ana —
s
e
c
o
i
D
vanile
i
o
i
G
e
l
a
Giovan
a
c
i
l
o
t
Pastor
Cat
Azione
Essere Animatore
Un’Introduzione
Le coordinate e le attenzioni
principali di un Animatore di
Gruppi parrocchiali o dopo-cresima
I cinque ingredienti e le cinque pentole
• Preadolescente ed Adolescente
• Dinamica di gruppo
• Metodologia e didattica
• Comunicazione
• Spiritualità
Camperio, Casa “La Montanina”, 11-13 ottobre 2013
Modulo introduttivo residenziale
Sommario
Introduzione: “Essere Animatore”
3
Preadolescenti e Adolescenti
6
Laboratorio di Comunicazione
37
Dinamica di Gruppo
39
Metodologia
46
Spiritualità
56
Sintesi: “le cinque pentole”
59
Un’importante premessa
L’educazione e qualcosa che attiene a una relazione tra uomini; pertanto non può essere
trattata esclusivamente da un punto di vista tecnico e preconfezionato.
L’educazione è qualcosa che riguarda le persone, che riguarda me e l’altro; si tratta di un
fenomeno che avviene tra me e l’altro, che interessa la mia coscienza e la sua.
Educare è una comunicazione di sé, cioè del proprio modo di rapportarsi con il reale.
Devo perciò, prima di tutto, riflettere e lavorare su me stesso.
Pagina 2
Pastorale Giovanile Diocesana — Azione Cattolica Giovani
Introduzione: “Essere animatore”
Il più grande Animatore
Il più grande animatore di tutti i tempi è stato Gesù. Egli era in possesso della più
grande Buona Notizia di tutti i tempi, anzi era lui stesso la Buona Notizia. La sua missione, ricevuta dal Padre, era quella di annunciare a tutti questo lieto messaggio e di mostrare a tutti che questo messaggio è efficace. Egli allora, mosso dalla compassione, ossia dal sentimento di compartecipazione alla fatica ed alla sofferenza altrui, si mette ad
annunciare a tutti coloro che vogliono ascoltarlo che “il regno di Dio è vicino” e, per dimostrare la verità della sua affermazione, guarisce gli ammalati che incontra.
Così leggiamo, infatti, nel Vangelo di Matteo:
“Gesù andava intorno per tutte le città e i villaggi, INSEGNANDO nelle loro sinagoghe,
predicando IL VANGELO DEL REGNO e CURANDO ogni malattia e infermità. Vedendo le folle
ne sentì COMPASSIONE, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: ‘La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il
padrone della messe che mandi operai nella sua messe!’.
Chiamati a sé i discepoli, DIEDE LORO IL POTERE di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. I DODICI Gesù li inviò dopo averli così istruiti:
‘Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto
alle PECORE PERDUTE della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei
cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni.
GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE’ […]” (Mt 9,35 - 10,1.5-8).
Noi siamo “animatori” ad immagine di Gesù
Come Gesù aveva una missione che egli portò a compimento con la sua Morte e Risurrezione, ecco che questa sua stessa missione viene oggi ancora da lui affidata alla sua
Chiesa. Sono i discepoli di oggi coloro che sono chiamati da Gesù a portare a tutti la Buona Notizia.
Analogamente a Gesù, allora:
 i discepoli sono chiamati a continuare la sua missione;
 i discepoli sono chiamati ad annunciare la Buona Notizia che “Il regno di Dio è vicino”;
 i discepoli sono mandati da Gesù a guarire gli infermi (anche quelli spirituali), scacciare i demoni (anche quello dell’egoismo), sanare i lebbrosi (da ogni tipo di lebbra,
anche quella del potere, della ricchezza, del materialismo), risuscitare i morti
(anche quelli senza fede, speranza e carità);
Pagina 3
Modulo introduttivo residenziale
Introduzione: “Essere animatore”
 i discepoli sono mandati ai vicini, ossia a quelle persone che essi hanno vicino a sé
nella loro vita di ogni giorno;
 ciò che deve muovere i discepoli è la compassione, ossia la compartecipazione alla
povertà ed alla sofferenza degli altri, nella certezza che ciò che noi stessi abbiamo
ricevuto gratis, è per tutti: come tale ciò è da dare a tutti gratis.
Essere animatori, allora, vuol dire essere chiamati da Gesù per una missione, mossa
dalla compassione, in vista di annunciare a coloro che ci stanno vicini un messaggio di salvezza - che noi stessi abbiamo ricevuto gratuitamente e che gratuitamente diamo - ed in
vista di permettere a questo messaggio di divenire efficace nell’altro (sua guarigione).
Essere Animatore – Un “brain storming”
Prima di continuare con gli approfondimenti previsti per questo Modulo Introduttivo
(MIntro), abbiamo provato a fare un breve “brain storming”, cioè una “tempesta di idee”,
attorno al tema “dell’Essere Animatore”: ognuno di noi ha cercato di descrivere, con concetti semplici, ciò che secondo lui/lei rientra nell’ambito di questo particolare modo di
essere. I risultati, a sorpresa, sono stati alquanti interessanti e significativi. Cfr. lo
schema alla pagina seguente.
Ciò che risulta essere particolarmente interessante è l’importanza data da diverse affermazioni alla spiritualità dell’animatore: esso è però il settore che, normalmente, siamo meno disposti a curare… La seconda constatazione è che non si è sentito il bisogno di
domandarsi a chi si rivolge ciò che noi facciamo in quanto animatori, e cioè il preadolescente e l’adolescente che incontriamo nei nostri gruppi parrocchiali.
Pagina 4
Pastorale Giovanile Diocesana — Azione Cattolica Giovani
Introduzione: “Essere animatore”
SPIRITUALITÀ
ADO















Maturità personale
Conoscersi ed accettarsi
Estroversione
Mettersi in gioco
Disponibilità
Carità e gratuità
Pace e gioia
Passione per la vita
Non arrendersi mai
Umiltà
Avere e vivere la fede
Conoscere la fede
Trasmettere la fede
Questioni culturali e sociali
…
E
PREADO
COMUNICAZIONE
Dialogare
 Ascoltare
 Osservare

“Essere
Animatore”
DINAMICA
GRUPPO


METODOLOGIA

Know-how (saper fare)
 Creatività
 Fantasia

DI


Volere bene ed il
bene dei ragazzi
Stare con loro
Sapersi divertire
Correggere
Essere di guida e
d’esempio
In sintesi
I contenuti di questo MIntro si rifanno, pari pari, a quella che è la metodologia che ci
suggerisce Gesù ed il suo modo di “essere animatore” nei confronti del gruppo dei dodici
Apostoli e delle folle che egli incontra nel suo camminare per le terre della Palestina
(cfr. riquadro più sopra). Ecco quindi le materie che saremo chiamati a snocciolare insieme, in un primo sguardo prospettico, nei prossimi giorni.
CARATTERISTICA
DI
GESÙ
MATERIA
DA TRATTARE
Vocazione e missione
dei discepoli e apostoli
Vocazione e missione
nella Chiesa
Messaggio
Spiritualità
Annunciare
Comunicazione
Guarire
Dinamica di gruppo
Snocciolare il messaggio
Metodologia
Essere vicini
Preadolescente e Adolescente
Pagina 5
Modulo introduttivo residenziale
Preadolescenti e Adolescenti
Che avventura la vita!!!
Conoscere l’oggetto del nostro operare,
ossia la Persona del Preadolescente e dell’Adolescente
di Maria Elena Mazzali / dMG
PRESENTAZIONE DEL MATERIALE INERENTE ALLE LEZIONI
E AI LABORATORI SUL TEMA PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI
Ripercorro brevemente il cammino che abbiamo compiuto insieme nell’ambito del MIntro a Camperio. Abbiamo posto una premessa importante: a dipendenza del modo in cui vedo l’adolescente, o
più in generale qualsiasi persona che mi trovo di fronte, mi comporto in un modo piuttosto che un altro. Ci sono doversi “occhi” (ricordate la metafora del ragno?) che influenzano la nostra visione dell’adolescente: il nostro giudizio sulla compagnia che frequenta, quel che ci dicono i mass media, l’immagine che viene proposta dalla stampa e dai libri, quel che conosciamo della storia del ragazzo, come
percepiamo il modo con cui si esprime, si veste, agisce, l’affinità o meno di interessi, la moda e il suo
modo di vestire… Tutti elementi elencati da voi; su di uno ci siamo soffermati più a lungo: l’esperienza personale sia con gli adolescenti, sia come adolescente in prima persona. Forse alcuni di voi si sono
trovati a dire: “Ma io a quell’età non ero mica così!”, oppure “Questo sta facendo le stesse cavolate
che facevo io!” o ancora “Mi sembra di rivedere me qualche anno fa…”. Tramite la scheda intitolata
“La mia adolescenza. La nostra adolescenza” abbiamo cercato di prendere coscienza di come eravamo a quell’età. È stato commuovente il modo con cui vi siete impegnati e la profondità delle vostre
riflessioni.
Nell’approfondimento che man mano nasceva dalle vostre “chicche” donate al gruppo, abbiamo
potuto delineare meglio la figure dell’adolescente con le sue grandi risorse, i passi importanti che è
chiamato a fare e le problematiche a cui si può confrontare. Troverete nel contributo intitolato
“Preadolescenti e adolescenti. Che avventura la vita” una sistematizzazione delle riflessioni compiute, espresse e arricchite attraverso alcuni concetti di pedagogia e il modello scientifico dei compiti di
sviluppo. Ho cercato di raccogliere tutte le vostre risposte al questionario in un rotolo di carta da pacco, come un grande cartellone che si srotola per terra, difficilmente riproducibile in queste schede, mi
permetto quindi di ometterlo.
Il giorno seguente abbiamo continuato a riflettere sugli adolescenti, analizzando alcune pubblicazioni (riviste e un articolo sulla sessualità) indirizzate a loro. Vi fornisco la traccia del lavoro a gruppi.
Nel bel Bosco dei Nani è incominciata una appassionante discussione, poi continuata con alcuni lungo
il sentiero, sui valori che vengono proposti ai ragazzi: l’apparire e tutto ciò che occorre per essere belli, il consumismo sia materiale che negli affetti, una sessualità vista come diritto (tutto e subito) e quasi come dovere, senza alcun cenno ad un cammino di coppia maturativo, né ad un progetto di vita,
cantanti e star come modelli di vita. Sono stati individuati alcuni articoli interessanti e proponibili ai
ragazzi, ma ci si è chiesti se vale la pena spulciare questi giornali per usarne una pagina, quando ci sarebbero altre pubblicazioni più costruttive. La provocazione rimane aperta. Vi do in ogni caso il consi-
Pagina 6
Pastorale Giovanile Diocesana — Azione Cattolica Giovani
Preadolescenti ed Adolescenti
glio di dedicare un paio di serate con i ragazzi ad esaminare e insieme a loro valutare, ciò che viene
loro proposto: educarli ad avere uno sguardo critico su ciò che leggono.
Per ciò che concerne il tema dell’affettività e della sessualità, delicato, affascinante ed importante,
abbiamo potuto constatare quanto siamo “poco in chiaro” su come è bene vivere le relazioni, su qual è
il progetto di Dio sull’Uomo e la dottrina della Chiesa che ne deriva, su come parlarne ai nostri adolescenti. Tutto ciò ci può far scivolare nel rischio della soggettività o del dogmatismo infecondo. Quindi
un’esortazione: informiamoci, formiamoci, educhiamoci, riflettiamo e confrontiamoci sul questo tema.
Ci sono numerosi libri sul tema, ne troverete alcuni ai prossimi corsi e in bibliografia, ci sono anche
corsi di formazione (es. il Campo Fede&Vita 2004, organizzato dall’Azione Cattolica Giovani) e rimane sempre possibile la via del colloquio personale.
Ci siamo appena addentrati in questo affascinante mondo dell’adolescenza, abbiamo acquisito alcuni strumenti per comprendere maggiormente questa età… ma non fermiamoci qui, prendiamoci il tempo di leggere saggi e articoli che ci possano illuminare e dare nuovi spunti di riflessione, osserviamo
criticamente la realtà, ma soprattutto… stiamo con i ragazzi col grande desiderio di conoscerli, prima
ancora che di volerli cambiare. Centrale è la relazione che si instaura ed evolve nel tempo!
LAVORO PERSONALE E A COPPIE:
La mia adolescenza. La nostra adolescenza.
Consegna:
1. Chiudi gli occhi e ritorna col pensiero a quando avevi 14-15anni. Ricordi? Stavi finendo
le scuole medie e iniziavi a farti qualche idea su che scuola frequentare una volta lasciate quelle dell’obbligo.
2. Rispondi poi alle domande che seguono. Non è importante dire cose belle o cose giuste.
Non ti preoccupare. Occorre che tu scriva con immediatezza e spontaneità quello che ti
frulla per la testa. Hai poco tempo, lascia che sentimenti e idee fluiscano liberamente.
3. Quando hai finito rimani tranquillo al tuo posto e continua ad osservare quel che ti scorre
dentro: ricordi, impressioni, imbarazzo, divertimento, noia, piacere, curiosità…
4. Cerca ora un compagno o una compagna con cui confrontarti: avete scritto le stesse cose? Quali punti in comune, quali divergenti? Cosa vi colpisce di ciò che ha scritto il vostro compagno o la vostra compagna?
5. Cercate insieme una chicca della vostra chiacchierata: breve, da raccontare al gruppo.
Grazie per il tuo e per il vostro impegno e la serietà con cui compirete questo compito.
Le domande che vi propongo sono state elaborate a partire dal testo: Minori, giustizia penale e intervento dei servizi di Bianca Barbero Avanzino. Tranquillo… non è un test per scoprire se sei un criminale oppure no…
Ricorda che ora sei nei panni di te stesso quando eri adolescente.
Pagina 7
Modulo introduttivo residenziale
Preadolescenti e Adolescenti
Quando parlo con i miei genitori, mi sembra che…
Mia madre ha paura che…
Vorrei che mio padre…
Vi disegno qui sotto come vivo l’amicizia…
Mi guardo allo specchio e penso…
Pagina 8
Pastorale Giovanile Diocesana — Azione Cattolica Giovani
Preadolescenti ed Adolescenti
Non potrò mai scordare quella volta che…
Io e la scuola: 3 flash per descrivere la mia situazione
Flash 1:…………………………………………………………………
Flash 2:…………………………………………………………………
Flash 3:…………………………………………………………………
Nel tempo libero mi piace un sacco….
Quando penso al futuro ecco cosa appare nella mia mente:
Pagina 9
Modulo introduttivo residenziale
Preado e Ado
Che avventura la vita!!!
Trattazione sistematica del tema
Preadolescente e Adolescente
di Maria Elena Gianolli–Mazzali
FONTI DELL’INFORMAZIONE
Quanto verrà esposto in questa relazione è tratto principalmente dalla frequenza al primo anno
di corso nella facoltà Scienze dell’Educazione dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
Pedagogia Generale (annuale), prof.sa Renata Viganò.
Testo di riferimento per questo tema:
-) N. GALLI, Educazione dei preadolescenti e degli adolescenti, Ed. La Scuola, Brescia 1994.
Bibliografia del corso, utilizzata qui per completare e arricchire il discorso:
- dispensa estratta da Pedagogia e Vita. La pedagogia e le scienze dell’educazione di Norberto GALLI, parla dell’impostazione epistemologica della pedagogia data da Casotti e Agazzi,
professori di pedagogia negli anni Cinquanta (per cui “fondatori” ) all’Università Cattolica di
Milano. Molto interessante per comprendere l’impostazione personalista1 dell’educazione.
- N. GALLI, Educazione familiare alle soglie del terzo millennio, Ed. La Scuola, Milano
2000.
- L. PATI, Pedagogia della comunicazione educativa, Ed. La Scuola, Milano 2000.
- G. PIETROPOLLI CHARMET, I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte a una sfida,
Raffaello Cortina, Milano 2000.
- D. SONET, Scoprire l’amore, Sei frontiere, Torino 1992.
- S. VEGETTI FINZI –A.M. Battistin, L’età incerta. I nuovi adolescenti, Mondadori, Milano
2000.
- R. VIGANÒ, Psicologia ed educazione in L. Kohlberg. Un’etica per una società complessa,
Vita e Pensiero, Milano 1998.
Per chi ha già conoscenze filosofiche e desidera una lettura della società odierna, consiglio il testo seguente, al quale ho fatto più volte riferimento:
- G. REALE, Saggezza antica. Terapia per i mali dell’uomo d’oggi, Raffaello Cortina, Milano 1995 (Scienze e idee, 16).
PREMESSA
In questa presentazione cercheremo di dare una definizione di adolescenza e di capirne le caratteristiche. Probabilmente avrete l’impressione che non si dica nulla di nuovo. Infatti è così! Se siete
degli animatori con gli occhi ben aperti e vi soffermate a riflettere sulle vostre osservazioni, quanto
1
Ad ogni scelta educativa è sottesa, in maniera esplicita ma più spesso, purtroppo, implicita, una determinata concezione di uomo, quindi una filosofia e una antropologia. Il personalismo concepisce l’uomo come spirito incarnato, come
persona, cioè come unità dinamica di spirito e corpo. Egli ha una doppia natura: razionale e spirituale, incarnata in una
realtà materiale: il corpo. A seguito di questo l’educazione assume una valenza maggiore rispetto al passato, infatti essa si rivolge ad un uomo che si può sviluppare solo per mezzo della relazione con l’altro, con un tu; inserito in un contesto storico; capace di trascendere la realtà concreta.
11
Preado e Ado
Modulo introduttivo residenziale
segue sarà un’esplicitazione delle vostre conoscenze. Si tratta dunque di mettere un po’in ordine le
idee, darci un linguaggio comune ed alcuni concetti chiari. Consiglio quindi di rapportarvi costantemente alla vostra esperienza e, perché no, ai vostri ricordi, in modo che il modello scientifico sia
uno strumento d’interpretazione della realtà, una sorta di griglia da utilizzare per comprendere e valutare la realtà, tenendo sempre presente che essa ci supera e stupisce sempre!
1. L’adolescenza: una novità
del secondo cinquantennio del secolo scorso
 FRUTTO DELLA NUOVA CONDIZIONE SOCIO-ECONOMICO-CULTURALE
Tema della nostra relazione è l’adolescenza. Qualche parola sul termine, innanzitutto: adolescenza deriva dal latino “adolesco” , un termine che presenta due grandi sfumature di significato. In
una prima accezione significa: crescere, aumentare, ingrandirsi, svilupparsi, progredire, prendere
vigore. In questa accezione il termine suggerisce tutta la vasta gamma di sviluppi che avvengono
nell’adolescenza: sia a livello di corpo, di anima e di spirito, la persona si sviluppa ed evolve, passando dal suo essere di bambino al suo nuovo essere di adulto, con il momento del passaggio che è
la vera e propria adolescenza. In una seconda accezione il termine significa: fumare (= emettere fumo), ardere. Questa sfumatura ci indica che il periodo dell’adolescenza è un periodo molto turbolento, di confusione e sconvolgimento grande: proprio perché avvengono cambiamenti personali così grandi e rapidi, ecco che la persona è “costretta” ad adeguarsi con rapidità a questi improvvisi e
dirompenti cambiamenti. Questo provoca da una parte apertura e curiosità di fronte al mondo che si
dischiude in noi ed attorno a noi, dall’altra provoca la confusione dovuta al dover assimilare in poco
tempo tante nuove realtà.
Nella prima metà del Novecento e nei periodi precedenti, gli studi scientifici non si sono preoccupati dell’adolescenza, tutta l’attenzione era rivolta all’infanzia. L’Ottocento è definito come il secolo della scoperta dell’infanzia. Il fatto di trascurare la suddetta età ha cause sociali, economiche e
culturali. Infatti, in passato, un ragazzo che aveva raggiunto la maturità sessuale era già inserito nel
mondo del lavoro, integrato nel mondo degli adulti, benché di fatto lui non lo fosse ancora. Si pensava quindi che non avesse delle caratteristiche proprie, degne di studio, ma che fosse semplicemente un adulto “poco sviluppato” . Solo con l’avvento di una società e cultura diversa, in cui
l’inserimento dei giovanissimi nel mondo del lavoro è posticipato, ha fatto maturare l’interesse nei
confronti dell’adolescenza. Questa “moratoria sociale” , quest’indugio nell’assumere un ruolo decisivo, nelle responsabilità, nel fare delle scelte vincolanti, porta con sé una serie di aspetti più o meno positivi. Propongo alcune frasi estratte dal testo di riferimento grazie a cui incominceremo a dare
una prima definizione di preadolescenza e adolescenza.
Preadolescenza:
Costituisce la prima parte dell’adolescenza.
Inizia con la pubertà, ma non si tratta unicamente di un fenomeno fisico e biologico.
Adolescenza:
Intervallo cronologico situato tra la pubertà e l’ingresso nella vita adulta.
Tipica delle società progredite sul piano economico.
Tempo di soggezione ai genitori e agli insegnanti, nel quale i ragazzi si dispongono a esercitare un mestiere o una professione e ad assumere le responsabilità dello stato adulto.
12
Modulo introduttivo residenziale
Preado e Ado
La società si è fatta sempre più esigente. Quanto più essa si specializza tanto più precise cognizioni e abilità tecniche postula dai giovani, obbligati ad essere dipendenti sotto i profili psicologico ed economico.
I soggetti in parola debbono da un lato prepararsi all’attività futura, per salire quanto più è
possibile nella scala sociale, in rapporto anche alle capacità e alle attitudini possedute; dall’altro
sottostare a individui adulti uguali a loro sotto gli aspetti mentale e sessuale ma socialmente dissimili, dei quali perciò malvolentieri accettano la guida.
Fenomeno culturale, in cui al soggetto è dato di esplorare ruoli diversi, prima di assumerne
alcuni di carattere stabile.
 INCERTEZZA CRONOLOGICA E LESSICALE…
… da parte degli studiosi. Nonostante ciò possiamo dare questi riferimenti:
Iª Inf.
Preado.
Giovinezza
Anzianità
-------- -------- ------ -------- ------------ ----------------------------- -------------- -------------
Inf.
Ado.
Età adulta
Vecchiaia
0
3
11
14
18
30
65
75
2. Perché si può iniziare a parlare di preadolescenza
e non più d’infanzia?
Sono molti gli aspetti propri di questo periodo illustrati dalle varie ricerche. Possiamo individuare cinque caratteristiche principali che segnano il passaggio dall’infanzia alla preadolescenza.
Durante il campo abbiamo compreso i seguenti punti tramite la tecnica dei post-it, rielaboro quanto
emerso, limitandomi a descrivere; quando parleremo di compiti evolutivi verranno approfondite le
implicazioni educative.
 LE TRASFORMAZIONI BIOFISIOLOGICHE INDOTTE DALLA PUBERTÀ
Cominciano nelle ragazze tra gli undici e i dodici anni e nei ragazzi tra i dodici e i tredici, con
forti variazioni tra i sessi, correlate con la costituzione individuale, l’ambiente, la cultura. Riguardano i caratteri sessuali secondari (ad esempio la crescita dei seni per le ragazze o il cambiamento della voce per i ragazzi), e la maturazione dei rispettivi gameti femminili e maschili (con il conseguente primo ciclo mestruale per le ragazze o la prima polluzione notturna per i ragazzi). Le mutazioni
in atto dipendono dall’interazione degli ormoni e procedono per spinte alterne che riguardano ora il
peso, ora l’altezza.
Le ragazze maturano più in fretta, tanto che assumono presto l’aspetto dell’adolescente, mentre
i ragazzi conservano più a lungo quello del fanciullo. I due sessi hanno tratti differenziali non solo
nell’aspetto, ma anche negli interessi e nel modo di atteggiarsi, ecco perché in quest’età tendono a
separarsi maggiormente.
 IL PASSAGGIO DALLA CONCRETA ALLA LOGICA ASTRATTO-FORMALE
Nell’infanzia il bambino riesce a ragionare su ciò che è concreto (oggetti, persone, animali…),
necessita di riferimenti ed esempi concreti. Nella preadolescenza avvengono mutamenti a livello
mentale, il pensiero evolve, vale a dire che in quest’età acquisisce la capacità di ragionare in maniera sostanzialmente diversa da quella di un bambino, avvicinandosi sempre più a quella di un adulto.
13
Preado e Ado
Modulo introduttivo residenziale
Aumentano le sue possibilità di generalizzare, ossia superare il contingente, la realtà concreta e di
cogliere i concetti; d’impiegare astrazioni ovvero staccarsi dal concreto e operare su simboli e mediante simboli (si pensi ad esempio al programma di matematica delle scuole medie); di comprendere meglio il concetto di tempo, di sapere cioè riferirsi tanto al passato quanto al futuro; di servirsi di
idee non legate a interessi personali e di trascendere le condizioni in cui è direttamente implicato.
Insomma inizia ad essere capace a costruire e comprendere teorie o concetti ideali astratti.
 INCONTENIBILE BISOGNO DI MUOVERSI E DIVERTIRSI
Possiamo quasi parlare di “esplosione spazio-motoria” . I ragazzi, più ancora delle ragazze,
hanno bisogno di sprigionare le loro energie e fare sfoggio delle proprie capacità fisiche. Lo sport e
il gioco diventano ambiti importanti della maturazione, poiché danno loro l’occasione di mostrare le
proprie attitudini, mettersi alla prova e scoprire capacità e limiti del proprio corpo e della propria
volontà, formarsi un’idea positiva di sé, imparare a vivere con i coetanei.

GRADUALE ALLENTAMENTO DEI LEGAMI CON I GENITORI
E PIÙ STRETTI CON I COETANEI
Il preadolescente sente sempre più il bisogno di frequentare i propri coetanei per confrontarsi a
loro, giocare, parlare, scambiarsi esperienze. Per far questo ha bisogno di spazi e tempi posti al di
fuori della protezione domestica. Il vincolo genitori-figli non è certo messo in discussione, ma il ragazzo cerca momenti di autonomia in cui intrattenersi con compagni e amici. In quest’età, poi, inizia a prendere coscienza dei valori e degli insegnamenti che gli sono stati trasmessi dai genitori e
desidera “metterli alla prova” , cerca cioè delle conferme tramite il confronto con persone esterne alla famiglia. Grazie a questo processo matura la sua identità personale e progredisce sotto il profilo
psichico e sociale.
 IL TRAPASSO DALLE IDENTIFICAZIONI ALL’IDENTITÀ
L’identificazione consiste nel porsi in sintonia di pensiero e di azione con un modello che attrae
e insieme sollecita. Il ragazzo imita questo modello e immagina il proprio futuro a sua “immagine e
somiglianza” . Questo avviene già a partire dall’infanzia… voglio fare il poliziotto come lo zio
Guendolfo, io da grande farò l’indiano, oppure è significativo l’esempio tragico di un bambino buttatosi dalla finestra perché si sentiva Superman.
Vi possono essere identificazioni con modelli idealizzati (Ken il guerriero, Dragon Ball), o persone che spiccano in un campo sociale (Ronaldo, Ricky Marty, Di Caprio), o persone del proprio
ambito (il papà, l’animatore Pincopallino, il vicino di casa con la moto potentissima, la professoressa di storia). L’ultimo tipo d’identificazione inizia a maturare verso la fine della preadolescenza:
identificazione col modello personale-originale, che porterà poi allo sviluppo della propria identità.
Semplicemente il ragazzo s’immagina come vorrebbe essere e cerca di comportarsi in quella maniera. Gli elementi di questa sua personalità li trae da quel che lo affascina dei vari modelli che lo attraggono e da quel che conosce già di sé. Ci possono aiutare gli esempi del bullo o dell’ochetta piene di svenevolezze… oppure il giocherellone (il simpaticissimo tony di turno) o la “mammina” . Sarà nell’adolescenza che il ragazzo e la ragazza matureranno una vera e propria identità.
3. Cenni al metodo educativo: l’inizio di un lunghissimo discorso!!!
o Importanza dell’educazione
L’educazione è necessaria e fondamentale a partire dal grembo materno si potrebbe dire! Da
subito! Gli studi sulla neonatologia dimostrano che il bambino nel grembo materno “sente” ciò che
avviene attorno a lui. Senz’altro un bimbo ben accolto e amato gode già di qualche beneficio che va
14
Modulo introduttivo residenziale
Preado e Ado
ad arricchire la sua personalità. Se il bambino2 è stato ben seguito dai genitori e dagli altri adulti che
partecipano alla sua vita (maestri, parenti, amici di famiglia) dovrebbe arrivare alla preadolescenza
con tutte le carte in regola per affrontare le nuove e grandi sfide di quest’età.
Inoltre l’educazione in questo periodo è quanto mai importante per due motivi di fondo:


Incipiente maturazione del pensiero
Dilatarsi della sua sociabilità
Occasioni d’oro da cogliere al volo! Riflettete quanto estratto dal testo di riferimento:
“Il preadolescente comincia così a riflettere su ciò che vede e ascolta, legge e interpreta il
proprio vissuto, gode dei piaceri della mente, ossia della capacità di venire a capo di problemi, di
rispondere ad un quesito in modo personale, di proporre soluzioni alternative, di sperimentare i valori dell’altruismo, della solidarietà e dell’amicizia. Per ottenere questo ha però bisogno di un ambiente che, attraverso il confronto delle idee e delle opinioni, eserciti ed affini il pensiero formale
(…)” .
Certo sono delle belle parole, ma su al campo è stato giustamente obiettato che si parla di un
adolescente ideale. Di fatto nella nostra società le domande vengono spesso soffocate e la vita viene
appiattita alla semplice dimensione della concretezza e dell’immediato: sindrome di Peter Pan,
l’eterno bambino. Ebbene se educare significa “tirar fuori” e i preadolescenti hanno potenzialmente
le capacità suddette… a tutti noi animatori, ai genitori assennati, agli adulti maturi… buon lavoro!!!!
o Educazione integrale
Ricordiamo in ogni momento, in ogni atto educativo che l’educando è PERSONA!!! Si aprirebbe un ampio e bellissimo discorso… Rimando alla nota 1 a pagina 7 ed alla bibliografia. Interessante notare che il nostro Papa ha un impostazione filosofica basata sul personalismo.
o La teoria focale di Coleman
Vedremo in seguito che gli adolescenti hanno molti ostacoli da superare, ma teniamo presente
questa teoria. I soggetti studiati assumono rispetto ai loro problemi atteggiamenti diversi variabili
con l’età e tali da attingere il massimo in fasi diverse del loro processo evolutivo.
Questo significa che il preado. e l’ado. affrontano un problema alla volta.
2
Qui s’intende un bambino senza patologie psicologiche e in un ambiente “normale” .
15
Preado e Ado
Modulo introduttivo residenziale
L’adulto ha pertanto il dovere di considerare il preado. e l’ado. con grande flessibilità mentale,
di conoscere le esigenze di coloro che vivono nella società d’oggi, d’impiegare metodi conformi alle loro esigenze, persuaso che quando i giovani hanno risolto i loro problemi in un determinato stadio evolutivo, hanno posto una valida premessa per affrontare nelle condizioni migliori quelli dello
stadio successivo.
o 2 errori da evitare: autoritarismo e permissivismo.
autorità
autonomia
tempo
Lo schema vuole rappresentare il concetto secondo cui l’autorità dell’educatore deve diminuire
nella misura in cui matura l’autonomia dell’educando. In teoria questa dovrebbe aumentare con
l’età, cioè man mano che lo stato (età adulta) dei due corrisponde. I due errori rappresentano estremità opposte nell’uso dell’autorità. L’autoritarismo sta nell’imporre senza motivare; non si riconosce l’alterità (l’essere diverso da me dell’altro) e si pretende da lui, usando anche maniere forti o
condizionamenti psicologici (ricatti, punizioni), che agisca secondo il proprio volere. Il permissivismo è il metodo del non intervento, del laissez-faire, in cui non si dà alcuna direttiva e si lascia il
ragazzo in balia di se stesso. In entrambi i casi l’educando non può capire quale sia il vero bene per
sé e quale sia il male. Nel primo l’idea che si fa passare è che il bene è quello che ti dico io e basta e
il male è disobbedire. Il ragazzo agisce in vista dell’evitamento della punizione e matura in sé la ribellione. Nel secondo gli si fa intendere che non c’è un bene per lui, che può fare quello che vuole,
basta che non dia troppo fastidio. Sostanzialmente si esprime un disinteresse nei suoi confronti e
tenderà ad assumere atteggiamenti vistosi e provocatori per esternare il proprio malessere.
Bisogna sapersi muovere fra questi due poli estremi adattandosi alle situazioni e alla persona
che si ha di fronte. Riporto un estratto del testo di riferimento su cui è opportuno soffermarsi: “In
conclusione, l’educazione che sembra favorire una maturazione armonica e sociale nei preadolescenti è quella ferma, coerente e fondata soprattutto sul ragionamento e sulla discussione, e nella
quale l’autorità dei genitori (nel nostro caso animatori) si ponga con valori e modalità precise ma
liberata da ogni forma di autoritarismo sia sostanziale (nei contenuti) sia formale (negli atteggiamenti)” .
Parole chiave sono quindi: intenzionalità, autenticità, amorevolezza, comprensione, empatia,
coerenza… Riconoscere sempre che l’altro è mistero, persona diversa da me e teneramente amata
da Dio: Gesù è morto e risorto anche per quel desperados che mi fa ammattire!!! Sarebbe bello parlarne più a lungo!
Fondamentale è il RAPPORTO che si instaura e coltiva fra adulto e minore!!!
4. Strada facendo vedrai…
Nel lungo cammino verso l’età adulta il ragazzo deve affrontare numerosi ostacoli, chiamati
compiti di sviluppo:
“Problemi da risolvere e difficoltà da superare in un certo periodo dello sviluppo psichico in
modo che questo possa procedere normalmente. Essi sono sottesi da molteplici fattori interni ed
esterni al soggetto: le sue capacità mentali e fisiologiche che maturano, le sue aspirazioni, i valori
personali e le forze ambientali che lo circondano” .
Ogni compito di sviluppo si trasforma in un compito educativo. Infatti occorre imprimere una
direzione al superamento di ogni ostacolo. Se ci rapportiamo alla teoria focale di Coleman, com-
16
Modulo introduttivo residenziale
Preado e Ado
prendiamo che un determinato compito di sviluppo viene affrontato per un certo periodo, poi pare
messo da parte, per poi riaffiorare dopo settimane o mesi. L’educatore deve cogliere quale sia la
preoccupazione del ragazzo in quel momento per poterlo sostenere e guidare in maniera opportuna.
Ancora una volta bisogna avere in chiaro qual è la meta che si vuole raggiungere, cioè a quale modello di uomo voglio tendere (attenzione a non fraintendermi, però! L’educazione non è deterministica, c’è sempre l’originalità e la libertà della persona!). Un esempio può chiarire tutto: fra i vari
compiti spicca il cambiamento del rapporto con i genitori. Consiglierò il ragazzo perché diventi
completamente autonomo, giudichi i propri genitori arretrati e decida tutto da sé? Oppure lo incoraggerò a dialogare con i suoi, cercare un confronto e vagliare le proprie decisioni tenendo conto di
quanto dicono, ben cosciente però dei propri desideri e della propria libertà?
I compiti di sviluppo si attuano in quattro aree diverse e tuttavia strettamente connesse (interpenetrazione delle aree), tanto che lo sviluppo in un’area comporta o “innesca” mutamenti anche in
un’altra.
1.
2.
3.
4.
Sviluppo pubertario
Sviluppo cognitivo
Mutamenti nella sociabilità
Costruzione dell’identità
Per gli adolescenti i compiti di sviluppo sono leggermente diversi, più adatti all’età e a quanto i
preadolescenti sono ormai divenuti. Questi compiti di sviluppo rappresentano la continuazione del
cammino dei preadolescenti e possono essere riassunti in quattro punti:
1.
2.
3.
4.
Farsi una visione realistica dei genitori
Aderire ad una costellazione di valori condivisi
Identificazione sessuale
Impegni scolastici e professionali: autorealizzazione
Leggendoli potremo scoprire di non aver superato qualche compito evolutivo e che in certi
aspetti siamo ancora adolescenti… Sì, perché di fatto la maturazione della persona è un’avventura
di tutta una vita! Il confine fra adolescenza e giovinezza è labile ed ancora frutto di discussioni fra
studiosi. Noi ci limitiamo ad asserire che vi sono aree dello sviluppo personale che posseggono caratteristiche adolescenziali (una certa immaturità, dunque) anche nella giovinezza, che possono maturare col tempo o, in certi casi, rimangono tali anche in età adulta.
5. Compiti evolutivi dei preadolescenti e degli adolescenti
In questo scritto mi limito ad elencarli, annotare i concetti principali e chiarire i termini difficili. Rimando a quanto detto al MIntro e al testo di riferimento (p. 35-94).
A. PREADO: Adeguarsi al processo della propria maturazione sessuale
 influssi profondi della pubertà: i mutamenti del corpo e le funzioni inaugurate con la pubertà (mestruazioni e spermatogenesi) vengono vissuti con un certo disagio. È necessario
dunque che ragazzi e ragazze vengano preparati, dando spiegazioni sulle cause naturali e
sottolineando il valore, la bellezza e il senso di tali mutamenti.
17
Preado e Ado
Modulo introduttivo residenziale
 pubertà e identità di genere: l’essere uomo o donna è una categoria essenziale per strutturare un sentimento generale di identità. Ragazzi e ragazze si fanno via via più coscienti della
loro personalità, dissimile anche se complementare, quindi dei contegni diversificati che le
si addicono (qui è importante il fattore culturale).
B. PREADO: Vivere il proprio corpo nella serenità e nel rispetto
 ansia immagine corporea: data dalla discrepanza fra l’immagine di sé e i modelli brillanti
che essi vorrebbero emulare. C’è inoltre il problema che la maturazione fisica procede a
spinte che ora mutano l’altezza, ora il peso. Bisogna rasserenarli, ascoltando i loro disagi,
ma ricordando loro che “sono di passaggio” (si pensi, ad esempio, al problema della voce
nei ragazzi). Nonostante ciò si può ricorrere al medico qualora i problemi fossero preoccupanti (è utile fin da subito, ad esempio, curare l’acne tipica di quest’età).
 governo stimoli fisici e psicoaffettivi: il problema della masturbazione. Il valore umano
della sessualità è tale, che ci deve spingere a parlarne con naturalezza. Occorre rispondere
alle domande e alle curiosità dei ragazzi, con chiarezza, nonché indicare loro uno stile di vita
pregno di valori positivi circa la sessualità (all’interno di un disegno più ampio). Si daranno
quindi le giuste motivazioni secondo cui l’autodisciplina sia un atto di libertà anziché di repressione dei propri impulsi.
C. PREADO: Cogliere il senso dell’attrazione verso l’altro sesso
 attrazione psicosessuale: è una delle scoperte importanti, ossia l’altro sesso mi attrae. Scopro nell’altro una diversità e una complementarietà che è per me di arricchimento.
 rischi precoce erotizzazione: in una società afrodisiaca come la nostra, ragazzi e ragazze
tendono ad anticipare gesti d’affetto e modalità di rapporto proprie dell’innamoramento,
quando invece l’attrazione fra i due sessi è a quest’età infatuazione (verte prevalentemente
sull’esteriorità della persona). Ancora una volta occorre incontrare i ragazzi, ascoltarli e non
sottovalutare i loro “problemi di cuore” . Ma bisogna anche incoraggiarli a rapportarsi
all’altro (o altra) con gratuità, senza concentrare tutte le proprie attenzioni su uno (una), senza esclusivizzare il rapporto. Apertura e dono sono le parole chiave da supportare col valore
dell’amicizia, della serenità, della sincerità. Non è compito facile poiché tutte le riviste e i
programmi per teenagers dicono il contrario… Ma in quanto educatori dobbiamo proporre il
meglio per loro e sostenerli nel contingente.
D. PREADO: Reputare il gruppo ambito privilegiato di socializzazione
 forte spinta alla socializzazione di gruppo: per sua natura il ragazzo cerca molto di più a
quest’età il gruppo. La presenza di un educatore e di un progetto educativo, fa
dell’esperienza del gruppo un elemento pregnante dell’identità del giovane. Infatti diventa
luogo di confronto, comunità in cui si cerca di vivere secondo i valori postulati, una seconda
casa in cui ci si sente accolti ed amati, una palestra di amicizia in cui si impara a stare e collaborare con l’altro che è diverso da me… Il gruppo è scuola di vita!
 importanza della coeducazione: nel gruppo ragazzi e ragazze possono incontrarsi, conoscersi e collaborare in un contesto ricco di valori (se vi è la mediazione di un educatore), tutto ciò li arricchisce profondamente.
 modalità di affiliazione al gruppo: di gruppi ve ne sono a iosa e ciascuno di noi partecipa a
più gruppi contemporaneamente. Questi possono essere informali (soci del bar, compagni
nel tempo libero…) e via via più formali: fondati su valori (amici veri), su attività in comune
18
Modulo introduttivo residenziale
Preado e Ado
(sport, banda di musica, arte), su una condivisione (studenti, colleghi…), fino ad un progetto
o addirittura statuto o missione (movimenti, associazioni, partito…). L’ideale è che nel
gruppo vi sia sempre un educatore che garantisca uno stile di vita del gruppo alto e pregno di
valori.
E. PREADO: Avvaloramento del nascente sentimento dell’amicizia
 bisogno d’intimità personale: perché l’amico non è il “socio” , ma qualcuno con il quale mi
rapporto in modo più interiore e interiorizzato. Occorre anche imparare l’amicizia eterosessuale, perché dell’altro/a non devo per forza innamorarmi. Scoperta della differenza a livello
di sentimenti fra amicizia e innamoramento.
 amicizia centrata più sul fare: nella preadolescenza l’amicizia sarà più basata sul fare;
nell’adolescenza sarà centrata più sull’essere. Diventano sempre più importanti valori quali
la fedeltà, la sincerità, la lealtà, la reciprocità. In quanto educatori dobbiamo sollecitare i ragazzi a perseguire tali valori, soprattutto nei momenti in cui l’amicizia attraversa momenti
difficili.
 amore captativo (l’altro mi serve a soddisfare i miei bisogni, per questo lo amo… Ma
quando non mi serve più… addio!) e amore oblativo (dono di sé).
F. PREADO: Mettere a frutto il tempo libero
 funzione umanizzante e socializzante del tempo: nel tempo libero hanno l’occasione di
coltivare interessi, capacità, inclinazioni originali della loro persona. È bene incoraggiarli
nell’impegno fedele ad una attività (sport, strumento musicale, arte), senza disperdersi in
numerosi impegni che per finire li esauriscono. È importante far percepire loro la preziosità
del tempo, quindi invogliarli a non sciuparlo. Si apre un discorso ampio sulla solitudine di
fronte al computer…
 fruire con intelligenza della televisione e dei nuovi media
 imparare ad utilizzare il tempo libero anche per del volontariato e non solo per se stessi
 tempo familiare: il ragazzo si fa sempre più restio a trascorre il proprio tempo in casa, con
la propria famiglia, ma è importante sottolineare la necessità e la bellezza di questo tempo,
soprattutto nelle feste e nelle vacanze.
G. PREADO: Attendere alla progressiva scoperta di sé
 maturazione personalità: la preadolescenza e l’adolescenza sono un continuo cammino di
sviluppo e di cambiamento. È importante per l’educatore aiutare i ragazzi in questa evoluzione, in particolare confermando i punti positivi.
 curare scoperta di sé e degli altri: bisogna aiutarli a capire quali sono le loro doti, capacità,
interessi, talenti. Imparare a vedere queste qualità anche nei compagni e negli amici, senza
esserne invidiosi: semmai occorre imparare a gioirne e imparare a collaborare, condividendo
i doni.
19
Preado e Ado
Modulo introduttivo residenziale
H. PREADO: Avviare l’indipendenza emozionale dai genitori
 satellizzazione (il bambino è dipendente dai genitori e “gira” sempre attorno ad essi) e desatellizzazione: progressiva autonomia del ragazzo. Comporta maggiore responsabilità nelle
scelte e nel portarle a compimento. Richiede ai genitori fiducia, vigilanza, comprensione e
“misericordia” . Deve essere progressiva, si incomincia dalle piccole cose (paghetta, orari serali, frequenza al gruppo di amici) per poi arrivare alle scelte impegnative come l’indirizzo
scolastico dopo le medie.
I.
PREADO: Partecipare all’attività scolastica per orientarsi verso la vita
 frequentare la scuola con profitto
 funzione orientativa della scuola verso il futuro
 prepararsi in funzione della professione
 il ruolo degli adulti: incoraggiare, orientare, fungere da modello.
J.
PREADO: Capire la struttura e il funzionamento della società civile
 scoperta della società e delle sue forme istituzionali
 educazione sociale e civica
 educazione sociale e civica
 ruolo scuola, gruppo, mass media
 valori “politici”: libertà, democrazia, rispetto reciproco, dialogo…
K. PREADO: Delineare una concezione axiologicamente informata: ossia ricca di valori
 sviluppo morale: moralità convenzionale: in questa fase dello sviluppo morale (rimando alla bibliografia R.VIGANÒ) il ragazzo comprende che esistono delle norme che reggono
l’ordine sociale, a cui bisogna attenersi. Solo in seguito potrà maturare moralmente e comprendere che tali norme declinano dei valori universali in un contesto particolare e sono volte a garantire il bene maggiore per il maggior numero di persone.
 problema del relativismo odierno: pare che tutti abbiano ragione e torto al medesimo tempo, ma, ricordiamoci, la Verità si è rivelata: è Cristo, metro e giudice di ogni cosa. Se siamo
veri cristiani non possiamo dire altro! Primo maestro in educazione è Lui! Tutti i valori, tutto ciò che fa dell’uomo un Uomo, in tutta la sua dignità, bellezza, nobiltà, viene da Lui.
Bando allora al tiepido relativismo ed affermiamo che esiste la Verità. L’esempio di Pier
Giorgio Frassati può essere illuminante a tale proposito!
 importanza della discussione e della giusta esperienza di gruppo: luogo in cui fare esperienza della giustizia.
L. PREADO: Rielaborare i contenuti religiosi appresi
 risveglio religioso: momento in cui le credenze dell’infanzia, dipendenti dai genitori, vengono messe in crisi e sorgono le domande. Inoltre il passaggio al pensiero astratto lo porta a
preoccuparsi di realtà più ampie, delle ingiustizie sociali (la povertà, la discriminazione…),
della condizione umana (la nascita, la malattia, la morte, la sofferenza…). Tutto ciò esige
delle risposte che vanno oltre la semplice conoscenza scientifica (che viene data a scuola) e
20
Modulo introduttivo residenziale
Preado e Ado
richiedono il Trascendente. Gioca un ruolo importantissimo la famiglia: genitori atei, agnostici o per cui la fede è un aspetto marginale della vita, tenderanno ad escludere Dio dalle loro risposte o addirittura a soffocare le domande stesse, non dando alcuna risposta.
 età metafisica per eccellenza: età delle domande, dei radicalismi, degli entusiasmi, del fascino dell’Infinito, del Trascendente. L’adolescente vede la realtà, s’interroga, si scandalizza
per il male e l’ingiustizia, si stupisce davanti al bene. Dovrebbe essere così… se non gli è
stata prima inculcata l’indifferenza e l’apatia…
 indifferenti/credenti/contrari: attenzione attenzione: è in questa età che uno compie la
propria scelta riguardo la fede e spesso tale scelta è influenzata dalla fede della famiglia.
Rimane tutta la libertà della persona (uno può convertirsi fino all’ultimo respiro!), ma è probabile che avvenga in questi anni la prima risposta che può plasmare tutta la vita.
M. PREADO: Promuovere nuove relazioni con l’adulto
 bisogno dell’adulto nel suo sviluppo: oggi giorno si assiste ad una socializzazione per fasce d’età; è sempre più raro che adulti ed adolescenti collaborino insieme. È necessario che
l’adulto accompagni i ragazzi, proprio nel senso di compagnia di vita! C’è infatti il pericolo
di delegare l’educazione a degli specialisti, a degli enti, quando invece essa è compito primario della famiglia. Ecco perché è molto importante il colloquio con i genitori dei ragazzi,
anche se talvolta può essere difficile (al campo, ricordate, ne abbiamo parlato a lungo!).
 Imparare a vedere nell’adulto un aiuto, non un ostacolo
 nociva alienazione dagli adulti: gli adolescenti, senza la guida di qualche adulto (maturo e
responsabile!), si lasciano facilmente assorbire dalla cultura di massa, rinunciando ad aspirare ai più alti ideali e piegandosi alla condizione di burattini delle mode e del mercato (palestra, touch touch nelle orecchie, cosmetici, vestiti usa e getta, scooter, cellulare trandy, software vari ed amici virtuali).
6. Dopo tanta fatica…
fare della preadolescenza un’età felice e motivata
In questo capitolo mi interessa attirare la vostra attenzione su alcuni elementi su cui occorre
piegarsi maggiormente in ambito educativo. Mi limito a darli come spunti di riflessione e, perché
no, discussione fra animatori.
 SOSTENERE LO SVILUPPO DEL PENSIERO
A quest’età il ragazzo incomincia a gustare i piaceri della mente.
Quanto più il preado., e in misura ancora maggiore l’ado., avranno potenziato le facoltà del loro
pensiero tanto meglio capiranno ciò che avviene in loro e fuori di loro e ne sapranno valutare gli
eventuali risvolti. Ciò li renderà intimamente felici e soddisfatti.
 AFFINARE IL GUSTO DELLA RESPONSABILITÀ
Tutti hanno da sollecitarlo a farsi via via padrone delle sue azioni, affinché possa provare, almeno in
forme iniziali, il piacere di agire liberamente e perciò di sentirsi responsabile degli atti compiuti.
21
Preado e Ado
Modulo introduttivo residenziale
 ESALTARE IL SENSO DELLA FESTA
Soprattutto nella festa l’individuo si distende e si diverte, si concentra e si eleva. Coglie cioè le
proprie dimensioni esistenziali in un’atmosfera di colore e di vivacità; torna alle radici del suo essere; fruisce dei doni della libertà, dell’ammirazione, dell’integrità, della speranza, della felicità, del
canto, della musica, della danza.
Senso e trasfigurazione della quotidianità.
Tra l’impegno e la fatica della quotidianità, la dolcezza e l’effervescenza della festa.
 GUSTARE LA GIOIA DEL DONARE (SERVIZIO)
Nell’approssimarsi dell’età adulta, i giovani si devono convincere che la vita è vissuta degnamente quando non è assorbita per intero dal lavoro e dal guadagno.
7. A mo’ di conclusione
L’educazione è un campo vasto e molto ricco, in cui un’affermazione chiama in causa molte
spiegazioni e concetti che si rifanno alle diverse scienze. Il mio contributo a questo Mintro non ha
l’ambizione di rispondere a tutte le vostre domande, tutt’altro: vuole far nascere altri quesiti e soprattutto il desiderio di conoscere più da vicino quest’età ricca e per questo complessa che è
l’adolescenza. L’educazione è preziosissima e ci interpella con forza. Non possiamo lasciare le cose
al caso, affidarci semplicemente all’intuito. Dobbiamo cercare di osservare, capire, conoscere e pregare. Perché il nostro agire sia illuminato dall’intelligenza, sostenuto dalla Grazia, pregno d’amore.
Meta dell’educazione è aiutare i giovani a diventare LIBERI:
Liberi di…
Liberi da…
Liberi per…
Liberi con…
22
scegliere e compiere il loro bene.
condizionamenti.
Amare.
chi li circonda: la libertà è un cammino che si compie fianco a fianco!
M odulo introduttivo residenziale
1960:
19.11.2013
AvviodellericerchediA R P A ,
progettodelM inisterodellaDifesadegliS tatiU niti
1967:
P rim aconferenzainternazionalesullarete A R P A N ET
1969:
1971:
1972:
Collegam entodeiprim icom putertra4 universitàam ericane
L areteA R P A N ET connettetraloro23 com puter
N ascitadell'InterN etw orkingW orkingGroup,organism oincaricato
dellagestionediInternet.R ay T om linsonproponel'utilizzodelsegno
@ perseparareilnom eutentedaquellodellam acchina.
1973:
L aGran BretagnaelaN orvegiasiunisconoallarete
conuncom puterciascuna.
1979:
Creazionedeiprim iN ew sgroup(forum didiscussione)
dapartedistudentiam ericani
1981:
N asceinFrancialareteM initel.In brevetem podiventa
lapiù granderetedicom puteraldifuoridegliU S A
1
M odulo introduttivo residenziale
1982:
DefinizionedelprotocolloT CP /IP edellaparola"Internet“
1983:
A ppaionoiprim iserverconinom iperindirizzarsiaisiti
1984:
L aretecontaorm aim illecom putercollegati
1985:
S onoassegnatiidom ininazionali:.itperl'Italia,.deperlaGerm ania,
.frperlaFrancia,ecc.
1986:
VienelanciatoL IS T S ER V,ilprim osoftw areperlagestionedi
unam ailinglist.
1987:
S onoconnessi10 000 com puter.
1989:
S onoconnessi100’000 com puter.
1990:
S com parsadiA R P A N ET ;apparizionedellinguaggioHT M L
1991:
IlCER N (CentroEuropeodiR icercaN ucleare)annuncialanascitadel
W orldW ideW eb;
1993:
A pparizionedelprim obrow serpensatoperilw eb,M osaic
1996:
S onoconnessi10 m ilionidicom puter!
1999:
GliutentidiInternetsono200 m ilioniintuttoilm ondo
2008:
GliutentidiInternetsonocirca600 m ilioniintuttoilm ondo
2009:
GliutentidiInternetsonocirca1 m iliardointuttoilm ondo
2011:
GliutentidiInternet
sonocirca2 m iliardi
intuttoilm ondo
19.11.2013
Conclusioni
1. Internetèunm ezzodi
com unicazionedapoco
tem po:leprim ee-m ail
nonhannopiù di30 anni!
2
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
Conclusioni
2. Internetènatoper
“ m ettereinrete” eoggiè
unm ezzodi
IN FO R M AZIO N E(in/out)a
livellom ondiale!
 1 P C ogni3 persone!
Conclusioni
3. Internethacam biatoil
m ododicom unicare,
ricevere/ricercare
inform azioni,m aanche…
Conclusioni
… diinteragiretrapersonenel
com unicare,nelrapportarsi
conilprossim o,
… creandonon
solobenefici!
Bastapensarealle
“ cyber-dipendenze”
3
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
L avoroagruppi
 Creareuncartelloneconal
centrolaparola“ internet”
epresentarevariaspetti.
 T em pom ax.10 m inuti
“Alcuniinput”

Internet= m ettereinrete

Ipertesto= collegam entitrapagine
(inrelazioneaiS IT Ienonsolo… )

P ostaelettronica(e-m ail)(asincronia)

Discussioneinrete

L istedidiscussione

new sgroup
“Alcuniinput”

Interazioniintem poreale

Chatline

Chat3 D (skype)

R ealtàvirtuale(vedigooglem aps)

R ealtàpotenziata(vedigoogleglass)

S ocialnetw orkesim ili
(facebook,tw itter,youtube,
…)
4
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
“Alcuniinput”
S oloP C oM AC?

oggi,per“ m edia” nonpossiam o
lim itarciad unadefinizioneche
com prendesoloiP C oM AC,m a
dobbiam oam pliareildiscorsoainuovi
sm artphoneetablet,chenegliultim i
3-4 annihannorivoluzionatoun’altra
voltailm ondodiinternet!
“Alcuniinput”
S olointernet?

S aràm ateriadelcorsopresentare
questim ezzi.
Inparte,inquestasessione,cisaranno
alcuniconcettisim ilidel“ m odulodi
com unicazione”.
5
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
Com eabbiam ovistonell’im m agine
precedente,lacom unicazionepuò “ passare
daunaportastretta”,ancordipiù attraverso
internet!
P ensaaifraintendim entitrapersone…
infacebook,altelefono,viasm s,w hatsApp,
e-m ail,ecc… questipossonoaum entare
perché…
1)M oltospessoabbiam oproblem i“ tecnici”
(“ nonm ièarrivatol’sm s,hoil
num erosbagliato,
…)
2)
M ancalapresenzafisicacontutta
l’em otivitàchepuò trasm etterela
persona(oggisitentadisostituiregli
statid’anim oconglism ile… m a
trasm ettonoveram enteilm essaggio?
 )
3) S icercaintuttiim odidi“ riprodurre” la
presenzafisicadellepersone.
4) L a“ com unicazione” nonèpiù solo
verbaleininternet,m asièsviluppatoil
m etododilavorareinsiem esu lavori
com uni(vedrem oquestisistem inel
corso)
6
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
L AVO R O A GR U P P I
•
Attraversointernetèpiù facile
com unicare?
•
Q ualivantaggiosvantaggicisono?
•
N elcom unicareininternet,cipossono
essereproblem i?
U ncantiereaperto!
•
L aChiesa,findaglianni‘90,
acercato distarealpassocon
item pi:oggisonom oltelepagineasfondo
religioso,anchesem oltospessodiventano
auto-referenzialienonhannounoslancio
m issionario/educativo/evangelizzatore!
U nadom anda…
•
Q uandousiam olaparola“ m edia” checosa
intendiam o?
… om eglio… perm edia,
siintendesolo“ internet” ?
7
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
Q uandoparliam odi“ m edia”,intendiam o
anchetecnologianonlegataperforza
ad internet.
P erquestom otivo,ilm odulo“ m edia”
saràsuddivisointreparti:
1)
Im edia“ prim itivi”:P C,m acchinafotograficae
video,apparecchim ultim ediali
2)
3)
Im ediasviluppati
ininterneteleproprie
piattaform eon-line
(ex:facebook)
Im ediaelaloro
applicazionenelquotidiano,
alserviziodell’anim atore
edeigiovani
O ltreaquestitrepunti,tratterem opure
(nonspaventatevi):
4)
Im ediasviluppati
nelladottrina
dellaChiesa
5)
L a“ m entevirtuale” :
problem iesfideininternet.
8
M odulo introduttivo residenziale
19.11.2013
Ilm odulo“ nuovim edia” iniziafind’ora!
P eravereuna“ basecom une” dovreste:
-Creareunaccountgm ail(w w w .gm ail.com )
-Avereunprofilofacebook
(ancheprivatoodifantasia)
9
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Laboratorio di Comunicazione
“Teoria”… in musica!
Con una canzone (“Se mi senti”) siamo riusciti ad entrare in materia di comunicazione.
Abbiamo compreso come oggi si sottolinea molto di più la forma del messaggio più che
non il messaggio stesso. Ciò che il canto sottolinea, della comunicazione, è invece la
relazione dell’Io e del Tu presenti nell’atto del comunicare. La nostra società, invece, è la
società dei mezzi di comunicazione, non tanto la società della comunicazione: in essa gli
strumenti, spesso, non vengono usati bene.
Uno schema della “Comunicazione”
A partire dalle nostre osservazioni sulla canzone, siamo riusciti ad elaborare uno
schema generale sulla “Comunicazione”. Ci siamo resi conto che a tutti i livelli della
comunicazione (descritti in questo schema: cfr. la pagina seguente) possono intervenire
delle difficoltà o delle interferenze, le quali possono rendere la comunicazione da
difficoltosa ad impossibile. La comunicazione, dunque, è sempre legata ai
condizionamenti dovuti alle circostanze: ambientali e personali (affettive e/o mentali).
Preparare una serata a base di… comunicazione!
Abbiamo quindi ricevuto il compito di preparare a gruppetti o anche individualmente
una serie di proposte/attività per la serata finale di sabato: scopo aiutare gli altri, per
mezzo del divertimento (gioco, teatro, scenette, sketches, momenti musicali o altro), a
scoprire qualche aspetto attorno al tema della “comunicazione”. Per ogni gruppo e per
ogni attività prevista, va compilata la scheda con: obiettivo generale, obiettivo
particolare, strutturazione, verifica e critica (dopo aver svolto l’attività) degli obiettivi
generale e particolare. Pur essendo la scelta del tutto libera, erano a disposizione
diverse proposte tratte da: Oratori Diocesi Lombarde, Se mi senti, In Dialogo, Milano
2002.
Pagina 33
Modulo introduttivo residenziale
Schema generale sulla “Comunicazione”
CHI
COMUNICA
Emittente
COME
SI COMUNICA
COSA
SI COMUNICA
SI COMUNICA
Ascolto-Accoglienza
A
Pagina 34
CHI SI COMUNICA
Ricevente
RELAZIONE
CIRCOSTANZE
a livello di tempo,
di luogo e di persone
COME
Messaggio
a livello affettivo,
mentale e corporale
Codice
30% linguaggio verbale
70% linguaggio non verbale
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Dinamica di Gruppo
di don Massimo Gaia
Attività di gruppo
In questa sezione, affrontiamo le dinamiche, i fenomeni e le caratteristiche fondamentali di un “gruppo”: è un aspetto importante, perché nel nostro “essere animatori”
entriamo in contatto con i ragazzi prevalentemente tramite l’attività di gruppo. È dunque importante conoscere gli elementi base che permettono una gestione della vita di
gruppo e, tramite di essa, di influenzare il vissuto del singolo ragazzo che ne fa parte.
Il gruppo
La parola “gruppo” (Gr) deriva dall’antico germanico *kruppa, che significa “insieme”.
È un insieme di persone che, in qualche modo, formano un tutto unico ed unitario, nel
quale i singoli individui e le singole persone entrano in interazione reciproca oppure sono
accomunati da un comune interesse.
Il Gr è come un corpo: le parti sono interdipendenti, mobili ed intercambiabili le une
con le altre. È una potenza collettiva, in quanto il gruppo è sempre più della somma dei
singoli individui. Il Gr è ambivalente per l’individuo: da una parte può accoglierlo, rassicurarlo, sostenerlo, rafforzarlo, proteggerlo; dall’altra parte può anche minacciarlo,
schiacciarlo, divorarlo, spersonalizzarlo. Ecco perché STARE INSIEME con altri non significa ancora condividere, essere partecipi del vissuto e della comunione del Gr. In una
moltitudine il singolo può sentire molta solitudine, se il Gr non è ancora in grado di accoglierlo e di relazionarsi con lui, né di creare la compartecipazione alla stessa esperienza.
Criteri di definizione del Gr
Il Gr può essere definito in base a diversi criteri:
 secondo il grado di organizzazione e di funzione del Gr (dimensione strutturale);
 secondo il modo di interazione tra i membri ed il modo di distribuzione dei ruoli
(dimensione funzionale);
 secondo il modo in cui è vissuta la situazione di gruppo, lo “stare insieme” (gruppo
di lavoro, gruppo di amici, ecc.: dimensione psicologica).
 Importantissima è la dimensione temporale ed evolutiva in ogni Gr, in quanto esso
nasce, si sviluppa, si mantiene o di disintegra e quindi termina. Il Gr ha una storia,
un’evoluzione.
Pagina 35
Modulo introduttivo residenziale
Dinamica di Gruppo
La coesione
Ogni Gr ha un certo tipo di unità, una sua attrazione interna, frutto di un equilibrio, di
una tensione tra le forze centrifughe e centripete. La coesione è una forza che mantiene
unite le molecole che compongono un corpo; oppure è il legame che mantiene degli individui uniti tra loro nel Gr oppure mantiene gli individui uniti alla regola del Gr.
I fattori di coesione
I fattori di coesione sono molteplici, e possono essere suddivisi in comuni (ossia fattori che sono comuni a tutti i membri del Gr), estrinseci (ossia fattori che contribuiscono a
fare in modo che il Gr stia insieme, anche se sono fattori esterni alla persona ed al Gr
stesso), intrinseci (ossia fattori interni alla persona ed al Gr stesso).
COMUNI:
età
sesso
professione/formazione
ideologia/confessione
(politica, religione)
) disposizione materiale del Gr
(di spazio e di tempo)
)
)
)
)
ESTRINSECI:
) norme legali
) pressione dell’opinione
pubblica
) dipendenza gerarchica
INTRINSECI:
) Operativo–funzionali: ossia attività, atteggiamenti, funzioni che tendono alla
soddisfazione dei bisogni del Gr e dei suoi individui;
) Socio–affettivi: ossia elementi che rendono il Gr attrattivo, ossia motivazioni,
emozioni, valori. Questi possono essere sia collettivi che individuali:
) collettivi: gli elementi di coesione che legano i membri nei confronti
del Gr e, viceversa, del Gr verso i membri:
) lo scopo e gli obiettivi comuni;
) i mezzi e gli strumenti per raggiungere lo scopo;
) i valori comuni;
) individuali: gli elementi di coesione che legano un individuo agli altri
individui del Gr:
Pagina 36
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Dinamica di Gruppo
) le affinità interpersonali (conosco qualcuno che appartiene al Gr e
mi “lascio tirar dentro”);
) i valori personali.
Questi fattori di coesione intrinseci socio–affettivi individuali sono INDISPENSABILI: un Gr non può esistere senza di essi, ma VANNO GESTITI, trovando il GIUSTO EQUILIBRIO. Se essi hanno il sopravvento sui fattori di
coesione intrinseci socio–affettivi collettivi, il Gr è destinato alla disgregazione!!!
La verifica periodica
Proprio perché questo equilibrio è così importante, è essenziale fare periodicamente
delle verifiche: i membri del Gr devono imparare a dirsi gli uni gli altri ciò che si pensa e
ciò che si sente. In questo è importante che ognuno impari a lasciar dire e parlare l’altro
finché basta (senza interrompere) e senza rimandare ulteriormente (o aspettare troppo), altrimenti il Gr cercherà il/i capro/i espiatorio/i. La verifica va fatta sugli obiettivi
e non sulle persone!
La “Regola”, i “Mezzi”, i “Ruoli”
Ogni Gr deve dotarsi di una REGOLA, di MEZZI E STRUMENTI per raggiungere e vivere la
Regola; infine occorre una STRUTTURA ed una distribuzione dei RUOLI, per garantire l’efficienza dei Mezzi ed il cammino verso la Regola.
La “Regola”
La Regola per eccellenza, in un Gr religioso, è GESÙ CRISTO e la sua proposta di vita
cristiana. Ogni Gr, orientandosi a questo modello, deve proporre una Regola che, ispirata
al modello, cerchi di far camminare tutti i propri membri verso Gesù. Si procede per approssimazione (quasi una sorta di quadratura del cerchio): si comincia fissando una Regola di partenza e la si perfeziona, mediante verifiche periodiche, in modo tale che essa si
perfezioni, si arricchisca e si approfondisca, tenendo in considerazione i nuovi aspetti
della vita di Gr che via via emergono.
IL LEADER del Gr è colui che ha la funzione di vegliare che la Regola venga applicata,
nonché di richiamare il singolo o il Gr quando la Regola viene abbandonata. Questo compito è un servizio, non una tirannia: anche il leader, effettivamente, è sottoposto alla Regola, né più né meno degli altri!
Pagina 37
Modulo introduttivo residenziale
Dinamica di Gruppo
Leader
Animatore
N
Cristo
Ragazzo
Il dinamismo
della Regola
Gli ANIMATORI sono coloro che si occupano dei Mezzi/Strumenti e che con le gestione
adeguata degli stessi cercano di avvicinare i Ragazzi, mediante la mediazione del “gioco”,
alla Regola. Essi hanno una corresponsabilità con il Leader, che è un “primus inter pares”.
Gli Animatori (o peggio ancora gli Aiutoanimatori, ossia coloro che si preparano a divenire Animatori) non sono gli schiavetti della situazione!
I RAGAZZI sono coloro che per motivi diversi (cfr. fattori di coesione intriseci socio–
affettivi individuali) entrano a far parte del Gr: essi vanno guidati, tramite i Mezzi,
all’assimilazione ed all’osservanza personale della Regola.
Pagina 38
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Dinamica di Gruppo
La “dinamica” della Regola
Nella misura in cui la “Regola” è valida ed accettata da tutti i membri del Gr e nella
misura in cui il Gr ed i suoi membri cercano di viverla, ecco che il Gr tende verso una crescente coesione interna. Nella misura in cui Animatori e Leader cercano di vivere la Regola e sono uniti attorno ad essa, tanto più aumenta anche la loro capacità di trascinare
pure i Ragazzi del Gr verso la Regola, nonché la capacità del Gr di mantenere i membri al
suo interno.
Nella misura in cui uno o più membri del Gr (Ragazzi o, peggio, Animatori) divengono
devianti rispetto alla Regola, la forza di coesione del Gr diminuisce e subentrano conflitti. Il Gr, in casi gravi, può addirittura arrivare a momenti di forte crisi oppure alla disgregazione o disintegrazione dello stesso.
Se la devianza ed i conflitti subentrano in un ambito non regolato dalla Regola, il conflitto va dapprima risolto ed in seguito la Regola va adattata. Se la devianza ed i conflitti
sono attorno ad ambiti già regolati, allora il Leader deve richiamare il deviante e risolvere il conflitto con la collaborazione di tutti.
Occorre stare attenti (cfr. il paragrafo “Verifica”) che naturalmente il Gr tende a
cercare il “cattivo” del Gr oppure il “capro espiatorio”, su cui scaricare tutta l’aggressività del Gr e dei suoi membri: è un processo quasi inevitabile, che può essere evitato solo
con il dialogo chiaro e franco nonché con verifiche periodiche e la capacità di ricominciare daccapo ogni volta.
I “Ruoli”
I singoli membri del Gr sono diversi gli uni dagli altri, ma in più essi agiscono in maniera differente a seconda del Ruolo che assumono all’interno del Gr (Leader, Animatore,
Aiutoanimatore, Ragazzo). Il Ruolo del singolo scaturisce soprattutto carismaticamente
piuttosto che istituzionalmente: ciò che è certo è che il Ruolo del singolo condiziona tutto il Gr.
Ci sono tre aree di ruolo:
Ruoli relativi al compito, miranti a facilitare e coordinare lo sforzo del Gr nella definizione degli obiettivi e nel perseguimento degli stessi (p. es. coordinatore, segretario…). Sono ruoli legati al “Fare pratico” ed alla gestione dell’attività del Gr.
 Ruoli relativi al mantenimento della vita del Gr. Due possono essere i tipi di preoccupazioni: socio–affettive (sostenere il morale, ridurre i conflitti); valorizzazione

Pagina 39
Modulo introduttivo residenziale
Dinamica di Gruppo
del Gr e dei suoi membri (interpretare i fenomeni che avvengono all’interno del Gr).
Sono ruoli che si occupano piuttosto “dell’Essere del Gr”: ciò in quanto il soggetto
dell’attenzione non è tanto il singolo quanto piuttosto il Gr.
 Ruoli individuali, concernenti soprattutto la soddisfazione dei bisogni individuali dei
membri (bisogno di dominare, di dipendere e rassicurarsi, di mettersi in mostra, di
raccontarsi e svelarsi). Questi ruoli non riguardano direttamente la vita del Gr ma
sono indispensabili all’esistenza del Gr stesso. Sono i ruoli relativi al “Fare” ed
“all’Essere” dell’individuo (non del Gr!): bisogna vegliare all’equilibrio tra i ruoli
dell’individuo ed i ruoli del Gr.
I “Conflitti” di Ruolo
L’assunzione e la distribuzione dei Ruoli in un Gr richiede che vi sia una sorta di istituzionalizzazione. Vi sono infatti due rischi: quello della concorrenza o dell’invidia da parte
di un altro membro oppure che il Ruolo sia assunto da qualcuno che è incapace di gestirlo.
La verifica e l’apportare dei correttivi a questo riguardo può portare nel Gr evoluzione e
maturazione del Gr stesso; la loro mancanza può portare disequilibrio e disgregazione.
Nella distribuzione e nell’accettazione dei Ruoli la comunicazione è essenziale: occorre
prestare attenzione agli atteggiamenti, ai canali, agli strumenti. La definizione e l’attribuzione dei Ruoli è spesso fonte di conflitti: essa va curata sin dall’inizio e va fatta in
piena chiarezza, per evitare i malintesi. Una volta accettata dal Gr, essa va difesa e non
continuamente messa in discussione
La Leadership del Gr
Il Gr necessita per assicurare il proprio mantenimento e la propria crescita di un Leader. Egli ha bisogno di autorità, che concerne sia il suo agire sia il suo rapporto con il Gr.
L’esercizio dell’autorità dipende però dalle norme collettive del momento; dalle situazioni
concrete; dalla personalità del Leader.
Laboratorio di “Dinamica di Gruppo”
Il compito consiste nell’elaborare (partendo da “Una possibile regola” a pag. 33) una
Regola, che preveda Obiettivi, Mezzi e Strumenti, Ruoli e Persone per un Gruppo parrocchiale dopo-cresima.
Pagina 40
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Dinamica di Gruppo
Una possibile regola
Obiettivo (“Che cosa e perché lo facciamo?”)
“Investire valide energie pastorali a favore della gioventù, promuovendo luoghi di aggregazione dove i giovani, dopo aver ricevuto
la prima iniziazione cristiana, possono sviluppare in un gioioso clima comunitario i valori autentici della vita umana e cristiana” (Giovanni Paolo II, 27 agosto 2000).
Mezzi e modalità (“Come lo facciamo?”)
Orizzonte cristiano di vita e di crescita
 Preghiera di gruppo e personale

Consapevolezza comune dell’obiettivo da raggiungere
 Polarizzazione verso i Ragazzi (cfr. “Obiettivo”)
 Apertura e accoglienza verso i Ragazzi indistintamente









Collaborazione e desiderio di collaborare
Condivisione delle gioie e dei problemi che si vivono insieme
Appoggio reciproco tra Animatori nei momenti di crescita dei
Ragazzi
Fiducia, trasparenza, onestà, franchezza reciproche
Comunicazione aperta e franca reciproca tra gli Animatori
Rispetto reciproco delle persone e delle idee, nonché nei rapporti tra le persone: ciò nel bene e nel male
Disponibilità alla crescita personale e di gruppo; alla discussione comune, nonché a fare e ricevere della critica costruttiva
Valorizzazione delle persone e dei loro talenti
Struttura e Ruoli (“Chi fa che cosa”)

I settori dell’attività di gruppo

Le responsabilità

Le persone concrete
Pagina 41
Modulo introduttivo residenziale
Metodologia
di don Rolando Leo
Come si fa a fare l’animatore? Cosa significa? Dove posso imparare? Sarò
capace? Sarà difficile? Sarà bello ed appagante?
Queste sono solamente alcune delle domande che vi frullano nella testa!
Frullavano nella testa di tutti i giovani che a 16 anni avevano pensato per
la prima volta a mettersi al servizio degli altri in questo modo, prima di intraprendere la formazione che li avrebbe portati a diventare davvero dei
buoni animatori.
Nel modulo di metodologia cercheremo di rispondere alle seguenti questioni:











Quale linguaggio adottare con dei ragazzi di 11 anni?
Si tratta del medesimo linguaggio che uso con dei ragazzi di 14?
Cosa cambia?
Come posso organizzare una serata di animazione, di festa, di riflessione, di preghiera, di cineforum all’oratorio o in una sala parrocchiale?
Chi devo avvertire? Chi è la persona che ha la maggiore autorità nella
mia parrocchia? Quali persone possono aiutarmi ad organizzarla?
Come si fa a preparare un calendario per tutto l’anno?
Quali sono i temi importanti da proporre durante l’anno? Con chi scelgo le tematiche? E queste tematiche hanno un legame con la vita nel
mondo dei ragazzi? Quali potrebbero essere? Quali possono essere
quelle legate a GIOVANI E CHIESA?
Quanto deve durare un incontro?
È una buona idea proporre ogni tanto una giornata intera di attività?
Se sì, come prepararla e cosa proporre?
Saremmo in grado di organizzare addirittura un week-end intero o una
settimana? Con quale tema? Per quanti ragazzi?
Quali persone devo contattare e coinvolgere per organizzare una settimana con un gruppo di ragazzi? Un medico? Un idraulico? Un bagnino?
Un cuoco? Un autista? Un prete?
Pagina 42
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Metodologia
APPUNTI DI METODOLOGIA
1) PARTIAMO DALL’ESPERIENZA E DAL VISSUTO
Domanda: PERCHÉ VUOI ANIMARE O “METTERE SU” UN GRUPPO?
2) SAPERE E SAPER ESSERE
▪ come
▪ come
▪ come
▪ come
faccio
faccio
faccio
faccio
a cambiare una gomma?
a suonare uno strumento?
a conoscere la storia?
a scrivere una poesia?
Ci vogliono: Studio – Istruzioni
Conoscenza della metrica, solfeggio, grammatica musicale ed esercizio
3) L’ASPETTO VOCAZIONALE
QUAL È LA DIFFERENZA TRA ME (ANIMATORE PARROCCHIALE) E:
• UN
MAESTRO DI STORIA?
• UN MECCANICO?
• UN MUSICISTA?
• UN POETA?
L’ASPETTO VOCAZIONALE!!!!
PRESUPPOSTO/I:
Pagina 43
Modulo introduttivo residenziale
Metodologia
4) COSA NON È UN ANIMATORE?
• un
dittatore, un opportunista,
• un baby-sitter, un salvatore,
• un libero professionista,
• un animatore di villaggio-vacanze,
• un isterico.
5) AMBITI
ATTORI
 ragazzi della cresima
 ragazzi del dopo-cresima
 ragazzi GMG
 ragazzi AC
 ragazzi d’altri movimenti o assoc.
 ragazzi di colonia
 gruppo d’amici spontaneo
CONTESTO
 GG
 AC
 colonia
 parrocchia
 gruppo liturgico
6) COME SI FA A TRASMETTERE LA FEDE AD UN GRUPPO DI ADOLESCENTI?
Commenta le seguenti possibili risposte e poi trova la tua a parte
• trovare una CONNESSIONE con Dio ad ogni attività proposta
• riuscire a trasmettere interesse e motivazione senza annoiare e mantenendo il gruppo unito
Pagina 44
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Metodologia
• far intuire la presenza amica ed arricchente di Cristo all’interno della loro vita
• trasmettere la capacità d’ascoltare, di comunicare la gioia
• con l’esempio, discutendo e prendendo liberamente posizione, con la presenza di
un sacerdote (nei momenti opportuni)
• riportare il proprio cammino con uno sguardo di Amore, in un contesto di preghiera
• riuscire a rendere la religione e Dio stesso qualcosa di attuale e non penalizzante
• far capire l’importanza di avere una bussola e desiderarla
• vivere concretamente la vita di fede, far conoscere Gesù come AMICO,
puntare sull’importanza dell’amicizia e l’origine dell’Amore,
condividere delle esperienze di fede
• trasmettere la conoscenza di sé stessi, degli altri e della strada verso la “stella polare”
• fate a loro tutto ciò che vorreste sia fatto a voi
• dare l’esempio nelle relazioni, negli atteggiamenti più comuni
• mettere ai ragazzi la pulce nell’orecchio, affinché essi le aprano per ascoltare …
La tua risposta:
________________________________________________________________
________________________________________________________________
________________________________________________________________
________________________________________________________________
7) RIFERIMENTI
Punto di riferimento essenziale per l’animatore parrocchiale è: IL PARROCO! Questo è
fondamentale per IL SENSO D’APPARTENENZA ECCLESIALE!
Pagina 45
Modulo introduttivo residenziale
Metodologia
8) COSA FARE QUANDO IL GRUPPO NON FUNZIONA?
• help al parroco (consulenza)
• parlarne con i colleghi apertamente
• cambiare il mio punto di vista e di partenza (forse esigo troppo)
• preghiera (chiedere cosa fare)
• individuare il problema specifico (spesso è meno grave di quanto non si pensi)
9) ALLE ORIGINI DELLA CHIESA
Il termine greco “έκκλμσία” (ecclesìa = chiesa) deriva dal verbo greco “καλέω” (kaléo =
chiamare). Non si tratta di semplice aggregazione, ma di una chiamata, individuale e collettiva.
IO E TE SIAMO CHIAMATI!!
SENSO DI APPARTENENZA AL GRUPPO,
ALLA CHIESA E A CRISTO
Lavoro d’équipe
• SE È BELLO, È BELLO INSIEME
• SE È BRUTTO, È BRUTTO INSIEME
• S. Paolo dice:GIOIRE CON CHI È NELLA GIOIA E SOFFRIRE
CON CHI È NEL PIANTO
NON CAMUFFARE, CONTRAFFARE O ANNACQUARE LA VERITÀ
DEL SENSO DEL NOSTRO ESSERE INSIEME, SENZA MANCARE DI
CARITÀ E CORDIALITÀ!!!!
COMUNIONE SPIRITUALE
Pagina 46
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Metodologia
APPENDICE A: TECNICHE D’ANIMAZIONE UTILIZZATE DURANTE IL CORSO
• Narrazione
(esperienza personale)
• Preconoscenze (tecnica dei bigliettini liberi ed anonimi)
• Vignette fumettistiche allegoriche
• Video (spezzoni d’avviamento)
• Sveglia animata (con chitarra, tastiera e voce umana) e individualizzata
• Cineforum (film con discussione)
• Musica (CD, canzoni, balli, momenti riempitivo)
• Interazione ed improvvisazione (quando è possibile)
• Visione strutturata
• Beamer
• Lucidi
• Carta da pacco per sintesi
APPENDICE B: GIOCHI PROPOSTI
Per conoscersi
• Oggetto da scegliere al centro del cerchio nel giro di 10 sec. per presentare sé stessi
Di fiducia
• Gioco della fiducia con tre varianti: a) cerchio umano stretto che si auto-sostiene
seduto; b) tenere la persona che si lascia cadere; c) la cerniera umana sdraiata che
fa passare una persona alla volta sostenendola con le mani e ripartendo il suo peso
con un certo equilibrio
• Il dito: condurre una persona bendata semplicemente attraverso la pressione dei
reciproci polpastrelli dell’indice
Tranquilli e di riflessione
• Il minuto (far contare mentalmente e in silenzio i ragazzi, senza orologio, prima di
mandarli a dormire)
• Momento di silenzio e riflessione finale con candele, musica ed immagine da contemplare (spiegare o non spiegare ai ragazzi all’inizio lo scopo??)
Pagina 47
Modulo introduttivo residenziale
Metodologia
Vari
• Canti
vari
• Il palio di Siena: imitazione dei gesti della corsa dei cavalli
• Il generatore: ci si trasmette la corrente tramite una stretta di mano. C’è un’unica
persona (il generatore) in grado di invertire il senso della corrente; due campanelle
suoneranno al passaggio della corrente per aiutare il volontario a scoprire chi è il
generatore fra i partecipanti (tre possibilità)
• La pioggia: sequenza veloce di suoni o rumori per dare l’impressione dell’arrivo della
pioggia
• Teatro dell’oppresso: mimare la smorfia (ed eventualmente il verso) di un partecipante,
uno alla volta, in cerchio, senza sbirciare, come il telefono senza fili, per arrivare
al medesimo punto del cerchio e verificare il risultato
• Giochi a postazioni di vario genere (per gruppi)
• Comunicazione: tre varianti sempre in cerchio: a) passare il verso, il gesto o la
smorfia come se fosse una palla, ad un compagno che, a sua volta, “rilancerà” ad
altro; b) passare una forma di saluto originale; c) stretti in piedi con le spalle giunte:
tutti si salutano, reciprocamente, in silenzio, semplicemente usando l’espressione
facciale (adatto per la fine di una serata o di un campo)
• Lo specchio: a) imitare con la “tempestività” di uno specchio il compagno di fronte;
b) comporre una fila di specchi e passarci di fianco lentamente, in modo che ogni
porzione di specchio “rispecchi” il giusto movimento e la giusta posizione mentre
l’individuo passa.
Pagina 48
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Ed ora, infine...
… facciamo un po’ di sintesi!!!
Dopo che per ormai quasi tre giorni abbiamo parlato degli argomenti più disparati che
riguardano, in un modo o nell’altro, l’essere animatore, vediamo di riassumere e
sintetizzare – e forse anche di schematizzare – un po’ tutto quanto abbiamo visto, in
modo tale che con poche frasi abbiamo in mente tutto ciò che abbiamo detto e le cose
principali che dobbiamo ritenere per la nostra attività di animatori.
Gli ingredienti e le cinque pentole
In questi giorni siamo venuti qui al MIntro, ognuno con le nostre idee e le nostre
visioni di ciò che significa “Essere animatore”: stando insieme qui, abbiamo compreso
quali sono gli elementi, gli “ingredienti” che servono per il nostro giusto modo di porci
davanti agli altri, in particolare davanti ai ragazzi che partecipano alle nostre attività
diocesane oppure che fanno parte dei nostri gruppi parrocchiali e zonali.
La prima pentola: la Spiritualità
Prima di tutto ci siamo resi conto che siamo persone e che come tali desideriamo
essere trattati: non siamo “numeri” o “anonimi
individui”, ma siamo persone amate da Dio e,
come tali, siamo chiamati ad amarci gli uni gli
altri. La prima motivazione dell’essere
animatore è proprio questa: siamo stati amati
da Cristo nella Chiesa e, proprio perché ciò
che abbiamo scoperto è bello, invitiamo altri a
fare la nostra stessa esperienza. Ma senza che
io mantenga costantemente un buon rapporto
(spiritualità) con Dio e, nella Chiesa, con il
fratello amato da Dio, non è possibile dire all’altro con sincerità che Dio lo ama e che
quindi anche noi, proprio per questo, lo amiamo!
La seconda pentola: la Comunicazione da persona a persona
È la persona nella sua interezza che comunica, non solo una sua parte: è quindi
essenziale che la comunicazione possa avvenire in modo completo, cioè non solo con le
Pagina 49
Modulo introduttivo residenziale
Sintesi
idee e non solo con i sentimenti. Una comunicazione può riuscire quando è da cuore a
cuore e da mente a mente, dove mente e cuore sono connesse con tutto l’essere che
comunica.
RELAZIONARSI
La terza pentola: la Persona, Preado e Ado
Preado e Ado
Si tratta di persone, e come tali vanno considerate: ancora giovani, inesperte della
vita. Ma come persone vanno accompagnate, cioè occorre camminare insieme con loro. Il
loro cammino è progressivo, passa attraverso tappe successive, ma occorre avere la
pazienza di lasciar loro il tempo di fare il passo successivo (spazio di sicurezza).
Pagina 50
Pastorale Giovanile Diocesana - Azione Cattolica Giovani
Sintesi
Accompagnarli significa anche fare alcuni km nelle loro scarpe, per cercare di capire ciò
che essi vivono, pensano e sentono.
Trovare la chiave
È importante trovare la chiave per entrare in relazione con il Preado e Ado: questa
chiave può essere qualsiasi cosa, ma va scoperta! Quando la porta è aperta, il dialogo
inizia e si può entrare in una relazione educativa che aiuta l’altro a comprendere e
approfondire la visione della vita. Occorre anche insegnargli a lasciarsi aiutare, a gridare
aiuto quando ne ha bisogno, e ad attaccarsi alla “corda” per lasciarsi tirar su e quindi
educare. Questo atteggiamento è per loro, però, tutt’altro che naturale!
La quarta pentola: la Dinamica di Gruppo
1° concetto
Importanza di una Regola chiara condivisa da tutti i membri del gruppo. Occorre ben
sapere che l’ideale è la Regola=Gesù Cristo: questo rimane però sempre e solo un ideale
verso cui tendere attraverso approfondimenti progressivi, quasi come una sorta di
“quadratura del cerchio”.
2° concetto
La regola deve prevedere in modo chiaro tre ambiti: gli Obiettivi, i Mezzi e Strumenti,
i Ruoli e le Persone.
Pagina 51
Modulo introduttivo residenziale
Sintesi
La quinta pentola: la Metodologia
Tracciare un percorso verso una meta
Per un gruppo di persone concrete va progettato un cammino, un programma, che
prenda il gruppo stesso e lo accompagni verso un obiettivo, che è, ultimamente, un
incontro più profondo con il Signore Gesù. Il cammino deve avere un tema annuale, delle
tappe stagionali, delle unità didattiche.
Saper vedere
Occorre saper vedere la realtà così com’è, e cioè occorre saper guardare oltre le
apparenze o le superficialità. Occorre saper valutare la realtà con gli occhiali; essi hanno
due lenti: la mente il cuore!
Saper tradurre in un percorso formativo...
… tante variabili e cose importanti di cui tener conto!
… ciò che però conta soprattutto è la risposta che diamo al Signore con il nostro:
“Eccomi, manda me!”!!!
Pagina 52
ana —
s
e
c
o
i
D
ovanile Giovani
i
G
e
l
a
a
Pastor
attolic
C
e
n
o
A zi
Pastorale Giovanile Diocesana
Casella postale
Via Cantonale 2a
6900 Lugano
Tel.: 091 968 28 30
Fax: 091 968 28 32
Mail: [email protected]
Sito: www.pastoralegiovanile.ch
Azione Cattolica Ticinese
Casella postale
Via Cantonale 2a
6900 Lugano
Tel.: 091 950 84 64
Fax: 091 968 28 32
Mail: [email protected]
Sito: www.azionecattolica.ch
Scarica

Essere Animatore