Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma - N. 1 - 2014 - Pubblicazione trimestrale - UNITALSI - Via XXV Aprile, 18 - 00034 Colleferro (Roma) Numero Speciale per il pellegrinaggio della gioia dell’Unitalsi Romana Laziale UNITALSI SEZIONE ROMANA-LAZIALE Via Andrea Millevoi, 65 - Tel. 06.51955963 - Fax 06.51955964 c/c n° 84168004 - 00178 ROMA IBAN: IT69G0312703307CC1580036163 Presidente regionale: Preziosa Terrinoni Assistente ecclesiastico regionale: don Gianni Toni Sedi delle sottosezioni Albano Largo Piana Presidente: Pasquale Corsetti Assistente ecclesiastico: D. Salvatore Falbo Frascati Piazza Del Gesù, 15 - 00044 Frascati Tel. 06/9422603 Presidente: Rita Zaratti Assistente eccl.: Salvioni don Costantino Anagni-Alatri Presso Centro Pastorale Via dei Villini, 22 - 03014 Fiuggi Tel. 0775/507015 Presidente: Piergiorgio Ballini Assistente eccl.: Mariani don Maurizio Frosinone Via Monti Lepini, 51 - C/o Curia Vescovile 03100 Frosinone Tel. 0775/201844 Presidente: Maria Carla Traversari Assistente ecclesiastico: D. Silvio Chiappini Aziendali Roma c/o Policlinico - L.go A. Gemelli 00167 Roma Tel. 06/30155145 Presidente: Sergio Barbi Assistente eccl.: don Angelo Auletta Cassino Palagio Badiale - P.zza della Curia 03043 Montecassino Tel. 0776/688014 Presidente: Mauro Bucci Assistente ecclesiastico: don Eric Di Camillo Civita Castellana Via XII Settembre, 6 Civita Castellana Tel. 0761/515275 Presidente: Giuseppe Bottacchiari Assistente ecclesiastico: Rongoni don Piero Civitavecchia Via Molise, 2 00053 Civitavecchia Tel. 0766/502446 Presidente: Giulio Spinelli Assistente ecclesiastico: Leto don Ivan Gaeta Piazza Card. De Vio, 1 04024 Gaeta Tel. 0771/4530262 Presidente: Guglielmo Teresa Assistente eccl.: D. Guerrino Piccione Latina Via Sezze, 16 - c/o Curia Vescovile 04100 Latina Tel. 0773/662923 Presidente: Beatrice Spagnolo Assistente ecclesiastico: Laba don Henryk Palestrina Via Roma, 23 - 00036 Palestrina Tel. 06/9535014 Presidente: Daniele Ferracci Assistente ecclesiastico: Sabbi don Romolo Porto S. Rufina Via dei Pastori, 14 - 00057 Maccarese Tel. 06/6679399 Commissario: Pino Cardinali Assistente eccl.: D. Giovanni Soccorsi Rieti Via del Porto, 27 - 02100 Rieti Tel. 0746/483491 Presidente: Maria Luisa Di Maio Assistente ecclesiastico: Bardotti don Luigi Roma-città Via degli Embrici, 32 - 00185 Roma Tel. 06/98260496 Presidente: Alessandro Pinna Assistente eccl.: D. Romano De Angelis Sabina e Poggio Mirteto Via Matteotti, 222 - c/o Parr. S. Biagio 00018 Palombara Sabina Tel. 0774/66088 Presidente: Maurizio Tassi Assistente ecclesiastico: Barzan don Pedro Sora-Aquino-Pontecorvo Via Conte Canofari - Villa Angelina 03039 Sora Tel. 0776/824585 Presidente: Marina Folcarelli Assistente eccl.: Porretta don Pasquale Tivoli V.lo Lolli Da Lusignano, 7 - 00019 Tivoli Tel. 0774/331877 Presidente: Roberto Proietti Assistente ecclesiastico: Ilari don Marco Velletri-Segni c/o Parrocchia Santa Barbara Via Bruno Buozzi - 00034 Colleferro Tel. 329/3118306 E-mail: [email protected] Presidente: Vito Capozi Assistente ecclesiastico: Don Marco Fiore Viterbo Via Santa Rosa, 8 01100 Viterbo Tel. 0761/220045 Presidente: Roberto Grazzini Assistente eccl.: D. Giuseppe Scarito Angelo Card. Comastri Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano Un treno nel cuore! T alvolta, quando alla sera mi raccolgo per la preghiera del Vespro, mi capita di distrarmi e di volare con la fantasia... a Loreto! E rivedo i volti, risento le voci, riprovo le emozioni di quegli anni indimenticabili. E... (chi legge mi capisce!) uno dei ricordi più belli è quello del treno dei bambini dell’Unitalsi del Lazio. Il treno era sempre preceduto di una visita di Don Gianni che, con un sorriso sornione, mi annunciava che i fuochi artificiali non avrebbero compromesso la stabilità del Santuario! Poi... arrivava il momento dei fuochi e la mia pressione sanguigna saliva vistosamente... mentre don Gianni, tutto soddisfatto, al termine dell’esplosione mi veniva incontro e mi assicurava che tutto stava ancora perfettamente in piedi. A parte gli scherzi, l’incontro con il pellegrinaggio dei bambini del Lazio era una festa di amore vissuto, di fede che diventava gioia, di gioia che prendeva volto in tanti gesti di attenzione e di dedizione. Ogni anno c’era un filo conduttore, che serviva a dare concretezza al messaggio: si vedeva la genialità degli organizzatori e, nello stesso tempo, traspariva il desiderio di riempire di speranza e di fiducia il dolore di tante famiglie. E, infatti, in quei giorni tutti facevano rifornimento di gioia e tornavano a casa con il sorriso sulle labbra. Quanta nostalgia di quei momenti! 1 “Vai contento e divertiti”! @ Giovanni Tonucci Arcivescovo-Delegato Pontificio del Santuario della Santa Casa L eggiamo nel Vangelo secondo Matteo: “Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina” (24,32). Gesù parlava ai suoi ascoltatori in Galilea, e vedeva le dolci colline che circondano il lago di Tiberiade. Attorno a lui, la natura stava risvegliandosi e annunciava l’arrivo dell’estate. Le sue immagini, colte dalla realtà che lo circondava, diventavano così vive, efficaci e comprensibili da tutti. Pensiamo ora che Gesù parli a noi, qui a Loreto. La sua parabola sarebbe adattata al nostro ambiente, e il Signore ci direbbe: “Quando vedete la piazza della Madonna riempirsi di bambini che giocano e cantano, allora sapete che l’estate è vicina”. L’arrivo a Loreto del Treno della Gioia è un evento ormai tradizionale e, anche per questo, atteso e desiderato. Le decorazioni che, ogni anno, sono collocate per creare un ambiente fantastico, ispirato al tema prescelto, rendono la piazza del Santuario un luogo speciale, diverso dal solito e per questo pieno di vita. Ma la decorazione più bella – e in questo non c’è alcun dubbio – è quella offerta dai tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze che riempiono la piazza con la loro allegria, in un serissimo 2 esercizio di giochi e di canti, di gare e di preghiere, di litigi e di riconciliazioni. Anche i critici più severi, quelli che si offendono per ogni alterazione che si voglia apportare ad uno spazio così bello come la Piazza antistante la Basilica lauretana, non sono capaci di dire nulla contro l’invasione dei bambini e delle loro attrezzature. E per quei giorni, anche se pochi, lo spazio davanti al Santuario diventa più vivo che mai, un vero luogo di incontro, di arricchimento e di confronto tra tanti. Ed è un grande dono di gioia per tutti, loretani compresi. In mezzo alla santa baraonda che si crea, mi piace pensare che anche Gesù bambino sia lì, a giocare con i suoi amici, perché la Mamma gli ha dato il permesso di uscire e di unirsi agli altri. “Vai contento e divertiti” gli dice Maria “Puoi andare con loro: li conosco tutti e sono tutti bravi ragazzi!” E allora, cari amici, a tutti voi un cordialissimo saluto di benvenuti: sentitevi a casa vostra, perché qui siamo tutti ospiti della stessa Madre comune, che tutti ci accoglie e a tutti vuole bene. Salvatore Pagliuca Presidente Nazionale Unitalsi Gli auguri del Presidente G esù che si fa bambino deve essere sentito nel profondo del cuore ed incontrato soprattutto nell’umanità sofferente, e la gioia di questo incontro deve trasparire dagli occhi, deve traboccare penzione a chi oggi, come 2000 anni fa, viene messo ai margini perché può essere colui che solo ha parole di vita eterna. Questo il senso del Treno della Gioia che ormai da quaranta anni la Sezione Romana Laziale organizza a Loreto continuando a consegnare alla storia un documento di portata unica, un documento dove è trascritta l’esperienza senza sosta della nostra vita, un lungo percorso d’amore che ha segnato e sicuramente continuerà a segnare emozioni sempre nuove nelle pagine dell’umana fratellanza, una fratellanza che almeno tra noi, ora più che mai, non deve essere costituita di circostanze, o costellata di ricordi per le grandi emozioni vissute, ma che sia fratellanza basata sulla parola di quel Cristo che per noi ha dato la vita, fratellanza vera, comunione di fede e di spirito, 3 di carità e Amore. Questo pellegrinaggio, o meglio questo percorso di gioia vissuto con i bambini, ci spinge a diventare “schegge” di presenza e non si riduce solo ai ricordi, che, pur emozionanti, ritornano alla mente lasciandoci un sorriso impagabile, ma ad esperienze che riposano nel profondo del nostro cuore e usiamo come medicina personale nei momenti bui del nostro cammino. Con il Treno della Gioia impariamo, senza avere paura, a colorare d’amore ancora di più le nostre giornate, dipingendo la nostra tela personale con la conoscenza e l’incontro di tante persone, che riscoprono attraverso questa esperienza di vita l’unica verità che ti fa libero: “GESù CRISTO”. Non è un pellegrinaggio fine a se stesso, è un pellegrinaggio dove la gioia è immanente in ogni atto, in ogni cosa, in ogni parola; e dopo il pellegrinaggio, nelle molteplici strade, separate ma unite nel nome del Signore, che si intravedono all’orizzonte di ognuno di noi, la preghiera più viva e vera è quella di non perdere mai di vista l’incontro più importante di tutti, 4 di non perdere mai il coraggio e la forza di restare fedeli alla promessa per eccellenza, di non perdere quello che lo straordinario disegno di Dio ha compiuto in noi. Conosciamo in questo pellegrinaggio tanti bambini, disabili e non, e tanti ragazzi e capiamo che non si tratta di un bambino da assistere né di un adolescente da controllare, ma di persone a cui permettere di esprimere i propri sentimenti, perchè vuol dire riconoscerle come individuo e, se questo non potrà garantirlo dal rischio di delusioni e sofferenze, al pari di tutti, potrà comunque rispondere al suo bisogno di sperimentarsi, al pari di tutti, come persona autonoma, la cui esistenza trae significato da queste esperienze. Quaranta anni di Treno della Gioia vuol dire, infine, cercare nei pellegrinaggi di rendere più bello possibile l’incontro con Gesù e con sua Madre, perché di questo incontro rimanga un dolce e prezioso ricordo che serva di sprone e rifugio nelle difficoltà della vita quotidiana. Don Gianni Toni Assistente ecclesiastico regionale 40 anni... ed è domani! O gni volta che torno alla stazione ferroviaria di Roma ostiense per partire in pellegrinaggio, il mio pensiero torna sempre a quel lontano 1982 quando, non conoscendo nessuno, salii per la prima volta su quel treno per andare a Loreto con i bambini malati. Si avvicinò un signore anziano ma elegante con delle lenti spesse e mi salutò chiedendomi da dove venissi. Seppi dopo che era un medico ormai in pensione, presidente dell’Unitalsi romana/laziale e che era stato anche tra i fondatori della “Città dei ragazzi” di Roma. In treno conobbi anche l’assistente Don Luigi Paoletti ed un altro sacerdote della diocesi di Frascati, Don Valerio. I giorni di Loreto passarano in mezzo a tanti bambini con i quali cercare di giocare, alle loro mamme e il racconto fatto da queste, delle loro storie di vita non certo facili! Sotto i portici vi erano dei malati distesi su di una lettiga. Ero frastornato, ma contento...! Da quel giorno l’incontro con la realtà del dolore innocente non si è mai interrotto fino ad oggi. Vi è stata la partenza del treno l’anno successivo senza la presenza di Don Luigi, perché malato all’ultimo momento ed impedito a partire. Fu così che mi fu chiesto di animare spiritualmente il pellegrinaggio e da quel giorno... siamo arrivati al 2014! Al posto di Don Luigi subentrò Don Decio; sono succeduti a Mario Caldera, Enrico Del Gallo ed oggi Preziosa Terrinoni! L’allora “animazione” era affidata alla buona volontà del sottoscritto e di qualche barelliere con la chitarra (Augusto), insieme ad una signora-trasformista (Anna Fioretti) che con i suoi vestiti da “Sbirulino”, sbaciucchiava chiunque incontrasse, lasciando vistosi segni di rossetto sulle guance dei malcapitati! Nel frattempo si aggiungevano altri “collaboratori 5 chilometriche?!? Le cose inizieranno a cambiare con il segretario di Paolo VI, il vescovo Pasquale Macchi, e della sua passione ed amore per i più piccoli e le loro mamme, che passava a salutarle, una per una, alla fine della processione eucaristica, consegnando loro un suo regalino! Lo stravolgimento e soprattutto “lasciateli stare, i bambini sono i preferiti di Gesù” arrivò con il Vescovo, oggi cardinale, Angelo Comastri! La sua passione, la sua disponibilità resero possibile anche l’impossibile e non vi era difficoltà di sorta per il stacanovisti” come don Romano De Angelis, il mitico dottor Carlo Ricci con i suoi scherzi simpatici ai volontari di primo viaggio... e la voce sempre presente carica di simpatia e spiritualità e soprattutto il nostro “santo protettore” di fronte a qualche difficoltà con i frati della basilica, che corrispondeva alla persona di padre Corrado. Poi man mano le cose incominciarono ad offrire la possibilità di poter fare sempre più e meglio: da Anna Maria, al presidente attuale della sotto-sezione di Anagni Alatri Piergiorgio Ballini per arrivare quindi ad Emanuele Trancalini, con la trasformazione dell’animazione e quindi del pellegrinaggio stesso. Sono passati 40 anni! Anni nei quali sui treni di Lourdes si cercava di racimolare offerte per portare i bambini malati a Loreto “vizio” che ancora perdura, anche se in forme diverse, come l’acquisto di souvenir sul treno, libri ed altri gadget vari, oltre a cercare i lettori di questa rivista per rispondere all’appello tramite offerte con l’allegato conto corrente! Da altre realtà Unitalsi d’Italia ci veniva chiesto di venire a vedere cosa e come organizzavamo! “Bambini di pace” era nel limbo, e parlare di pellegrinaggi per i bambini... era solo e soltanto quello della sezione romana laziale! Ma quante difficoltà per farlo accettare! È inutile nascondere che la calma del santuario lauretano con la presenza andava a farsi friggere! Chi può dimenticare l’amore di Mons. Capovilla (pardon: del cardinale segretario di Papa Giovanni XXIII!) e del suo affetto per i bambini, ma... con omelie 6 pellegrinaggio! Ancora oggi per i volontari, ma soprattutto per le mamme e i bambini, dire Comastri significa affetto e testimonianza di amore cristiano stupendo! Come dimenticare le due macchinine elettriche, per prima guidate da lui personalmente e poi messe a disposizione in quei giorni soprattutto per i bambini che avevano difficoltà a deambulare? Partito Mons. Comastri per S. Pietro in Vaticano arrivò Mons. Gianni Danzi. All’inizio non ci fu un feeling facile, ma poi il pellegrinaggio, nei suoi pochi anni a Loreto, ebbe in lui un protettore e grande fu la meraviglia quando una mattina si presentò in piazza guidando una macchina elettrica a disposizione dei bambini che non potevano camminare! Disponibilità che era rimarcata con stupore da tutta la realtà unitalsiana conoscendo il tipo riservato e non sempre accondiscendente di Mons. Danzi! Con Mons. Tonucci, l’attuale prelato di Loreto, possiamo dire che vi è “l’imprimatur” a portare avanti questa esperienza che ormai taglia un traguardo di tutto rispetto: 40 anni! E comunque, in tutti questi anni, una figura ha sempre continuato a saltare, a baciare i bambini, a consolare qualche lacrima furtiva delle mamme o dei volontari, da un punto all’altro della piazza, della basilica, alla stazione di Loreto, in ogni angolo e ad ogni ora senza mai stancarsi: Don Decio Cipolloni! Il pensiero in questo traguardo è dedicato soprattutto alle “mamme coraggio” a quelle “gioie grandi” dei bambini, alle centinaia e centinaia di volontari che si sono succeduti in questi anni! Il treno della gioia non ha mai segnato il passo o sentito la crisi! È stato ed è la scuola, la prima volta per tantissimi giovani che hanno iniziato a lavorare e servire nell’Unitalsi! È il “fiore all’occhiello”, il biglietto da visita della sezione romana-laziale!!! Ed oggi che altre iniziative nazionali della nostra associazione sono nate con successo verso il mondo dei bambini, i volontari di quel pellegrinaggio ne sono l’anima concreta per un impegno e servizio speciale! Ogni volta che ripenso a questi anni mi torna sempre alla mente e nel cuore, quella parola di Gesù: “Io ti ringrazio o Padre, perché hai tenuto nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli...”. Preziosa Terrinoni Presidente della sezione Romana Laziale “Vuoi essere la mia mamma?” 1989: il mio primo “treno bambini a Loreto”. Mi fu chiesto in quell’anno di accompagnare una decina di ragazzi quindicenni della mia sottosezione di appartenenza, a quel tempo, Frosinone. Non sapevo, onestamente, come era organizzato. Arrivata alla stazione Ostiense c’era Anna nelle vesti di “sbirulino”, il dott. Ricci vestito da clown, Don Romano con il naso da clown, Don Gianni che si agitava, (come sempre) ma scherzava e giocava con i bambini. Al di là del gioco e dell’allegria, c’erano tanti volti spenti, erano quelli delle mamme. Nei giorni di permanenza a Loreto venni a conoscenza di tante situazioni: famiglie divise non appena i papà avevano avuto la consapevolezza di non avere “un figlio normale”, ragazze madri, bambini abbandonati negli istituti, ecc.... 7 Ma il mio primo pellegrinaggio bambini è legato a due occhioni blu di una bambina di un istituto di Cori, quando una mattina, tutti incolonnati sotto il portico in attesa di entrare in basilica, mi fece scivolare la sua manina nella mia dicendomi: “Vuoi essere la mia mamma?” Da quell’anno in poi ho sempre partecipato, tranne qualche eccezione, al “treno della gioia”, dando anche per diversi anni, quando ero Presidente della sottosezione di Anagni-Alatri, la disponibilità per l’animazione. Quante serate ho trascorso nella taverna della mia abitazione a preparare con i ragazzi, fino alle prime luci dell’alba, vestiti, allestimenti, ecc....!! Ora non è più treno, ma bus “carovana della gioia”. Quest’anno, come 8 Presidente di sezione, mi trovo a festeggiare questo bellissimo e importante traguardo, i “40 anni” di un pellegrinaggio fatto di gioia, di emozioni, di fatica ripagata dai tanti sorrisi dei bimbi e delle mamme, di collaborazione dei tanti ragazzi che nel corso di tutti questi anni hanno dato la loro disponibilità, l’inventiva nel proporre le fiabe e a rappresentarle con il coinvolgimento soprattutto dei bambini con problemi. Vorrei ringraziare innanzitutto chi è stato l’autore di questo pellegrinaggio, il dott. Mario Caldera, allora Presidente della sezione, che anche se non c’è più, non possiamo non ricordarlo; chi in tutti questi anni ha dato vita e continuità, Don Gianni, il quale a metà pellegrinaggio già sta pensando al prossimo. Ringrazio tutte le persone che economicamente e con generosità hanno contribuito a far sì che questo sogno si sia potuto realizzare ogni anno. Un ringraziamento alla città di Loreto che ci ha sempre accolto con amore, in particolare al Sindaco ed ai suoi collaboratori, ai negozianti che hanno sempre fatto godere i bambini con gelati, dolci, caramelle, giocattoli...; un grazie ai Vescovi e ai frati che nel corso di tutti questi anni si sono succeduti, che hanno avuto pazienza nel sopportare i fuochi d’artificio, gli schiamazzi in piazza e in chiesa. Ma il grazie più sentito va alle mamme, perché senza i loro “gioielli” questo pellegrinaggio non si sarebbe mai potuto realizzare. Don Decio Cipolloni Ex assistente ecclesiastico nazionale Unitalsi - Vicario generale di Loreto Tenerezza... sui binari della gioia “C ari bambini, voi siete la gioia e la tenerezza di Dio per noi. Carissimi genitori, aperti alla speranza ed al coraggio, siete protezione e grembo materno di misericordia per i vostri figli. Le vostre case sono come quella di Nazareth. Conservate accesa la fiaccola della vostra Fede. Voi sacerdoti, suore, medici, barellieri e sorelle di assistenza custodite il dono che avete ricevuto e fatevi trasparenti come i bambini che in questi giorni hanno segnato di grazia e di stupore la vostra vita. Diventi la nostra vita come un treno che passa a raccogliere quanti hanno bisogno di raggiungere la città della gioia e della speranza cristiana”. Questo scrivevo nel lontano 1988 al termine di un pellegrinaggio di ritorno da Loreto. Arrivando all’Unitalsi come vice-assistente nazionale nel 1985 il primo evento che mi sommerse di sofferenza e di tenerezza quanto di mistero fu proprio il treno dei bambini malati di Roma, un fiore all’occhiello dell’Unitalsi Laziale, mirabile iniziativa scaturita dal cuore grande, come era grande la sua statura, di Don Luigi Paoletti di venerata memoria. Un treno, quello del 1984, che gli regalò un improvviso malore, frutto della sua instancabile attività, che lo faceva passare da un treno all’altro senza risparmiarsi. Toccò a me succedergli dedicandomi a questo treno che era stato una sua creatura. Non potevo che affidarmi a Don Gianni Toni, indicato dalla presidenza regionale come colui che poteva continuare a scrivere la storia di questi treni della gioia. Per Loreto fu una presenza unica e 9 sorprendente tra i moltissimi treni che giungevano ogni anno. Non poteva non emergere questa innocenza di centinaia di bambini che affollavano la piazza insieme ad altrettanti giovanissimi barellieri e sorelle di assistenza che venivano letteralmente assediati da questi piccoli grandi amici, ai quali si andava offrendo ogni giorno sempre di più attenzione, tenerezza, preghiera, canti con le affascinanti favole che custodiscono quella semplicità d’animo e quel messaggio, che può far riflettere anche la sufficienza dei grandi. In un continuo exploir il pellegrinaggio è andato prendendo sempre più consistenza, coinvolgendo la città anche attraverso momenti esaltanti come la sfilata dei carri allegorici con gli straordinari personaggi curati nell’estetica quanto nella vivacità di giovani veri attori, da impressionare anche il più distratto pellegrino o turista. A queste sfilate quello che più fa risaltare la toccante immagine del dolore innocente stampato nel volto e soprattutto nelle fragili membra dei bambini, sono sempre i momenti celebrativi, che nel passaggio in Santa Casa introducono questi bambini e i loro straordinari genitori per l’incontro con la Madre, perché contemplando Lei ai piedi del Crocifisso, possano anch’essi sperimentare la stessa pietà e lo stesso coraggio. 10 In questo quarantesimo pellegrinaggio della gioia vogliamo esprimere un auspicio: siano i ragazzi, a volte sazi e scontenti delle nostre città, finalmente a muoversi per accogliere i loro coetanei, sicuramente non provvisti di salute e di autosufficienza, ma sprizzanti di vivacità e gioia, perché in questo incontro insieme ci si apra a cantare la gioia della vita e soprattutto a sperimentare la forza dell’amore, che non passa per la via dei balocchi, ma per le mani che si stringono, per il volto che si illumina di sorriso, sentendosi insieme sulla stessa strada, quella di Cristo, che nella Casa di Nazareth ha insegnato a tutti come farsi bambini per entrare nel regno dei cieli. Siano i padri Cappuccini, non solo custodi della Santa Casa, ma di ogni malato che varca quella soglia, a cogliere in questi bambini e nei loro genitori, anche se a volte chiassosi in piazza, la grazia di quella umanità e di quella tenerezza che potremmo perdere dietro un incalzante stile sbrigativo che ci prende. Loreto come città e come Santuario devono molto a questo pellegrinaggio, perché la presenza di questi bambini con la forza dell’amore e della tenerezza che li avvolgono, sia capace di ridestare in tutti quel senso di umanità e di gioia necessari per chi è chiamato a custodire, tra le sue mura, la Santa Casa. Emanuele Trancalini Resp. naz. del progetto Bambini di pace e vice pres. sotto-sezione di Roma 40 anni... piccoli passi possibili È sempre difficile per me raccontare Loreto significa parlare di un mio grande amore, della mia storia, di mille storie… Ci voglio provare. Sono partito per il mio primo viaggio verso Loreto nel 1998. Avevo già vissuto il pellegrinaggio a Lourdes e avevo fatto il pieno di emozioni; ero completamente immerso in quell’esperienza che già sentivo mi aveva segnato la vita. Mosso dalla curiosità di tanti racconti sul treno bambini, un po’ a cuor leggero sono partito certo di vivere quelle stesse emozioni che facevano tanto bene al mio cuore. Ma Loreto non è Lourdes e il mio primo viaggio mi ha spiazzato, forse perché mi ha trovato impreparato a vivere un’emozione nuova e così profondamente diversa; sono tornato stordito. Non avevo compreso, non avevo accolto, non avevo recepito abbastanza, ma da sempre così ostinato non potevo certo arrendermi a quell’arida e fredda sensazione. L’anno suc- cessivo eccomi di nuovo su quel treno, stavolta senza aspettative particolari, e, come sempre accade, il Signore ha fatto meraviglie. In quel pellegrinaggio ho sentito tutta quella travolgente e sconvolgente emozione che prima sentivo solo raccontare da chi aveva già vissuto l’esperienza. Ho aperto il cuore e l’ho scoperto colmo di doni: ogni parte di me traboccava di un incontenibile entusiasmo, mi sono chiesto come fare per contenerlo, per trattenerne un po’ dentro. Mi sono sentito così vivo e vitale, mai avevo percepito tanta intensità, non poteva finire lì… Don Gianni fin da quei tempi ha custodito questo mio entusiasmo, lo ha “incanalato” le sue parole, le sue catechesi hanno portato frutto in me, ho potuto scorgere dietro Loreto il mondo di Loreto, il mondo dei bambini, delle mamme, il mondo di cui volevo essere parte, quel mondo che ho sentito tanto mio. Un pensiero mi ha sempre attraversato la mente: in quei bambini, nei loro sguardi così profondi, pieni di luci ed ombre, io ho visto un po’ me bambino, il bambino che avrei potuto essere e che in parte sono stato, ma anche il bambino che non sono mai stato. Nessuna sedia a rotelle ha mai impedito la mia corsa verso la vita: altre zavorre mi hanno rallentato. Eppure ero lì, anno dopo anno, sempre più consapevole, più coinvolto, più impegnato. In quella piazza io ho scoperto che potevo sedermi per terra e guardare il mondo con gli occhi di un bambino e scoprire il mondo che volevo. Nel corso di questi 11 anni tante volte mi sono seduto per terra e ho lasciato che il sogno e l’immaginazione lavorasse per me. Ogni anno è una favola ad accompagnarci in questo viaggio di fede e di amore, ma la favola non è che un mezzo, uno strumento per poter parlare al cuore dei bambini e dei genitori. Ogni anno c’è un messaggio pastorale che viene in qualche modo veicolato attraverso la favola rappresentata. Ogni piccolo dettaglio viene pensato, curato, perché tutto l’allestimento susciti meraviglia e stupore nei bambini e li faccia sentire protagonisti. Ecco, per cinque giorni i nostri bambini sono al centro della scena. Ogni momento del pellegrinaggio è pensato a misura di bambini che pregano giocando e giocano pregando, in una piazza piena di colori, musiche, coreografie, una piazza che da 40 anni ci accoglie. 12 I bambini sono i grandi protagonisti del treno della gioia, ma un’attenzione particolare è dedicata anche alle mamme e ai papà. Per loro sono pensati dei momenti specifici all’interno del pellegrinaggio, in cui possono ritrovarsi e trovare uno “spazio amico”, dove possono confrontarsi ed esprimere le gioie, le ansie, le preoccupazioni, i dolori di una genitorialità a volte davvero difficile ma altrettanto ricca di doni e di frutti: il tutto mentre i loro figli sono intrattenuti e accuditi dai volontari. Mi stupisco sempre dell’incontro con i genitori in particolare con le nostre mamme: mi hanno insegnato la pazienza, l’accoglienza, la tenerezza, la fermezza e la preghiera, mi insegnano che la fede è fatta di tanti piccoli, a volte impercettibili, “sì” la vera gioia è fatta di tanti “Piccoli Passi Possibili” come quelli dei loro amatissimi figli. Oltre ai bambini, ai genitori ci sono i volontari di tutte le età: dai veterani, con anni di esperienza, ai giovanissimi magari al loro primo viaggio, tutti con magliette blu e cappelli, pronti e formati per aiutare, supportare, servire a tavola, prendersi cura dei bambini, regalare sorrisi. E poi ci sono quei volontari con i quali condivido l’esperienza della preparazione del pellegrinaggio che con me curano l’animazione e l’organizzazione, l’equipe insomma, che inizia a lavorare al magazzino tanti mesi prima con progetti, gomma piuma, bombolette, strutture di legno, cavi elettrici, riunioni fiume: quelli insomma per cui Loreto inizia e quasi non finisce mai. Dietro Loreto c’è un mondo, un mondo di lavoro: tante ore passate a preparare il pellegrinaggio e tanto da scoprire vivendolo. Il pellegrinaggio della Gioia è l’esperienza che ha cambiato i miei orizzonti, è l’occasione per mettere in circolo quell’Amore che io ho incontrato e che mi ha per sempre conquistato. Suor Agnese Fratantuono Un miracolo rimasto nel cuore M i chiamo Suor Agnese, appartengo alla Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, fondata in Francia nel 1799, in piena Rivoluzione Francese, con il carisma della CARITà. Attualmente vivo a Modena, ma per ben sette anni ho svolto la mia missione apostolica a Terracina (LT), nella Casa Famiglia “Gregorio Antonelli” dove venivano, e tutt’ora vengono, accolti minori provenienti da famiglie in difficoltà. Tra i ragazzi, che vivevano allora con noi, c’era Giuseppe che a 14 anni doveva essere trasferito, per ordine del giudice del Tribunale dei minori, in un’altra struttura più adatta alla sua età o trovare una famiglia disponibile ad adottarlo. Giuseppe era entrato in Casa Famiglia all’età di 6 anni in una condizione di grave disabilità fisica e psicologica (non stava in piedi, non mangiava da solo, non parlava, era dipendente in tutto…). Solo le cure e le premure delle suore e dei volontari che frequentavano la Casa Famiglia l’hanno portato, lentamente, ad una parziale e graduale autonomia. Spesso mi chiedevo: - Che ne sarà di lui? Quale sarà il suo futuro? Chi si prenderà cura di lui? Dove andrà a finire? Queste domande hanno trovato una soluzione a LORETO. Tutti gli anni, nel mese di Giugno, puntualmente l’UNITALSI della sottosezione di Latina ci invitava a partecipare con i bambini alla bellissima iniziativa del “TRENO della GIOIA” organizzata dalla sezione Romana-Laziale. Era un appuntamento fisso, molto atteso e gradito dai nostri bambini… Tutti volevano “esserci” perché si trattava di una grande festa che durava cinque giorni, ma che lasciava un segno indelebile per tutto l’anno nel cuore di tutti, grandi e piccoli, malati e non… Descrivere ciò che avveniva in quei giorni a LORETO è letteralmente difficile e direi quasi impossibile, perché non è una esperienza da raccontare, ma da vivere. La piazza, addobbata a festa per la presenza dei bambini, si animava di voci, di corse, di palloncini, di giochi, di sorrisi… Dovunque si respirava aria di accoglienza, di fraternità, di amicizia, di solidarietà, di condivisione, di dialogo, di preghiera… Nel lontano Giugno 2002, accetto di andare a Loreto con una grande preoccupazione nel cuore, ma anche con la voglia di implorare dalla Madonna un miracolo: trovare una famiglia pronta ad accogliere Giuseppe. Invito tutti, compreso Don Gianni, a pregare con fede ed umiltà per questa 13 intenzione, convinta che l’unione fa la forza anche nella preghiera. E Dio ha voluto che il MIRACOLO si compisse proprio nella SANTA CASA di Loreto, grazie alla mediazione della Vergine Maria. Sì, nella casa della Madre di tutti noi, Giuseppe senza famiglia ha trovato una mamma, un papà e tre fratelli. Che meraviglia!!!! MARIA non poteva farci un regalo più bello e più grande!!! In questa occasione, abbiamo incontrato, di nuovo, la signora LORENA con il suo figlio GABRIELE diventato amico di Giuseppe nelle esperienze passate. Grazie ad un barelliere, che conosceva ambedue, l’amicizia tra i ragazzi diventava sempre più forte e più vera. Confidenzialmente, comunico la mia grande preoccupazione a LORENA che, lasciandosi toccare nelle corde più sensibili del suo cuore di mamma, si coinvolge a tal punto, in questa storia di Giuseppe, da sentirsi interpellata in prima persona. Voleva però un segno da parte della Madonna… Aveva chiara, dentro di sè, la percezione che la sua famiglia potesse aprirsi per accogliere Giuseppe come 4° figlio, ma voleva una conferma… Questo pensiero non la lasciava in pace… Un pomeriggio, senza volerlo, ci ritroviamo a pregare nella Santa Casa, solo noi, per lo stesso motivo e la mia presenza per lei è stata la risposta che cercava. 14 Tra le mura della piccola casa di Nazareth, dove Maria ha accolto GESù nel suo seno (“Il Verbo si è fatto carne”), Lorena ha accolto Giuseppe prima nel suo cuore e poi nella sua famiglia. Nel mese di Ottobre 2002 sono iniziate le pratiche per l’adozione e l’8 Febbraio 2003, dopo che il giudice ha riconosciuto l’idoneità della famiglia, Giuseppe si trasferisce da Terracina a Roma ed entra a far parte effettivamente della famiglia MARONE. Sicuramente non è stato semplice integrarlo nel ritmo delle abitudini familiari, ma l’AMORE ha fatto superare tutte le difficoltà. Il figlio più piccolo, Pietro, geloso che Giuseppe chiamava mamma la sua mamma, si lamenta con lei e dice: Perché ti chiama mamma? Non l’hai fatto tu!!! E lei sapientemente risponde: “Hai ragione, ma i figli non nascono solo dalla pancia della mamma, nascono anche dal cuore della mamma e del papà”. Ecco il miracolo che porto scolpito, da allora, nel mio cuore!!!! Ma non è l’unico… Spero che miracoli come questi siano sempre più numerosi nel mondo, grazie alle famiglie “coraggio”, all’intercessione della Madonna, all’UNITALSI e a noi Suore della Carità che vogliamo contribuire a porre germi di una nuova umanità sobria, solidale e fraterna, in questa nostra società. Don Maurizio Medici (alias Don Click) Loreto... in un click! D opo aver partecipato a diversi pellegrinaggi con l’Unitalsi, a Lourdes e a Loreto, quell’anno mi sono deciso a partecipare anche al Treno dei bambini a Loreto, ma, pur avendo già sperimentato più volte quante e quali gioie nasconde e dispensa un Treno Bianco, solo vivendo il “Treno della GIOIA” si può scoprire quali immensi e impensati doni possono nascondersi dietro alla sofferenza. Era il 2005 e il 32° Treno dei bambini, e in quei giorni ci ha accompagnato Mary Poppins con i personaggi della sua storia, “Tutti insieme appassionatamente”. Io partecipavo come sacerdote, ma con il vizio della fotografia, e, anche se quell’anno sono salito ad Orte e non alla partenza di Ostiense, ho capito subito che avrei avuto tanto pane per i miei denti. All’inizio sono stato a guardare e mi sono lasciato prendere la mano dagli scatti. La sensazione che prova un appassionato di fotografia nel piazzale della Basilica di Loreto penso sia simile a quella che prova un bambino in un grande negozio di giocattoli: non sai dove guardare, ti sembra tutto fantastico, non sai con quale giocare prima e magari torni più volte a giocare con lo stesso gioco. Così in quella piazza: i bambini sono un’esplosione di gioia e di meraviglia, fisseresti ognuno di loro per l’intera giornata, il cuore si dilata, e il volto si distende nel sorriso… ah, dimenticavo, sono malati…, infatti… lo dimentichi, o meglio, non è la loro malattia che li caratterizza e li definisce lì in quella piazza, ma la loro vita e la loro leggerezza. 15 Con il passare delle ore scopri che i tanti bambini diventano nomi e i nomi diventano storie e Alessia, Salvatore, Alessandra, Andrea, Francesco, Adrian, Martino, Alessio, Marianna, Andreina…., sono dei doni che il Signore ha messo sulla tua strada. 16 Poi sposti lo sguardo sui ragazzi e le ragazze, tutti giovani (qualcuno solo dentro, la maggior parte anche fuori), che hanno deciso di passare cinque giorni con loro, e ti accorgi che non se ne stanno pentendo, trovano nel contatto con queste creature la ricarica a una fatica che… ma quale fatica? …trovano la carica e basta! …perché in questi giorni non c’è fatica, non c’è stanchezza, c’è solo allegria e divertimento, crescita e conoscenza, dono e arricchimento reciproco, è il “Treno della Gioia”! Insomma, in piazza una caciara pazzesca di volti e colori, di grida e sorrisi! Dalla sveglia ai pasti, dal gioco alle preghiere, fino alla buonanotte un ambiente fantastico, nel senso che è eccezionale, ma anche il luogo dove la fantasia è lo scenario naturale. E allora come fai a non fotografare, ogni angolo, ogni posizione, ogni smorfia, e perdi il conto di quante foto avevi già fatto allo stesso bambino. È in quei giorni che ho stabilito il mio record personale di fotografie fatte in un solo giorno: 994. L’ho poi migliorato di anno in anno fino a fissare nel 2009 il mio attuale record di 1148 foto in un giorno solo. Per curiosità ho fatto un conto e sono arrivato a 15781 foto in 5 Treni della Gioia. In nessun’altra occasione ho fatto mai così tante foto, un motivo ci sarà! Comunque in quella Piazza lo sguardo che passa dai bambini ai ragazzi, arriva poi alle mamme (la maggior parte) e ai papà. Quegli occhi sono le porte di accesso a un altro mondo, un mondo fatto di fierezza e di dubbi, di forza e di stanchezza, di voglia di gridare a squarciagola e di stare in silenzio, di speranze e di delusioni, ma sempre di amore. In questi giorni sono un po’ sollevati perché riescono a fare quello che forse difficilmente durante l’anno riesce loro: affidare i propri figli a mani fidate e amorevoli, ad altri che possano guardarli con li stessi occhi con i quali li guarderebbero loro vedendo quanto belli sono. Sicuramente ringrazio il Signore per la possibilità di averli potuti avvicinare da sacerdote, perché a quel punto si ripone la macchinetta fotografica e si apre il cuore con tutta l’inadeguatezza che senti in quel momento, per accogliervi quell’universo che hanno voglia di scaricarti dentro, macigni di umanità che ti fanno scoprire quanto sia fragile l’uomo, ma ancor di più quanto sia forte e capace di trasformare in amore anche il dolore più grande. Per portare macigni bisogna essere giganti, e loro lo sono, perché la vita li ha costretti a scegliere da quale parte stare, se dalla parte di chi fugge e campicchia tra illusioni di felicità o di chi combatte e cresce ogni giorno scoprendo che dono ha accanto, un dono fragile ma preziosissimo, il tesoro che riempie di gioia la vita. Accanto a queste mamme e papà, parlando con loro, un sacerdote scopre tutta la sua fragilità e piccolezza, l’incapacità di dare certe risposte o di riuscire a infondere nell’altro la fiducia e la speranza che vorresti abbondasse nel suo cuore. Poi ti accorgi che le risposte le hai avute tu e l’iniezione di speranza l’hanno fatta a te. E tra loro, dopo anni di incontri o al primo sguardo nascono amicizie profonde, perché si guardano attorno non per cercare rassegnazione nel bambino che sta peggio del loro, ma per trovare la consolazione dalla mamma che prima di loro ha aperto il cuore alla pace, per condividere esperienze, per ideare progetti, per scambiarsi i pesi d’amore. Vuoi incontrare bambini, giovani, adulti, mamme e papà eccezionali? Vuoi scoprire la bellezza della vita a partire dalla parte più difficile? Non hai risposte da dare? Ti senti inadeguato? Il Treno della Gioia è quello che fa per te!! 17 Don Romano De Angelis Assistente eccl. della Sottosezione di Roma Una scuola per la vita F ar festa per i 40 anni del pellegrinaggio dei bambini a Loreto significa per me ricordare per continuare a custodire, a ringraziare e immergermi nella gioia che mi è stata donata. Ricordo quando nel 1989 Don Decio mi invitò a partecipare al “Treno della Gioia”: onestamente non riuscivo a capire perché chiamarlo così, visto che i bambini erano sofferenti. Il treno aveva da poco lasciato la stazione Ostiense e mi resi conto che non era semplicemente partito un treno ma era iniziata una festa: bambini, mamme, sorelle e barellieri dai volti sereni e sorridenti…sorrisi, abbracci, canti. La mattina dopo il momento decisivo del pellegrinaggio e del mio inserimento: percorrevo Corso Boccalini per raggiungere l’Hotel Centrale dove alloggiavo con un numeroso e meraviglioso gruppo di giovani di Fiuggi-Anagni e di Civitavecchia, quando Anna mi chiama e mi invita ad avvicinarmi: pochi passi ed ho avuto occhi nuovi… Non ho visto quella sua – come diceva lei – “testa così grande e pesante che la faceva soffrire” ma il suo sorriso, la sua bellezza e quella sua domanda: “oggi c’è la Messa solo per le mamme ma non per noi bambini; io ho fatto la Prima Comunione e mi dispiace non poter ricevere Gesù oggi”. Era un giorno speciale, quello in cui c’erano le Confessioni per le mamme a cui seguiva la Messa mentre i bambini giocavano in piazza. Inutile dire che l’ho portata a fare la Comunione mentre lei si preoccupava di aver fatto merenda e la giovanissima sorella che l’accompagnava piangeva 18 di commozione. Per me inizia così il coinvolgimento pieno nel gioco, nella preghiera, nelle chiacchierate, nelle stupende confessioni sugli scalini della Basilica. Eh si! Si faceva proprio di tutto perché non c’era ancora tutta l’organizzazione che negli anni si è formata. E così mentre Augusto suonava la chitarra e faceva giocare i bambini coordinando il personale, Don Gianni, io e il dott. Carlo Ricci eravamo la “spalla” di Sbirulino (Anna di Civitavecchia) che ci tagliava i capelli con enormi forbicioni, o con qualche coltellaccio tentava di tagliarci la barba, o con delle tronchesi arrugginite voleva estrarci i denti, o con una enorme siringa voleva farci la puntura, oppure vestiti da scolaretti ci interrogava per vedere se avevamo studiato. Sono arrivato perfino a mettermi il pannolino\pannolone impersonando “Enrichetto” ovvero il nostro caro Presidente Enrico Del Gallo quando era bambino. Così passavamo le giornate tra le Mura della Santa Casa e nel “cortile di casa”. Un primo tentativo di organizzazione avvenne con “il grande gioco” degli Scouts organizza- to da Augusto e Armando lo storico capo barelliere di allora. Le mamme erano così un po’ più tranquille nel lasciare i figli in modo particolare per partecipare agli incontri tutti per loro organizzati da Don Gianni, simbolo del treno bambini. A Loreto Don Gianni non ha nemmeno un cognome ma è: “Don Gianni del treno bambini” e tra un gioco e una preghiera c’era sempre il tempo per riuscire ad entrare in camera di Don Gianni per mettere un dado di brodo nella “cipolla” della doccia, nascondere varie sveglie, attaccare campanellini sotto il letto, nascondere i suoi vestiti, preparare dei regali speciali per il suo compleanno (gradì particolarmente dei palloncini a lui inviati in confezione lusso). Col passare degli anni l’organizzazione cresceva con la disponibilità dei giovani delle varie Sottosezioni che organizzavano sempre meglio l’animazione. Anche la nostra attuale Presidente di Sezione, Preziosa, ha per un periodo coordinato un gruppo di animazione. Da diversi anni ormai l’animazione si impegna a tradurre il messaggio del Vangelo attraverso una favola molto curata che coinvolge i piccoli e i grandi. Sono tante le persone, i volti, i cuori di questa bella e gioiosa famiglia, grande 40 anni: bambini speciali con mamme straordinarie a cui sono immensamente grato perché mi hanno fatto crescere umanamente, mi hanno insegnato ad essere prete, mi hanno fatto capire ciò che conta veramente. E soprattutto che la gioia vera non è la somma di tante cose che funzionano bene ma nasce da un cuore capace di amare e la troviamo in una casa piccola e spoglia dove le mamme piangono e sorridono dove i bambini ti prendono per mano e ti conducono: è la casa di Gesù, la casa di Maria, la casa che trasforma il cuore delle mamme in una casa di gioia, una casa che rivela a ciascuno di noi il suo posto; e quando esci... corri come ha fatto Maria per andare a servire i fratelli e cantare le meraviglie dell’amore di Dio che “ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”. 19 Sabato 24 Maggio in Vaticano: Una giornata particolarmente sentita sarà quella del 24 Maggio. Arrivo alle ore 9 per entrare nei giardini vaticani recitando il Rosario, per arrivare alla riproduzione della Grotta di Lourdes con il primo altare di quel santuario. Continueremo con la S. Messa alle ore 12 celebrata dal Cardinale Angelo Comastri e la preghiera silenziosa davanti alle tombe dei Papi Santi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Nel pomeriggio si potranno visitare i musei vaticani (ingresso gratuito per i malati in carrozzina). Per gli altri partecipanti ingresso a soli Euro 8 a testa. 40 anni... ed è domani! Un DVD di ricordi e testimonianze per i quarant’anni del pellegrinaggio della gioia dei bambini a Loreto dell’Unitalsi Romana Laziale, realizzato dalla sorella Elena Balestri e Carmela Lisabettini, sarà presentato a Loreto durante il prossimo Pellegrinaggio. Tutti possono già prenotarlo direttamente presso la sede della sezione Romana-Laziale, con un contributo di Euro 15 che servirà a finanziare la partecipazione dei bambini a Loreto. 20 Alessandro Aloé Seminarista della sottosezione di Latina La prima volta... M i sembrava quasi impossibile, nemmeno mi rendevo bene conto di quello che era successo negli ultimi mesi. Nel cuore avevo un immenso senso di gratitudine, di riconoscenza e di affetto verso il Signore e verso le persone che, nella sua bontà mi aveva messo intorno, proprio al momento giusto. Ogni volta che ci ripenso, mi accorgo che erano proprio questi i sentimenti che leggevo dentro di me mentre stavamo partendo con il treno bianco della Romana/Laziale, la mattina del 22 settembre, per il pellegrinaggio nazionale a Lourdes. Quel viaggio arrivava nel momento più importante della mia vita, un momento di riflessione intensa, un periodo di scelte importanti. Da un bel po’ di mesi mi interrogavo sulla felicità vera e su cosa fare della mia vita che, a 25 anni, è ancora in formazione e proprio nel periodo delle energie migliori. Volevo impiegarmi su qualcosa di grande, bello e pieno, qualcosa su cui valesse davvero la pena impegnarsi completamente. Stavo finendo l’università, conoscevo l’amore per una ragazza e l’affetto e l’energia che ti danno gli amici, ma mi mancava qualcosa e non capivo perché. Già da un po’ di mesi, aiutato da qualche sacerdote, avevo iniziato un percorso vocazionale che mi aiutava a fare luce. Per un incontro quasi casuale, ho conosciuto Don Gianni. Una chiacchierata prima, poi un’altra, ma non volevo sbottonarmi, mi vergognavo a raccontare quello che mi stava succedendo in quel periodo. Ma per lui quella conoscenza appena iniziata già bastava per un invito così grande: “Vorresti venire, alla fine dell’estate, a Lourdes con l’Unitalsi”? Ricordo che sono tornato a casa un po’ spiazzato, perché non mi aspettavo questa proposta, ma mi accorgevo che un’esperienza di preghiera e di servizio forte sarebbe stata fondamentale per fare ancora più luce sul mio cammino. Nel frattempo, col passare dei mesi, ho compreso a cosa mi sentivo chiamato, ho parlato con il Vescovo che mi ha dato il permesso di cominciare ad ottobre l’anno propedeutico nel Seminario di Anagni. Il mio viaggio a Lourdes di settembre, un mese prima di cominciare questa esperienza così grande in seminario, mi è sembrato un regalo della Provvidenza che si serve di tutto, anche degli incontri che sembrano casuali, per continuare il suo disegno. Da Lourdes mi sono portato a casa tanti volti, tante storie che mi hanno fatto toccare con mano l’importanza della fede, negli ammalati che sanno lasciarsi abbracciare da Cristo anche nell’incomprensibile oppressione della sofferenza; della speranza, nella certezza che Cristo viene incontro a tutti, soprattutto a chi sta soffrendo; della carità, attraverso l’intervento dei tanti volontari che rendono visibile questo abbraccio di Cristo ai più deboli. Il pellegrinaggio a Lourdes è stato amicizia, preghiera e servizio. La preghiera, soprattutto nei momenti forti della Messa, della Via Crucis e della Fiaccolata, ha dato maggiore spessore al servizio che facevo nelle piscine perché mi ricordava che, oltre all’assistenza necessaria e premurosa, noi volontari abbiamo il compito di usare il cuore e di regalare quell’Amore, di cui abbiamo fatto esperienza e che vale più di ogni premura. Ripenso spessissimo ai momenti di preghiera davanti la grotta, alle bellissime Messe internazionali nella Basilica sotterranea di San Pio X, mai avevo visto una Chiesa così grande, al giro guidato “Sui passi di Bernadette”, al primo bagno che ho fatto nelle piscine, che ha concluso la mia settimana di pellegrinaggio. A tutti i volti che ho incontrato, a tutti gli amici che ho conosciuto, a Don Gianni, all’Unitalsi che sta realizzando cose grandiose, ma soprattutto al Signore e a Maria che a Lourdes ci hanno dimostrato ancora una volta di essere sempre vicini a noi, con la loro bellezza e la loro forza voglio solo dire... grazie e vi voglio bene! 21 Piero Gheddo Missionario, giornalista e scrittore italiano Carla Zichetti, quando la malattia è cura dell’anima I l 27 dicembre 2013 è morta a Genova Carla ha mandato opuscoli annuali pubblicando le lettere Zichetti, di 90 anni, disabile nell’intestino fin che riceve, veramente commoventi, perché rivelano dai suoi 23 anni, che viveva da sola, aveva quel mondo che non ha spazio sui giornali e alla TV e la presenza dello Spirito Santo bisogno di continue cure e in persone che molti considerano non poteva uscire di casa senza superflue e invece sono il sale assistenza. Nel 1984 era uscita della terra e la luce del mondo. dall’ospedale con una sonda al Questi amici hanno creato nel ventre per nutrirsi. Ebbene, questa 2006 l’Associazione ed il Sito cara donna, che poteva vivere internet www.bricioledisperanza.it ripiegata su se stessa, triste e che porta i testi di Carla, le lettere bisbetica, era invece sorridente, degli associati, le foto, il video dei gentile, piena di coraggio e di gioia, pellegrinaggi. sempre occupata ben oltre le sue A poco a poco, hanno incominciato forze limitate. Come mai? Perché a invitare Carla per parlare in aveva molti soldi? Assolutamente pellegrinaggi, alle radio, in chiese no, viveva con la pensione di e cattedrali. Tutti gli anni andava invalidità in un appartamento di due stanze più cucinino in un grande caseggiato a Genova. con gli ammalati a Lourdes ed a Loreto, invitata dal E allora? Beh, aveva ereditato una grande fede e una vescovo mons. Angelo Comastri (oggi cardinale) che buona educazione in famiglia e trovandosi a 23 anni a aveva capito il suo valore, dimostrava con la vita che non poter farsi suora né sposarsi, ha chiesto al parroco la fede aiuta a vivere meglio e ad essere utile agli altri, cosa doveva fare. Il parroco di Albaro (Genova) le dice: anche nelle situazioni più difficili. “Carla, tu hai una grande fede e preghi molto, sei colta Andavo a trovarla tutti gli anni quand’ero a Genova e hai una bella voce. Sapessi quanti ammalati e anziani in estate. Era senza badante ma con molti amici nel vivono soli, nell’isolamento e nella sofferenza. Ti do un caseggiato. Aveva animato anche le famiglie di quel elenco nella nostra parrocchia. Telefona loro a mio palazzone, tutti le volevano bene e la aiutavano, Per i nome, dì loro cosa ti suggerisce la fede, quando puoi suoi opuscoli e per internet c’erano amici anche fuori Genova e lei stessa, a 90 anni, usava il computer e vai a trovarli”. Carla si è messa con coraggio su questa “vocazione” rispondeva alle lettere. Mi fermavo a cena, cioè a fare del Signore. In settanta e più anni, con la collaborazione un po’ di digiuno con lei. Nell’estate 2012 era a letto di molta buona gente, ha fondato una rete di migliaia e mi diceva: “Vedi, non sto proprio bene, ma ho così di ammalati, disabili, anziani soli, che si scrivono, si tanto da fare che mi dimentico dei miei dolori”. E mi incontrano, aiutano chi sta peggio, pregano e aiutano mostrava il pacco di lettere ricevute in luglio! Un’altra i missionari sul campo. Ha incominciato telefonando, volta le dicevo di far pregare per i sacerdoti. Risposta: “Sì, prego e faccio pregare, poi visitando i malati e le Per anni abbiamo “incrociato” non perchè aumentino i preti, persone sole con l’aiuto di Carla durante il nostro pellegrinaggio ma che siano preti entusiasti amici che la portavano e poi dei bambini a Loreto. della loro vocazione. È vero ha mandato lettere ciclostilate Questo articolo è un modo che diminuiscono, ma se e audio-cassette, trovando per ricordarla ed additarla come esempio, fossero veri sacerdoti di Gesù, chi le fa le copie, gli indirizzi, che la malattia supera tante difficoltà... basterebbero”. i pacchetti, li porta alla posta; 22 “Prometto di esserti fedele...” M entre mia moglie mi serviva la cena, mi feci coraggio e le dissi: «Voglio il divorzio». Vidi il dolore nei suoi occhi, ma chiese dolcemente: «Perché?». Non risposi e lei pianse tutta la notte. Mi sentivo in colpa, per cui sottoscrissi nell’atto di separazione che a lei restassero la casa, l’auto e il trenta per cento del nostro negozio. Lei quando vide l’atto lo strappò in mille pezzi e mi presentò le condizioni per accettare. Voleva soltanto un mese di preavviso, quel mese che stava per cominciare l’indomani: «Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi portasti nella nostra camera da letto per la prima volta. In questo mese ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa». Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii. Quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati, nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo: «Grande papà, ha preso la mamma in braccio!» Il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati. Lei si appoggiò al mio petto e sentii il suo profumo sul mio maglione. Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo. Mi resi conto che non era più così giovane, qualche ruga, qualche capello bianco. Il quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina, avvertii che l’intimità stava ritornando tra noi: questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio. Nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre più. Ogni giorno era più facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente. Pensai che mi stavo abituando ad alzarla, e per questo, ogni giorno che passava la sentivo più leggera. Mi resi conto che era dimagrita tanto. L’ultimo giorno, nostro figlio entrò all’improvviso nella nostra stanza e disse: «Papà, è arrivato il momento di portare la mamma in braccio». Per lui era diventato un momento basilare della sua vita. Mia moglie lo abbracciò forte ed io girai la testa, ma dentro sentivo un brivido che cambiò il mio modo di vedere il divorzio. Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo... la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata... mi venne da piangere! Mi fermai in un negozio di fiori. Comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: «Che cosa scriviamo sul biglietto?». Le dissi: «Ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché morte non ci separi». Arrivai di corsa a casa e con il sorriso sulla bocca, ma mi dissero che mia moglie era all’ospedale in coma. Stava lottando contro il cancro ed io non me n’ero accorto. Sapeva che stava per morire e per questo mi aveva chiesto un mese di tempo, un mese perché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre. «Non so chi o che cosa abbia posto la domanda. Non so quando sia stata formulata. Eppure a un certo punto ho risposto “sì” a qualcuno o a qualcosa. A partire da quel momento ho avuto la certezza che la vita aveva un senso» (Dag Hammarskjold). 23 Se vuoi.. se puoi: UN GRAZIE DI CUORE... a tutti coloro che risponderanno con un’offerta attraverso il contro corrente allegato per permettere la partecipazione gratuita dei bambini a Loreto. Un grazie che allarghiamo a per la pubblicità ai nostri pellegrinaggi (in maniera particolare al pellegrinaggio della gioia dei bambini a Loreto) e per la sensibilizzazione che ha portato avanti con i suoi radioascoltatori ad aiutare economicamente la partecipazione dei bambini. Terra Santa Speciale Dal 17 al 24 Luglio viene organizzato un Pellegrinaggio Speciale in Terra Santa dove (oltre ai luoghi classici di Pellegrinaggio: Nazareth, Lago di Tiberiade, Gerusalemme, Betlemme) si potranno visitare, per la prima volta: San Giovanni d’Acri, le sorgenti del Giordano, Sepphoris, Cesarea Marittima e il tunnel sotto la spianata del tempio. Posti limitati. Iscrizioni non oltre il 15 Giugno. 50 anni di sacerdozio Auguri a Don Romolo Sabbi che nel mese di Febbraio ha ricordato i suoi 50 anni dalla prima messa. Tantissime le persone di Valle Martella e non solo, che, insieme agli Unitalsiani presenti, a Don Gianni e a Preziosa, hanno avuto modo di esternare gratitudine ad un sacerdote buono! In cielo con Maria • Affidiamo alla preghiera della grande famiglia degli Unitalsiani P. Loreto Tellina, già assistente ecclesiastico di Anagni-Alatri. La sua disponibilità e bontà sarà un ricordo che difficilmente sarà cancellato. Anche il papà di Gianfilippo Lunghi è tornato, dopo una lunga malattia, tra le braccia della Madonna. Il ricordo della preghiera per queste persone care non manchi da parte della grande famiglia Unitalsi. • Bruno Baiocco, barelliere per tanti anni lo affidiamo alla preghiera di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato, soprattutto per il lavoro nella sottosezione di Roma città. • Il mese scorso la Santa Vergine ha accolto in cielo anche il barelliere Carlo Rasia. Anche la sua anima l’affidiamo al ricordo della grande famiglia dell’Unitalsi Laziale. VIAGGIANDO INSIEME Autorizzazione del Tribunale di Velletri n. 13 del 4-10-90 Direttore responsabile: Tommaso Ricci Redazione c/o: Don Gianni Toni - Viale G. De Chirico - Latina [email protected] Amministrazione: Unitalsi - Via Andrea Millevoi, 65 - ROMA Foto: Don Maurizio Medici Grafica e Stampa: Nuova Grafica 87 srl - PONTINIA (LT) - Tel. 0773.86227 24 PELLEGRINAGGI 2014 LOURDES • 29 Aprile - 5 Maggio (treno) • 21/27 Agosto (treno ed aereo) • 29 Settembre - 5 Ottobre (treno ed aereo - Pell. Nazionale) • 21/27 Ottobre (treno ed aereo) LORETO • 8/11 MAGGIO (bus) • 26/30 Giugno Pellegrinaggio dei Bambini (bus) TERRA SANTA-GIORDANIA • 5/14 Novembre Un viaggio di 8 giorni solo in Terra Santa sarà effettuato dal 17 al 24 Luglio FATIMA • 3/9 Giugno Per informazioni ed iscrizioni ai pellegrinaggi: rivolgersi alla propria sottosezione Unitalsi. Si ricorda che il termine delle iscrizioni scade 30 giorni prima della partenza ed occorre versare subito il 50% della quota prescelta. www.unitalsiromanalaziale.it