IL MISTERO DEL MISTERE DELL’ULTIMA CENA Anche il ceto dei pescatori partecipa alla secolare e tradizionale processione dei Misteri di Trapani; ceto che un tempo godeva di particolari privilegi reali. Ricordiamo quello del 1314 con il quale furono esentati di pagare la “gabella del pesce”, l’altro del 1581 in cui si permise la vendita del pesce a prezzo di mercato, cioè non sottoposto ad alcuna meta senatoriale. Dal 1556 i pescatori partecipavano alla cosiddetta “Processione del Cereo” mantenendo la diciassettesima posizione e intervennero con la loro vara nella nota “Processione delle bare” che si svolgeva il quindici agosto. Ogni anno: la prima domenica di Augusto li Piscatori del Casalicchio innovavano le cariche dei loro consoli e l’otto Settembre giorno di natività di beata Maria Vergine li piscatori del Palazu. Nel corso degli anni avvennero le immancabili liti tra i componenti del ceto diviso in pescatori del quartiere Casalicchio e in pescatori del quartiere Palazzo. 1 Nel 1665 i consoli di Casale Vecchio rimarcavano al secreto di Trapani il loro privilegio ad essere gli unici a fregiarsi del titolo di console rispetto quelli del quartiere Palazzo, i quali non dovevano rivendicare tale riconoscimento e ai quali era permesso solamente di accompagnare ogni anno il loro mistere ai loro fianchi, nel mezzo oppure dietro di loro. 1 Quest’ultimi, dediti anche alla pesca del corallo, ottennero nel 1416 il privilegio reale di vendere oggetti di corallo lavorato a Barcellona non permesso ad altri pescatori di altre città. (Nobile “il Tesoro nascosto”). Il contenzioso, che guastava i rapporti all’interno dell’arte, fu definito dal senato trapanese che con la delibera del 22 Aprile 1669, i senatori, Pietro de Nobili e Lazzara, Placido Riccio barone di S. Anna, Baldassare Ferro e Giovanni Lorenzo Morana Barlotta, stabilivano l’orario e ratificavano il modo con cui il ceto dei pescatori del Palazzo doveva disporsi in processione accanto la vara del mistere detto lotionis peduum. Si permise a costoro di costruire il proprio da chiamarsi dell’ultima cena, che doveva presentarsi ai governatori della Compagnia di San Michele per l’approvazione e concessione. Originale annotazione del documento del 22 aprile 1669 con annotazione a margine sinistro del foglio: Elezione di Misterio della cena di Cristo Domini nostro per li pescatori del palazzo nella processione del venerdì Santo. (dall’Omnia Acta 242 del Senato di Trapani, in B.F.T.). Due anni dopo, imposero agli ufficiali dei pescatori del quartiere di Santa Lucia di non portare il mistere in un luogo diverso da quello specificato nell’atto della concessione e resero partecipe della loro decisione i senatori trapanesi. 2 il 23 gennaio 1704, i consoli di Casalicchio e i governatori della “Società del Preziosissimo Sangue di Cristo e di San Michele Arcangelo” sollecitarono la costruzione del mistere, permettendo di farli partecipare alla conduzione del mistere della Lavanda de’ Pedi di Nostro Signore Gesù Cristo à San Pietro, concesso ad entrambi il sei Aprile 1621. 3 Inoltre, li obbligavano di custodirlo 2 Atto del 26 marzo 1671 redatto dal notaio Leonardo Amico. L’accordo tra le parti rimandava ad una precedente intesa del 1621, con la quale si concesse la quota fittizia di possesso per ¾ ai pescatori del Casalicchio e di ½ ai pescatori del Palazzo. 3 nella chiesa di Santa Lucia, per com’era quello di “della lavanda dei piedi” in quella della Madonna delle Grazie (non essendo più capiente l’ambiente della chiesa di San Michele dove si ospitavano gli altri gruppi, anni dopo trasferiti nel costruito oratorio). Per volontà tanto dei Consoli dei Pescatori del Palazzo (Alberto Cilepo, Michele Loquentia, Vito Baldassone e Giovanni Antonio Casabianca) quanto dei governatori della Società del Preziosissimo Sangue di Cristo e di San Michele Arcangelo, Antonio Marchese primo coadiutore e Domenico Renda secondo, stabilivano la compilazione dell’atto formale di concessione, con il quale si consentiva ai pescatori del Palazzo di condurre in processione il loro costruendo mistero dell’ultima cena, sempre ed in infinito, associandolo in processione con venti torce accese in mano, sotto gli infrascritti patti: Et primo, che li sudetti Consoli siano tenuti et obligati conforme come sopra si hanno obligati et obligano il sudetto Misterio dell’ultima Cena farlo à loro spese di patto. Item nel caso che li sudetti Consoli non venissero ad associare il Misterio con li sudetti numero viginti torce come fù detto di sopra, in questo caso sia lecito allo sudetto Governatore et Officiali che pro tempore saranno di detta Compagnia allocare tanti torci quanto vi manchiranno alla sudetta somma di numero disopra prefisso. Item che li sudetti Consuli dello Palazzo per essi e per li futuri Consoli si hanno obligato et obligano il sudetto Misterio come sopra da farsi, si habbiano e debbiano trattenere nella Chiesa d’essa Compagnia. Item che se li sudetti Consoli abbandonassero il sudetto Misterio in questo caso si intenda e sia acquistato alla medesima Compagnia all’Officiali della quale sia lecito in detto caso poterlo concedere a qualsivoglia arte di patto. Come altri ceti, i Pescatori istituirono la propria congregazione e hanno eretto propria cappella nella chiesa della Madonna della Grazia e nella chiesa di Santa Lucia, in quella di San Michele Arcangelo e nella chiesa dell’Annunziata. Nel manoscritto di Benigno da Santa Caterina apprendiamo che i pescatori del quartiere Casalicchio (casalis veteris) veneravano la statua di Sant’Alberto detta della “Marinella” nella loro chiesa adesso scomparsa, di cui rimane intitolata solamente la via in cui era ubicata. 4 4 L’agostiniano afferma che era una “antica Chiesetta appellata la «nostra Signora del Parto», ove eziandio allora dimoravano alcuni Religiosi dell’Ordine Carmelitano venuti dall’Oriente. … Col progresso del tempo questa medesima Chiesa venne appellata la «Madonna della Grazia» ed i Pescatori detti della Marina picciola, per differenziarsi da’ Naviganti, che si appellano della Marina grande, ne fecero una loro Congregazione. Ivi infatti si congregano in certi stabiliti giorni per badare alla loro santificazione. Come ancora in alcuni giorni Foto: Francisco J. Pérez Segovia y Diego del Pozo Benavides Processione Settima Santa di Malaga - Spagna festivi chiamano de’ Confessori per riconciliarsi con Dio e così confessati e communicati, santificano le principali solennità della SS.ma Vergine”. Il frate asserisce che la chiesa era di “un vano mediocre ben pulita, ben mantenuta, tutta mattonata con mattoni di Valenza a disegno e nella soffitta del tetto vi è pittata a fresco un quadrone rappresentante il fatto della Regina Ester (Stella), che implora d’Assuero (Serse) la grazia per gli Ebrei condannati dallo stesso Monarca. Questo Quadrone è un opera del pittore don Francesco Cutrona. Ella ostenta tre altari; nel maggiore si osserva un quadro grazioso di Maria SS.ma col suo Bambino in braccio. Nel secondo altare a destra del cappellone vi è una statua a mezzo busto di S. Alberto Carmelitano, per memoria di avere liberato la Città di Trapani dal contagio, allorché questo morbo infieriva contro tutta la Sicilia. Nel terzo altare finalmente vi è il quadro della Vergine SS.ma di Trapani per memoria di essere stata in questa Chiesa la detta Statua”. Riguardo i Pescatori corallini che si riunivano nella chiesa di Santa Lucia, Benigno rammenta che la “Congregazione di Santa Lucia e della Vergine SS.ma della Catena fu fondata molto tempo avanti dell’anno 1619. Sappiamo che i pescatori corallini, quali hanno cura di questa Chiesa, concessero il luogo vicino ed anche l’aere sopra la Chiesa alli Padri Minori Riformati di San Francesco, allorché dal luogo vicino alli stazzonari e giusto dalla Chiesa di San Leonardello fuori Città vennero trasportati dentro Trapani. Frattanto tutto lo scopo de’ Congregati Corallini è appunto quello di badare alla propria santificazione e di mantenere tutto l’anno salariato il loro Cappellano per quelle spirituali necessità che più gli occorrono. La Chiesa tiene un grazioso prospetto di pietra dura. Ella è picciola ma ben tenuta. Fa mostra di due altari tenuti con molta decenza. Nel primo dirimpetto alla porta che corrisponde al mezzo dì, vi è una statua di Maria SS.ma col suo Bambino in braccio, sotto titolo di “Maria della Catena”. E nel secondo altare vi è la statua della Vergine e Martire Santa Lucia. Le dette Statue sono tutte due di eccellente scultura e collocate dentro alle sue nicchie. La Chiesa per due volte all’anno prende le Quarantore Circolari e celebra con tutta pompa la festa della Vergine e Martire Santa Lucia con quantità di messe e concorso di Popolo. Ella va tutta adornata di pitture a fresco del celebre pennello del signor Domenico La Bruna. Esse descrivono tutta la storia di Mosè. Fuori Chiesa e giusto nelle parti della vicina casa del Cappellano, vi sono diverse lapidi nelle quali si mirano scolpite varie isolette, nelle quali si è trovato il corallo nelle secche, con varie iscrizioni indicanti i luoghi per memoria de’ successori pescatori corallini”. Disegno di Giuseppe Polizzi della lapide con iscrizione che era posta sul lato destro della chiesa di Santa Lucia (foto tratta dall’opuscolo dell’autore sulle “Iscrizioni pubbliche esistenti in Trapani”, in B.F.T.) Disegno di Giuseppe Polizzi della lapide con iscrizione che era collocata sul lato sinistro del muro della chiesa di Santa Lucia (foto tratta dall’opuscolo dell’autore sulle “Iscrizioni pubbliche esistenti in Trapani” di Giuseppe Polizzi, in B.F.T.) Epigrafe del 1675 posta sul frontone della chiesa di Santa Lucia LVCIAE VIRGINI ET MARTIRI DIVAE TUTELARI PISCATORES MDCLXXV Gli anni passarono e non si sa se il mistere “dell’ultima cena” è stato costruito o è andato distrutto. Di certo, la lettura dei documenti che abbiamo trascritto ci lascia la traccia di un mistere che doveva in ogni caso anteporsi a quello detto della “Licentia o Spartenza”. La sua probabile realizzazione avrebbe sconquassato un secolo di “pacifica” osservanza della norma dettata nel contratto di concessione del mistere agli argentieri, che stabiliva in perpetuo agli orefici di andare in processione con il proprio mistere, come primo e davanti a tutti e forse, per questo motivo non è stato realizzato. © Salvatore Accardi, Aprile 2009 © www.trapaniinvittissima.it