UNA CROCETTA PER CROCETTA
Negli
ultimi
anni,
specialmente in quest’ultimo
periodo,
il
fenomeno
dell’antipolitica
coinvolge,
almeno a parole, quasi la
metà degli italiani. Sempre
più spesso si sente dire: “I
politici sanno solo rubare”,
“Pensano solo a se stessi”,
“Hanno rovinato l’Italia”, “È
tutta colpa loro”! Ma siamo
sicuri che la colpa sia soltanto
dei politici? Che noi “comuni”
cittadini abbiamo svolto il
nostro compito nel migliore
dei modi? Io direi di no!
SEGUE A PAG.5
A PAG.
9
A PAG.10
A PAG.4
PAGINA 2
Esiste una regione in cui il
suo
presidente
dimissionario,
Raffaele
Lombardo, per cambiare e
scambiare assessori – di
partiti e correnti diversi –,
impedendo di fatto una
governabilità – che ormai
dura da più di quattro anni
–, guadagnava la bellezza
di
€
15.683
mensili,
superando tutti i presidenti
regionali
d’Italia
e
il
governatore
del
ricchissimo Stato di New
York (€ 10.000). In questa
regione gli sprechi sono
tanti: basta pensare al
fatto che non basta un
solo segretario generale.
Ce ne sono due: uno
percepisce
€
13.000,
l’altro,
il
segretario
generale
aggiunto,
€
11.300. E non solo: per i
90 consiglieri – pardon,
deputati
–
di
questa
regione lo stipendio supera
gli € 9.000. E durante un
intervento
all’ARS
del
presidente Lombardo si
alternano alla scrittura del
discorso ben 18 stenografi.
Il governatore ha parlato
per
circa
un'ora,
gli
stenografi si sono alternati
uno ogni 3 minuti. Ben
poco,
per
guadagnare
circa € 5.000 mensili.
Ma gli sprechi di questa
regione non sono solo
limitati alla politica: che
dire
dei
ventimila
dipendenti
regionali,
tantissimi, troppi, che, per
l’opinione comune, ormai
sono le icone del privilegio
e dell’improduttività. Fino
a pochi mesi fa, qualunque
dipendente regionale che
aveva
un
parente
da
assistere, poteva andare in
pensione con 25 anni di
servizio, una via di fuga
che
nel
2011
hanno
imboccato in cinquecento:
cinquecento
pensionati
cinquantenni,
solo
nel
2011.
In questa regione peraltro
sono troppo strane le
mansioni
di
alcuni
dipendenti:
trenta
commessi di piano, in
gergo,
camminatori:
trenta
persone,
che
nell’era di internet, hanno
il compito di trasferire i
documenti da una stanza
all’altra. Sono in otto a
occuparsi
di
«relazioni
diplomatiche
internazionali»
e
in
ventuno che da mattina a
sera
si
applicano
alla
«promozione
dell’identità
siciliana»,
mentre
la
signora Alessandra Russo,
capo
dipartimento
del
Lavoro,
ha
preso
la
funzione
in
senso
estensivo e il lavoro lo dà
a trentadue collaboratori.
L’ufficio
di
presidenza
onora il blasone di cui è
portatore
con
una
squadretta
di
centocinquantasette
chauffeur (autisti); ovvio,
viste le tante auto blu di
cui
godono
i
politici
regionali. E cosa dire dei
cinquantacinque
sorveglianti di musei che
hanno ottenuto un posto
di
lavoro?
Niente
di
strano, non fosse che in
Regione ce ne siano già
1600 e che i dati relativi
all’affluenza non giustifica
tale
investimento
di
risorse umane.
A tal
riguardo si leggono notizie
prossime alla mitologia,
come
quella
dell’area
archeologica di Ravanusa
che nel 2009 contò il
totale di un visitatore
accolto con tutti gli onori
dai dieci custodi; l’arrivo
del turista fu salutata
come quella del messia, e
si
celebrò
l’evento
offrendogli
l’ingresso
gratuito.
Insomma, la certezza è
una, il Paese dei Balocchi
esiste e si chiama Sicilia.
PAGINA 3
Perché politica giovanile?
Perché
Giovani
Democratici?
Perché
parlare di politica quando
si è ancora in tenera età,
in
età
adolescenziale?
Perché
interessarsi
così
tanto a questa “parola”?
Forse perché si è spinti da
una voglia di ritrovare sani
principi,
sani
ideali,
desiderosi di una politica
costituita da fatti e non
solamente da parole. Oggi
si è soliti vedere il tutto
con
un
senso
di
rassegnazione. Anche se
sottovalutato da un punto
di vista pratico, i giovani
vengono
osservati
attentamente per capire
l’evoluzione dei rapporti
che intercorrono tra la
politica e la società da un
punto di vista generale. I
mutamenti
che
intercorrono tra queste due
sfere e in maniera più
specifica
nella
politica
giovanile sono anticipati
dall’emergere
di
comportamenti
innovativi
nelle giovani generazioni,
arrivando alla situazione
tale da riprendere concetti
del
passato.
I
pochi
giovani, poi, che tentano di
accostarsi alla vita politica
sono
così
pochi
e
scarsamente considerati da
formare una classe in
concreto inesistente. Paura
di mettersi in gioco forse.
Ma fa così paura l’idea di
entrare in campo quando si
è ormai maturi da un
punto di vista culturale?
Magari il motivo è un altro.
Ecco, noi giovani vediamo
spesso
questa
politica
come un qualcosa che sta
andando a rotoli, i politici
che si ricordano di te
soltanto quando si è in
prossimità di elezioni e il
tutto non fa che provocare
rabbia e indecenza verso
questa classe che porta la
stragrande maggioranza di
noi
giovani
ad
allontanarcene del tutto.
Eppure
però
tutti
si
ricordano di noi, in fondo si
parla sempre delle stesse
cose, si dicono sempre le
solite frasi: “I giovani
saranno il futuro, i giovani
hanno idee nuove, i giovani
hanno spirito d’iniziativa,
dobbiamo prendere spunto
dai giovani, i giovani hanno
voglia di lavorare, i giovani
hanno iniziativa, i giovani
bla bla bla”. Ma il problema
poi è sempre lo stesso, alla
fine dopo le elezioni tutti si
dimenticano,
sia
destra
che sinistra, dei giovani
che
sono
riusciti
a
coinvolgere e portare tanti
voti e nessuno li premia
per il lavoro che hanno
fatto e per la voglia che
hanno dentro. In verità la
politica giovanile darebbe
una “marcia” in più, il
problema è che chi ci
guida ha dimenticato dove
si
trova
la
frizione.
PAGINA 4
Tutto è nato su internet,
un
gruppo
di
giovani
hanno creato un gruppo e
hanno chiesto che Rosario
Crocetta si candidasse alla
Presidenza della Regione
Siciliana.
Quei
giovani
avevano capito che se una
rivoluzione
ci
doveva
essere, questa Rivoluzione
non poteva che passare
dall'elezione
di
Rosario
Crocetta. L'estate è volata.
Già ad agosto Rosario
correva, correva per i
comuni siciliani, correva da
tutti quei giovani che gli
avevano
chiesto
di
scendere in campo, da
tutte quelle donne e quegli
uomini che vedono in lui il
riscatto e la liberazione
della
Sicilia.
Rosario
Crocetta è il sindaco di
tutti i siciliani. Rosario
Crocetta ha accorciato la
distanza tra la Sicilia e
l'Europa. Rosario Crocetta
parla 5 lingue. Parla anche
l'arabo. Rosario Crocetta è
una
persona
con
una
grande storia, un uomo
che ha messo la sua vita al
servizio
dei
siciliani.
Leggendo
il
suo
programma, ascoltando i
suoi
comizi,
i
suoi
interventi, si ha subito la
chiara
sensazione
che
Rosario sa quello di cui la
Sicilia ha bisogno. Per lui
la
parola
d'ordine
è
meritocrazia, per lui i costi
dell'
amministrazione
pubblica devono tradursi in
benefici per la collettività,
per lui i dirigenti generali
devono essere nominati
sulla
base
delle
loro
competenze e non per
accordi politici, per lui
l'arte e la cultura devono
essere i pilastri su cui
fondare la rinascita delle
Sicilia, per lui l'agricoltura
va valorizzata e sostenuta.
Rosario
Crocetta
rappresenta
la
buona
politica.
Una
nuova
politica,
che
darà
finalmente credibilità ad
una
nuova
classe
dirigente.
Rosario Crocetta sa che c'è
bisogno di un un’azione
politica e amministrativa
concreta fondata su idee
strategiche di sviluppo e di
rilancio. Rosario Crocetta
vuole
valorizzare
il
Mediterraneo,
renderlo
luogo protagonista di una
nuova
occasione
di
sviluppo
per
il
Paese.
Rosario
Crocetta
vuole
utilizzare
in
ogni
sua
azione,
in
ogni
sua
proposta... la legalità. La
legalità non sarà più una
semplice
parola,
con
Rosario Crocetta la legalità
sarà finalmente un'azione,
concreta
e
incisiva.
Rosario Crocetta è uno che
ascolta, uno che non fa
finta
di
ascoltarti
pensando ad altro. Lui
ascolta,
vuole
sapere,
vuole capire cosa vogliono
le siciliane e i siciliani. Lui
ascolta
e
sa
cosa
rispondere. Le sue parole
sono le parole della sua
terra. Il 28 ottobre sarà un
giorno importante. Inizierà
la Rivoluzione della Sicilia.
Una Rivoluzione che da
tempo aspettiamo, ma che
solo con Rosario potrà
iniziare.
PAGINA 5
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
... Perché è vero che se da
un lato tanti politici, non
tutti
(mai
generalizzare)
svolgono una sola politica,
ovvero quella dei propri
interessi, dall’altro anche il
singolo cittadino, quasi nella
totalità dei casi, dà il
proprio
voto,
non
per
opinione, ma perché si
avveri “la promessa” che
qualcuno gli aveva fatto.
Pertanto anche noi cittadini
non siamo esenti da colpe
dell’attuale sistema politico,
sempre più alla deriva. Se
vogliamo
migliorare
la
situazione attuale, al posto
di creare inutili polemiche e
un
inefficace
scompiglio,
iniziamo a dire di no al
“voto di scambio” (io ti do e
tu mi dai), frutto di una
politica
basata
sull’ignoranza
generale
facendo credere al cittadino
chissà
quale
favore
o
piacere gli sarà fatto per un
diritto che semplicemente
gli spetta. Questa è la
politica, quella con la “p”
minuscola che deve essere
sconfitta. La politica delle
promesse, degli affari, del
clientelismo,
delle
corruzioni, degli inciuci, una
politica non degna di essere
chiamata
così.
Politica
significa
vivere
nel
quotidiano in prima persona
ciò che vogliamo che gli altri
facciano.
Il
mondo
ha
bisogno di modelli, non di
eroi.
Sandro Pertini lo ricordava
nel suo appello ai giovani:
“I
giovani
non
hanno
bisogno di sermoni, ma di
esempi
di
onestà,
di
coerenza e di altruismo.”
La Politica, quella sana,
quella bella, quella con la
“P” maiuscola, quella in cui
ogni giovane spera, è una
Politica Responsabile, una
Politica Onesta, una Politica
che sa Ascoltare per capire,
comprendere e farsi capire.
Una Politica che sappia fare
Squadra,
una
Politica
Coerente,
una
Politica
Umile, una Politica che
sappia investire per il futuro
e
non
sprecare
nel
presente. Una Politica che è
al servizio dei cittadini fatta
per amore nei confronti
della società e della propria
terra.
Questa è la Politica che ci
aspettiamo, quella che tutti
(o
quasi)
desideriamo,
quella
che
vogliamo.
Mettiamo
in
campo
l’entusiasmo, la voglia di
speranza,
la
voglia
di
cambiare,
mettiamoci
in
gioco con i fatti e non a
parole. Non posso non fare
riferimento ad un discorso
di
Rosario
Crocetta,
il
nostro
candidato
alla
Presidenza della Regione,
sul rapporto scellerato che
c’è stato negli anni passati
tra politica e mafia nella
nostra Regione: “Bisogna
liberarsi, bisogna riprendere
la via del coraggio e della
dignità.
La
nostra
indignazione, l’indignazione
dei giovani, delle donne,
degli
anziani,
degli
imprenditori,
non
può
essere
sterile
esercizio
dell’antipolitica,
deve
diventare invece Politica,
quella bella, quella con la
“P”
maiuscola”.
Cambiare si può, si deve!!
PAGINA 6
Sono nato a Gela, da una
famiglia
semplice,
mio
padre
faceva
l’operaio.
Una vita dura quella mia
da
ragazzo,
eravamo
quattro figli ed era difficile
andare avanti. Ho avuto
un’educazione
molto
religiosa, ho fatto la scuola
dai salesiani. Quando mio
padre
è
andato
in
pensione
ho
dovuto
interrompere i miei studi e
sono andato a lavorare in
fabbrica come operaio. Ho
continuato
a
studiare,
conosco francese, inglese
e arabo e ho lavorato con
diverse
aziende
internazionali in vari paesi
del mondo. Sono tornato a
Gela nel 1990, in attesa di
un altro contratto estero.
Nel novembre del ’90 a
Gela ci fu la strage di
mafia in una sala giochi,
otto
ragazzini
vennero
uccisi da altri ragazzini.
Da
allora
decisi
di
rimanere a Gela per fare
qualcosa a favore della
mia
città,
mostrando
grande impegno nella lotta
contro la mafia. Nel 2003
sono diventato sindaco di
Gela, da allora la mia vita
è profondamente cambiata
per
aver
iniziato
una
battaglia
che
non
ha
nessun
precedente
in
un’amministrazione
italiana contro la mafia.
Sono stato condannato a
morte dalla mafia e sono
stati
sventati
quattro
attentati ai miei danni.
Vivo una vita totalmente
blindata da oltre 10 anni.
La mafia blocca lo sviluppo
della Sicilia. Durante il mio
mandato a Gela è nata
una
delle
associazioni
antiracket più importanti
d’Italia diretta da Renzo
Caponetti con circa 150
iscritti. Gli arresti operati
durante il mio mandato da
sindaco da parte delle
forze dell’ordine sono stati
circa 960 in sei anni. Da
parlamentare europeo mi
sono
battuto
per
la
costituzione
della
commissione
antimafia
europea di cui sono primo
vice
presidente.
Faccio
parte della commissione
libertà civili, affari esteri e
immigrazione
del
Parlamento
Europeo
e
sono
componente
della
delegazione Mashreq che
cura le relazioni con i
paesi arabi. Voglio essere
il sindaco di tutti i siciliani,
mettere
a
disposizione
l’esperienza
amministrativa
che
ho
accumulato da sindaco e
le
conoscenze
da
parlamentare europeo a
disposizione dell’isola più
bella del mondo. Offro il
mio
impegno,
le
mie
conoscenze,
la
mia
esperienza, la mia vita per
il riscatto della Sicilia e del
popolo
siciliano.
PAGINA 7
Sarò il sindaco di tutti i
siciliani, di quanti vogliono
cambiare il volto della
regione,
voglio
rappresentare
la
loro
indignazione e la loro
voglia di pulizia e di
onestà. Dobbiamo fare un
lavoro straordinario per la
nostra
terra
creando
occupazione e sviluppo,
combattendo con tutte le
nostre forze contro la
corruzione,
contro
le
cricche che hanno umiliato
la Sicilia, contro la vecchia
e
la
nuova
mafia.
Dobbiamo fare in modo
che la nostra Regione
conquisti un ruolo primario
in
Europa.
Per fare ciò dobbiamo
recuperare fiducia in noi
stessi, applicare il rigore
con
equità,
senza
dimenticare le fasce più
deboli.
Dobbiamo
internazionalizzare
la
nostra economia. Nessuno
deve essere lasciato solo,
tutti dovranno avere pari
opportunità.
Dobbiamo
riprenderci
l’orgoglio
di
essere siciliani, di essere
cittadini
della
nostra
meravigliosa Isola. Voglio
proporre concretamente la
mia esperienza da Sindaco
antimafia di Gela e di
Europarlamentare
per
aiutare la Sicilia ad uscire
dalla crisi politica, sociale
economica e morale che
sta
attraversando.
La
mafia
ha
distrutto
l’immagine
dell’economia
della
Sicilia,
la
mala
politica
invece
di
combattere la mafia si è
alleata
con
essa.
Dobbiamo spezzare il patto
scellerato
tra
mafia,
politica
ed
economia
deviata che ha dominato la
Sicilia dal dopoguerra in
poi.
Cultura,
diritti,
turismo,
ambiente,
industria,
agricoltura,
sanità, scuola, trasporti,
pesca, energie rinnovabili,
vivibilità urbana, rispetto
dell’ambiente,
acqua
pubblica,
gestione
dei
rifiuti da parte dei comuni,
non dovranno essere più
slogan
ma
azioni
di
Governo.
Dobbiamo
rilanciare
la
nostra
centralità
Mediterranea.
Voglio una Sicilia legale e
pulita non più soffocata
dalla
burocrazia
ostile.
Voglio una Regione in cui
le autorizzazioni debbano
essere sbloccate nell’arco
di tre mesi, dove tutti gli
atti
della
pubblica
amministrazione
siano
pubblicati
online
e
i
cittadini
possano
controllare lo stato di
avanzamento delle proprie
pratiche. Voglio una Sicilia
che si liberi del passato e
guardi a un futuro di pace,
lavoro
e
prosperità.
Una Sicilia che faccia la
‘Rivoluzione della dignità’.
Sarò il sindaco di tutti i
siciliani.
PAGINA 8
La scelta di un candidato
Presidente della Regione
Siciliana, dovrebbe essere
un’attenta
e
difficile
valutazione,
perché
da
essa dipende il nostro
futuro.
Ebbene,
“Dovrebbe”
perché
la
scelta dei GD di Cattolica
Eraclea
di
appoggiare
Rosario è stata sì attenta
ma per niente difficile.
Siamo soddisfatti di aver
accostato
il
nostro
impegno
e
il
nostro
sostegno per Rosario ancor
prima che lo facessero i
partiti. È il candidato scelto
dalla
società
civile,
il
candidato
di
tantissimi
giovani. Per noi GD è
motivo di vanto e di
grande orgoglio. È stata
una scelta ferma e decisa
poiché
siamo
ben
consapevoli
del
suo
operato da Sindaco nella
sua città, Gela. Da siciliani,
da amanti della nostra
terra e della legalità non
potevamo far altro che
sostenerlo e cercare in
tutti i modi che diventasse
il
nostro
Sindaco,
il
Sindaco
di
tutti
noi
siciliani. Dopo aver letto
qualche informazione su
Rosario,
ho
constatato
personalmente
come
Rosario Crocetta sia una
persona sincera, umile e
onesta. Tra l’altro, dopo
averlo
conosciuto,
ha
confermato
le
mie
supposizioni
iniziali.
Rosario,
dopo
l’incontro
tenutosi
nella
villetta
dedicata alle vittime della
mafia, fortemente voluto
da noi GD, ci ha trasmesso
ancor più entusiasmo e
voglia
di
partecipazione
per
cambiare
questa
nostra
amata
terra,
martoriata da tanti, troppi
mali che ne stroncano il
futuro ma pur sempre una
signora
terra.
Noi
GD
CHIEDIAMO ad alta voce
che giorno 28 ottobre si
voti e si faccia votare
ROSARIO
CROCETTA
perché c’è bisogno di un
radicale cambiamento nella
nostra Regione, perché c’è
bisogno di un Presidente
che sappia stare con i
giovani e lottare per il loro
futuro, perché c’è bisogno
di avere un Presidente che
sia da esempio per tutti
noi e non è poco ciò che ha
fatto fino ad ora Rosario.
Non è poco in una terra
così complicata come la
Sicilia.
Crediamo
fortemente che egli possa
liberare la Sicilia dai suoi
mali peggiori: mafia e
politici corrotti. Crediamo
in
un
Presidente
che
sappia dare speranza e
cambiare in meglio la
nostra isola. Ha deciso,
invece di fuggire e godersi
i risultati fin qui ottenuti,
di
restare
e
vincere
insieme a noi e per noi la
rivoluzione della dignità.
Siamo una terra che ha
veramente bisogno, ecco
perché giorno 28 ottobre
voterò Rosario Crocetta.
Perché è tutto questo,
perché e anche di più.
PAGINA 9
I mass media ci hanno
abituato a sentire sempre
più
spesso
la
parola
“eroe”. Che si parli di atleti
vittoriosi in competizioni
sportive, militari caduti in
battaglia, vip della tv,
importanti figure storiche
o personaggi di fantasia
dai poteri sovrannaturali,
tutti vengono indicati con
lo stesso termine: eroi. Il
vocabolario italiano ci dice
chi è un eroe: chi dà prova
di
grande
coraggio
compiendo
una
grande
impresa. Ma cos’è una
grande impresa? Di sicuro
catturare
un
terrorista
ricercato in tutto il mondo
lo è, così come vincere un
mondiale
di
calcio
o
magari salvare decine di
persone da un incendio.
Tutte queste azioni sono
sicuramente, ognuna nel
suo ambito, delle gesta
straordinarie. Ma oltre agli
eroi descritti fino ad ora,
ne
esiste
un’altra
categoria:
gli
eroi
quotidiani. Eroi che non
vengono esaltati da tv e
giornali e che quasi mai si
trovano
al
centro
dell’attenzione, ma che nel
loro
piccolo
compiono
imprese, a mio avviso,
straordinarie. Non è forse
un eroe chi per mantenere
la
propria
famiglia
è
disposto a fare due lavori
oppure lotta per difendere
l’unico che ha? O chi
abbandona le persone e i
luoghi
che
ama
per
provare a trovare fortuna
altrove? O ancora chi si
rifiuta
di
scendere
a
compromessi e rinuncia a
facili
guadagni
pur
di
mantenere
la
propria
integrità
morale?
Per
quanto mi riguarda la
risposta è: SI. E sono
sicuro di non essere il solo
a pensarlo. In giro di eroi
simili se ne trovano molti e
sono loro a darci gli
insegnamenti di vita più
utili, sono loro gli esempi
da seguire. Le loro gesta
non fanno notizia, ma
fanno andare avanti la
società. Tutti nella vita
hanno
dei
punti
di
riferimento e degli eroi a
cui
vorrebbero
assomigliare. I miei eroi
escono la mattina presto
per andare a lavorare e
tornano a casa la sera,
stanchi ma soddisfatti, non
chiedendo altro che il
caldo abbraccio di una
famiglia unita e serena.
“Sono un Eroe
perché lotto tutte le ore
sono un Eroe
perché combatto per la
pensione
sono un Eroe
perché proteggo i miei cari
dalle mani dei Sicari
dei cravattari
sono un Eroe
perché sopravvivo al
mestiere
sono un Eroe
straordinario tutte le sere
sono un Eroe
né l’Uomo ragno né Rocky
né Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio
per i miei Bambini.”
Estratto della canzone:
EROE (Storia Di Luigi
Delle Bicocche) Caparezza
PAGINA 10
Secondo alcuni sondaggi, il
44% degli elettori siciliani
non andrà a votare per le
elezioni regionali del 28
ottobre. Questo dato, che
mi fa riflettere ma non mi
scandalizza, dimostra che
l’unico partito a vincere
sarà
quello
dello
astensionismo.
Tale percentuale non mi
colpisce più di tanto perché
ormai è visibile a tutti la
mancanza di fiducia nei
confronti di questa classe
politica che ha portato una
regione come la Sicilia al
collasso. Premetto che non
voglio criticare chi decide di
non andare a votare perché
fortunatamente siamo in
democrazia e ogni persona
è libera di fare le proprie
scelte, però penso che
l’astensionismo di massa
come “arma“ per sfiduciare
una certa classe politica, sia
una suggestione più che
una strategia efficace. Non
credo che in tal modo si
possa
raggiungere
l’obiettivo
sperato:
far
intendere che i siciliani non
ne possono più e sono
stanchi di essere presi in
giro, che sono rassegnati e
disillusi. Chi si astiene lo fa
fondamentalmente perché è
convinto che il proprio voto
non conti nulla, ma l’errore
qui
è
sostanzialmente
logico. È
come se nelle
urne
la
scheda
altrui
contasse più della nostra.
Quella da molti sfruttata
come “antipolitica“ è in
realtà
un
bisogno
di
partecipazione politica. Può
sembrare
vuota
retorica
ma non lo è, basta chiedere
a chi è andato a votare in
Sudafrica nel 1994 o in
Italia nel 1946. Una tipica
frase di chi decide di
astenersi dal voto è: “tanto
sono tutti uguali”,
ma
allora io mi domando: vi
siete informati abbastanza?
Non c’è nessuna differenza
sulla
legalità,
sul
precariato, sulle politiche
sociali o a livello personale
tra i candidati? Ritengo sia
fondamentale osservare ed
analizzare le varie liste, i
programmi elettorali e le
biografie dei candidati, e
dopo esprimere un giudizio.
Nessuno può mettere in
dubbio che ci siamo sentiti
“traditi“
da
chi
ci
ha
governato e delusi dalla
politica e
dai partiti.
Tuttavia non ci sarà mai un
partito che ci rispecchierà al
100%, e come cercare la
donna o l’uomo ideale, se si
guardano soltanto le cose
che dividono e non quelle
che uniscono, si finisce per
rimanere soli. Montanelli
diceva che gli italiani vanno
spronati a decidere con
raziocinio
e
non
a
“turarsi
il
naso“,
deresponzabilizzandosi
della scelta! Chiaro che se
noi non facciamo niente,
non
possiamo
poi
lamentarci perché nessuno
fa niente per noi. Chi si
astiene per lanciare un
messaggio,
finisce
col
lanciare il messaggio solo a
se
stesso.
Alla
fine
l’astenuto sarà solo un
numero nella riga più in
basso, con l’aggravante che
è la riga che non esprime
nulla, perché quelli sopra
avranno deciso per tutti.
Per sostenere la necessità
di andare a votare, si
potrebbe sicuramente fare
un discorso lirico e retorico
sulla
bellezza
della
democrazia in azione, sulla
morte di migliaia di persone
per portarci alla libertà di
voto, sulla necessità di
prendere in mano il destino
del proprio Paese nell’unico
momento
in
cui
ci
è
consentito.
Credo che il succo della
democrazia
sia
la
partecipazione e uno dei
mezzi più importanti è
sicuramente il proprio voto.
Quindi
invito
tutti
i
cattolicensi e tutti i siciliani
ad andare a votare per le
elezioni regionali di giorno
28 ottobre, perché sono
convinto che soprattutto
nei momenti di difficoltà,
far sentire la propria voce
(correndo anche il rischio di
sbagliare) sia meglio che
stare zitti e chiamarsi fuori.
PAGINA 11
È
tempo
di
cambiare
pagina.
Mentre
i
telegiornali
dipingono
un’Italia
incalzata
dallo
spread, dalla FIAT, dagli
scandali dei nostri politici e
chi più ne ha più ne metta,
a Cattolica si fanno i conti
con l’aumento del prezzo
della
benzina
e
degli
alimentari. Nel contempo
l'economia
del
nostro
comune, vive in uno stato
vegetativo.
Il
mercato
dell’immobile
è
in
stagnazione,
le
poche
imprese
edili
sono
costrette
a
licenziare
giovani operai, le aziende
agricole vedono scendere
vertiginosamente il prezzo
dei prodotti azzerandone il
fatturato
ed
infine
il
settore turistico, per il
quale
le
passate
amministrazioni
comunali
non
hanno
adottato
alcun’iniziativa di rilancio
lasciando la nostra tanto
amata Minoa in balia dei
rifiuti, dei parcheggi a
pagamento e del degrado.
Per Cattolica Eraclea è
arrivata l’ora di ripartire,
ma in che modo? Con quali
strumenti?
Prima
di
introdurre
le
diverse
alternative, proviamo ad
analizzare
il
recente
passato e le ripercussioni
sul presente. Il passato del
nostro
paese
si
può
riassumere in devastanti
politiche adoperate dalle
varie
amministrazioni
comunali
che
si
sono
susseguite al potere, che
hanno
quasi
provocato,
per fortuna o per sfortuna,
giudicate
voi,
la
coincidenza del possibile
dissesto
finanziario
con
l’anniversario
del
IV
centenario del paese. Di
conseguenza lo scenario
attuale mostra un quadro
socioeconomico a dir poco
preoccupante
dal
quale
non
si
intravede
una
possibile via di uscita a
breve termine. Il futuro del
nostro paese, quindi, ha
bisogno di scelte forti e
coraggiose,
ma
nello
stesso tempo ponderate,
che
diano
una
decisa
spinta
al
mercato
dell’immobile, per esempio
introducendo
delle
esenzioni fiscali per un
paio di anni per chi
acquista un’immobile, al
settore turistico, lottando
per la concessione di una
fascia di pineta per il tanto
desiderato lungo mare con
l’inserimento di qualche
attività commerciale dando
così
una
possibile
riqualificazione di Minoa
nel mercato del turismo
agrigentino, ed infine al
settore
agricolo,
ad
esempio
ipotizzando
la
costituzione
di
consorzi
comunali che permettano
la commercializzazione dei
prodotti
agricoli
nel
mercato
provinciale,
regionale e nazionale, e
perché no anche a livello
internazionale, evitando il
più possibile una politica di
tassazione che potrebbe
causare un abbassamento
del potere di acquisto
oppure
un
aumento
dell’inflazione.
Concludo
dicendo che le idee per far
ripartire
l’economia
del
nostro paese ci sono, le
possibilità di rilancio sono
numerose a patto che si
verifichi un processo di
coesione di intenti e di
sinergia fra tutti i cittadini:
Cattolica Eraclea, se vuoi
ripartire, devi avere la
voglia di rimboccarti le
maniche
e
lavorare.
HA SCELTO I SICILIANI E LA
RIVOLUZIONE DELLA DIGNITÁ
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opuscolo dei gd di cattolica eraclea