PERIODICO QUADRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ART. 2 COMMA 20/LETT. C. - LEGGE 662/1996 - PADOVA CMP
anno XVIII n° 60
UN’ASSOCIAZIONE PER IMPARARE A VIVERE MEGLIO
CENTRO DI RIABILITAZIONE MALATI NEOPLASTICI - PADOVA
Incorporata nel complesso di Santa Maria del
Carmine, la Scuola fu fondata nel 1212, più volte
ricostruita e terminata su disegno di Lorenzo da
Bologna, all’inizio del secolo 15°, dopo il terribile
crollo del 1491 dal quale si salvarono solo la
facciata ed il pregevole portale ligneo, il più antico
di Padova (1412).
La Scuola del Carmine è un delizioso spazio
sacro ad unica navata del 1377, edificato da
Guglielmo Del Sale e decorato da notevoli affreschi
di pittori padovani cinquecenteschi; danneggiata
nell’ultima guerra, è stata restaurata.
Gli affreschi cinquecenteschi narrano le storie di
Cristo e di Maria e vanno dalla parete a sinistra
dell’altare fino all’ingresso e, da qui, di nuovo
all’altare per la parete di destra.
A Girolamo Tessari, detto “Dal Santo” appartengono
i riquadri con Gioacchino scacciato dal tempio,
la fuga in Egitto, Gesù a Nazareth, Gesù fra i
dottori, la Discesa dello Spirito Santo, Morte
e Assunzione di Maria, oltre alla Madonna
col Bambino collocata sull’altare; di Giulio
Campagnola sono le rappresentazioni della
Natività di Maria, la Presentazione al Tempio
e lo Sposalizio della Vergine; a Domenico
Campagnola, figlio adottivo di Giulio, vanno
attribuite le scene con Gioacchino tra i pastori
e l’Incontro di Gioacchino e Anna; di Stefano
Dall’Arzere sono i quadri sulla parete d’ingresso
CONOSCIAMO IL PATRIMONIO DI PADOVA
SCUOLA DEL
CARMINE
con la Natività di Gesù e l’Epifania.
Se i dipinti di Giulio Campagnola segnano il
passaggio dall’arte quattrocentesca (Mantegna
e Carpaccio) a quella rinascimentale con il
recupero dell’antico, una buona resa prospettica
e la dolcezza del paesaggio, quelli di Domenico
sono animati già da uno spirito nuovo, sviluppato
in prolungati paesaggi stesi in ampie campiture di
colore, in un naturalismo spontaneo e nell’affettività
dei personaggi; tutte caratteristiche derivate
dall’influenza del giovane Tiziano, presente a
Padova nella Scuola del Santo (1511), e del
Romanino che lavorò in Santa Giustina (1513).
Tali influssi si notano anche nei quadri del Tessari,
il quale aggiunge da parte sua delle fisionomie
popolaresche e una certa durezza dei panneggi,
caratteristiche probabilmente derivate dalla
conoscenza del Durer. Per quanto riguarda
Stefano Dall’Arzere, la sua pittura, che in qualche
modo riassume e completa la pittura padovana
del cinquecento, offre spunti di notevole libertà di
impostazione, con aerei cieli che si aprono fra le
colonne, maggiore spontaneità delle positure ed
espressioni più intense nei volti.
La Cappella è abbellita da un soffitto ligneo alla
Veneta e da un elegante loggiato a tre arcate che
sovrasta l’altare finemente intarsiato.
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SCHEDA INFORMATIVA
anno XVIII n° 60
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Pag. 3 :
CONOSCIAMO IL PATRIMONIO DI PADOVA
Pag. 6 :
EDITORIALE
Aggiornamento delle Prestazioni INPS
Movimento fisico e salute
Comunicateci la vostra e-mail!
Pag. 8 :
LETTERE AL DIRETTORE
Pag. 23 :
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
Pag. 12 :
LA PAGINA DELLO PSICOLOGO: Gruppi Balint
Presentazione del libro “Il volo del diavolo” di
Marta Bresciani Alvarez
Pag. 13:
APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
Recensione del corso di formazione per volontari
“Il dialogo con i pazienti oncologici” della dr.ssa
Chiara Vitalone
Conferenze aperte a tuti di psicosomatica
La consulta dei “forti”
Vincere la paura
Sono aperte le iscrizioni per il nuovo gruppo di
auto-aiuto
Convegni organizzati dall’Associazione
Festa della Donna con la Consulta Femminile
Screening osteoporosi in sede col dr. Sartori
Prosegue il servizio di linfodrenaggio
Aggiornamento bendaggio compressivo
Nordic Walking – “Camminiamo per Volontà di
Vivere”
Assemblea dei soci con rinnovo cariche
Maratona S. Antonio a Padova
Le vie della bellezza
Torneo di burraco
SOMMARIO
Sommario
Progetto Martina:
le opinioni delle insegnanti referenti alla salute
Considerazioni e riflessioni da parte di due
tirocinanti
Pag. 29 :
CRONACHE
Maratona Komen 2009 a Bologna
Festa del 30° al San Gaetano
Concerto di natale 2009
Cena di Natale 2009
Pag. 32 :
I NOSTRI SOSTENITORI
Pag. 33 :
AGENDA
Pag. 34 :
PROMEMORIA
Pag. 36 :
ESI
E
S
SIA
A
LA PAGINA DELLA POESIA
Favola musicale
Iniziative per raccolta fondi
Pag. 19 :
INFORMAZIONI UTILI
Dr. Massimo Gion: “Dai biomarcatori enormi
sviluppi per la lotta ai tumori”
Comunicati stampa dalla FAVO
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Per questo Notiziario ho scelto come editoriale
l’articolo scritto dalla nostra amica Tilde perché in
esso è contenuto quanto io stessa sento e cerco
di promuovere in ogni evento che propongo come
Associazione. Grazie Tilde.
EDITORIALE
Caterina Tanzella,
Presidente dell’Associazione
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EVENTO:
CORSO DI FORMAZIONE
SULL’UMANIZZAZIONE
di Tilde Oneto
Il 13 e 14 novembre 2009 era un fine settimana
non ancora gelido. Grazie anche a questo nella
sala Polivalente di via Diego Valeri un bel gruppo
di persone era accorso ad ascoltare le relazioni di
clinici ed esperti in fatto di umanizzazione delle cure
oncologiche.
Tema su cui si è incentrato un corso di due giorni,
organizzato dall’Associazione “Noi e il Cancro
– Volontà di Vivere”, in prima linea fin dalla sua
costituzione, 30 anni fa, e sempre più impegnata
negli ultimi anni nell’impedire che cali l’attenzione su
queste problematiche.
E infatti nell’ultimo anno ben tre eventi, tre corsi di
durata variabile, vi sono stati dedicati.
A quest’ultimo seminario hanno partecipato
essenzialmente infermieri. Una bella notizia: sono
stati una presenza attenta, sollecita, e numerosa.
Una brutta: gli specializzandi e i medici di strutture
pubbliche e private continuano a latitare. Sembra
strano ma non lo è, e così sarà finché si continuerà a
pensare che sia la malattia e non il malato ad essere
al centro delle cure.
Eppure tutti i relatori presenti, in particolare i medici
e gli psicologi operanti presso lo IOV di Padova,
l’Ospedale di Camposampiero, l’Istituto dei
Tumori di Milano, hanno messo sotto gli occhi di
tutti come dimostrino tutt’altro le evidenze a cui sono
arrivati operando sul campo. Anche da trent’anni,
come la dottoressa Vittorina Zagonel, Primario di
Oncologia allo IOV di Padova, resa più sensibile e
partecipe all’adeguamento delle cure alla persona del
malato grazie anche a quanto fatto in questo campo
dal Volontariato.
Anche di recente ad Erice vari specialisti a un convegno
si erano confrontati sul tema dell’umanizzazione, la
cui definizione è incerta, come ormai lo sono molti
valori nella società attuale, e ancor più difficile sembra
la sua misurazione. Ma certe esigenze emergono
senza incertezze: la necessità di accompagnare
il malato durante tutto il suo percorso, fin dall’inizio
e non solo nella fase finale, accordando la scienza
medica alla unicità della persona, senza privarla mai
dei suoi diritti, del suo riconoscimento, e dell’ascolto
dei suoi bisogni. E tuttavia trovare un equilibrio tra la
ricerca e il miglioramento delle terapie da una parte
e l’umanizzazione delle stesse dall’altra non è facile,
e quand’anche lo si trovi, è sempre in un equilibrio
instabile, una competenza “in progress”.
É una difficoltà riscontrata anche nella sua professione
medica dal prof. Adriano Fornasiero, Primario di
Oncologia all’Ospedale di Piove di Sacco.
Casi clinici diversi evidenziano di volta in volta un
ottimo livello di cure cliniche, assieme a una non
adeguata capacità di informazione, oppure buone
cure e doloroso isolamento del paziente, oppure cure
più che soddisfacenti accanto a un pessimo rapporto
di comunicazione... É quasi sempre l’umanizzazione
della pratica clinica ad essere la parte più carente nel
percorso terapeutico. Sono stati già predisposti uffici
incaricati di raccogliere i bisogni negletti e le perplessità
e le insoddisfazioni del paziente, ma più di tanto non
incidono nel reale rapporto medico/paziente. Solo
una costante e continua attività di formazione degli
operatori e una speciale attenzione alla collaborazione
con/tra Associazioni di Volontariato può cambiare,
lentamente, questo rapporto. Lentamente, perchè
i cambiamenti non sono solo di ordine cognitivo,
ma anche e soprattutto di ordine psicologico e
comportamentale, come ha sottolineato la Dottoressa
Malihe Shams, psicologa presso lo IOV di Padova.
Difficile, come persone e come operatori, non
cadere nelle trappole di una comunicazione che può
essere anche inconsapevolmente di volta in volta
passiva, aggressiva, manipolativa, o, più raramente,
assertiva. Senza contare gli aspetti non verbali, non
meno incisivi... Non sarebbe male che gli operatori
potessero “osservarsi” in un momento successivo
per correggere un approccio comunicativo nefasto
e imparare invece una comunicazione costruttiva
ed empatica, e non difensiva, come è spesso ora,
ricordandosi che il malato è sempre in una posizione
di estrema debolezza.
Non deve sembrare strano che sia solo in tempi
recenti che la psicologia si è rivolta al malato
oncologico... Prima degli anni ’50 era considerato
un malato incurabile, ora la malattia oncologica si
sta trasformando in una malattia che si può tenere
sotto controllo, come altre malattie croniche (diabete,
ipertensione). Di qui l’attenzione anche per gli
aspetti psicologici che riguardano le eventuali cause
scatenanti ( stress, profili di personalità). Come ha
ricordato il Dott. Evelino Trevisan, psiconcologo
presso l’Associazione Volontà di Vivere, gli studi
in proposito, cominciati già 70 anni fa nel mondo
anglosassone, non hanno portato a conclusioni
certe, finora almeno. Quello che è possibile vedere
è l’aumento della sopravvivenza dei malati sottoposti
a psicoterapia, il che, per sua natura, è un “aiuto”
abbordabile non da tutti, anche ma non solo per
ragioni economiche.
EDITORIALE
E chi, se non un malato, poteva parlare a ragion
veduta delle diverse fasi psicologiche che attraversa
una persona alla notizia della sua malattia?
Lo ha fatto con accenti di sincerità e pacatezza la
Dottoressa Silvie Ménard, lei stessa Direttore
del dipartimento di Oncologia Sperimentale
dell’Istituto dei Tumori di Milano, dunque una
specialista che credeva di saper tutto sulla materia.
E invece tutto è cambiato, quando ”l’ammalata”
si è rivelata essere lei. Le è toccato l’iter di ogni
ammalato: incredulità, rabbia, e infine accettazione,
che, paradossalmente, ha poi reso più facile vivere
e più prezioso il tempo e i modi della vita. Anche i
modi della professione medica. Adesso lei “sa” che
al malato non importa nulla delle terapie, ha solo
bisogno di condivisione e di conforto... E che lo
alleggeriscano di tutte le questioni amministrative e
burocratiche legate al ricovero e alle cure mediche,
che possono anche durare anni e anni.
La cattiva informazione, anche di base, tra operatori
e malati può toccare livelli minimi (trovare i reparti,
gli ambulatori, le entrate, le uscite, gli uffici giusti),
ma non per questo è meno stressante. Il consenso
informato, i moduli da comprendere... e ad altro
livello, un concreta comunicazione della diagnosi, con
una calibrata “selezione” delle informazioni da dare,
calcolando anche i tempi necessari per elaborare il
lutto della notizia... A questi compiti sono chiamati
medici e operatori, e il fatto che non sempre vengano
svolti con efficacia è dimostrato dalla mole di cause
legali che ne scaturiscono, benché alla fine più del
70% dei procedimenti finisca in un nulla di fatto, come
ha ricordato il Prof. Lodovico Cappellari, Primario di
psichiatria presso l’Ospedale di Camposampiero.
Eppure nessuno è scontento di vivere anche in
condizioni di difficoltà estrema. Il valore che un
malato dà alla vita non è uguale a quello di un sano.
Giustamente si rivendica il diritto a un’assistenza
decente e a terapie antalgiche, con oppiacei (oggi
viste più favorevolmente rispetto a tempo fa) ma
quello di cui il malato ha più bisogno è l’amore di chi
gli è più vicino. Allora nessuna vita è “indegna” di
essere vissuta (le vite indegne sono altre) nè potrà
essere lo sviluppo tecnologico a sostituirsi all’umanità
della cura della persona. “Persona” - non ingranaggio
di una catena di montaggio.
E nessuno dei presenti poteva avere dubbi su
questo, non i molti infermieri presenti, prezioso
trait d’union fra medici e pazienti, non i relatori,
clinici e specialisti di lungo corso, e tantomeno
l’organizzatrice del seminario, Caterina Tanzella,
che siamo già certi stia pensando al prossimo
incontro, sicura, come tutti noi, che bisogna continuare
a battere il ferro finché è caldo: l’attenzione alla
umanizzazione delle cure oncologiche non può e non
deve raffreddarsi se non si vuole perdere quel po’ di
terreno e di considerazione che il tema, non facile, sta
guadagnando ad ogni livello.
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EDITORIALE
Nelle foto, in alcuni momenti del Corso, la signora Caterina Tanzella con il prof. Amadori, il prof. Fornasiero, la
dr.ssa Zagonel, la dr.ssa Petrangolini, il dr. Trevisan, la dr.ssa Shams, la dr.ssa Menard e i gruppi di lavoro gestiti
dal prof. Cappellari.
LETTERE AL DIRETTORE
Carissima Caterina,
so che sei partita e sei già in famiglia, ma stento a
credere che tu non sia quotidianamente in contatto
con la Famiglia/Associazione che hai lasciato a
Padova.
Nel ringraziare per gli auguri ricevuti e che
contraccambiamo con molto affetto, approfitto
per informarti che abbiamo provveduto ad
8
inviare - io e Aldo e separatamente Sara ed Erik
- una donazione all’Associazione in occasione del
trentesimo anniversario della sua Fondazione. Non
ringraziarci, siamo noi che ringraziamo te e il tuo
meraviglioso gruppo per la passione e l’entusiasmo
che mettete nel vostro lavoro. Tu sai che, anche se
lontani fisicamente, ci sentiamo vicinissimi a tutte
voi... Un forte abbraccio con i nostri più affettuosi
auguri. Genny e Aldo con Sara ed Erik
P.S.: Ieri pomeriggio Sara ha concluso con
grande successo anche questo quinquennio,
completando il II° livello di psicologia e non ha
mancato di nominare Te e la tua Associazione tra
i ringraziamenti. Cito l’ultima frase: “... e grazie ad
Anna e Simon, a Caterina e alla sua Associazione,
perchè, insieme alla mia famiglia, hanno contribuito
alla mia crescita come Individuo.”
Grazie a nome di tutta l’Associazione per la
donazione ma soprattutto complimenti per i
successi che Sara continua a raggiungere, sono
sicura che la sua strada proseguirà dando a tutti
molte soddisfazioni.
Spesso affermiamo, durante le lezioni contro il
silenzio, che “essere informati dà tranquillità”.
La tua testimonianza di “divulgatrice” prima e di
“paziente” dopo, lo dimostra. “Conoscere” evita, a
chi si trova in difficoltà, di sentirsi paralizzato dalla
paura e incoraggia a partecipare attivamente a
qualsiasi programma di cura.
Ti auguro ogni bene, Caterina
Carissima Caterina,
grazie per le parole che hai usato per descrivere
il nostro intervento, ma sono io che ti devo
ringraziare per avermi dato modo di partecipare
alla vostra festa di apertura del 30°(giugno 2009,
n.d.r.) in modo “attivo”! Mi sono sentita veramente
onorata di essere tra di voi a festeggiare questo
momento così importante, ma anche così intimo e
commovente. La giornata ha raggiunto dei momenti
veramente molto forti e toccanti, con le poesie e le
testimonianze delle tue “ragazze” e le parole delle
canzoni di Esther.
Anche le mie compagne di danza sono state una
sorpresa per me, si sono impegnate molto per la
buona riuscita dello spettacolo e sono rimaste poi
molto emozionate dal riscontro ottenuto. E’ stata
una sorpresa, perchè per me, che in tutti questi anni
ho sempre guardato con ammirazione le vostre
attività e l’impegno e il coraggio nel portare avanti
la vostra missione, era abbastanza facile sentirmi
vicina a voi tutte. Ma questo sentimento è passato
anche a loro, e sono tutte molto contente di aver
partecipato ad animare la festa.
Un abbraccio forte
Elena Rocco
LETTERE AL DIRETTORE
Cara Caterina, grazie di avermi risposto e
spero proprio di esserci il 23 ottobre anche
perchè sono stata iscritta alla vostra newsletter.
Nella foto della Difesa del Popolo ti ho visto
proprio in forma ed hai fatto una bella intervista
alla giovane giornalista, Alessandra che è riuscita
a cogliere bene anche i particolari pur essendo
giovane. Quando ci vedremo, ci riconosceremo.
Intanto oltre a farti i complimenti e ringraziare te e le
tue collaboratrici per avermi messo nell’indirizzario,
volevo anche ringraziarti per tutto quello che in
questi lunghi anni hai fatto partendo dalla tua
esperienza - che così ben descrivi. Esperienza che
hai vissuto in anni in cui i pazienti erano considerati
“numeri”.... poi tu hai aperto un “varco” a tutto ciò
che è importante per la salute delle donne... ne ero
convinta anche prima dell’anno scorso e nella mia
attività formativa in campo socio-sanitario cercavo
di far conoscere e di far riflettere gli studenti e le
studentesse sugli aspetti concreti dell’auto e del
mutuo aiuto portando la vostra realtà come primo
esempio sul territorio padovano.
Dico anche “prima dell’anno scorso” perché nel
settembre 2008 ho iniziato ad accusare dei disturbi
e ad ottobre 2008 ho subito un intervento chirurgico
per tumore all’endometrio da cui oggi sono guarita.
Ho trovato un ambiente medico ed infermieristico
(clinica ginecologica, 2^ piano, qui a Padova) molto
accogliente e competente che mi ha fatto affrontare
bene la malattia. Ora sono in controllo in Oncologia
dove pure ho trovato un ambiente accogliente e
ben organizzato. Ho avuto modo di fare avere i miei
apprezzamenti.
Ti dico tutto questo perché penso che tu e la tua
associazione abbiate contribuito, direttamente ed
indirettamente, alla qualità dei servizi, in questo
caso per le donne. Non avrei mai immaginato che a
due anni dalla mia uscita dal lavoro, mi sarei trovata
coinvolta in questo nuovo cammino.
Ti auguro buon lavoro e ti abbraccio
C.
Grazie Elena, le danze, come la musica e il canto,
elevano gli animi e chetano le tempeste. Siete
bellissime, continuate così. E alla prossima festa!
Ciao,
Caterina
Gentile Associazione,
sono una malata oncologica da 10 anni. Il percorso
di malattia è iniziato nel 1999 con la “scoperta”
di un tumore al seno e il conseguente intervento
chirurgico.
In seguito sono stata affidata dal medico-chirurgo,
per le eventuali terapie del caso, all’Oncologia
di Padova dove ho scelto e quindi conosciuto il
medico oncologo, il quale mi ha prescritto una
terapia ormonale.
Già ai successivi esami di controllo, però, i
periodi di attesa con l’oncologo prescelto erano
lunghi (anche mesi), con la difficoltà, pertanto, di
rispettare i tempi di controllo prescritti dal medico
stesso. Da queste difficoltà, è poi subentrata la
disposizione del primario affinché tutte le visite
specialistiche avvenissero con qualsiasi oncologo,
annullando di fatto il rapporto di fiducia, conoscenza
e comprensione creatosi, nel frattempo, con il “tuo”
oncologo e ovviamente ogni opportunità di scelta
del medico specializzato.
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LETTERE AL DIRETTORE
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Così, di volta in volta, mi sono ritrovata a
comunicare con specialisti diversi (spesso anche
solo con specializzandi). Nella mia cartella clinica,
infatti, erano riportate diligentemente: la diagnosi, le
cure farmacologiche e le analisi effettuate ma non
le peculiarità della mia PERSONA, le mie emozioni
e i miei distinguo, caratteristiche conosciute
certamente dall’oncologo da me a suo tempo scelto
e più volte incontrato; questi specialisti differenti
ogni volta, invece, non potevano conoscere la
mia situazione e perciò alcune “riflessioni” che
erano diventate ovvie per il “tuo” oncologo si sono
ovviamente ripresentate ad ogni visita.
Di fronte a questa condizione non riuscivo
a sentirmi PERSONA ma solo numero! Ritengo
appropriato l’esempio dell’equazione:
Malato + cartella numero … =
Protocollo + terapia numero ... +
Quando nel 2005 sono sopravvenute complicazioni
e trovandomi davanti a questi presupposti, ho
deciso di cambiare Ospedale e mi sono affidata
alle cure del medico al Day Hospital Oncologico.
Al reparto oncologico, fin dalla prima visita
e successive, il dottore ed il suo staff medico, mi
hanno sempre trattata con grande professionalità,
competenza, e soprattutto umanità e cortesia.
Hanno considerato e considerano prima di tutto la
PERSONA che mettono a proprio agio, tenendo
conto dello stato d’animo in cui si trova un paziente
oncologico.
Quando è iniziata la terapia è cominciato anche
il rapporto con il personale infermieristico. Da
subito questi operatori sono diventati i miei “angeli
custodi”. A loro mi sono affidata per le cure che
l’oncologo prescrive. E questo gruppo, sì proprio
una squadra, con capacità, delicatezza e gentilezza
cerca, anche nei momenti di intenso lavoro, di
infondermi coraggio, pazienza e soprattutto fiducia,
cercando in tutti i modi, con una parola e un sorriso
per tutti, con la costante presenza e simpatia, di
rendere più lieve la sofferenza della malattia e delle
terapie dei pazienti nel tempo di cura trascorso al
Day Hospital.
Per fortuna esistono strutture come queste
che funzionano bene, dove ti senti considerata
soprattutto PERSONA.
Si sono mai domandati i medici di altri
Ospedali e soprattutto i primari che decidono
dell’organizzazione di un reparto oncologico
quanto è importante per un paziente essere
trattato prima di tutto come ESSERE UMANO
che necessita di terapia e successivamente
come eventuale “protocollo di cura”?
S.C.
Cara Sandra,
provo sempre tanta amarezza per le tante
umiliazioni che subiscono i malati oncologici in un
momento così delicato della propria vita. Non puoi
immaginare quante volte ho cercato di richiamare
l’attenzione dei responsabili di certi reparti ad
avere maggiore considerazione per la “persona”,
chiedendo di mantenere almeno per i primi due anni
lo stesso medico. Ne abbiamo parlato anche negli
ultimi convegni, dove professionisti provenienti da
importanti oncologie hanno inoltre suggerito una
revisione sulla raccapricciante modalità di invitare i
pazienti, per i controlli e per le terapie, tutti alla stessa
ora, quando si potrebbe scadenzare nell’arco della
giornata senza costringerli a lunghe attese.
Spero che con l’alternarsi dei dirigenti migliori la
situazione.
Un abbraccio, Caterina.
La prima cosa che ho pensato appena saputo
di avere un cancro alla vescica:”Ora come ne
esco?”
Oltre al ricorso immediato ad un medico specialista,
il primario di urologia e oncologia dell’ospedale di
Roma, a cui sarò eternamente grata perché ho il
sospetto di dovergli la vita, mi sono chiesta come
e con che mezzi vincere la mia battaglia per la
vita.
Il mio metodo di lavoro davanti ad un problema
è sempre stato: calma, apriamo il ventaglio delle
possibilità di intervento e analizziamo tutte le vie,
da quelle più probabili a quelle meno probabili.
Ho cominciato a scalfire la mia ignoranza
sull’argomento, oltre che attraverso le indicazioni
dei medici che mi curavano con la chemioterapia,
anche cercando in internet e attraverso i libri .
Di seguito vi indico, e con un asterisco quelli a
mio parere più efficaci, i libri e i rimedi che sono
stati utili al mio recupero.
Il primo libro che ho letto subito dopo l’operazione,
mentre ero ancora ricoverata, è stato “Puoi guarire
la tua vita” di Luise L.Hay, sul pensiero positivo.
*
Un altro testo che mi è stato molto utile è “Ogni
sintomo un messaggio”: da questo ho capito cosa
potevo fare per uscire dalla situazione di silenzio,
di auto prigionia che mi stressava, ho compreso
l’importanza del perdonarsi, del comunicare, dell’
essere disponibile verso me stessa. Poi sono
passata a un libro, sempre di una donna, “Ascolta
il tuo corpo - Il tuo migliore amico sulla terra” di
Luise Bourbeau, il cui messaggio è di accettazione
degli altri come sono e di amore verso se stessi.
*Un libro molto importante è stato “Miti e magie
della guarigione - Come superare le antiche illusioni
il preparato, l’aloe è piena di vitamine naturali e
vedo che mi rinvigoriscono.
*Sono passata subito al cibo biologico e su
consiglio di qualche libro ho eliminato la carne e il
latte, mangio molta frutta e verdura.
Ho visto il libretto dell’Istituto Tumori di Milano sulle
proprietà anti cancro di alcuni cibi, diffuso da un
giornale e ne ho seguito i consigli.
*In questo ultimo anno mi sono aggregata
all’Associazione “Volontà di Vivere”, fondata
dalla signora Caterina Tanzella, dove ho ricevuto
sostegno e comprensione, oltre all’ assistenza
psicologica gratuita dal dott. Trevisan. Ho scoperto
da queste persone meravigliose che il percorso
che ho fatto io, loro lo praticano e insegnano da
trent’anni.
Attualmente mi sento guarita, le analisi del sangue
sono ottime, il prossimo controllo sarà tra sei mesi,
continuo la cura dell’aloe, la ginnastica, lo yoga, il
nuoto, la dieta biologica, penso di più a me stessa,
dedico più tempo alle cose che mi piacciono e
ringrazio tutte le amiche e gli amici che mi hanno
sostenuto in questa mia battaglia. Naturalmente
ho avuto molto sostegno e impegno dalle mie due
figlie, il marito ho dovuto consolarlo.
Ho visto che percorsi che incentivano il malato
ad una partecipazione attiva alla guarigione si
stanno organizzando sia a Roma che a Padova,
sono certa che la convinzione che metà del merito
delle guarigione stia nella volontà di vivere del
paziente porterà ad incidere positivamente sulla
vita di molte persone.
LETTERE AL DIRETTORE
e riconquistare il potere di guarire” dei Dott Donald
M.Epstein: il loro lavoro con i pazienti si basa sul
rilassamento, la concentrazione e visualizzazione
della malattia con i globuli bianchi che fanno da
spazzini feroci, i risultati sono stati incoraggiamento e
aiuto ai pazienti nell’autoguarigione; personalmente
ho imparato a concentrarmi e pratico sempre il loro
metodo.
Tutto questo dal punto di vista psicologico ma
ora dovevo anche ripensare al mio stile di vita
dal lato fisico:
*Sono andata da un chiropratico, poiché la mia
schiena era tutta storta e bloccata e sapevo
che se un organo del corpo umano non è
irrorato adeguatamente dal sistema venoso e
nervoso, questo si ammala. Mi ha curato molto
bene, sbloccando la mia colonna vertebrale e
la mia energia, aiutandomi sia fisicamente che
psicologicamente, rafforzando la fiducia in me
stessa e nella guarigione.
*Ho ripreso a fare yoga, con le poche energie che
mi rimanevano tra una chemio e l’altra e anche
questo mi ha aiutata. Devo dire che tutto lo staff al
completo mi ha curato con attenzione, efficacia e
pazienza, e le infermiere sono sempre state gentili
e scrupolose, nonostante in quel periodo ci fossero
lavori di ristrutturazione dell’edificio in corso che
comportavano qualche problema. Purtroppo ho
visto il bellissimo giardino dei primi del novecento
fatto a pezzi e riempito di cemento, mentre era bello
fare delle passeggiate nel parco durante le lunghe
attese.
*In seguito sono andata in palestra a fare il Tai Chi:
questa ginnastica cinese aiuta molto a riequilibrare
il corpo, si sente tornare la forza, sentivo che stavo
guarendo prima ancora delle analisi mediche.
*Continuavo ad andare in piscina termale a godermi
l’idromassaggio e a nuotare due o tre volte al mese,
questo mi dava una sensazione di benessere che
durava per quattro-cinque giorni.
Per completare il quadro dovevo pensare a
quello che mangiavo:
*La prima cura è capitata per caso: in piazza delle
Erbe a Padova, in un negozio di erboristeria, ho
visto un libro intitolato “Di cancro si può guarire” di
Padre Romano Zago, con una ricetta semplicissima
basata sulla pianta dell’Aloe arborescenze: si fa
un frullato con del miele biologico e delle foglie di
aloe selvaggia, si aggiunge un po’ di grappa per
evitare che fermenti, si conserva in frigo e si prende
mezz’ora prima dei pasti. Mi sono sentita subito
meglio, tolleravo meglio anche la chemio.
Da un’amica che abita al sud in riva la mare mi
faccio arrivare le piante e mi preparo la “magica
pozione”, non è in contrasto con le cure mediche
che stavo facendo, e mese dopo mese mi curo con
Naturalmente bisogna dare atto che negli Stati
Uniti, come sempre, su queste e molte altre cose
sono più avanti di noi, molti dei loro libri sostengono
che noi siamo quello che pensiamo.
Con questa sintesi, frutto di due anni di lavoro
per guarirmi, spero di essere utile a chi si trova
ancora in mezzo al guado. Per chiarimenti mi
trovate per email [email protected].
Ciao a tutti.
Ottilia Tomio
Continua così! Caterina.
Invitiamo i lettori a scriverci, come ha fatto
Ottilia, di cosa è stato loro utile per uscire da
situazioni di depressione o disagio legate alla
malattia.
11
LA PAGINA DELLO PSICOLOGO
12
GRUPPI BALINT
La disponibilità a confrontarsi con la sofferenza della
malattia, a relazionarsi con gli aspetti personali, a
partecipare con umanità al disagio altrui, è forse la
componente più preziosa dell’attività del volontariato
parasanitario.
Questa disponibilità, che nell’ambito del
volontariato costituisce sempre un atto solidale,
spontaneo, gratuito, disinteressato, viene da più
parti considerata essenziale per ottenere la tanto
auspicata “umanizzazione delle cure” negli ospedali.
Questo desiderio di far del bene a chi soffre nella
malattia, questa motivazione che ha in sé un
grande valore etico e morale, questa espressione
di alto senso civico va necessariamente gestita e
protetta dal rischio di dissolversi ed esaurirsi, dal
pericolo di veder irrimediabilmente trasformata
una virtù che arricchisce in una fonte di disagio
che paradossalmente diviene tanto più consistente
quanto maggiore è la disponibilità al coinvolgimento
emotivo.
Serve allora un contenitore che stemperi le
emozioni e che aiuti a comprendere meglio.
Serve un luogo che favorisca il confronto sereno con
i propri simili, con coloro che sono impegnati nello
stesso progetto. Servono un tempo ed uno spazio
dove elaborare ciò che è accaduto ed apprendere
dagli errori.
Il gruppo Balint è un eccellente strumento
formativo che consente di assolvere con pienezza
a questa necessità.
Ideato da Michael Balint (1896 - 1970), famoso
psicoanalista ungherese, questo metodo ha
trovato una particolare diffusione in Europa,
interessando principalmente gruppi di medici
ma annoverando anche positive esperienze con
infermieri e volontari.
Le sue caratteristiche essenziali sono:
• è un gruppo primario, prevede cioè un
numero ristretto di partecipanti (al massimo
15/20 persone); questo consente ad ogni
componente di conoscere direttamente tutti
gli altri favorendo così la nascita di rapporti
personali calorosi, caratterizzati da un senso di
intimità, di solidarietà, di appartenenza.
• è un gruppo chiuso; una volta che il gruppo
si è costituito, l’ingresso di altri partecipanti
è concesso solo previo parere favorevole
dell’unanimità dei componenti; ciò favorisce
la libertà di espressione anche su contenuti
psicologici delicati.
• è previsto un conduttore non autoritario
che è garante del rispetto delle regole e che
coordina e seleziona i lavori del gruppo; la
disposizione del gruppo è a cerchio (vis a vis),
confermando così la partecipazione paritetica e
garantendo la massima adesione di ognuno
• è un gruppo eterocentrato; abitualmente
si discute di un “caso”, si affronta cioè una
specifica relazione tra volontaria ed ammalata;
La seduta viene scandita in tre fasi:
• prima fase: la volontaria espone il caso
• seconda fase: il gruppo esprime osservazioni
ed opinioni
• terza fase: il conduttore elabora e riepiloga le
valutazioni affiorate
Le principali regole che governano il gruppo sono:
1) discrezionalità e riservatezza per tutto ciò che
viene affrontato nel gruppo
2) non omissione, ogni componente è invitato ad
esprimersi liberamente
3) restituzione, qualora tra partecipanti al gruppo
si discuta in sede diversa di argomenti attinenti il
gruppo medesimo, è consigliato ve ne sia riporto
4) disponibilità a confrontarsi ed accettare senza
giudicare le emozioni altrui
Le finalità del Gruppo Balint sono principalmente di
natura formativa.
Gli scopi principali sono:
• aumentare la consapevolezza della propria
risonanza emotiva con l’ammalata
• favorire la verbalizzazione ed il confronto sugli
aspetti psicologici dell’assistenza
• difendere la volontaria da processi identificatori
troppo intensi
• comprendere ed elaborare gli errori commessi
• costruire strategie comuni e condivise nella
gestione della relazione
• comprendere il significato di “questa malattia”
per “questa paziente”
Questi scopi sono perseguiti anche attraverso
l’acquisizione di tecniche di ascolto attivo (M.
Balint era chiamato “l’homme qui savait ècouter”)
nonchè attraverso ampie riflessioni sui processi
comunicativi.
Il Corso di formazione per Volontari 2009/2010 si
è concluso con gli incontri Balint gestiti dal Dr.
Trevisan.
CONFERENZE APERTE A
TUTTI DI PSICOSOMATICA
IL PRIMO GIOVEDÌ DI OGNI MESE – ORE
16.00 IN SEDE
Il ciclo di conferenze, a cadenza mensile, tenute
dalla Dr.ssa Anna Cavallini, nutrizionista e
psicosomatista, è iniziato giovedì 14 gennaio e
proseguirà con un incontro ogni primo giovedì
del mese, alle ore 16.00 in sede.
Sono incontri aperti a tutti e gratuiti che hanno
sempre riscosso molto interesse e partecipazione,
dal momento che rappresentano una guida per il
ripristino del benessere psicofisico dei pazienti
oncologici. Le socie che vi partecipano già da alcuni
anni con regolarità, riferiscono di trovare giovamento
dalle informazioni ricevute; vi invitiamo quindi a
consultare la nostra Agenda, dove sono riportati i titoli
di ogni incontro che affronta un tema specifico, e a
partecipare numerosi.
LA CONSULTA DEI
“FORTI”
ULTIMO VENERDÌ DEL MESE – ORE 21.00 IN
SEDE
La letteratura scientifica non è particolarmente
generosa nel riportare esperienze di itinerari
psicologici con i compagni delle donne che hanno
subito il cancro al seno.
Gli scarsi riferimenti, soprattutto anglossassoni,
hanno per altro offerto l’evidenza di benefici sia diretti
(diminuzione dell’ansia e dello stress nel compagno)
che indiretti (miglioramento della relazione).
Viene quindi da chiedersi sul perché tali percorsi non
si affermino anche se offrono vantaggi.
La mia modesta opinione, che trova un riferimento
concreto nella partecipazione da diversi anni alla
Consulta Maschile della nostra Associazione,
è che le motivazioni di tale apparente disinteresse
vadano ricercate principalmente in due cause:
- l’inevitabile concentrarsi delle attenzioni
sull’ammalata, cosa sicuramente opportuna ma
che non esclude la ricerca di approcci sinergici
- le difficoltà e le resistenze, verosimilmente
superiori nell’uomo, a verbalizzare in gruppo
aspetti psicologici anche molto delicati
La frammentarietà che spesso caratterizza tali
iniziative credo debba essere attribuita essenzialmente
a questa seconda causa.
E’ allora quanto mai doveroso esprimere un
encomio ai frequentatori della nostra Consulta che
faticosamente, e non senza sofferenze, hanno scelto
di intraprendere tale esperienza testimoniando, così,
sia un gesto di profondo affetto per la compagna, sia
una prova di “forza psicologica”.
Scelgo le pagine del nostro notiziario per inviare ad
ognuno di loro un fragoroso applauso nonché le mie
personali congratulazioni.
Dr. Evelino Trevisan
Gli incontri con la Consulta maschile sono
ricominciati venerdì 29 gennaio alle ore 21.00 in
sede e avranno cadenza mensile fino a maggio.
Per informazioni e iscrizioni telefonare in sede.
VINCERE LA PAURA
OGNI MERCOLEDÌ – ORE 16.00 IN SEDE
“Una volpe beve del latte da un secchio lasciato
incustodito. La contadina, accortasi del furto, in un
eccesso di rabbia taglia la coda alla volpe, dicendole che
la ricucirà solo quando le sarà reso il latte. La volpe allora
chiede del latte alla mucca ma questa vuole in cambio
un po’ d’erba. La volpe quindi va sul campo per avere
dell’erba ma il campo chiede in cambio acqua. Così la
volpe si rivolge al torrente che si dimostra ben disponibile
a donarle acqua ma a quel punto serve una brocca. Tutto
ciò prosegue finché un mugnaio impietosito dà alla volpe
del grano da dare alla gallina che farà l’uovo da portare
al mercante che a sua volta darà la perlina alla ragazza
che ha la brocca con cui raccogliere l’acqua.” Spesso da
cosa nasce cosa come in questa filastrocca.
Ciò vale anche per la paura, esperienza emotiva
primaria (ne siamo dotati fin dalla nascita) che più ci
caratterizza e condiziona. Esperienza che, a volte, si
trasforma, diventando così ben diversa dalla condizione
iniziale. La paura, infatti, è parte della nostra natura, può
essere utile poiché ci consente di prevenire pericoli ma
può anche essere motivo di gravi sofferenze e di una
sostanziale perdita di fiducia in sé, quando cioè “l’unica
cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa” come
giustamente sosteneva Franklin Delano Roosevelt.
La paura è anche l’emozione che inevitabilmente
caratterizza i percorsi terapeutici di chi va incontro
alla malattia oncologica. E’ per questo che la nostra
Associazione ha sentito la necessità di dare spazio
ad un percorso specificatamente dedicato alla sua
conoscenza e gestione, percorso che si articolerà in
dieci incontri settimanali dal titolo “Vincere la paura”,
tenuti dal nostro psiconcologo Dr. Evelino Trevisan in
sede, a partire da mercoledì 3 marzo alle ore 17.00.
Sarà un percorso più riflessivo corale che didattico, che
lascerà quindi ampi spazi alle considerazioni degli utenti.
APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
APPUNTAMENTI
E NUOVE
OPPORTUNITÀ
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti.
Per informazioni e iscrizioni telefonare
in segreteria.
13
APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
14
SONO APERTE
LE ISCRIZIONI
PER IL NUOVO
GRUPPO DI
AUTO-AIUTO
Cosa offre un gruppo di auto-aiuto?
Innanzitutto la disponibilità all’ascolto e
all’accoglienza della persona, con tutte le sue paure e
fragilità; la condivisione del suo dolore con profondo
rispetto e non sterile pietismo.
Si cerca all’interno del gruppo di dare un senso
al percorso di sofferenza che accompagna la
malattia, rispettando i tempi di ogni singola persona,
sostenendola e incoraggiandola lungo tutto il percorso.
Le donne che hanno partecipato ai precedenti
gruppi di auto-aiuto hanno dimostrato come di fronte
ad un evento traumatico come il cancro, sia possibile
reagire positivamente, gestendo la sofferenza,
cambiando il proprio modo di pensare e reagire,
quando le circostanze non possono farlo. Hanno
dimostrato che non sono solo gli eventi che ci capitano
ad essere importanti, ma anche il modo con il quale ci
rapportiamo e trasformiamo in relazione ad essi.
Il cancro poi, non è sempre la principale causa della
sofferenza psicologica: ogni persona infatti è frutto
di una storia, unica e irripetibile, all’interno della
quale la malattia si contestualizza e acquisisce
particolari significati.
Il “viaggio” che ho intrapreso con queste donne
coraggiose ha mostrato come la necessità di liberarsi
da vincoli e condizionamenti, di capire nel profondo
quale sia la propria strada, siano elementi comuni in
tutte le storie. La malattia è stata, quasi per tutte, un
campanello d’allarme, un segnale di qualcosa che
non “funzionava” più.
L’esperienza “limite” che il cancro comporta costringe
in un certo senso le persone a confrontarsi con il
proprio modo di “stare al mondo”, interrogandosi
sull’autenticità della propria esistenza. Molte volte
poi, elaborando vissuti intensi e dolorosi, emerge il
bisogno di riconciliarsi con se stessi e con la vita.
Scrive Giovanni Marchioro: “La malattia grave,
mortale, mostra le viscere della vita umana. Quando
l’individuo resta senza appiglio, ecco il vissuto di
abbandono, la perdita di ogni riferimento. Quando
l’uomo perde il riferimento, la vita cessa di avere un
progetto, una meta.
Eppure, quante volte ho osservato questi malati
vedere, forse per la prima volta, la propria vita. Sì,
perché si può guardare senza vedere. Ho visto la
malattia farsi rivelazione per la vita. Ho visto come una
vita possa compiacersi nella malattia, e non perché
l’uomo sia incompleto, ma perché è una creatura mai
formata una volta per tutte.”
In questo percorso il gruppo ha un’importanza
fondamentale: stare nel proprio dolore, attraversarlo
consapevolmente, dargli un senso, recuperando così
la propria vita e la propria libertà, sono compiti molto
difficili se affrontati da soli.
La condivisione in un gruppo di persone che ha
affrontato le stesse problematiche aiuta a non sentirsi
soli, stimolando la trasformazione dei limiti in risorse,
offrendo la possibilità di accogliere nuovi punti di
vista, modalità diverse per rielaborare le proprie
esperienze. La condivisione di comuni vissuti emotivi
da una parte, e la differenziazione dell’elaborazione
dell’esperienza attraverso l’utilizzo di diversi punti
di vista dall’altra, offrono dunque la possibilità di
avviare un vero e proprio percorso di crescita e
cambiamento interiore.
Dr.ssa Chiara Vitalone – Psicologa
Per informazioni e iscrizioni al Gruppo
di Auto-Aiuto, telefonare in segreteria.
“PROGETTO MARTINA L’INFORMAZIONE AIUTA
A VIVERE”
Parliamo ai giovani dei tumori
Presentazione del progetto e testimonianze.
Resoconto del III° triennio della campagna
informativa nelle scuole
Mercoledì 28 aprile 2010 ore 9.30 – 12.30
presso
Aula Magna “Galileo Galilei”
Palazzo del Bò - Università di Padova
L’Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere”,
a conclusione del 3° triennio di informazione nelle
scuole con il Progetto Martina, una campagna
informativa sulla prevenzione dei tumori giovanili che
conduce da 10 anni, organizza un Convegno che vuol
essere un resoconto del lavoro svolto in questi ultimi
3 anni, con presentazione dei dati raccolti con i test di
gradimento compilati dagli studenti.
L’invito verrà rivolto a tutti gli Istituti di Scuola Superiore
di Padova e Abano, affinché partecipino almeno con
una classe e verranno chieste testimonianze agli
studenti, agli insegnanti e ai Dirigenti Scolastici che ci
hanno ospitato in questi anni.
L’invito verrà esteso alle Autorità del territorio e a tutti
i medici che hanno collaborato al Progetto, mentre
alcuni di loro esporranno in modo sintetico le lezioni
che portano a scuola.
Oltre ad Autorità Civili e Sanitarie, parteciperanno i
seguenti relatori:
Dr. Bruno Azzena - chirurgo plastico; Annamaria
Cavezzana - referente formazione scolastica
dell’Associazione; Luciana e Gianni Michelazzo
- genitori di Martina; Dr.ssa Monica Bertocco ginecologa; Dr. Domenico Battaglia - urologo; Dr.
Matteo Bordignon - dermatologo; Prof.ssa Maria
Elena Mazzoni - referente alla salute Istituto
“Rogazionisti” di Padova; Prof.ssa Antonella Zanato
- referente alla salute Istituto “Fermi” di Padova;
Prof.ssa Maria Antonietta Stacchiotti - referente alla
salute Istituto “Pietro D’Abano” di Abano Terme; Prof.
Michele Gangemi - Ginecologo
Ulteriori informazioni in segreteria al numero
049 8025069 o sul sito www.volontadivivere.org
CONVEGNO
HIGHLIGHT NEL CARCINOMA
DELLA MAMMELLA
venerdì 18 giugno 2010
presso l’Auditorium San Gaetano a Padova
Il Convegno, oltre a fare il punto sullo Stato dell’Arte
riguardo alle varie fasi di cura della malattia, dalla
prevenzione primaria e secondaria alla diagnosi
del tumore alla mammella, alla riabilitazione
psico-fisica, vuole stimolare le varie Istituzioni
competenti e richiamate ad intervenire, a prendere
in considerazione i vari aspetti inerenti la patologia
della mammella: l’informazione sui rischi e sui
comportamenti da assumere, il peso della ricerca
scientifica, la possibilità di rendere meno aggressivo il
percorso di cura e le innovazioni necessarie.
Oltre ad Autorità Civili e Sanitarie, parteciperanno i
seguenti relatori:
Dr.ssa Marinelda Patella; Dr.ssa Emma D’Andrea;
Dr Massimo Gion - direttore Centro Regionale per lo
Studio degli Indicatori Biochimici di Tumore; Dr.ssa
Milvia Boselli - biologa e Consigliera del Comune
di Padova; Dr. Daniele Donato - Direttore Sanitario
ULSS 16; Dr.ssa Elisabetta Tosi - Dirigente medico
Radiodiagnostica ULSS 16; Prof. Luigi Pescarini Responsabile Unità Semplice Senologia IOV Padova;
Don Renzo Pegoraro; Dr. Alfonso Pluchinotta
- chirurgo senologo, Dr. Fernando Bozza, chirurgo
senologo; Dr. Bruno Azzera - chirurgo plastico; Dr.
Guido Sotti - Responsabile Radioterapia e Medicina
Nucleare IOV Padova; Dr. Sergio Maluta, responsabile
Radioterapia oncologica Azienda Ospedaliera
di Verona; Prof. Luigi Grassi del dipartimento di
discipline medico-chirurgiche della comunicazione e
del comportamento di Ferrara; Dr.ssa Sonia Fasolo
- fisiatra Ospedale dei Colli Padova; Dr. Giorgio
Leo; Dr. Evelino Trevisan - psiconcologo; Dr. Adriano
Fornasiero - Primario Oncologia di Piove di sacco;
Dr.ssa Vittorina Zagonel - Direttore IOV Padova; Dr.
Leonardo Sartori - Ricercatore Clinica Medica; Dr.
Sandro Sandri - Assessore alle Politiche Sanitarie
della Regione Veneto
APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
ATTENZIONE!
CONVEGNI
Ulteriori informazioni in segreteria al numero
049 8025069 o sul sito www.volontadivivere.org
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APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
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LA CONSULTA
FEMMINILE
PREMIA TRE
DONNE
MERCOLEDÌ 10 MARZO ORE 16.00
ALL’AUDITORIUM SAN GAETANO
La Consulta Femminile è un’Associazione ONLUS,
istituita nel 1973 con le seguenti finalità:
ƒ recepire e analizzare i problemi che riguardano la
vita civile ed economica dei cittadini;
ƒ prospettare all’amministrazione Comunale e
agli Enti Locali competenti possibili soluzioni
di problemi che stimolino interventi diretti a
migliorare le condizioni di vita del cittadino;
ƒ promuovere una maggior partecipazione delle
donne alla vita pubblica;
ƒ organizzare manifestazioni e dibattiti, anche in
collaborazione con altri enti, relativi ad obiettivi di
interesse comune.
La nostra sede operativa è presso il Comune di
Padova, in Sala Gruppi di Palazzo Moroni.
La Consulta è aperta ad ogni Associazione
femminile che operi nel Comune di Padova e che
si riconosca nelle finalità espresse dallo Statuto.
Attualmente è composta da 26 membri provenienti
da 13 Associazioni che operano nel Comune di
Padova.
A.D.E.I. W.I.Z.O - Associazione Donne Ebree Italiane
ANDE - Associazione Donne Elettrici - Padova
C.I.F.- Centro Italiano Femminile
CONVEGNI M. CRISTINA - Associazione Culturale
C.R.I. Croce Rossa Italiana
F.I.D.A.P.A. Federazione
Professioni Affari
Italiana
Donne Arte
CONFARTIGIANATO DONNA IMPR. UPA
Unione Provinciale Artigiani
ASSOCIAZIONE “NOI E IL CANCRO - VOLONTÀ DI
VIVERE” ONLUS - Centro di riabilitazione psico-fisica
del malato oncologico
A.M.M.I - Associazione Mogli Medici Italiani
PROGETTO DONNA OGGI ONLUS
E i club service: INNER WHEEL Padova, LIONS
sezione Elena Cornaro Piscopia e SOROPTIMIST
International.
Abbiamo preparato un pieghevole contenente una
rassegna stampa che contiene le principali attività
svolte in questi 36 anni di operato.
Abbiamo anche una nostra pagina web nel sito
di Padovanet.it e invito pertanto tutti i cittadini a
contattarci per segnalarci problemi e suggerimenti.
Come ogni anno, anche questo terremo una cerimonia
in occasione della Festa della Donna, mercoledì
10 marzo alle ore 16.00 presso l’Auditorium San
Gaetano in Via Altinate 71 a Padova, ove saranno
premiate 3 donne che si sono distinte per il loro
operato nel sociale a Padova. L’ingresso è gratuito
e aperto a tutti.
Ritengo che, dopo un secolo di lotta per la parità,
questa sia una cerimonia ancora estremamente
attuale.
Molta strada è stata fatta per quel che riguarda
il riconoscimento della donna in campo sociale e
lavorativo, ma molto c’è ancora da fare per arrivare
ad una completa parità.
Dalle molte indagini di genere condotte negli ultimi
anni, emerge ancora una disparità uomo/donna nelle
posizioni manageriali chiave, ad esclusione forse dei
settori di assistenza e cura e della P.A.
Perché esiste questa disparità? Ritengo che
il problema non si ponga alla partenza della vita
lavorativa, in cui oggi a mio avviso esiste la parità
di genere, ma che sia piuttosto legato alla doppia
presenza, che determina una successiva naturale
selezione, infatti:
se da un lato la donna ha insite delle caratteristiche che
la rendono un manager ideale nell’attuale contesto,
e qui cito il Presidente del CENSIS De Rita che
individua nella donna un naturale e intrinseco valore
aggiunto dovuto a capacità di ascoltare e di mediare
i conflitti, profondità di pensiero, curiosità, intuizione,
determinazione, consapevolezza del valore di sé,
deve comunque lavorare duramente per ottenere
contenuti, spessore, formazione, conoscenza,
necessari per poter emergere nella professione.
Ma per la donna il carico di lavoro non finisce qui,
perchè è anche oberata dal lavoro in famiglia,
cioè gestione della casa, dei figli, degli anziani,
quasi sempre a suo carico. Da una indagine svolta
e presentata alla conferenza di Pechino nel ’95,
è emerso che le ore lavorative medie al giorno per
la donna italiana sono 13,5, contro le 9 dell’uomo
italiano, e risultano sicuramente le più alte d’Europa.
Se a questo si aggiunge che i modelli imperanti nei
media ci impongono di essere sempre in ordine,
belle, magre ed eleganti, vediamo che il modello di
donna di successo richiede veramente un grande
spirito di sacrificio e una energia non comune,
e necessita ancora di forti supporti, quali un orario
lavorativo flessibile, strutture per l’infanzia adeguate
e così via.
È allora necessaria una politica di conciliazione
che permetta di mantenere quella parità di genere che
Simonetta Piva
Presidente della Consulta Femminile
[email protected]
SCREENING OSTEOPOROSI
IN SEDE COL DR. SARTORI
GIOVEDÌ 18 MARZO – ORE 15.30
Giovedì 18 marzo alle ore 15.30, presso la nostra
sede, il Dr Leonardo Sartori, con la sua equipe della
Clinica Medica IV dell’Università di Padova, sarà a
disposizione di chi vorrà eseguire gratuitamente una
densitometria ossea con conseguente consulto
medico. Verranno accolte al massimo 20 persone,
iscritte o non iscritte all’Associazione.
Per prenotarsi alla visita, telefonare in segreteria.
PROSEGUE IL SERVIZIO
DI LINFODRENAGGIO
Grazie al parziale finanziamento da parte del CSV,
Centro Servizio Volontariato di Padova, possiamo
continuare a rispondere alle numerosissime richieste
di Linfodrenaggio, portato avanti dai nostri terapisti
esperti in metodo Vodder, di cui alcuni operano in
forma volontaria.
Per ottenere risultati efficaci, abbiamo organizzato il
servizio come segue:
per un linfedema medio, avviamo 3 cicli all’anno con
un minimo di 10 sedute e tra un ciclo e l’altro 1
seduta di mantenimento settimanale o quindicinale
con o senza il bendaggio compressivo, a seconda
dell’indicazione e del bisogno. Ad ogni fine ciclo viene
dato già l’appuntamento per il successivo e vengono
determinate le sedute di mantenimento.
Raccomandiamo la puntualità e, quando non potete
mantenere un appuntamento, avvertite per tempo
perché non è giusto lasciare un terapista inoperoso
quando c’è una grande richiesta del servizio. Inoltre
ricordiamo che per accedere al servizio è necessaria
l’indicazione scritta da parte di un medico.
Per le visite fisiatriche il nostro riferimento è la
Dr.ssa Sonia Fasolo, presso l’Ospedale dei Colli.
Per appuntamento al n° 049-8216031, presentarsi
con l’impegnativa del medico che segnali, se c’è
urgenza, l’indicazione B.
AGGIORNAMENTO
BENDAGGIO COMPRESSIVO
SABATO 17 APRILE
APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
oggi le nuove generazioni hanno alla partenza. Stiamo
ora vivendo un momento di grande crisi economica e
di violenza sociale. Senza addentrarmi in discorsi di
politica economica che esulano dal contesto di questa
cerimonia, permettetemi solo di dire che il modello
post-capitalistico che si è affermato negli ultimi anni è
basato sulla finanziarizzazione dell’economia, in cui le
imprese puntavano alla massimizzazione del capital
gain, che come sappiamo non è legato all’andamento
reale dell’economia, ha provocato dei disastri senza
precedenti. Siamo in una situazione di estrema
povertà relazionale e va reintrodotto il concetto di
reciprocità. Penso a modelli di economia civile che
prendono spunto dal modello di civiltà cittadina nato
a Firenze nel 400 a cura dei frati francescani come
Bernardino da Siena, in cui non vi erano emarginati
sociali, perché tutti, anche i meno dotati, potevano
accedere al mercato del lavoro, e quindi sentirsi parte
attiva della società.
È in questo contesto che una politica di conciliazione
può finalmente concretizzarsi.
Pensiamo ora alle adolescenti di oggi e ai
modelli di riferimento che vengono loro offerti:
da un lato modelli imperanti nei media quali le veline,
completamente incentrati su caratteristiche estetiche
e non interiori, dall’altro modelli professionali che
richiedono però non solo di essere competitive sul
lavoro, ma anche belle e madri, rendendole confuse
e di conseguenza rendendo loro difficile sviluppare
un’identità nitida. Questa cerimonia ha quindi ancora
tutta la sua validità. Donne che, oltre alla loro
professione, svolgono un’attività silenziosa di
supporto ai più bisognosi, dando loro attenzione
e amore, sono modelli che devono essere
proposti/imposti come modelli positivi alle nuove
generazioni.
Sabato 17 aprile 2010, dalle ore 9.00 alle ore 18.00
presso la sede dell’Associazione a Padova in via
Paruta N. 32, si terrà un corso di aggiornamento
dedicato ai fisioterapisti impegnati nei trattamenti
di Drenaggio Linfatico manuale.
Durante il corso si approfondirà la tecnica del
bendaggio compressivo; saranno ammessi al
massimo 10 partecipanti, tenendo presente l’ordine
di arrivo delle richieste.
Per informazioni e iscrizioni chiamare in segreteria
al numero 049 – 8025069 oppure inviare una mail
all’indirizzo [email protected].
NORDIC WALKING
“CAMMINIAMO PER
VOLONTÀ DI VIVERE”
DOMENICA 18 APRILE
Domenica 18 Aprile a Padova, dalle ore 9.00
alle 12.00, si terrà il 2° incontro di Nordic Walking
“Camminiamo per Volontà di Vivere”.
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APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ
18
L’evento, patrocinato dall’Assessorato allo Sport, è
alla sua seconda edizione.
Si svolgerà presso il Parco la Fenice di Padova e
vedrà gli amanti del Nordic Walking camminare lungo il
Parco e gli argini adiacenti in un percorso di circa 5Km.
Organizzato lo scorso anno da Maria Grazia Pastore,
nostra socia, che è riuscita ad unire tutte le associazioni
di Nordic Walking di Padova e Provincia, l’evento ha lo
scopo di raccogliere fondi per l’Associazione e di
promuovere questa nuova disciplina.
Maria Grazia infatti, ammalatasi di tumore al seno,
dopo le terapie ha avuto modo di vedere la vita sotto
un’altra prospettiva grazie a questa disciplina sportiva.
Diventata istruttrice, insegna e fa i corsi presso
l’Associazione e presso le Polisportive ed unisce
le persone sotto lo stesso cielo del Nordic Walking
Smile, un portale nel quale si possono trovare tutte le
informazioni sulla disciplina e sull’attività del gruppo.
Ma cos’è il Nordic Walking: è un modo di camminare
facile, divertente e non faticoso, è una camminata
sostenuta dall’aiuto di due semplici ma efficaci
bastoncini nei quali, invece di trovare un semplice
appoggio, si trova la spinta non solo per migliorare la
propria prestazione fisica ma soprattutto per liberare la
mente a nuovi orizzonti.
Per partecipare, la quota di iscrizione è di € 5,00
da versare al Parco il giorno stesso, per ulteriori
informazioni telefonare in segreteria.
ASSEMBLEA DEI SOCI CON
RINNOVO CARICHE
20 APRILE 2010 ORE 17.00 – IN SEDE
Carissimi soci,
siete invitati a partecipare all’Assemblea annuale
organizzata per martedì 20 aprile 2010, alle ore
13.00 in prima convocazione e alle ore 17.00 in
Seconda Convocazione.
Questa Assemblea prevede il rinnovo del Direttivo che,
come da Statuto, va rieletto ogni due anni. Le cariche non
hanno limiti di durata e sono perciò rinnovabili.
Chiunque può candidarsi, purché sinceramente
convinto di condividere lo spirito di servizio che alimenta
da sempre l’animo dell’Associazione. Inoltre invitiamo
le persone che hanno voglia e che credono nell’opera
portata avanti negli anni dall’Associazione, ad unirsi al
gruppo, a candidarsi e comunque a sostenerci.
Abbiamo bisogno anche del sostegno di persone con
competenze specifiche in legge, grafica, informatica,
statistica, fund raising, comunicazione, esperto di
redazione: i tempi sono cambiati, l’Associazione è
cresciuta, le richieste sono tante e vogliamo essere
più pronti a cogliere in modo adeguato opportunità e
cambiamenti, evitando affanni superflui.
Agli “esperti” si chiede un impegno contenuto, anche solo
per formare altri volontari con propensione ad imparare:
ognuno in base alle proprie attitudini e a quelle che sono
le nozioni di base utili per il nostro lavoro.
L’Associazione ringrazia anticipatamente.
MARATONA DI
SANT’ANTONIO A PADOVA
DOMENICA 25 APRILE
La maratona di Sant’Antonio è un’occasione per stare
insieme e all’aria aperta percorrendo bellissime zone
di Padova. Vorremmo che il Gruppo di Volontà di
Vivere fosse ancora più numeroso degli anni scorsi!
Quindi iscrivetevi!
Per informazioni telefonate in segreteria.
LE VIE DELLA BELLEZZA
Convegno organizzato dall’Unione Provinciale
Artigiani della provincia di Padova per domenica 25
aprile presso la Corte Benedettina di Legnaro.
È prevista la partecipazione della Presidente
dell’Associazione come relatrice.
TORNEO DI BURRACO
MARTEDÌ 4 MAGGIO
Martedì 4 maggio alle ore 15.30 presso il Circolo
del Bridge a Villa Giusti a Padova, ci sarà una
nuova edizione del Torneo di Burraco: una iniziativa,
organizzata anche quest’anno dalla nostra volontaria
Simonetta Piva, il cui ricavato sarà devoluto alla
nostra Associazione.
Vi invitiamo a giocare numerosi! Per informazioni,
chiamare in segreteria.
FAVOLA MUSICALE
Il 23 maggio alle ore 17,00 sarà presentata la favola
musicale di Sergei Prokofiev “Pierino e il lupo” con la
Civica Orchestra di Fiati di Padova e Bruno Lovadina
– voce recitante. Il ricavato della serata sarà devoluto
in favore della nostra Associazione.
Ulteriori informazioni in segreteria al numero
049 – 8025069 oppure sul nostro sito internet
Ricordiamo che potete donarci il 5 per mille
inserendo, nella dichiarazione dei redditi, il nostro
codice fiscale:
80040220289
Ringraziamo calorosamente tutte le persone che
donano e che lavorano con spirito di solidarietà,
per il bene comune.
INFORMAZIONI
UTILI
DR. MASSIMO GION: “DAI
BIOMARCATORI ENORMI
SVILUPPI PER LA LOTTA
AI TUMORI”
«Abbiamo prospettive di sviluppo enormi».
Così, eloquentemente, Massimo Gion sintetizza
lo scenario della ricerca sui marcatori tumorali.
Gion, direttore scientifico della Fondazione
ABO (vedi sotto) e del Centro Regionale Veneto
Indicatori Biochimici di Tumore, fa il punto su
questo ambito cruciale della lotta al cancro.
«Stiamo percorrendo - spiega il medico - alcuni
grandi filoni. Il primo è quello dei marcatori
tradizionali (della mammella, del colon, dell’ovaio e
della prostata), dove dobbiamo “mettere ordine”».
I marcatori non sono sostanze emesse dal
tumore, ma dal tessuto dell’organo sano. Solo
che, se c’è il tumore, il tessuto si scompagina
e ne produce di più. «Si deve capire - riprende
Gion - quando finisce il “rumore” e quando
inizia il segnale. Da ciò lo studio in corso,
su persone sane per poi confrontare i loro
marcatori con quelli di persone malate».
Obiettivo è l’affinamento dell’uso dei marcatori
per diagnosticare il cancro: «Per esempio: se
un uomo sta bene e si fa il Psa (il marcatore
della prostata) ogni anno, chi può assicurare
che un certo incremento sia prova di tumore o
non sia invece fisiologico? Perciò noi cerchiamo
di dare un contributo perché ci siano le
conoscenze per dire, ad esempio, che il Psa
che sale di un tot all’anno vuol dire cancro; se
invece sale di tot meno uno non è più cancro».
Poi ci sono le indagini sui nuovi marcatori. Precisa
Gion: «Oggi si sa che la cellula tumorale è molto
variabile e che non esistono due tumori uguali.
Così i diversi tumori possono essere trattati con
farmaci diversi in base alla struttura molecolare
del tumore. Quindi si cercano i marcatori predittivi,
che indicano i meccanismi di difesa della cellula
neoplastica contro l’aggressione della chemio o
della radioterapia tradizionale. Oppure addirittura
i bersagli molecolari per i nuovi farmaci che
vanno a “mettere una zeppa” all’interno di
meccanismi come l’angiogenesi tumorale».
Insomma: si indaga per conoscere meglio
il comportamento del cancro così da
poter bersagliare sempre più il tumore e
sempre meno il paziente: «E’ come aprire
l’arcobaleno in tutti i suoi colori per capire
se è meglio bloccare il verde oppure
il rosso e non tutti i colori assieme».
Ma un altro promettente filone di ricerca riguarda
i marcatori della capacità del singolo paziente
di sostenere la tossicità dei farmaci: «Perché,
come si sa molto bene, alcuni farmaci antitumorali sono fortemente tossici. Ma non sono
ugualmente tossici per tutti: per alcune persone
risultano avere maggiore tossicità che per altri.
Ciò dipende dalla capacità che ciascuno di
noi ha di proteggersi dalle sostanze tossiche
con alcuni enzimi, che sono legati a dei geni».
Geni - prosegue Massimo Gion - che non sono
tutti uguali, ma hanno dei polimorfismi, «cioè
delle piccole variazioni che non danno alcun
segnale, se non quando la persona è esposta
a sostanze tossiche. Lo studio di questi
marcatori della persona, non del tumore,
potrà aiutare a migliorare la terapia, fino
a non prescrivere farmaci che altrimenti
si sarebbero usati, riducendo i rischi».
Ma quando queste ricerche si trasformeranno
in pratica clinica? Quasi impossibile prevederlo.
«Quello che è complesso è inutilizzabile,
quello che è semplice è inutile», conclude Gion
citando Paul Valery. «Abbiamo una quantità di
conoscenze sufficientemente alta per cui, se noi
scienziati riuscissimo a parlarci, credo che in tre
anni avremmo delle rivoluzionarie novità. Ma la
complessità è così alta che ogni giorno diventa
più difficile parlarsi. Ciò di cui abbiamo bisogno
è maggiore umiltà e maggiore connettività. E’
l’obiettivo della Fondazione Abo: trasferire
conoscenze in modo rapido ad una rete di
operatori che non ambiscano alla scoperta
individuale ma al successo di gruppo».
[Tratto da: articolo di Giorgio Malavasi su GENTE
VENETA, n.32/2009 del 24 luglio 2009]
INFORMAZIONI UTILI
INIZIATIVE PER
RACCOLTA FONDI
Il Dr. Massimo Gion in
una foto tratta dal sito
della Fondazione ABO,
www.fondazioneabo.org
19
INFORMAZIONI UTILI
20
PER OTTENERE
L’INVALIDITÀ
COMUNICATI STAMPA
DALLA FAVO
A partire dal 1° gennaio 2010 il riconoscimento dei
benefici in materia di invalidità civile è riformato,
come previsto dall’art. 20 del decreto legge
n. 78/2009, convertito nella Legge 102/2009.
L’Inps, con circolare del 28 dicembre 2009, illustra
il nuovo iter procedurale e gli effetti della disciplina,
che ha tra i suoi obiettivi il contrasto alle frodi, la
trasparenza del procedimento e la tracciabilità di
ogni nuova domanda di invalidità: tutto ciò garantirà
ai cittadini disabili assistenza certa e tempestiva.
Questi alcuni degli effetti della nuova disciplina.
A decorrere dal 1° gennaio 2009 le domande
volte ad ottenere i benefici in materia di
invalidità, cecità o sordità civile, handicap e
disabilità, corredate di certificazione medica,
dovranno essere inoltrate all’Inps solo per via
telematica. Ciò permetterà di monitorare lo
stato della propria pratica, tramite collegamento
al sito dell’Istituto con le proprie credenziali di
accesso (PIN, Personal Identification Number ).
A tal fine è stata realizzata un’applicazione
(“Invalidità Civile 2010” - InvCiv2010),
disponibile sul sito internet dell’Istituto (www.
inps.it). L’accesso all’applicazione è consentito
solo agli utenti muniti di PIN, le cui modalità di
assegnazione sono descritte nello stesso sito
dell’Inps. Anche la certificazione medica è
compilata on line dal medico certificatore,
a seguito di un’apposita procedura.
Il cittadino che intende presentare
domanda, quindi, deve recarsi presso
un medico abilitato alla compilazione
telematica del certificato medico introduttivo
che attesti le infermità invalidanti.
L’elenco dei medici certificatori accreditati
in possesso del PIN sarà pubblicato
sul sito internet dell’Istituto. Completata
l’acquisizione del certificato medico introduttivo,
la procedura genera una ricevuta che il medico
stesso provvede a stampare e consegnare al
richiedente; sulla ricevuta è presente il numero
del certificato, che il cittadino dovrà riportare nella
domanda per l’abbinamento dei due documenti.
Ai fini dell’abbinamento, il certificato ha una
validità massima di trenta giorni dalla data di
rilascio. Il medico provvede, inoltre, a rilasciare
il certificato introduttivo firmato in originale, che
il cittadino dovrà esibire all’atto della visita. La
domanda può essere presentata, oltre che dal
cittadino in possesso di Pin, dagli Enti di patronato
e dalle Associazioni di categoria dei disabili. La
procedura permette il rilascio di una ricevuta.
Per quanto riguarda la visita medica, presso
la Commissione Asl integrata dal medico
dell’Inps, la procedura on line propone
l’agenda degli appuntamenti disponibili presso
la ASL corrispondente al CAP di residenza;
il cittadino potrà indicare una data di visita
diversa da quella proposta, scegliendola
tra le ulteriori date indicate dal sistema.
Redazione internet - [email protected]
AGGIORNAMENTO DELLE
PRESTAZIONI INPS.
Con circolare n. 132 del 29 dicembre 2010 la
Direzione Centrale delle Prestazioni INPS ha
aggiornato gli importi delle provvidenze per gli
invalidi civili e i limiti di reddito previsti per avere
diritto alle relative prestazioni assistenziali.
Pensione per gli invalidi civili totali anno 2010,
euro 256,67 mensili (13 mensilità) con limite di
reddito annuo personale non superiore a euro
15.154,24.
Assegno per gli invalidi civili parziali anno
2010, euro 256,67 mensili (13 mensilità) con
limite di reddito annuo personale non superiore
a euro 4.408,95.
Indennità di frequenza per minori anno 2010
(erogata per la durata delle cure o la frequenza
del corso) euro 256,67 mensili con limite di reddito
annuo personale non superiore a euro 4.408,95.
Indennità di accompagnamento anno 2010,
euro 480,47 mensili (12 mensilità). Non c’è alcun
limite di reddito.
Noi dell’ambiente sappiamo tutti, per esperienza
diretta o indiretta, quanto le terapie apportino
stanchezza e calo di energia. La tendenza
ad assopirsi, “lasciarsi andare” è naturale e va
anche assecondata, però fino ad un certo punto
proprio perché il movimento ci consente di
recuperare quella vitalità che qualche volta è
disturbata dalle terapie. Si tratta di procedere
gradualmente, imparando ad ascoltarsi e
capire quando è il momento di reagire e muoversi
e quando invece è il momento di recuperare le
forze semplicemente riposando. Quello che è
da evitare, se e fin dove è possibile, è l’inerzia
totale che porta sicuramente a un calo dell’umore
e spinge a proseguire su una strada che, qualche
volta, è anche di semplice pigrizia. Ognuno deve
imparare a regolarsi da sé, avendo però ben
presente l’importanza del movimento per il
benessere psicofisico, soprattutto se svolto
all’aria aperta e in mezzo al verde.
A tal proposito desideriamo riportarvi di seguito
un interessante articolo della dr.ssa Alessandra
Graziottin, ginecologa e oncologa:
In caso di depressione, a parità di terapia
farmacologica antidepressiva, il movimento fisico
accelera la velocità con cui la depressione viene
superata, stabilizza il benessere e consente di
ridurre il dosaggio dei farmaci mantenendo il
miglioramento dell’umore ritrovato.
Inoltre ottimizza i ritmi neurovegetativi:
del sonno, perché “scarica” in modo motorio
l’accumulo di tensione e di aggressività che
altrimenti può avere effetti dirompenti sia
sull’equilibrio emotivo, aumentando in particolare
l’irritabilità generale, sia sui ritmi neurovegetativi,
tra cui appunto il finissimo ritmo del sonno;
dell’appetito, regolarizzando il cosiddetto “set
point” ipotalamico, ossia il centro che controlla e
regola l’equilibrio tra segnali di appetito e di sazietà.
QUALI SONO I VANTAGGI DEL
MOVIMENTO FISICO PER LA FORMA
DEL CORPO?
Pensiamoci: viviamo in scatola dalla mattina alla
sera, in casa, in auto, in ufficio. La “sindrome da
spazio confinato”, la sofferenza fisica e psichica
che ci viene dal vivere chiusi in spazi sempre più
piccoli, può causare problemi fisici e psichici. La
drastica riduzione del movimento fisico esaspera
ulteriormente i danni della costrizione ambientale.
Per ritrovare equilibrio è indispensabile ritrovare il
tempo e lo spazio del movimento.
Il movimento fisico ottimizza il consumo periferico
di insulina: i muscoli infatti sono ricchissimi di
recettori per questo importante ormone, che
regola l’assunzione e l’utilizzo degli zuccheri.
Questo aiuta anche a migliorare l’attività dell’ovaio,
riducendo la tendenza alla micropolicistosi. Inoltre
non comporta solo “consumo calorico”, come
semplicisticamente si pensa, ma vantaggi più
sostanziali: mantenimento di una forma del corpo
più armoniosa, riducendo invece la tendenza
all’accumulo di adipe sui glutei, addome e punto
vita, tipica della sedentarietà e dell’aumentare
dell’età.
Attenzione: la vulnerabilità all’aumento di peso
è alta soprattutto prima della menopausa. Il
Massachussetts Women’s Health Study dimostra
che l’aumento di addome e punto vita è già
evidente dai 37 ai 48 anni. E che i fattori predittivi
più significativi sono il consumo di alcool e,
appunto, l’inattività fisica.
QUALI SONO I VANTAGGI DEL
MOVIMENTO FISICO PER LA MENTE?
QUALI SONO I VANTAGGI DEL
MOVIMENTO FISICO PER LA SALUTE?
Il movimento fisico aumenta la produzione
di endorfine, i nostri analgesici interni, che
possiamo chiamare anche “molecole della gioia”.
L’aumento di queste sostanze migliora infatti il
tono dell’umore, attenua il senso di stanchezza
(fisica ed emotiva), aumenta il senso di benessere,
la percezione dell’energia vitale e, in generale, lo
sguardo con cui noi guardiamo la nostra vita.
È opportuno fare le seguenti distinzioni:
per la salute dell’apparato osteoarticolare:
tutti sanno che il movimento fisico (e una sana
alimentazione, ricca di calcio e vitamina D riducono
il rischio di osteoporosi. Meno noto è il modo in
cui il movimento fisico ha un effetto benefico sui
muscoli e sulle fibre nervose periferiche. E’ stato
recentemente scoperto che durante l’attività
PERCHÉ IL MOVIMENTO FISICO È
IMPORTANTE?
INFORMAZIONI UTILI
MOVIMENTO
FISICO E SALUTE
21
INFORMAZIONI UTILI
fisica la fibra nervosa, che stimola il muscolo a
contrarsi a livello della “placca neuromuscolare”,
produce anche “fattori trofici”, ossia sostanze
che stimolano la costruzione delle proteine
che compongono proprio la fibra muscolare
(actina e tropomiosina). Per segreta simmetria,
il muscolo stimolato produce sostanze trofiche,
ossia nutritive, per le terminazioni nervose. È
questa la ragione biochimica per cui “la funzione
crea l’organo”. Motivo per cui il movimento fisico
mantiene non solo il tono, il volume (la massa
muscolare) e l’elasticità dei muscoli, ma anche
il benessere delle fibre nervose periferiche. Per
inciso, è questa una delle ragioni dell’efficacia
della riabilitazione fisiatrica dopo immobilità o
dopo ipotrofia muscolare da danni nervosi (es.
traumi) o muscolari.
Per la salute cardiovascolare: il movimento
fisico (regolare!) “ripulisce” la parete arteriosa
degli accumuli di colesterolo e grassi che
irrigidiscono la parete delle arterie causando
l’arteriosclerosi. Migliora inoltre l’elasticità
(“compliance”) della parete arteriosa, riducendo
le resistenze periferiche: è questa la ragione per
cui il movimento fisico contribuisce a mantenere
una normale pressione diastolica, ossia “minima”.
Arterie rigide sono invece una causa frequente di
ipertensione diastolica.
Per la salute psicosessuale: il “piacersi”,
il mantenere un’alta energia vitale e una
sensazione di armonia interiore, aiutano anche
ad avere un desiderio sessuale più vivace, ad
essere più recettivi nei confronti di eventuali
avances, perché ci si piace, ad avere una
risposta vascolare (di eccitazione e lubrificazione)
migliore, che prelude ad un più facile orgasmo. Il
tutto purché la rincorsa della forma fisica perfetta
non diventi narcisisticamente… fine a se stessa.
IL MOVIMENTO FISICO DA SOLO
PUÒ LIMITARE/CORREGGERE
L’OSTEOPOROSI?
22
No, è importante ma da solo non basta. E’
indispensabile associare calcio e vitamina D e
la giusta quantità di sole. È poi importante avere
un ciclo regolare (gli estrogeni sono grandi amici
dell’osso). Attente quindi ai blocchi mestruali da
dieta. L’osso ne soffre moltissimo, nonostante il
movimento fisico, come succede nelle ragazze
che soffrono di disturbi del comportamento
alimentare, quali l’anoressia persistente, le quali
possono sviluppare osteoporosi anche gravi da
giovanissime.
QUAL È IL MOMENTO MIGLIORE
PER FARE MOVIMENTO FISICO?
L’ideale è poterlo fare in armonia con i propri
bioritmi: i tipi “allodola” preferiscono farlo al
mattino, i “gufi” verso il pomeriggio/sera. È bene
fare uno spuntino di carboidrati e frutta due ore
prima, evitando invece il movimento fisico dopo
pasti abbondanti, e/o quando la temperatura
esterna è elevata (per esempio mai d’estate
nelle ore calde). Le mestruazioni NON sono
una controindicazione al movimento fisico.
Anzi: una regolare attività fisica aiuta anche a
ridurre l’intensità della dismenorrea, ossia delle
mestruazioni dolorose.
[tratto da www.theramex.it - interazioni con il
pianeta donna]
COMUNICATECI LA
VOSTRA E-MAIL!
Tramite la posta elettronica, possiamo inviarvi
inviti e comunicazioni. Quindi se avete un
indirizzo email tramite il quale vi interessa
comunicare con noi, ricordatevi di farcelo
avere!
Inoltre ricordiamo che se vi interessa essere
aggiornati via email sulle nostre attività, potete
iscrivervi alla nostra NEWSLETTER (dal nostro
sito www.volontadivivere.org o inviandoci una
mail con scritto “newsletter”).
PRESENTAZIONE DEL
LIBRO “IL VOLO DEL
DIAVOLO”
Sabato 26 settembre 2009 si è svolto un incontro,
presso la sede dell’Associazione, con la psicologa
Anna Condorelli e suo marito, sociologo
cileno Simon Goldstein, venuti a Padova per
presentare il libro “Il volo del diavolo”. Già nel
titolo la promessa di un evento interessante e la
giornata trascorsa con gli autori lo ha confermato.
Esordendo con la frase “Pensa!...
E’ gratis!..” sono entrati subito nel vivo della
questione: per affrontare meglio la vita,
soprattutto nei passaggi più difficili e dolorosi,
serve intraprendere un “cammino di salute”,
che parta da un pensare nuovo, più attento ai
segnali e ai linguaggi.
Le ricerche condotte negli ultimi 30 anni anche
da Anna e Simon hanno messo in luce la
diretta correlazione tra pensiero – linguaggio –
comportamento - sistema immunitario, tra stress
e malattia, in una parola, tra mente e corpo.
Arricchendo la loro bella esposizione a due voci,
con esperienze attinte dall’attività terapeutica
e da esperienze personali, ci hanno suggerito
come sia importante mettere a fuoco le forze che
boicottano il nostro programma di salute ( “i
nostri diavoli”, a cui far prendere il volo…), che
inconsciamente recitano sul nostro palcoscenico
interiore.
A partire dall’“immagine del sé” si organizza tutta
la nostra vita di relazione e il dialogo con noi
stessi. Oggi purtroppo c’è molta frammentazione,
che genera spesso sentimenti di impotenza,
debolezza, responsabili anche di importanti
depressioni immunitarie. Si tratta di ricomporre
queste parti, consapevoli del ruolo che hanno le
nostre immagini-guida nel favorire il processo di
guarigione.
Questo lavoro sul sé può essere un
“gioco” molto creativo ed avvalersi di diversi
strumenti: primo fra tutti il rilassamento (che
abbiamo fatto più volte durante la conversazione)
o tutte le forme di meditazione, con particolare
attenzione al respiro, che aiuta a disidentificarci dai nostri pensieri, a trovare la
nostra vera struttura. Staccandoci dalle emozioni,
per accedere alle intuizioni, possiamo attuare
una profonda rivalutazione della qualità delle
nostre relazioni.
Inoltre hanno più volte suggerito letture e
domande utili per questa indagine introspettiva:
chi pensiamo di essere?... Da quali pensieri
dipendiamo?... A quali pensieri stiamo dando
energia?... Quali sono le nostre potenzialità?
La guarigione passa attraverso un’evoluzione
spirituale, che ci rende anche più consapevoli
della nostra interrelazione con il mondo.
Ciascuno di noi è attrezzato di tutto l’occorrente
e siamo tutti in grado di attingere alle risorse
più profonde. Basta “mettere in scena”, nel
nostro teatro interiore, un nuovo copione, con
nuovi personaggi; ridefinire i propri confini e
rispettarli, per farli rispettare.
Dovremmo parlarci in modo più
amorevole, cambiare il nostro linguaggio, il
codice comunicativo, senza paura di perdere
il controllo, poiché, come hanno sottolineato
con affetto, “ogni dolore evitato si trasforma
in sofferenza ed ogni dolore affrontato si
trasforma in esperienza”!
Imparare a leggere i segnali dello stress, i sintomi
dei disagi che esso provoca, ci permetterebbe di
entrare in contatto più profondo con noi stessi e
con gli altri.
Legittimare il dolore significa assumerne la
responsabilità, evitare quello che è stato definito il
palleggiamento dello stress: uno “sport” praticato
spesso, con alti costi personali e sociali, che
consiste nello scaricare su chi ci è vicino le proprie
ansie, senza averle riconosciute ed imparato a
gestirle (a partire da una buona respirazione...).
Certo l’attuale società consumistica non aiuta
in questo percorso, con i suoi costanti giochi di
seduzione, illusioni di felicità a portata di mano
e proposte molto superficiali per raggiungere quel
piacere, amore, sicurezza cui tutti naturalmente
tendiamo.
Siamo spesso vittime, ad esempio, di una falsa
idea di piacere nei rapporti, basato su canoni
estetici di bellezza e giovinezza, piuttosto che
sulla ricerca di “grazia”.
L’”Oncologia Relazionale” di cui si
occupano studia proprio la natura delle relazioni,
a volte parassitarie, che, modificando i nostri
confini e le nostre attitudini, possono condurre
alla malattia.
Dunque, per raggiungere la meta di questo
“viaggio verso la guarigione”, Anna e Simon
suggeriscono di fare attenzione anche alle
nostre dipendenze e capacità di separazione da
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
NOTIZIE, EVENTI
E RECENSIONI
23
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
pensieri, persone, cose.
All’origine di una coppia, ad esempio, sta una
separazione simbolica (dalla famiglia di origine e
dai propri fantasmi), necessaria per la creazione
di un nuovo nucleo, i cui elementi fondanti
dovrebbero essere ammirazione, eroticità ed
emozione nella cura, ma dove spesso si perdono i
confini delle relative identità, diventando un “ring”
pieno di rivendicazioni, piuttosto che il luogo di
uno scambio amorevole.
Anche il rapporto padre-madre-figli dovrebbe
favorire quel naturale e necessario processo di
separazione progressiva, caratterizzata sia da
una matrice biologica che culturale.
Amore, in-somma, è legittimazione nostra e
dell’altro, non “tolleranza” (che contiene in sé
una nota discriminante).
Ciascuno di noi è tenuto a sviluppare la
propria autonomia e quella degli altri, cui
siamo profondamente collegati, come ci hanno
ricordato i relatori, utilizzando più mezzi ed
informazioni possibile: incontri come questo, con
Anna Condorelli e Simon Goldstein non possono
che ampliare gli orizzonti del nostro sentire e
predisporci a… pensare, proprio come era
nelle loro (e nostre) intenzioni! E tutto il pubblico
presente ha dimostrato di apprezzare pienamente
l’iniziativa.
Dunque Caterina, in attesa di condividere,
con un auditorio ancora più numeroso, altri
eventi così utili ed avvincenti, ti ringrazio con un
abbraccio affettuoso.
Marta Bresciani Alvarez
RECENSIONE DEL CORSO
DI FORMAZIONE PER
VOLONTARI:
“IL DIALOGO CON I
PAZIENTI ONCOLOGICI”
Con questo articolo cogliamo l’occasione per fare
il punto della situazione sul Corso di formazione
per volontari oncologici organizzato dalla nostra
Associazione e per ringraziare il CSV di Padova
per il contributo economico elargito, grazie al
quale il progetto è stato realizzato.
24
LA COMPRENSIONE
DI SÉ RISPETTO AL
RUOLO ASSUNTO E IL
SIGNIFICATO DELLA
FORMAZIONE CONTINUA
ATTRAVERSO IL GRUPPO
La formazione del volontario non propone
l’adattamento delle persone ad un ruolo
predefinito, ma la comprensione di sé rispetto al
ruolo assunto: essa diventa in questa accezione
un importante processo che, attraverso la
trasmissione di conoscenze e l’acquisizione
di competenze, porta ad un cambiamento più
profondo della persona. Permette di individuare
le difficoltà incontrate dal volontario nella
sua assistenza al malato o nella sua attività
quotidiana, favorendo l’espressione di ansie,
timori e tensioni. Il risultato è quello di una nuova
consapevolezza del proprio “essere con
l’altro” (paziente, famiglia, Associazione) e del
proprio “essere con se stesso”.
Scrive Giovanni Marchioro: “La
consapevolezza è alla base della capacità
di costruire relazioni significative. La
consapevolezza è la capacità di vivere presenti
ai nostri pensieri e ai nostri sentimenti e nello
stesso tempo attenti a percepire quelli degli
altri. La capacità di prestare attenzione ai propri
processi interni permette di essere presenti
nelle interazioni con gli altri e di rispettare le loro
esperienze individuali. La consapevolezza è una
condizione che dipende da un atto intenzionale,
occorre volerla perché si compia, e si compie nel
tempo, con la necessaria fatica, attraverso un
confronto paziente e sistematico con chi è altro
da sé.”
La formazione accompagna il volontario
in tutti i momenti della sua esperienza, aiutandolo
a mantenere vive le motivazioni consce e, a
volte, a fare luce su quelle inconsce.
La formazione avviene nel gruppo, all’interno
del quale il volontario impara ad ascoltare, ad
accogliere i vissuti espressi senza giudizio o
disapprovazione, a riconoscere che possono
esserci molti modi per sentire ed esprimere le
proprie emozioni e le proprie esperienze.
Il gruppo incoraggia la comprensione della
diversità. L’esperienza di gruppo crea
un’atmosfera di appoggio e di contenimento dei
vissuti, aiuta il volontario a conoscersi meglio,
rinforza il senso di appartenenza al sistema che
lo sostiene e lo accoglie, promuovendo la nascita
un volontario deve compiere è l’ascolto, di sé e
dell’altro.
Marchioro ci illumina ancora con le sue
parole: “Ho creduto allora di vedere tutti questi
corpi devastati dalla malattia, diventare portavoce
dell’Ombra, di quella parte inascoltata, che
solo nei sintomi e nelle malattie sembra trovare
ascolto. Evidente espressione dell’estraneità che
abita in noi: siamo estranei a noi stessi, e la parte
malata, sgradevole e repressa, diventa in certi
casi l’unica occasione che l’individuo ha di fare
conoscenza con essa, e quindi con se stesso”.
Le parole dell’autore ci invitano a
riflettere sul senso profondo di un’esperienza
devastante, ma potenzialmente trasformativa,
come il cancro: “Tante volte ho visto persone
camminare su sentieri nuovi fino a rivoluzionare
la propria vita, trasformandola, rallentandola fino
a farsi raggiungere da quell’anima che avevano
dimenticata lasciata altrove, come se avessero
riflettuto sulla fatidica frase: Siamo andati avanti
così rapidamente in tutti questi anni che ora
dobbiamo sostare un attimo per consentire alle
nostre anime di raggiungerci”.
L’auspicio è che questo Corso abbia
stimolato il volontario ad accogliere non solo la
persona malata, ma soprattutto la sua Anima,
a dialogare con essa, cogliendone sempre
l’espressione soggettiva e il valore di ogni
incontro umano, unico e irripetibile, che in essa
si rappresenta.
Dr.ssa Chiara Vitalone - Psicologa
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
ed il consolidamento di un’identità di gruppo.
La formazione è anche un momento di
comunicazione tra il volontario e l’Associazione,
fondamentale per sostenere la motivazione a
rimanere. E’ un importante momento di scambio
che permette al volontario di considerarsi parte
attiva della struttura e permette all’Associazione
di identificare nuovi bisogni ed individuare
momenti di crisi.
Dal punto di vista delle competenze il
minimo comune denominatore che rappresenta
una dote imprescindibile del volontario, qualunque
sia l’ambito nel quale è chiamato ad intervenire, è
dato dalla capacità di ascolto e di empatia.
Carl Rogers definisce l’empatia come “saper
entrare nel mondo percettivo privato dell’altro
e sentirsi completamente a casa in esso…. ciò
comporta l’essere sensibile, attimo dopo attimo,
ai cambiamenti, alla rabbia, alla paura, alla
confusione o a qualsiasi altra cosa l’altro stia
provando. Significa: vivere temporaneamente
nella vita dell’altro, delicatamente, senza
esprimere giudizi”.
La via maestra per raggiungere l’empatia è
l’ascolto: un ascolto attivo frutto di esercizio, di
riflessioni collettive ma soprattutto del contatto
con storie di sofferenza, di dolore ma anche
di gioia e di speranza. Obiettivo ultimo della
formazione è infatti proprio quello di aiutare
il volontario ad affinare le proprie capacità di
ascolto e di empatia.
Per apprendere dall’esperienza il
volontario deve essere in grado di riconoscere
i propri limiti, di riconoscere cioè quando si è
bisognosi di prendersi cura di se stessi. Il valore
della formazione permanente diventa perciò
irrinunciabile e praticabile solo in un contesto
culturale in cui l’esperienza del limite è vissuta
positivamente, come segno del riconoscimento
del lavoro e dell’identità di sé e degli altri, non
come un difetto, una mancanza, o una perdita di
potenza.
La necessità di una formazione continua per
il volontario è fondamentale anche per essere
“solamente” semplici e sinceri “compagni di strada”
della persona malata che si ha di fronte, capaci
di condividere pesi che sarebbero insopportabili
se portati in solitudine. Il volontario assume per
il paziente un ruolo di “maieuta”, apportatore
di quell’arte del far crescere, di trasformare
l’esperienza di malattia in un momento di crescita
personale.
Per inserirsi pienamente in questa
dimensione il primo e più importante passo che
PROGETTO MARTINA:
LE OPINIONI DELLE
INSEGNANTI REFERENTI
ALLA SALUTE
Gli incontri a scuola con gli studenti delle classi
quarte e quinte degli Istituti Superiori di Padova
e Abano proseguiranno fino a marzo. Intanto
nell’anno scolastico 2009/2010 abbiamo già
incontrato 11 scuole, portando le lezioni riferite
ai giovani sui tumori femminili, maschili e sul
melanoma.
La squadra di medici e il coordinamento della
Referente al Progetto, la nostra volontaria
Annamaria Cavezzana, hanno riscosso molto
successo, come dimostrano le lettere che ci sono
state inviate da alcuni Istituti.
25
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
Di seguito ve ne riportiamo due, per ringraziare
tutti dell’ottimo lavoro svolto!
In seguito all’intervento di educazione alla salute
svolto presso il nostro istituto in data 16 marzo
2009, le studentesse che hanno partecipato
sono state invitate ad esprimere il loro parere
sull’incontro.
E’ emerso un alto indice di gradimento sia per gli
argomenti trattati, sia per l’efficacia comunicativa
dei relatori. In particolare è stato apprezzato
l’intervento del ginecologo che ha certamente
provocato una maggiore consapevolezza nelle
ragazze. Inoltre le alunne hanno riconosciuto di
non essere spesso adeguatamente preparate
e attente alla loro salute e hanno ribadito
l’importanza di offrire ai giovani occasioni di
incontro mirate non solo a dare informazioni ma
anche a diffondere una maggiore sensibilità utile
alla prevenzione e più in generale all’assunzione
di stili di vita più salutari.
Cogliamo pertanto l’occasione per ringraziarvi
del servizio di grande valore educativo che avete
voluto offrirci e auspichiamo che la collaborazione
possa continuare in futuro.
Cordiali saluti,
il Dirigente Scolastico dell’ Istituto
Superiore “E. Usuelli Ruzza”
Dr.ssa Luisa Tinti
il Referente
professore Matteo Ometto
Nel ringraziarvi per la bellissima conferenza del
10/12/2009 u.s. che ha coinvolto i nostri ragazzi
in modo assai partecipativo, vogliamo esprimere
le più vive congratulazioni per questa iniziativa
così utile e necessaria augurando che possa
sempre riuscire gradita come lo è stato per i
nostri ragazzi.
il Direttore di sede
Prof.ssa Arianna Caccaro
Istituto Statale di Istruzione Specializzata
per sordi “ISISS Magarotto”
26
IL TIROCINIO
Da circa dieci anni l’Associazione è
convenzionata con L’Università di Padova ed
accoglie tirocinanti dalla facoltà di Psicologia.
Da questa esperienza spesso nascono
interessanti collaborazioni.
Di seguito riportiamo le riflessioni degli ultimi
due tirocinanti, accolti nel 2009:
UNA REALTÀ A ME
SCONOSCIUTA
di Cosimo Lesseri
Quella che vado a raccontarvi è la mia esperienza
da tirocinante all’interno dell’Associazione
“Noi e il Cancro – Volontà di Vivere”. Colgo qui
l’occasione per salutare la sig.ra Caterina Tanzella,
presidente dell’associazione nonché donna di
grande carisma e di una squisitezza unica.
Cos’è l’associazione “Noi e il cancro”? Cosa
offre? Potrei definirlo come un nido di
solidarietà per il malato oncologico. Qui i
malati trovano accoglienza, comprensione e
soprattutto condividono insieme la loro malattia
che in un certo senso li rende “diversi” dagli altri.
Qui loro si sentono sicuri, ritrovano la serenità
persa, dandosi forza a vicenda. Quello che
l’associazione offre loro si racchiude in una serie di
iniziative che vanno dalla consulenza psicologica,
ai diversi corsi di riabilitazione psicomotoria,
coinvolgendo anche i familiari dei pazienti.
Tutto questo per ridare al paziente la fiducia
persa, la forza di vivere e la consapevolezza
che dal cancro si può guarire. Cosa che invece
un ambiente ospedaliero non offre, in quanto
ci sono solo specialisti della macchina umana
che fanno diagnosi, interventi chirurgici, ma che
non sempre hanno attenzione nei confronti del
vissuto del paziente. Quest’ultimo infatti cerca
spiegazioni, conforto, sostegno psicologico, oltre
che terapeutico. In clinica il paziente si sente
incompreso, spaesato, impaurito, vede infranta
ogni prospettiva di vita e col tempo, magari, si
convince che tutto quello che farà non gli servirà
a niente, perché è la bestia nera del cancro che
governa la sua persona.
La sua vita ricomincia appena incontra
l’associazione “Noi e il cancro”. Qui il clima di
solidarietà, accoglienza e comprensione gli ridà
la forza di rimettersi in gioco, la consapevolezza
che la vita non è finita del tutto, ma che la lotta è
appena iniziata con un grosso punto a suo favore.
IMPARARE A CAPIRE
COSA VUOL DIRE
PASSARE ATTRAVERSO
UNA DIAGNOSI DI CANCRO
di Silvia Battistello
Sono entrata per la prima volta in Volontà di
Vivere nel settembre 2008 come tirocinante
post-lauream di psicologia. Tante cose sono
cambiate da quel primo incontro e tante cose
questa collaborazione mi ha insegnato.
Alla mia prima esperienza nell’ambito oncologico
ero completamente digiuna dei significati che
la malattia cancro porta con sé e mi portavo
addosso una certa dose di ansia dettata dal
timore di non essere in grado di confrontarmi con
una simile realtà. Mi è rimasta nitida la sensazione
di inadeguatezza, lontananza, disagio… cosa
potevo dire e cosa potevo fare qui dentro?
Solo con il tempo, venendo a contatto con le più
svariate storie di vita, tutte le mie anticipazioni
e costruzioni a proposito della malattia cancro,
del rapporto psicologo-paziente oncologico e
del ruolo dell’associazione nella vita delle donne
che la frequentano hanno subito una sostanziale
revisione. Sono uscita da una logica di immobilità
che mi faceva costruire l’evento cancro come
qualcosa di travolgente e paralizzante per tentare
di conoscere e capire quale può essere il ruolo
dello psicologo in un tale contesto.
Da brava studentessa universitaria
avevo imparato che il requisito fondamentale
per intraprendere un percorso con un paziente
è la presenza di una sufficiente motivazione da
parte dello stesso. Ora, mi chiedevo, che tipo di
motivazione può avere una persona colpita dal
“male” per eccellenza ad ascoltare le prediche di
un dannato psicologo perfettamente in salute che
non ha la vaga idea di cosa voglia dire passare
attraverso una diagnosi di cancro?
Effettivamente posso solo provare ad
immaginare cosa significhi vedere la propria vita
capovolta nello spazio di pochi minuti. Entri nello
studio del medico e fino a quel momento la tua
vita scorre tutto sommato in modo tranquillo…
poi… “lo specialista” inizia a parlare e ad un
tratto scopri di essere malata e che forse stai per
morire. All’improvviso ti ritrovi a fronteggiare la
prospettiva di poter soffrire, di vedere cambiate,
per un periodo indefinito, relazioni, abitudini,
ritmi… l’intera esistenza.
La malattia porta velocemente ad una
trasformazione totale del modo di vedere se stessi
e di costruirsi: si può scoprire di non essere più
in grado di fare ciò che si faceva “prima”, di non
essere più efficienti come “prima”, di non avere
più gli stessi interessi, di non sopportare più la
presenza di alcune persone, di essere cambiati
nel carattere, di essere diversi da tutti gli altri.
Quello che coglievo fin dai primi confronti con
le utenti dell’associazione, e che mi creava
imbarazzo e una sensazione di impotenza, è che
spesso il cancro è vissuto come una malattia che
porta a percepirsi come completamente differenti
dalle altre persone “sane”; questa differenza è
complessa e riguarda sicuramente diversi aspetti
ma credo che il punto cruciale sia la percepita
vicinanza della morte, la consapevolezza
improvvisa di essere mortali, la sensazione di
estrema vulnerabilità.
Avevo l’impressione che questi sentimenti così
forti e intrusivi di unicità, solitudine e diversità
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
La mia esperienza all’interno dell’associazione?
Be’ innanzi tutto ho avuto la possibilità di
avvicinarmi ad una realtà a me sconosciuta.
Ho seguito seminari, convegni, partecipato ad
un progetto sull’informazione e prevenzione dei
tumori rivolto agli adolescenti, nonché ad un corso
di musicoterapia per la riabilitazione psicomotoria
del malato oncologico.
Un’esperienza banale, direbbe un osservatore
cieco, ma posso assicurare che ne è valsa la
pena. Ho avuto modo, innanzi tutto, di avere un
contatto diretto con la disciplina e soprattutto con
i pazienti in fase avanzata di guarigione, per non
parlare poi dei diversi contributi che gli operatori,
medici e non, dell’associazione hanno dato, sia
in forma diretta che indiretta, alla mia formazione,
sia in ambito psicologico che oncologico. Anche
se magari avrei preferito più qualcosa di pratico
in funzione della mia professione futura.
Poter seguire qualche seduta di psicoterapia
mi sarebbe servito, oltre a farmi avvicinare alla
professione, anche ad avere un riscontro pratico
nell’ambito clinico, in modo da poter concretizzare,
in qualche modo, tre anni di studi. Ecco, dal mio
punto di vista, questa è l’unica critica che faccio
all’associazione, in quanto, il poter seguire
qualche colloquio, sarebbe stata l’esperienza
più formativa per il mio ambito di studi, che ogni
studente in psicologia si aspetterebbe.
Il messaggio che lascio con cuore all’associazione
è il seguente: la vita è una dono prezioso,
continuate a difenderla.
27
NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI
implicassero la sensazione da parte delle mie
interlocutrici che nessuna delle persone “sane”
possa comprendere e sentire quello che loro
stanno attraversando.
A tal proposito credo che l’opera delle volontarie
all’interno dell’associazione sia fondamentale,
chi meglio di una donna che è passata attraverso
le fasi della malattia, la sofferenza e ne è uscita
vittoriosa, profondamente trasformata e rinforzata
può essere la testimone della possibilità di
vincere questa battaglia? Chi meglio di loro può
ascoltare, comprendere e fungere da stimolo per
la motivazione delle pazienti?
La presenza delle volontarie con la loro
carica di umanità e il loro pieno esserci nella
relazione con le utenti mi ha fatto riflettere sul
ruolo dello psicologo.
Sentivo la malattia oncologica talmente lontana
dalla mia esperienza che non riuscivo a
comprendere come, da futura psicologa, avrei
potuto pretendere di dispensare consigli ai
pazienti dall’alto della mia fortunata condizione di
perfetta sanità.
Il primo passo per uscire da questa empasse è
stato, ora mi sembra molto banalmente, rendermi
conto che la malattia può capitare a chiunque,
anche da un giorno all’altro, anche senza sintomi
conclamati.
Questo apparentemente banale insight ha dato il
via ad un tentativo di “guardare con gli occhi degli
altri”, ho provato a riflettere sulle mie possibili
reazioni nel caso in cui l’esperienza di malattia
dovesse toccarmi da vicino, solo allora ho iniziato
a vedere la presenza di significati: in diverse
persone può esserci identità di sintomi ma non
esiste un cancro uguale all’altro, ogni paziente è
portatore di una malattia clinicamente uguale o
simile a molte altre ma completamente diversa
dal punto di vista psicologico.
Credo che il processo terapeutico del paziente
malato di cancro abbia a che fare prima di tutto
con il significato che egli dà alla malattia. Nel
turbinio di sentimento (ansia, terrore, paura…)
egli deve ridefinire il senso della propria vita, del
tempo, delle relazioni, di se stesso.
All’interno di questo mondo di significati lo
psicologo può
9 lavorare con il paziente in modo da fornirgli
la possibilità di ricostruire l’esperienzamalattia in modi differenti e più ricchi;
9 aiutare la persona a riprendere un ruolo
attivo nella propria vita ricostruendo la
28
differenza tra sé e le persone “sane” in
una maniera propositiva, sperimentando
tali relazioni in una maniera attiva e aperta
all’esplorazione;
9 sostenere il paziente nell’elaborazione
delle costruzioni di “morte” vs. “qualche
altra alternativa possibile”.
Mi sono anche chiesta attraverso quali strategie
sia possibile fare ciò.
Credo che possano esistere diverse relazioni
terapeutiche tante quante sono le persone che
uno psicologo incontra, ciò che è di importanza
fondamentale è la qualità della relazione.
Secondo George Kelly (psicologo fondatore
della psicologia dei costrutti personali) l’abilità
dello psicologo consiste nella sua capacità di
comprendere le convinzioni potenzialmente
“dannose” o “immobilizzanti” del cliente per
poterlo aiutare a districarsene e portarlo così
all’apertura verso nuove esperienze e nuovi modi
di costruire gli eventi.
Egli deve fornire al paziente “opportunità per
sperimentare modi alternativi di costruire la
propria vita”.
Per poter fare ciò lo psicologo stesso deve essere
aperto a significati alternativi (era il mio vedere
il cancro come situazione senza via di uscita a
bloccarmi e a farmi pensare di non poter fare niente
con queste pazienti), deve essere interessato
all’intera persona e non solo ad una parte di essa
(es. la sua malattia, il suo corpo), rispettare i suoi
tempi, ascoltare i suoi bisogni, fare qualcosa “con”
lei e non “su di” lei, accettare di parlare di morte,
sofferenza fisica, paure, angosce.
Lo psicologo per primo deve essere ben conscio
che è il paziente ad avere il cancro, non il cancro
ad avere il paziente. Inizialmente sono caduta più
volte nello stereotipo che misura la professionalità
dello psicologo dal suo algido distacco, credo di
aver capito che la pretesa di poter essere d’aiuto
ai malati oncologici, come ad ogni altro paziente,
non possa prescindere dall’offrire piena presenza,
accettazione, comprensione e interesse per ogni
aspetto della malattia. L’importante è ESSERCI
pienamente nella relazione.
Ciò che l’esperienza di tirocinio mi ha lasciato
è la consapevolezza che di fronte ad ogni tipo
di esperienza umana è possibile fare qualcosa
e dare un significato.
CRONACHE
CRONACHE
MARATONA KOMEN
SETTEMBRE 2009
A BOLOGNA
Tutte in rosa, in una Bologna solidale
Che belle queste donne tutte in rosa, il colore
femminile per eccellenza, che ha sottolineato
l’appartenenza ad una comune esperienza di
malattia delle signore trovatesi a Bologna il
giorno 27 settembre 2009 per la maratona
“Race for the cure” della Komen Italia ONLUS.
Il rosa è un colore che ingentilisce e devo
dire che le signore che marciavano per Bologna
sembravano gentili anche nello sguardo, erano
infatti sorridenti, non spaventate, felici di trovarsi
insieme a festeggiare la prevenzione che ha
consentito a tante di loro di poter intervenire
in tempo utile alla cura nel caso di patologia
mammaria.
Oltre al rosa, ha contribuito a creare
un’atmosfera delicata, anche il tanto verde del
parco dei “Giardini Margherita”, parco con piante
millenarie, ancora verdi per la stagione. Era anche
una bella giornata, le rosse pietre del centro
storico erano quanto mai capaci di riflettere quel
calore vitale che prendevano dal sole.
Eravamo in tante e si sentiva alle spalle
un’organizzazione robusta ma non è mai
mancato un clima di spontaneità e serenità nel
fare outing (uscire allo scoperto con la propria
malattia). Anche perché questo fare outing era
finalizzato a pubblicizzare la prevenzione, la
principale arma in nostro favore. Era presente
anche Rosanna Banfi, ancora con “taglio corto”
ma forse proprio per questo particolarmente
emozionata e desiderosa di creare sintonia. Ci
è piaciuta anche Maria Grazia Cucinotta, molto
semplice nel porsi al pubblico e ad inserirsi in
questo tipo di problematica. Infatti, con molta
naturalezza, si è resa disponibile ad una foto con
la nostra Lilia che, nonostante la confusione, non
si è mai persa d’animo ed anzi dava consiglio a
noi su come muoverci.
Questa maratona è annuale, chi fosse
interessato per il prossimo anno, si tenga
informato.
Lucia Andriolo Stagno
nelle foto: le “maratonete” di Volontà di Vivere”
insieme alle madrine della giornata, le attrici Maria
Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi.
29
CRONACHE
30
FESTA DEL TRENTESIMO
AL SAN GAETANO
Nelle foto, alcuni momenti della bellissima cerimonia
per i 30 anni dell’Associazione, lo scorso ottobre: la
consegna della targa di riconoscimento per il suo
lungo impegno a Caterina Tanzella da parte di tutti
i soci; la Presidente con gli altri soci fondatori; il
pubblico; la premiazione dei medici; il gruppo delle
volontarie.
IMPRESSIONI DI UNA
PARTECIPANTE SULLA FESTA
DEL 30° AD OTTOBRE AL SAN
GAETANO.
Dall’incontro, che si è snodato velocemente, sono
emerse, con semplicità e naturalezza, senza
enfasi, la natura e l’identità dell’Associazione
che sostiene a tutto campo le persone colpite
dal cancro con una rete di servizi svolti grazie
all’apporto qualificato dei diversi professionisti,
come risposta di solidarietà a bisogni concreti.
L’Associazione, che considera prioritaria la
centralità della persona, è riuscita a trasmettere
un messaggio di solidarietà a coloro che, al
termine o durante l’evento che le ha colpite,
possano scoprire valori quali la condivisione
partecipata alla sofferenza e la ritrovata voglia
di vivere.
Fernanda Truini
Riportiamo le riflessioni di alcuni partecipanti,
emerse al termine del seminario tenuto da i
dottori Anna Condorelli e Simon Goldstein nel
dicembre 2009:
“Straordinaria l’esperienza del gruppo, ho trovato
spazio per confrontarmi con gli altri, insieme
ai quali ho composto una tavolozza di colori
arricchente” M.B.
“Mi trovo bene in questi lavori, soprattutto per la
relazione che viene a crearsi con gli altri” L.L.
“Avevo timore di trovarmi fuori posto ma ho
scoperto persone ricche per tutti gli spunti che mi
hanno saputo dare” C.C.
“Ho trovato conferma al lavoro che ho fatto
negli altri seminari del passato ed è stato come
rafforzare la terapia di mantenimento” D.L.
“E’ stato il primo seminario residenziale e lavorare
su un problema comune è stato interessante. I
conduttori hanno approcci diversi, interessanti
per stimolare quello che ognuno può fare con la
propria mente. Mi hanno risvegliato l’interesse di
cominciare un nuovo percorso” G.M.
CONCERTO
DI NATALE
CRONACHE
SEMINARIO INTENSIVO
RESIDENZIALE DI
PSICOLOGIA
Nella foto, il Coro San Paolo al Concerto “Natale
Insieme” per Volontà di Vivere all’Auditorium San
Gaetano, l’11 dicembre 2009
CENA DI NATALE 2009
Nella foto il gruppo che ha partecipato al
seminario insieme ai conduttori Anna Condorelli
e Simon Goldstein.
Nella foto, alcuni momenti durante la cena di
Natale 2009
31
I NOSTRI SOSTENITORI
32
I NOSTRI SOSTENITORI
Ringraziamo
coloro
che, dal 14/07/2009
al 31/01/2010 hanno
contribuito con le loro
offerte a mantenere attivi
i servizi di riabilitazione in
atto.
Ricordiamo che, essendo
la nostra Associazione
riconosciuta
come
ONLUS, ogni contributo
inviato per conto corrente
postale, per bonifico
bancario o direttamente
presso di noi con
assegno, è deducibile in
base all’Art. 13 del D.L.
460/97.
Non è possibile
detrarre i versamenti
effettuati in contanti
Aghito Alessandro
Agostinacchio Marina
Agresti Agar
Almeari Rita
Andreosi Rosanna
Annunziata Francesco Paolo
Areddia Monica
Bacelle Anna Maria
Bado Natalina
Baldresca Luigina
Bandiera Alessandra
Bano Cesarina
Bano Ester
Barbieri Silvana
Barbiero Patrizia
Barison Lina
Bassini Antonia
Batti Cloris
Battistello Carlisa
Battistello Violetta
Bello Raffaella
Belluco Marisa
Belussi Iside
Benetello Giuseppe
Benkovic Silvana
Bernardina Venturato Giovanna
Bertin Fernanda
Bertola Francesca
Bettella Vittorina
Bighetti Eleonora in Tonon
Bilato Rosanna
Biscaro Rosa
Bolletti Rosetta
Bolzonella Lilia
Bonato Adriana
Bortolami Wanda
Bottin Agnese
Bouros Elena
Bragato Pierina
Branca Maria Rosaria
Brescello Gemma
Bresciani Marta
Bressan Silvana
Buonerba Lilia
Busolin Alessandra
Calore Giovanna
Cameran Ines
Camporese Mirella
Canovese Bertilla
Castagnoli Carla
Cavallo Maria
Cavattoni Pietro
Cavedon Imelda
Cavedon Renato
Cazziola Clara
Centro Iniziative Nuove
Cesaro Antonella
Chellin Susanna
Ciscato Pasqualina
Cisco Antonietta
Coccato Adriana
Collizzolli Fiorino
Compagno Gianna
Consert di Stefanutti
Cullere Bianca
D’Andrea Emma
D’Avella M. Rosaria
Dainese Donatella
Dal Fior Anna
De Luca Carmela
De Marco Marilena
Del Giglio Laura
Del Giudice Augusta
Dimensione Arteteatro
Dogo Marina
Dones Antonio
Donvito Pasquale Walter
Due Zeta di Zattin
Englaro Silvana
Ermeti Roberto
Fabris Olga
Fantini Luigina
Favero Natalia
Ferretto Edvige
Ferro Olga
Filatura T Sette
Forlani Elvira
Forti Marina
Fortini Anna Maria
Franchin Marisa
Gabrielli Gabriella
Gallana Cristina
Gallina Anna Maria
Gallo Maria Grazia
Gallo Teresa
Galvan Marina
Gambato Rosella
Giacomazzi Teresa
Glinni Lucia
Golfetto Giovanni
Gregolin Patrizia
Grigoletto Paola
Grosoli Lidia
Guariento Evelina
Gusella Dina
Lafratta Francesco
Lana Cristina
Lanzilao Daniela
Lentola Mariarosa
Levorato Marina
Livieri Rosa
Macchi Monique
Maestroni Sara
Maffizzoni Eugenia
Maggiolo Silvana
Maistro Bruna
Malaspina Nadia
Mancini Paola
Manoni Diana
Marcato Elisa
Marchioro Flora
Marcon Giampaolo
Marcon Severina
Marocco Nerina
Martella Manuela
Martinelli Cornelia
Masin Marilena
Masut Piergirolamo
Mattioli Paola
Mazzotti Cinzia
Mazzucato Andrea
Melato Rosanna
Meneghello Simonetta
Meneghin Rosanna
Mezzadro Fam.
Bacchella
Mezzadro Roberta
Minotti Ionne
Miozzo Gianna
Modesti Dante
Montagnini Rosa
Monti Enrica
Montisci Marinella
Moro Anna
Morossi Emma Carla
Moiola Carmen
Muggia Paola
Nalesso Michela
Negretto Anna Maria
Norbiato Renata
Nord Recuperi SNC
Novartis
Pan Gemma
Pastore Maria Grazia
Pedrolli Alda
Perandin Maurizia
Peretto Marina
Peri Annamaria
Picello Maria
Pilotto Marina
Piovese Calcio
Pirolo Loredana e
Gabriella
Pisani Giuliana
Pisano Maria Rosaria
Piva Anita
Pizzato Enzina
Pizzeria Peter Pan
Polo Mara
Portalupi Erminia
Preto Lucia
Tanzella Caterina
Tanzella Isabella
Tergolina Paola
Tioli Giuliana
Todesco Dina
Toffano Graziella
Tognon Carla
Tognon Luisa
Tomio Ottilia
Toniolo Selenia
Torresin Nadia
Trevisan Tulia
Turrini Muti Cosetta
Valentini Roberta
Varotto Maria Luisa
Velicogna Giovanni
Verza Cristina
Vezzani Gabriella
Zacchettin Gabriella
Zukowsky Josephine
Il 5 x mille: per l’anno 2006 ci sono arrivati Euro 24.074,92, per il 2007 Euro 23.418,55. Speriamo che per il prossimo
anno ci sia maggiore disponibilità e che la cifra non diminuisca ancora! Ringraziamo sentitamente tutti coloro
che si sono ricordati di indicare il nostro codice fiscale 80040220289 nella dichiarazione dei redditi. Continuate
a ricordarvi di noi sempre più numerosi e diffondete il numero di codice presso amici e parenti.” ; rimpicciolire i
loghi e cancellare il logo della Banca locale centro vitale.
Comune di
Padova
I NOSTRI SOSTENITORI - AGENDA
Santorsola Paola
Saoncella Maria
Sartori Guido
Scaioli Enzio
Schiavon Elvira
Schiavon Francesca
Seppi Susanna
Sonino Nicoletta
Stocchi Anna
Tallone Rossana
Tamiazzo Cinzia
Previato Alberto
Privitera Rosa
Rampazzo Gabriella
Reffo Lucia
Rocchi Alessandra
Rostellato Nevio
Sabbion Lina
Sabbion Lucia
Sagna Myriam
Salmaso Giulia
Salmaso Nunzia
Regione Veneto
AGENDA
Gio.
28 gen. 2010 Ore 16.30
Inizia il corso base di informatica - in sede
Gio.
04 feb. 2010
Ore 16.00
Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista
“Cefalea: conoscerne il significato simbolico per prevenirla“. In sede
Merc. 10 feb. 2010
Ore 16.00
Corso di formazione per volontarie - in sede
Merc. 24 feb. 2010
Ore 16.00
Corso di formazione per volontarie - in sede
Ven.
26 febb. 2010 Ore 21.00
2° incontro della Consulta Maschile - in sede
Merc. 3 mar. 2010
Ore 17.00
I° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Gio.
4 mar. 2010
Ore 16.00
Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista
“Ipertensione: facciamo circolare le emozioni “. In sede
Dom. 7 mar. 2010
Ore 17.00
Appuntamento al teatro Don Bosco di Via De Lellis con l’Operetta
Merc. 10 mar. 2010 Ore 17.00
II° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Merc. 10 mar. 2010 Ore 16.00
Festa della Donna organizzata dalla Consulta Femminile presso l’Auditorium S.
Gaetano
Merc. 17 mar. 2010 Ore 17.00
III° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
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PROMEMORIA - AGENDA
Giov. 18 mar. 2010 Ore 15.30
Screening osteoporosi in sede. Info e iscrizioni in segreteria
Merc/Giov 24 - 25 mar. 2010
Mercatino pasquale in favore della nostra Associazione presso l’atrio del
monoblocco dell’Ospedale Civile di Padova
Merc. 24 mar. 2010 Ore 17.00
IV° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Ven.
3° incontro della Consulta Maschile - in sede
26 mar. 2010 Ore 21.00
Merc. 31 mar. 2010 Ore 17.00
V° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Merc. 7 apr. 2010
Ore 17.00
VI° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Gio.
Ore 16.00
Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista
“I reni e il mondo delle acque: cistiti, calcoli e incontinenza; cosa ci dicono”. In sede
Merc. 14 apr. 2010
Ore 17.00
VII° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Sab.
17 apr. 2010
Ore 9.00
Aggiornamento bendaggio compressivo per fisioterapisti. Info e iscrizioni in segreteria
Dom. 18 apr. 2010
Ore 9.00
Incontro di Nordic Walking presso il parco “La Fenice” - Lungargine Rovetta
Mart. 20 apr. 2010
Ore 17.00
Assemblea dei Soci con rinnovo cariche
Merc. 21 apr. 2010
Ore 17.00
VIII° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Merc. 28 apr. 2010
Ore 9.00/13.00
Convegno aperto a tutti presso l’Aula Magna del Bò “Progetto Martina: resoconto
del II° triennio della campagna informativa nelle scuole
Merc. 28 apr. 2010
Ore 17.00
IX° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Ven.
30 apr. 2010
Ore 21.00
4° incontro della Consulta Maschile - in sede
Mart. 4 mag. 2010
Ore 15.30
Torneo di Burraco a beneficio dell’Associazione
Merc. 5 mag. 2010
Ore 17.00
X° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede
Gio.
Ore 16.00
Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista
“Esaurimento e stanchezza: cerchiamo una via d’uscita”. In sede
8 apr. 2010
6 mag. 2010
Dom. 23 mag. 2010 Ore 17.00
Favola musicale di Sergei Prokofiev “Pierino e il lupo”. Informazioni e iscrizioni in
segreteria
Ven.
28 mag. 2010 Ore 21.00
5° incontro della Consulta Maschile - in sede
Ven.
18 giu. 2010
Convegno medico aperto a tutti presso l’Auditorium S. Gaetano di via Altinate.
Informazioni e iscrizioni in segreteria
Ore 9.00/18.30
PROMEMORIA
SEGRETERIA:
per qualsiasi informazione rivolgersi in
Via Paruta al N. 32
tel 049-8025069 fax 049-8037465
e-mail: [email protected]
sito internet: www.volontadivivere.org
dal lunedì al venerdì,
dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle ore 15.30 alle 18.30
ACCOGLIENZA con Caterina Tanzella:
Lunedì pomeriggio dalle ore 16.30 alle 18.00 o chiamando
in segreteria per un appuntamento.
SERVIZIO DI LINFODRENAGGIO
MANUALE
Metodo Vodder con Paola, Cinzia e Miria (con
prescrizione da parte di un fisiatra o di uno specialista)
chiamando in segreteria per l’appuntamento.
Il servizio è garantito tutti i giorni con cicli completi di
10 sedute (3 all’anno per ogni persona) e sedute di
mantenimento ( una ogni 15 giorni per ogni persona).
FISIOTERAPIA (con prescrizione medica)
• Ginnastica specifica con la Dr.ssa Miriam Rizzi:
lunedì pomeriggio dalle 17.30 alle 18.30
• Generale di mantenimento con la Dr.ssa Paola
Varricchio: martedì mattina dalle 9.15 alle 10.15
SERVIZIO DI PROVA PROTESI,
CORSETTERIA E FORNITURA
DI TUTORE ELASTICO
con Cloris chiamando in segreteria per un appuntamento.
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• Danzamovimentoterapia con la Dr.ssa Paola
Varricchio: martedì mattina dalle 10.15 alle 11.15
•
Servizio di sostegno psicologico: incontri individuali
per pazienti e familiari. Martedì mattina / mercoledì
mattina e pomeriggio; solo per appuntamento.
•
Incontri di gruppo: vedere alla sezione “Prossimi
appuntamenti”.
•
Consulta maschile per mariti e compagni: vedere
alla sezione “Agenda”.
COLLABORAZIONI
IN CONVENZIONE
CON I SERVIZI
SANITARI:
PER VISITA
PSICONEUROENDOCRINOLOGICA
con la Dr.ssa Nicoletta Sonino
GRUPPO “CRESCERE CON
ARTE” con la Dr.ssa Chiara Vitalone
Ogni martedì alle 17.30.
Iscrizioni in segreteria
Mercoledì pomeriggio ore 14.00-17.00
in Via
Scrovegni 12 – Padova. Per appuntamento, telefonare
al CUP n. 840000664 con impegnativa per “Visita
psiconeuroendocrinologica”
PROMEMORIA
PSICOLOGIA con il Dr. Evelino Trevisan
VISITE FISIATRICHE con la Dr.ssa
GRUPPI DI AUTO AIUTO
con la Dr.ssa Chiara Vitalone
Lunedì alle ore 17.30 a cadenza quindicinale.
Iscrizioni in segreteria
PSICOLOGIA con la Dr.ssa Anna Cavallini,
psicologa ad indirizzo nutrizionale e psicosomatico
• Giovedì, su appuntamento, incontri individuali.
• Incontri di gruppo: vedere alla sezione “Agenda”.
YOGA con la Dr.ssa Lili Vucic
Ogni venerdì alle ore 17.00
CORSI DI NORDIC WALKING con
Maria Grazia Pastore
Iscrizioni in segreteria
Sonia Fasolo
Presso l’Ospedale dei Colli. Per appuntamento,
n° 049-8216031
con impegnativa e lettera B per l’urgenza
SCREENING PER
L’OSTEOPOROSI con il Dr. Sartori
Presso gli ambulatori di Via Modena con impegnativa. Per
un appuntamento chiamare in segreteria dell’Associazione
PER FREQUENTARE LE ATTIVITÀ E PER
PRENOTARE I SERVIZI INDIVIDUALI
RIVOLGERSI IN VIA PARUTA, 32 - PADOVA
(Zona S. Rita, raggiungibile con gli autobus N. 16 e 19)
tel 049 - 8025069
L’Associazione non ha delegato nessuno a raccogliere
offerte.
Per iscriversi e sostenere l’Associazione basta effettuare
un versamento sul c/c postale n. 14469357
intestato a: “Ass.ne Noi e il Cancro - Volontà di Vivere”
ONLUS – Via Paruta, 32 – 35126 PADOVA
CORSI DI FORMAZIONE PER
OPERATORI (MEDICI, PSICOLOGI,
INFERMIERI) E VOLONTARI
CAMPAGNE DI INFORMAZIONE
SULLA PREVENZIONE RIVOLTE
AI GIOVANI, CONVEGNI, GITE
E CONVIVI, VISITE CULTURALI
LA MAGGIOR PARTE DEI SERVIZI VIENE OFFERTA
GRATUITAMENTE.
Quando compili la dichiarazione dei
redditi, ricordati di firmare il modello
per la destinazione del cinque per mille
e di inserire il nostro codice fiscale:
80040220289
Puoi comunque continuare a destinare
anche l’otto per mille come hai sempre
fatto. Questa è solo un’opportunità in più.
35
PAGINA DELLA POESIA
LA PAGINA DELLA POESIA
LA SCELTA di Marta Bresciani Alvarez
Voglio arrendermi.
Abbandonarsi alla Vita,
che è più forte delle nostre paure,
significa cambiare paesaggio:
dalla parola pensata
alla parola agita.
Ah, mio Albero!
Hai radici forti per crescere alto,
perché non dai più frutti?
Dovrò nutrirti, aprire nuovi orizzonti,
rompere la serra
che ti fa vivere in una falsa stagione,
che blocca la tua linfa
con inutile sofferenza.
Associazione “Noi e il Cancro - Volontà di Vivere”
- ONLUS
Via Paruta, 32
35126 PADOVA
E-mail: [email protected]
Sito Internet: www.volontadivivere.org
N. 60
Chiarezza genera serenità priva di giudizio.
Semplici, le cose ci appaiono
dopo essersi nascoste per anni,
tra rimorsi e rancori.
Via…via… liberare, alleggerire…
Desidero cambiare i miei occhi,
tenendo stretto il cuore.
Ho paura, ma non ho scelta,
perché… ho scelto di vivere.
Direzione e redazione:
Federica Cappellato
Stampa:
Print House s.r.l.
Tel. 049-8025069
Fax: 049-8037465
Cod.Fisc.:
Dovremmo diventare artigiani dei nostri pensieri,
faticare per dar loro una nuova forma.
Plasmare la materia dei sogni e dei ricordi,
chiamando per nome i sentimenti,
riconoscendoci capaci d’amare e dunque, donarci.
80040220289
Febbraio 2010
Periodico quadrimestrale
Direttore Responsabile:
Caterina Tanzella
Autorizzazione Tribunale di Padova
n° 1274 del 27.3.1991
Spedizione in abbonamento postale
Art. 2 comma 20/C Legge 662/1996 - Padova CMP
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio
di Padova CMP detentore del conto, per la
restituzione al mittente, che si impegna a pagare
la relativa tariffa.
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