Alcuni documenti su Bruno Cornacchiola (http://trefontane.altervista.org) UNA INTERESSANTE INTERVISTA A BRUNO CORNACCHIOLA Il 9 maggio 1983 Bruno Cornacchiola per il suo 70 compleanno rilasciò una intervista per la rivista Madre di Dio, riportata poi anche nel Bollettino del Santuario (I/1983/p. 4-5). Caro Cornacchiola — ha esordito l’intervistatore — tu sei testimone difatti che suscitano ironica curiosità negli scettici e vivo interesse nei credenti. Come ti senti di fronte a questo mistero che ti supera? “Io parlo sempre in modo semplice. Il mistero che ho vissuto, l‟apparizione della Madonna, lo confronto col mistero che ha il sacerdote. Questi è investito di una potenza divina per la salvezza del prossimo. Lui non si accorge della grande potenza che ha, ma la vive e la distribuisce agli altri. Cosi è per me davanti a questo grande fatto, ho la grazia non tanto di vedere la grandezza dell‟accaduto, quanto di vivere una vita pienamente cristiana “. Partiamo dagli antefatti. Tu eri miscredente, nemico acerrimo della Chiesa e avevi in animo di uccidere il papa Pio XII. Come arrivasti a tanto odio? “All‟odio arrivai attraverso l‟ignoranza, cioè la non conoscenza delle cose di Dio. Da giovane frequentavo un gruppo avventista dal quale ricevetti una forma di odio verso la Chiesa e i suoi dogmi. Non ero miscredente, ma soltanto pieno di odio verso la Chiesa. Credevo di aver raggiunto la verità, invece combattendo la Chiesa odiavo la verità. Volevo uccidere il Papa per liberare il popolo da una schiavitù e da una ignoranza nella quale, come mi insegnavano, lo teneva la Chiesa. Quello che intendevo fare ero sicuro che fosse a beneficio dell‟umanità “. Per un giorno, il 12 aprile 1947, tu fosti protagonista di un evento che fece cambiare rotta alla tua vita. In una zona malfamata e periferica di Roma, tu “vedesti” la Madonna. Puoi dire in breve come andarono esattamente le cose? “Qui bisogna fare una premessa. In questo gruppo ero diventato direttore della gioventù missionaria avventista. In questa veste cercavo di educare la gioventù a rifiutare l‟Eucarestia, che non è presenza reale di Cristo; a rifiutare la Vergine, che non è Immacolata; a rfiutare il papa, che non è infallibile. Dovevo parlare di questi argomenti a Roma, in piazza della Croce Rossa, il 13 aprile 1947, che era di domenica. Il giorno prima, sabato volli portare la mia famiglia in campagna. Mia moglie era malata. Portai con me solo i bambini. Isola, 10 anni; Carlo, 7 anni; Gianfranco 4 anni. Presi anche la Bibbia, un taccuino e una matita, per stendere appunti su quello che dovevo dire il giorno seguente. Senza dilungarmi, mentre i bambini giocavano, perdono e ritrovano la palla. Io gioco con loro, ma la palla si perde di nuovo. Vado a cercare la palla con Carlo. Isola va a raccogliere dei fiori. Il bambino più piccolo rimane solo, seduto ai piedi di un albero di eucalyptus, difronte a una grotta naturale. Ad un certo punto chiamo il bambino, ma non mi risponde. Preoccupato mi avvicino a lui e lo vedo inginocchiato davanti alla grotta. Lo sento mormorare: “Bella signora!”. Io penso ad un gioco. Chiamo Isola e questa arriva con un mazzetto di fiori in mano e si inginocchia pure lei esclamando „Bella signora!”. Cerco di farli alzare, ma sembrano pesanti dei quintali. Mi metto paura e mi chiedo: ma che cosa succede? Non penso ad una apparizione, ma ad un incantesimo. Ad un tratto vedo due mani bianchissime uscire dalla grotta, mi toccano gli occhi e non ci vedo più. Poi vedo una luce magnifica, splendente, come se il sole fosse entrato dentro la grotta e vedo quella che i miei bambini chiamano la Bella signora. È scalza, con un manto verde sulla testa, un vestito bianchissimo e una fascia rosa con due lembi fino al ginocchio. In mano ha un libro color cenere. Lei mi parla e mi dice: Io sono quella che sono nella Trinità divina: sono la Vergine della Rivelazione, e aggiunge: Tu mi perseguiti. Ora basta. Rientra nell‟ovile e obbedisci. Poi aggiunse tante altre cose per il Papa, per la Chiesa, per i sacerdoti, per i religiosi per il mondo”. In quella e nelle successive apparizioni come hai visto la Madonna: triste o felice, preoccupata o serena? “Vedi, talvolta la Vergine parla con una tristezza sul volto. È triste specialmente quanto parla della Chiesa e dei sacerdoti. Questa sua tristezza è materna. Lei dice: Io sono la madre del clero santo, del clero fedele, del clero unito. Desidero che il clero sia veramente come mio Figlio lo vuole” Perdonami l’impertinenza, ma penso che i nostri lettori abbiano tutti il desiderio di farti questa domanda: ci puoi descrivere, se ti riesce, com’è fisicamente la Madonna? “Posso descriverla come una donna orientale, snella, bruna, occhi bellissimi ma non neri, carnagione scura, capelli lunghi e neri, una donna bellissima”. Se le dovessi dare un’età? “Una donna dai 18 ai 22 anni. Giovane nello spirito e nel fisico. La Vergine l‟ho vista così”. Il 12 aprile dell’anno scorso anch’io ho visto alle Tre Fontane gli strani prodigi del sole, che ruotava su se stesso cambiando colore che si poteva fissare senza essere disturbati negli occhi. Ero immerso in una folla di circa 10 mila persone. Quale significato aveva questo fenomeno? “La Vergine quando fa questi prodigi o fenomeni, come dici tu, èper richiamare l‟umanità alla conversione”. Perché, secondo te, la Madonna è apparsa tante volte e in luoghi così diversi nel nostro secolo? “La Vergine è apparsa in luoghi diversi, anche in case private, a persone buone per incoraggiarle, guidarle, illuminarle sulla loro missione. Ma ci sono dei posti un po‟ particolari che vengono portati a un risalto mondiale. In questi casi la Vergine appare sempre per richiamare. E come un aiuto, un soccorso, un ausilio che lei da alla Chiesa. Corpo mistico di suo Figlio. Ella non dice cose nuove, ma è una madre che cerca con tutti i mezzi di richiamare i suoi figli a ritornare sulla via dell‟amore, della pace, del perdono, della conversione”. Analizziamo un po’ i contenuti dell’apparizione. Qual’è stato l’argomento del tuo dialogo con la Madonna? “L „argomento è vasto. La prima volta mi ha parlato per un‟ora e venti minuti. Le altre volte mi ha comunicato messaggi che poi si sono realizzati”. Quante volte ti è apparsa la Madonna? “Sono già 27 volte che la Vergine si degna di farsi vedere da questa povera creatura. Vedi, la Vergine in queste 27 volte non ha parlato sempre; a volte è apparsa solo per consolarmi. Alcune volte s‟è presentata con lo stesso vestito, altre volte con un vestito soltanto bianco. Quando mi ha parlato, l‟ha fatto prima per me, poi per il mondo. Ed io ogni volta che ho ricevuto qualche messaggio l‟ho dato alla Chiesa. Non può dirsi cristiano chi non obbedisce al confessore, al direttore spirituale, alla Chiesa; chi non ama, crede e vive dell‟Eucarestia, della Vergine e del Papa. Quando parla, la Vergine dice quello che dobbiamo fare noi o una singola persona; ma più ancora vuole da tutti noi preghiera e penitenza. Ricordo queste sue raccomandazioni: „Le Ave Maria che dite con fede e amore sono tante frecce d'oro che raggiungono il cuore di mio Figlio Gesù “. COMMENTO DI BRUNO CORNACCHIOLA SUI PRESUNTI SEGNI NEL E DEL SOLE Salvatore Nofri nel 1980 nel suo opuscolo sui “segni nel sole”, riporta questo coimmento di Bruno Cornacchiola, ripreso in seguito anche nel Bollettino della Grotta nel 1984, come parte di un articolo dello stesso Cornacchiola. I vari segni, che molti dicono di aver visto nel sole, altro non sono che richiami misteriosi, volti a rafforzare e stimolare la fede, la speranza e la carità. Che significato può avere il segno di una croce se non quello di accettare di buon animo la croce della sofferenza, del sacrificio, della malattia, che, col permesso di Dio, ci viene posta sopra le spalle perché diventi sacrificio spirituale gradito a Dio? Che significato può avere il segno di una “emme” se non quello di richiamarci ad un amore più filiale verso la nostra cara Madre celeste, la cui devozione autentica si realizza e si esprime con l‟imitarne la virtù? Che significato può avere il segno di un‟ostia se non quello di accostarsi a Gesù Eucarestia, mondi da ogni colpa (confessione sacramentale) e con le dovute disposizioni d‟animo? Se si fosse trattato di una suggestione collettiva, tutti avrebbero visto le stesso segno immaginario, non reale, trasmesso per “simpatia”, secondo le arcane leggi della telepatia. In realtà nel sole non vi era alcun segno e il sole stesso, rendendosi a tratti visibile ad occhio nudo, costituiva il nesso sensibile attraverso il quale scorgevamo in noi stessi il segno col quale la misericordia divina ci chiamava ad una condotta di vita più generosa, più fervente, più coerente. Perciò l‟aver visto un segno nel sole non è indice di predilezione, di santità o di altre presunte gratificazioni, ma semplicemente un richiamo alla nostra coscienza per il nostro bene. Sotto questo profilo possiamo ben dire che la Vergine, mediante il prodigio del sole, ha elargito, secondo la promessa, tante grazie di ordine spirituale, perché non c‟è grazia più grande che aver piena coscienza di quanto ci manca per vivere con più coerenza la nostra vita cristiana. Concludiamo dicendo che la fede — germe di vita divina infusa in ciascuno di noi — trova il suo alimento, il suo sostegno, nella meditazione della Parola di Dio. Che avvengano certi fenomeni o non avvengano, ha poca rilevanza. L‟importante è vivere di fede. Se però il Signore e la Vergine vogliono, attraverso certi prodigi, richiamare la nostra attenzione, vuoi dire che anche di questo abbiamo bisogno. Per che cosa? Loro lo sanno e ciascuno di noi può scoprirlo neil‟intimo della propria coscienza”. Il testamento di Bruno Cornacchiola Il Suo pensiero è sempre stato rivolto al Cielo, come per ultimo confermato nel Suo “Testamento Spirituale”. Su specifica autorizzazione di S.E. Mons. Rino FISICHELLA, di seguito è riportato il testo del “Testamento Spirituale”, datato 12 aprile 1975, nonché il codicillo datato 12 giugno 1998: Il mio povero testamento a gloria di Dio nell’amore di Maria Vergine della Rivelazione. Bruno Cornacchiola - Fratello Maria Leone Paolo N.B. Da aprirsi davanti alla Comunità interna - Dopo la mia morte e avvenuta sepoltura - Vi amo tutti e siete tutto nel mio cuore. Dio ci benedica e la Vergine ci protegga! 12 Aprile 1975. Sento in me che devo indegnamente compilare il mio testamento, ma cosa vi lascio? Non ho oro ne argento, né proprietà perché la SACRI ha già tutto, da povero ignorante vi lascio la mia ignoranza e forse il cattivo esempio che vi ho forse dato, per non aver compiuto tutto il mio dovere di Padre Fondatore, dovere d‟amore!.. .dovere d‟amore doveri di ubbidienza e umiltà. Sappiate che da vivo ho cercato di vivere come se già fossi morto, e ora che leggete queste parole, sono morto ma spero per grazia di essere vivo, vivendo la vera vita tra i vivi nel Cielo, a gloria e per la gloria di Dio, unito all‟amore di Gesù e Maria. Certo che il mio desiderio — e mi rivolgo a Madre Prisca, Mormina Concetta, che ho sempre educato per la via del Cielo praticando le virtù d‟amore per educare — che il mio corpo sia qui nella SACRI e anche quello tuo cara Mamma, oppure se l‟autorità Ecclesiastica permette, tutt‟e due alla Grotta. Vi prego di una cosa, specialmente te, Mamma, di non piangere la mia morte, ma desidero che nell‟esame di coscienza vi sia aggiunto: “non voglio anticipare, col mio comportamento d‟indifferentismo, la morte di nessuno”. Convertitevi al Signore con fede e tutto il cuore non provocandovi dolore gli uni agli altri, né al prossimo, per nessun motivo. Figli miei, Mamma, sappiate che vi ho sempre amati e pregate per me che Dio abbia misericordia di usare la sua Giustizia. Sono un povero peccatore e non giudico le azioni del prossimo, ma le sofferenze che ho, o che verranno, siano offerte dal mio cuore al Signore perché possiate continuare ad amare il Signore, anche in momenti che verranno terribili contro chi crede in Cristo Verbo Dio generato da Dio, Dio stesso che nacque da Maria Madre di Dio; chi crede all „Eucaristia, alla Immacolata Concezione e al Vicario il Papa: Mio Dio mi dono tutto a te e ti amo amando! Sappiate che ho cercato di vivere l‟amore e farvelo vivere a voi educandovi ad amare l‟amore di Dio, perché amiate quello che Dio vuole e richiede da noi, questo ve lo ripeto, anche se non sono degno, vi ho sempre amati e vi amo! Ancora lo ripeto e sappiatelo una volta per sempre, sì io vi amo nel vero amore, ma se non sono stato capace di usarlo bene verso di voi, Mamma e figli e figlie, ve ne domando perdono... se in qualcosa vi ho scandalizzato, in qualcosa che non dovevo fare, ma se ho fatto qualcosa che ho, con l‟aiuto del Cielo, fatto bene, vi prego di continuare a farlo: vi ho istruito nel nome di Gesù e di Maria per amare la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana, questo è il tesoro che vi lascio, il vero tesoro della Parola di Dio per la difesa della Chiesa e del Papa, questa è la vostra eredità, vi ho amato e perdonato amandovi con viva speranza nella forza dello Spirito Santo e continuerò ad amarvi dal Cielo. Sono un piccolo fiore che dal 12 aprile 1947 cresce ed è cresciuto nel mondo tra una raffinata siepe di spine che mi hanno trafitto il cuore, ma offrendo ogni cosa per le anime da salvare, a gloria di Dio. Carissimi, e tu Mamma, pregate per me sempre affinchè, se la mia anima lo merita, salita al Cielo, riceva in dono quella Corona promessa dal Signore, affinchè con gioia e amore possa glorfi care in eterno il mio Signore e mio Dio con Maria, gli Angeli e i Santi. Vi ripeto non vi lascio una eredità di ricchezze terrene, ma vi prego di vivere la ricchezza che la Vergine della Rivelazione, mi ha dato e io vi ho trasmesso a parole e per iscritto, vivetela questa “Ricchezza” che vi ho lasciato, la Dottrina della Verità, la Fede e la Carità nella Speranza dell‟Amore, queste sono le perle, questi sono i tesori, che vi lascio perché possiate viverle e metterle in pratica sempre, perché la mia anima riposi nella gioia che mi procurate vivendo nella gioia che Gesù e Maria vi hanno dato. Non dimentico la Chiesa che mi ha dato il latte della vita e mi ha fatto apprendere la Verità nell‟ubbidienza ai tre punti della Salvezza, Verità e Pace. L‟Eucaristia, Vero cibo dell‟anima, vera presenza nel Pane e nel Vino del Corpo, Sangue e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo: TRANSUSTANZIAZIONE. La Vergine Madre Immacolata, della Rivelazione, il Vicario di Cristo Successore di Pietro, il Papa guida sicura per il Cielo che dopo il 12 aprile amo tanto pur soffrendo con amore. Tutto dono alla SACRI, ma Custode delle mie cose Madre Maria Prisca Mormina Concetta e chi è il mio Padre Spirituale in quei tempi, deve conservare ogni cosa e a richiesta di qualcosa dalle Autorità Religiose dare fotocopia. Oggi 12 aprile 1975 In fede Bruno Cornacchiola. Preghiera e chiarimenti. La Vergine cara vegli sulla SACRi anche se Dio permette che la SACRi soffra e siano colpiti il Fondatore e la co-Fondatrice, anche se siamo umiliati, accettiamo e accetto con vero Amore e con tutto il Cuore. intervieni Vergine cara e convertici alla Verità, Tu che sei nell „Amore Trinitario, Tu vivi tale Amore e doni questo Amore. Vergine cara le umiliazioni che ricevo in avvenire, perché Fondatore della tua SACRI, diano Pace, Gioia e Vocazioni alla Tua SACRI espandila nel mondo per frenare il dilagare dell‟eresia e dell‟errore come muro riparatore dall „assalto delle Orde. Tu lo hai promesso e così sia fatto. Amen. In fede Bruno Cornacchiola Fratello Maria Leone Paolo 12 aprile 1975. CODICILLO: Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, con Maria Vergine della Rivelazione, faccio una aggiunta “Codicillo” al mio testamento scritto il 12 aprile 1975. Oggi 12 giugno 1998, dopo l‟avvenuta morte di Mormina Concetta, Madre Maria Prisca che feci mia Madre e la chiamavo sempre Mamma, sempre secondo il desiderio della Vergine cara nomino Custodi di tutte le cose di mio uso, che usai senza mai abusare: il Fratello Maria Davide, Avvocato Gatti Gabriele, e il Fratello Maria Noè, Tenente Colonnello Luigi Maria Cornacchiola. Dovranno custodire 1) ogni mio scritto Meditazioni e Poesie, 2) ogni registrazione fumata, 3) ogni cassetta registrata, 4) ogni oggetto di mio uso, 5) tutti i Diari dal 1947 in poi. Se lo crederanno per avere una esatta indicazione d‟ogni cosa al suo posto e ogni posto la sua cosa, qui in Via Antonio Zanoni 44, 00134 Roma, e a San Felice, si rivolgano, se vivente, alla Sorella M. N., l‟indiana naturalizzata italiana. Si metteranno a contatto con l‟ultimo mio Confessore prima della mia morte. Il mio Confessore e guida spirituale si metterà a contatto con le Autorità Ecclesiastiche competenti, il quale dietro loro richiesta di Documenti o altro scritto per il bene della SACRI farà di tutto fotocopia, l‟originale resterà alla SACRI, il quale mantenga sempre lo spirito del povero padre Fondatore, la Catechesi che la Vergine della Rivelazione ha voluto e con la co-Fondatrice abbiamo sempre operato in tale spirito o Carisma Catechistico, per arginare ed essere un muro contro il maligno del male che opera con alcuni suoi accoliti nella Chiesa come Giuda che vendette l‟autore della Vita, Verità e Via della Salvezza. Prego per la Chiesa e Amo la Chiesa. In fede oggi 12 giugno 1998. Bruno Cornacchiola Fratello Maria Leone Paolo. [PER PRECISARE...] La Sua persona è stata oggetto di visite da parte delle Autorità Ecclesiastiche, Politiche, ecc. . Egli non si è inorgoglito da tale fama, ma nel tempo ha svolto il Suo compito con umiltà, ricchezza di carità, forza piena di rispetto e ubbidienza nella dovuta mitezza d‟animo. Tali qualità sono state pienamente evidenziate nell‟omelia di S.E. Mons. Rino Fisichella nel corso della cerimonia liturgica connessa con il funerale svoltosi in data 24 giugno 2001. Di seguito sono state trascritte sia l‟orazione introduttiva sia l‟omelia, per una particolare meditazione da parte di tutti noi Arditi. Breve cenno biografico, dalla trasmissione di Radio Maria del 23/06/2001 Bruno Cornacchiola è nato a Roma il 9 maggio 1913 presso Ponte Milvio, Via Cassia, in un fontanile dove la mamma (Guadagnoli Giuseppa) lavava i panni e al momento di partorire, si è trovata in una stalla. Il padre Antonio, violento e manesco, ha costretto i figli a scappare di casa onde evitare furiose bastonate ed a rifugiarsi nel cimitero del Verano e spesso dormivano nelle tombe vuote. Nel mese di marzo 1927, Bruno, all‟età di 14 anni, è stato trovato addormentato fuori della Scala Santa nei pressi di San Giovanni in Laterano dalla Signora Maria Falzetti, di cui è in corso il processo di beatificazione. Questa andando alla Messa proprio in quel luogo santo, lo ha svegliato e gli ha chiesto cosa facesse. Bruno ha risposto di essere scappato di casa perché veniva malmenato. Maria Falzetti gli ha domandato se la mamma gli avesse fatto fare la Prima Comunione. Bruno ha detto: “qualche volta mi ha fatto la minestra, qualche altra voltta la pastasciutta, ma la prima comunione non me l‟ha mai preparata!”. Ha pensato infatti che era un piatto speciale. Maria Falzetti, compresa la situazione di estrema ignoranza religiosa in cui il ragazzo era vissuto fino ad all‟ora, lo ha accompagnato dai Padri Trappisti e così, dopo una buona preparazione ed istruzione catechistica, è stato ammesso alla Prima Comunione e Cresima, senza alcun famigliare presente. Suo padrino fu il Segretario del Vescovo che officiò il Sacro rito. Egli è tornato a casa ed ha mostrato alla mamma il Santo Rosario e il libro delle Massime Eterne. Nell‟informarla con gioia ed entusiasmo di aver ricevuto la Prima Comunione le disse, come gli aveva insegnato il sacerdote: “ti chiedo scusa e perdono per tutti i dispiaceri che fino ad oggi ti ho procurato”, per tutta risposta, la mamma lo ha colpito con un calcio facendolo ruzzolare per le scale. Dopo questo avvenimento, ed anche a seguito della assoluta mancanza di una educazione religiosa, Bruno si è staccato da tutto ciò che poteva far riferimento alla Chiesa, ai Sacramenti, ed alla Religione. È ritornato in Chiesa solo in occasione del suo matrimonio con Jolanda Lo Gatto; cerimonia che però si è svolta in sacrestia il 7 marzo del 1936, nella parrocchia di Sant‟Elena, in Via Casilina, n° 205. É stato volontario nella guerra fratricida di Spagna nelle file dei Falangisti, anche se nel frattempo in Italia militava attivamente nel Partito d‟Azione. Fra il 1936 ed il 1939, sempre in Spagna, ha avuto occasione di incontrare un soldato tedesco un certo Otto al quale, divenuto amico, ha confidato l‟assoluta mancanza d‟ideali religiosi. Questi, che apparteneva alla setta protestante delgi “Avventisti del settimo giorno”, lo indottrinò, rinverdendo così in Bruno le nozioni religiose acquisite durante il catechismo per ricevere la Prima Comunione. Preso da un fervido entusiasmo per il passato, invitò l‟amico tedesco a recarsi con lui presso il Santuario della Santa “Virgen del Pilar” (“Vergine del Pilastro” nella città di Saragozza), per confessarsi e prendere insieme la Santa Comunione. Il protestante, con fare scaltro e mellifluo ha convinto Bruno a schierarsi, invece, contro la Chiesa, contro i Sacramenti e contro il Papa, aggiungendo pensieri negativi nei confronti del Santo Padre, indicato come finanziatore della guerra che stavano combattendo e causa di tutti i mali dell‟umanità. Sconvolto da tali asserzioni, ritenute assolutamente vere, Bruno ha giurato allora che avrebbe ucciso il Papa e con questa intenzione, si è recato a Toledo, famosa per le sue lame, per acquistare un pugnale sulla cui lama ha inciso la scritta: “A morte il Papa!”; il pugnale che, dopo la conversione, consegnò di persona al Santo Padre Pio XII, Eugenio Pacelli. Nel 1939 è finita la guerra di Spagna. Bruno, tornato a casa, ha trovato la moglie ed una bimbetta Isola. Queste lo hanno accolto dicendo che nel frattempo avevano sempre pregato la Santa Vergine del Rosario. La reazione di Bruno è stata invece immediata e violenta. Manesco ha picchiato la moglie e la figlia, ha distrutto sia il quadro della Vergine di Pompei, sia il crocifisso, che era posto a capo del letto, gettando il tutto nella spazzatura. Egli ha voluto con ogni mezzo che la moglie si unisse a lui nella setta protestante. Questa ha detto che lo avrebbe accontentato, a condizione che lui prima avesse fatto la pia pratica dei primi nove venerdì del mese al Sacro Cuore di Gesù. Bruno ha acconsentito e dopo il nono primo venerdì, constatando la mancanza di qualsiasi evento straordinario, ha forzato la moglie a seguirlo nelle riunioni degli avventisti, in seno ai quali ha acquistato una certa importanza, divenendo direttore della Gioventù Missionaria Avventista di Roma e del Lazio. In tale veste, quel sabato del mese di aprile 1947, si stava preparando a tenere, il giorno 13 successivo (domenica) una conferenza in piazza della Croce Rossa a Roma, sul tema: “Maria Vergine, non più vergine”. Il resto ormai è noto a tutti. La Santa Vergine lo prese sotto il suo manto e oggi, a distanza di 54 anni, se l‟è portato in Cielo. Omelia di S.E. Mons. Rino Fisichella durante la Santa Messa presso il Santuario di Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane, Vergine della Rivelazione, il 24 giugno 2001. Orazione introduttiva “Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, la pace sia con voi: e con il tuo spirito. Fratelli e sorelle tutta la Chiesa di Roma oggi celebra la festa di San Giovanni Battista, co-patrono della nostra cattedrale. Siamo qui raccolti per pregare il Signore, perché come un Buon Pastore abbia a prendere Bruno sulle sue spalle e lo conduca in Paradiso. Questa messa che noi oggi celebriamo qui in questo luogo, vuole essere per noi in primo luogo una preghiera di intercessione. Siamo qui a rinforzare la nostra fede nella risurrezione del Signore Gesù. Siamo qui ad attestare l‟un l‟altro che nel Signore risorto c‟è anche la nostra risurrezione. Oggi ascolteremo la Parola di Dio e ci nutriremo del Corpo e Sangue di Cristo. Ma è Domenica, è il giorno del Signore. Siamo per questo, in modo del tutto particolare, uniti spiritualmente a tutti i cristiani, che insieme con noi celebriamo questo unico mistero della Chiesa. Perché tutto questo nella comunione dei Santi possa essere per noi realizzato in maniera piena ed efficace. Raccogliamoci ora alcuni istanti in silenzio, soli con noi stessi, riconosciamo di essere peccatori e chiediamo a Dio e alla Chiesa perdono dei nostri peccati. Omelia Fratelli e sorelle siamo qui all‟inizio di questa celebrazione eucaristica, per dire in primo luogo il nostro grazie al Signore. Non lo facciamo da soli, tra poco il Vescovo vi chiederò: credete nella Comunione dei Santi? Credete nella vita eterna? E voi risponderete ancora una volta, credo. Ciò che noi qui oggi celebriamo è il mistero di una vita che continua, la nostra presenza qui a questa cappella delle Tre fontane ci dice la nostra fede nella Comunione dei Santi. Anche Bruno insieme con noi in una maniera del tutto particolare celebra questa liturgia di lode e di ringraziamento a Dio. Lo facciamo insieme a Cristo morto e risorto per noi, e questa fede nella risurrezione ci consente di poter riflettere, alla luce di quell‟avvenimento che ci ha convocati qui oggi tutti insieme. Ciò che qui oggi vogliamo celebrare è in primo luogo la storia di una conversione, e la conversione, lo sappiamo, è l‟annuncio che Cristo ha voluto dare a tutta l‟umanità: “Convertitevi e credete al Vangelo “, è questo il primo nucleo del messaggio di Gesù di Nazareth, è così che si apre il Vangelo di Marco, è così che si apre la predicazione pubblica di Gesù, “Convertitevi e credete al Vangelo “. Siamo qui a dire quanto sia importante per la nostra vita, il convertirsi ogni giorno, ma ci sono di quelle conversioni che toccano alcune persone in modo del tutto particolare, è ciò che ha vissuto Bruno. Ha vissuto l‟esperienza qui alle Tre Fontane, come un vero e autentico momento di conversione. Ha capito che il Signore gli è andato incontro per andare a ricevere la pecorella smarrita. Ha capito che quel Dio che lo amava, aveva scelto proprio lui. Ha capito che non era lui ad andare alla ricerca di Dio, ma era Dio per primo che si muoveva e che andava incontro a lui, e in una maniera del tutto particolare, il Signore gli è andato incontro con il volto della Bella Signora. Siamo qui a dire la scoperta di quel dodici aprile del millenovecentoquarantasette. Un mistero, un mistero della vita di Bruno, dei suoi tre figli, ma un mistero che egli ha portato nel profondo del suo cuore, ma un mistero che gli ha fatto capire quanto fosse importante che la sua vita diventasse altro da quello che era in quel momento. E così la conversione diventa passione per la Chiesa, diventa un amore spassionato per il Vangelo, i „annuncio del Vangelo, per la Chiesa, per i sacerdoti, per il Papa. E qui allora noi riceviamo una prima grande dimensione, che è stata quella della scoperta della fede, della fede autentica, della fede genuina, di quella fede che va conservata sempre. Sono testimone personale di quanto Bruno ci tenesse a fare in modo che la fede, venisse conservata quotidianamente come tesoro geloso, perché per nessuno di noi fratelli la fede può essere data come un dono scontato, come un dono ovvio. La fede è un tesoro geloso, che va custodito, e come ci ricorda l‟Apostolo Paolo, noi io custodiamo nella fragilità delle nostre persone, ci dice Paolo che lo conserviamo in vasi di creta, cioè in quella fragilità che chiede ad ognuno di noi di rinnovare ogni giorno quotidianamente l‟impegno della fede, un impegno che Bruno ha fatto in un cammino ricco di umiltà, ricco di semplicità e ricco di grande obbedienza. Aveva capito realmente che cosa fosse la fede: obbedienza. Obbedienza a Dio che si rivela. Obbedienza a seguire quei sentieri misteriosi che egli mette davanti a noi. Obbedienza anche alla Chiesa. E debbo dire che la sua vita a conseguenza di quel dodici aprile, fu sicuramente una vita di piena totale obbedienza alla Chiesa. Una obbedienza che andava alla ricerca di quelle prove, di quei segni, che gli facessero fugare il senso del timore, il senso forse di essere stato ingannato da qualche cosa, la paura anche di dover ingannare altri. In questa fede, è stato fedele fino alla fine, ma ha vissuto questa obbedienza e ha vissuto questa fede, in quella quotidiana sofferenza, che è fatta di tanti momenti. Una sofferenza che può essere data dal dubbio sulle sue parole. Una sofferenza che può essere data dalla incomprensione. Una sofferenza che può essere data dal sospetto. Una sofferenza che è data anche, negli ultimi momenti in modo particolare, da partecipare anche con la sua stessa malattia alla sofferenza di Cristo. Come vedete fratelli miei, una vita svolta in obbedienza, ma una vita svolta in quella missione che la Bella Signore gli aveva consegnato, e questa vita è stata realmente un annuncio del Vangelo. Bruno oggi ci ricorda quanto sia importante l‟Evangelizzazione, portare Cristo, con tutto noi stessi, con la più profonda convinzione che abbiamo nel nostro cuore. Lo ha fatto senza clamore, ma lo ha fatto con una persistente ricerca della verità. Lo ha fatto fin quando gli è stato possibile percorrendo le strade d‟italia4, per cercare di comunicare a tutti le meraviglie di Dio. Lo ha fatto volendo intorno a se un gruppo, un „associazione di persone, che insieme con lui condividessero questo ideale per la catechesi. Lo ha fatto perché sempre di più, in maniera convincente, semplice, personale, ci fosse un amore all‟Eucarestia, alla Chiesa e al Papa. E allora quanto noi oggi celebriamo, quanto si è verificato anche in questi giorni appartiene ancora una volta al mistero più grande di Dio, che interviene nella nostra vita. Nelle mie visite quando in questi ultimi mesi era ricoverato al San Camillo, una volta quando ormai la malattia era un po‟ più forte e stava de generando, mentre ero accanto a lui e mi teneva sempre la mano stretta tra le mani, vedevo dalla finestra, in fondo, la cupola della Chiesa di San Pietro e Paolo all „EUR e da lì rivedevo evidentemente in lontananza questo luogo e con la mente andavo a quello che poteva essere il mistero di Bruno lì davanti a me, a quello che poteva essere stato in lontananza e nel passato l‟esperienza che ha vissuto. E lo vedevo lì ancora una volta con grande fede, ma anche con grande timore, con grande fede che il Signore, attraverso la Vergine Madre, lo avrebbe sorretto, lo avrebbe sostenuto, ma anche il grande timore di dover fare l‟ultimo sforzo, quello sforzo di un abbandono pieno, totale, di quel dover abbandonarsi pienamente alle mani del Padre senza resistenza alcuna. E allora vedete, non è mai... nulla avviene di casuale nella nostra vita, Bruno è stato chiamato al Padre, nel giorno in cui nella Chiesa si celebra la festa, la solennità, del Sacratissimo Cuore di Gesù. il giorno del Sacratissimo Cuore di Gesù ritorna anche in quel momento del dodici aprile: “i nove venerdì del mese in onore del Sacro Cuore, che facesti amorevolmente spinto dalla tua sposa fedele, prima di iniziare la via dell‟errore, ti hanno salvato”; è questo ciò che Bruno ha ascoltato, ed è questo che il Signore, ancora una volta, gli ha fatto comprendere nel giorno della sua nascita al Cielo. Il Sacro Cuore che è quell‟amore che dice misericordia, che dice amore pieno, che dice amore totale, quell „amore di Dio che solo Lui può manifestare nel suo Figlio, è un amore che lo ha accolto, è quell „amore che gli ha dato il perdono pieno e totale di cui sentiva sempre ogni giorno profondamente il bisogno, è anche quell‟amore che gli ha spalancato le braccia del Padre. E oggi nel giorno delle esequie, la Chiesa celebra la festa di San Giovanni Battista, a cui è dedicata la nostra Cattedrale di Roma, e anche questo allora non è privo di significato, se da una parte proprio a mezzogiorno, quando nella tradizione della pietà popolare si celebra l‟Angelus, Maria gli è andata incontro per aprirgli il Cuore misericordioso di suo Figlio. Oggi mentre la Chiesa di Roma celebra il proprio patrono Giovanni Battista che ha aperto la via al Messia e al Salvatore, noi consegniamo Bruno alla misericordia di Dio. Abbiamo la certezza, che quel Dio in cui ha creduto e sperato, egli è ora in quella luce di pienezza che attende anche ognuno di noi. Siamo qui allora a dover dire quell „amore spassionato che ha avuto per la Chiesa di Roma, che ha avuto per il suo Vescovo, il Papa. Siamo qui a manifestare ancora una volta come nella nostra vita nulla avviene di casuale, ma tutto avviene per un mistero prodigioso, attraverso il quale si realizza appieno la nostra storia della salvezza. Ed ora fratelli e sorelle restiamo qualche istante in silenzio, che la Parola che il Signore oggi ci ha rivolto entri nel più profondo del nostro cuore, e preghiamo il Signore così come abbiamo fatto all‟inizio di questa celebrazione eucaristica, perché Lui che è l‟amore che perdona, possa donare al nostro fratello Bruno tutto ciò in cui ha sperato e creduto: la pienezza del volto di Cristo nella contemplazione del volto della Vergine Madre, e così sia.” Fax del 29 giugno 2001, venerdì 7:01. Da Padre Tobin, alla Sacri, Casa Betania, Roma. Omelia in occasione della morte di Bruno Cornacchiola data al Santuario della Vergine della Rivelazione, Bullsbrook, W.A., Australia il giorno 24 giugno 2001, da Padre Noel Tobin, Cappellano della SACRI a Perth, Australia. Di solito, il nostro pellegrinaggio mensile a questo Santuario è un‟occasione di gioia, quando i pellegrini arrivano in risposta all‟invito del Signore: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò”. Oggi, però, i nostri cuori sono addolorati, perché abbiamo ricevuto la notizia che il caro Padre Fondatore, Bruno Cornacchiola, è stato chiamato dal Padre Celeste a rendere conto del suo servizio il Venerdì 22 Giugno. Prima peccatore ed apostata, nemico di Cristo, della Sua Madre e della Chiesa; poi la conversione dovuta all‟intervento della Nostra Signora, da allora è diventato un‟apostolo infaticabile, un‟evangelista della Parola di Dio. Noi conosciamo bene la sua storia: da giovane crebbe, ragazzo di strada, respingendo totalmente la sua fede cattolica la quale, per lui come Italiano, era un diritto di nascita. Andato in Spagna come volontario, partecipò alla guerra civile in quel paese ed incontrò un soldato tedesco, protestante fanatico, il quale cercò di iniettare in lui le sue idee. Da allora Bruno diventò un nemico della Chiesa, giurando d‟uccidere il Papa, chiamato l‟antiCristo. Negò la Vera Presenza di Cristo nell‟Eucaristia e voleva la soppressione del culto Mariano. A casa, con la famiglia, era tutto ciò che un marito ed un padre non dev‟essere. Ubriaco e violento, proibì alla moglie e ai fanciulli di praticare la religione cattolica, e cercò di forzarli a diventare Avventisti come lui. Ma tutto stava per cambiare! La moglie lolanda era particolarmente devota al Sacro Cuore e pregava i nove primi Venerdì che il marito potesse convertirsi. Più tardi, Bruno attribuì la sua conversione alle preghiere della moglie; e, strano a dire, la sua chiamata finale è venuta nel giorno della festa del Sacro Cuore! I fatti della sua conversione sono noti. Aveva promesso di portare i figli in gita; li portò alle Tre Fontane. Là, loro potevano divertirsi, mentre lui preparava un discorso con il quale voleva attaccare l‟insegnamento della Chiesa sulla Vergine Maria. A questo punto, la storia cambia. Prima, i figli e poi Bruno vedono la Vergine la quale si presenta e dice: “Io sono la Vergine della Rivelazione”. L‟Autorità Ecclesiastica ha approvato il Santuario della Grotta delle Tre Fontane come luogo di culto dove i pellegrini possono venire a venerare Maria sotto il titolo “La Vergine della Rivelazione”. Questa approvazione è valida pure per gli altri santuari sparsi nel mondo dedicati alla Vergine della Rivelazione, incluso il nostro santuario qui a Bullsbrook. L‟opera SACRI, un‟associazione catechistica fondata da Bruno per l‟istruzione dei fedeli nelle Sacre Scritture e nella dottrina della Chiesa, è stata approvata dalla gerarchia ecclesiastica. Oggi, siamo in lutto, perché Bruno è morto. Ascoltando il consiglio di San Paolo, “di non affliggervi come gli altri che non hanno speranza”, noi crediamo, ancora con San Paolo, scrivendo ai Romani, che: “Io sono, infatti, persuaso, che né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun‟altra creatura potrà mai separarci dall‟Amore di Dio, in Cristo Gesù nostro Signore” (Rm 8, 38). Aggiungiamo le nostre preghiere, sicuri che l‟amore che il Padre Fondatore aveva per la Madre gli assicurerà un‟accoglienza calda dal Padre, ed il Figlio e lo Spirito Santo. Dio lo benedica. E la Vergine lo protegga. Sabato 23 giugno 2001, 11:00 Omelia di Don Giovanni d'Ercole celebrando la Santa Messa presso "Casa Betania" “(Mi metto davanti) perché sto qui vicino al Padre Fondatore e poi vi vedo; e invece da lì non riesco a vedervi tutti. Quando ho appreso la notizia non sapevo nemmeno che ancora era morto, ma che comunque stava morendo. Mentre mi precipitavo per andare in ospedale, ho risentito nel mio cuore le ultime parole che il Padre Fondatore mi aveva detto quando ero venuto a trovarlo qui: “Ci aiuti, ci stia vicino!”, me l‟aveva ripetuto tante volte: “Aiutaci”, anzi, “Stacci vicino”. E me l‟aveva ripetuto tante volte e sentivo in queste sue parole tanta tristezza, tanta speranza. Sentivo come un Padre che si avvicina a lasciare i suoi figli, perché aveva completato la sua missione. Oggi ci ritroviamo qui attorno a lui, e non vi nascondo che io sento dentro di me una grande tristezza, ma anche una grande pace. La tristezza perché ero affezionato a lui, anche se non lo vedevo troppo spesso, è la mia vita che è così piena, non lo so se dire purtroppo o fortunatamente, il Signore lo sa, che mi impedisce di coltivare come vorrei tutte quelle relazioni utili allo spirito. Ma voi sapete cari miei amici fratelli e sorelle, che quando c‟è una relazione profonda spirituale, non serve una grande frequentazione. C‟è una sintonia di spirito che matiene uniti anche a distanza. E questo mi permette di dirvi subito, e tutti voi, che siate in un modo o in un altro figli di questo Padre, che ora il vostro rapporto con lui, è ancora più facile, e più immediato. Perché, come stiamo facendo ora nella celebrazione della Santa Messa, lo potete sentire, lo potete chiamare, gli potete parlare in Gesù Cristo, molto più facilmente. Io ricordo di essere stato qui in questa vostra casa, a prepararmi per il mio diaconato, quando nel 1974 fui ordinato diacono e poi sacerdote e ricordo di averlo [...]. [...] che voi non abbandoniate il suo spirito, che voi non abbandoniate il suo messaggio di amore, che voi non abbandoniate la traccia che lui ha solcato per voi. E continuiate uniti a camminare e Iddio vi benedirà. Innanzi a lui quest‟oggi vorrei esprimere dal profondo del mio cuore quelle che sono condoglianze, cioè il condividere il dolore di questo momento alla sua famiglia, ai figli, a tutta la sua famiglia nel Signore, a tutti quanti. Alla sua famiglia del sangue, ma ancor più alla famiglia dello Spirito, che siete tutti voi. Vi dicevo all‟inizio della messa, che ora il Fondatore, che mi sembra stia sorridendo in questo momento, e sorride, voi non lo potete vedere da qui, ma io da qui lo vedo, e apre anche gli occhietti. Per sorridere. Ora lui sta con Madre Prisca e dal Cielo quante cose comprendono, che su questa terra non riuscivano. Quante cose guardano ora dal Cielo, essi guardano anche di ciascuno di noi, di voi, riescono oggi a comprendere molto di più, che di quanto potessero comprendere quando erano qui. E allora ci aiuteranno, vi guideranno, vi proteggeranno. Noi abbiamo ascoltato la Parola del Signore, nei momenti difficili, ma direi tutti i momenti, a tutti gli arditi, alle ardite, e a tutti coloro che vogliono accogliere questo dono di Dio, e far parte di questa Comunità. E come dice il Papa: “Cammina nel terzo millennio, partendo da Gesù Cristo, contemplando il volto di Dio, e saremo in grado di conquistare il mondo a Cristo, soprattutto quello in disparte, soprattutto quelli che nessuno più pensa, e c‟è tanta gente adesso {...] [...] che con la nostra preghiera, perché di fronte al mistero della morte, infonda in noi la beata speranza della Risurrezione. Preghiamo insieme e diciamo: “Signore della vita ascoltaci!”. Dalle meditazioni della Domenica del Padre Fondatore. XIII Domenica del Tempo Ordinario Anno C. Possiamo chiamare questa Domenica “Giorno della Vocazione” (=Dio chiama, sta a noi rispondere e poi corrispondere). La prima lettura (1°libro dei Re 19,16.19-21) ci fa conoscere la chiamata o Vocazione di Eliseo, Dio concede questa Grazia a chi vuole e come vuole. Con l‟incontro di una persona, da un episodio ecc. Elia getta sopra le spalle di Eliseo il mantello, (era un segno di elezione) Cristo ci getta sopra le spalle la Sua Croce, segno di Redenzione. Però Dio lascia la libertà di accettazione, è una decisione personale. Eliseo chiede di salutare i Genitori, Elia gli lascia la libertà, allontanandosi da lui, Eliseo prese un paio di Buoi e li uccise e fece una festa per tutta la gente e gli amici, quindi si alzò e seguì Elia entrando al suo servizio. E qui ci vuole il coraggio eroico di lasciare tutto per servire il Signore, guai a chi distoglie una vocazione. Quando diciamo io ti seguirò, non bisogna pensare a salutare nessuno, per non essere distratto dal tuo dovere di servizio, di amare tutti con prudenza e amore, chi si volge indietro, cioè pensa a quello che lascia, piaceri, agi, beni, favori umani ecc. perde la Vocazione e si ferma davanti al primo ostacolo, ma bisogna saltarli con gioia ed entusiasmo. Nella seconda lettura lettura (Galati 5,1.13-18) vediamo che in Cristo e per mezzo della forza d‟amore dello Spirito Santo, come noi siamo liberi dalla schiavitù del peccato. Questo brano che S.Paolo ci presenta, esalta la libertà, che non è libertinaggio, o licenza di fare quello che voglio, ma è una chiamata al servizio degli altri, con amore, con lealtà, umiltà e ubbidienza. Questa è l‟unica legge della Carità, che Dio vuole che noi viviamo, nella Chiesa Cattolica da Lui fondata con il Suo Sacrificio, con il Suo Sangue, e scaturita dal Suo Cuore aperto; La Vergine ci ha donato Cristo. Nel Battesimo abbiamo ricevuto una forza spirituale di Fede e d‟Amore, e la capacità di neutralizzare e mortificare tutte quelle tendenze dell‟uomo vecchio, cioè disordini morali e spirituali, per camminare nella vita nuova, togliendo ogni ostacolo per realizzare la chiamata. Gesù e Maria ci dicono: vieni, e noi cosa rispondiamo? L‟Evangelo di oggi (S.Luca 9,51-62) ci presenta una catechesi d‟amore e donazione, Gesù va a Gerusalemme per dare se stesso agli uomini, ma ci sono molti che non vogliono riceverlo, come quelli della Samaria. La Teologia dei piani dell‟Economia Divina della salvezza, incontra sempre degli ostacoli umani. Chi ha fede non si ferma, né invoca maledizioni su chi non crede o ti fa del male, come hanno chiesto Giacomo e Giovanni, di far scendere del fuoco dal cielo. Gesù li rimprovera. Non devono sfogare il loro Zelo un un amore sbagliato, Gesù fa capire che vuole amore e non odio. La Chiesa con la dottrina di salvezza, si espande decisa nel mondo, e lavora per la salvezza delle anime, ha la forza di espansione data dal comando di Gesù (S.Matteo 28, 19-20) deve insegnare la Verità, con pazienza, senza fermarsi davanti agli ostacoli o insuccessi, questa è la condizione di chi vuole salvarsi, e portare la salvezza al mondo e nel mondo: parlare, insegnare, soffrire e offrire, lasciare che il seme cresca anche se c‟è la zizzania o cattive erbe. Noi seminiamo e innaffiamo. Chi raccoglie è Dio, noi convertiamoci per convertire, siamo servi dissoluti, abbiamo fatto quanto dovevamo. vv. 57 “Ti seguirò dovunque tu vada”: non lo seguì. vv. 59 “A un altro disse: „seguimi...‟„Vado a seppellire i genitori‟,” cioè aspetto che sono morti, e intanto tu hai perso la vocazione; tu va e annunzia il regno di Dio: chi si volge indietro non è adatto per il regno di Dio. Non aspettiamoci una chiamata fuori dalle cose umane, o dei fenomini per seguire, anche se ci fossero, quelli passano li dimentichiamo, e noi restiamo vuoti. Dio non lo troviamo nel fuoco devastatore nel terremoto nella confusione ecc. lo troviamo in una brezza leggera ristoratrice, nella calma, nella preghiera, e nella meditazione che Dio parla a noi. Nella persuasione della Verità troviamo la convinzione e la certezza della Vocazione. Ecco Eliseo chiamato lascia tutto e segue Elia, ecco l‟accettazione con umiltà, l‟annientamento di se stesso, la sana obbedienza e servizio. Dio chiama in qualsiasi situazione, in un modo che a Lui solo è chiaro. Eliseo arava, Saulo perseguitava e combatteva la Verità. Anche il Padre Fondatore combatteva la Verità e i Dogmi della Vergine. Ma ecco che 1112 aprile 1947, la Vergine inviata dalla Santissima Trinità lo chiama per rientrare nella Chiesa, gli fa conoscere la verità, lo istruisce, a lui il merito di avere accettato, ubbidito anche nel fondare la sacri che gli è costato tanto dolore, sacrificio e incomprensioni. Dobbiamo lasciare tutto spontaneamente, (alla morte lasciamo tutto) qui sta il merito, lasciarlo di nostra spontanea volontà con eroismo seguiamolo umilmente con amore. A Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per intercessione della Vergine Santissima della Rivelazione affidiamo Madre Prisca e il Padre Fondatore. Roma 25 agosto 1949. Preghiera alla Vergine scritta nella sala delle Suore Francesi, alle ore 11.00 mentre esse erano nel ritiro spirituale a Via Principe Amedeo, da Bruno Cornacchiola. Vergine Madre, e mia Regina, Tu che sei tutta Pura, perché rifletti quel Sole che è sorgente di Vita Eterna, Dio Padre; Tu che sei tutta Santa, perché in Te è incastonata quella Via che conduce alla Vita Eterna: Gesù Cristo, Tuo Figlio Signor nostro; Tu che sei tutta immacolata dal concepimento nell „Eternità, perché in Te ritroviamo le virtù e la Sapienza di Dio, in Te risiede lo Spirito Santo; Deh! Ascolta quel che questo indegno figlio vuole dirTi, umiliato ai tuoi piedi, per la sua santificazione e per la salvezza santificante di tutto il mondo, che solo a Dio appartiene. Fai che nell‟aprire la mia bocca, sia solo lode a Dio Trino e Uno: Padre, Figlio, Spirito Santo; Via, Verità e Vita Eterna, per tutti i benefici che continuamente sono sopra di me. Tu prega per me Madre l‟iddio benefico, affinché possa corrispondere ai Suoi benefici. Tu implora per me, Madre, il Sommo iddio Onnipotente, affinché entri in me, e in tutti quelli che lo vogliono, la potenza della Sua Parola, della Sua Verità, della Sua Santità, per parlare, per dire il vero, per santificarmi e santificare gli altri. Tu che sei Madre, o dolcissima Sposa, Madre, e Figlia di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, in un solo Dio d‟Amore, Tu che sei presso il Trono “Regina “, parla di questo povero peccatore: - all „Eterno Padre che mi perdoni, - a Gesù Tuo Figlio, che mi salvi e lavi con il Suo Sangue Preziosissimo, - allo Spirito Santo, Tuo Sposo diletto che mi adombri con la Sua Fortezza, con la Sua Sapienza, e infine con la Sua Potenza di Carità. Come sei bella, Madre! Apri il Tuo Cuore e mettimi dentro per ricevere il calore del Tuo Amore santificante e potentissimo presso la Trinità Divina. Portami vicino al ruscello della Carità affinché possa bere, come fanno i fiori piantati alla riva del ruscello, quell „acqua che disseta e crescere come fiore, per dare gloria a Dio Trino e Uno, per Te che sei Nostra Madre Celeste. Il Tuo profumo di Santità, Vergine Madre, fai che possa essere il mio profumo! Il Tuo Giglio che è il candore Eterno presso il Trono di Dio, fai che possa essere io il suo profumo che dà gloria continua al Trono Divino. Fai Madre, che non sia come un terreno che è abbandonato a se stesso, che tutti calpestano se è incolto. Ogni razza di animali e insetti vi prendono dimora; no Madre, ma voglio essere un giardino ove i fiori abbondano e mandano profumo e alimento. Fammi crescere col Tuo latte d‟Amore materno, per amarti e in quest‟Amore dar gloria a Dio Padre, al Figliolo e allo Spirito Santo, a Dio Uno e Trino nella Carità Divina. Amen.