ANNO II NUMERO 14 30 DICEMBRE 1999. LIRE 2.500 Il Duemila porta un salasso per i contribuenti. Merito di una nuova tariffa per la tassa sui rifiuti. E soprattutto del raddoppio dell’addizionale Irpef che il consiglio comunale ha approvato tra le proteste dell’opposizione. Si poteva evitare? Paga Paperone. Ma non solo 2| | 30 dicembre 1999 | Agorà ibattito D S arà un caso, ma negli ultimi due mesi la giunta ha approvato tre delibere di costituzione in giudizio. Si è cominciato con il decreto ingiuntivo presentato dall’ingegnere Nino Nastasi per una parcella non pagata (ne abbiamo parlato nello scorso numero). Si è continuato con il ricorso al Tar presentato da una ditta per la gara d’appalto sul mercato ortofrutticolo—che aggiunge una nuova causa al contenzioso del Comune—(ne parliamo in questo numero). E si è finito con il ricorso in appello contro una sentenza di condanna relativa a uno dei tanti espropri del passato. Noi mettiamo subito le mani avanti con una “excusatio non petita”: non ci intendiamo né di parcelle, né di tribunali, né di gare d’appalto. Dopodichè, chiediamo timidamente se l’anno scorso il contenzioso era la devastante mannaia che gravava sul bilancio comunale, potenzialmente capace di impedire ogni programma le voci della città Ma non erano cause perse? zione per il futuro, cosa è cambiato quest’anno? Perché qualcosa deve essere cambiato dal momento che di fronte a una sentenza di condanna per esproprio irregolare ci si appella, le gare d’appalto vengono condotte in modo da scatenare ricorsi e le parcelle non si pagano solo per il gusto di sentirsi spiegato davanti a un giudice (anziché in un colloquio “vis à vis”) perché un ingegnere chiede sessanta e non quaranta milioni. Sennonché nei giorni scorsi pare che il Tribunale di Barcellona abbia dato ragione a Nastasi (ma tutta questa vicenda è molto più complessa, e non ce la sentiamo di dare la croce addosso al sindaco). Speriamo che almeno qualcuna di queste cause abbia un esito favorevole. Altrimenti anche questa amministrazione avrà accumulato altre macerie su quelle del passato. Certo, sono solo mace- Quell’esempio del certificato D omenica 15 novembre il prof. Dario Russo ha parlato ai ragazzi delle quinte elementari e della scuola media interessati all’elezione del baby consiglio comunale e del sindaco dei bambini. Ha spiegato, fra l’altro, come sia il voto. Ha parlato del voto d’appartenenza e di quanto esso sia irrazionale, basato com’è su motivazioni che non hanno a che fare con l apolitica, con il bene pubblico, con i programmi; del voto di scambio e di quanto sia «nausenate» (testuale); del voto d’opinione e di come sia l’unico moralmente valido. Dopo, tornando sul voto di scambio, Dario Russo ha fatto un esempio. Che suonava più o meno così: io ho bisogno di un certificato, però sono ignorante. Così non vado al Comune a battere i pugni, se è necessario, e a dire: fatemi questo certificato. No, io vado da un amico e gli dico: «per favore, mi fai questo certificato? Se me lo porti ti do il voto». Dario Russo magari non sa (e nemmeno i ragazzi delle scuole medie sanno), ma quell’esempio è una fotografia impietosa di questo paese. E l’ha scattata davanti ad alcuni amministratori e ai ragazzi. Roba da far provare imbarazzo per qualche settimana. Non a caso, mentre il professore spiegava quell’esempio, un mal trattenuto senso di disagio emergeva dai volti dei protagonisti, come vengono chiamati. Quei discorsi fatti da Dario Russo purtroppo ormai si sentono Agorà | 30 dicembre 1999 | solo a scuola, se c’è qualche professore che trova il tempo per affrontare anche questo genere di argomenti. Se qualcuno osa ripeterli fuori dalla scuola, passa per un’anima candida, per un ingenuo, per una «figurina del presepe», come diceva l’odiosissimo Nanni MorettiCesare Botero ne “Il portaborse”. Fa piacere che sia venuto qualcuno da fuori a esprimere questi semplici concetti e a trovare udienza. Intanto, a dispetto delle prediche, si prosegue a razzolare male: il sistema del certificato continua a funzionare benissimo e nessuno fa nulla, almeno per ridimensionarlo. Un altro problema serio è il seguente: se si può, non è meglio evitare l’ipocrisia? Allora che senso ha dire ai ragazzi che bisogna comportarsi in un certo modo, quando le persone che organizzano quelle conferenze ricorrono ai metodi condannati (a parole) per vincere le elezioni? Forse è meglio “non smuovere il cane che dorme”, come si dice. Lasciate stare i ragazzi per i fatti loro, anziché dirgli di non fare quello che voi fate e che, soprattutto, avete fatto per arrivare dove ora siete, nel “Palazzo”. Ripetiamo, certe recite non giovano a nessuno. Ma siccome è bene non perdere mai del tutto la speranza: quando organizzeremo una lezione del prof. Dario Russo per gli amministratori e per quelli che fanno la politica in questo paese? Magari, per cominciare, potrebbe parlare del voto e della nausea. |3 COPERTINA La maggioranza consiliare approva la proposta dell’amministrazione di raddoppiare l’addizionale Irpef. La minoranza grida allo scandalo. I cittadini che ANNO NUOVO, TASSE NUOVE Se permettete, io addiziono anch E moltiplico per d presentano la dichiarazione dei redditi comunali, prevista dal contratto nazionale di lavoro e che non verrà coperta con i non ci sono più fondi statali. Si tratta di una somma di 15 milioni annui che riceveranno i funzionari che occupano «posizioni organizzative». Nel caso del nostro Comune, a questi requisiti dovrebbero rispondere i cinque capi area (ragioniera, tecnico comunale, comandante dei vigili, responsabile dei servizi sociali e responsabile dell’area amministrativa), anche se con la rideterminazione della pianta organica questi potrebbero ridursi di numero. Per loro sarà necessario, quindi, pagano. E la memoria corre a un ministro dei Caraibi e a oltre 30 milioni che di Filippo De Mariano Q ualcuno ricorda l’addizionale comunale Irpef? È una tassa che il consiglio comunale introdusse per il 1999 con l’obiettivo di recuperare alcune decine di milioni da impiegare nel bilancio. Pochi giorni fa, il 21 dicembre, l’assemblea presieduta da Franco Interisano è tornata a parlarne. E si sono scoperte due cose. Primo: non è chiaro se quella tassa, quel prelievo del due per mille sulla dichiarazione dei redditi, sia avvenuto. Secondo: per il prossimo anno l’addizionale non solo è stata confermata, ma anche raddoppiata. Nel Duemila, cioè, sarà il quattro per mille dell’imponibile Irpef di ciascun contribuente ad essere incamerato dal Comune. L’addizionale ha un tetto massimo del cinque per mille, ma di anno in anno non può essere aumentata di più di due punti. L’amministrazione comunale ha proposto al consiglio di scegliere la strada dell’inasprimento del prelievo fiscale per un motivo molto semplice. Il sindaco ha spiegato che per il Duemila ci saranno nuove spese che dovranno essere coperte con nuove entrate. Pandolfo ha citato in particolare una integrazione di stipendio per alcuni dipendenti 4| reperire tra 45 e 75 milioni. Per il 1999 le entrate previste per l’addizionale Irpef ammontano a circa 59 milioni, una somma insufficiente per il prossimo anno. Da qui nasce la scelta di raddoppiare l’aliquota: dall’Irpef dovrebbero arrivare in questo modo almeno 118 milioni. La decisione dell’amministrazione non è piaciuta affatto alla minoranza. Il consigliere Carmelo Bella ha fatto notare che anche questa volta il Comune chiederà i soldi alle stesse persone mentre gli evasorir esteranno tranquilli. Il suo capogruppo, Calderone, ha messo in discussione persino l’efficacia della delibera che introdusse FLASHBACK Un anno fa ci si giustificava così “ L e discussioni si sono soffermate, poi, sull’opportunità o meno di introdurre l’addizionale Irpef. Secondo l’opposizione, i 59 milioni derivanti dall’addizionale potrebbero essere evitati se solo l’amministrazione si decidesse a studiare attentamente i capitoli del bilancio per recuperarli in quell’ambito, senza bisogno di fare crescere il peso fiscale sui cittadini luciesi che presentano la dichiarazione dei redditi, i quali sarebbero penalizzati rispetto a quelli che hanno dei redditi ma non presentano nessuna dichiarazione evadendo il fisco. Il sindaco Pandolfo, l’assessore al bilancio Marcaione e alcuni consiglieri di maggioranza hanno replicato che i 59 milioni ricavabili dall’Irpef per il ‘99 serviranno sicuramente. Se non li si vorrà ottenere in questo modo, bisognerà procurarseli aumentando i tributi comunali, ma così facendo si imporrebbero dei sacrifici a tutti i cittadini cittadini indistintamente, compresi quelli che hanno effettivamente redditi molto bassi. Anzi, poiché i tributi comunali sono tasse sui consumi, a pagare più di altri sarebbero le famiglie con molti bambini e quelle i cui componenti svolgono lavori manuali. Il sindaco Pandolfo si è chiesto perché l’opposizione a volte accusa la sua amministrazione di volere il dissesto, e altre volte le attribuisce una volontà vessatoria nei confronti dei cittadini solo per avere a disposizione più soldi. Pandolfo ha anche ricordato come la situazio- | 30 dicembre 1999 | Agorà TRA IRPEF E RIFIUTI IN ARRIVO UN SALASSO a d o z i o n e dell’addizionale Irpef non ne impedisce l’entrata in vigore. Calderone ha fatto portare l’attenzione su un altro punto della circolare che sostiene l’esatto contrario. Alla fine ognuno è rimasto della propria idea, naturalmente. Ma i malumori si sono registrati anche tra ibanchi della maggioranza. D’Antoni ha votato contro, aderendo alla proposta della minoranza di istituire una commissione di indagine sugli accertamenti tributari effettuati dagli uffici comunali per capire quanto effettivamente si sia fatto per combattere l’evasione (vedi articolo seguente). Rosa Maria Bella, invece, è andata su tutte le furie affidando il suo sfogo a un colloquio in separata sede col collega Grillo. Di fronte al rischio di andare sotto nella votazione, la maggioranza ha chiesto una sospensione, durante la quale il dissenso di Rosa Maria Bella è stato fatto rientrare con il contentino di un emendamento che non ha cambiato in nulla il contenuto della delibera (anziché dire che l’addizionale per il Duemila sarà del quattro per mille, la he quest’anno due l’addizionale Irpef per il ‘99. Essa doveva essere pubblicizzata con un avviso da far apparire sulla Gazzetta Ufficiale. Questa procedura fu avviata in ritardo e c’è il rischio, ha sostenuto Calderone, che S. Lucia non rientri tra i comuni che hanno adottato l’addizionale Irpef. Calderone ha anche affermato che nella sua busta paga di dicembre la trattenuta per il Comune non è avvenuta e probabilmente lo stesso è accaduto a molti altri lavoratori. Il sindaco ha replicato esibendo l’elenco del Ministero delle Finanze nel quale S. Lucia è inserita e una circolare dello stesso dicastero che spiega che la mancata pubblicizzazione sulla Gazzetta Ufficiale della delibera di ne finanziaria continui a essere difficile, tanto che le variazioni di bilancio proposte dall’amministrazione e inserite nell’ordine del giorno della seduta, hanno il solo scopo di rendere disponibili alcune decine di milioni per pagare luce e telefono e per sostenere le spese di funzionamento degli uffici. […] L’introduzione di un’addizionale Irpef dello 0,02 per cento per il 1999 (che porterà nelle casse 59 milioni di lire) è stata approvata all’unanimità. Prima della votazione il consigliere Grillo ha chiesto la parola per denunciare l’atteggiamento dell’opposizione che, ogniqualvolta bisogna prendere decisioni importanti per la comunità, preferisce mettersi da parte anziché mostrare un comportamento responsabile. Al momento delle dichiarazioni di voto, il consigliere Nicola Calderone ha spiegato le ragioni per le quali il gruppo di maggioran- Agorà | 30 dicembre 1999 | za ha deciso di approvare l’introduzione dell’addizionale. Poiché la necessità di trovare nuove forme di finanziamento per le casse comunali è reale, ha spiegato Calderone, è preferibile fare pesare questo provvedimento su soggetti che pagano un’imposta sul reddito piuttosto che su quanti pagano in ragione dei loro consumi. In virtù di questa decisione, nel 1999 sull’imponibile Irpef di tutti i cittadini che presenteranno la dichiarazione dei redditi sarà prelevata una somma pari allo 0,02 per cento che sarà inserita nel bilancio comunale. Poiché annualmente il gettito Irpef a S. Lucia del Mela è di poco più di 29 miliardi, l’addizionale frutterà complessivamente 59 milioni. da”Agorà” del 6 novembre 1998, resoconto della seduta di consiglio comunale del 30 ottobre 1998 Agorà delibera ora diche che viene confermata l’introduzione dell’addizionale anche per il prossimo anno e che essa viene aumentata del due per mille). La posizione ufficiale del gruppo di maggioranza è stata espressa dal consigliere Grillo, il quale ha spiegato che tutti subiranno le conseguenze di questo aumento, però la proposta va approvata perché il gruppo ha la consapevolezza che l’amministrazione sta tentando il possibile per guidare la città. Inevitabilmente quest’anno le motivazioni del gruppo consiliare di maggioranza sono state carenti rispetto all’ottobre del 1998 (vedi scheda di queste pagine), quando si introdusse l’addizionale Irpef dipingendola come un provvedimento eccezionale. Confermare l’eccezione e raddoppiarla è, come si può facilmente intuire, piuttosto imbarazzante, Su un argomento del genere è facile farsi beffe di chi amministra e il pericolo di fare demagogia è sempre in agguato. Però ci permettiamo di rilevare che l’anno del ministro Odlum poteva concludersi meglio. L’amministrazione comunale ha speso oltre trenta milioni per sistemare la nuova aula consiliare e per il cerimoniale del giorno della visita di Odlum e Fulci (8.300.000 lire per tinteggiare i locali, 11 milioni per l’illuminazione, 3.400.000 lire per l’energia elettrica, 2.580.000 lire per pulire l’edificio servizi sociali, sei milioni per le sedie, nove per il programma delle manifestazioni, oltre ai soldi impiegati per le chiavi d’oro consegnate, ad aprile e a ottobre, ai due ospiti). Chi volontariamente, senza costrizioni di alcun tipo, sceglie di impegnare se stesso (e chi rappresenta) e una parte delle risorse della comunità in un’iniziativa che diremmo quasi macchiettistica, priva, com’è, di qualsiasi continuità, concepita per un obiettivo inutile (e non solo perché il progetto di risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu contro la pena di morte è naufragato), con un paesino che si sottomette all’ospite importante in una versione culturale della imperialistica politica delle «porte aperte» dell’ Ottocento, chi fa tutto questo, dicevamo, può chiedere soldi a persone che guadagnano molto (e a |5 COPERTINA S. Lucia ce ne sono), ma non può assolutamente chiederli, due mesi dopo quegli effimeri bagordi, a persone che in un anno — in un anno — guadagnano a fatica 15 milioni, e per girarli a chi, poi? Ai dipendenti comunali che occupano «posizioni organizzative», neanche dovessero organizzare il lavoro di un esercito di fun-zionari iperattivi. Tutto questo è ridicolo. Ricorda l’orchestra che suona mentre il Titanic affonda. Chi amministra deve essere lungimirante, e se ad aprile, a giugno, a ottobre sapeva di quella disposizione del contratto nazionale del pubblico impiego, doveva avere il coraggio di rinunciare a quel gemellaggio. Non è una questione di destra o di sinistra: è un problema di serietà. Non si può sempre pensare agli eroi, a Ulisse, ad Achille, a Ettore, e condannare alle umiliazioni i Tersite di turno, Anche perché, se questi decidessero di ribellarsi, il giocattolo si romperebbe. CONSIGLIO COMUNALE LE ALTRE DECISIONI E’ durata quattro ore e mezzo la seduta consiliare del 21 dicembre, e non solo a causa dell’addizionale Irpef. Ma vediamo di cosa altro si è discusso. STIPENDI. In apertura, dibattito concentrato sul rischio per i dipendenti comunali di non percepire lo stipendio di dicembre. Il sindaco ha affermato che l’amministrazione sta facendo il possibile per pagare almeno lo stipendio o la tredicesima (alla fine sono stati pagati entrambi). Le difficoltà a pagare gli stipendi anche in questo dicembre come in quello passato, si spiegano con il fatto che in questo mese il Comune paga una rata di mutuo di circa 250 milioni e questa va onorata prima di qualsiasi altra spesa. Pandolfo ha anche detto, però, che fino a questo momento le difficoltà erano state arginate nonostante dallo Stato arriveranno 90 milioni in meno del previsto e sebbene siano stati incassati 6| Brutte notizie anche dai rifiuti E per la discarica si torna a Pizzo Frara A proposito di tasse, un’altra sgradevole sorpresa attende i contribuenti luciesi. Con una determinazione emessa il 24 settembre, il sindaco ha disposto per l’anno 1999 un aumento della tariffa della tassa sui rifiuti sulle abitazioni civili, che è passata da 1.830 a 1.884 lire. Nulla è cambiato per gli altri tipi di abitazione. Questa variazione si è resa necessaria perché, a causa dello smaltimento dei rifiuti in discariche esterne (soprattutto Valdina), i costi del servizio sono aumentati rispetto alle previsioni di inizio anno. Il problema non dovrebbe comunque più porsi per il prossimo futuro, Infatti, già da 40 giorni i rifiuti vengono portati nuovamente nella discarica di Pizzo Frara. Fallito il progetto delle discariche comprensoriali, il commissario straordinario regionale, tramite le Prefetture, sta autorizzando i comuni a servirsi delle discariche già esistenti nei loro territori oppure a costruirne di nuove se non ne sono dotati. Per quello che riguarda S. Lucia, il Prefetto di Messina ha autorizzato il Comune ad ampliare la seconda vasca di Pizzo Frara. I lavori sono in corso da diverse settimane e hanno subito dei rallentamenti a causa del maltempo. In attesa che siano terminati, con due successive deroghe di 20 giorni ciascuna, la Prefettura ha consentito lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti in quell’area. Vivibile sarà lei «Il paese oggi è più vivibile» dice il sindaco. Ma un consigliere della maggioranza non è d’accordo. Dipendenti senza stipendio a dicembre. E rispunta un vecchio pallino della minoranza: le commissioni d’indagine fino a oggi solo due dodicesimi dei fondi regionali (200 milioni su un miliardo e 200 Giovanni D’Antoni milioni). CRIMINALITÀ. Gli interventi d’apertura si sono interessati anche dei più recenti episodi di cronaca (il furto di uno scaldabagno al campo sportivo, gli pneumatici tagliati delle auto degli invitati a una festa di compleanno, gli atti di vandalismo contro alcune piantine in piazza Milite Ignoto). A suscitare polemiche è stato l’intervento del sindaco, il quale ha dichiarato che la sua amministrazione è in costante contatto con le forze dell’ordine, che molte iniziative, come il centro d’aggregazione, hanno avuto una ricaduta positiva sul territorio e che, in definitiva, oggi il paese è più vivibile. Lino Calderone gli ha chiesto come mai, se il paese è più vivibile, si verificano tutti questi episodi teppistici. Duro anche l’intervento di D’Antoni, che ha sostenuto come per il problema della tossicodipendenza non sia cambiato nulla. L’ORDINE DEL GIORNO. Quanto ai punti all’ordine del giorno, il consiglio ha votato tre modifiche al regolamento dell’I- | 30 dicembre 1999 | Agorà Agorà ci. La minoranza si è astenuta perché, mentre due variazioni erano imposte dalla legge, la terza, che riduce da quattro a una le modalità di pagamento della tassa per gli evasori che si ravvedono, va contro quanto lo stesso consiglio aveva deciso all’unanimità meno di un anno fa. Da qui è nata una polemica su cosa si stia facendo per recuperare l’evasione dei tributi comunali. I vari interventi hanno messo in discussione, da una parte i progetti di lavoro voluti dalla giunta Calderone, dall’altra gli affidamenti esterni al Monte dei Paschi dell’amministrazione Pandolfo. Il sindaco ha pure ricordato che in questo anno è stata recuperata l’evasione sulle aree fabbricabili. Il consiglio comunale ha preso atto delle dimissioni di Nicola Calderone da componente della commissione elettorale e ha riconosciuto un debito fuori bilancio. È stata bocciata invece la proposta di installare in contrada Serri un ponte radio della Telecom per la telefonia cellulare. La maggioranza ha votato contro (D’Antoni, però, si è astenuto) sostenendo che la presenza di un ponte di trasmissione in quella zona potrebbe avere conseguenze psicologiche negative su una fascia di popolazione che già in più occasioni ha mostrato malcontento per il livello di inquinamento elettromagnetico dell’area e nella quale si sono già registrati molti casi di tumore. A favore della proposta hanno votato Ragusa e Lino Calderone. La minoranza ha anche accusato la maggioranza di avere usato la motivazione psicologica come pretesto per favorire qualcuno. Dure le repliche dall’altra parte, e la discussione è stata abbastanza aspra. Durante la seduta, oltre che dei punti all’ordine del giorno, si è parlato di molti altri argomenti. Ricordiamo fra i tanti: la fuoriuscita di percolato dalla vecchia discarica di Pizzo Frara (per la quale, dopo due gare d’appalto andate deserte, l’amministrazione ha affidato i lavori di smaltimento a una ditta, la Giano Ambiente, al prezzo di 398 lire al litro), l’inquinamento nella valle (il sindaco ha detto di avere chiesto alla Provincia che S. Lucia sia dotata di una delle nuove centraline mobili di rilevamento che l’Enel sta acquistando). Agorà | 30 dicembre 1999 | COMMISSIONI. Segnaliamo, infine, la proposta di Lino Calderone a nome del suo gruppo di costituire due commissioni speciali di indagine: una sulla gestione proprio della discarica di Pizzo Frara e una sugli accertamenti tributari contro l’evasione delle tasse comunali. La maggioranza, per bocca dei consiglieri Giunta e Grillo, ha preso tempo, mentre il loro collega D’Antoni si è subito detto disponibile. Di fronte all’osservazione di Macca che lo statuto prevede che la delibera istitutiva di una commissione ne indichi i limiti di indagine (vedi scheda) e che quindi una o più commissioni non possono essere costituite in tempi rapidi, Calderone ha replicato che la commissione per il suo gruppo può anche agire «senza limiti» (risposta troppo superficiale, ci permettiamo di dire). Alla fine il presidente Interisano ha risolto la discussione dichiarando che in un aprossima seduta ciascuno dei due gruppi proporrà tutte le commisisoni che riterrà opportune e queste saranno istituite. Così, magari, oltre a commissioni che non giungeranno a nulla, come ha dichiarato di temere Carmelo Bella, avremo inaugurato una nuova procedura per istituirle: quella a chilogrammi. Ricordiamo, peraltro, che queste proposte di stituire commissioni non sono le prime, ma tutte non hanno mai avuto seguito. Ne propose una sul bilancio comunale nell’ottobre ‘98 il consigliere Francesco Rizzo. A novembre fu la volta del gruppo di minoranza che la chiese per la rideterminazione della pianta organica, ma ottenne il consenso del solo D’Antoni: maggioranza e amministrazione dissero che la commissione sarebbe stata costituita al momento di riorganizzare gli uffici comunali (ma, o ci siamo persi qualche puntata, o la promessa è caduta nell’oblio). Insomma, a giudicare dai prcedenti, di commissioni si tornerà a parlare fra 12 mesi circa. A meno che nelle prossime settimane i due gruppi non portino in consiglio qualche chilo di proposte di commissioni a testa: in quel caso potrebbero esserci delle novità. F.D.M. Commissioni, cosa prevede lo Statuto ARTICOLO 37. COMMISSIONI CONSULTIVE PERMANENTI Il consiglio può istituire, nel suo seno, commissioni consultive composte con criterio proporzionale, assicurando la presenza in esse, con diritto di voto, di almeno un rappresentante ogni gruppo. La composizione ed il funzionamento di dette commissioni sono stabilite con apposito regolamento. Il sindaco e gli assessori, se richiesto, hanno l’obbligo di partecipare alle riunioni delle commissioni, senza diritto di voto. Le commissioni hanno la facoltà di chiedere la presenza, d’intesa con il sindaco, dei titolari degli uffici, nonché degli amministratori e dirigenti degli enti e delle aziende dipendenti dal Comune. Le commissioni hanno inoltre la facoltà di chiedere l’esibizione di atti e documenti senza che sia loro opposto il segreto d’ufficio e possono procedere ad udienze conoscitive. ARTICOLO 38. COMMISSIONI CONSILIARI SPECIALI Il consiglio comunale, in qualsiasi momento, può costituire commissioni speciali per esperire indagini conoscitive ed inchieste. Le commissioni speciali saranno composte con criterio proporzionale, assicurando la presenza in esse, con diritto di voto, di almeno un rappresentante di ogni gruppo. Con l’atto costitutivo saranno disciplinati i limiti e le procedure d’indagine. La costituzione delle commissioni speciali può essere richiesta da un quinto dei consiglieri in carica. La proposta dovrà riportare il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri assegnati. |7 POLITICA CONTRIBUTI Io opuscolo, tu traino La commissione contributi si accorge di essere stata sbadata. E l’associazione del presidente del consiglio comunale viene accontentata. Anche a costo di sfidare la logica. Ad esempio c’è un traino che traina solo fino a un certo punto di Filippo De Mariano C ome avevamo anticipato nel numero scorso, la giunta ha approvato una nuova delibera per l’erogazione dei contributi alle associazioni culturali, che modifica quella precedentemente adottata. Abbiamo già descritto la vicenda nell’ultimo numero, ricordiamo solo che la giunta non aveva gradito la suddivisione dei finanziamenti proposta dalla commissione contributi per le associazioni Padre Parisi e Castello: tre milioni alla prima e cinque alla seconda. Siccome questa volta vogliamo risparmiarci certe scene madri e preferiamo, per quieto vivere, non essere insolentiti dal presidente del consiglio comunale, già presidente dell’associazione Padre Parisi, in questa pagina vi proponiamo niente più che estratti della delibera di giunta n. 375 del 23 novembre 1999. In un riquadro abbiamo inserito ampi stralci del verbale n. 4 della commissione contributi, che riferisce della riunione durante la quale è stata modificata la ripartizione delle somme per le associazioni Padre Parisi e Castello. La commissione, di fronte alla decisione della giunta, doveva 8| trovare un escamotage per esaudire la volontà degli amministratori. Ognuno di voi, leggendo, potrà capire quanto sia gratificante partecipare alla gestione della vita amministrativa di questo paese. Praticamente, in quel verbale la commissione dice che nella precedente riunione aveva dormito e non si era accorta che l’associazione Padre Parisi dovrà ristampare un opuscolo, peraltro infarcito di inserzioni pubblicitarie. Nelle prossime righe, infine, vi segnaliamo alcune anomalie della delibera di giunta, che da sole fanno capire lo squallore della vicenda. Prima di procedere, però, vorremmo solo ribadire, casomai non fosse chiaro, che non è il fatto in sé ad avere suscitato il nostro interesse, né, men che meno, un qualche risentimento personale. Soltanto ci sembra disdicevole che tutta questa pantomima sia stata costruita per esaudire i desideri del presidente del consiglio comunale, che, se fosse stato un cittadino qualsiasi, probabilmente non avrebbe goduto di delibere mandate indietro, riconvocazioni di commissione, assessori che si sconfessano nell’arco di dieci giorni e altro ancora. Ma veniamo alla delibera n. 375. IL VERBALE DELLA COMMISSIONE La commissione […] rivaluta attentamente le istanze prodotte dalle associazioni socio-culturali Padre Parisi e Castello, riconfermando le stesse assegnazioni per la banda. Il sig. Mazzù, dopo ampia valutazione delle istanze, ritiene a tutt’oggi che la giusta determinazione del contributo è di L. 5.000.000 per l’associazione Castello e di L. 3.000.000 per l’associazione Padre Parisi, in quanto “Il presepe nella tradizione luciese” rappresenta un valido appuntamento consolidato negli anni e nella tradizione culturale luciese ed è traino per l’incremento turistico. Il sig. Di Salvatore, riesaminate le istanze e valutato che nella seduta della commissione precedente la stessa non aveva considerato la ristampa di cinquemila opuscoli illustrativi della città di S. Lucia del Mela in quanto la stessa non rappresenta un’attività di promozione turistica ma bensì solo uno strumento di divulgazione e promozione dei beni e del patrimonio culturale della nostra città. Considerato che anche tale strumento concorre ad incrementare lo sviluppo turistico, il sig. Di Salvatore propone di erogare un contributo di L. 4.000.000 all’associazione Padre Parisi e di L. 4.000.000 all’associazione Castello a condizione che nel frontespizio dell’opuscolo illustrativo della città di S. Lucia del Mela sia espressamente indicato il patrocinio della città di S. Lucia del Mela. Dop ampio dibattito la commissione vota ad unanimità la proposta del sig. Di Salvatore. […] Santino Vaccarino Antonino Mazzù Fortunato Di Salvatore Carmela Arizzi | 30 dicembre 1999 | Agorà Agorà PER LE ASSOCIAZIONI FINISCE IN FARSA Intanto vi si legge che la giunta aveva rimandato le carte in commissione «al fine di un riesame delle istanze, tenendo conto della valorizzazione dei beni culturali e dell’incremento turistico della comunità luciese». Bene a sapersi: questa motivazione ci tornerà utile dopo. Più avanti, la delibera spiega perché sono st ati c o n ce s si q ua ttr o mi l i on i all’associazione Castello, cioè uno in meno di quanto proposto precedentemente dalla commissione, e quattro all’associazione Padre Parisi, cioè uno in più. Ma, prima di leggere queste motivazioni, facciamo un passo indietro. Il verbale della commissione ci informa che uno dei commissari, Nino Mazzù, durante la riunione ha preso la parola per dire che, a suo giudizio, la concessione dei cinque milioni all’associazione Castello e di tre all’associazione Padre Parisi è la più corretta. Perché? Perché, secondo Mazzù, il concorso “Il presepe nella tradizione luciese «rappresenta un valido appuntamento consolidato negli anni e nella tradizione culturale luciese ed è traino per l’incremento turistico». L’altro commissario, Fortunato Di Salvatore, tenta il compromesso e dice che la ristampa di cinquemila opuscoli, non considerata nella precedente riunione, «concorre ad incrementare lo sviluppo turistico». Quindi, è possibile erogare un contributo di q u a t t ro milioni all’associazione Padre Parisi «a condizione che nel frontespizio dell’opuscolo illustrativo della città di S. Lucia del Mela sia espressamente indicato il patrocinio della città di S. Lucia del Mela». Le parole di Di Salvatore sono riportate pedissequamente nella dleibera di giunta per motivare la scelta di aumentare di satura Mi hai mandato seimila sesterzi quando te ne chiedevo dodicimila: per averne dodicimila te ne chiederò ventiquattromila Marziale, Epigrammi, IV, 76 Agorà | 30 dicembre 1999 | aumentare a quattro milioni il contributo all’associazione Padre Parisi. «La ristampa di cinquemila opuscoli non considerata precedentemente — si legge nella delibera — concorre ad incrementare lo sviluppo turistico, a condizione che nel frontespizio dell’opsucolo illustrativo della città di S. Lucia del Mela sia espressamente indicato il patrocinio della città di S. Lucia del Mela». Un copiato, niente di più, che, al limite, si può anche ammettere perché le parole di Di Salvatore andavano incontro alla volontà della giunta. Ma con quali parole la delibera motiva la riduzione del contributo all’associazione Castello da cinque a quattro milioni? Con queste: «“Il Presepe nella tradizione luciese” rappresenta un valido appuntamento consolidato negli anni e nella tradizione culturale luciese, facendo da traino per l’incremento turistico». Si tratta delle parole di Nino Mazzù, quelle, cioè, che il commissario aveva usato per opporsi alla scelta di ridurre il contributo. Ricapitolando: N ino Mazzù in commissione dice che il contributo all’associazione Castello non va ridotto per un certo motivo. La delibera dice che quel contributo va ridotto proprio per quel motivo. C’era una volta la logica. Ora, chi ha preparato quella dleibera e chi l’ha approvata senza fiatare (in giunta erano presenti il sindaco Pandolfo e gli assessori Marcaione, Mercadante e Vaccarino), o ha una gran faccia tosta oppure sta per varcare le soglie dell’analfabetismo. Quanto sia paradossale quell’atto pubblico emerge benissimo dalla lettura d’assieme della delibera: la giunta rimanda la delibera alla commissione perché questa riesamini le istanze tenendo conto dell’incremento turistico della comunità luciese; il concorso dei presepi è «un traino» (nientemeno) per l’incremento turistico; l’opuscolo dell’associazione Padre Parisi «concorre» (soltanto?) allo sviluppo turistico, purché dica che è stato patrocinato dal Comune. Qundi: al concorso dei presepi — che è un traino — va dato di meno, l’opuscolo — che non è niente, ma se riporta la dicitura «con il patrocinio del Comune» diventa passabile — si merita un milione in più. Amen. OPERE PUBBLICHE GARA D’APPALTO CONTESTATA Al mercato si vendono ricorsi Una delle ditte che ha partecipato alla gara d’appalto per la costruzione dle mercato ortofrutticolo ha presentato un ricorso al Tar di Catania. Per qualche firma in meno sulle buste, l’inizio dei lavori potrebbe slittare di Filippo De Mariano S i sapeva già che sarebbe stata una opera inutile, pensata chissà perché, certamente non per fornire S. Lucia di una struttura indispensabile e proporzionata alle capacità produttive del posto. Ora, però, il mercato ortofrutticolo potrebbe essere costruito con molto ritardo. Tutto a causa di un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Catania che contesta l’esito della gara d’appalto, svoltasi il mese scorso. Rosario Armeli Iapichino, amministratore unico della “Asar Costruzione srl” di Tortrici, ha fatto presentare all’avvocato Fulvio Cintioli, di Catania, una richiesta di sospensiva della gara e di annullamento del suo esito. I lavori dell’opera sono stati aggiudicati a un raggruppamento di imprese guidato dalla “Mdm Sport System srl”. La “Asar Costruzioni” nel ricorso chiede che la gara |9 POLITICA venga ripetuta, soprattutto per una irregolarità che sarebbe stata commessa. La ditta di Tortrici contesta l’esclusione di cinque imprese. Si tratta della “Scuto Michele spa”, della “Gra.Ma. Costruzioni d’impianti srl”, e di tre raggruppamenti che fanno capo rispettivamente alla “Buriandi F. srl”, alla “Eliotron scrl”, alla “Ceme srl”. Le buste di queste cinque ditte non sono state aperte perché non erano controfirmate dal rappresentante legale della dotta o della capogruppo sui lembi laterali: portavano la firma solo sul lembo di chiusura. La “Asar Costruzioni”, nel ricorso, sostiene che il bando di gara «prescriveva che la busta contenente l’offerta venisse controfirmata sul lembo di chiusura». Quindi, quelle cinque ditte dovevano essere ammesse a partecipare alla gara. Se ciò fosse avvenuto, «sarebbe risultata — sostiene il ricorso — una media di ribassi che avrebbe reso aggiudicataria l’offerta» della Asar Costruzioni. Insomma, se fossero stati considerati anche i ribassi di quelle ditte escluse, i lavori per la costruzione del mercato ortofrutticolo sarebbero stati affidati alla Asar e non alla Mdm Sport System. L’avv. Cintioli, nel ricorso, cita anche una sentenza emessa il 10 aprile 1998 dalla prima sezione del Tar di Catania (la n. 611), la quale ha stabilito che «nelle procedure di gara, non è necessarua l’apposizione della controfirma su tutti i lembi di chiusura, essendo sufficiente che tale adempimento venga limitato al lembo della busta che viene chiuso da chi la utilizza; sicché, è illegittima l’esclusione dalla gara per mancata apposizione della firma e del sigillo anche sui lembi di chiusura già preincollati della busta contenente l’offerta». Se ci affidiamo solo a quello che dice il ricorso, l’esito del giudizio sembra scontato. Il Tribunale amministrativo non si è ancora pronunciato, neppure sulla richiesta di sospensiva. Mentre l’amministrazione ha sospeso qualsiasi pratica, rinviando la consegna dei lavori alla ditta vincitrice della gara. Un po’ di tempo passerà comuque prima che la vicenda sia risolta. E se il Tar darà ragione alla Asar Costruzioni, la gara d’appalto dovrà essere ripetuta. Il mercato, che sorgerà nella zona del camp o sp orti v o , fu fi na n ziat o dall’Assessorato regionale Agricoltura e Ok la media è giusta Come funzione una gara d’appalto N on c’è niente di paradossale nel fatto che l’Asar Costruzioni abbia presentato ricorso contro l’esclusione di alcune imprese. Qualche concorrente in meno di solito fa comodo. Di solito, sì, ma non nel caso delle gare d’appalto per l’edilizia. Le imprese presentano un’offerta con un certo ribasso rispetto all’importo dei lavori. Al momento della gara, il Seggio che valuta le offerte, completati i controlli formali sulla condizione delle buste e deciso quali sono in regola e quindi possono essere ammesse, prende visione di tutti i ribassi d’asta presentati. Da questo momento in poi, ha inizio un particolare procedimento che noi semplifichiamo brutalmente. I ribassi che si trovano agli estremi (cioè, quelli troppo alti — per cui un’opera verrebbe realizzata con pochi, “troppo pochi” soldi — e quelli troppo bassi — per i quali l’offerta è troppo vicina all’importo dei lavori) vengono subito esclusi. Tra quelli che rimangono, dopo altri passaggi intermedi, viene calcolata la media. Il ribasso più vicino al valore medio ottenuto, è quello che viene accolto. Quindi la ditta che lo ha presentato si aggiudica i lavori. Per gli altri, a quel punto, c’è solo la possibilità di presentare un ricorso al Tribunale amministrativo. 10 | Foreste con undecreto del 31 dicembre 1998 firmato dall’assessore Salvatore Cuffaro (Udeur). La somma assegnata al Comune è di cinque miliardi: 3 miliardi 432 milioni per i lavori; un miliardo e 568 milioni a disposizione dell’amministrazione (vedi scheda in questa pagina). Il decreto impone che i lavori, progettati dall’ingegnere Caruso, inizino entro 12 mesi dalla notifica del decreto (quindi, entro gennaio/febbraio), ma i ritardi che si determineranno con questo ricorso non incideranno in alcun modo sul finanziamento che, quindi, non sarà perduto. Cinque miliardi da spendere A cosa serviranno i soldi E cco come il decreto dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste ripartiva i cinque miliardi del finanziamento per la costruzione del mercato ortofrutticolo: L. 3.432.000.000 Competenze tecniche (Iva inclusa) L. 25.017.233 Indagini geognostiche L. 258.954.433 Iva su lavori a base d’asta L. 137.072.478 Lavori a base d’asta L. 484.817.656 Competenze geologiche L. 9.258.200 Espropriazioni L. 652.080.000 Imprevisti Naturalmente la somma che la Regione liquiderà sarà quella effettivamente spesa (quindi meno di cinque miliardi). | 30 dicembre 1999 | Agorà DARWINISMO POLITICO Agorà SPECIE IN VIA DI DIFFUSIONE Sono sbarcati gli SPROPORZIONATI Il loro motto è «chiedere, assalire, contestare». Del battibecco non possono fare a meno. Soprattutto se riguarda questioni inutili di Filippo De Mariano e Francesco Carrozza I l “modo” conta? Può darsi. È importante il tono con cui viene modulato un intervento? Può essere. Ecco, possiamo aprire un dibattito su questo argomento, evitando però di svolgerlo come troppo spesso avviene nel nostro consiglio comunale. Già 19 secoli fa, Giovenale, autore latino di satire, aveva sollevato il problema: «Che voglia di fuggirsene oltre le terre dei Sarmati o al di là dell’Oceano glaciale, ogni volta che osano parlare di buoni costumi costoro che fingon d’essere dei Curi e vivono invece in un perpetuo baccanale!». Certo, queste sono parole che contengono una forte polemica morale che a noi non serve. Però il nostro baccanale non ce lo facciamo mancare mai. In ogni seduta consiliare che si rispetti deve scattare la scintilla della discussione sopra le righe, delle parole urlate in faccia all’avversario di turno, del viso che si fa paonazzo e di quel meraviglioso meccanismo intracranico che manda sbuffi, si inceppa, cerca di ripartire, ma non trova più il ritmo giusto e comincia a dettare frasi sconnesse, parole da trivio e concetti degni di chissà cosa. Insomma, c’è una nuova categoria politica della quale servirsi per analizzare e capire la cosa pubblica di casa nostra: lo sproporzionatismo. Gli ammiratori del nostro collaboratore (anzi: Collaboratore) crescono e possono a buon diritto essere accomunati sotto la bandiera di un aggettivo sostantivato ora veramente di tendenza: “sproporzionati”. Ma chi sono e cosa fanno gli sproporzionati? La seduta di consiglio comunale del 12 novembre ci Agorà | 30 dicembre 1999 | può essere utile per spiegarlo. È il turno del consigliere Ragusa. Ora, francamente, non sarebbe il caso di fare esplicito riferimento a quale fosse la questione al centro del suo intervento, anche perché — abbiamo l’ardire di arguire — se, con ogni probabilità si fosse trattato di discutere di qualsiasi altra questione (e per “qualsiasi altra questione” possiamo intendere veramente qualsiasi altra questione, anche una partita di beneficenza tra minoranza e maggioranza, tanto per intenderci…), la sua reazione sarebbe stata grossomodo quella che i pochi presenti nell’aula consiliare, quella sera, hanno avuto modo di osservare: arroganza, veemenza e una buona dose di voce grossa. Vittima in questione, nella circostanza, la segretaria comunale, che ben poco ha potuto di fronte alla straripante e iraconda “sparata” del consigliere; sicuramente, al di là di ogni considerazione si voglia fare, a prescindere dalla giustezza e legittimità o meno del suo intervento, sarebbe stato di gran lunga più produttivo che il consigliere Ragusa avesse controllato le sue pulsioni, facendo fluire in maniera, diciamo così, più colloquiale le sue lamentele nei confornti dell’ “imputato” di turno. Soprattutto alla luce del fatto che, proprio quella sera, tra il pubblico, c’era un piccolo drappello di giovinetti, invitati da qualcuno che, in altra sede, certamente, gli aveva anzitempo raccontato quanta civiltà e dottrina traspirassero le sedute consiliari; giovanetti, tanto per dirne una, che di lì a qualche giorno avrebbero costituito il “baby consiglio”; erano venuti per apprendere. Come non si deve fare… Ma se quello di Ragusa lo si può definire intervento dai toni un po’ marcati, la replica del consigliere di maggioranza Nino Macca, che per l’occasione si è improvvisato paladino, schierandosi in difesa della povera segretaria comunale in preda alle folate offensive dle suo collega di opposizione, oltrepassa sicuramente i semplici canoni del colloquio formale (quello, cioè, che dovrebbe esistere in un consiglio comunale civile), per andare a finire nel più grossolano e spontaneo diverbio da bar dello sport. E la frase «...sei falso!», più volte urlata da Macca nei confronti del collega Ragusa che si trovava dall’altra parte del tavolo, sembrava essere solo una gentile perifrasi di quanto lo stesso consigliere di maggioranza avrebbe voluto sbraitare non appena i due, alla prima occasione utile, si sarebbero trovati a tu per tu. Inutile dire che scene del genere sono più degne di una bettola che di un consesso civico; ma, seguendo tendenze ormai diffuse e comode, ci abituiamo anche a questo. La cosa più divertente, in tutto questo, tuttavia, è stata la lunga dissertazione che i consiglieri “adulti” hanno voluto fare circa la cruciale e fondamentalissima (secondo loro) questione dle consiglio comunale dei “piccoli”. Secondo alcuni dei “veterani”, infatti, non si stava seguendo la forma ela procedura corretta (!!!), per cui un baby consiglio gestito a quel modo avrebbe nuociuto allo sviluppo in senso politico dei bambini che vi avrebbero preso parte; secondo altri, di contra, il baby consiglio offriva interessanti opportunità di approccio alla politica, consentendo ai bambini di entrarvi a farne parte integrante e attiva, e così via. Per tre quarti d’ora abbondanti. Poi, finalmente, il solito consigliere, provvidenziale e illuminante: «vaja, a vulemu finiri i parrari i stu cunsigghiu di carusi e ni nnacamu chi stasira aju na manciata...». E grazie. | 11 30 dicembre 1999 Agorà ATTUALITÀ NINO MERCADANTE 4,5. L’assessore a non ci ricordiamo più cosa, tra il 6 agosto e il 12 ottobre è andato per 13 volte in missione a Messina. In dieci di queste occasioni il viaggio è stato per «motivi d’ufficio». Naturalmente un giorno o l’altro i cittadini si troveranno sotto gli occhi tutti in una volta i risultati realizzati sotto il suo ufficio. Intanto ammiriamo la sua somiglianza con Bartolomè de las Casas. La pagellina SALVATORE GRILLO 5. In consiglio comunale, prima si fa scappare una frase mal costruita secondo la quale i consiglieri di maggioranza sono «sul piedistallo», dopo assicura che il suo gruppo è assolutamente compatto. Peccato che in quella stessa seduta D’Antoni voti sempre con la minoranza e Rosa Maria Bella protesti per il raddoppio dell’addizionale Irpef. Un consiglio: prima di parlare, azionare il compattatore. L. CALDERONE. G. D’ANTONI, C. BELLA, A. RAGUSA, S. MARCHESE, L. D’AMICO 5. Nella proposta di convocazione del consiglio comunale per istituire un progetto di lavoro temporaneo per 12 giovani luciesi, il primo scrive e gli altri sottoscrivono, a proposito della prevenzione del disagio giovanile, la seguente frase: «In passato esperienze sono state poste in essere dal nostro Comune con evidenti vantaggi sociali». Per ridere fa ridere. FRANCESCO RIZZO E LINO CALDERONE 4. Dopo cinque anni e mezzo litigano ancora come la prima volta. Cominciano a urlare: ignorante di qua, cretino di là, maleducato da quest’altra parte ancora. Poi mettono in mezzo il presidente del consiglio comunale che non sa a chi sputare in faccia per primo. Realtà in bianco e nero E ra domenica 28 novembre e all’Olimpico era in programma la partita del posticipo serale Lazio-Juve. Pochi istanti prima del calcio d’inizio, ecco un’immagine memorabile, arrivata nelle case dei relativamente pochi luciesi, fortunati possessori di un apay tv: nella curva bianconera dello stadio romano campeggia uno striscione: «Santa Lucia del Mela — presente». Non bisogna essere di fede juventina pura, non bisogna scendere a patti con la propria coscienza calcistica, per sentirsi ad un tratto attraversati da quel fremito un po’ speciale di — chiamiamolo pure — “patriottismo” casereccio, che ti prende quando vedi qualcuno che conosci assurgere, per un modo o per un altro, alle glorie (seppur istantanee, come una fotografia), del piccolo schermo. E quella sera, chissà quanti, compresi “interisti” e “milanisti”, hanno sperimentato questa singolare sensazione. È una relatà, dobbiamo sottolineare. Sì, perché se tra le decine di migliaia dell’Olimpico il piccolo gruppo luciese capeggiato dal suo irriducibile presidente Merulla è riuscito a farsi notare, strappando al regista di Lazio-Juve quella inquadratura di 20 secondi, non è solo questione di fortuna, c’entra pure la tenacia; quella tenacia che solo chi crede in una cosa può mostrare di avere. E così ecco che le insegne del piccolo club “Gaetano Scirea” riaffiorano ancora, nelle partite che la Juventus gioca a Palermo in coppa Uefa e, ancora prima della notte dell’Olimpico, a Bari. Per una volta tanto, il pallone ci rende importanti. Ed è bello saperlo, anche per chi, sotto sotto, la Juve proprio non la digerisce… Intanto lo stesso club si rende ancora una volta protagonista, in ambito locale, con la realizzazione del secondo calendario “storico” su S. Lucia; questa volta è immortalata la fontana settecentesca del borgo, dopo la panoramica del paese tratta da una foto del 1965, soggetto del calendario dello scorso anno. Secondo i dirigenti del club, un modo intelligente per farsi notare e coinvolgere il paese. Tra una trasferta e l’altra. ANGELO RAGUSA E NINO MACCA 5. Nella seduta consiliare del 12 novembre provano a seguire le orme dei sopraccitati maestri. Purtroppo la cosa peggiore che riescono a dirsi è: «sei falso». Le qualità ci sono, impegnandosi un po’ di più possono arrivare al 4. Auguri. GIOVANNI D’ANTONI 6. Durante la rissa Calderone-Rizzo si mette a gironzolare per la sala consiliare con la sedia spingendo sulle rotelline. Quello che io fui voi siete, quello che io sono voi sarete. LIDIA VELLA E MIMMO CIRINO 7. Assessore e marito ci regalano per Natale più di quello che meritiamo. Visto che sono in vena di miracoli, non potrebbero spiegare al sindaco che quelle parole sul «paese vivibile» pronunciate in consiglio comunale non avrebbero convinto Sciascia. Agorà periodico di politica attualità e cultura DIRETTORE RESPONSABILE: Giuseppe Spadaro DIREZIONE E REDAZIONE: via Garibaldi, 19 — 98046 S. Lucia del Mela EDITORE: “Girasole” ass. culturale. Presidente: Francesco Carrozza. Via Garibaldi, 19 S. Lucia del Mela STAMPA: “Girasole” via Garibaldi, 19 S. Lucia del Mela Le opinioni espresse nei testi pubblicati impegnano solo gli autori dei medesimi Reg. trib. Barcellona n. 32/98 ANNO II NUMERO 14 30 dicembre 1999 Chiuso in redazione il 28 dicembre 1999 IL DIRETTORE E LA REDAZIONE AUGURANO AI COLLABORATORI E AI LETTORI UN FELICE ANNO NUOVO |15 AL BU M “E adesso sono nel vento” Immagini dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau foto di Mimmo Cirino Qui vissero Edek e Mala “A d illustrare quale impresa disperata fosse la fuga, ma non solo a questo scopo, ricorderò qui l’impresa di Mala Zimetbaum; vorrei infatti che ne rimanesse memoria. L’evasione di Mala dal lager femminile di Auschwitz-Birkenau è stata narrata da più persone, ma i particolari concordano. Mala era una giovane ebrea polacca che era stata catturata in Belgio e che parlava correntemente molte lingue, perciò a Birkenau fungeva da interprete e da portaordini, e come tale godeva di una certa libertà di spostamento. Era generosa e coraggiosa; aveva aiutato molte compagne, ed era amata da tutte. Nell’estate del 1944 decise di evadere con Edek, un prigioniero politico polacco. Non volevano soltanto riconquistarsi la libertà: intendevano documentare al mondo il massacro quotidiano di Birkenau. Riuscirono a corrompere una SS e a procurarsi due uniformi. Uscirono travestiti e giunsero fino al confine slovacco; qui vennero fermati dai doganieri, che sospettarono di trovarsi davanti a due disertori e li consegnarono alla polizia. Vennero immediatamente riconosciuti e riportati a Birkenau. Edek venne impiccato subito, ma non volle attendere che, secondo l’accanito cerimoniale del luogo, venisse letta la sentenza: infilò il capo nel cappio scorsoio e si lasciò cadere dallo sgabello. Anche Mala aveva risoluto di morire la sua propria morte. Mentre in una cella attendeva di essere interrogata, una compagna poté avvicinarla e le chiese: «Come va, Mala?» Rispose: «A me va sempre bene». Era riuscita a nascondersi addosso una lametta da rasoio. Ai piedi della forca si recise l’arteria di un polso. L’SS che fungeva da boia cercò di strapparle la lama, e Mala, davanti a tutte le donne, gli sbatté sul viso la mano insanguinata. Subito accorsero altri militi, inferociti: una prigioniera, un’ebrea, una donna, aveva osato sfidarli! La calpestarono a morte; spirò, per sua fortuna, sul carro che la portava al crematorio. IL MURO DELLA MORTE. Contro la parete sul fondo, che separava i blocchi 10 e 11, venivano eseguite le fucilazioni OMAGGIO. Il presidente della Commissione Europea si avvicina al Muro della Morte per deporre una corona di fiori UNA CROCE. Prodi esce dalla cella sul cui muro sono stati incisi con le unghie un crocifisso e un volto di Cristo Primo Levi (da I sommersi e i salvati, Torino, Einaudi, 1986) 16 | | 30 dicembre 1999 | Agorà La ricorrenza del Natale Prima dell’avvento del cristianesimo, il 25 dicembre era la festa pagana del Dio Solo di Santo Brunetta I l sopraggiungere dei primi freddi (dopo che, da poco, l’autunno se n’è andato), l’allestimento dei presepi, la ricomparsa delle luminarie, le note musicali inneggianti al Gesù nascituro (“Tu scendi dalle stelle…”), il suono delle zampogne, gli spari di mortaretti e quant’altro, ci ricordano (anche se fossimo sbadati perché talvolta assillati dai problemi del vivere quotidiano) che siamo già in clima natalizio. Il Natale è una ricorrenza molto importante e in ogni famiglia si fa di tutto per festeggiarlo nel modo migliore. Quantunque il Natale costituisca, soprattutto nel mondo cristiano, un già grandi, già in età di lavoro, che rimanmomento di grande spiritualità, esso porta gono nella casa dei genitori. Non se ne con sé, a distanza di duemila anni, degli elementi tipici del paganesimo. Ancora vanno perché non se ne possono andare e restano disoccupati in casa. Anche in questi oggi, in effetti, abbiamo un misto di concasi (di mancato “distacco”), assistiamo suetudini pagane e cristiane. Queste caratteristiche comuni (pagane e cristiane del ugualmente a situazioni di lacerazione, ragion per cui siamo portati a chiederci se Natale) vengono oggi paradossalmente (per i genitori) sia più augurabile avere dei utilizzate dalla moderna società dei consumi, la quale non aspetta altro che ricercare figli disoccupati in casa ovvero occupati fuori casa. Si tratta di situazioni drammatioccasioni per costringerci a consumare. La che che dovrebbero indurci a seriamente ricorrenza del Natale va vista anche come un momento di ricongiungimento di molte riflettere, proprio in questo particolare momento caratterizzato dal clima natalizio. famiglie (incontro genitori-figli emigrati) Volendo, adesso, riferirci alle origini del dopo un periodo più o meno lungo di distacco. Infatti, la moderna società, sicuraNatale possiamo dire che, ancor prima dell’avvento del cristianesimo, il 25 dicemmente, non concepita a misura dell’uomo bre veniva celebrato come il giorno della ma improntata, invece, alla logica del profitto (cioè del dio denaro), ha prodotto delle nascita del Dio Sole (“dies natalis Solis”), in coincidenza del solstizio d’inverno. Il trasituazioni di disgregazione familiare. Molti sferimento di tale data alla nascita di Gesù giovani, spinti dal bisogno di lavoro, sono stati costretti ad andare via e, così facendo, Cristo a Betlemme ha avuto luogo soltanto più tardi, in ogni caso non prima del IV si è prodotto il cosiddetto secolo (335-336 d. C.). Sin dai tempi anti“distacco” (termine già noto nella moderna psicologia) genitori-figli. chissimi e nei paesi più diversi, la data del 25 dicembre, cioè il momento in cui il sole Ciò ha creato anche delle complicazioni sembra iniziare il suo viaggio di ritorno, psicologiche: da parte dei figli, un persistente senso di colpa per avere, a suo temcon il prolungamento delle ore di luce del giorno, era stato associato alla celebrazione po, abbandonato alla loro sorte gli anziani liturgica del culto solare e alla leggenda di genitori, e, da parte di questi ultimi, il comprensibile disagio determinato dalla solituun parto miracoloso della Vergine celeste. Secondo i greci, il salvatore Dionisio era dine proprio nel momento più critico della nato da una vergine il 25 dicembre. Lo loro esistenza. Si è prodotto, tra le due generazioni (padri-figli) uno stato di reciprostesso per il dio egiziano Osiride e per il suo figlio Oro, concepito in marzo e nato il 25 co malessere, o per meglio dire di sofferendicembre. L’identica data ricorre per la za non facilmente sanabile. Il Natale per queste famiglie costituisce occasione di nascita del Budda. Quasi tutte le usanze tradizionali, che si riferiscono al Natale ricongiunzione e di ri-conciliazione. Ci cristiano, hanno origini pagane. Il periodo sono poi delle altre famiglie in cui il “distacco” non vi è mai stato perché mai è festivo che va dal 21 dicembre alla fine dell’anno vedeva svolgersi a Roma i Saturavvenuta la separazione. Abbiamo dei figli Agorà | 30 dicembre 1999 | nali. Erano delle feste in onore di Saturno, durante le quali veniva sciolto temporaneamente ogni vincolo di servitù a ricordo dell’età dell’oro, in cui tutti gli uomini erano uguali. L’albero di Natale discende direttamente dalle consuetudini di culti solari celebrati nelle foreste nordiche. Il presepe, infatti, venne istituito per la prima volta, a quanto sembra, da san Francesco nello sforzo di riportare la pietà popolare alle tradizioni del primitivo cristianesimo. Come abbiamo già sostenuto, il Natale ha un duplice aspetto: religioso (la memoria di un avvenimento che segna l’inizio della speranza di un mondo migliore) e pagano (le grandi mangiate, i regali, lo spreco). Ma il fascino e la magia del Natale stanno nel sogno irresistibile e necessario che davvero, e finalmente, la nascita di un bambino possa riscattare l’umanità dalle sue necessità e portare sulla terra quella giustizia perennemente negata. E invece, come ci è dato sapere, Gesù è nato per morire in croce. Addirittura, come sostiene W. Reich, l’umanità ha ucciso Cristo ancor prima che nascesse. «Cristo era stato ucciso molto prima della sua nascita e da allora ha continuato a essere ucciso in ogni ora di ogni anno … Dappertutto Cristo si trova fuori posto tra gli uomini corazzati, e tuttavia egli è la loro autenitca speranza, l’essenza dei loro sogni di una vita futura migliore … Cristo non aveva sogni mistici. Le sue idee non erano irreali o impossibili da praticare di per se stesse. Esse sono reali e praticabili. Potrebbero risolvere moltissimi problemi e togliere di mezzo molte miserie» (Wilhem Reich, L’assassinio di Cristo). Sono trascorsi duemila anni. Ci apprestiamo a entrare nel terzo millennio. Cristo continua puntualmente a rinascere con la consapevolezza che noi, in virtù della nostra miserabile esistenza, puntualmente, lo andremo a uccidere. Stolti! Perché, “morti viventi” come siamo, non sappiamo intendere che Lui è la “Vita”. | 17