ISTITUTO STATALE “PASCASINO” LICEO DELLE SCIENZE UMANE ad indirizzo SOCIALE-PSICOPEDAGOGICO-L INGUISTICO -Marsala- 1 Ideazione e produzione: Associazione “La voce dei bambini” Edito: La voce dei bambini, Maggio 2009, Trapani Grafica e Stampa: Centro Copia “Piazzaffari” Trapani 2 EDITORIALE Queste pagine raccolgono riflessioni, pensieri e disegni riguardanti il tema “Prima che migranti sono bambini, donne e uomini”. I testi sono stati scritti dai ragazzi del liceo delle scienze umane “Pascasino”, i disegni sono stati realizzati dai più piccoli (Scuola primaria “Umberto di Savoia” Trapani, “Trentapiedi” Erice, e dal gruppo Scouts di Partanna ). Disegni che hanno rafforzato la bellezza di questo opuscolo non soltanto per i tanti colori ma soprattutto per la sincerità, amorevolezza e speranza dimostrata. Obiettivo di questo percorso è stato quello di andare oltre lo studio teorico o dei soli contenuti di ciò che è multiculturalità, interculturalità, globalità, addentrandoci in una delle realtà sociali esistenti quale il fenomeno delle migrazioni ed in particolare dei numerosi sbarchi presso il porto di Lampedusa. Un ringraziamento particolare alla Preside del Liceo delle Scienze umane Dott.ssa Antonella Coppola, per aver affiancato l’iniziativa; un ringraziamento a tutti i ragazzi e bambini che con entusiasmo e sensibilità hanno lavorato per questa attività extracurriculare. Prima che migranti sono bambini, donne e uomini che cercano un luogo dove vivere, e noi in quanto uomini, donne e bambini siamo invitati ad ascoltare la loro voce ed entrare a far parte di un unico mondo caratterizzato dalle diverse culture, diverse storie ma dagli stessi diritti umani. Prof.ssa Rosaria Bonfiglio 3 “Non dimentichiamoci mai che quando degli uomini, delle donne, dei bambini, decidono di abbandonare le loro radici, è il risultato di un doloroso dilemma: essi si sono convinti che ciò costituisce la loro unica chance per sopravvivere”. Michel Moussalli 4 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola Quel che non vedo Le lacrime che non vedo sono quelle del migrante, sono le lacrime che non rigano il volto ma solcano il cuore fino a farlo sanguinare. La luce che io vedo, nei loro occhi stanchi, è la luce di un futuro, un futuro da vivere serenamente nella loro amata patria, con la loro famiglia, senza sentirsi diversi in mezzo a una folla “di fratelli”. II H Liceo Pascasino N. B. Ringraziamo il Prof. Michele Sollima per la grande sensibilità trasmessa ai ragazzi della II H del Liceo Pascasino di Marsala. 5 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola <…Cosa c’è di male se quando sentiamo la parola “migranti” proviamo dentro di noi un senso di disapprovazione? Non è forse vero che “l’istinto di conservazione”, come dicono gli scienziati, sovrasta tutti gli altri istinti? Io penso piuttosto che condannare chi istintivamente non accetta l’immigrato, bisognerebbe aiutarlo a comprendere che l’emigrato non è un rivale o un nemico ma uno da comprendere…> II H Irene Maria Zinerco <…Per molta gente migrare è l’unica cosa da fare per superare i propri problemi, nella maggior parte dei casi di natura economica. Si allontanano dal loro paese per trovare “fortuna”, per tanti è molto doloroso andare via dalla propria patria. Hanno la morte nel cuore per quello che hanno lasciato ma la speranza per quello che credono di trovare. Noi dobbiamo aiutarli e comprenderli, non dobbiamo etichettarli, né giudicarli, dobbiamo conoscerli e aiutarli soprattutto nel vivere onestamente e serenamente insieme a noi….> II H Manuela Curia <…E’ molto straziante allontanarsi dalla propria terra d’origine. Purtroppo questo accade. I migranti sperano che poi ci sia un futuro migliore per loro in altre terre. Molto spesso questo non accade perché vengono considerati di troppo e dei criminali…> II H Sonia Sansica 6 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola N OI <…Il nostro etnocentrismo razziale ci porta a chiamare e considerare gli emigrati come persone pronte a prendere il nostro posto di lavoro. A mio parere invece dovremmo farci un esame di coscienza e pensare…… quelle persone che scappano via impauriti dal proprio paese per rincorrere un futuro migliore, con la speranza di vivere in pace e con qualcosa da mangiare; quelle donne coraggiose che lasciano tutto per cercare la libertà; quegli uomini che si accontentano di uno stipendio minimo pur di avere un lavoro….. quei bambini che già alla loro tenera età hanno vissuto esperienze immaginabili!...> III G Silvia Giacalone <…Sono tante le persone che, provenienti da altri Paesi arrivano in Italia in cerca di fortuna. Affrontano un viaggio duro e faticoso, ma quello che permette loro di sopravvivere è la speranza di arrivare in Italia per trovare un lavoro e una paga sicura e dignitosa. Ma spesso trovano tutto tranne che le loro aspettative: vengono sfruttati, sono costretti a fare i lavori più umili e per di più vengono malpagati. Prima di tutto bisogna ricordare che queste persone sono uomini, bambini e donne, e non perché provengono da altri Paesi sono da considerare “animali”. Bisognerebbe riflettere maggiormente su questo tema, per far si che, alcuni pregiudizi che gli uomini hanno possano cambiare…> IV G Cristina Graffeo 7 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola “Prima che emigranti sono uomini, donne e bambini” “Traditori” dice il Paese da dove vengono “Massa di clandestini” il Paese dove vanno. Ma in quella che noi chiamiamo “folla”rimangono le speranze, i talenti, i sogni e le illusioni che tutti loro hanno. Il disprezzo che alle loro spalle hanno lasciato È lo stesso di quello che di fronte a loro hanno trovato e presto si accorgono che tra le delusioni del presente erano preferibili quelle del passato. E noi in tutto questo che c’entriamo? A cosa è servito il sangue di chi ha lottato per la ragione e l’uguaglianza se poi noi ne facciamo la differenza? Non so se mai passeranno le discriminazioni e i pregiudizi so solo che se mai quel giorno giungerà mai più bisogno di fuggire e di lottare ci sarà. Se Dio ha permesso le differenze, sarà perché il ricco aiuti il povero e il forte il debole. Perché aiutiamo chi, come noi si chiama UOMO perchè tali siamo. IV G Sara Pipitone 8 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 9 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 10 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 11 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola N ON DIME NTI CHI AMOCI MAI C HE ….. <…I clandestini vengono chiamati migranti e i migranti vengono chiamati clandestini: uomini costretti dalle loro condizioni sociali ad abbandonare i loro paesi per un’esistenza più serena. Il punto centrale da cui trarre le proprie riflessioni sta nel fatto che queste persone non hanno alternativa diversa da quella di espatriare in un altro Paese, con altre regole, tradizioni ed esigenze. Ognuno di noi in fondo è particolarmente legato alla propria terra d’origine, nonostante i suoi mille difetti: essa infatti è la MADRE che per prima ci ha “cullato”! Oltre il distacco dal proprio Paese, subentra la tristezza di questi uomini nel dover abbandonare i loro familiari. Nonostante tutto partono e…..sperano in una società migliore che li possa accogliere, che li reputi umani, e che offra loro uno spiraglio di luce, una ragione per mantenersi in vita…> III H Antonino Cucchiara <…Su quei barconi verso Lampedusa ho visto, in televisione, donne in gravidanza.. Mamme che vanno in contro alla morte pur di salvaguardare un posto, un luogo, dove far vivere i propri figli…> III H Laura Domingo 12 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola <…Quando queste persone arrivano nei Paesi destinati devono affrontare molti problemi perché si trovano dinanzi a delle differenze etniche quali la lingua, la religione, la cultura; inoltre si trovano da una parte una società pronta moralmente ad accettarli ed ospitarli, dall’altra parte una società che vorrebbe solo emarginarli da tutto!...> III H Marta Pace R IFLE SSIONI SUGLI SBAR CHI A LA MPE DUS A <…Uomini, donne e bambini si spostano dalla propria terra per raggiungere una nuova “meta”. Essi affrontano questo “viaggio” con molte difficoltà e addirittura molti di loro non riescono a realizzare il proprio sogno perché durante il lungo tragitto le loro vite si “spengono” per le condizioni disagiate. Spesso, dopo essere arrivati a destinazione, vengono afflitti da altri problemi come l’emarginazione per la diversità di pensiero, colore e religione. Tutto questo faticoso e umile percorso di vita ha un perché! Migliorare le propria condizione di ESSERE UMANO…> III H R. Ingargiola, A. Marino, M. Falcetta 13 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola <…L’immigrazione non si combatte con i decreti di espulsione, anche se legittimi; non si ferma con la detenzione in centri sempre più somiglianti a lager piuttosto che a un avamposto della civiltà. L’immigrazione si combatte dando la possibilità a queste persone di poter rimanere, istruirsi e progredire nel loro Paese…> III H Luana Orto <…Spezzare le ali ad un uccello in volo è di quanto più terribile si possa fare e se la burocrazia è lenta e le leggi rigide, bisogna fare in modo che tutti abbiano gli stessi diritti e doveri, perché, come cita la nostra Costituzione << tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali…>>. III H Arianna M. Accardi <…I Paesi dai quali provengono queste persone sono spesso Paesi in guerra, Paesi dove si scontrano varie tribù, Paesi dove non c’è legge, dove non c’è cultura né informazione e chi sta al comando ha tutto l’interesse che le cose restino come sono. (…) Ormai sappiamo cosa succede nel mondo al di là di mari e oceani. Viviamo in un epoca sempre più globale dove al problema del cittadino italiano andrebbe anteposto il problema del cittadino del mondo, e proprio perché ora non stiamo vivendo un periodo 14 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola facile a causa della crisi, cataclismi che hanno colpito nel profondo il nostro Paese, proprio in questo periodo dobbiamo essere più solidali con chi sta ancora peggio. Le soluzioni esistono e vanno portate avanti con testardaggine, perché è questo l’unico modo per rendere il mondo migliore PER TUTTI…> III H Priscilla Cucchiara <…Crescendo ci si rende conto di quanto la vita possa essere instacabilmente ingiusta e distruttiva in certe realtà, di quanto risulti difficile e combattiva. Da bambini il mondo appare una favola incantata, dove scintillanti fatine e divertenti personaggi offrono continue soluzioni ai nostri più profondi dubbi. Lì affrontavamo ogni singolo attimo con la certezza di non poter essere annientati…uscendone sempre vincitori e buoni padroni…. Eppure man mano che ci addentriamo nel mondo reale sia le cronache che le problematiche che si presentano ci allontanano da quel mondo fiabesco. Ci troviamo improvvisamente a combattere una brutta bestia: la povertà d’animo!! Che spesso vince sui più deboli e svantaggiati. Auguro allora ad ognuno di noi un gesto di pace e fratellanza per un Mondo migliore, per quel Mondo che, da bambini ci apparteneva…> III H Claudia Cucchetti 15 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 16 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 17 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir.Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 18 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dot.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 19 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 20 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco Lettera di Flavia Flavia è una bimba di sette anni, frequenta la classe II A, scrive questa lettera dopo aver visto in televisione la zia, medico trapanese soccorrere una barca in avaria presso il porto di Lampedusa. La Dottoressa Lia Marrone lavora come infettivologa per l’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e delle malattie della povertà di Roma). Ins.te Grazia Grignano 21 Associazione Scouts Partanna 1 Capo L/C: Rocco Crinelli 22 Associazione Scouts Partanna 1 Capo L/C: Rocco Crinelli 23 Liceo delle Scienze Umane “Pascasino” -MarsalaPreside Dott.ssa Antonella Coppola Basta uno sguardo un segno, un particolare per capire “l’io”di ognuno di noi…. Gli occhi vivono, sognano e trasmettono felicità, angosce, desideri…. Per un immigrato la felicità è sinonimo di salvezza. La salvezza per un immigrato è trovare un luogo dove vivere. Un luogo dove vivere è la speranza di una vita che rispetti i diritti dell’essere umano. III H Ermelinda Di Dia Delle volte la parola clandestino viene usata senza che noi ne sappiamo il reale senso che và ben oltre il distinguere una razza o una carnagione: dovremmo pensare che dietro ogni sguardo di queste persone, c’è la voglia di avere una vita normale e di donare ai loro figli un’infanzia come tutti noi abbiamo avuto. IV A Rallo Stefania Sonia Messina (Alberghiero “Virgilio Titone” di Castelvetrano) 24 Scuola II Circolo Didattico Alfamediale “Trentapiedi” -EriceDir. Dott.ssa Marialuisa Asaro COME NOI…INSIEME A NOI Sono uomini, donne, padri, madri e bambini. Questi sono gli immigrati; povere persone che lasciano la loro casa con la speranza di trovare altrove un futuro migliore. Fuggono via dalla loro terra perché lì non trovano cibo, perché c’è la guerra, perché subiscono ingiustizie. Sentono parlare di questo “bel Paese” e si illudono di trovare fortuna, ma spesso non arrivano a destinazione o, se ce la fanno, non trovano una giusta accoglienza. Molti di noi non li accettano e li vedono come nemici, come se venissero qui per disturbarci, toglierci il lavoro o addirittura derubarci o ammazzarci. Io a questa cosa non ci credo proprio, perché se provo a mettermi nei loro panni, capisco che stanno gridando aiuto per avere anche loro una vita normale, una casa e potersi sfamare ogni giorno. I bimbi magari sognano soltanto di poter giocare, di avere una figurina, un gelato. 25 Scuola II Circolo Didattico Alfamediale “Trentapiedi” -EriceDir. Dott.ssa Marialuisa Asaro E’ una triste storia quella degli immigrati che scappano via “da una terra che li odia ad un’altra che non li vuole”. Secondo me i veri cattivi sono quelli che non li accolgono accettando la loro diversità e che anzi li disprezzano per questo e li considerano inferiori. Ho sentito parlare di una legge che se un medico cura un immigrato senza permesso di soggiorno lo deve denunciare. Io penso che è una cosa sbagliata perché, per la paura di essere rimandato via, l’immigrato non si fa curare e può anche morire. Il vero aiuto che possiamo dare noi cittadini italiani, adulti e bambini come me, è aprire le nostre braccia e i nostri cuori a questa povera gente ricordandoci che anche noi siamo stati immigrati come loro e a volte siamo stati trattati male, chissà che non possa capitare ancora. Dunque accogliamo i fratelli immigrati con rispetto e amore e “non facciamo a loro ciò che non vorremmo fosse fatto a noi!” Classe V D Ins.te Germana Bruno Scuola alfamediale Trentapiedi 2° Circolo Didattico di Erice 26 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 27 Scuola III° circolo didattico “Umberto di Savoia” –TrapaniDir. Dott.ssa Antonella Ursino Coor. Ins. Giuseppina Pinco 28 Note da ricordare e da riascoltare "Clandestini si tratta di un’ Azione musicale di Girolamo De Simone per pianoforte, live electronics e voce recitante, dedicata al tema dell'immigrazione clandestina, è stata proposta il 4 dicembre a Roma all’Acquario Romano, nell’ambito del Festival di “Musica Verticale” e l’ 11 dicembre a Napoli nel corso de “Il Canto dell’Avorio 1999”. Il lavoro utilizza materiali oggettivi, tratti da quotidiani, progetti di legge, commentari affiancandoli alle scritture di alcuni immigrati, vittime di una visione occidentale propensa alla libera circolazione delle merci ma ostile a quella delle persone, predisposta alla globalizzazione dell’economia ma che costruisce recinti al fine di impedire che la musica, le arti, le culture possano essere veramente e profondamente condivise. Testi formati da materiali oggettivi (alcuni degli aberranti articoli delle leggi, commentari, etc) e da scritture delle vittime: Suri (Nepal), Yaguine Koita e Fodé Tounkara (Guinea), Afrim (Kosovo) Musiche: dell'iraniano Siavash Beizai; degli italiani Chiari, Scelsi, De Simone; del meno occidentale tra i musicisti americani: John Cage”. Vogliamo in queste pagine ricordare alcuni dei testi più significativi della rappresentazione musicale di Girolamo De Simone, con l’auspicio di proporre quest’Azione musicale in Sicilia, ma soprattutto per rendere omaggio ai compositori, artisti che non perdono mai di vista la realtà e la società che li circonda trasmettendo attraverso la musica ciò che con le parole non si può esprimere. Musica: “Sconfinando/1” (base cdr, sulla base la voce recitante narra:) di Girolamo De Simone, Italia Sogno di essere un uccello e nel cielo volare sogno di essere una farfalla e volare di fiore in fiore sogno di essere una stella e nel celo di brillare sogno di essere il sole, tutto il mondo scaldare sogno di essere una luna e la notte illuminare sogno di essere una fata e il bosco incantare Afrim, Kosovo (Afrim è un bimbo kosovaro di dieci anni che ha perso una mano e un occhio a causa di una mina: è stato curato in Italia; in italiano ha scritto questa poesia prima di tornare in kosovo) 29 ...lavoro in questa fabbrica di tappeti da sei mesi con altri cento bambini. Ci sorveglia un adulto, lo chiamiamo il mediatore, si accerta che lavoriamo in continuazione. ...Ero l’unica della mia famiglia ad andare a scuola. Qualche mese dopo la morte di mio padre la vita della mia famiglia è peggiorata. Un giorno arriva un uomo... ...dice che ho buone mani e che mi troverà un lavoro. Dà alla mamma 60 sterline e io ripagherò il prestito lavorando sei mesi nella fabbrica di tappeti. L’intermediario mi affida a due ragazze... Alcune di loro hanno cominciato a lavorare a cinque anni. Per tessere un tappeto quattro bambini hanno un mese di tempo. Ma siamo solo in tre, possiamo riuscire solo se lavoriamo sedici ore al giorno senza ammalarci. Suri, Nepal (il racconto è riportato sul disco The Promise di Moore, Parker e Prati) Musica: “Sconfinando/2” (piano senza amplificazione) di Girolamo De Simone, Italia Lettera ai Potenti della Terra “Eccellenze, signori membri e responsabili d’Europa abbiamo l’onore, il piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi dell’obiettivo del nostro viaggio e della nostra sofferenza di bambini e giovani dell’Africa. Ma, prima di tutto, vogliamo presentarvi i saluti più deliziosi, adorabili e rispettosi di questa vita. Siate il nostro appoggio e il nostro aiuto. Voi siete per noi, in Africa, coloro a cui chiedere soccorso. Noi vi supplichiamo, per amore del vostro continente, in nome dei sentimenti che nutrite per il vostro popolo e soprattutto per l’affinità e l’amore che avete per i vostri figli che amate per la vita. Inoltre, per l’amore e la timidezza di nostro creatore dio onnipotente che vi ha dato tutte le buone esperienze, ricchezze e potere per ben costruire e organizzare il vostro continente e farne il più bello e ammirabile tra tutti. Signori membri e responsabili d’Europa, è per la vostra solidarietà e gentilezza che noi vi chiediamo soccorso in Africa. Aiutateci, noi in Africa soffriamo enormemente, noi abbiamo dei problemi e alcune mancanze a livello di diritti dei bambini. A livello di problemi, noi abbiamo la guerra, le malattie, la penuria di 30 cibo, etc. Quanto ai diritti dei bambini, é in Africa e soprattutto in Guinea che abbiamo troppe scuole ma una gran mancanza di istruzione e insegnamento. Salvo nelle scuole private dove si può avere una buona istruzione e buon insegnamento, ma ci vogliono forti somme di denaro. Ora, i nostri genitori sono poveri e ci devono nutrire. Inoltre non abbiamo neanche scuole sportive dove praticare il football, il basket o il tennis. Per questo noi, bambini e ragazzi dell’Africa, vi chiediamo di fare una grande, efficace organizzazione per l’Africa per permettersi di progredire. Dunque, se vedete che ci sacrifichiamo e mettiamo a repentaglio la nostra vita é perché in Africa si soffre troppo e c’è bisogno di lottare contro la povertà e mettere fine alla guerra in Africa. Eppure, noi vogliamo studiare, e vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi in Africa. Infine, vi preghiamo di scusare molto per aver osato scrivere questa lettera a Voi, i grandi personaggi a cui dobbiamo molto rispetto. E non dimenticate che è con voi che dobbiamo lamentarci per la debolezza della nostra forza in Africa.” Yaguine Koita, Fodé Tounkara, Guinea (Questo è il testo della lettera che due giovani portavano con sé al momento della morte. I ragazzi si erano nascosti nel vano carrello di un aereo nel tentativo di emigrare, ma sono morti assiderati durante il viaggio. La lettera è stata pubblicata da “il manifesto” del 5 Agosto 1999) 31