Uri – Ticino Edizione 2008 /2 · CHF 8.– / EUR 5.– Rivista degli Itinerari culturali La nuova offerta turistica Alla scoperta delle vie storiche Piaceri per tutti i sensi ViaGottardo ViaGottardo: un viaggio nel cuore della Svizzera Oggi la via del San Gottardo è il principale collegamento nord-sud della Svizzera. La sua importanza economica è legata all’apertura del traforo ferroviario nel 1882, ma il mito del San Gottardo risale a tempi remoti e non accenna a sbiadire. L’escursione lungo la ViaGottardo tra Lucerna e Chiasso è un viaggio alla scoperta del cuore della Svizzera. Due generazioni di strade sul San Gottardo: il vecchio Ponte del Diavolo della strada cantonale del 1830 e l'ampia campata del ponte in cemento rivestito del 1958 ViaGottardo (ama) «Diciotto chilometri di coda all’entrata del portale nord del Gottardo»: ogni automobilista è ormai abituato a simili annunci radiofonici. Il nostro viaggio passa proprio da lì, dove sembrerebbero esserci solo serpenti di lamiera pronti a invadere le vallate alpine. Ma vedremo che il San Gottardo è ben più di un imbuto nel traffico transalpino. Passando per Basilea e Olten, l’itinerario del San Gottardo conduce dalla Germania meridionale a Lucerna, poi oltre il valico verso Chiasso e Milano; un secondo accesso settentrionale porta a Lucerna in provenienza da Sciaffusa e Zurigo. In rapporto ai vicini passi dei Grigioni e del Vallese, quello del San Gottardo fu attrezzato relativamente tardi per il traffico su lunga distanza. Il valico era già conosciuto in epoca romana ma allora serviva solo ai modesti scambi tra Uri e la Leventina. Poi, all’inizio del 13° secolo, la costruzione del ponte del Diavolo aprì il passaggio nella gola della Schöllenen rendendo possibile il traffico commerciale. Questo contribuì ad avvicinare di molto Ticino e Lombardia alla Svizzera centrale e incrementò le possibilità di smercio per i prodotti agricoli, specialmente del bestiame. Intorno al 15° secolo l’accresciuta importanza economica del San Gottardo risvegliò non solo gli appetiti delle grandi potenze europee, ma anche l’interesse del piccolo paese di Uri che, con mezzi politici e militari, già nel 1419 riuscì ad assicu- 15 rarsi il controllo del tratto strategico fino a Bellinzona, sviluppando poi gradatamente la someggiatura. Nell’Ottocento la strada del San Gottardo, carreggiabile solo a tratti, non era più confacente alle esigenze del tempo. Dopo la costruzione di due buone strade per carri negli anni 1818–1823 sui passi grigionesi del San Bernardino e dello Splügen il traffico del San Gottardo diminuì sensibilmente. I cantoni situati su quella direttrice furono perciò costretti a reagire e nel 1830 realizzarono una moderna strada carreggiabile tra Flüelen e Bellinzona. Nel 1832 circolava settimanalmente sul passo una diligenza postale, tre nel 1834. Ma Flüelen era ancora raggiungibile da nord solo per via d’acqua e il trasporto da Lucerna – nella lenta navigazione a vela e a remi esposta all’incostanza del tempo – rallentava il viaggio. Nel 1837, quando furono introdotti sul lago i più veloci battelli a vapore, il transito di passeggeri e merci aumentò notevolmente. Nel 1842 fu inaugurato un collegamento di diligenza postale giornaliero tra Lucerna e Como; il viaggio richiedeva 31 ore. Quando nel 1865 venne realizzata l’Axenstrasse tra Brunnen e Flüelen anche da nord le carrozze potevano accedere per strada al San Gottardo e il traffico ebbe un nuovo incremento. Si valuta che attorno al 1870 circa 70 000 passeggeri e 10/20 000 tonnellate di merci transitassero per il valico ogni anno. Un tempo una necessità, ora un piacere: traversata in battello a vapore del Lago dei Quattro Cantoni Il gioco di luci del sole pomeridiano a Flüelen, sul Lago dei Quattro Cantoni La cappella Jagdmatt a Erstfeld, un gioiello barocco nella valle della Reuss Presso Intschi, la ViaGottardo si snoda stretta, ma in buono stato, tra i pascoli. Un riferimento di spicco nella valle della Reuss: la parrocchia di St. Gallus a Wassen La «Zeichnet Stei» vicino Wassen con incisioni risalenti al XVII secolo. Viaggio nel tempo sul Lago dei Quattro Cantoni In una bella giornata estiva sull’imbarcadero di Lucerna tocchiamo con mano la realtà del turismo globalizzato: gente proveniente da tutto il mondo che prende d’assalto i battelli per ammirare il meraviglioso paesaggio del «Lake of Lucerne». Già nel medioevo qui regnava un’intensa agitazione, non di turisti ma di commercianti e addetti portuali che trasferivano le merci dai carri alle barche per il trasporto via lago. La città di Lucerna deve in gran parte il suo sviluppo a quella posizione particolare, tra terra e acqua, nel traffico mercantile. Nel tardo medioevo ciò richiese la predisposizione di punti d’attracco, un deposito per le merci e locande che poi, nel corso dei secoli, furono gradualmente ingranditi e migliorati. Dopo la costruzione dell’Axenstrasse, e soprattutto con l’apertura della Ferrovia del Gottardo nel 1882, Lucerna perse in parte la sua funzione centrale nel traffico del San Gottardo, ma il nascente turismo continuò a garantirle un’invidiabile condizione economica. Quali escursionisti sulla ViaGottardo ci lasciamo trasportare dal battello sul Lago dei Quattro Cantoni, come una volta i viaggiatori per l’Italia, fino a Flüelen. Oggi è un comodo viaggio di un paio d’ore dentro lo spettacolare scenario del paesaggio, ma prima dei battelli a vapore era un periplo pieno d’imprevisti, la cui durata dipendeva dalle condizioni del vento; quando si scatenavano i temporali o le tempeste di favonio, poteva trasformarsi in una tragica avventura. Non sempre un viaggio con tempo burrascoso terminava felicemente come quello di Guglielmo Tell, l’eroe nazionale svizzero che secondo la leggenda sul lago in tempesta riuscì a sfuggire ai suoi persecutori con uno spettacolare balzo dalla barca alle rocce. Chi dopo diverse ore di viaggio, che a volte dovevano sembrare eterne, sbarcava finalmente a Flüelen di solito era contento di ritrovarsi la terra sotto i piedi. La valle della Reuss – Non solo la chiesa di Wassen A Flüelen la valle della Reuss è ancora piatta, ma tutt’intorno si innalzano già impervie montagne e la salita verso il valico comincia subito, appena superato l’ampio delta del fiume. Per i viaggiatori che oggi transitano in auto o in treno verso sud, la valle della Reuss non sembra più un ostacolo. Il paesaggio selvaggio scorre via come in volo, di solito attira l’attenzione solo durante le lunghe attese nelle code autostradali. Grazie alle gallerie elicoidali chi viaggia in treno può comunque ancora ammirare, sotto prospettive diverse, la chiesa di Wassen che troneggia sopra una collina. Ma chi vuol conoscere la valle in tutta la sua ricchezza culturale e storica deve percorrerla a piedi. Sarà sorpreso di ciò che offre questo piccolo territorio dove Reuss, autostrada, ferrovia e strada cantonale si contendono lo scarso spazio disponibile. S’imbatterà continuamente nelle testimonianze storiche di questa vallata alpina: imponenti e solide torri medievali si sono conservate a Altdorf, Attinghausen, Silenen e Amsteg. Qui risiedevano gli amministratori dei beni signorili, i cosiddetti maior. Anche il rudere di «Zwing Uri» presso Amsteg risale allo stesso periodo e la leggenda della 18 ViaGottardo Le corporazioni di Uri e Ursern: più antiche della Confederazione Le corporazioni di Uri e Ursern vengono continuamente descritte come «stato nello stato» e, in un certo senso, lo sono davvero: le due corporazioni secolari possiedono ciascuna il proprio governo democraticamente eletto e un vasto territorio. Tra le varie attività che svolgono a vantaggio delle collettività, ora si annovera anche la gestione degli impianti di energia eolica. Le corporazioni sono sorte nel tardo medioevo dalle comunità lungo il fiume Reuss. Il loro compito principale è l’amministrazione del grande territorio comprendente, oltre alle immense superfici alpine (rupi, morene e ghiacciai), anche tutti gli alpeggi e i boschi appartenenti alle corporazioni, racchiudendo dunque preziose risorse per l’agricoltura e il turismo. Impianto di energia eolica sul Gütsch sopra Andermatt (proprietà della Elektrizitätswerk Ursern, Andermatt) «Nid der Schöllenen» (sotto la Schöllenen): la corporazione di Uri La proprietà della corporazione di Uri si trova nell’area cantonale «nid der Schöllenen», ossia nei 17 comuni tra Seelisberg e Göschenen. La corporazione finanzia e promuove le opere pubbliche come i progetti per migliorare gli alpeggi e i terreni, le strade e i sentieri, le funivie, l’approvvigionamento idrico e l’elettrificazione. Essa svolge molti altri compiti a favore della comunità: mette a disposizione degli escursionisti alpini il suo territorio, sostiene le iniziative culturali nella regione, eroga borse di studio ed ha partecipato con un grande contributo alla costruzione della struttura regionale di cura e residenza per anziani di Rosenberg ad Altdorf. «Ob der Schöllenen» (sopra la Schöllenen): la corporazione di Ursern Il territorio della corporazione di Ursern si estende ad alta quota sui comuni di Andermatt, Hospental e Realp. Anche qui l’attività si concentra sulla cura e lo sfruttamento dell’area alpina e dei suoi paesaggi naturali. La corporazione è proprietaria della centrale elettrica di Ursern e fornisce alla valle l’energia elettrica. Oltre alla promozione culturale generale, si assume la maggior parte dei costi del Museo della Valle di Ursern e cura l’archivio della valle nel municipio di Andermatt, che raccoglie documenti risalenti a oltre 700 anni fa. Inoltre, la corporazione di Ursern sostiene i comuni e il Canton Uri assumendosi molte altre mansioni a favore della comunità. Energia eolica sul Gütsch La tutela delle risorse naturali e l’impiego di energie rinnovabili sono i principali interessi di entrambe le corporazioni, che ora progettano insieme l’ampliamento della centrale eolica esistente sul Gütsch, al di sopra di Andermatt. Le nuove turbine eoliche dovrebbero entrare in funzione nel 2010, fornendo dunque un’ulteriore prova dell’impegno reale assunto dalle corporazioni verso l’ecologia, l’economia e la società. Corporazione di Uri Gotthardstrasse 3 CH-6460 Altdorf Tel. +41 (0)41 874 70 90 Fax +41 (0)41 874 70 99 [email protected] www.korporation.ch Corporazione di Ursern Talkanzlei Gotthardstrasse 74 CH-6490 Andermatt Tel. +41 (0)41 887 15 39 Fax +41 (0)41 888 77 78 [email protected] Il paesaggio del Ponte del Diavolo nella Schöllenen: sotto l'attuale ponte del 1958 scorre la vecchia strada cantonale con il ponte del 1830. Sullo sfondo si intravede il viadotto ad archi della Matterhorn Gotthard Bahn del 1917. fondazione della Confederazione lo ha elevato a monumento dell’impavida rivolta degli Urani contro l’arbitrio del dominio asburgico; in realtà fu residenza di nobili locali. SilenenDörfli costituiva una base importante nel traffico del San Gottardo: la torre del maior, un oratorio, una sosta (deposito per le mercanzie) e una forgia raccontano la storia dei somieri del San Gottardo che durante i secoli hanno garantito i trasporti nel traffico transalpino. Nella valle della Reuss s’incontrano ovunque chiese, oratori e cappelle. Tra i più interessanti edifici sacri si distinguono l’oratorio barocco di Jagdmatt a Erstfeld, l’oratorio del Salvatore a Silenen-Dörfli, quello di Sant’Eligio a Vorder Ried, dedicato ai somieri e ai fabbri, e naturalmente la chiesa di Wassen, impressionante anche per chi si muove a piedi. Opera diabolica e gola profonda Prima di entrare nella gola della Schöllenen, il vero punto chiave sulla rampa nord del passo, il villaggio di Göschenen offre un’ultima possibilità di sosta e pernottamento in valle. Qui ferrovia e autostrada, che per 150 anni hanno segnato in modi diversi la vita del villaggio, scompaiono nella montagna. Quando verso il 1880 venne realizzata la galleria ferroviaria del Gottardo la popolazione di Göschenen aumentò temporaneamente da 400 a quasi 3000 abitanti e con la messa in esercizio della ferrovia il villaggio beneficiò della sua posizione privilegiata nell’ambito per i trasporti: chi voleva andare ai passi del San Gottardo, dell’Oberalp o del Furka qui doveva salire in carrozza o, a partire dal 1917, sulla ferrovia a cremagliera che attraverso la Schöllenen porta ad Andermatt. Poi col passar del tempo si fermavano sempre meno treni nella vasta stazione di Göschenen e dal 1982 anche gli automobilisti evitavano il villaggio, liberando la sua strada principale dal traffico di transito. Da alcuni anni Göschenen è però rinata a nuova vita e la zona circostante si sta affermando come «modello di regione alpina» nel turismo sostenibile nel rispetto della natura. Solo l’attraversamento della gola della Schöllenen, situata a sud di Göschenen, consentì nel tardo medioevo al San Gottardo di diventare una rinomata via di transito. Dopo esser saliti lungo i tornanti e le gallerie antivalanghe della strada, nella strettoia della gola non si è certo sorpresi dalla leggenda secondo cui il Diavolo ci abbia messo del suo per costruire il primo ponte sulla spumeggiante Reuss. In contropartita chiese l’anima del primo essere vivente che avrebbe attraversato il ponte. Ma gli astuti Urani, si dice, lo avrebbero imbrogliato facendo attraversare il ponte a un caprone invece che ad un essere umano. Sarà anche vero, ma gli uomini hanno pur saputo costruire ponti nella Schöllenen; con i resti di una spalla di quello della mulattiera del 1595 e i due costruiti per la strada cantonale nel 1830 e nel 1954 si possono ancora vedere tre generazioni successive del ponte del Diavolo. Ma nonostante quel ponte, 20 ViaGottardo 21 Publireportage La terra delle funivie Fluttuare ad alta quota: nel Canton Uri si può! 39 funivie portano i turisti e gli abitanti locali sulla cima delle montagne. In altre parole: nel Canton Uri ci sono circa 54,6 km di funivie che permettono di superare complessivamente 22900 metri di altitudine, trasportando circa 3300 persone all’ora. L’emozione è forte quando la ferrovia parte piano e comincia prendere quota. La quotidianità resta là sotto, lassù ci aspetta il diletto. Ogni funivia è il punto di partenza per svariate attività ed esperienze. Per le famiglie con bambini, il viaggio in funivia rappresenta spesso la massima attrazione dell’escursione. Per gli sciatori e gli snowboarder, la funivia è il mezzo per raggiungere lo scopo. Per chi cerca il relax, la funivia è il primo passo per raggiungere un mondo di quiete. Il Canton Uri offre una grande varietà di funivie. Lasciatevi ispirare e affascinare dall’idea «Esperienza delle funivie urane». Siamo lieti di avervi nostri ospiti nel Canton Uri e di darvi il benvenuto presso i nostri impianti. Ogni funivia ha le sue particolarità, scopritele tutte! Buon viaggio! Tutte le funivie urane con le relative proposte di escursioni, sono comprese in una guida delle funivie che può essere ordinata ai seguenti indirizzi: Urner Seilbahnverband (Associazione funivie Urane) Klausenstrasse 2, CH-6460 Altdorf Telefono G +41 (0)41 870 23 08 Telefono P +41 (0)41 870 27 89 [email protected] www.seilbahnen-uri.ch Tourist Info Uri (Informazioni turistiche Uri) Tellspielhaus, Schützengasse 11 CH-6460 Altdorf [email protected], www.uri.info I numeri sulla carta corrispondono a: 01 Altdorf (Flüelen)–Eggberge 02 Andermatt–Gotthard Oberalp Arena 03 Attinghausen–Brüsti 04 Bürglen, Brügg–Eierschwand-Ruogig 05 Bürglen, Biel–Kinzig 06 Bürglen, Witterschwanden–Kessel 07 Engelberg, LSB Stäfeli–Äbnetalp 08 Erstfeld–Schwandiberg 09 Erstfeld, Hofstetten–Wilerli 10 Erstfeld, Ripshusen–Zieriberg/Bocki 11 Flüelen–Oberaxen 12 Flüelen, Kohlplatz–Giebel 13 Amsteg, Amsteg–Arnisee 14 Gurtnellen, Intschi–Arnisee 15 Isenthal, Chlital–Gietisfluh 16 Isenthal, Chlital–Musenalp 17 Isenthal, Grosstal–Horlachen 18 Isenthal, St.Jakob–Gitschenen 19 Isenthal, Vordere Bärchi–Obere Bärchi 20 Isenthal, Wissig–Furggelen 21 Schattdorf–Haldi 22 Seedorf, Bolzbach–Bodmi 23 Seedorf, Turmmatt–Gitschenberg 24 Seelisberg, Brunni–Weid 25 Silenen, Bristen–Golzern 26 Seelisberg, Treib–Seelisbergbahn 27 Silenen, Bristen–Waldiberg 28 Silenen, Chilcherberge 29 Silenen, Steinmatt–Breitlaui 30 Sisikon, Tellsplatte–Unteraxen 31 Sisikon, Chäppeliberg–Spilau 32 Sisikon, Twärrüti–Buggialp 33 Spiringen, Chipfen–Tristel 34 Spiringen, Ratzi 35 Spiringen, Urnerboden–Fisetengrat 36 Spiringen, Witterschwanden–Eggenbergli 37 Unterschächen, Äsch–Oberalp 38 Unterschächen, Brunnital–Sittlisalp 39 Unterschächen, Ribi–Wannelen Barocco profano e sacro a Hospental: l'Hotel St. Gotthard costruito nel 1723 presso il vecchio ponte sul Gotthardreuss (sinistra) e la quasi coeva cappella di St. Karl alla diramazione del percorso San Gottardo-Furka la Schöllenen non era ancora definitivamente domata. Solo la «buca d’Uri» – forata nel 1708 come prima galleria alpina che permise di eliminare la temeraria «passerella gocciolante» – aprì un sicuro accesso all’ampio altipiano di Orsera. Andermatt, il primo villaggio che incontriamo e capitale della valle, è stato segnato per decenni dalla presenza dell’esercito ed è ora è sul punto di affrontare importanti cambiamenti: un vasto impianto turistico occuperà quanto prima buona parte della piana d’Orsera per attirare villeggianti da ogni angolo del mondo. Per il momento, prima di arrivare al grazioso villaggio dove il museo locale e gli interessanti edifici storici invitano a una sosta, passiamo ancora davanti a grandi edifici militari. «All’eterna Roma» Già da Andermatt si scorge la medievale torre longobarda che sovrasta Hospental e indica la via verso il San Gottardo. A Ospitale oltre alla torre permangono diversi edifici più recenti legati al traffico del passo. Il più appariscente è lo storico Albergo «St. Gotthard». La costruzione barocca sorge all’entrata del villaggio, sulla sponda della Reuss del Gottardo il cui profondo solco venne superato dall’antico ponte della mulattiera e da quello ottocentesco della prima strada cantonale. Un’altro sfarzoso edificio barocco segna l’entrata superiore del villaggio, l’oratorio di San Carlo del 1718. Come indica l’iscrizione sulla parete del portico segna un bivio simbolico: «Qui la strada si divide, dove vai amico? Vuoi scendere all’eterna Roma, o verso Colonia la Santa sul Reno tedesco, oppure a occidente nel paese dei Franchi?» Fino a Roma c’è ancora molta strada da fare, ma seguiamo quella via. Sulla serpentina della vecchia strada cantonale e poi seguendo la restaurata mulattiera, la ViaGottardo ci porta alla sommità del passo. Qui, nel luogo geografico più elevato dell’itinerario, le impressioni si accavallano: un groviglio di strade quasi d’agglomerato urbano segna il selvaggio paesaggio di montagna, sugli ampi parcheggi regna grande movimento, bancarelle di souvenir e di cibarie soddisfano i bisogni dei numerosi automobilisti e motociclisti, che dopo aver divorato la strada storica si concedono una breve pausa. Come pedoni ci sentiamo un po’ a disagio in questa massa di umanità motorizzata, ma abbiamo pur sempre la soddisfazione di aver superato ogni metro di salita con i nostri soli mezzi e sentiamo quella pace e tranquillità che forse provavano già i somieri quando giungevano al valico con le loro bestie da soma. Allora qui il silenzio era ancora sovrano ma il traffico aveva già la sua infrastruttura: un ospizio è attestato dal 14° secolo, gestito dai frati Cappuccini dal 1685, fino a quando non fu sostituito dalla Vecchia Sosta del 1838, una locanda con dogana. La maggior parte degli edifici storici si mantiene ancora, oggi con altre funzioni; recentemente il vecchio ospizio è stato restituito al suo antico uso. Dagli anni Sessanta, una nuova curva permette di «scavalcare» i tornanti della vecchia strada del San Gottardo sopra Hospental. ViaGottardo 25 Nella Cappella dei Morti al passo del San Gottardo venivano allestite le bare delle persone che perdevano la vita qui e di cui si ignorava il culto. Quando il viavai sul valico comincia a infastidirci tiriamo avanti verso sud. Davanti alla piccola cappella dei morti, dove un tempo venivano deposti i defunti di religione sconosciuta, abbandoniamo il pianoro del San Gottardo lungo un tratto selciato di mulattiera e, passato il basso arco del ponte di Cima, raggiungiamo la parte superiore della strada della Tremola costruita nel 1830. Su un tratto di un chilometro in linea d’aria, supera con 24 tornanti un dislivello di 340 metri ed è uno dei più imponenti monumenti stradali della Svizzera. Un sentiero permette di tagliare i tornanti conducendo in linea diretta a Motto di dentro, all’uscita della valle della Tremola. Qui sorgono le prime impressionanti fortificazioni sul fianco sud del San Gottardo, che si prolungano fino a Fondo del Bosco appena sopra Airolo. Furono realizzate progressivamente a partire dal 1880 circa e assunsero un ruolo centrale durante la seconda guerra mondiale, quando il Ridotto nazionale diventò il fulcro del dispositivo difensivo della Svizzera. Il museo di Forte Airolo – la prima opera costruita, che fino alla prima guerra mondiale fu una delle più moderne fortificazioni europee – consente di gettare uno sguardo nella storia degli impianti. Da qui non rimane molta strada da fare per arrivare ad Airolo e allo snello campanile romanico della chiesa dei Santi Nazario e Celso che risale all’XI secolo; la tappa di montagna del San Gottardo è terminata, abbiamo raggiunto il fondovalle della Leventina. La vecchia sosta, costruita tra il 1834 e il 1837 fungeva da albergo per i viaggiatori abbienti, deposito di merci, stazione doganale e rimessa. Presso «Mätteli», sulla salita verso il Passo del San Gottardo, è stato accuratamente restaurato un tratto della mulattiera del San Gottardo. La famosa strada che attraversa la Valle Tremola fu aperta nel 1830. Con 24 tornanti copre un dislivello di 340 metri. Il Ponte di Cima è il ponte più in alto della mulattiera sul lato meridionale del San Gottardo La Leventina e i suoi nodi storici (clm) Forse, pochi tra le migliaia di turisti che attraversano il Gottardo, sorbendosi interminabili ed estenuanti colonne, sanno che, oltre quel tunnel, la valle che percorreranno verso la meta delle loro vacanze si chiama Leventina. E sicuramente pochi sanno che sotto quei viadotti autostradali si dipanano chilometri di sentieri e mulattiere, percorsi per secoli con una ben diversa fatica. Nel tempo non è mutata una cosa che colpiva il vecchio e ora il nuovo viaggiatore: quell’atmosfera mediterranea che da qui s’inizia a respirare. Tutto cambia: il cielo, la natura, le case, gli uomini. Il modo migliore per apprezzare quanto questa terra offre è di gustarla tranquillamente, di rimettersi nei panni degli antichi viandanti ripercorrendo a piedi alcuni dei più interessanti segmenti storici della ViaGottardo. L’esempio più affascinante, cui doverosamente dedichiamo alcune righe, è quello del Monte Piottino: un promontorio dove, caso unico, è ancora perfettamente leggibile l’evoluzione dei tracciati escogitati per superarlo, dall’alto medioevo ai giorni nostri. Il più antico saliva da Rodi a Prato e Cornone, per poi proseguire fino a Pianaselva e discendere a Faido. Scomodo e condizionato da importanti dislivelli fu sostituito, intorno al 1350, da una più pratica mulattiera che da Morasco affrontava direttamente il Monte Piottino: la cosiddetta «strada romana». Nel XVI secolo il Canton Uri costruì un passaggio all’interno della gola che ridusse notevolmente i tempi di percorrenza. La prima strada cantonale, costruita nel 1818 e rimasta in uso fino al 1934, utilizzò questo stesso tracciato. Le tre varianti conservano una sostanza degna di nota: i solidi selciati della «strada romana» e i ruderi del Vecchio Dazio, recente oggetto di lavori di consolidamento e studio che ne hanno rimesso in valore le strutture; la suggestiva strada cantonale che, dopo decenni di abbandono, è stata risanata e resa transitabile grazie ad un impegnativo intervento della Pro Media Leventina; infine il Dazio Grande, costruito dagli urani verso la metà del Cinquecento, intelligentemente restaurato ad opera dell’omonima Fondazione. Punto d’arrivo Faido, oggi un moderno e popoloso villaggio dove, in passato, un ospizio dava ricovero ai viandanti. La chiave della Leventina … Per superare un altro ostacolo morfologico, la Biaschina, poco a sud di Faido, la ViaGottardo saliva di quota per toccare Chironico. Nel suo nucleo, seminascosta dalle case, si trova la chiesa di Sant’Ambrogio, dalle caratteristiche absidi gemelle. All’interno, i dipinti trecenteschi sono opera di Petruspaulus di Menaggio, un Magister Comacinus. All’uscita del villaggio vi è la Torre dei Pedrini, eretta nel XIII secolo. Scendendo ci s’imbatte nella chiesa di San Pellegrino, il cui nome rimanda ai devoti che si recavano a Roma o in Terrasanta. Ancora pochi passi e si entra in Giornico che, per l’importantissimo ruolo strategico svolto nel medioevo, fu definita «chiave della Leventina». Già i Longobardi vi eressero un avanzato sistema difensivo. Le rovine del castello medievale, sul promontorio che domina il villaggio, riportano a quel passato bellicoso. La ferrovia e la strada cantonale che, come una lama di coltello, hanno tagliato in due l’abitato, non hanno cancellato il sapore di antico che si respira tra le case e i vicoli selciati di Giornico. I due ponti in sasso sei- ViaGottardo 29 Il Dazio Vecchio servì da dogana, finché non fu costruita la strada attraverso la gola del Piottino nel 1560. La via passava tra i due edifici e poteva essere chiusa di notte. A Dazio Grande, sopra la gola del Piottino, durante i lavori di restauro degli anni Novanta è stata riportata alla luce l'iscrizione dell'anno di edificazione 1561. centeschi, ancorati al piccolo isolotto attorniato dalle acque del Ticino, collegano tra loro i due nuclei. In quello in sponda sinistra si erge la torre di Atto, il vescovo di Vercelli che nel 948 fece dono delle Tre Valli al Capitolo del Duomo di Milano. In sponda destra Casa Stanga, oggi sede del museo della valle, e la chiesa di Santa Maria del Castello, costruita nel XII secolo. Infine la chiesa di San Nicolao dove muri, capitelli, fregi, bassorilievi e sculture esaltano il rude fascino della pietra: a giusto titolo considerata il più importante monumento romanico del Ticino. …e delle Alpi Tra Giornico e Biasca, cancellata la ViaGottardo dalla cantonale e dalla ferrovia, si prosegue utilizzando un più antico tracciato di mezzacosta. Una bella mulattiera sale a Catto, nei cui pressi si trovano le rovine del misterioso Caslasc: per alcuni una semplice torre di segnalazione, per altri un «Castelliere celtico» e per i più fantasiosi il «Trofeo di Giulio Cesare», conquistatore delle Alpi. Proseguiamo per Faidal, con il ponte in sasso sul Riale di Nedro e discendiamo a Personico. Costeggiato il Ticino entriamo a Biasca, sorta al bivio delle strade del Lucomagno e del Gottardo: abitato, menzionato già nel 1119 e distrutto da una catastrofica inondazione nel 1513. Dei due tracciati che da Biasca si dirigevano a sud, sugli opposti versanti della Riviera, non resta che qualche scarno relitto e l’attuale percorso escursionistico segue gli argini del Ticino. Per movimentare la monotonia della passeggiata e per proporre all’escursionista un bel paesaggio ed interessanti esempi di edilizia rurale, si Dagli anni Trenta, una galleria permette di superare la vecchia strada cantonale nella gola del Piottino, rinnovata completamente alcuni anni fa. 30 ViaGottardo 31 Publireportage Museo Svizzero dei Traspor ti – Aper to a chi ama scoprire cose nuove Escursioni con «Rover». Tutto ciò che si muove! Verkehrshaus, il Museo svizzero dei trasporti, mostra lo sviluppo dei trasporti su strada, ferrovia, vie d’acqua, ma anche nei cieli e nello spazio. Venite a scoprire in modo interessante e vario il passato, il presente e il futuro della mobilità. Questi costituiscono i temi centrali proposti dal Museo dei Trasporti. Attrazioni uniche per la Svizzera come il Cineteatro IMAX, il Planetario, la SWISSARENA e lo Show della galleria del Gottardo, ma anche il Museo d’arte Hans Erni e molte altre proposte fanno di ogni visita uno straordinario evento ricco di contenuti e di novità. Il Museo Svizzero dei Trasporti è un piacevolissimo e avventuroso luogo di scoperte – tra originali testimonianze d’epoca della storia dei trasporti! Inaugurato il 1° luglio 1959, il Museo Svizzero dei Trasporti, che accoglie attualmente circa 800000 visitatori all’anno, può definirsi con legittimo orgoglio il museo svizzero più frequentato. Percorsi culturali della Svizzera nella SWISSARENA SWISSARENA è l’unico luogo al mondo che offre agli abitanti e ai visitatori di un Paese una fotografia aerea di tutto il territorio in scala 1:20000, riprodotta su un’area di 250 m² e completamente percorribile. Con diversi mezzi ausiliari didattici, i visitatori già in età Mulattiera lungo la ViaGottardo scolastica sono stimolati a discutere in modo approfondito sulle particolarità della fotografia aerea e dello spazio vitale Svizzera. La SWISSARENA, una proposta importante del Museo dei Trasporti, viene costantemente adeguata ai cambiamenti che man mano intervengono. Nella SWISSARENA vengono ora tematizzati anche i percorsi culturali della Svizzera. In collaborazione con ViaStoria e SwissConcept è stato sviluppato un sistema d’informazioni elettronico interattivo. Con il «Rover», una speciale apparecchiatura appositamente studiata e realizzata per questo scopo, nella SWISSARENA per il momento possono essere esplorati, in modo ludico e divertente, tre percorsi culturali della Svizzera: ViaCook, ViaJacobi e ViaGottardo. Il sistema – con riferimenti estremamente precisi sulla fotografia aerea – offre informazioni molto esaurienti su paesaggi, immagini di località, eventi storici e proposte culturali e turistiche che man mano s’incontrano lungo i vari percorsi. Da non perdere anche le esposizioni tematiche affini nel Verkehrshaus. Nuova moneta speciale «Museo svizzero dei trasporti» Nel 2009 la zecca federale Swissmint dedica al cinquantennale del Museo svizzero dei trasporti una moneta d’argento, disegnata dall’artista di Lucerna Werner Meier. L’artista ha rappresentato lo sviluppo tecnico della mobilità e dei trasporti, ordinando in una «Spirale di Archimede» otto mezzi di trasporto più comuni. La moneta dell’anniversario ha un valore di 20 franchi svizzeri ed è in vendita presso i negozi di numismatica, le banche, su www.swissmint.ch e presso lo shop del Museo svizzero dei trasporti. Museo Svizzero dei Trasporti Lidostrasse 5, CH-6006 Lucerna www.verkehrshaus.ch [email protected] Centrale – Informazioni generali 041 370 44 44, Infoline 0848 85 20 20 Orari d’apertura: Estate ore 10–18 Inverno ore 10–17 Aperto 365 giorni all’anno! L'origine dei muri di Caslasc presso Chironico ha dato adito a varie supposizioni. Roland David presidente dell’Associazione Pro Media Leventina (clm) Ingegnere forestale di formazione, Roland David ha alle sue spalle una pluriennale attività dedicata alla valorizzazione del territorio, sia in ambito professionale che politico. In seguito ad un lascito privato destinato alla salvaguardia di monumenti storici e culturali della Media Leventina, negli anni 1990 nasce l’Associazione Pro Media Leventina, della quale Roland David è l’attuale presidente. Il primo intervento è stato la realizzazione del sentiero tra Catto e Somprèi e ora si stanno sviluppando iniziative di carattere locale come la valorizzazione della Torre dei Petrini di Chironico e un sentiero didattico nell’antica zona industriale di Faido. Ma, sicuramente, il progetto di maggior impatto sul territorio realizzato dalla Pro Media Leventina è stato il restauro dell’ottocentesca strada cantonale nella Gola del Piottino, che versava in uno stato di completo abbandono dal 1934. Un grosso impegno che ha ridato vita non solo ad uno splendido e suggestivo manufatto ma anche, grazie al complementare restauro dell’edificio del Dazio Grande, ad un angolo di valle che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del Ticino. Con la consapevolezza che, se rimasto fine a se stesso, il progetto non avrebbe avuto grandi sbocchi e per dare alla regione una maggiore visibilità, non solo a livello cantonale, la Pro Media Leventina è divenuta partner di ViaStoria ed ha assunto il ruolo di capofila per la realizzazione dell’itinerario culturale ViaGottardo. Nel 2008 Roland David è stato nominato capo della Sezione Forestale Cantonale e per lui è iniziata una nuova ed impegnativa sfida. ViaGottardo 33 San Nicolao a Giornico è ritenuta la chiesa romanica più importante del Ticino. Al di sotto del coro affrescato si trova una cripta. La chiesa di Santa Maria del Castello domina il paese di Giornico su un antico colle fortificato. Un dettaglio della chiesa di San Nicolao a Giornico: il santo locale, San Luguzzone, con una forma di formaggio ViaGottardo: un angolo pittoresco a Claro, alle porte di Bellinzona, con vista sul monastero di Santa Maria propone un’alternativa alta che passa per i monti di Citt e Pai. A Lodrino si segue nuovamente l’argine del Ticino, fino a Bellinzona, calamitati dal promontorio su cui si eleva l’imponente mole del Castel Grande. Bellinzona, sin dalla preistoria, fu un nodo fondamentale per il controllo dei transiti attraverso le Alpi. La lapidaria frase di Simone Orello «Le vie verso la Francia e la Germania oggi sono aperte a noi e chiuse ai nostri nemici», pronunciata nel 1242 dopo la conquista del borgo, sottratto da Milano alla nemica Como, ne stigmatizza il ruolo. L’articolato apparato difensivo, riconosciuto nel 2000 Patrimonio mondiale UNESCO, è il monumentale testimone di molti secoli bellicosi. Il Castel Grande ebbe uno sviluppo graduale. Nel vasto e vuoto spiazzo interno, delimitato dalle mura, un ViaGottardo Ticino. Pietre preziose. unesco.ticino.ch Vista dal Castel Grande sui tetti di Bellinzona fino agli altri due castelli tempo sorgevano abitazioni, oratori, depositi che conferivano alla fortezza l’aspetto di una cittadella. Verso la fine del XIII secolo, a est di Bellinzona fu edificato un secondo castello, quello di Montebello. Per completare il sistema difensivo, nel 1479 si costruì il castello di Sasso Corbaro. Ma Bellinzona offre molto altro: la chiesa Collegiata, costruita tra il 1517 e il 1764; la chiesa di Santa Maria delle Grazie, con uno dei più significativi cicli di affreschi rinascimentali del Ticino; e ancora quella di San Biagio di Ravecchia, con affreschi risalenti al XIV e XV secolo. Verso la Capriasca Da Cadenazzo, il traffico verso sud seguiva due direttrici: la prima raggiungeva il porto di Magadino, sul Lago Maggiore, dove le merci venivano imbarcate per giungere nel cuore di Milano grazie ad un efficiente sistema di canali; la seconda prendeva la via del Monte Ceneri, per Lugano o Ponte Tresa. Di quei collegamenti non resta pressoché traccia, motivo per cui si utilizzano i sentieri che da Camorino salgono ai Monti del Tiglio o alla Cima di dentro: spartiacque tra Sopra e Sottoceneri. Scendendo a Isone si abbandona definitivamente il panorama alpino e i rilievi si addolciscono. Oltre Gola di Lago si apre la Capriasca con Tesserete. Terra antica la Capriasca, già stazione longobarda e nel medioevo protetta da una cinta fortificata. Ruotando lo sguardo si è colpiti dagli svettanti campanili, quasi missili pronti al decollo: quello di Santo Stefano di Tesserete, di Sant’Antonio Abate di Sala, della singolare chiesa di Vaglio. Più lontano quello di Sant’Ambrogio di Ponte, famoso per l’affresco che riproduce l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Il bosco sopra Sala nasconde il convento di Santa Maria del Bigorio, fondato nel 1535. Divenuta comune unico nel 2001, la Capriasca è una regione stupenda, tutta da scoprire: un polmone verde a pochi passi dalla congestionata Lugano. www.bellinzonaunesco.ch www.montesangiorgio.ch 35 Lo sbarramento di Bellinzona sulla collina del castello Montebello Sulle rive del Ceresio E Lugano, appunto, è la meta successiva. Ci si arriva dall’alto, attraversando il bosco del Sasso Scuro, a sud di Tesserete. Il sentiero lambisce la medievale torre di Redde, che si erge solitaria tra i resti di un abitato abbandonato forse a causa di una pestilenza. Dalla chiesetta di San Bernardo, magnifico punto panoramico, si scende a Lugano per Comano, Porza, Savosa e Massagno. Della «Lugano bella», la perla del Ceresio cantata dagli esuli anarchici alla fine dell’Ottocento, resta poco: scomparsi i vecchi quartieri solcati da strette viuzze, la riva dove ormeggiavano disordinatamente frotte di barche, la dogana con i suoi magazzini e il molo, dove si imbarcavano le merci che proseguivano per Capolago. Oggi Lugano è una moderna città, trasformata e in continua espansione; le sue rive sono ora occupate da una strada molto trafficata, numerosi edifici di valore sono scomparsi, vittime della nuova edilizia e il nucleo storico, dove si raccolgono i monumenti di maggior rilievo, è ridotto al triangolo Via Nassa, che deve il nome agli attrezzi che i pescatori sospendevano sotto i suoi portici, via Cattedrale e Piazza della Riforma. Attraverso l’Arbòstora Si abbandona ora il traffico urbano per immergersi nel silenzioso promontorio dell’Arbòstora: una vera delizia per l’escursionista. Dopo aver costeggiato il lago fino a Paradiso, si guadagna il panoramico Monte San Salvatore. Sulla vetta, oltre ad una chiesetta abitata un tempo da eremiti, trova posto un piccolo museo che raccoglie minerali e fossili della zona. Sul San Salvatore venne installato, nel 1859, il primo parafulmine. La discesa tocca il gruppo di case di Ciona e quindi Carona, uno dei più caratteristici villaggi del Ticino. Sui suoi vicoli selciati si affacciano edifici decorati con affreschi, graffiti e stucchi, opera dei numerosi artisti itineranti che qui ebbero i natali: i Solari, i Casella, gli Aprile, i Petrini. Attraversato il bosco, si entra nei prati dell’Alpe 36 Il Centro nazionale d’informazione per la co nservazione dei beni cultu rali NIKE si presenta Publireportage Le giornate europee del patrimonio GEP L’obiettivo delle Giornate europee del patrimonio è risvegliare l’interesse del vasto pubblico per i nostri beni culturali e la loro conservazione. Il secondo fine settimana di settembre in oltre 200 località dell’intera Svizzera vengono organizzate visite guidate in laboratori e cantieri, escursioni e molte altre attività destinate a tutti gli interessati. Durante le Giornate europee del patrimonio, le visite vengono organizzate dagli uffici federali, cantonali e cittadini responsabili della tutela dei monumenti e dell’archeologia. © Yves Eigenmann Il Centro nazionale d’informazione per la conservazione dei beni culturali NIKE, è stato fondato nel 1988 come piattaforma informativa nel settore della conservazione del patrimonio culturale svizzero. Si tratta di un’istituzione senza scopo di lucro che raggruppa 32 organizzazioni costituenti. L’attività del Centro NIKE si fonda sulla sensibilizzazione, il coordinamento e il lavoro politico. Il suo compito principale è lo scambio interdisciplinare di conoscenze specialistiche e la diffusione delle informazioni al pubblico. Il Centro NIKE è responsabile per il coordinamento nazionale degli eventi, per i rapporti con i media e il pubblico e per la pubblicazione del programma, sotto forma di opuscolo o su Internet. Dalla prima edizione svizzera, nel 1994, le Giornate europee del patrimonio costituiscono la principale manifestazione nel settore della sensibilizzazione verso la conservazione dei beni culturali, e ogni anno richiamano più di 70000 persone. Le Giornate europee del patrimonio GEP rappresentano un impegno culturale del Consiglio d’Europa, che si occupa del lancio ufficiale. L’iniziativa è sostenuta dall’Unione Europea e si svolge in 49 stati europei. Il Bollettino NIKE Il Bollettino NIKE, di cui vengono pubblicati cinque o sei numeri l’anno, è una rivista specializzata sui molteplici aspetti della conservazione dei beni culturali; essa assicura lo scambio di conoscenze specialistiche, ma si rivolge anche ad un pubblico di interessati non specializzati. 6/2008 NIKE 3/2 006 NIKE Service Oberflächenn Surfaces Vicoli pittoreschi nella Capriasca Vista sulla baia di Lugano dai piedi del San Salvatore © Jeanmaire & Michel, www.agentur.ch Gli articoli dettagliati e di attualità, tratti dalla ricerca e dalla politica culturale, fanno del Bollettino NIKE un mezzo d’informazione molto ricco destinato a tutti coloro che operano nel settore della conservazione dei beni culturali o che si interessano semplicemente a tale argomento. © Babina Chaillot Calame Centro nazionale d’informazione per la conservazione dei beni culturali NIKE Kohlenweg 12, casella postale 111 CH-3097 Liebefeld Tel. +41 (0)31 336 71 11 Fax +41 (0)31 333 20 60 www.nike-kultur.ch Da Carona in direzione nord, lo sguardo spazia oltre i grandi comuni attorno a Lugano. ViaGottardo 41 Dal pontile sulla magica sponda di Morcote parte il battello per Brusino Arsizio, solcando le acque del Lago di Lugano. Il Palazzo Pollini a Mendrisio è uno dei più bei palazzi tardobarocchi del Ticino. Vicania, costruita durante la seconda guerra mondiale dai soldati polacchi internati in Svizzera. Il sentiero discende a Morcote, altro pregevole villaggio, con i caratteristici portici allineati sul lungolago. Verso sud: un patrimonio UNESCO e un antico borgo Attraversato il lago, da Brusino Arsizio, inizia la salita per il Monte San Giorgio sulla cui cima, straordinario punto panoramico, si trova un oratorio medievale che ospitò numerosi eremiti. Nel 2003 il Monte San Giorgio è stato iscritto nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO, per via degli eccezionali ritrovamenti paleontologici battezzati con nomi locali: Ceresiosauro, Serpianotiaris, Basaziosaurus, Lariosaurus. Una mulattiera selciata discende a Meride: un antico villaggio che ricorda un angolo di Toscana. Più sotto Tremona, dove recenti scavi archeologici hanno portato alla luce un complesso abitato abbandonato alla metà del XIII secolo. Vecchi selciati portano a Rancate, dall’ampia piazza ai margini della quale si trova la piccola ma rinomata Pinacoteca Züst. Si entra infine nel cuore di Mendrisio, con i suoi stretti vicoli e case antiche che, dietro solidi portoni, nascondono belle corti loggiate, aperte al pubblico solo in occasioni speciali. Gli edifici storici sono distribuiti un po’ ovunque: al margine nord della vecchia strada cantonale che attraversava il borgo, il complesso conventuale di San Giovanni Battista, poi la chiesa premillenaria di Santa Maria, il Palazzo Torriani, il Palazzo Pollini, l’imponente chiesa dei Un vicolo di Morcote con il tipico lastricato 42 Publireportage Dal Monte Generoso nella Valle di Muggio Vista su Muggio Il viaggio ha inizio a Capolago, al sud del Lago di Lugano. Da qui, con la ferrovia a cremagliera si raggiunge in 40 minuti il Monte Generoso. Dalla vetta si gode una vista a 360° sulla regione dei laghi prealpini, la Pianura Padana e la catena alpina. Nella Valle di Muggio si possono ancora vedere alcune nevere, da cui si può riprendere l’AutoPostale e il bus regionale AMSA per tornare a Capolago. Questo percorso è praticabile in una giornata. Monte Generoso: un museo all’aria aperta Negli ultimi anni, Monte Generoso è diventato un vero e proprio centro di osservazione naturalistico, grazie ai numerosi percorsi didattici, alle pubblicazioni divulgative e alla grande varietà della flora e della fauna. Le escursioni guidate alla tana dell’orso o all’osservatorio astronomico permettono ai visitatori di scoprire la grande offerta naturalistica di questi luoghi. Il percorso didattico-naturalistico, ben segnalato, e il sentiero dei pianeti possono essere percorsi autonomamente. Dal Monte Generoso a Muggio Una camminata di poco meno di tre ore porta nella Valle di Muggio, dichiarata museo folcloristico vivente. La Valle di Muggio è una tipica valle prealpina e si distingue per la sua bellezza paesaggistica e la varietà della flora e della fauna. Veduta della regione dei laghi prealpini Le nevere della Valle di Muggio Sull’Alpe Génor e a Muggio si possono ancora vedere le nevere: costruzioni in muratura a secco che penetrano in profondità nel terreno, utilizzate fino alla metà del XX secolo per conservare al fresco il latte e il burro. AutoPostale di Lugano (Via Serafino Balestra 4, 6900 Lugano). Validità dell’offerta combinata Orario estivo: ogni giorno dal 28 marzo al 1 novembre 2009 Orario invernale: dal 2 novembre 2009 al 6 gennaio 2010 – ogni giorno dal 2 al 29 novembre 2009 e dal 25 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 – sabato, domenica e festivi dal 30 novembre al 24 dicembre 2009 La misteriosa Chiesa Rossa presso Castel San Pietro fu inaugurata nel 1345. Prezzi del biglietto combinato* Adulti: CHF 34.00 Adulti AG: CHF 14.50 Adulti metà prezzo: CHF 20.50 Giovani da 6 a 16 anni: CHF 20.50 Giovani da 6 a 16 anni con carta Junior: gratis * Salvo modifiche di prezzo. Santi Cosma e Damiano dalla monumentale scalinata. Più oltre l’ex ospedale, oggi sede dell’Accademia di Architettura; più a nord, isolata tra i prati, la medievale chiesa di San Martino, di fronte alla quale passava anticamente la strada per Riva San Vitale. A sud, in posizione elevata, la chiesa di San Sisinio. Da qui si dominano Mendrisio e le colline circostanti, rivestite da vigneti dalle cui uve si producono vini di pregio. Ora, attraverso Castel S. Pietro e il Parco delle Gole della Breggia, in un paesaggio naturalistico, geologico e culturale di grande pregio, si giunge a Chiasso, cittadella di confine: per il momento tappa finale del nostro lungo viaggio ma con lo sguardo rivolto a sud, verso l’Italia, naturale prosecuzione della ViaGottardo. Punti vendita del biglietto combinato Allo sportello della ferrovia a cremagliera di Capolago, su tutti i mezzi AutoPostale del Mendrisiotto (e su tutte le linee AutoPostale della Valle di Muggio) e presso il punto vendita AutoPostale Svizzera SA Regione Ticino Via Serafino Balestra 4 CH-6900 Lugano Tel. 0900 311 311 (CHF 1.19/min.) [email protected] Bibliografia Massimo Colombo, Giorgio Bellini: Inventario delle vie di comunicazione della Svizzera. Documentazione Cantone Ticino. Berna 2003. Giorgio Bellini: La strada cantonale del San Gottardo. Storia e storie della Tremola dall’Ottocento ai giorni nostri. Prosito 1999. Andres Loepfe, Urs A. Müller, Ruedi Bösch, Arne Hegland: Inventar historischer Verkehrswege der Schweiz. Dokumentation Kanton Uri. Bern 2000. Descrizione del percorso Da Capolago a Monte Generoso (vetta) con la ferrovia a cremagliera: camminata fino a Muggio; da Muggio a Castel S. Pietro con la linea 521 dell’AutoPostale; da Castel S. Pietro a Mendrisio con la linea 513 dell’AutoPostale; da Mendrisio a Capolago (punto di partenza) con la linea 531 dell’AMSA. Per le tratte Capolago–Monte Generoso –Muggio–Capolago è disponibile un biglietto combinato. Ulteriori informazioni sull’escursione e gli orari www.autopostale.ch www.montegeneroso.ch www.mendrisiotourism.ch www.mevm.ch Martino Froelicher, Hans-Ulrich Schiedt: Inventar historischer Verkehrswege der Schweiz. Dokumentation Kanton Luzern. Bern 2000. Hans Peter Nething: Der Gotthard. Eine Pass- und Verkehrsgeschichte. 5. ergänzte Auflage. Ott-Verlag. Thun 1995. Helmut Stalder: Mythos Gotthard. Was der Pass bedeutet. Orell Füssli Verlag. Zürich 2003.