Medicina di Comunità e di Famiglia Prof. Filippo Di Forti Pediatra di Famiglia Facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Catania PIANO DELLA LEZIONE La prevenzione delle malattie diffusibili Le emergenze in ambulatorio Le vaccinazioni Principi di terapia pediatrica Prevenzione delle malattie diffusibili Le malattie infettive e/o contagiose sono quasi tutte soggette a denuncia. I periodi contumaciali vengono stabiliti da D.M., ma per le patologie più comuni coincidono spesso con i periodi necessari per la guarigione clinica. Il meccanismo di diffusione di una patologia infettiva richiede 3 elementi: sorgente, ospite, trasmissione. Si possono determinare 5 principali vie di trasmissione: contatto, goccioline, aerea, vettori, veicoli. Il contatto può essere diretto od indiretto. Le goccioline vengono emesse soprattutto per mezzo della tosse, degli starnuti, della fonazione. Nella trasmissione per via aerea le particelle di dimensioni inferiori ai 5 micron rimangono sospese in aria per lunghi periodi. Prevenzione delle malattie diffusibili Il lavaggio delle mani è da sempre la misura di igiene più essenziale. L’uso ed il ricambio continuo dei guanti può rappresentare una misura aggiuntiva di protezione. Possono essere anche non sterili per manovre non invasive. I migliori disinfettanti restano quelli a base di clorexidina o di iodio-derivati La collocazione del paziente in spazi separati è opportuna. La mascherina di tipo chirurgico protegge dal contatto con goccioline infettive. I camici rappresentano una barriera protettiva, purchè ricambiati molto spesso. Però: non bisogna spaventare il bambino! Il materiale contaminato con fluidi e secrezione deve essere smaltito come “rifiuto speciale”, con gli aghi posti in appositi contenitori. Gli strumenti per medicazioni vanno decontaminati mediante sterilizzatrice o mezzi chimici ( cloroderivati, polifenoli). Gli ambienti dello studio vanno accuratamente lavati. Tra i decontaminanti sono sempre validi quelli derivati dalla formalina e dai sali di ammonio quaternario. Speculi per otoscopi e protezioni per fonendoscopi debbono essere “a perdere” L’EMERGENZE IN PEDIATRIA LE EMERGENZE IN PEDIATRIA L’EMERGENZA E’: - CIRCOSTANZA IMPREVISTA - SITUAZIONE DI CRISI O DI PERICOLO DA AFFRONTARE CON TEMPESTIVITA’ E RISOLUTEZZA - AFFIORAMENTO , SPORGENZA ( DEVOTO-OLI) LE EMERGENZE IN PEDIATRIA l’EMERGENZA E’: - CIRCOSTANZA IMPREVISTA LE EMERGENZE IN PEDIATRIA L’EMERGENZA E’: - SITUAZIONE DI CRISI O DI PERICOLO DA AFFRONTARE CON TEMPESTIVITA’ E RISOLUTEZZA LE EMERGENZE IN PEDIATRIA L’EMERGENZA E’ UNA CIRCOSTANZA IMPREVISTA: SAPERE ATTUARE UNA VERA PREVENZIONE LE EMERGENZE IN PEDIATRIA L’EMERGENZA E’: - SITUAZIONE DI CRISI O DI PERICOLO DA AFFRONTARE CON TEMPESTIVITA’ E RISOLUTEZZA SAPERE AFFRONTARE L’EMERGENZA LE EMERGENZE IN PEDIATRIA L’EMERGENZA E’: L’IMPORTANZA DI RICONOSCERLA E SAPERLA AFFRONTARE DA PARTE DELLA FAMIGLIA E DEL PEDIATRA LE EMERGENZE IN PEDIATRIA MA SPESSO NON E’ SEMPRE FACILE SAPERE RICONOSCERE LA VERA EMERGENZA LE EMERGENZE IN PEDIATRIA PER I GENITORI L’EMERGENZA E’: La febbre L’acetone La tosse L’esantema Il pediatra che non si trova mai!!! LE EMERGENZE IN PEDIATRIA PER IL PEDIATRA L’EMERGENZA NON E’: La febbre L’acetone La tosse L’esantema MA NON riuscire ad individuare il vero pericolo!!! LE EMERGENZE IN PEDIATRIA PER IL PEDIATRA L’EMERGENZA E’: La sottovalutazione del pericolo LE EMERGENZE IN PEDIATRIA L’EMERGENZA E’: IL DUBBIO COME, DOVE, QUANDO E PERCHE’ VALUTARLA! LE EMERGENZE IN PEDIATRIA Opportunità di fornire informazioni conoscitive che, insieme alle caratteristiche ed alle risorse familiari, possano portare alle reale comprensione e gestione dell’eventuale emergenza Utilizzare il proprio bagaglio culturale per percepire la vulnerabilità familiare di fronte all’evento, educando all’approccio al problema LE EMERGENZE IN PEDIATRIA Le informazioni fornite alla famiglia devono cambiare abitudini e comportamenti, ma il pediatra dovrebbe vederle come parte di una sequenza comportamentale Un approccio globale educativo nel tentativo di modificare i comportamenti Le emergenze False emergenze: vissute come tali da famiglie sempre più ansiose ed insicure Emergenze vere: situazioni a rischio di morte o di sequele, se non si effettua un tempestivo e appropriato trattamento Compiti del Pediatra di Famiglia: a) riconoscere l’emergenza; b) allertare il servizio 118; c) stabilizzare le condizioni cliniche del paziente fino al trasporto in Ospedale Emergenze più frequenti in età pediatrica: a) infezioni; b) avvelenamenti; c) traumi Obiettivi fondamentali della terapia d’urgenza pediatrica: a) pervietà delle vie aeree; b) ripristino della ventilazione; c) ripristino della circolazione PBLS( per ripristino ventilazione e circolazione): Paediatric basic life support. Check list: check responsivness – shout for help – check breathing – give two effective breaths – check for signs of a circulation – give 5 chest compressions – continue CPR Segni di allarme per infezioni: segni meningei (soprattutto Brudzinsky), petecchie ed ecchimosi (sepsi, CID), assenza dei polsi, soprattutto i carotidei. Le emergenze Schema mnemonico: A-B-C A: airway: vie aeree; B: breath: respiro; C: circulation: circolo Sequenza PBLS 1) osservare; 2) stimolare e controllare la reattività; 3) posizionare testa e mento; 4) osservare – sentire – ascoltare: 5 secondi 5) effettuare 5 insufflazioni; 6) controllare fra l’una e l’altra; 7) controllare i polsi; 8) aspettare 10 secondi 9) ricercare la zona di compressione per il massaggio cardiaco; 10) seguire il ritmo medio della compressione di 15:2 con la ventilazione Frequenza respiratoria come segno vitale instabile Età 0-1 mese: valori non critici compresi tra 60 e 160 al minuto Età successive: valori non critici compresi tra 8 e 50 al minuto Pressione arteriosa massima come segno vitale instabile: a) inferiore a 60 mmHg fino a 6 anni; b) inferiore a 80 mmHg nelle età successive Frequenza dei polsi come segno vitale instabile Età: 0-1 mese: valori non critici compresi tra 80 e 160/minuto Età successive: valori non critici compresi tra 60 e 160/minuto Valutazione della posizione dei bulbi oculari e delle pupille Ricerca di: deviazioni, miosi, midriasi, anisocoria, etc. Manovra di Heimlich per facilitare l’emissione di corpi estranei Posizionare un pugno proprio al di sopra dell’ombelico con il pollice di fronte all’addome ed eseguire delle forti compressioni subdiaframmatiche, tenendo il bambino eretto PLS: è la posizione laterale di sicurezza, dopo aver stabilizzato il paziente Mezzi aggiuntivi. Cannula faringea: sostiene la base della lingua e permette il passaggio dell’aria; se troppo corta è inefficace; se troppo lunga comprime l’epiglottide. Maschera facciale: triangolare deve coprire naso e bocca. Pallone autoespansibile, chiamato tradizionalmente Ambu, raggiunge la massima efficienza se si aggiunge una fonte d’ossigeno Dotazione e dosaggio di farmaci essenziali Adrenalina: 0,001/kg/dose, uguale a: 0,1 ml/kg/dose della soluzione 1/10000 (1 ml di adrenalina più 9 ml di soluzione fisiologica) Salbutamolo: 2 puff/die Idrocortisone: 5-10 mg/kg/dose Betametasone: 0,1-0,2 mg/kg/dose Ceftriaxone: 20-80 mg/kg/die Diazepam rettale: 5mg/dose sotto i 5 Kg; 10 mg/dose alle età successive Diazepam e.v: 0,3-0,5/kg/dose Glucosio: 1gr./dose (soluzioni al 5-10-20%) Furosemide: 1 mg/kg/ dose Una-due fiale di ciascun presidio possono essere contenute in appositi piccoli contenitori, da portare nella borsa del medico Continuità assistenziale Il PdF assicura l’assistenza nella fascia oraria: 8-20 dei giorni feriali; negli altri orari ci sono la guardia medica generalista ed i Pronto Soccorsi. Ci sono molte proposte che riguardano la realizzazione della continuità assistenziale pediatrica: guardia medica pediatrica, associazioni “complesse”, UTAP, “country hospital”, etc Il Pdf e il problema degli incidenti Gli incidenti, anche se spesso sono fortunatamente di lieve entità, rappresentano: circa il 20% degli accessi ai Pronto Soccorsi pediatrici la prima causa di morte nella fascia d’età: 1-14 anni Inoltre i traumi cranici da incidenti sono una delle cause principali di disabilità Le statistiche USA comprendono delle tipologie da noi poco rappresentate, come quelle causate dal possesso in famiglia di armi da fuoco, ed altre in incremento anche in Italia, come il fenomeno degli annegamenti in piscine. Similmente a noi, il 67% degli incidenti avviene nelle proprie abitazioni, l’8% in casa di parenti od amici, il 3% negli ambienti scolastici. Quindi, quasi l’80% avviene nelle case o in luoghi chiusi Fattori favorenti 1) status socio-economico-culturale svantaggiato 2) ritardi dello sviluppo, soprattutto mentale; 3) problemi comportamentali; 4) stress familiare Quindi gli incidenti sono soprattutto un problema sociale! Infatti l’educazione alla prevenzione ed alla gestione degli incidenti rappresenta una costante anche tra gli interventi educativi previsti in occasione dei Bilanci di Salute Il PdF e gli incidenti Ustioni: la maggior parte avviene in cucina. Cause più frequenti: 1) acqua corrente eccessivamente calda (abbiamo scoperto l’acqua calda?) 2) agenti liquidi; 3) pentole e caffettiere; 4) superfici fonti di calore: a) ferri da stiro; b) termosifoni o stufe; c) prese elettriche La gravità dell’ustione dipende da: 1) grado (1°-2°-3°); 2) estensione dell’area interessata; 3) localizzazioni particolari (viso, mani, genitali); inalazione di fumo Cadute Le occasioni più comuni sono: fasciatoi, letti, scale, girelli (da abolire!); altalene e scivoli Soffocamenti Gli oggetti più frequenti sono: noccioline, palline, bottoni, acini o torsi di frutti Ferite Gli agenti più coinvolti sono: vetri rotti, oggetti appuntiti, oggetti da taglio Avvelenamenti In Italia nel 2005 ben 37.000 bambini sono ricorsi a cure mediche per avvelenamenti: 1 ogni 5 ore. Alcuni episodi sono stati mortali e parecchi hanno causato conseguenze gravi, quali perforazioni o cicatrici dell’esofago. Il 60% delle vittime ha età inferiore a 24 mesi. I pericoli piu frequenti sono rappresentati dai detersivi e dai prodotti per pulire la casa. Nelle età successive il pericolo maggiore è rappresentato dai farmaci, soprattutto dagli psicofarmaci e dai farmaci per disturbi cardiocircolatori. Per fortuna si va estendendo l’obbligo di confezioni e contenitori a prova di bambino. Il PdF viene interpellato nella valutazione della pericolosità: infatti molte sostanze non sono pericolose e pertanto si può evitare la corsa ai P.S., con i relativi interventi spesso eccessivi. Sono potenzialmente dannosi: alcol, acidi ed alcali, candeggina, farmaci cardiovascolari, batterie, oggetti di ferro, idrocarburi, salicilati, psicofarmaci ed in particolare gli antidepressivi. Orari nei quali si verificano con maggiore frequenza: quelli di pranzo e di cena, quindi le fasce orarie: 11-13 e 19-21. E’ stato dimostrato che sono particolarmente rischiosi i momenti in cui i genitori sono impegnati al telefono Prevenzione Stare attenti ai bambini anche se si parla al telefono: preferire cord-less e cellulari Impedire l’accesso a pillole ed a bottiglie colorate: vengono scambiati per caramelle e bibite Usare le mensole più alte ed i ripiani alti degli armadi ed evitare viceversa di lasciare sostanze pericolose sotto i lavandini o a portata di bambino. Custodire in particolare: detersivi, prodotti per la pulizia, inclusi smacchiatori e solventi (anche quelli per le unghie). I farmaci debbono essere custoditi in cassetti chiusi, e mai sul comodino della camera da letto, nel beauty-case o nella borsa. Alcune piante hanno dei costituenti che risultano tossici se ingeriti. Provvedimenti e presidi da adottare per la prevenzione di tutti gli incidenti: giocattoli a norma; impianti elettrici a norma; materiali ignifughi; ringhiere a fessure strette; oggetti smussi; confezioni a prova di bambino; custodia dei medicinali e di tutte le sostanze chimiche, regolazione dei termostati; recinzione delle piscine, rilevazione della presenza di fumo. Sono tutti provvedimenti e comportamenti difficili da essere attuati da parte di famiglie svantaggiate soprattutto sotto l’aspetto culturale e mentale Fattori favorenti Ritardo dello sviluppo Problemi comportamentali Stato socio-economico Stress familiare -La maggior parte avviene in cucina -Agenti liquidi -Acqua corrente eccessivamente calda -Pentole -Caffettiere, etc Superfici fonti di calore -Ferri da stiro -Termosifoni e stufe -Prese elettriche Cadute Fasciatoi Letti Scale Girelli Altalene e scivoli Soffocamento -Noccioline -Palline e bottoni -Acini d’uva -Prodotti per la pulizia -Farmaci -Alcool -Piante Ferite -Vetri rotti -Oggetti appuntiti -Oggetti da taglio Prevenzione Giocattoli a norma Impianti elettrici a norma Materiali ignifughi Ringhiere a fessure strette Oggetti smussi Confezioni a prova di bambino Custodia dei medicinali Regolazione dei termostati Recinzione delle piscine Rilevazione presenza di fumo CAP: CRITERI PER L’OSPEDALIZZAZIONE STATUS CULTURALE E SOCIALE DEI FAMILIARI a) Inaffidabilità ( fino a forme di incuria vere e proprie) b) Scarsa compliance c) Incapacità nella somministrazione orale d) Incapacità nella somministrazione parenterale N.B. In molti casi, il ricovero diventa un vero e proprio “affidamento” transitorio del bambino che viene sottratto all’incapacità dei familiari Ricettazione Ricettario personale: autorizzazione per il farmacista a consegnare il medicinale al paziente Ricettario SSN: autorizzazione a poter usufruire delle prestazioni a carico del SSN Area tagliando: generalità ed indirizzo. Area codice: codice fiscale o codice STP (stranieri temporaneamente presenti). Area sigla: Auslprovincia; Area tipologia: S, H. Area priorità: U-urgente; B-breve; Ddifferita; P-programmata; Area note AIFA; Area esenzione; Area diagnosi: ultimo rigo del testo; Caselle per numero dei pezzi e per la data. Classificazione dei farmaci. Classe A: SSN. Classe C: non concedibili. Gruppo H: uso esclusivo ospedaliero. Galenici magistrali ed officinali: rispettivamente preparati dal farmacista o dall’industria. Farmaci generici: equivalenti, prodotti dopo la scadenza dei brevetti Note limitative prescrittive (AIFA) più comuni nella pratica pediatrica. Nota 48: anti H2; note 55 e 56: antibiotici iniettabili; nota 82: antileucotrieni; nota 84: antiherpetici; nota 89: antistaminici Le vaccinazioni: concetti generali Le attività predominanti del Pediatra di Famiglia sono la prevenzione e la promozione della salute. Pertanto le vaccinazioni sono un suo compito precipuo L’obbligatorietà è ormai storicamente superata. Le vaccinazioni sono un diritto e non un dovere per i cittadini. Restano obbligatorie quelle contro: polio, tetano-difterite, epatite B. Negli USA ogni anno viene elaborato un calendario vaccinale da: AAP, ACIP, CDC, FDA, AAFP. In Italia esiste una iniziativa analoga da parte dei PdF della FIMP, a supporto dei calendari del Ministero, l’ultimo dei quali è stato pubblicato nel 2005. Però: il “federalismo vaccinale” lascia grande libertà alle Regioni. Fortunatamente la Regione Sicilia ha elaborato la politica vaccinale più avanzata in Le vaccinazioni: concetti generali Somministrazioni La pratica è stata favorita dalla possibilità di praticare nella stessa seduta vaccinazioni anche numerose, già allestite mescolate nella stessa fiala (associate), oppure in concomitanza nella stessa seduta, ma in sedi diverse. Somministrazioni intramuscolari: nel deltoide nei più grandi, nella coscia antero-laterale nei primi anni di vita. Somministrazioni sottocutanee: solo alcuni vaccini a virus attenuati: MPR, varicella Le vaccinazioni: concetti generali Controindicazioni temporanee alle vaccinazioni Malattie con febbre > 38 C° Stati con immunodepressione grave: sia congenite che acquisite (HIV, leucemie, etc.) e sia farmacologiche: immunosoppressori e cortisonici somministrati per via sistemica, a dosaggi elevati, per periodi prolungati, superiori ai 15 giorni. Controindicazioni permanenti Praticamente nessuna per i vaccini con virus uccisi o con anatossine Unica, vera controindicazione: una grave reazione anafilattica ad una precedente somministrazione di uno specifico vaccino. In realtà le vaccinazioni si possono sempre effettuare in ambiente protetto (con strutture per la rianimazione) Gestione dell’anafilassi. Il PdF deve avere nozioni di PBLS, ma soprattutto bisogna avere disponibile l’ADRENALINA: nello studio, nella borsa, ovunque! Si può somministrare per 3 volte, a distanza di pochissimi minuti, in attesa dell’arrivo del “118”.Sono utilizzabili le fiale di adrenalina 1/1000, diluite a 10 ml. con soluzione fisiologica. Ogni dose: 0,1 ml/Kg/dose, ovvero: 1 ml/10Kg/dose Le vaccinazioni: concetti generali False controindicazioni: febbri lievi; diarrea; vomito; terapia antibiotica o con chemioterapici; nati pretermine, anche di basso peso; malnutrizione; eczema e dermatiti; malattie neurologiche non evolutive; tubercolosi; infezione da HIV non terminale; modeste reazioni generali e locali; allergie a farmaci od allergeni; episodi convulsivi; SIDS; recenti esposizioni al contagio; allattamento al seno; anamnesi incerta per le malattie; familiari con immunodeficienza; figlio di madre HIV positiva; stato di gravidanza della madre del bambino o di altri familiari. Donne in gravidanza: mai registrati danni, comunque si sconsigliano i vaccini a virus vivi, attenuati Bambini prematuri: nessun ritardo e nessuna riduzione di dosi sono giustificati Allattamento al seno: nessuna controindicazione Vaccinazioni interrotte: Mai ricominciare da zero, tranne nel caso che non esistono dati, come talvolta accade con i bambini immigrati Le vaccinazioni Somministrazioni di cortisonici Si possono rinviare i vaccini a virus attenuati, solo se sono state effettuate: terapie con durata superiore alle 2 settimane con dosi superiori ai 2mg/Kg/die, per via generale. Sono solitamente trascurabili le dosi che si assorbono per via topica: cutanea, aerosolica, etc. Disordini della coagulazione o terapie con anticoagulanti Bisogna preferire la via sottocutanea o intradermica Obblighi medico-legali Bisogna effettuare la registrazione e la comunicazione dell’avvenuta vaccinazione, se praticata dal PdF Il PdF deve effettuare specifica notifica se ha verificato una reazione avversa: entro 24 ore, su apposito modulo Sigle convenzionali IPV: antipolio parenterale; OPV: antipolio orale; DTPa: antidifterite-antitetano-antipertosse acellulare per bambini; dTpa: lo stesso vaccino, a dosi ridotte, per adulti; HB: antiepatite; Hib: antihaemophilus influenzae di tipo B; PCV: antipneumococco; MCC: antimeningococco. Obiettivo delle vaccinazioni Piano Sanitario Vaccini • tutela della salute del proprio assistito attraverso la profilassi delle malattie infettive • raggiungimento del tetto di soglia vaccinale utile alla eradicazione del germe dalla circolazione nella comunita’ • costruzione del registro epidemiologico per le reazioni avverse ai vaccini e per l’incidenza delle malattie infettive Scheda vaccinale USA 2006 Scheda vaccinale FIMP Scheda vaccinale Regione Sicilia Scheda vaccinale Regione Sicilia Scadenze 3° mese* 5° mese** 11° mese*** 15° mese 6° anno 12° anno IPV+DTPa+HBV+HiB+PCV IPV+DTPa+HBV+HiB+PCV IPV+DTPa+HBV+HiB+PCV MPR+Var IPV+DTPa+HBV+MPR MPR°, Var Influenza a partire dal 6° mese nei soggetti a rischio MenC dopo il 1° anno nei soggetti a rischio *a partire dal 61° giorno di vita **a 8 settimane di distanza dalla 1° dose ***a sei mesi di distanza dalla 2° dose °se non richiamato al 6° anno Vaccinazioni specifiche Vaccinazione antipolio (IPV e OPV) L’infezione da poliovirus viene trasmessa con acqua o con alimenti inquinati: è ancora diffusa in Paesi in via di sviluppo. L’Italia è “polio-free” dal 1983. L’IPV (inactivated polio vaccine) ha sostituito l’OPV orale per evitare le pur eccezionali riattivazioni del virus attenuato. Si praticano tre somministrazioni nel primo anno: fa parte dell’esavalente contenente: IPV, DTPa, Hib, HB. Prima dose: 3° mese (60 giorni), seconda dose: 5° mese, terza dose: 12°mese; quarta dose: 6° anno e non più al 3° anno (PNV 2005). Vaccinazione anti tetano-difterite-pertosse (DTPa e dTpa) Tre somminstrazioni DTPa nel primo anno di vita, nell’ambito dell’esavalente Quarta dose: a 5-6 anni, in contemporanea con l’IPV Quinta dose: nell’adolescenza, come dTpa. Dosi successive da consigliare: ogni 10 anni, poiché si esaurisce l’immunità contro il tetano e la pertosse. La pertosse è ormai prevalentemente una patologia degli adulti. E’ stato proposto un anticipo delle vaccinazioni al 2° mese, cioè a 30 giorni di vita, soprattutto a causa della pericolosità della pertosse nei lattanti Vaccinazione Antipolio Nel 1998 l’OMS ha dichiarato l’Italia “polio-free” Dal 1999 nella scheda vaccinale la 1° e la 2° dose il polio Sabin (OPV vaccino a virus vivo) è stato sostituito dal polio Salk (IPV vaccino a virus attenuato) Dal 2001 nella scheda vaccinale le restanti due dosi 3° e 4° di OPV sono state sostituite dall’IPV Nel 2006 la Regione Sicilia, nel suo calendario vaccinale ha spostato la 4° dose dal 3° anno al 6° anno di vita Vaccinazioni specifiche Tetano Grave malattia non contagiosa, provocata dalla tossina del Clostridium Tetani, che penetra attraversa una ferita. Incubazione: 2-30 giorni. Letalità del 30%. Il vaccino può essere singolo, e viene usato nella profilassi specifica di ferite anfrattuose, in ambienti sospetti per presenza di Clostridi. Può essere abbinato alle immunoglobuline specifiche, ma rappresenta una valida profilassi anche se somministrato da solo. Obbligatorio anche per sportivi e alcune categorie di lavoratori Difterite Grave malattia infettiva causata dalla tossina del Corinebacterium Diphteriae. Esordisce con placche alla gola e può dare complicazioni a carico di: cuore, rene e SN, con una mortalità del 10%. Epidemie devastanti si sono verificate recentemente nei Paesi dell’ex-Unione Sovietica. Il vaccino, contenente l’anatossina, viene associato nell’ambito dei trivalenti o degli esavalenti Pertosse. Malattia pericolosa nel primo anno di vita, causata dalle tossine della Bordetella Pertussis, la quiale viene trasmessa attraverso le gocce di saliva. Decorre in tre fasi: catarrale, convulsiva, di convalescenza. I vaccini acellulari sono molto più tollerati degli interi. I più usati Vaccinazione anti Haemophilus Influenzae di tipo B (Hib) L’Haemophlilus B può causare malattie gravi nei primi 5 anni di vita: meningiti, sepsi, epiglottiti, etc. Il vaccino intramuscolare viene somministrato nell’ambito dell’esavalente Vaccinazione contro l’epatite B (HB) Il virus HBV causa una malattia infettiva, con incubazione media di 120 giorni. Si trasmette mediante sangue, emoderivati, rapporti sessuali con portatori. La cronicizzazione può causare cirrosi e tumori del fegato. Dal 1991, anno di introduzione del vaccino, l’incidenza è diminuita nettamente. L’antigene “S” contenuto nel vaccino è prodotto con tecniche di ingegneria genetica. E’ compreso nell’esavalente. Con il vaccino singolo vengono vaccinati: familiari di portatori sani o malati, personale sanitario, etc. L’Italia è stata uno dei primi Paesi ad effettuare la vaccinazione di massa. I figli di madre portatrice anche se sana di HBV debbono essere vaccinati alla nascita e contemporaneamente essere trattati con immunoglobuline specifiche. Il ciclo vaccinale ideale si basa su 4 somministrazioni nel primo anno di vita, nei mesi: 0-1-4-8. Precedentemente lo schema vaccinale consigliato era: 0 – 1 - 6 mesi Vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia: MPR In Sicilia viene consigliata all’età di 13-15 mesi, per potere essere abbinata con l’antivaricella. Però potrebbe essere anticipata alla fine del primo anno, in contemporanea con l’esavalente. In molte regioni d’Italia si registrano ancora epidemie di morbillo, con morti e complicanze, nonché parecchi casi di rosolia congenita. Morbillo Malattia virale contagiosa per via respiratoria. Causa: otite, laringite, otite, diarrea. Complicanze più temibili: otite 1/20 casi; bronchite: 1/25 casi, convulsioni: 1/200; encefalite: 1/1000; morte: 1/10.000. Vaccino viene allestito da virus attenuati, e somministrato nell’ambito dell’MPR. La prima dose può causare reazioni lievi. Contro la febbre o il dolore si può somministrare paracetamolo. Schedula: 12-15 mesi; 5-6 anni; 11-14 anni. Rosolia. Il virus si trasmette con le goccioline di saliva e causa: febbre, eruzione cutanea, linfonodi. Contratta in gravidanza, può dare la sindrome della rosolia congenita, con malformazioni multiple a carico di: occhi, cuore, SN, etc. Colpisce l’85% dei feti se la madre si infetta nel 1° trimestre di gravidanza. La vaccinazione segue le date dell’MPR. Si dovrebbero vaccinare anche gli adolescenti e gli adulti giovani non immuni, ed inoltre tutte le donne prima della gravidanza o subito dopo il parto. Parotite. Malattia virale, contagiosa, tipica per la tumefazione delle ghiandole parotidee.Le complicanze sono frequenti. Meningite linfocitaria benigna: 2,415% dei casi. Meniingoencefalite: 1/1000. Danni al nervo acustici: 1/20.000 casi. Orchite nei maschi puberi: 10-38% dei casi, con rari esiti in sterilità. Vaccinazione antipneumococco (PCV) Lo Streptococcus Pneumoniae si trasmette per contagio con le goccioline respiratorie. Può causare infezioni non invasive: otiti, sinusiti, etc. ed infezioni invasive: polmoniti, meningiti e sepsi. Il vaccino è particolarmente necessario nelle condizioni di: asplenia, immunodeficienza, insufficienza renale, nefrosi, patologie croniche, impianti cocleari. In Sicilia viene effettuata un’offerta universale, gratuita, in contemporanea con la somministrazione dell’esavalente, nel corso del primo anno di vita. Se si inizia la vaccinazione nel 2° anno, vengono consigliate 2 dosi, a distanza di 2 mesi. Se si inizia successivamente, 1 sola dose è sufficiente. Esistono 2 tipi di vaccino: a) Il polisaccaridico non coniugato 23-valente che dà una immunità estesa, ma poco duratura: viene consigliato soprattutto negli anziani b) Il 7-valente coniugato, indispensabile nei primi 5 anni di vita, che conferisce immunità di lunga durata, legata alla proteina carrier cui sono coniugati i polisaccaridi. Vaccinazione antivaricella La Sicilia ha il primato europeo della vaccinazione universale, gratuita, avviata contemporaneamente in 2 coorti: 13-15 mesi e 12 anni. In quasi tutte le altre regioni viene consigliata solo alle categorie a rischio. Gli adolescenti alla prima vaccinazione, debbono praticare una seconda dose, dopo 1-2 mesi. C’è ormai l’evidenza della necessità di almeno un richiamo Varicella. La concomitanza prevista con l’MMR assicurerebbe un effetto trascinamento. E’ in fase di commercializazione il tetravalente: MPVR, composto cioè da: MPR + antivaricella, realizzato usando sempre il virus attenuato del ceppo OKA. Il virus della varicella-zoster (virus VZ) appartiene agli Herpesvirus. L’esantema è caratterizzato contemporaneamente da: papule, vescicole e crosticine. Contagiosità: 1-2 giorni prima, 5-7 giorni dopo. Il virus non viene eliminato, ma rimane in forma latente e può causare lo Zoster in età successive. Le complicanze sono comunque frequenti negli adulti, in gravidanza, nei soggetti immunodepressi. Anche nei soggetti sani può causare: polmoniti, cerebelliti, encefalomieliti, etc. E’ in fase di commercializzazione anche un vaccino specifico anti-zoster. Vaccino antimeningococcico La Neisseria meningitidis causa le patologie più gravi con i suoi sierogruppi: A, B, C, Y, W-135. Può causare forme lievi (faringiti e riniti) e forme invasive con sepsi e meningit, che rappresentano il 30% di tutte le meningiti batteriche. Però nei primi anni di vita il Tipo C sta progressivamente prevalendo sul ceppo B, contro il quale i vaccini specifici sono ancora in fase di sperimentazione. I vaccini disponibili sono: a) un vaccino polisaccaridico tetravalente non coniugato che dà una protezione estesa ma non duratura, consigliabile solo nei soggeti sopra i 2 anni d’età; b) un vaccino coniugato monovalente, efficace solo per il Tipo C. Schedula vaccinale: a) nel primo anno 2 dosi a distanza di 2 mesi; b) dopo il 1° anno: una sola dose.La Regione Sicilia ha limitato questa vaccinazione per categorie a rischio, nonché per tutti i bambini che frequentano gli asili nido e le scuole materne, o che si recano in Paesi con alta endemia. Vaccino antiepatite A La nostra regione è diventata progressivamente a bassa endemia, ma ancora alcune regioni (es:Puglia) e molti Paesi registrano una larga diffusione del virus HAV. Il vaccino è costituito da virus inattivati. Esistono 2 formulazioni: la prima per bambini e che viene usata dai 6 mesi fino ai 16 anni d’età; la seconda che viene usata negli adulti. Vengono indicate 2 dosi, a 6 mesi l’una dall’altra. Il vaccino viene consigliato a: viaggiatori verso regioni endemiche, epatopatici, emofilici, trapiantati di fegato, etc. Vaccino antinfluenzale Ormai vengono prodotte solo le formulazioni split o sub-unità, somministrate per via intramuscolare. Dosi: 0,25 ml dai 6 ai 36 mesi; 0,5 ml nelle età successivE. Viene ripetuto dopo 4 settimane al di sotto dei 9 anni, per i soggetti che non sono stati contagiati l’anno precedente. Secondo autorevoli Organismi Internazionali la vaccinazione di massa nella fascia 6 mesi-5 anni abbatterebbe l’incidenza in tutta la popolazione. Tra le patologie maggiormente a rischio di complicanze si annoverano: malattie croniche dell’apparato respiratorio, circolatorio, uropoietico, emopoietico, del metabolismo, malassorbimenti, immunodeficienze, reumatismi in trattamento con salicilati (sindrome di Reye). La composizione viene stabilita ogni anno dall’OMS I virus influenzali: rappresentano la terza causa di morte per malattie infettive ed una delle principali cause di ricovero ospedaliero. L’epidemia viene monitorizzata ogni anno da 1000 Pediatri e MMG coordinati nel sistema Influnet, a partire dalla 42° settimana dell’anno. I MMG praticano direttamente i vaccini. PRINCIPI DI TERAPIA PEDIATRICA Quasi tutti i farmaci che vengono immessi in commercio non sono stati sperimentati per bambini. Pertanto è molto frequente l’uso “off label”, che raggiunge il 60% nei Reparti di Pediatria ed il 90% nel caso di bambini ricoverati nelle Rianimazioni. Nuovi regolamenti sui medicinali pediatrici La U.E, come gli USA, ha deciso di incoraggiare la sperimentazione dei farmaci pediatrici. Si sta puntando su un prolungamento dei brevetti e su agevolazioni commerciali e normative. E’ stato costituito un Comitato pediatrico in seno all’EMEA, Agenzia Europea corrispondente all’FDA Indicazioni molto approssimative sui dosaggi pediatrici Neonato e piccolo lattante: 1/10 dell’adulto Prima infanzia: 1/7 dell’adulto Età scolare: ½ dell’adulto Adolescente: 1/1dell’adulto Sperimentazione clinica dei farmaci La sperimentazione nella Medicina del territorio è stata sancita dal D.M. 10 Maggio 2001. Il Pediatra può diventare un soggetto attivo sia nelle prove di efficacia, sia nella ricerca delle reazioni indesiderate. Bisogna prevedere “best interest” e minore invasività possibile. Bisogna raccogliere il consenso informato dei genitori, fornendo tutte le adeguate informazioni e tenere conto anche del possibile rifiuto da parte del bambino Bambini e farmaci Le direttive ministeriali hanno focalizzato l’interesse su: scientificità dei test; consenso del rappresentante legale; informazione del bambino; possibiltà di un suo rifiuto; proibizione di incentivazioni finanziarie; riduzione al minimo del disagio L’uso di protocolli deve essere approvato dal Comitato etico che si deve avvalere di competenze specifiche pediatriche e deve far prevalere l’interesse del paziente. Bambini e farmaci Nel bambino le caratteristiche farmacologiche si modificano di continuo, in base all’età. Esse sono: assorbimento; distribuzione; metabolismo; eliminazione; effetti su organi bersaglio. Caratteristiche specifiche delle varie fasce d’età Età 1-23 mesi: rapida maturazione del SNC; sviluppo del sistema immunitario; crescita corporea veloce; la clearance dei farmaci può essere superiore a quella dell’adulto Età 2-11 anni: eliminazione renale ed epatica ormai mature; effetti sulla crescita scheletrica; aumento del peso; inizio della pubertà. Adolescente: 12-18 anni: maturazione sessuale, sviluppo neurocognitivo; cambiamenti ormonali; mancata compliance; uso di sostanze stupefacenti Consenso informato L’offerta dell’informazione da parte del personale sanitario ai genitori deve valutare: comprensione dell’informazione; libertà decisionale; capacità decisionale. Nei confronti diretti del bambino si deve: rivelare la natura di tutti gli interventi; esaminare la comprensione, i sentimenti, le preoccupazioni del bambino; incoraggiarne l’espressione. Necessità ed obiettivi Bonificare i prontuari; verificare sicurezza ed efficacia; verificare nuove molecole e nuovi indicazioni; aumentare l’interesse degli sponsor per la fase terza e quarta dei farmaci per bambini Linee guida: indicatori di rotta per linee di condotta. Servono a: 1) aiutare a decidere; 2) descrivere cure appropriate basate sull’evidenza scientifica e su un vasto consenso, lasciando il giusto spazio per variazioni giustificate dalla pratica clinica. Tenere conto anche degli aspetti organizzativi e delle caratteristiche della comunità. Attenzionare il miglioramento continuo della qualità. Limiti delle linee guida. Impatto molto variabile sull’efficacia e sull’efficienza dell’assistenza; difficoltà di trasferibilità alla clinica; necessità di aggiornamento frequente; estrema variabilità. Criteri metodologici: la multidisciplinarietà dei gruppi, il processo di ricerca bibliografica; il livello di evidenze. Nella medicina del territorio: implementare ed adattare, piuttosto che inventare Bambini ed antibiotici Gli antibiotici sono i farmaci più usati nei bambini, poiché le patologie infettive rappresentano la causa più comune di malattia nell’infanzia Flogosi V.A.S (faringotonsilliti, etc.) L’uso dell’antibiotico dovrebbe essere conseguente ad un tampone con test rapido per la ricerca dello SBEGA, che da solo rappresenta la quasi totalità delle patologie batterica, essendo queste per l’80% ad eziologia virale.L’antibiotico “più amato” dai pediatri, anche in considerazione del suo basso costo, resta l’Amoxicillina, usata alla dose di 50 mg/kg/die in 3 dosi. Si può arrivare ai 100 mg/kg/die nelle patologie più resistenti. Rimane estremamente efficace anche sullo Steptococcus pneumoniae, sull’Haemophilus influenzae e su altri patogeni di tutte le vie aeree e dei loro annessi. Nelle otiti la durata della terapia dovrebbe essere di almeno 10 giorni e nelle sinusiti di almeno 14 giorni. La formulazione di amoxicillina coniugata con acido clavulanico protegge la molecola dalle beta-lattamasi e viene somministrata alla dose media di: 50 mg/kg/die in 2 dosi. Bambini ed antibiotici Un’alternativa viene rappresentata dalle cefalosporine. Molto gradito ed economico resta il cefaclor (30-50 mg/kg/die). Nel caso di assoluta impossibilità all’assunzione orale possono essere usate le cefalosporine parenterali. Molto accettate sono quelle in monosomministrazione: Cefonicid (30-50 mg/kg/die) e Ceftriaxone: 30-100 mg/kg/die), che penetra anche attraverso la barriera ematoencefalica. Nelle broncopatie, in considerazione dell’importanza del Mycoplasma peumoniae, possono essere usati i macrolidi, soprattutto nei bambini più grandi. Molto tollerata è la Claritromicina, alla dose di 20 mg/kg/die, b.id. TERAPIA ( BMJ 1995; Prof. M. La Rosa, Simri 2001) La gran parte dei pazienti ricoverati vengono trattati con antibiotici ev. o i.m. Nei pazienti senza immunocompromissione e senza infezioni molto gravi l’amoxi-clavulanico è altrettanto efficace di una cefalosporina di terza generazione Il trattamento orale è meno traumatico, più economico, e diminuisce la durata della degenza L’uso di routine di antibiotici per via parenterale non è giustificata L’uso di terapia combinata potrebbe essere giustificata in casi molto dubbi per l’etiologia e particolarmente gravi ( secondo i dati riportati dal Prof. La Rosa: 28% dei ricoveri) TERAPIA EMPIRICA RAGIONATA Età 6 mesi-5 anni forme lievi-moderate: amoxicillina; amoxicillina-ac. clavulanico; cefalosporine orali forme gravi: cefalosporina 3°generazione per via parenterale Età 5-12 anni forme lievi-moderate: macrolidi; amoxicillina; amoxicillina-ac. clavulanico forme gravi: cefalosporina 3° generazione parenterale Età superiore a 12 anni forme lievi-moderate: macrolidi forme gravi: cefalosporina 3° gen. parenterale TERAPIA ANTIBIOTICA (Can. Med. Ass.J; Prof. M. La Rosa, Simri 2001) Gli antibiotici orali sono efficaci nelle forme lievi e moderate L’antibiotico di 2° scelta è spesso un macrolide successivo all’uso di amoxicillina o cefalosporine, o viceversa La terapia parenterale deve essere riservata ai neonati ed ai pazienti con: a) aspetto “settico” b) mancata risposta al trattamento c) distress respiratorio d) ospite immunocompromesso e) stati di disidratazione e vomito f) mancata compliance g) necessità di ossigenoterapia CONSIGLI PER I FAMILIARI 1) Somministrare i farmaci per l’intero ciclo di terapia (solitamente almeno una settimana) 2) Valutare le condizioni del bambino dopo 24-48 ore di trattamento 3) Comunicare il mancato miglioramento del bambino entro 48 ore o la difficoltà nell’assunzione dei farmaci 4) Valutare l’insorgenza di difficoltà respiratorie o di cianosi Farmacovigilanza e sperimentazione Farmacovigilanza La segnalazione di reazioni avverse deve essere fatta tempestivamente, compilando l’apposita scheda ed inviandola al Responsabile dell’Ausl: generalmente presso il Settore Farmaceutico Sperimentazione Il territorio si può avvalere di alcuni vantaggi: numerosità del campione, ambito naturale dell’uso di molti farmaci, rapporto di fiducia medico-paziente. Molte patologie sono curate quasi esclusivamente sul territorio. Deve essere prevista la partecipazione del pediatra fin dalla fase di progettazione. Prospettive delle sperimentazioni: valutazione degli esiti a distanza e ricerca sull’efficienza gestionale RAZIONALE DELLA TERAPIA MEDICA NELLE RINOSINUSITI (NELL’ETA’ EVOLUTIVA) EPIDEMIOLOGIA TUTTI I BAMBINI ACCUSANO 6-8 INFEZIONI DELLE VIE AEREE SUPERIORI / PER ANNO NELLE AFFEZIONI VIRALI: FREQUENTE CONCOMITANZA DI FLOGOSI DEI SENI PARANASALI: RINOSINUSITI PERO’: NEL 5-13% DEI CASI: INSORGONO COMPLICANZE DA INFEZIONE BATTERICA SECONDARIA DEI SENI PARANASALI DIAGNOSI CLINICA SINTOMI SIGNIFICATIVI DI PERSISTENZA DELLA FLOGOSI: TOSSE CHE PUO` PEGGIORARE DURANTE LE ORE NOTTURNE, PER OLTRE 10 GIORNI RINORREA PURULENTA PER OLTRE 10 GIORNI SINTOMI SIGNIFICATIVI DI UN IMPEGNO PIU` ESTESO TENSIONE O AUMENTO DI VOLUME DEI TESSUTI DEL VOLTO FEBBRE ODONTALGIE ALGIE FACCIALI E CEFALEA IN OGNI CASO: I SEGNI RADIOLOGICI SONO EVIDENZIABILI SOLTANDO DEL 70-80% DEI CASI GUARIGIONE SPONTANEA: 50-60% DEI CASI DOPO APPROPRIATA TERAPIA ANTIBIOTICA: 80-90% DEI CASI PERO’ NELLE FORME DOVUTE A STREPTOCOCCO PNEUMONIAE: GUARIGIONE SPONTANEA SOLTANTO NEL 15% DEI CASI IN OGNI CASO: CONTROVERSO L’USO DI ANTISTAMINICI, DECONGESTIONANTI E STEROIDI TOPICI. LA TERAPIA SI EFFETTUA ESSENZIALMENTE CON ANTIBIOTICI DURATA DEL TRATTAMENTO ANTIBIOTICO NELLA SINUSITE ACUTA: TERAPIA PER 10-14 GIORNI SE NON SI EVIDENZIA GUARIGIONE COMPLETA: ULTERIORI 7-8 GIORNI IN OGNI CASO: PER ULTERIORI 7 GIORNI OLTRE LA REMISSIONE DEI SINTOMI NELLA SINUSITE CRONICA: TERAPIA PER 3-4 SETTIMANE POSOLOGIA DELLE PENICILLINE SEMISINTETICHE AD AMPIO SPETTRO D’AZIONE AMOXICILLINA: 50-100 MG / KG / DIE IN 2-3 SOMMINISTRAZIONI AMOXICILLINA-ACIDO CLAVULANICO: 50 MG / KG / DIE IN 2 SOMMINISTRAZIONI POSOLOGIA DELLE CEFALOSPORINE ORALI CEFACLOR: 40-100 MG / KG / DIE IN 2-3 SOMMINISTRAZ. CEFUROXIME-AXETIL: 15-20 MG / KG / DIE IN 2-3 SOMMINISTRAZ. CEFPODOXIME: 20 MG / KG / DIE IN 1-2 SOMMINISTRAZ. CEFIXIME: 8 MG / KG / DIE IN UNICA SOMMINISTRAZ. POSOLOGIA DELLE CEFALOSPORINE PARENTERALI CEFTRIAXONE: 30-100 MG / KG /DIE IN UNICA SOMMINISTRAZ. CEFONICID: 30-50 MG /KG /DIE IN UNICA SOMMINISTRAZ. POSOLOGIA DEI MACROLIDI LONG-ACTING CLARITROMICINA: 15 MG / KG / DIE IN 2 SOMMINISTRAZIONI AZITROMICINA: 10 MG / KG / DIE IN UNICA SOMMINISTRAZIONE PER 3-4 GIORNI DI TRATTAMENTO ANTIBIOTICI USATI NEL PASSATO COTRIMOSSAZOLO (TRIMETOPRIMSULFAMETOSSAZOLO): 8 MG DI TRIMETOPIM + 40 MG DI SULFAMETOSSAZOLO / KG / DIE IN 2 SOMMINISTRAZIONI RIFAMPICINA: 20 MG / KG / DIE IN 2-3 SOMMINISTRAZIONI TOBRAMICINA: 4 MG / KG / DIE IN 2 SOMMINISTRAZIONI PER VIA PARENTERALE