pensieri e parole
Quello che gli altri non dicono: riflessioni a posteriori di
un critico DOC
MORANDINI in pillole
di Morando Morandini
Perché i
quotidiani
nazionali non
danno notizia
dei premi
collaterali ai
Festival?
Omissioni – Quanti sono i premi collaterali che ogni anno si
distribuiscono alla Mostra di Venezia? Ormai una ventina di
vario tipo e colore. Anch’io, nella giuria della FEDIC
(Federazione Italiana Cineclub) attiva da 60 anni – ho contribuito a darne uno a Lo spazio bianco di Francesca Comencini e
una menzione speciale al documentario Di me cosa ne sai di
Valerio Jalongo. Perché i quotidiani di diffusione nazionale non
ne danno notizia? E’ uno dei tanti segni del degrado – e della
disinformazione – dell’attuale giornalismo italiano che rispecchia quello della classe dirigente politica e civile.
Una leggenda – Fui tra i pochi alla 66ma Mostra ad apprezzare,
nella sua modestia, Questione di punti di vista dell’80enne
Jacques Rivette. C’è una leggenda medievale all’origine del
titolo originale, 36 vues du Pic Saint-Loup. Tre cavalieri – o fratelli – Loup, Clair e Guiral, tutti innamorati della figlia del
signore di Sant-Martin (nel Languedoc) partecipano a una crociata senza sapere quale dei tre sarebbe stato scelto come
sposo. Nel frattempo la fanciulla muore. Reduci dalla Terra
Santa, i tre si fanno eremiti e s’installano ciascuno su una cima
vicina per meglio osservare la tomba della defunta. Ogni anno,
il 19 marzo, accendono un fuoco per segnalare la persistenza
della loro devozione. L’ultimo a spegnersi fu quello di Loup.
LGBT – Alla 66ma Mostra veneziana è stato assegnato per la
terza volta il “Queer Lion Award”. Per l’occasione è stato distribuito un elegante opuscolo dal quale ho appreso che la giuria
internazionale (quattro italiani e un inglese) aveva a disposizione nelle varie sezioni 14 film a tematica LGBT tra i quali scegliere il migliore. Ha vinto A Single Man (USA 2009) di Tom
Ford, segnalato anche dalla giuria ufficiale con la Coppa Volpi
del migliore attore a Colin Firth. Al Lido non ero riuscito a decifrare l’acronimo LGBT. A Milano l’ha interpretato per me l’amico Paolo Mereghetti: L(esbiche), G(ay), B(isessuale), T(ransessuale).
Il testo
letterario più
filmato al
mondo è
Hamlet: 40
versioni mute
e 60 sonore
10
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
Sono tanti – Angela Gandolfi, preziosa amica, ha fatto per me
una ricerca in internet sui film che, in modi più o meno diretti,
toccano il tema dell’omosessualità e ne ha trovati 440. C’è
anche un Amleto tedesco del
1920, diretto da Sven Gade e
Heinz Schall con Asta
Nielsen, diva danese del
muto, protagonista. Secondo
Emanuela Martini, Hamlet è
“il testo narrativo (letterario o
teatrale) più filmato del
mondo”: si contano una quarantina di versioni mute (in
gran parte perdute) e più di
60 sonore.
novembre 2009
FINE PEN(N)A MAI
VISIONI FORZATE E INDULTI
CRITICI
Mi si nota di più se mi chiamo Festival
o Festa? Ecce Roma. #### 600mila
visitatori nei luoghi del Festival capitolino:
utenti unici o piastrelle visitate? ####
Lui tradisce il cane con la moglie, e finisce stecchito dai sensi di colpa: dal Tevere
alle sale natalizie, Richard Gere al guinzaglio di Hachiko. #### “Il mio Giovane
Holden al femminile”, ovvero l’Amore 14
di Federico Moccia. Che ammoderna pure
Louisa May Alcott: Piccole veline crescono… #### Datele tre parole: sesso, cibo
e amore. E a 60 anni, Meryl Streep confermerà: da She-Devil al Diavolo griffato,
il patto con Belzebù l’ha fatto davvero.
#### Christine, Cristina per l’esordio
alla regia di Stefania Sandrelli. Di cui
apprezziamo soprattutto la promessa a
latere: “Non lo farò più”. #### James
Ivory & The City of Your Final Destination:
“Un film che va alla ricerca dell’America
Latina e di noi stessi”. Probabilmente,
non è più tornato.
ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE
STALLE ALLE STARLETTE
Da fashion-victim a fashion-killer:
Angelina Jolie vestirà i panni di Patrizia
Reggiani, la vedova nera di Gucci. STOP
“Toccala tutta”. Di fantozziana memoria,
l’esortazione di Zeffirelli a Bocelli, avvinghiato alla Bellucci nell’ Omaggio a
Roma. STOP Travolta da un’insolita rabbia, Lina Wertmuller insorge contro il
Festival di Roma, reo di aver escluso il
suo nuovo film. Titolo? Mannaggia la
miseria. Appunto.
Federico Pontiggia
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