ANNO SACERDOTALE 2009 - giugno - 2010 È un anno dedicato ai sacerdoti, rivisitando la figura del Curato d’Ars. Quasi un anno “sabbatico” per ripensare “alla Chiesa che c’è” con i punti fermi che ci hanno sempre accompagnati; «per promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una più incisiva testimonianza evangelica nel mondo d’oggi» (Benedetto XVI). «Il Curato d’Ars parlava del sacerdozio come se non riuscisse a capacitarsi della grandezza del dono e del compito affidati ad una creatura umana: “Oh, come il prete è grande!... Se egli si comprendesse, morirebbe... Dio gli obbedisce: egli pronuncia due parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua voce e si rinchiude in una piccola ostia...» (Benedetto XVI). L’obiettivo non è esaltare il prete. Al centro c’è sempre e solo Dio. Dio e il suo amore per noi. Dio che le pensa tutte pur di dare senso, gioia, pienezza alla nostra vita. Il sacerdote? Una geniale trovata di Dio. Dice ancora il Curato d’Ars: «Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù». Fa capire che solo Gesù poteva inventarsi un modo così vivo e umano per restare in mezzo a noi. con i sacerdoti, per i sacerdoti spunti per l’adorazione eucaristica personale ARA CRUCIS ARA CRUCIS Via degli Insorti, 27 - 48018 Faenza (Ra) Tel. e Fax 0546.21399 e-mail: [email protected] Realizzazione studio grafico tam tam - Faenza Finito di stampare nel mese di dicembre 2009 da Tipografia Romagna - Faenza Carissimi sacerdoti, vi pensiamo come punti di riferimento nella Chiesa. Quello che ci unisce a voi è l’amore di Cristo, la convinzione che solo Lui può aiutare le persone a muoversi nella trama complessa e contraddittoria della vita di oggi. Vorremmo che Gesù camminasse sulle nostre strade, nei luoghi in cui si incontrano il male e la tentazione per neutralizzarli; il dolore per consolarlo; là dove si affaccia un desiderio di bene per farlo venire alla luce con la potenza dell’amore. Dove lo troviamo questo Gesù “in azione come Dio”? Lo troviamo in voi, nell’esercizio del vostro ministero di sacerdoti, cioè quando battezzate, quando confessate, quando celebrate l’Eucaristia, il Matrimonio, l’Unzione degli infermi, quando, grazie all’unione che vivete con il Signore, riuscite a trovare le parole che sono eco della Parola che salva. 3 Vogliamo pregare con voi in questi momenti sacramentali, fedeli con voi ogni giorno all’Eucaristia, alla Liturgia delle Ore, all’Adorazione, al Rosario. È soprattutto nella preghiera silenziosa, di ascolto e di comunione con Dio, che vogliamo essere insieme, grazie anche a questo libretto. Concludiamo indirizzandoci personalmente a ciascuno di voi. Carissimo fratello sacerdote, pensa sempre che stai a cuore alla Chiesa, che prega con te e per te, soprattutto pensalo quando riscontri in te una nota di depressione... Stai a cuore specialmente a chi nella Chiesa ha ricevuto la missione di seguirti in modo invisibile, ma costante, sull’esempio di Maria. Possa crescere in te la gioia degli appuntamenti santi in cui, mentre dai, ricevi, e sperimenti Cristo fonte d’acqua viva che zampilla per la pienezza della tua vita e di quella di tutti coloro a cui sei mandato. La Comunità “Ara Crucis”, Monastero domenicano di vita contemplativa 4 Carissimi fratelli e sorelle tutti, quando capita di parlare con voi a proposito dei sacerdoti, a volte esprimete gratitudine per quelli da cui avete ricevuto del bene, a volte manifestate di essere ancora in ricerca di uno su cui poter contare, dotato di particolari requisiti e cioè, come qualcuno ha scritto, dovrebbe essere un prete che sa ascoltare, senza rinunciare a proporre; che sa aspettare, senza arrendersi; che sa essere esigente, senza scoraggiare; compagno di strada nel cammino spirituale, mai così vicino da non poter essere padre, mai così lontano da non poter essere fratello. Il Vangelo, la vita degli apostoli, la storia della Chiesa fino ad oggi, attraverso la testimonianza di tanti sacerdoti santi, vi dà una particolare intuizione per riconoscere nella vita del sacerdote il riflesso di Gesù: nella preghiera, nella parola, nella carità. È questa diversità che voi cercate per incontrare il Signore nell’uomo-sacerdote. 5 L’occhio della fede vi aiuta a tenere insieme la sua santità e la sua fragilità. Non è un ostacolo la debolezza quando è bilanciata da una continua ripresa nell’ascolto, nella pazienza, nella preghiera, nell’amore. Così, quando il sacerdote è debole si realizza la parola del Signore: «Senza di me non potete far nulla» (Giovanni 15,5). E quando il sacerdote si riprende si compie la parola: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Filippesi 4,13). Il Curato d’Ars lo esprime così: «Se avessimo fede vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come il vino mescolato all’acqua». Carissimi tutti, voi potete fare tanto quando pensate: Sono nostri i sacerdoti! Sono come noi, impastati di umanità, ma chiamati a fare spazio a Dio in se stessi, così che lo possiamo trovare in loro e attraverso di loro. Questo atteggiamento del cuore suggerisce le iniziative giuste nello stare vicino, nel lavorare insieme, nel pregare con loro e per loro. La Comunità “Ara Crucis”, Monastero domenicano di vita contemplativa 6 DI FRONTE ALL’EUCARISTIA L’Adorazione con la parola di Dio dà grande profondità ed efficacia all’incontro con Lui. L’essenziale è proprio entrare in un rapporto che diventa contemplazione e comunione, cioè esperienza viva, percezione che Egli abita in noi e guida la mente e il cuore. I modi possono essere vari: •riflessione libera sulla parola di Dio, illuminata da qualche commento; •riflessione guidata da uno schema che vuole orientare il pensiero e il dialogo personale. Nella misura in cui ci si mette in gioco personalmente, accettando la gioiosa fatica di lasciarsi trasformare, si può poi davvero pregare per gli altri. IL CAPITOLO 17 DEL VANGELO DI GIOVANNI Le parole di Gesù prima della sua passione (Giovanni 14-17) sono uno squarcio di luce, la finestra che il Vangelo ci apre sull’io più intimo di Gesù. Sono il suo testamento. Lo conclude il capitolo 17, una melodia divina che riprende i vari temi del Vangelo 7 e si dispiega come preghiera sul motivo dominante della gloria del Padre, del Figlio e di noi suoi fratelli, che alla fine diventeremo «uno» con il Figlio e con il Padre, nell’unico amore. Fin dall’antichità questo capitolo è stato chiamato «preghiera sacerdotale», preghiera di Cristo sacerdote, mediatore tra Dio e gli uomini, che sta portando a compimento la sua missione di intermediario: «Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Grazie a questa mediazione, che è il sacrificio di Sé, apre agli uomini la comunione diretta con Dio. Le parole di questa preghiera meriterebbero tutte di essere evidenziate e riprese nell’Adorazione eucaristica personale. Lo Spirito Santo ci aiuta a focalizzarle un po’ alla volta. Dal Vangelo secondo Giovanni Così parlò Gesù. Poi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 8 Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della 9 mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. 10 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». COMMENTI Alcuni pensieri di BENEDETTO XVI (dall’omelia ai sacerdoti nella Messa crismale del Giovedì Santo 2009) «“Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Giovanni 17, 17 ss). Quando Gesù dice: “Io mi consacro”, Egli si fa insieme sacerdote e vittima. “Io mi consacro” equivale a “Io mi sacrifico”. È questo l’atto sacerdotale in cui Gesù – l’Uomo Gesù, che è una cosa sola col Figlio di Dio – si consegna al Padre per noi. In esso è racchiuso tutto il mistero della nostra redenzione. E vi è contenuta anche l’origine del sacerdozio della Chiesa, del nostro sacerdozio. “Consacrali nella verità”: è questo l’inserimento degli apostoli nel sacerdozio di Gesù Cristo. “Consacrali nella verità”: è questa la vera preghiera 11 di consacrazione per gli apostoli. Il Signore chiede che Dio stesso li attragga verso di sé, dentro la sua santità. Chiede che Egli li sottragga a se stessi e li prenda come sua proprietà, affinché, a partire da Lui, essi possano svolgere il servizio sacerdotale per il mondo. “Consacrali nella verità; la tua parola è verità”: questa parola dell’inserimento nel sacerdozio illumina la nostra vita e ci chiama a diventare sempre di nuovo discepoli di quella verità, che si dischiude nella parola di Dio. Non ha forse Cristo detto di se stesso: “Io sono la verità” (cf. Giovanni 14, 6)? E non è forse Egli stesso la Parola vivente di Dio, alla quale si riferiscono tutte le altre singole parole? Consacrali nella verità, cioè: Padre, rendili una cosa sola con me, Cristo. Lègali a me. Tìrali dentro di me. E di fatto: esiste solo un unico sacerdote della Nuova Alleanza, lo stesso Gesù Cristo. E il sacerdozio dei discepoli, pertanto, può essere solo partecipazione al sacerdozio di Gesù. Il nostro essere sacerdoti non è quindi altro che un nuovo e radicale modo di unificazione con Cristo. Sostanzialmente tale unificazione ci è stata donata per sempre nel Sacramento dell’Ordine». 12 Una nostra sottolineatura: «Io prego per loro; …per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi» (Giovanni 17, 9). Gesù ha voluto ricordare nella sua preghiera al Padre i discepoli, coloro che hanno vissuto con Lui tre anni in un crescendo di conoscenza e familiarità: per loro il Maestro è diventato l’amico, e quasi un padre. Per Gesù i discepoli sono diventati gli amici più cari, i confidenti della sua missione, i fratelli, quasi come figli ricevuti dal Padre dei cieli. L’umanità finissima di Gesù emerge in questa preghiera. Egli ci insegna che anche nella Chiesa dobbiamo avere affetto per tutti i fratelli nella fede e coltivare un vincolo profondo di carità, che diventa legame spirituale e concreto, con coloro che sono stati chiamati ad essere pastori della Comunità. Perciò, sulla parola di Gesù: «Io prego per loro» (cioè per i discepoli, per i sacerdoti), ecco: noi preghiamo per loro. 13 I. schema per l’Adorazione eucaristica INTERCESSIONE: MISSIONE PERMANENTE Giovanni 17, 9 - IO PREGO PER LORO ... per coloro che Tu mi hai dato perché sono tuoi. L’intercessione è per tutti i battezzati, tutti dobbiamo intercedere con Gesù, “nel suo nome”: •è un dovere di carità: di un sacerdote, per le persone che gli sono affidate; di un papà, di una mamma per i propri familiari; di ogni cristiano per situazioni particolari... •è un dovere di Corpo Mistico: siamo una cosa sola e non ci si può rivolgere a Dio senza incontrare in Lui tutti quelli che ama. La Chiesa ci chiede di mettere a fuoco, tra gli amici di Gesù, i continuatori della sua missione, i sacerdoti. Ci uniamo alla preghiera sacerdotale di Gesù: con le sue parole e nel suo nome chiediamo per loro lo Spirito Santo: VIENI, SPIRITO SANTO, RIEMPI IL CUORE DEI TUOI FEDELI E ACCENDI IN ESSI IL FUOCO DEL TUO AMORE. 14 VIENI! Invochiamo lo Spirito sui sacerdoti vicini e lontani; ne nominiamo mentalmente alcuni... VIENI! Ora che li abbiamo presenti, cerchiamo di entrare nel vivo della preghiera di Gesù: «Io prego per loro». Pensiamo alla fatica dei sacerdoti nel passare da un’attività all’altra rimanendo in comunione col Signore. Stiamo con loro davanti all’Eucaristia: nella nostra miseria la sua misericordia! Nella nostra piccolezza Dio fa cose grandi! ****** RIEMPI! Per riempire occorre prima svuotare. Gesù prega: «Custodiscili dal Maligno». Il Maligno risveglia sempre l’uomo vecchio: invidie, gelosie, egoismo, protagonismo, attivismo… Preghiamo perché lo Spirito ci svuoti e ci liberi da tutte le tentazioni. RIEMPI! Riempire vuol dire colmare. Gesù prega: «Consacrali nella verità. La tua parola è verità». Gesù chiede la conversione dei suoi discepoli, i sacerdoti, e anche la nostra conversione: chiede che ci lasciamo prendere dalla parola di Dio che purifica e trasforma. ****** 15 ACCENDI! La parola, quando ci tocca, accende l’amore. Gesù prega: «L’amore con il quale mi hai amato sia in essi». Cioè: attiraci nello stesso amore. Che tutti sappiamo “esporre” davanti al Signore la nostra vita, le nostre fatiche e le nostre gioie, e percepiamo che in noi scorre un’altra vita, quella di Gesù. ACCENDI! Gesù prega: «Siano una cosa sola come noi». Non siamo più autonomi dalla Trinità, ma una cosa sola con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. In comunione con Dio irradiamo bontà ed entriamo in comunione con il prossimo. Ritornare instancabilmente a questa realtà, dopo ogni inganno dell’uomo vecchio, sia la nostra intercessione – conversione permanente. II. schema per l’Adorazione eucaristica CON MARIA E GIOVANNI SOTTO LA CROCE DI GESÙ Giovanni 19, 25-27 - Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse 16 al discepolo: Ecco tua madre! E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Ascolto •La croce, abisso di dolore. Il Figlio di Dio, il Figlio così amato, l’Amico, il Maestro, muore come un malfattore. •La croce, vertice dell’amore: è il compimento della Storia della Salvezza. •Maria e Giovanni sono sul Calvario. Sono lì perché amano e credono. La loro presenza significa fedeltà e amore. La parola rivela loro una nuova realtà: Maria diventa madre di Giovanni; Giovanni diventa figlio di Maria. Ascolto: il brano evangelico illumina la mia comprensione. Conversione •Giovanni è uno dei discepoli. «È una prefigurazione di tutte le persone chiamate per essere “discepolo amato” e, di conseguenza, in modo particolare anche dei sacerdoti» (Benedetto XVI). •Maria è la madre, la serva della parola, la discepola perfetta, l’amica più fedele. Giovanni accoglie Maria nell’intimo della sua vita, nella profondità del suo essere (Benedetto XVI). È il profilo mariano del sacerdote: immacolatezza, 17 piccolezza, decisione, gioia, missione. Maria riceve Giovanni e condivide con lui la stessa passione sacerdotale: «docilità filiale e solidarietà fraterna» (card. A. Vanhoye). Conversione: per pregare con e per i sacerdoti, entro anch’io nella dinamica di questo duplice affidamento. Posso chiedermi: la mia vita ha un timbro mariano e sacerdotale? Che cosa manca? Che cosa deve crescere? Che cosa deve scomparire? Vita nuova •Gesù dice a ciascuno, al sacerdote, a me: «Tutto ciò che è mio è tuo» (Luca 15,31). •Gesù, Maria, Giovanni: l’umanità nuova che è uno nell’amore. •Siamo affidati gli uni agli altri. Vita nuova: anch’io vivo da figlio del Padre! Un’esistenza offerta, con il desiderio di dare Cristo al mondo. È la dimensione sacerdotale della vita. 18 III. schema per l’Adorazione eucaristica DI FRONTE ALL’EUCARISTIA PER RIVIVERE LA MESSA, FONTE E CULMINE DELLA VITA DEL SACERDOTE Ripercorriamo durante l’Adorazione cinque passaggi che richiamano parti essenziali della celebrazione eucaristica per immergerci di nuovo in essa con calma e consapevolezza. •ACCOGLIENZA E ATTO PENITENZIALE Signore, sono di fronte al tuo amore. Eccomi, con tutto me stesso, anche con il peso del mio peccato. Abbi pietà di me. Signore, tu mi conosci (salmo 139,1). Gioia piena alla tua presenza (salmo 16,11). •LITURGIA DELLA PAROLA Approfondisco un brano di Vangelo, quello della liturgia del giorno o della domenica precedente. Parla, Signore. Ti ascolto. Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore (salmo 85,9). •PRESENTAZIONE DEI DONI Mi chiedo: che cosa sto vivendo in questo periodo? Una gioia, un dolore, una fatica… Te lo offro, Signore. Come dire: voglio viverlo con Te! 19 Davanti a te sono tutte le mie vie (salmo 119,168). Davanti a te i pensieri del mio cuore (salmo 19,15). •PREGHIERA EUCARISTICA Ti ringrazio, Signore, per tutti i tuoi benefici (li elenco) e soprattutto per il beneficio che Tu sei per la mia vita. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie (salmo 118,28). •COMUNIONE Ora desidero solo rimanere in silenzio, avere un tempo di intimità forte e gioiosa. Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene (salmo 16,2). LA PREGHIERA DEL ROSARIO: I MISTERI DELLA LUCE Proponiamo di contemplare i misteri della luce perché permettono di cogliere qualche luce del mistero di Gesù Sacerdote. Per questo la formulazione dei cinque misteri pone in posizione di rilievo il nome di Gesù. L’accento, nei brevi pensieri-guida, cade sui termini vocazione/missione. Il versetto tratto dalla preghiera sacerdotale di Gesù (Giovanni 17) vuole evidenziare il dono condiviso 20 dal Maestro con i “suoi”. Con la preghiera lo richiamiamo alla consapevolezza e lo crediamo già elargito, a vantaggio di tutti. 1.Gesù viene battezzato al fiume Giordano. Ricevuto il battesimo, mentre Gesù stava in pre- ghiera, il cielo si aprì e discese su di lui lo Spirito Santo (Luca 3,21-22). La VOCAZIONE, chiamata irrevocabile. Con Maria, figlia del Padre, chiediamo per i sacerdoti la fedeltà. Vi ho chiamato amici… Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato (Giovanni 15,15. 17,6). 2.Gesù si rivela alle nozze di Cana. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dis- se: Non hanno vino. (...) Sua madre disse ai servi: Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Giovanni 2, 3.5). La MISSIONE, servizio per la gioia del mondo. Con Maria, serva della nostra gioia, chiediamo per i sacerdoti la letizia del cuore. Abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia (Giovanni 17,13). 21 3.Gesù annuncia il Regno di Dio. Gesù diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo (Marco 1,14-15). La VOCAZIONE nasce dalla parola e per la parola. Con Maria, sorella nostra, chiediamo per i sacerdoti l’assiduità all’ascolto e alla preghiera. Le parole che hai dato a me io le ho date a loro (Giovanni 17,8). 4.Gesù si trasfigura. Gesù fu trasfigurato davanti ai tre discepoli: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce… Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato. Ascoltatelo! (cf. Matteo 17,2.5). La MISSIONE: testimoniare l’amore di Dio per ogni uomo. Con Maria, amica nostra, chiediamo per i sacerdoti il dono di amicizie profonde e limpide. L’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro (Giovanni 17,26). 5.Gesù istituisce l’Eucaristia. Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io 22 darò è la mia carne per la vita del mondo (Giovanni 6,51). La VOCAZIONE/MISSIONE è la comunione. Con Maria, madre di tutti, chiediamo per i sacerdoti una vita eucaristica donata, offerta per l’unità, grata. Presenza di pace. Come tu mi hai mandato, anche io ho mandato loro. Siano una cosa sola come noi. Io in loro e tu in me (Giovanni 17, 18.22.23). LITANIE DI GESÙ CRISTO SACERDOTE E VITTIMA Queste litanie sono state molto care a papa Giovanni Paolo II che le recitava in latino dal tempo della sua formazione sacerdotale. Ha scritto: «Quali pensieri profondi esse suscitavano in me! Mi tornano alla memoria con il simbolismo evocatore delle immagini bibliche di cui sono intessute, sono infatti profondamente radicate nella Sacra Scrittura, soprattutto nella lettera agli Ebrei» (Dono e mistero, p. 91-92). Signore pietà Signore pietà Signore pietà Signore pietà Cristo pietà Cristo pietà 23 Gesù Sacerdote e Vittima abbi pietà di noi Gesù Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech abbi pietà di noi Gesù Sacerdote mandato da Dio per annunziare ai poveri il Vangelo abbi pietà di noi Gesù Sacerdote che nell’ultima cena hai istituito il sacrificio perenne abbi pietà di noi Gesù Sacerdote sempre vivo per intercedere in nostro favore abbi pietà di noi Gesù Pontefice unto dal Padre in Spirito Santo e potenza abbi pietà di noi Gesù Pontefice scelto fra gli uomini e costituito per gli uomini abbi pietà di noi Gesù Pontefice della nostra fede abbi pietà di noi Gesù Pontefice santo, innocente e senza macchia abbi pietà di noi Gesù Pontefice fedele e misericordioso abbi pietà di noi Gesù Pontefice acceso dallo zelo per Dio e per le anime abbi pietà di noi Gesù Pontefice che ci hai aperto una nuova via abbi pietà di noi 24 Gesù Pontefice che ci hai amato ed hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue abbi pietà di noi Gesù Pontefice che hai consegnato te stesso a Dio come offerta e vittima abbi pietà di noi Gesù Vittima pura, santa ed immacolata abbi pietà di noi Gesù Vittima di propiziazione e di lode abbi pietà di noi Gesù Vittima di riconciliazione e di pace abbi pietà di noi Gesù Vittima per la quale ci avviciniamo con fiducia a Dio abbi pietà di noi Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli abbi pietà di noi Dalla superficialità nell’intraprendere la vita sacerdotale salvaci, Signore Dal peccato di sacrilegio salvaci, Signore Dal peccato contro la castità salvaci, Signore Dall’amore al denaro salvaci, Signore Dal peccato di simonìa salvaci, Signore 25 Dall’amministrazione infedele dei beni ecclesiastici salvaci, Signore Dall’amore del mondo e delle sue vanità salvaci, Signore Dalla celebrazione indegna dei tuoi santi misteri salvaci, Signore Per il tuo sacerdozio eterno salvaci, Signore Per la santa unzione con la quale sei stato costituito Sacerdote dal Padre salvaci, Signore Per il tuo spirito sacerdotale salvaci, Signore Per il santo ministero con il quale hai glorificato il Padre sulla terra salvaci, Signore Per la cruenta immolazione fatta una volta per sempre sulla croce salvaci, Signore Per il medesimo sacrificio che ogni giorno si rinnova sugli altari salvaci, Signore Per la potenza divina che eserciti invisibilmente nei tuoi sacerdoti salvaci, Signore Mantieni tutto l’ordine sacerdotale nella dedizione fervorosa al culto santo 26 ti preghiamo, ascoltaci Provvedi al tuo popolo pastori secondo il tuo cuore ti preghiamo, ascoltaci Riempili del tuo spirito sacerdotale ti preghiamo, ascoltaci Custodiscano la scienza di Dio sulle loro labbra ti preghiamo, ascoltaci Manda operai nella tua messe ti preghiamo, ascoltaci Moltiplica i fedeli dispensatori dei tuoi misteri ti preghiamo, ascoltaci Dona loro un perseverante servizio nella tua volontà ti preghiamo, ascoltaci Concedi la docilità nel ministero, lo zelo nell’azione e la costanza nella preghiera ti preghiamo, ascoltaci Promuovi grazie a loro il culto del Santissimo Sacramento in ogni luogo ti preghiamo, ascoltaci Accogli nella tua gioia coloro che ti hanno servito fedelmente ti preghiamo, ascoltaci Agnello di Dio che togli i peccati del mondo perdonaci Signore 27 Agnello di Dio che togli i peccati del mondo esaudiscici Signore Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi Gesù Sacerdote ascoltaci Gesù Sacerdote esaudiscici Preghiamo O Dio, custode e santificatore della Chiesa, suscita, con la grazia del tuo Spirito, idonei e fedeli dispensatori dei santi misteri perché, con il loro ministero e il loro esempio, guidino il popolo cristiano sulla via della salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen. O Dio, che ai discepoli radunati in preghiera e digiuno ordinasti di riservare Paolo e Barnaba per l’opera alla quale li avevi chiamati, assisti la tua Chiesa in ascolto e mostra, Tu che conosci i cuori di tutti, coloro che hai scelto per il ministero. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Traduzione a cura della Comunità “Ara Crucis”) 28 Le litanie di Gesù Cristo Sacerdote e Vittima lasciano intuire le situazioni difficili e pericolose che possono insidiare l’integrità della vita sacerdotale. Entriamo nella preghiera di Gesù: «Io prego per loro... per coloro che tu, Padre, mi hai dato, perché sono tuoi. ... Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno» (Giovanni 17, 9. 15). La preghiera per i sacerdoti può preservarli da comportamenti sbagliati e sostenerli nella fedeltà. Gesù Cristo, Splendore della gloria del Padre, illumina i tuoi sacerdoti. Gesù Cristo Sommo Sacerdote, proteggi i tuoi sacerdoti. Gesù Cristo Vero Sacerdote, santifica i tuoi sacerdoti. Gesù Cristo Eterno Sacerdote, salva i tuoi sacerdoti. 29 ARA CRUCIS Si tratta di un monastero domenicano, fondato mezzo secolo fa da P. Domenico Galluzzi che, durante gli anni della sua formazione domenicana e poi nell’esercizio del suo incarico di formatore degli studenti e dei novizi nel convento di Bologna, presso la tomba di san Domenico ebbe l’ispirazione di fare qualcosa per sostenere spiritualmente i sacerdoti nella santità e nella fedeltà. Attraverso la direzione spirituale preparò alcune giovani a questo ideale che poi, nel corso degli anni, si concretizzò nella realizzazione di un monastero che ha come finalità la santificazione dei sacerdoti. L’Ara Crucis realizza questo obiettivo nella vita contemplativa domenicana in clausura, mettendo a fuoco in particolare il mistero di Cristo Sacerdote con la dedizione all’Eucaristia-Adorazione e alla Parola di Dio-Lectio Divina. Tutta la giornata è intercessione a Dio per custodire i sacerdoti nell’amore alla vocazione ricevuta e sottrarli alle insidie del male. San Domenico, all’inizio della sua opera di evangelizzazione che portò poi alla nascita dell’Ordine domenicano, affidò a un gruppo di donne il suo ministero e quello dei fratelli che il Signore gli stava donando. Nasceva così il primo monastero domenicano a soste30 gno dei sacerdoti dell’Ordine. L’Ara Crucis, come tutti i monasteri domenicani, è in continuità con queste origini, inoltre, per una particolare ispirazione, allarga il sostegno a tutti i sacerdoti della Chiesa. P. Domenico ci ha testimoniato come vivere da domenicano questa peculiarità nel carisma con una paternità attenta e premurosa nei confronti dei sacerdoti e ce l’ha trasmesso con il suo insegnamento ardente e convincente. Egli ha incanalato la sete di Dio, che ci ha portato nella vita contemplativa, verso un ministero: «È una bella cosa, certo, aver sete e andare alla fonte sull’esempio del cervo, ma a che pro’, dice san Tommaso d’Aquino, essere fonte a se stessi, senza riversare le acque che portiamo dentro di noi sugli altri? Ognuna di voi si impegni a divenire una fontana viva, cosciente, a fare della sua coscienza un deposito di acqua santificatrice, riparatrice. Pensate ai sacerdoti soli, esposti alle “intemperie”, alle tentazioni... e continuate ad aiutarli». È una missione. La frase che san Paolo dice ai Galati (4,19): «figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi», è così commentata da sant’Agostino: «La dolorosa sollecitudine nei loro riguardi, cioè questa specie di maternità spirituale, non è tanto per l’inizio della fede, ma per la crescita 31 e la maturità». Ci accompagna Maria ai piedi della croce, icona della pienezza della maternità. P. Domenico ci ha fatto capire che in ciò consiste lo sviluppo della grazia battesimale, quel sacerdozio regale di cui siamo state “investite” per riprodurre la storia di Cristo che è una storia di Riparazione spontanea, di Riparazione nell’amore, nella fede e nella fiducia in Dio. Da qualche tempo la preghiera per i sacerdoti non è più un fatto privato; la Chiesa sta invitando tutti i fedeli «a un movimento di preghiera di adorazione, ringraziamento, lode, domanda e riparazione, con lo scopo di suscitare un numero sufficiente di sante vocazioni allo stato sacerdotale e, insieme, di accompagnare spiritualmente - al livello di Corpo Mistico con una sorta di maternità spirituale quanti sono già stati chiamati al sacerdozio ministeriale» (cf. Lettera della Congregazione per il Clero, 8-12-07). Questo invito lo facciamo rimbalzare, grazie al nostro carisma, sugli amici con una domanda: Perché non formate con noi una comunità di preghiera per sostenere i sacerdoti? Potremmo stare insieme, guidati dalla parola: IO PREGO PER LORO. 32