le porge il peluche e lei se lo rigira tra le mani. RIVER Vorrei poterne vincere una anch’io. MADRE VFC Johnnyyy! John si alza. JOHN Mia madre mi sta cercando. River gli ridà il peluche. RIVER Tieni. JOHN Puoi tenerlo tu. E’ tuo. RIVER Mio? JOHN Sì, io ne posso sempre vincere un altro. Non per vantarmi, ma a quel gioco sono un mostro. John si incammina. RIVER Verrai anche il prossimo anno? JOHN Sì, e tu? RIVER Sì. JOHN Stesso posto, stessa ora? RIVER Sì. E se ti dimentichi, o ti perdi? JOHN Allora possiamo ritrovarci sulla luna! Proprio sulla pancia del coniglio. River sorride, per la prima volta un ampio sorriso nel suo volto. John è affascinato, ma sente nuovamente la madre che lo chiama e si volta, tornando verso il sentiero dal quale era arrivato. River torna a sedersi sul tronco, mentre Eva si allontana pensierosa, seguita dal collega. La musica sfuma. NEIL Quindi è per questo che vuole andare sulla luna? Perché ha perso River? EVA Credo di sì. Ma questa motivazione non basta. Voglio dire… un uomo che passa la sua vita a prendersi cura della moglie, come può costruirsi dei ricordi credibili su di lui che va sulla luna? Quando avrebbe trovato il tempo di studiare e lavorare per quello scopo? Non ci sono le basi per farlo, non con la vita che ha vissuto. Eva si ferma, sempre più pensierosa, lo sguardo quasi cupo. I due si trovano in mezzo al bosco, che appare tetro. L’unica luce proviene dalla luna. NEIL Quindi siamo punto e a capo? EVA C’è solo una cosa che possiamo fare per portarlo sulla luna. Eva alza lo sguardo, ha un’espressione decisa ma al tempo stesso tesa. Neil all’inizio non capisce, ma dopo un po’ pare comprendere. NEIL Aspetta, non avrai intenzione di fare quello, vero? EVA E’ il nostro lavoro. E’ questo che prevede il nostro contratto. Eva chiude gli occhi. NEIL Aspetta! La ragazza scompare, lasciando Neil da solo e furioso. Poco dopo scompare anche lui. Stacco. INT, SCUOLA – GIORNO Sentiamo in sottofondo Uncharted Realms. Neil riappare nel corridoio della scuola, e scorge in lontananza Eva che cammina decisa. Lui la segue. NEIL Voltati! Eva rallenta, poi si volta. EVA Neil… NEIL Ho capito che vuoi fare. Vuoi rimuovere River, non è così? EVA Ascolta, il nostro contratto dice di mandarlo sulla luna. E l’unico modo affinché succeda è che Johnny sia motivato e abbia un passato che possa essere adatto a ospitare tali ricordi. Con River tra i piedi, non riuscirebbe mai a farlo. NEIL Ma lui vuole andare sulla luna perché lei è morta! EVA Lo so, ma gli daremo un’altra motivazione. Il contratto ci permette… NEIL Fanculo il contratto! Non so te, ma io sto lavorando per far sì che il vecchio sia felice! EVA Anch’io, ma se andiamo contro le nostre obbligazioni legali, perderemo il lavoro, o peggio. NEIL Ci appelleremo. Sappiamo che Johnny sarebbe più felice se non andasse sulla luna, passando la sua vita con lei. EVA John sarebbe più felice con molte altre vite. Non siamo qui per giocare a fare Dio. Il nostro lavoro è dargli quello per cui ha firmato. NEIL Si dà il caso che adesso sappiamo meglio di lui cosa vuole! EVA Senti, non rimane più molto tempo. Lasciami lavorare, rimuoverò River e spero che John riesca a porvi rimedio. NEIL Che intendi dire? Eva scompare nuovamente, lasciando Neil da solo nel corridoio della scuola. NEIL (gridando al vuoto) Non ti permetterò di farlo! EVA VFC Immaginavo non l’avresti presa bene. Ti ho tolto i diritti di accesso alle modifiche. Neil prova a chiudere gli occhi, ma non succede niente. NEIL Non puoi farlo! Attorno a Neil il corridoio sembra modificarsi, le mura e gli oggetti è come se vibrassero e si notano delle linee di interferenza lungo le pareti. Il corridoio inizia ad allungarsi, divenendo apparentemente infinito. NEIL Vuoi farmi perdere tempo Eva? Vieni fuori! Neil apre la prima porta che trova, dentro c’è John adulto seduto con River accanto. Di fronte a loro c’è una scrivania con un dottore dal volto oscurato. John e River stanno piangendo, tenendosi la mano. River scompare. Neil chiude la porta e torna nel corridoio. NEIL Posso sempre uscire dal sistema e scollegarti! EVA VFC Correresti il rischio di compromettere ulteriormente i suoi ricordi? Arrenditi e basta, non manca molto. Neil apre un’altra porta, il cui pavimento è sommerso di conigli di carta. Una River anziana è seduta in un angolo e tiene tra le mani uno degli origami. Alza lo sguardo verso Neil: uno sguardo smarrito e impaurito. RIVER E poi? E poi? L’immagine subisce un’ulteriore cambiamento, il volto di River inizia a invecchiare, poi si offusca. Stacco. Neil ha aperto un’altra porta. Seduti a terra, con le spalle al muro, ci sono John e River adulti, con gli abiti del matrimonio. RIVER E che cosa provi? JOHN Saranno solo le responsabilità, immagino. Neil chiude la porta e torna nel corridoio, ma si addossa subito alla parete perché un cavallo gli va incontro. E’ cavalcato da una River giovane e sorridente, seguita poi da un altro cavallo cavalcato da John. Entrambi parlano e ridono, ma non sentiamo cosa dicono. Dettaglio dell’occhio del cavallo, che sembra osservare Neil quando gli passa davanti. I due scompaiono e Neil si passa una mano sulla faccia sudata. Fa un passo avanti, ma il pavimento sotto i suoi piedi cede e lui cade giù. Rimane appeso con le mani, sotto di lui c’è il vuoto: tutto nero. NEIL Eva! Neil cede, le mani si staccano e lui cade nel vuoto. Durante la caduta incontra oggetti che ruotano attorno a lui, come in un vortice: un peluche a forma di ornitorinco, dei libri, gli origami, poi all’improvviso raggiunge terra. Primo piano sul suo volto dolorante, il naso schiacciato su un pavimento bianco. EVA Alzati. E’ fatta. Neil si guarda intorno. E’ nuovamente nel corridoio, che sembra tornato alla normalità. Vari bambini gli passano accanto. Eva gli tende la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma lui si alza da solo, guardandola irato. Si trovano davanti le scale dove River era seduta e leggeva un libro. La ragazzina alza lo sguardo, come colta da un pensiero. Si alza, prende il peluche che ha accanto e corre via. NEIL Cosa le hai fatto? EVA Sta solo andando da un’altra parte. Eva scompare, mentre Neil rimane a guardare la scena: John è con Nicolas, poco più avanti. NICOLAS Andrà tutto bene amico. Diglielo e basta. John annuisce e timidamente si avvicina alle scale, dove però River non c’è più. C’è solo un libro poggiato per terra. Il ragazzino si guarda intorno un po’ perplesso, poi alza le spalle e torna dall’altro. Insieme se ne vanno. Neil ha assistito alla scena con fare rammaricato. NEIL Mi dispiace amico. La musica sfuma. Stacco. INT, CINEMA - SERA Nel corridoio del cinema ci sono John e River, il primo poggiato alla parete, la seconda appena uscita dalla sala. John guarda la ragazzina e sorride stupido. L’immagine si blocca in quest’istante e i due ragazzini scompaiono. Poco dopo dal corridoio arrivano John e Nicolas, correndo. NICOLAS Dai, è già iniziato! JOHN Sì, arrivo! Dettaglio della locandina del film “Fly To the moon”. L’immagine della luna va in sovrimpressione con il volto di John seduto sulla poltrona del cinema, che sorride meravigliato dalle immagini. Stacco. EST, STRADA – SERA John e Nicolas, assieme ad altre persone, stanno uscendo dal cinema. Una grande locandina presidia l’uscita. Eva si palesa a John, dandole un foglio di carta in mano. EVA Ragazzi, vi è piaciuto il film? JOHN Era fortissimo. Ci sono queste mosche che vogliono andare sulla luna e la luna è fichissima! EVA Tenete. Compilate questa cartolina e speditela. Potete vincere un viaggio per vedere uno shuttle dall’interno. Uno di quelli che va sulla luna. John sembra entusiasta all’idea e afferra il foglio sorridendo. Dissolvenza. INT, CASA DI JOHN – NOTTE Sentiamo in sottofondo Moonwisher (e per le scene seguenti) John è alla sua scrivania e sta compilando il foglio con attenzione. Poi lecca un francobollo, attaccandolo sulla cartolina. La guarda, sorride. Dissolvenza. EST, NASA – GIORNO Primo piano del ragazzino che guarda qualcosa dal finestrino dell’auto: è la stazione di lancio della Nasa. John grida e chiama la madre che sta guidando, indicandogliela. Stacco. INT, NASA – GIORNO John accompagnato dalla madre sta osservando la sala computer dalla quale si seguono le missioni. Un uomo in divisa militare sta loro spiegando qualcosa che non sentiamo. John fa una domanda e quello risponde sorridendo. Dissolvenza. Il militare stringe la mano a John, facendogli poi il saluto militare. Il ragazzino risponde orgogliosamente allo stesso modo. Stacco. INT, BIBLIOTECA – GIORNO River adulta sta camminando tra gli scaffali della biblioteca, soffermandosi a guardare un libro. Lo prende e si volta come per cercare lo sguardo di qualcuno. Seduto su un tavolo più distante c’è John, che alza lo sguardo. Ma di River non c’è traccia. John scrolla il capo, poi torna sul suo libro. Sembra stia studiando matematica, ha infatti un quaderno pieno di appunti. Dettaglio della sua mano che si abbassa per scrivere qualcosa. Stacco. INT, AULA MAGNA – GIORNO La mano di John sta scrivendo, è la sua firma. Quando la mdp allarga, ci mostra John con una tunica nera e il tocco dei laureati. Ha appena firmato un libro davanti a una commissione di professori. Stringe la mano all’uomo che ha davanti, sorridendo poi nel guardare la folla di persone dietro di sé che lo applaudono. Stacco. INT, CASA – GIORNO John è appena rientrato in casa, posa una valigetta per terra e si dirige verso il tavolo della cucina dove sono poggiate alcune lettere. Le guarda rapidamente, soffermandosi su una che riporta lo stemma della Nasa. La strappa in fretta, leggendo velocemente. Lentamente, nel suo volto appare un largo sorriso. La musica sfuma. Stacco. INT, EDIFICIO NASA – GIORNO Neil ed Eva si trovano in un lungo corridoio dalle pareti futuristiche, con mura bianche e finestre dalle forme strane. Stanno guardando qualcosa davanti a loro. NEIL Allora ce l’ha fatta, eh? John indossa una divisa da ufficiale e sta stringendo la mano di un altro uomo in divisa. EVA Avevi dubbi? NEIL Ma a quale prezzo? Eva non gli risponde, limitandosi a seguire l’uomo che è entrato in un corridoio. Il militare gli sta mostrando la sala controllo delle operazioni, la stessa che John aveva guardato da bambino. UOMO Questo è il centro controllo missioni. Al momento no c’è molto da vedere, ma un giorno lo vedrai pieno. Seguimi, ti presento il nostro medico. I due, seguiti sempre dai due ragazzi, entrano in una infermeria dove c’è un medico (Timothy Spall) dietro la scrivania. Questi si alza e saluta John. MEDICO Lieti di averla con noi. JOHN Il piacere è mio. MEDICO Ho appena dato un’occhiata alla sua documentazione. Il registro medico è eccellente, ma dovremo continuare a monitorare il suo stato nei mesi a venire. JOHN Check up gratis, cosa chiedere di meglio? Il dottore sorride. Stacco. Il gruppo sta camminando nuovamente nel corridoio. NEIL Mi domando se la vera Nasa sia veramente fatta così. EVA Probabilmente no. Dopotutto è stata costruita con i pensieri di John, che non credo l’abbia mai vista. NEIL Ah, sì. Un’enciclopedia di fatti reali contaminata dalle favole di un individuo. EVA Mi dispiace Neil. Credevo davvero che ci fosse qualche buona chance. NEIL Per cosa? Lei non risponde. Il gruppo è entrato in una sala con dei divanetti e un pianoforte, oltre a un piano bar. Un paio di uomini stanno chiacchierando sui divani. UOMO Questa è la sala relax. Quello è David, uno specialista delle missioni. E quell’altro Michael, lui si occupa di contabilità. Stagli alla larga. JOHN Piacere di conoscervi! I due uomini lo salutano cordialmente. NEIL Se non altro è entrato alla Nasa. Pensi che ce la farà? EVA Sì, ma gli serve ancora qualche anno prima di diventare astronauta. Neil sta per rispondere, ma le immagini attorno a loro subiscono un’improvvisa interferenza, per un istante diventano grigie ma poi tornano alla normalità. I due si guardano a vicenda perplessi. La porta della stanza si apre ed entra una figura che noi vediamo di spalle. Ha dei lunghi capelli biondi che porta legati in una coda. UOMO Ah, questa è la nostra altra recluta. River, giusto? Felice di averti a bordo. Primo piano di River che sorride all’uomo, stringendogli la mano. John sembra incantato e le si avvicina. JOHN Piacere, mi chiamo John. RIVER Piacere mio John. I due rimangono per un po’ a guardarsi sorridendo, senza dire nulla, poi in imbarazzo distolgono lo sguardo. Eva sta sorridendo, mentre Neil è sbalordito. NEIL Ma che cazzo… Eva, l’avevi cancellata! EVA No, l’ho solo rimossa. Che cosa avrebbe deciso di fare nella sua vita, è una scelta sua… Ma questo mondo si basa sulle idee di John… NEIL Quindi lei viene da John. Le possibilità non erano molte, come facevi a sapere che avrebbe funzionato? EVA Non lo sapevo. Ma ci ho sperato. NEIL E se non sarebbe riapparsa? EVA Non sei mai stato uno amante del rischio, eh? Diciamo che questo Round l’ho vinto io. Ah, abbiamo ancora due caschi. Penso che Johnny apprezzerebbe un po’ di compagnia per il gran finale. Stacco. INT, EDIFICIO NASA - GIORNO Sentiamo in sottofondo Everything’s Alright. River indossa la divisa militare e sta camminando per il corridoio della Nasa. In sottofondo c’è una musica che attira la sua attenzione, la segue. Arriva fino alla sala relax, proviene da lì. John sta suonando una melodia al pianoforte, che si mescola alla canzone che stiamo già ascoltando. River si avvicina senza disturbarlo, lui la vede e le sorride. JOHN Ti piace? RIVER Come si chiama? JOHN Verso la luna. RIVER Mi piace questo nome. I due si scambiano uno sguardo pieno di complicità. Lui sorride e lei si siede accanto a lui, nello sgabello, chiudendo gli occhi e ascoltando la musica in silenzio. Dissolvenza. INT, NASA – NOTTE Continua la musica in sottofondo. E’ inquadrata la luna, nella sua interezza, vista nella lente di un telescopio. A guardarla è River, che poi distoglie lo sguardo e si volta alla sua destra dove c’è John, che si avvicina a sua volta al telescopio per guardarvi dentro. River sorride guardando l’uomo. Dissolvenza. INT, NASA – GIORNO Continua la musica in sottofondo. John e River sono seduti attorno a un tavolo ovale dove sono riunite varie persone, militari, uomini in giacca e cravatta, tutti attenti a seguire le indicazioni di un uomo che mostra loro delle diapositive olografiche nelle quali vengono riportati dati statistici. Sono tutti concentrati, tranne John che posa lo sguardo su River, seduta di fronte a lei. Dopo un po’ anche River fa lo stesso e i due si scambiano un sorriso. John fa una faccia buffa, facendo finta di dormire. River scoppia in una risata che però affoga in un colpo di tosse. Qualcuno dei presenti si volta a guardarli e i due si trattengono a stento. Poi John le fa un altro segnale con le mani: prima si indica l’orologio, poi fa un segno che indica “più tardi” e poi fa il segno di bere qualcosa da una tazza. Lei sorride, annuisce. Stacco. EST, SALA RELAX NASA – NOTTE Continua la musica in sottofondo. Fuori dalla finestra è buio. John e River sono seduti a un tavolino, in penombra, nella sala relax. Davanti a loro ci sono due tazze vuote, con della cioccolata rimasta nel fondo. River sta parlando a John, che l’ascolta rapito. Lei mentre parla gli prende la mano, con naturalezza. Dissolvenza. EST, NASA – NOTTE Continua la musica in sottofondo. La parete dell’edificio è ripresa dall’esterno. Da una finestra proviene una luce e oltre il vetro e le tende si vedono due sagome nere, quelle di un uomo e una donna che si stringono e ballano un lento sulle note della musica in sottofondo. Le figure poi si avvicinano, sembra che si scambino un bacio. La musica sfuma. Stacco. EST, PONTE – GIORNO Sentiamo in sottofondo Launch. Ci troviamo su un ponte che dà su un fiume. In lontananza si vede uno shuttle e varie persone sono radunate in quel ponte con gli sguardi diretti verso lo shuttle per assistere alla partenza. Tra queste scorgiamo Lily e il dottore di John, accompagnati da Neil. Ci sono anche Nicolas e Isabelle, stretti in un abbraccio. LILY E’ la prima volta che entro nei ricordi di qualcuno… è così… reale. NEIL Già, lo è. LILY Grazie per averci invitato. Lily ringrazia con un sorriso Neil che ricambia e poi va verso il parapetto. DOTTORE Sa, ci sono stati dei momenti questa notte in cui ho rischiato di perdere davvero John. Credo sia resistito tanto a lungo per aspettare voi. NEIL Sa essere una persona molto paziente. DOTTORE A quanto vedo, l’attesa è valsa a qualcosa. Il dottore e Neil si stringono la mano, poi il ragazzo si avvicina a Eva, che è seduta sul parapetto. EVA Ho pensato che da qui avremmo avuto una buona visuale. NEIL Tanto buona da bloccare un ponte, eh? EVA Tanto non è reale. Beh, eccoci qua. Tutto quello per cui abbiamo lavorato. Vieni su. NEIL Perché? EVA Perché no? NEIL Hai intenzione di spingermi di sotto? EVA Probabile. Ma la vista vale il rischio. Forza. Neil sorride e si arrampica, sedendosi accanto a lei, con le gambe a penzoloni sopra l’acqua. Stacco. INT, SHUTTLE Primo piano di John, indossa la tuta e il casco. Si volta a guardare alla sua sinistra. Primo piano di River, vestita come lui. Si volta a guardare alla sua destra. I due astronauti sono seduti accanto e dalle voci che sentiamo dagli altoparlanti e dal rumore dei motori, sembra che sia tutto pronto per la partenza. Lei ride, poi anche lui. Stacco. EST, PONTE Dallo shuttle, visto dal ponte, si diparte una grande esplosione di fuoco e una nube grigia. La navetta si è alzata in cielo. Neil alza le braccia in alto esultando, mentre Eva lo abbraccia ridendo. Lily è commossa e il dottore sorride. Gli altri visitatori del ponte applaudono alla navetta che sale sempre più verso l’alto. Stacco. EST, PROMONTORIO Lo shuttle è visto dal promontorio con la panchina di John e River. Più sotto si vede anche il faro. La navetta è diventata ormai un puntino in cielo. Stacco. INT, SHUTTLE Sentiamo in sottofondo un bip continuo, quello di un cuore che batte. Gli astronauti sono entrati nello spazio, infatti River guarda la terra dall’oblò. John guarda da un altro oblò: davanti a loro c’è la luna. I due si stringono la mano e si guardano, commossi. Il bip continuo diventa più lento. Le immagini subiscono delle interferenze, a tratti sono disturbate. Il bip è sempre più lento. Dettaglio delle due mani strette. Una lacrima sul volto di John. Il bip cessa, diventando un unico suono prolungato. Dissolvenza in schermo nero. DIRETTO DA MICHEL GONDRY SCRITTO DA ANDREA CARBONE BASATO SUL VIDEOGIOCO “TO THE MOON” DI KAN R. GAO CON ANDREW GARFIELD – NEIL CAREY MULLIGAN – EVA JOHN VECCHIO - ALAN ALDA JOHN ADULTO – MARK WHALBERG JOHN RAGAZZINO – CHANDLER CANTERBURY RIVER VECCHIA – MARY BETH PEIL RIVER ADULTA - AMANDA SEYFRIED RIVER RAGAZZINA - ELLE FANNING NICOLAS VECCHIO - BURT YOUNG NICOLAS ADULTO – ZACH GALIFIANAKIS NICOLAS RAGAZZINO – CONNER RAYBURN DOTTORE – TIMOTHY SPALL ELISABETTE – REGINA KING LILY – JENNIFER EHLE MADRE DI JOHN – ELLEN POMPEO LE MUSICHE SONO DI Kan R. Gao, feat. Laura Shigihara Questo film è fittizio e partecipa a un gioco di cinema virtuale senza alcuno scopo di lucro. Non si intende sfruttare il volto e il nome delle persone citate. ©2013 www.cinematik.it Per info: [email protected]