ANNO SACERDOTALE
2009 - giugno - 2010
È un anno dedicato ai sacerdoti, rivisitando la figura del Curato d’Ars.
Quasi un anno “sabbatico” per ripensare “alla
Chiesa che c’è” con i punti fermi che ci hanno
sempre accompagnati; «per promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti
per una più incisiva testimonianza evangelica nel
mondo d’oggi» (Benedetto XVI).
«Il Curato d’Ars parlava del sacerdozio come se
non riuscisse a capacitarsi della grandezza del dono
e del compito affidati ad una creatura umana: “Oh,
come il prete è grande!... Se egli si comprendesse,
morirebbe... Dio gli obbedisce: egli pronuncia due
parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua
voce e si rinchiude in una piccola ostia...» (Benedetto XVI).
L’obiettivo non è esaltare il prete. Al centro c’è sempre e solo Dio. Dio e il suo amore per noi. Dio che
le pensa tutte pur di dare senso, gioia, pienezza alla
nostra vita. Il sacerdote? Una geniale trovata di
Dio. Dice ancora il Curato d’Ars: «Il sacerdozio è
l’amore del cuore di Gesù». Fa capire che solo Gesù
poteva inventarsi un modo così vivo e umano per
restare in mezzo a noi.
con i sacerdoti,
per i sacerdoti
spunti per l’adorazione
eucaristica personale
ARA CRUCIS
ARA CRUCIS
Via degli Insorti, 27 - 48018 Faenza (Ra)
Tel. e Fax 0546.21399 e-mail: [email protected]
Realizzazione studio grafico tam tam - Faenza
Finito di stampare nel mese di dicembre 2009
da Tipografia Romagna - Faenza
Carissimi sacerdoti,
vi pensiamo come punti di riferimento nella
Chiesa. Quello che ci unisce a voi è l’amore di Cristo,
la convinzione che solo Lui può aiutare le persone a
muoversi nella trama complessa e contraddittoria
della vita di oggi.
Vorremmo che Gesù camminasse sulle nostre strade,
nei luoghi in cui si incontrano il male e la tentazione
per neutralizzarli; il dolore per consolarlo; là dove si
affaccia un desiderio di bene per farlo venire alla luce
con la potenza dell’amore.
Dove lo troviamo questo Gesù “in azione come
Dio”?
Lo troviamo in voi, nell’esercizio del vostro ministero
di sacerdoti, cioè quando battezzate, quando confessate, quando celebrate l’Eucaristia, il Matrimonio,
l’Unzione degli infermi, quando, grazie all’unione
che vivete con il Signore, riuscite a trovare le parole
che sono eco della Parola che salva.
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Vogliamo pregare con voi in questi momenti sacramentali, fedeli con voi ogni giorno all’Eucaristia,
alla Liturgia delle Ore, all’Adorazione, al Rosario.
È soprattutto nella preghiera silenziosa, di ascolto e
di comunione con Dio, che vogliamo essere insieme,
grazie anche a questo libretto.
Concludiamo indirizzandoci personalmente a ciascuno di voi.
Carissimo fratello sacerdote, pensa sempre che
stai a cuore alla Chiesa, che prega con te e per te,
soprattutto pensalo quando riscontri in te una nota
di depressione... Stai a cuore specialmente a chi nella
Chiesa ha ricevuto la missione di seguirti in modo
invisibile, ma costante, sull’esempio di Maria.
Possa crescere in te la gioia degli appuntamenti santi in cui, mentre dai, ricevi, e sperimenti Cristo fonte
d’acqua viva che zampilla per la pienezza della tua
vita e di quella di tutti coloro a cui sei mandato.
La Comunità “Ara Crucis”,
Monastero domenicano di vita contemplativa
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Carissimi fratelli e sorelle tutti,
quando capita di parlare con voi a proposito
dei sacerdoti, a volte esprimete gratitudine per quelli
da cui avete ricevuto del bene, a volte manifestate di
essere ancora in ricerca di uno su cui poter contare,
dotato di particolari requisiti e cioè, come qualcuno
ha scritto, dovrebbe essere un prete che sa ascoltare,
senza rinunciare a proporre; che sa aspettare, senza
arrendersi; che sa essere esigente, senza scoraggiare;
compagno di strada nel cammino spirituale, mai così vicino da non poter essere padre, mai così lontano
da non poter essere fratello.
Il Vangelo, la vita degli apostoli, la storia della Chiesa fino ad oggi, attraverso la testimonianza di tanti
sacerdoti santi, vi dà una particolare intuizione per
riconoscere nella vita del sacerdote il riflesso di Gesù: nella preghiera, nella parola, nella carità. È questa diversità che voi cercate per incontrare il Signore
nell’uomo-sacerdote.
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L’occhio della fede vi aiuta a tenere insieme la sua
santità e la sua fragilità. Non è un ostacolo la debolezza quando è bilanciata da una continua ripresa nell’ascolto, nella pazienza, nella preghiera,
nell’amore. Così, quando il sacerdote è debole si realizza la parola del Signore: «Senza di me non potete
far nulla» (Giovanni 15,5). E quando il sacerdote si
riprende si compie la parola: «Tutto posso in colui
che mi dà la forza» (Filippesi 4,13). Il Curato d’Ars
lo esprime così: «Se avessimo fede vedremmo Dio
nascosto nel sacerdote come il vino mescolato all’acqua».
Carissimi tutti, voi potete fare tanto quando
pensate: Sono nostri i sacerdoti! Sono come noi,
impastati di umanità, ma chiamati a fare spazio a
Dio in se stessi, così che lo possiamo trovare in loro
e attraverso di loro. Questo atteggiamento del cuore
suggerisce le iniziative giuste nello stare vicino, nel
lavorare insieme, nel pregare con loro e per loro.
La Comunità “Ara Crucis”,
Monastero domenicano di vita contemplativa
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DI FRONTE ALL’EUCARISTIA
L’Adorazione con la parola di Dio dà grande profondità ed efficacia all’incontro con Lui.
L’essenziale è proprio entrare in un rapporto che diventa contemplazione e comunione, cioè esperienza viva, percezione che Egli abita in noi e guida la
mente e il cuore.
I modi possono essere vari:
•riflessione libera sulla parola di Dio, illuminata da
qualche commento;
•riflessione guidata da uno schema che vuole
orientare il pensiero e il dialogo personale.
Nella misura in cui ci si mette in gioco personalmente, accettando la gioiosa fatica di lasciarsi trasformare, si può poi davvero pregare per gli altri.
IL CAPITOLO 17
DEL VANGELO DI GIOVANNI
Le parole di Gesù prima della sua passione (Giovanni 14-17) sono uno squarcio di luce, la finestra che
il Vangelo ci apre sull’io più intimo di Gesù. Sono
il suo testamento. Lo conclude il capitolo 17, una
melodia divina che riprende i vari temi del Vangelo
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e si dispiega come preghiera sul motivo dominante
della gloria del Padre, del Figlio e di noi suoi fratelli, che alla fine diventeremo «uno» con il Figlio e
con il Padre, nell’unico amore.
Fin dall’antichità questo capitolo è stato chiamato
«preghiera sacerdotale», preghiera di Cristo sacerdote, mediatore tra Dio e gli uomini, che sta portando a compimento la sua missione di intermediario: «Per loro io consacro me stesso, perché siano
anch’essi consacrati nella verità». Grazie a questa
mediazione, che è il sacrificio di Sé, apre agli uomini la comunione diretta con Dio.
Le parole di questa preghiera meriterebbero tutte di
essere evidenziate e riprese nell’Adorazione eucaristica personale. Lo Spirito Santo ci aiuta a focalizzarle un po’ alla volta.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Così parlò Gesù. Poi, alzati gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché
il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni
essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti
coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che
conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
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Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che
mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti
a te con quella gloria che io avevo presso di te prima
che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai
dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi
hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che
tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le
parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le
hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da
te e hanno creduto che tu mi mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per
coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi.
Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono
glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi
invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato,
perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome,
quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno
di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura.
Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel
mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della
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mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li
ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io
non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li
custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo,
come io non sono del mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come
tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato
loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che
crederanno in me mediante la loro parola: perché
tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e
io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda
che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro,
perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti
nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato
e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano
anch’essi con me dove sono io, perché contemplino
la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai
amato prima della creazione del mondo.
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Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti
ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi
hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome
e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai
amato sia in essi e io in loro».
COMMENTI
Alcuni pensieri di BENEDETTO XVI
(dall’omelia ai sacerdoti
nella Messa crismale del Giovedì Santo 2009)
«“Per loro io consacro me stesso, perché siano
anch’essi consacrati nella verità” (Giovanni 17,
17 ss).
Quando Gesù dice: “Io mi consacro”, Egli si fa insieme sacerdote e vittima. “Io mi consacro” equivale a “Io mi sacrifico”. È questo l’atto sacerdotale
in cui Gesù – l’Uomo Gesù, che è una cosa sola col
Figlio di Dio – si consegna al Padre per noi. In esso
è racchiuso tutto il mistero della nostra redenzione.
E vi è contenuta anche l’origine del sacerdozio della
Chiesa, del nostro sacerdozio.
“Consacrali nella verità”: è questo l’inserimento
degli apostoli nel sacerdozio di Gesù Cristo.
“Consacrali nella verità”: è questa la vera preghiera
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di consacrazione per gli apostoli. Il Signore chiede
che Dio stesso li attragga verso di sé, dentro la sua
santità. Chiede che Egli li sottragga a se stessi e li
prenda come sua proprietà, affinché, a partire da
Lui, essi possano svolgere il servizio sacerdotale
per il mondo.
“Consacrali nella verità; la tua parola è verità”: questa parola dell’inserimento nel sacerdozio illumina
la nostra vita e ci chiama a diventare sempre di nuovo discepoli di quella verità, che si dischiude nella
parola di Dio.
Non ha forse Cristo detto di se stesso: “Io sono la
verità” (cf. Giovanni 14, 6)? E non è forse Egli stesso la Parola vivente di Dio, alla quale si riferiscono
tutte le altre singole parole? Consacrali nella verità,
cioè: Padre, rendili una cosa sola con me, Cristo.
Lègali a me. Tìrali dentro di me. E di fatto: esiste solo un unico sacerdote della Nuova Alleanza, lo stesso Gesù Cristo. E il sacerdozio dei discepoli, pertanto, può essere solo partecipazione al sacerdozio di
Gesù. Il nostro essere sacerdoti non è quindi altro
che un nuovo e radicale modo di unificazione con
Cristo. Sostanzialmente tale unificazione ci è stata
donata per sempre nel Sacramento dell’Ordine».
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Una nostra sottolineatura:
«Io prego per loro; …per coloro che tu mi hai dato,
perché sono tuoi» (Giovanni 17, 9).
Gesù ha voluto ricordare nella sua preghiera al Padre i discepoli, coloro che hanno vissuto con Lui tre
anni in un crescendo di conoscenza e familiarità:
per loro il Maestro è diventato l’amico, e quasi un
padre. Per Gesù i discepoli sono diventati gli amici
più cari, i confidenti della sua missione, i fratelli,
quasi come figli ricevuti dal Padre dei cieli. L’umanità finissima di Gesù emerge in questa preghiera.
Egli ci insegna che anche nella Chiesa dobbiamo
avere affetto per tutti i fratelli nella fede e coltivare
un vincolo profondo di carità, che diventa legame
spirituale e concreto, con coloro che sono stati chiamati ad essere pastori della Comunità.
Perciò, sulla parola di Gesù: «Io prego per loro»
(cioè per i discepoli, per i sacerdoti), ecco: noi preghiamo per loro.
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I. schema per l’Adorazione eucaristica
INTERCESSIONE:
MISSIONE PERMANENTE
Giovanni 17, 9 - IO PREGO PER LORO
... per coloro che Tu mi hai dato perché sono tuoi.
L’intercessione è per tutti i battezzati, tutti dobbiamo intercedere con Gesù, “nel suo nome”:
•è un dovere di carità: di un sacerdote, per le persone che gli sono affidate; di un papà, di una
mamma per i propri familiari; di ogni cristiano
per situazioni particolari...
•è un dovere di Corpo Mistico: siamo una cosa sola
e non ci si può rivolgere a Dio senza incontrare in
Lui tutti quelli che ama.
La Chiesa ci chiede di mettere a fuoco, tra gli amici
di Gesù, i continuatori della sua missione, i sacerdoti.
Ci uniamo alla preghiera sacerdotale di Gesù: con
le sue parole e nel suo nome chiediamo per loro lo
Spirito Santo:
VIENI, SPIRITO SANTO,
RIEMPI IL CUORE DEI TUOI FEDELI
E ACCENDI IN ESSI
IL FUOCO DEL TUO AMORE.
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VIENI! Invochiamo lo Spirito sui sacerdoti vicini e
lontani; ne nominiamo mentalmente alcuni...
VIENI! Ora che li abbiamo presenti, cerchiamo di
entrare nel vivo della preghiera di Gesù: «Io prego per loro». Pensiamo alla fatica dei sacerdoti nel
passare da un’attività all’altra rimanendo in comunione col Signore. Stiamo con loro davanti all’Eucaristia: nella nostra miseria la sua misericordia! Nella
nostra piccolezza Dio fa cose grandi!
******
RIEMPI! Per riempire occorre prima svuotare. Gesù prega: «Custodiscili dal Maligno». Il Maligno
risveglia sempre l’uomo vecchio: invidie, gelosie,
egoismo, protagonismo, attivismo… Preghiamo
perché lo Spirito ci svuoti e ci liberi da tutte le tentazioni.
RIEMPI! Riempire vuol dire colmare. Gesù prega:
«Consacrali nella verità. La tua parola è verità».
Gesù chiede la conversione dei suoi discepoli, i sacerdoti, e anche la nostra conversione: chiede che ci
lasciamo prendere dalla parola di Dio che purifica
e trasforma.
******
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ACCENDI! La parola, quando ci tocca, accende
l’amore. Gesù prega: «L’amore con il quale mi hai
amato sia in essi». Cioè: attiraci nello stesso amore. Che tutti sappiamo “esporre” davanti al Signore
la nostra vita, le nostre fatiche e le nostre gioie, e
percepiamo che in noi scorre un’altra vita, quella di
Gesù.
ACCENDI! Gesù prega: «Siano una cosa sola come
noi». Non siamo più autonomi dalla Trinità, ma una
cosa sola con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. In
comunione con Dio irradiamo bontà ed entriamo in
comunione con il prossimo.
Ritornare instancabilmente a questa realtà, dopo
ogni inganno dell’uomo vecchio, sia la nostra intercessione – conversione permanente.
II. schema per l’Adorazione eucaristica
CON MARIA E GIOVANNI
SOTTO LA CROCE DI GESÙ
Giovanni 19, 25-27 - Stavano presso la croce di Gesù
sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di
Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo
la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava,
disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse
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al discepolo: Ecco tua madre! E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Ascolto
•La croce, abisso di dolore. Il Figlio di Dio, il Figlio
così amato, l’Amico, il Maestro, muore come un
malfattore.
•La croce, vertice dell’amore: è il compimento della Storia della Salvezza.
•Maria e Giovanni sono sul Calvario. Sono lì perché amano e credono. La loro presenza significa
fedeltà e amore. La parola rivela loro una nuova
realtà: Maria diventa madre di Giovanni;
Giovanni diventa figlio di Maria.
Ascolto: il brano evangelico illumina la mia comprensione.
Conversione
•Giovanni è uno dei discepoli. «È una prefigurazione di tutte le persone chiamate per essere “discepolo amato” e, di conseguenza, in modo particolare anche dei sacerdoti» (Benedetto XVI).
•Maria è la madre, la serva della parola, la discepola perfetta, l’amica più fedele.
Giovanni accoglie Maria nell’intimo della sua vita, nella profondità del suo essere (Benedetto XVI).
È il profilo mariano del sacerdote: immacolatezza,
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piccolezza, decisione, gioia, missione.
Maria riceve Giovanni e condivide con lui la stessa passione sacerdotale: «docilità filiale e solidarietà fraterna» (card. A. Vanhoye).
Conversione: per pregare con e per i sacerdoti, entro anch’io nella dinamica di questo duplice affidamento. Posso chiedermi: la mia vita ha un timbro
mariano e sacerdotale? Che cosa manca? Che cosa
deve crescere? Che cosa deve scomparire?
Vita nuova
•Gesù dice a ciascuno, al sacerdote, a me: «Tutto
ciò che è mio è tuo» (Luca 15,31).
•Gesù, Maria, Giovanni: l’umanità nuova che è
uno nell’amore.
•Siamo affidati gli uni agli altri.
Vita nuova: anch’io vivo da figlio del Padre! Un’esistenza offerta, con il desiderio di dare Cristo al
mondo. È la dimensione sacerdotale della vita.
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III. schema per l’Adorazione eucaristica
DI FRONTE ALL’EUCARISTIA
PER RIVIVERE LA MESSA, FONTE
E CULMINE DELLA VITA DEL SACERDOTE
Ripercorriamo durante l’Adorazione cinque passaggi che richiamano parti essenziali della celebrazione eucaristica per immergerci di nuovo in essa
con calma e consapevolezza.
•ACCOGLIENZA E ATTO PENITENZIALE
Signore, sono di fronte al tuo amore. Eccomi, con
tutto me stesso, anche con il peso del mio peccato.
Abbi pietà di me.
Signore, tu mi conosci (salmo 139,1).
Gioia piena alla tua presenza (salmo 16,11).
•LITURGIA DELLA PAROLA
Approfondisco un brano di Vangelo, quello della
liturgia del giorno o della domenica precedente.
Parla, Signore. Ti ascolto.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore (salmo 85,9).
•PRESENTAZIONE DEI DONI
Mi chiedo: che cosa sto vivendo in questo periodo? Una gioia, un dolore, una fatica… Te lo offro,
Signore. Come dire: voglio viverlo con Te!
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Davanti a te sono tutte le mie vie (salmo 119,168).
Davanti a te i pensieri del mio cuore (salmo 19,15).
•PREGHIERA EUCARISTICA
Ti ringrazio, Signore, per tutti i tuoi benefici (li
elenco) e soprattutto per il beneficio che Tu sei per
la mia vita.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie (salmo 118,28).
•COMUNIONE
Ora desidero solo rimanere in silenzio, avere un
tempo di intimità forte e gioiosa.
Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene (salmo
16,2).
LA PREGHIERA DEL ROSARIO:
I MISTERI DELLA LUCE
Proponiamo di contemplare i misteri della luce
perché permettono di cogliere qualche luce del mistero di Gesù Sacerdote. Per questo la formulazione
dei cinque misteri pone in posizione di rilievo il nome di Gesù.
L’accento, nei brevi pensieri-guida, cade sui termini
vocazione/missione.
Il versetto tratto dalla preghiera sacerdotale di Gesù (Giovanni 17) vuole evidenziare il dono condiviso
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dal Maestro con i “suoi”. Con la preghiera lo richiamiamo alla consapevolezza e lo crediamo già elargito, a vantaggio di tutti.
1.Gesù viene battezzato al fiume Giordano.
Ricevuto il battesimo, mentre Gesù stava in pre-
ghiera, il cielo si aprì e discese su di lui lo Spirito
Santo (Luca 3,21-22).
La VOCAZIONE, chiamata irrevocabile.
Con Maria, figlia del Padre, chiediamo per i sacerdoti la fedeltà.
Vi ho chiamato amici… Ho manifestato il tuo
nome agli uomini che mi hai dato (Giovanni 15,15.
17,6).
2.Gesù si rivela alle nozze di Cana.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dis-
se: Non hanno vino. (...) Sua madre disse ai servi:
Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Giovanni 2, 3.5).
La MISSIONE, servizio per la gioia del mondo.
Con Maria, serva della nostra gioia, chiediamo
per i sacerdoti la letizia del cuore.
Abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia
(Giovanni 17,13).
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3.Gesù annuncia il Regno di Dio.
Gesù diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di
Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo
(Marco 1,14-15).
La VOCAZIONE nasce dalla parola e per la parola.
Con Maria, sorella nostra, chiediamo per i sacerdoti l’assiduità all’ascolto e alla preghiera.
Le parole che hai dato a me io le ho date a loro
(Giovanni 17,8).
4.Gesù si trasfigura.
Gesù fu trasfigurato davanti ai tre discepoli: il
suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce… Ed ecco una voce dalla
nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato.
Ascoltatelo! (cf. Matteo 17,2.5).
La MISSIONE: testimoniare l’amore di Dio per
ogni uomo.
Con Maria, amica nostra, chiediamo per i sacerdoti il dono di amicizie profonde e limpide.
L’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io
in loro (Giovanni 17,26).
5.Gesù istituisce l’Eucaristia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io
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darò è la mia carne per la vita del mondo (Giovanni
6,51).
La VOCAZIONE/MISSIONE è la comunione.
Con Maria, madre di tutti, chiediamo per i sacerdoti una vita eucaristica donata, offerta per l’unità, grata. Presenza di pace.
Come tu mi hai mandato, anche io ho mandato
loro. Siano una cosa sola come noi. Io in loro e tu
in me (Giovanni 17, 18.22.23).
LITANIE DI GESÙ CRISTO
SACERDOTE E VITTIMA
Queste litanie sono state molto care a papa Giovanni
Paolo II che le recitava in latino dal tempo della sua
formazione sacerdotale. Ha scritto: «Quali pensieri profondi esse suscitavano in me! Mi tornano alla
memoria con il simbolismo evocatore delle immagini bibliche di cui sono intessute, sono infatti profondamente radicate nella Sacra Scrittura, soprattutto
nella lettera agli Ebrei» (Dono e mistero, p. 91-92).
Signore pietà
Signore pietà
Signore pietà
Signore pietà
Cristo pietà
Cristo pietà
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Gesù Sacerdote e Vittima
abbi pietà di noi
Gesù Sacerdote in eterno
secondo l’ordine di Melchisedech
abbi pietà di noi
Gesù Sacerdote mandato da Dio
per annunziare ai poveri il Vangelo
abbi pietà di noi
Gesù Sacerdote che nell’ultima cena
hai istituito il sacrificio perenne
abbi pietà di noi
Gesù Sacerdote sempre vivo
per intercedere in nostro favore
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice unto dal Padre
in Spirito Santo e potenza
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice scelto fra gli uomini
e costituito per gli uomini
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice della nostra fede
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice santo,
innocente e senza macchia
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice fedele e misericordioso abbi pietà di noi
Gesù Pontefice acceso dallo zelo
per Dio e per le anime
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice che ci hai aperto
una nuova via
abbi pietà di noi
24
Gesù Pontefice che ci hai amato
ed hai lavato i nostri peccati
nel tuo sangue
abbi pietà di noi
Gesù Pontefice che hai consegnato
te stesso a Dio come offerta e vittima
abbi pietà di noi
Gesù Vittima pura,
santa ed immacolata
abbi pietà di noi
Gesù Vittima di propiziazione e di lode abbi pietà di noi
Gesù Vittima
di riconciliazione e di pace
abbi pietà di noi
Gesù Vittima per la quale
ci avviciniamo con fiducia a Dio
abbi pietà di noi
Gesù Vittima
vivente nei secoli dei secoli
abbi pietà di noi
Dalla superficialità
nell’intraprendere la vita sacerdotale
salvaci, Signore
Dal peccato di sacrilegio
salvaci, Signore
Dal peccato contro la castità
salvaci, Signore
Dall’amore al denaro
salvaci, Signore
Dal peccato di simonìa
salvaci, Signore
25
Dall’amministrazione infedele
dei beni ecclesiastici
salvaci, Signore
Dall’amore del mondo
e delle sue vanità
salvaci, Signore
Dalla celebrazione indegna
dei tuoi santi misteri
salvaci, Signore
Per il tuo sacerdozio eterno
salvaci, Signore
Per la santa unzione con la quale
sei stato costituito Sacerdote dal Padre salvaci, Signore
Per il tuo spirito sacerdotale
salvaci, Signore
Per il santo ministero con il quale
hai glorificato il Padre sulla terra
salvaci, Signore
Per la cruenta immolazione fatta
una volta per sempre sulla croce
salvaci, Signore
Per il medesimo sacrificio
che ogni giorno si rinnova sugli altari
salvaci, Signore
Per la potenza divina che eserciti
invisibilmente nei tuoi sacerdoti
salvaci, Signore
Mantieni tutto l’ordine
sacerdotale nella dedizione
fervorosa al culto santo 26
ti preghiamo, ascoltaci
Provvedi al tuo popolo
pastori secondo il tuo cuore
ti preghiamo, ascoltaci
Riempili
del tuo spirito sacerdotale
ti preghiamo, ascoltaci
Custodiscano la scienza di Dio
sulle loro labbra
ti preghiamo, ascoltaci
Manda operai nella tua messe
ti preghiamo, ascoltaci
Moltiplica i fedeli
dispensatori dei tuoi misteri
ti preghiamo, ascoltaci
Dona loro un perseverante
servizio nella tua volontà
ti preghiamo, ascoltaci
Concedi la docilità nel ministero,
lo zelo nell’azione
e la costanza nella preghiera
ti preghiamo, ascoltaci
Promuovi grazie a loro
il culto del Santissimo
Sacramento in ogni luogo
ti preghiamo, ascoltaci
Accogli nella tua gioia coloro
che ti hanno servito fedelmente
ti preghiamo, ascoltaci
Agnello di Dio
che togli i peccati del mondo
perdonaci Signore
27
Agnello di Dio
che togli i peccati del mondo
esaudiscici Signore
Agnello di Dio
che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi
Gesù Sacerdote
ascoltaci
Gesù Sacerdote
esaudiscici
Preghiamo
O Dio, custode e santificatore della Chiesa, suscita,
con la grazia del tuo Spirito, idonei e fedeli dispensatori dei santi misteri perché, con il loro ministero
e il loro esempio, guidino il popolo cristiano sulla
via della salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.
O Dio, che ai discepoli radunati in preghiera e digiuno ordinasti di riservare Paolo e Barnaba per
l’opera alla quale li avevi chiamati, assisti la tua
Chiesa in ascolto e mostra, Tu che conosci i cuori
di tutti, coloro che hai scelto per il ministero. Per
Cristo nostro Signore. Amen.
(Traduzione a cura della Comunità “Ara Crucis”)
28
Le litanie di Gesù Cristo Sacerdote e Vittima lasciano intuire le situazioni difficili e pericolose che possono insidiare l’integrità della vita sacerdotale.
Entriamo nella preghiera di Gesù: «Io prego per
loro... per coloro che tu, Padre, mi hai dato, perché sono tuoi. ... Non prego che tu li tolga dal
mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno»
(Giovanni 17, 9. 15). La preghiera per i sacerdoti può
preservarli da comportamenti sbagliati e sostenerli
nella fedeltà.
Gesù Cristo,
Splendore della gloria del Padre,
illumina i tuoi sacerdoti.
Gesù Cristo Sommo Sacerdote,
proteggi i tuoi sacerdoti.
Gesù Cristo Vero Sacerdote,
santifica i tuoi sacerdoti.
Gesù Cristo Eterno Sacerdote,
salva i tuoi sacerdoti.
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ARA CRUCIS
Si tratta di un monastero domenicano, fondato mezzo secolo fa da P. Domenico Galluzzi che, durante gli
anni della sua formazione domenicana e poi nell’esercizio del suo incarico di formatore degli studenti e dei
novizi nel convento di Bologna, presso la tomba di san
Domenico ebbe l’ispirazione di fare qualcosa per sostenere spiritualmente i sacerdoti nella santità e nella
fedeltà.
Attraverso la direzione spirituale preparò alcune giovani a questo ideale che poi, nel corso degli anni, si
concretizzò nella realizzazione di un monastero che
ha come finalità la santificazione dei sacerdoti. L’Ara
Crucis realizza questo obiettivo nella vita contemplativa domenicana in clausura, mettendo a fuoco in particolare il mistero di Cristo Sacerdote con la dedizione
all’Eucaristia-Adorazione e alla Parola di Dio-Lectio
Divina. Tutta la giornata è intercessione a Dio per custodire i sacerdoti nell’amore alla vocazione ricevuta e
sottrarli alle insidie del male.
San Domenico, all’inizio della sua opera di evangelizzazione che portò poi alla nascita dell’Ordine domenicano, affidò a un gruppo di donne il suo ministero
e quello dei fratelli che il Signore gli stava donando.
Nasceva così il primo monastero domenicano a soste30
gno dei sacerdoti dell’Ordine. L’Ara Crucis, come tutti i monasteri domenicani, è in continuità con queste
origini, inoltre, per una particolare ispirazione, allarga il sostegno a tutti i sacerdoti della Chiesa.
P. Domenico ci ha testimoniato come vivere da domenicano questa peculiarità nel carisma con una paternità attenta e premurosa nei confronti dei sacerdoti e
ce l’ha trasmesso con il suo insegnamento ardente e
convincente. Egli ha incanalato la sete di Dio, che ci
ha portato nella vita contemplativa, verso un ministero: «È una bella cosa, certo, aver sete e andare alla
fonte sull’esempio del cervo, ma a che pro’, dice san
Tommaso d’Aquino, essere fonte a se stessi, senza riversare le acque che portiamo dentro di noi sugli altri? Ognuna di voi si impegni a divenire una fontana
viva, cosciente, a fare della sua coscienza un deposito
di acqua santificatrice, riparatrice. Pensate ai sacerdoti soli, esposti alle “intemperie”, alle tentazioni... e
continuate ad aiutarli».
È una missione. La frase che san Paolo dice ai Galati
(4,19): «figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore
finché Cristo non sia formato in voi», è così commentata da sant’Agostino: «La dolorosa sollecitudine nei
loro riguardi, cioè questa specie di maternità spirituale, non è tanto per l’inizio della fede, ma per la crescita
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e la maturità». Ci accompagna Maria ai piedi della
croce, icona della pienezza della maternità.
P. Domenico ci ha fatto capire che in ciò consiste lo
sviluppo della grazia battesimale, quel sacerdozio regale di cui siamo state “investite” per riprodurre la
storia di Cristo che è una storia di Riparazione spontanea, di Riparazione nell’amore, nella fede e nella fiducia in Dio.
Da qualche tempo la preghiera per i sacerdoti non è
più un fatto privato; la Chiesa sta invitando tutti i
fedeli «a un movimento di preghiera di adorazione,
ringraziamento, lode, domanda e riparazione, con
lo scopo di suscitare un numero sufficiente di sante
vocazioni allo stato sacerdotale e, insieme, di accompagnare spiritualmente - al livello di Corpo Mistico con una sorta di maternità spirituale quanti sono già
stati chiamati al sacerdozio ministeriale» (cf. Lettera
della Congregazione per il Clero, 8-12-07).
Questo invito lo facciamo rimbalzare, grazie al
nostro carisma, sugli amici con una domanda:
Perché non formate con noi una comunità di preghiera per sostenere i sacerdoti? Potremmo stare
insieme, guidati dalla parola:
IO PREGO PER LORO.
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