PERIODICO QUADRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ART. 2 COMMA 20/LETT. C. - LEGGE 662/1996 - PADOVA CMP anno XVIII n° 60 UN’ASSOCIAZIONE PER IMPARARE A VIVERE MEGLIO CENTRO DI RIABILITAZIONE MALATI NEOPLASTICI - PADOVA Incorporata nel complesso di Santa Maria del Carmine, la Scuola fu fondata nel 1212, più volte ricostruita e terminata su disegno di Lorenzo da Bologna, all’inizio del secolo 15°, dopo il terribile crollo del 1491 dal quale si salvarono solo la facciata ed il pregevole portale ligneo, il più antico di Padova (1412). La Scuola del Carmine è un delizioso spazio sacro ad unica navata del 1377, edificato da Guglielmo Del Sale e decorato da notevoli affreschi di pittori padovani cinquecenteschi; danneggiata nell’ultima guerra, è stata restaurata. Gli affreschi cinquecenteschi narrano le storie di Cristo e di Maria e vanno dalla parete a sinistra dell’altare fino all’ingresso e, da qui, di nuovo all’altare per la parete di destra. A Girolamo Tessari, detto “Dal Santo” appartengono i riquadri con Gioacchino scacciato dal tempio, la fuga in Egitto, Gesù a Nazareth, Gesù fra i dottori, la Discesa dello Spirito Santo, Morte e Assunzione di Maria, oltre alla Madonna col Bambino collocata sull’altare; di Giulio Campagnola sono le rappresentazioni della Natività di Maria, la Presentazione al Tempio e lo Sposalizio della Vergine; a Domenico Campagnola, figlio adottivo di Giulio, vanno attribuite le scene con Gioacchino tra i pastori e l’Incontro di Gioacchino e Anna; di Stefano Dall’Arzere sono i quadri sulla parete d’ingresso CONOSCIAMO IL PATRIMONIO DI PADOVA SCUOLA DEL CARMINE con la Natività di Gesù e l’Epifania. Se i dipinti di Giulio Campagnola segnano il passaggio dall’arte quattrocentesca (Mantegna e Carpaccio) a quella rinascimentale con il recupero dell’antico, una buona resa prospettica e la dolcezza del paesaggio, quelli di Domenico sono animati già da uno spirito nuovo, sviluppato in prolungati paesaggi stesi in ampie campiture di colore, in un naturalismo spontaneo e nell’affettività dei personaggi; tutte caratteristiche derivate dall’influenza del giovane Tiziano, presente a Padova nella Scuola del Santo (1511), e del Romanino che lavorò in Santa Giustina (1513). Tali influssi si notano anche nei quadri del Tessari, il quale aggiunge da parte sua delle fisionomie popolaresche e una certa durezza dei panneggi, caratteristiche probabilmente derivate dalla conoscenza del Durer. Per quanto riguarda Stefano Dall’Arzere, la sua pittura, che in qualche modo riassume e completa la pittura padovana del cinquecento, offre spunti di notevole libertà di impostazione, con aerei cieli che si aprono fra le colonne, maggiore spontaneità delle positure ed espressioni più intense nei volti. La Cappella è abbellita da un soffitto ligneo alla Veneta e da un elegante loggiato a tre arcate che sovrasta l’altare finemente intarsiato. 3 SCHEDA INFORMATIVA anno XVIII n° 60 Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere” ONLUS -Via Paruta, 32 – 35126 Padova tel. 049 – 8025069 fax 049 – 8037465 e-mail:[email protected] sito Internet: www.volontadivivere.org COD. FISC. 80040220289 BANCA PADOVANA CREDITO COOPERATIVO Fil. Padova IBAN: IT29W0842912100 0000000AC609 Riconoscimento giuridico N. 2037 del 03.04.1990 L’Associazione è iscritta al Registro Regionale del Volontariato Veneto al N. PD0050, al Registro Provinciale delle libere forme associative al N. 25/A e al Registro Comunale al N.125 sez. 5 BANCA DI CRED. COOP. DI CARTURA Fil. Ponte S. Nicolò IBAN: IT66W0845262770010130001749 Carissimo/a amico/a, come avrai potuto notare il nostro notiziario ti viene inviato indipendentemente dal fatto che tu ci faccia pervenire oppure no un’offerta per il sostentamento dell’Associazione. Poiché il Notiziario, tra stampa e spedizione, ha un costo sempre più importante per le nostre economie, ti invitiamo a comunicarci se ti fa piacere continuare a riceverlo. Quota annua suggerita per sostenere le attività dell’Associazione: Euro 50,00 con versamento postale o bonifico Quota sostenitore: Euro 250,00 Quota simpatizzante: libera Conto corrente postale: 000014469357 BANCA CARIGE Ag. Via Paruta IBAN: IT84R0617512116000000110580 Direttore Responsabile: Caterina Tanzella Direttore di redazione: Federica Cappellato Segreteria di redazione; hanno collaborato: Andriolo Stagno L., Barbieri G, Battistello S., Bresciani Alvarez M., Camporese M., Falasco M., Leserri C., Oneto T., Pastore M.G., Piva S., Tanzella C., Tomio O., Trevisan E., Truini F., Vitalone C. La collaborazione alla rivista è aperta a tutti. Decliniamo la responsabilità per gli articoli pubblicati, che ricade esclusivamente sugli autori. I diritti d’autore dei lavori sono riservati all’Associazione Volontà di Vivere. Conti Correnti Bancari: BANCA ANTONVENETA Ag. S. Osvaldo IBAN: IT30G0504012194000001032690 Siamo soci di: 4 Pag. 3 : CONOSCIAMO IL PATRIMONIO DI PADOVA Pag. 6 : EDITORIALE Aggiornamento delle Prestazioni INPS Movimento fisico e salute Comunicateci la vostra e-mail! Pag. 8 : LETTERE AL DIRETTORE Pag. 23 : NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI Pag. 12 : LA PAGINA DELLO PSICOLOGO: Gruppi Balint Presentazione del libro “Il volo del diavolo” di Marta Bresciani Alvarez Pag. 13: APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ Recensione del corso di formazione per volontari “Il dialogo con i pazienti oncologici” della dr.ssa Chiara Vitalone Conferenze aperte a tuti di psicosomatica La consulta dei “forti” Vincere la paura Sono aperte le iscrizioni per il nuovo gruppo di auto-aiuto Convegni organizzati dall’Associazione Festa della Donna con la Consulta Femminile Screening osteoporosi in sede col dr. Sartori Prosegue il servizio di linfodrenaggio Aggiornamento bendaggio compressivo Nordic Walking – “Camminiamo per Volontà di Vivere” Assemblea dei soci con rinnovo cariche Maratona S. Antonio a Padova Le vie della bellezza Torneo di burraco SOMMARIO Sommario Progetto Martina: le opinioni delle insegnanti referenti alla salute Considerazioni e riflessioni da parte di due tirocinanti Pag. 29 : CRONACHE Maratona Komen 2009 a Bologna Festa del 30° al San Gaetano Concerto di natale 2009 Cena di Natale 2009 Pag. 32 : I NOSTRI SOSTENITORI Pag. 33 : AGENDA Pag. 34 : PROMEMORIA Pag. 36 : ESI E S SIA A LA PAGINA DELLA POESIA Favola musicale Iniziative per raccolta fondi Pag. 19 : INFORMAZIONI UTILI Dr. Massimo Gion: “Dai biomarcatori enormi sviluppi per la lotta ai tumori” Comunicati stampa dalla FAVO 5 Per questo Notiziario ho scelto come editoriale l’articolo scritto dalla nostra amica Tilde perché in esso è contenuto quanto io stessa sento e cerco di promuovere in ogni evento che propongo come Associazione. Grazie Tilde. EDITORIALE Caterina Tanzella, Presidente dell’Associazione 6 EVENTO: CORSO DI FORMAZIONE SULL’UMANIZZAZIONE di Tilde Oneto Il 13 e 14 novembre 2009 era un fine settimana non ancora gelido. Grazie anche a questo nella sala Polivalente di via Diego Valeri un bel gruppo di persone era accorso ad ascoltare le relazioni di clinici ed esperti in fatto di umanizzazione delle cure oncologiche. Tema su cui si è incentrato un corso di due giorni, organizzato dall’Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere”, in prima linea fin dalla sua costituzione, 30 anni fa, e sempre più impegnata negli ultimi anni nell’impedire che cali l’attenzione su queste problematiche. E infatti nell’ultimo anno ben tre eventi, tre corsi di durata variabile, vi sono stati dedicati. A quest’ultimo seminario hanno partecipato essenzialmente infermieri. Una bella notizia: sono stati una presenza attenta, sollecita, e numerosa. Una brutta: gli specializzandi e i medici di strutture pubbliche e private continuano a latitare. Sembra strano ma non lo è, e così sarà finché si continuerà a pensare che sia la malattia e non il malato ad essere al centro delle cure. Eppure tutti i relatori presenti, in particolare i medici e gli psicologi operanti presso lo IOV di Padova, l’Ospedale di Camposampiero, l’Istituto dei Tumori di Milano, hanno messo sotto gli occhi di tutti come dimostrino tutt’altro le evidenze a cui sono arrivati operando sul campo. Anche da trent’anni, come la dottoressa Vittorina Zagonel, Primario di Oncologia allo IOV di Padova, resa più sensibile e partecipe all’adeguamento delle cure alla persona del malato grazie anche a quanto fatto in questo campo dal Volontariato. Anche di recente ad Erice vari specialisti a un convegno si erano confrontati sul tema dell’umanizzazione, la cui definizione è incerta, come ormai lo sono molti valori nella società attuale, e ancor più difficile sembra la sua misurazione. Ma certe esigenze emergono senza incertezze: la necessità di accompagnare il malato durante tutto il suo percorso, fin dall’inizio e non solo nella fase finale, accordando la scienza medica alla unicità della persona, senza privarla mai dei suoi diritti, del suo riconoscimento, e dell’ascolto dei suoi bisogni. E tuttavia trovare un equilibrio tra la ricerca e il miglioramento delle terapie da una parte e l’umanizzazione delle stesse dall’altra non è facile, e quand’anche lo si trovi, è sempre in un equilibrio instabile, una competenza “in progress”. É una difficoltà riscontrata anche nella sua professione medica dal prof. Adriano Fornasiero, Primario di Oncologia all’Ospedale di Piove di Sacco. Casi clinici diversi evidenziano di volta in volta un ottimo livello di cure cliniche, assieme a una non adeguata capacità di informazione, oppure buone cure e doloroso isolamento del paziente, oppure cure più che soddisfacenti accanto a un pessimo rapporto di comunicazione... É quasi sempre l’umanizzazione della pratica clinica ad essere la parte più carente nel percorso terapeutico. Sono stati già predisposti uffici incaricati di raccogliere i bisogni negletti e le perplessità e le insoddisfazioni del paziente, ma più di tanto non incidono nel reale rapporto medico/paziente. Solo una costante e continua attività di formazione degli operatori e una speciale attenzione alla collaborazione con/tra Associazioni di Volontariato può cambiare, lentamente, questo rapporto. Lentamente, perchè i cambiamenti non sono solo di ordine cognitivo, ma anche e soprattutto di ordine psicologico e comportamentale, come ha sottolineato la Dottoressa Malihe Shams, psicologa presso lo IOV di Padova. Difficile, come persone e come operatori, non cadere nelle trappole di una comunicazione che può essere anche inconsapevolmente di volta in volta passiva, aggressiva, manipolativa, o, più raramente, assertiva. Senza contare gli aspetti non verbali, non meno incisivi... Non sarebbe male che gli operatori potessero “osservarsi” in un momento successivo per correggere un approccio comunicativo nefasto e imparare invece una comunicazione costruttiva ed empatica, e non difensiva, come è spesso ora, ricordandosi che il malato è sempre in una posizione di estrema debolezza. Non deve sembrare strano che sia solo in tempi recenti che la psicologia si è rivolta al malato oncologico... Prima degli anni ’50 era considerato un malato incurabile, ora la malattia oncologica si sta trasformando in una malattia che si può tenere sotto controllo, come altre malattie croniche (diabete, ipertensione). Di qui l’attenzione anche per gli aspetti psicologici che riguardano le eventuali cause scatenanti ( stress, profili di personalità). Come ha ricordato il Dott. Evelino Trevisan, psiconcologo presso l’Associazione Volontà di Vivere, gli studi in proposito, cominciati già 70 anni fa nel mondo anglosassone, non hanno portato a conclusioni certe, finora almeno. Quello che è possibile vedere è l’aumento della sopravvivenza dei malati sottoposti a psicoterapia, il che, per sua natura, è un “aiuto” abbordabile non da tutti, anche ma non solo per ragioni economiche. EDITORIALE E chi, se non un malato, poteva parlare a ragion veduta delle diverse fasi psicologiche che attraversa una persona alla notizia della sua malattia? Lo ha fatto con accenti di sincerità e pacatezza la Dottoressa Silvie Ménard, lei stessa Direttore del dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto dei Tumori di Milano, dunque una specialista che credeva di saper tutto sulla materia. E invece tutto è cambiato, quando ”l’ammalata” si è rivelata essere lei. Le è toccato l’iter di ogni ammalato: incredulità, rabbia, e infine accettazione, che, paradossalmente, ha poi reso più facile vivere e più prezioso il tempo e i modi della vita. Anche i modi della professione medica. Adesso lei “sa” che al malato non importa nulla delle terapie, ha solo bisogno di condivisione e di conforto... E che lo alleggeriscano di tutte le questioni amministrative e burocratiche legate al ricovero e alle cure mediche, che possono anche durare anni e anni. La cattiva informazione, anche di base, tra operatori e malati può toccare livelli minimi (trovare i reparti, gli ambulatori, le entrate, le uscite, gli uffici giusti), ma non per questo è meno stressante. Il consenso informato, i moduli da comprendere... e ad altro livello, un concreta comunicazione della diagnosi, con una calibrata “selezione” delle informazioni da dare, calcolando anche i tempi necessari per elaborare il lutto della notizia... A questi compiti sono chiamati medici e operatori, e il fatto che non sempre vengano svolti con efficacia è dimostrato dalla mole di cause legali che ne scaturiscono, benché alla fine più del 70% dei procedimenti finisca in un nulla di fatto, come ha ricordato il Prof. Lodovico Cappellari, Primario di psichiatria presso l’Ospedale di Camposampiero. Eppure nessuno è scontento di vivere anche in condizioni di difficoltà estrema. Il valore che un malato dà alla vita non è uguale a quello di un sano. Giustamente si rivendica il diritto a un’assistenza decente e a terapie antalgiche, con oppiacei (oggi viste più favorevolmente rispetto a tempo fa) ma quello di cui il malato ha più bisogno è l’amore di chi gli è più vicino. Allora nessuna vita è “indegna” di essere vissuta (le vite indegne sono altre) nè potrà essere lo sviluppo tecnologico a sostituirsi all’umanità della cura della persona. “Persona” - non ingranaggio di una catena di montaggio. E nessuno dei presenti poteva avere dubbi su questo, non i molti infermieri presenti, prezioso trait d’union fra medici e pazienti, non i relatori, clinici e specialisti di lungo corso, e tantomeno l’organizzatrice del seminario, Caterina Tanzella, che siamo già certi stia pensando al prossimo incontro, sicura, come tutti noi, che bisogna continuare a battere il ferro finché è caldo: l’attenzione alla umanizzazione delle cure oncologiche non può e non deve raffreddarsi se non si vuole perdere quel po’ di terreno e di considerazione che il tema, non facile, sta guadagnando ad ogni livello. 7 EDITORIALE Nelle foto, in alcuni momenti del Corso, la signora Caterina Tanzella con il prof. Amadori, il prof. Fornasiero, la dr.ssa Zagonel, la dr.ssa Petrangolini, il dr. Trevisan, la dr.ssa Shams, la dr.ssa Menard e i gruppi di lavoro gestiti dal prof. Cappellari. LETTERE AL DIRETTORE Carissima Caterina, so che sei partita e sei già in famiglia, ma stento a credere che tu non sia quotidianamente in contatto con la Famiglia/Associazione che hai lasciato a Padova. Nel ringraziare per gli auguri ricevuti e che contraccambiamo con molto affetto, approfitto per informarti che abbiamo provveduto ad 8 inviare - io e Aldo e separatamente Sara ed Erik - una donazione all’Associazione in occasione del trentesimo anniversario della sua Fondazione. Non ringraziarci, siamo noi che ringraziamo te e il tuo meraviglioso gruppo per la passione e l’entusiasmo che mettete nel vostro lavoro. Tu sai che, anche se lontani fisicamente, ci sentiamo vicinissimi a tutte voi... Un forte abbraccio con i nostri più affettuosi auguri. Genny e Aldo con Sara ed Erik P.S.: Ieri pomeriggio Sara ha concluso con grande successo anche questo quinquennio, completando il II° livello di psicologia e non ha mancato di nominare Te e la tua Associazione tra i ringraziamenti. Cito l’ultima frase: “... e grazie ad Anna e Simon, a Caterina e alla sua Associazione, perchè, insieme alla mia famiglia, hanno contribuito alla mia crescita come Individuo.” Grazie a nome di tutta l’Associazione per la donazione ma soprattutto complimenti per i successi che Sara continua a raggiungere, sono sicura che la sua strada proseguirà dando a tutti molte soddisfazioni. Spesso affermiamo, durante le lezioni contro il silenzio, che “essere informati dà tranquillità”. La tua testimonianza di “divulgatrice” prima e di “paziente” dopo, lo dimostra. “Conoscere” evita, a chi si trova in difficoltà, di sentirsi paralizzato dalla paura e incoraggia a partecipare attivamente a qualsiasi programma di cura. Ti auguro ogni bene, Caterina Carissima Caterina, grazie per le parole che hai usato per descrivere il nostro intervento, ma sono io che ti devo ringraziare per avermi dato modo di partecipare alla vostra festa di apertura del 30°(giugno 2009, n.d.r.) in modo “attivo”! Mi sono sentita veramente onorata di essere tra di voi a festeggiare questo momento così importante, ma anche così intimo e commovente. La giornata ha raggiunto dei momenti veramente molto forti e toccanti, con le poesie e le testimonianze delle tue “ragazze” e le parole delle canzoni di Esther. Anche le mie compagne di danza sono state una sorpresa per me, si sono impegnate molto per la buona riuscita dello spettacolo e sono rimaste poi molto emozionate dal riscontro ottenuto. E’ stata una sorpresa, perchè per me, che in tutti questi anni ho sempre guardato con ammirazione le vostre attività e l’impegno e il coraggio nel portare avanti la vostra missione, era abbastanza facile sentirmi vicina a voi tutte. Ma questo sentimento è passato anche a loro, e sono tutte molto contente di aver partecipato ad animare la festa. Un abbraccio forte Elena Rocco LETTERE AL DIRETTORE Cara Caterina, grazie di avermi risposto e spero proprio di esserci il 23 ottobre anche perchè sono stata iscritta alla vostra newsletter. Nella foto della Difesa del Popolo ti ho visto proprio in forma ed hai fatto una bella intervista alla giovane giornalista, Alessandra che è riuscita a cogliere bene anche i particolari pur essendo giovane. Quando ci vedremo, ci riconosceremo. Intanto oltre a farti i complimenti e ringraziare te e le tue collaboratrici per avermi messo nell’indirizzario, volevo anche ringraziarti per tutto quello che in questi lunghi anni hai fatto partendo dalla tua esperienza - che così ben descrivi. Esperienza che hai vissuto in anni in cui i pazienti erano considerati “numeri”.... poi tu hai aperto un “varco” a tutto ciò che è importante per la salute delle donne... ne ero convinta anche prima dell’anno scorso e nella mia attività formativa in campo socio-sanitario cercavo di far conoscere e di far riflettere gli studenti e le studentesse sugli aspetti concreti dell’auto e del mutuo aiuto portando la vostra realtà come primo esempio sul territorio padovano. Dico anche “prima dell’anno scorso” perché nel settembre 2008 ho iniziato ad accusare dei disturbi e ad ottobre 2008 ho subito un intervento chirurgico per tumore all’endometrio da cui oggi sono guarita. Ho trovato un ambiente medico ed infermieristico (clinica ginecologica, 2^ piano, qui a Padova) molto accogliente e competente che mi ha fatto affrontare bene la malattia. Ora sono in controllo in Oncologia dove pure ho trovato un ambiente accogliente e ben organizzato. Ho avuto modo di fare avere i miei apprezzamenti. Ti dico tutto questo perché penso che tu e la tua associazione abbiate contribuito, direttamente ed indirettamente, alla qualità dei servizi, in questo caso per le donne. Non avrei mai immaginato che a due anni dalla mia uscita dal lavoro, mi sarei trovata coinvolta in questo nuovo cammino. Ti auguro buon lavoro e ti abbraccio C. Grazie Elena, le danze, come la musica e il canto, elevano gli animi e chetano le tempeste. Siete bellissime, continuate così. E alla prossima festa! Ciao, Caterina Gentile Associazione, sono una malata oncologica da 10 anni. Il percorso di malattia è iniziato nel 1999 con la “scoperta” di un tumore al seno e il conseguente intervento chirurgico. In seguito sono stata affidata dal medico-chirurgo, per le eventuali terapie del caso, all’Oncologia di Padova dove ho scelto e quindi conosciuto il medico oncologo, il quale mi ha prescritto una terapia ormonale. Già ai successivi esami di controllo, però, i periodi di attesa con l’oncologo prescelto erano lunghi (anche mesi), con la difficoltà, pertanto, di rispettare i tempi di controllo prescritti dal medico stesso. Da queste difficoltà, è poi subentrata la disposizione del primario affinché tutte le visite specialistiche avvenissero con qualsiasi oncologo, annullando di fatto il rapporto di fiducia, conoscenza e comprensione creatosi, nel frattempo, con il “tuo” oncologo e ovviamente ogni opportunità di scelta del medico specializzato. 9 LETTERE AL DIRETTORE 10 Così, di volta in volta, mi sono ritrovata a comunicare con specialisti diversi (spesso anche solo con specializzandi). Nella mia cartella clinica, infatti, erano riportate diligentemente: la diagnosi, le cure farmacologiche e le analisi effettuate ma non le peculiarità della mia PERSONA, le mie emozioni e i miei distinguo, caratteristiche conosciute certamente dall’oncologo da me a suo tempo scelto e più volte incontrato; questi specialisti differenti ogni volta, invece, non potevano conoscere la mia situazione e perciò alcune “riflessioni” che erano diventate ovvie per il “tuo” oncologo si sono ovviamente ripresentate ad ogni visita. Di fronte a questa condizione non riuscivo a sentirmi PERSONA ma solo numero! Ritengo appropriato l’esempio dell’equazione: Malato + cartella numero … = Protocollo + terapia numero ... + Quando nel 2005 sono sopravvenute complicazioni e trovandomi davanti a questi presupposti, ho deciso di cambiare Ospedale e mi sono affidata alle cure del medico al Day Hospital Oncologico. Al reparto oncologico, fin dalla prima visita e successive, il dottore ed il suo staff medico, mi hanno sempre trattata con grande professionalità, competenza, e soprattutto umanità e cortesia. Hanno considerato e considerano prima di tutto la PERSONA che mettono a proprio agio, tenendo conto dello stato d’animo in cui si trova un paziente oncologico. Quando è iniziata la terapia è cominciato anche il rapporto con il personale infermieristico. Da subito questi operatori sono diventati i miei “angeli custodi”. A loro mi sono affidata per le cure che l’oncologo prescrive. E questo gruppo, sì proprio una squadra, con capacità, delicatezza e gentilezza cerca, anche nei momenti di intenso lavoro, di infondermi coraggio, pazienza e soprattutto fiducia, cercando in tutti i modi, con una parola e un sorriso per tutti, con la costante presenza e simpatia, di rendere più lieve la sofferenza della malattia e delle terapie dei pazienti nel tempo di cura trascorso al Day Hospital. Per fortuna esistono strutture come queste che funzionano bene, dove ti senti considerata soprattutto PERSONA. Si sono mai domandati i medici di altri Ospedali e soprattutto i primari che decidono dell’organizzazione di un reparto oncologico quanto è importante per un paziente essere trattato prima di tutto come ESSERE UMANO che necessita di terapia e successivamente come eventuale “protocollo di cura”? S.C. Cara Sandra, provo sempre tanta amarezza per le tante umiliazioni che subiscono i malati oncologici in un momento così delicato della propria vita. Non puoi immaginare quante volte ho cercato di richiamare l’attenzione dei responsabili di certi reparti ad avere maggiore considerazione per la “persona”, chiedendo di mantenere almeno per i primi due anni lo stesso medico. Ne abbiamo parlato anche negli ultimi convegni, dove professionisti provenienti da importanti oncologie hanno inoltre suggerito una revisione sulla raccapricciante modalità di invitare i pazienti, per i controlli e per le terapie, tutti alla stessa ora, quando si potrebbe scadenzare nell’arco della giornata senza costringerli a lunghe attese. Spero che con l’alternarsi dei dirigenti migliori la situazione. Un abbraccio, Caterina. La prima cosa che ho pensato appena saputo di avere un cancro alla vescica:”Ora come ne esco?” Oltre al ricorso immediato ad un medico specialista, il primario di urologia e oncologia dell’ospedale di Roma, a cui sarò eternamente grata perché ho il sospetto di dovergli la vita, mi sono chiesta come e con che mezzi vincere la mia battaglia per la vita. Il mio metodo di lavoro davanti ad un problema è sempre stato: calma, apriamo il ventaglio delle possibilità di intervento e analizziamo tutte le vie, da quelle più probabili a quelle meno probabili. Ho cominciato a scalfire la mia ignoranza sull’argomento, oltre che attraverso le indicazioni dei medici che mi curavano con la chemioterapia, anche cercando in internet e attraverso i libri . Di seguito vi indico, e con un asterisco quelli a mio parere più efficaci, i libri e i rimedi che sono stati utili al mio recupero. Il primo libro che ho letto subito dopo l’operazione, mentre ero ancora ricoverata, è stato “Puoi guarire la tua vita” di Luise L.Hay, sul pensiero positivo. * Un altro testo che mi è stato molto utile è “Ogni sintomo un messaggio”: da questo ho capito cosa potevo fare per uscire dalla situazione di silenzio, di auto prigionia che mi stressava, ho compreso l’importanza del perdonarsi, del comunicare, dell’ essere disponibile verso me stessa. Poi sono passata a un libro, sempre di una donna, “Ascolta il tuo corpo - Il tuo migliore amico sulla terra” di Luise Bourbeau, il cui messaggio è di accettazione degli altri come sono e di amore verso se stessi. *Un libro molto importante è stato “Miti e magie della guarigione - Come superare le antiche illusioni il preparato, l’aloe è piena di vitamine naturali e vedo che mi rinvigoriscono. *Sono passata subito al cibo biologico e su consiglio di qualche libro ho eliminato la carne e il latte, mangio molta frutta e verdura. Ho visto il libretto dell’Istituto Tumori di Milano sulle proprietà anti cancro di alcuni cibi, diffuso da un giornale e ne ho seguito i consigli. *In questo ultimo anno mi sono aggregata all’Associazione “Volontà di Vivere”, fondata dalla signora Caterina Tanzella, dove ho ricevuto sostegno e comprensione, oltre all’ assistenza psicologica gratuita dal dott. Trevisan. Ho scoperto da queste persone meravigliose che il percorso che ho fatto io, loro lo praticano e insegnano da trent’anni. Attualmente mi sento guarita, le analisi del sangue sono ottime, il prossimo controllo sarà tra sei mesi, continuo la cura dell’aloe, la ginnastica, lo yoga, il nuoto, la dieta biologica, penso di più a me stessa, dedico più tempo alle cose che mi piacciono e ringrazio tutte le amiche e gli amici che mi hanno sostenuto in questa mia battaglia. Naturalmente ho avuto molto sostegno e impegno dalle mie due figlie, il marito ho dovuto consolarlo. Ho visto che percorsi che incentivano il malato ad una partecipazione attiva alla guarigione si stanno organizzando sia a Roma che a Padova, sono certa che la convinzione che metà del merito delle guarigione stia nella volontà di vivere del paziente porterà ad incidere positivamente sulla vita di molte persone. LETTERE AL DIRETTORE e riconquistare il potere di guarire” dei Dott Donald M.Epstein: il loro lavoro con i pazienti si basa sul rilassamento, la concentrazione e visualizzazione della malattia con i globuli bianchi che fanno da spazzini feroci, i risultati sono stati incoraggiamento e aiuto ai pazienti nell’autoguarigione; personalmente ho imparato a concentrarmi e pratico sempre il loro metodo. Tutto questo dal punto di vista psicologico ma ora dovevo anche ripensare al mio stile di vita dal lato fisico: *Sono andata da un chiropratico, poiché la mia schiena era tutta storta e bloccata e sapevo che se un organo del corpo umano non è irrorato adeguatamente dal sistema venoso e nervoso, questo si ammala. Mi ha curato molto bene, sbloccando la mia colonna vertebrale e la mia energia, aiutandomi sia fisicamente che psicologicamente, rafforzando la fiducia in me stessa e nella guarigione. *Ho ripreso a fare yoga, con le poche energie che mi rimanevano tra una chemio e l’altra e anche questo mi ha aiutata. Devo dire che tutto lo staff al completo mi ha curato con attenzione, efficacia e pazienza, e le infermiere sono sempre state gentili e scrupolose, nonostante in quel periodo ci fossero lavori di ristrutturazione dell’edificio in corso che comportavano qualche problema. Purtroppo ho visto il bellissimo giardino dei primi del novecento fatto a pezzi e riempito di cemento, mentre era bello fare delle passeggiate nel parco durante le lunghe attese. *In seguito sono andata in palestra a fare il Tai Chi: questa ginnastica cinese aiuta molto a riequilibrare il corpo, si sente tornare la forza, sentivo che stavo guarendo prima ancora delle analisi mediche. *Continuavo ad andare in piscina termale a godermi l’idromassaggio e a nuotare due o tre volte al mese, questo mi dava una sensazione di benessere che durava per quattro-cinque giorni. Per completare il quadro dovevo pensare a quello che mangiavo: *La prima cura è capitata per caso: in piazza delle Erbe a Padova, in un negozio di erboristeria, ho visto un libro intitolato “Di cancro si può guarire” di Padre Romano Zago, con una ricetta semplicissima basata sulla pianta dell’Aloe arborescenze: si fa un frullato con del miele biologico e delle foglie di aloe selvaggia, si aggiunge un po’ di grappa per evitare che fermenti, si conserva in frigo e si prende mezz’ora prima dei pasti. Mi sono sentita subito meglio, tolleravo meglio anche la chemio. Da un’amica che abita al sud in riva la mare mi faccio arrivare le piante e mi preparo la “magica pozione”, non è in contrasto con le cure mediche che stavo facendo, e mese dopo mese mi curo con Naturalmente bisogna dare atto che negli Stati Uniti, come sempre, su queste e molte altre cose sono più avanti di noi, molti dei loro libri sostengono che noi siamo quello che pensiamo. Con questa sintesi, frutto di due anni di lavoro per guarirmi, spero di essere utile a chi si trova ancora in mezzo al guado. Per chiarimenti mi trovate per email [email protected]. Ciao a tutti. Ottilia Tomio Continua così! Caterina. Invitiamo i lettori a scriverci, come ha fatto Ottilia, di cosa è stato loro utile per uscire da situazioni di depressione o disagio legate alla malattia. 11 LA PAGINA DELLO PSICOLOGO 12 GRUPPI BALINT La disponibilità a confrontarsi con la sofferenza della malattia, a relazionarsi con gli aspetti personali, a partecipare con umanità al disagio altrui, è forse la componente più preziosa dell’attività del volontariato parasanitario. Questa disponibilità, che nell’ambito del volontariato costituisce sempre un atto solidale, spontaneo, gratuito, disinteressato, viene da più parti considerata essenziale per ottenere la tanto auspicata “umanizzazione delle cure” negli ospedali. Questo desiderio di far del bene a chi soffre nella malattia, questa motivazione che ha in sé un grande valore etico e morale, questa espressione di alto senso civico va necessariamente gestita e protetta dal rischio di dissolversi ed esaurirsi, dal pericolo di veder irrimediabilmente trasformata una virtù che arricchisce in una fonte di disagio che paradossalmente diviene tanto più consistente quanto maggiore è la disponibilità al coinvolgimento emotivo. Serve allora un contenitore che stemperi le emozioni e che aiuti a comprendere meglio. Serve un luogo che favorisca il confronto sereno con i propri simili, con coloro che sono impegnati nello stesso progetto. Servono un tempo ed uno spazio dove elaborare ciò che è accaduto ed apprendere dagli errori. Il gruppo Balint è un eccellente strumento formativo che consente di assolvere con pienezza a questa necessità. Ideato da Michael Balint (1896 - 1970), famoso psicoanalista ungherese, questo metodo ha trovato una particolare diffusione in Europa, interessando principalmente gruppi di medici ma annoverando anche positive esperienze con infermieri e volontari. Le sue caratteristiche essenziali sono: • è un gruppo primario, prevede cioè un numero ristretto di partecipanti (al massimo 15/20 persone); questo consente ad ogni componente di conoscere direttamente tutti gli altri favorendo così la nascita di rapporti personali calorosi, caratterizzati da un senso di intimità, di solidarietà, di appartenenza. • è un gruppo chiuso; una volta che il gruppo si è costituito, l’ingresso di altri partecipanti è concesso solo previo parere favorevole dell’unanimità dei componenti; ciò favorisce la libertà di espressione anche su contenuti psicologici delicati. • è previsto un conduttore non autoritario che è garante del rispetto delle regole e che coordina e seleziona i lavori del gruppo; la disposizione del gruppo è a cerchio (vis a vis), confermando così la partecipazione paritetica e garantendo la massima adesione di ognuno • è un gruppo eterocentrato; abitualmente si discute di un “caso”, si affronta cioè una specifica relazione tra volontaria ed ammalata; La seduta viene scandita in tre fasi: • prima fase: la volontaria espone il caso • seconda fase: il gruppo esprime osservazioni ed opinioni • terza fase: il conduttore elabora e riepiloga le valutazioni affiorate Le principali regole che governano il gruppo sono: 1) discrezionalità e riservatezza per tutto ciò che viene affrontato nel gruppo 2) non omissione, ogni componente è invitato ad esprimersi liberamente 3) restituzione, qualora tra partecipanti al gruppo si discuta in sede diversa di argomenti attinenti il gruppo medesimo, è consigliato ve ne sia riporto 4) disponibilità a confrontarsi ed accettare senza giudicare le emozioni altrui Le finalità del Gruppo Balint sono principalmente di natura formativa. Gli scopi principali sono: • aumentare la consapevolezza della propria risonanza emotiva con l’ammalata • favorire la verbalizzazione ed il confronto sugli aspetti psicologici dell’assistenza • difendere la volontaria da processi identificatori troppo intensi • comprendere ed elaborare gli errori commessi • costruire strategie comuni e condivise nella gestione della relazione • comprendere il significato di “questa malattia” per “questa paziente” Questi scopi sono perseguiti anche attraverso l’acquisizione di tecniche di ascolto attivo (M. Balint era chiamato “l’homme qui savait ècouter”) nonchè attraverso ampie riflessioni sui processi comunicativi. Il Corso di formazione per Volontari 2009/2010 si è concluso con gli incontri Balint gestiti dal Dr. Trevisan. CONFERENZE APERTE A TUTTI DI PSICOSOMATICA IL PRIMO GIOVEDÌ DI OGNI MESE – ORE 16.00 IN SEDE Il ciclo di conferenze, a cadenza mensile, tenute dalla Dr.ssa Anna Cavallini, nutrizionista e psicosomatista, è iniziato giovedì 14 gennaio e proseguirà con un incontro ogni primo giovedì del mese, alle ore 16.00 in sede. Sono incontri aperti a tutti e gratuiti che hanno sempre riscosso molto interesse e partecipazione, dal momento che rappresentano una guida per il ripristino del benessere psicofisico dei pazienti oncologici. Le socie che vi partecipano già da alcuni anni con regolarità, riferiscono di trovare giovamento dalle informazioni ricevute; vi invitiamo quindi a consultare la nostra Agenda, dove sono riportati i titoli di ogni incontro che affronta un tema specifico, e a partecipare numerosi. LA CONSULTA DEI “FORTI” ULTIMO VENERDÌ DEL MESE – ORE 21.00 IN SEDE La letteratura scientifica non è particolarmente generosa nel riportare esperienze di itinerari psicologici con i compagni delle donne che hanno subito il cancro al seno. Gli scarsi riferimenti, soprattutto anglossassoni, hanno per altro offerto l’evidenza di benefici sia diretti (diminuzione dell’ansia e dello stress nel compagno) che indiretti (miglioramento della relazione). Viene quindi da chiedersi sul perché tali percorsi non si affermino anche se offrono vantaggi. La mia modesta opinione, che trova un riferimento concreto nella partecipazione da diversi anni alla Consulta Maschile della nostra Associazione, è che le motivazioni di tale apparente disinteresse vadano ricercate principalmente in due cause: - l’inevitabile concentrarsi delle attenzioni sull’ammalata, cosa sicuramente opportuna ma che non esclude la ricerca di approcci sinergici - le difficoltà e le resistenze, verosimilmente superiori nell’uomo, a verbalizzare in gruppo aspetti psicologici anche molto delicati La frammentarietà che spesso caratterizza tali iniziative credo debba essere attribuita essenzialmente a questa seconda causa. E’ allora quanto mai doveroso esprimere un encomio ai frequentatori della nostra Consulta che faticosamente, e non senza sofferenze, hanno scelto di intraprendere tale esperienza testimoniando, così, sia un gesto di profondo affetto per la compagna, sia una prova di “forza psicologica”. Scelgo le pagine del nostro notiziario per inviare ad ognuno di loro un fragoroso applauso nonché le mie personali congratulazioni. Dr. Evelino Trevisan Gli incontri con la Consulta maschile sono ricominciati venerdì 29 gennaio alle ore 21.00 in sede e avranno cadenza mensile fino a maggio. Per informazioni e iscrizioni telefonare in sede. VINCERE LA PAURA OGNI MERCOLEDÌ – ORE 16.00 IN SEDE “Una volpe beve del latte da un secchio lasciato incustodito. La contadina, accortasi del furto, in un eccesso di rabbia taglia la coda alla volpe, dicendole che la ricucirà solo quando le sarà reso il latte. La volpe allora chiede del latte alla mucca ma questa vuole in cambio un po’ d’erba. La volpe quindi va sul campo per avere dell’erba ma il campo chiede in cambio acqua. Così la volpe si rivolge al torrente che si dimostra ben disponibile a donarle acqua ma a quel punto serve una brocca. Tutto ciò prosegue finché un mugnaio impietosito dà alla volpe del grano da dare alla gallina che farà l’uovo da portare al mercante che a sua volta darà la perlina alla ragazza che ha la brocca con cui raccogliere l’acqua.” Spesso da cosa nasce cosa come in questa filastrocca. Ciò vale anche per la paura, esperienza emotiva primaria (ne siamo dotati fin dalla nascita) che più ci caratterizza e condiziona. Esperienza che, a volte, si trasforma, diventando così ben diversa dalla condizione iniziale. La paura, infatti, è parte della nostra natura, può essere utile poiché ci consente di prevenire pericoli ma può anche essere motivo di gravi sofferenze e di una sostanziale perdita di fiducia in sé, quando cioè “l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa” come giustamente sosteneva Franklin Delano Roosevelt. La paura è anche l’emozione che inevitabilmente caratterizza i percorsi terapeutici di chi va incontro alla malattia oncologica. E’ per questo che la nostra Associazione ha sentito la necessità di dare spazio ad un percorso specificatamente dedicato alla sua conoscenza e gestione, percorso che si articolerà in dieci incontri settimanali dal titolo “Vincere la paura”, tenuti dal nostro psiconcologo Dr. Evelino Trevisan in sede, a partire da mercoledì 3 marzo alle ore 17.00. Sarà un percorso più riflessivo corale che didattico, che lascerà quindi ampi spazi alle considerazioni degli utenti. APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Per informazioni e iscrizioni telefonare in segreteria. 13 APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ 14 SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL NUOVO GRUPPO DI AUTO-AIUTO Cosa offre un gruppo di auto-aiuto? Innanzitutto la disponibilità all’ascolto e all’accoglienza della persona, con tutte le sue paure e fragilità; la condivisione del suo dolore con profondo rispetto e non sterile pietismo. Si cerca all’interno del gruppo di dare un senso al percorso di sofferenza che accompagna la malattia, rispettando i tempi di ogni singola persona, sostenendola e incoraggiandola lungo tutto il percorso. Le donne che hanno partecipato ai precedenti gruppi di auto-aiuto hanno dimostrato come di fronte ad un evento traumatico come il cancro, sia possibile reagire positivamente, gestendo la sofferenza, cambiando il proprio modo di pensare e reagire, quando le circostanze non possono farlo. Hanno dimostrato che non sono solo gli eventi che ci capitano ad essere importanti, ma anche il modo con il quale ci rapportiamo e trasformiamo in relazione ad essi. Il cancro poi, non è sempre la principale causa della sofferenza psicologica: ogni persona infatti è frutto di una storia, unica e irripetibile, all’interno della quale la malattia si contestualizza e acquisisce particolari significati. Il “viaggio” che ho intrapreso con queste donne coraggiose ha mostrato come la necessità di liberarsi da vincoli e condizionamenti, di capire nel profondo quale sia la propria strada, siano elementi comuni in tutte le storie. La malattia è stata, quasi per tutte, un campanello d’allarme, un segnale di qualcosa che non “funzionava” più. L’esperienza “limite” che il cancro comporta costringe in un certo senso le persone a confrontarsi con il proprio modo di “stare al mondo”, interrogandosi sull’autenticità della propria esistenza. Molte volte poi, elaborando vissuti intensi e dolorosi, emerge il bisogno di riconciliarsi con se stessi e con la vita. Scrive Giovanni Marchioro: “La malattia grave, mortale, mostra le viscere della vita umana. Quando l’individuo resta senza appiglio, ecco il vissuto di abbandono, la perdita di ogni riferimento. Quando l’uomo perde il riferimento, la vita cessa di avere un progetto, una meta. Eppure, quante volte ho osservato questi malati vedere, forse per la prima volta, la propria vita. Sì, perché si può guardare senza vedere. Ho visto la malattia farsi rivelazione per la vita. Ho visto come una vita possa compiacersi nella malattia, e non perché l’uomo sia incompleto, ma perché è una creatura mai formata una volta per tutte.” In questo percorso il gruppo ha un’importanza fondamentale: stare nel proprio dolore, attraversarlo consapevolmente, dargli un senso, recuperando così la propria vita e la propria libertà, sono compiti molto difficili se affrontati da soli. La condivisione in un gruppo di persone che ha affrontato le stesse problematiche aiuta a non sentirsi soli, stimolando la trasformazione dei limiti in risorse, offrendo la possibilità di accogliere nuovi punti di vista, modalità diverse per rielaborare le proprie esperienze. La condivisione di comuni vissuti emotivi da una parte, e la differenziazione dell’elaborazione dell’esperienza attraverso l’utilizzo di diversi punti di vista dall’altra, offrono dunque la possibilità di avviare un vero e proprio percorso di crescita e cambiamento interiore. Dr.ssa Chiara Vitalone – Psicologa Per informazioni e iscrizioni al Gruppo di Auto-Aiuto, telefonare in segreteria. “PROGETTO MARTINA L’INFORMAZIONE AIUTA A VIVERE” Parliamo ai giovani dei tumori Presentazione del progetto e testimonianze. Resoconto del III° triennio della campagna informativa nelle scuole Mercoledì 28 aprile 2010 ore 9.30 – 12.30 presso Aula Magna “Galileo Galilei” Palazzo del Bò - Università di Padova L’Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere”, a conclusione del 3° triennio di informazione nelle scuole con il Progetto Martina, una campagna informativa sulla prevenzione dei tumori giovanili che conduce da 10 anni, organizza un Convegno che vuol essere un resoconto del lavoro svolto in questi ultimi 3 anni, con presentazione dei dati raccolti con i test di gradimento compilati dagli studenti. L’invito verrà rivolto a tutti gli Istituti di Scuola Superiore di Padova e Abano, affinché partecipino almeno con una classe e verranno chieste testimonianze agli studenti, agli insegnanti e ai Dirigenti Scolastici che ci hanno ospitato in questi anni. L’invito verrà esteso alle Autorità del territorio e a tutti i medici che hanno collaborato al Progetto, mentre alcuni di loro esporranno in modo sintetico le lezioni che portano a scuola. Oltre ad Autorità Civili e Sanitarie, parteciperanno i seguenti relatori: Dr. Bruno Azzena - chirurgo plastico; Annamaria Cavezzana - referente formazione scolastica dell’Associazione; Luciana e Gianni Michelazzo - genitori di Martina; Dr.ssa Monica Bertocco ginecologa; Dr. Domenico Battaglia - urologo; Dr. Matteo Bordignon - dermatologo; Prof.ssa Maria Elena Mazzoni - referente alla salute Istituto “Rogazionisti” di Padova; Prof.ssa Antonella Zanato - referente alla salute Istituto “Fermi” di Padova; Prof.ssa Maria Antonietta Stacchiotti - referente alla salute Istituto “Pietro D’Abano” di Abano Terme; Prof. Michele Gangemi - Ginecologo Ulteriori informazioni in segreteria al numero 049 8025069 o sul sito www.volontadivivere.org CONVEGNO HIGHLIGHT NEL CARCINOMA DELLA MAMMELLA venerdì 18 giugno 2010 presso l’Auditorium San Gaetano a Padova Il Convegno, oltre a fare il punto sullo Stato dell’Arte riguardo alle varie fasi di cura della malattia, dalla prevenzione primaria e secondaria alla diagnosi del tumore alla mammella, alla riabilitazione psico-fisica, vuole stimolare le varie Istituzioni competenti e richiamate ad intervenire, a prendere in considerazione i vari aspetti inerenti la patologia della mammella: l’informazione sui rischi e sui comportamenti da assumere, il peso della ricerca scientifica, la possibilità di rendere meno aggressivo il percorso di cura e le innovazioni necessarie. Oltre ad Autorità Civili e Sanitarie, parteciperanno i seguenti relatori: Dr.ssa Marinelda Patella; Dr.ssa Emma D’Andrea; Dr Massimo Gion - direttore Centro Regionale per lo Studio degli Indicatori Biochimici di Tumore; Dr.ssa Milvia Boselli - biologa e Consigliera del Comune di Padova; Dr. Daniele Donato - Direttore Sanitario ULSS 16; Dr.ssa Elisabetta Tosi - Dirigente medico Radiodiagnostica ULSS 16; Prof. Luigi Pescarini Responsabile Unità Semplice Senologia IOV Padova; Don Renzo Pegoraro; Dr. Alfonso Pluchinotta - chirurgo senologo, Dr. Fernando Bozza, chirurgo senologo; Dr. Bruno Azzera - chirurgo plastico; Dr. Guido Sotti - Responsabile Radioterapia e Medicina Nucleare IOV Padova; Dr. Sergio Maluta, responsabile Radioterapia oncologica Azienda Ospedaliera di Verona; Prof. Luigi Grassi del dipartimento di discipline medico-chirurgiche della comunicazione e del comportamento di Ferrara; Dr.ssa Sonia Fasolo - fisiatra Ospedale dei Colli Padova; Dr. Giorgio Leo; Dr. Evelino Trevisan - psiconcologo; Dr. Adriano Fornasiero - Primario Oncologia di Piove di sacco; Dr.ssa Vittorina Zagonel - Direttore IOV Padova; Dr. Leonardo Sartori - Ricercatore Clinica Medica; Dr. Sandro Sandri - Assessore alle Politiche Sanitarie della Regione Veneto APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ ATTENZIONE! CONVEGNI Ulteriori informazioni in segreteria al numero 049 8025069 o sul sito www.volontadivivere.org 15 APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ 16 LA CONSULTA FEMMINILE PREMIA TRE DONNE MERCOLEDÌ 10 MARZO ORE 16.00 ALL’AUDITORIUM SAN GAETANO La Consulta Femminile è un’Associazione ONLUS, istituita nel 1973 con le seguenti finalità: recepire e analizzare i problemi che riguardano la vita civile ed economica dei cittadini; prospettare all’amministrazione Comunale e agli Enti Locali competenti possibili soluzioni di problemi che stimolino interventi diretti a migliorare le condizioni di vita del cittadino; promuovere una maggior partecipazione delle donne alla vita pubblica; organizzare manifestazioni e dibattiti, anche in collaborazione con altri enti, relativi ad obiettivi di interesse comune. La nostra sede operativa è presso il Comune di Padova, in Sala Gruppi di Palazzo Moroni. La Consulta è aperta ad ogni Associazione femminile che operi nel Comune di Padova e che si riconosca nelle finalità espresse dallo Statuto. Attualmente è composta da 26 membri provenienti da 13 Associazioni che operano nel Comune di Padova. A.D.E.I. W.I.Z.O - Associazione Donne Ebree Italiane ANDE - Associazione Donne Elettrici - Padova C.I.F.- Centro Italiano Femminile CONVEGNI M. CRISTINA - Associazione Culturale C.R.I. Croce Rossa Italiana F.I.D.A.P.A. Federazione Professioni Affari Italiana Donne Arte CONFARTIGIANATO DONNA IMPR. UPA Unione Provinciale Artigiani ASSOCIAZIONE “NOI E IL CANCRO - VOLONTÀ DI VIVERE” ONLUS - Centro di riabilitazione psico-fisica del malato oncologico A.M.M.I - Associazione Mogli Medici Italiani PROGETTO DONNA OGGI ONLUS E i club service: INNER WHEEL Padova, LIONS sezione Elena Cornaro Piscopia e SOROPTIMIST International. Abbiamo preparato un pieghevole contenente una rassegna stampa che contiene le principali attività svolte in questi 36 anni di operato. Abbiamo anche una nostra pagina web nel sito di Padovanet.it e invito pertanto tutti i cittadini a contattarci per segnalarci problemi e suggerimenti. Come ogni anno, anche questo terremo una cerimonia in occasione della Festa della Donna, mercoledì 10 marzo alle ore 16.00 presso l’Auditorium San Gaetano in Via Altinate 71 a Padova, ove saranno premiate 3 donne che si sono distinte per il loro operato nel sociale a Padova. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti. Ritengo che, dopo un secolo di lotta per la parità, questa sia una cerimonia ancora estremamente attuale. Molta strada è stata fatta per quel che riguarda il riconoscimento della donna in campo sociale e lavorativo, ma molto c’è ancora da fare per arrivare ad una completa parità. Dalle molte indagini di genere condotte negli ultimi anni, emerge ancora una disparità uomo/donna nelle posizioni manageriali chiave, ad esclusione forse dei settori di assistenza e cura e della P.A. Perché esiste questa disparità? Ritengo che il problema non si ponga alla partenza della vita lavorativa, in cui oggi a mio avviso esiste la parità di genere, ma che sia piuttosto legato alla doppia presenza, che determina una successiva naturale selezione, infatti: se da un lato la donna ha insite delle caratteristiche che la rendono un manager ideale nell’attuale contesto, e qui cito il Presidente del CENSIS De Rita che individua nella donna un naturale e intrinseco valore aggiunto dovuto a capacità di ascoltare e di mediare i conflitti, profondità di pensiero, curiosità, intuizione, determinazione, consapevolezza del valore di sé, deve comunque lavorare duramente per ottenere contenuti, spessore, formazione, conoscenza, necessari per poter emergere nella professione. Ma per la donna il carico di lavoro non finisce qui, perchè è anche oberata dal lavoro in famiglia, cioè gestione della casa, dei figli, degli anziani, quasi sempre a suo carico. Da una indagine svolta e presentata alla conferenza di Pechino nel ’95, è emerso che le ore lavorative medie al giorno per la donna italiana sono 13,5, contro le 9 dell’uomo italiano, e risultano sicuramente le più alte d’Europa. Se a questo si aggiunge che i modelli imperanti nei media ci impongono di essere sempre in ordine, belle, magre ed eleganti, vediamo che il modello di donna di successo richiede veramente un grande spirito di sacrificio e una energia non comune, e necessita ancora di forti supporti, quali un orario lavorativo flessibile, strutture per l’infanzia adeguate e così via. È allora necessaria una politica di conciliazione che permetta di mantenere quella parità di genere che Simonetta Piva Presidente della Consulta Femminile [email protected] SCREENING OSTEOPOROSI IN SEDE COL DR. SARTORI GIOVEDÌ 18 MARZO – ORE 15.30 Giovedì 18 marzo alle ore 15.30, presso la nostra sede, il Dr Leonardo Sartori, con la sua equipe della Clinica Medica IV dell’Università di Padova, sarà a disposizione di chi vorrà eseguire gratuitamente una densitometria ossea con conseguente consulto medico. Verranno accolte al massimo 20 persone, iscritte o non iscritte all’Associazione. Per prenotarsi alla visita, telefonare in segreteria. PROSEGUE IL SERVIZIO DI LINFODRENAGGIO Grazie al parziale finanziamento da parte del CSV, Centro Servizio Volontariato di Padova, possiamo continuare a rispondere alle numerosissime richieste di Linfodrenaggio, portato avanti dai nostri terapisti esperti in metodo Vodder, di cui alcuni operano in forma volontaria. Per ottenere risultati efficaci, abbiamo organizzato il servizio come segue: per un linfedema medio, avviamo 3 cicli all’anno con un minimo di 10 sedute e tra un ciclo e l’altro 1 seduta di mantenimento settimanale o quindicinale con o senza il bendaggio compressivo, a seconda dell’indicazione e del bisogno. Ad ogni fine ciclo viene dato già l’appuntamento per il successivo e vengono determinate le sedute di mantenimento. Raccomandiamo la puntualità e, quando non potete mantenere un appuntamento, avvertite per tempo perché non è giusto lasciare un terapista inoperoso quando c’è una grande richiesta del servizio. Inoltre ricordiamo che per accedere al servizio è necessaria l’indicazione scritta da parte di un medico. Per le visite fisiatriche il nostro riferimento è la Dr.ssa Sonia Fasolo, presso l’Ospedale dei Colli. Per appuntamento al n° 049-8216031, presentarsi con l’impegnativa del medico che segnali, se c’è urgenza, l’indicazione B. AGGIORNAMENTO BENDAGGIO COMPRESSIVO SABATO 17 APRILE APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ oggi le nuove generazioni hanno alla partenza. Stiamo ora vivendo un momento di grande crisi economica e di violenza sociale. Senza addentrarmi in discorsi di politica economica che esulano dal contesto di questa cerimonia, permettetemi solo di dire che il modello post-capitalistico che si è affermato negli ultimi anni è basato sulla finanziarizzazione dell’economia, in cui le imprese puntavano alla massimizzazione del capital gain, che come sappiamo non è legato all’andamento reale dell’economia, ha provocato dei disastri senza precedenti. Siamo in una situazione di estrema povertà relazionale e va reintrodotto il concetto di reciprocità. Penso a modelli di economia civile che prendono spunto dal modello di civiltà cittadina nato a Firenze nel 400 a cura dei frati francescani come Bernardino da Siena, in cui non vi erano emarginati sociali, perché tutti, anche i meno dotati, potevano accedere al mercato del lavoro, e quindi sentirsi parte attiva della società. È in questo contesto che una politica di conciliazione può finalmente concretizzarsi. Pensiamo ora alle adolescenti di oggi e ai modelli di riferimento che vengono loro offerti: da un lato modelli imperanti nei media quali le veline, completamente incentrati su caratteristiche estetiche e non interiori, dall’altro modelli professionali che richiedono però non solo di essere competitive sul lavoro, ma anche belle e madri, rendendole confuse e di conseguenza rendendo loro difficile sviluppare un’identità nitida. Questa cerimonia ha quindi ancora tutta la sua validità. Donne che, oltre alla loro professione, svolgono un’attività silenziosa di supporto ai più bisognosi, dando loro attenzione e amore, sono modelli che devono essere proposti/imposti come modelli positivi alle nuove generazioni. Sabato 17 aprile 2010, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 presso la sede dell’Associazione a Padova in via Paruta N. 32, si terrà un corso di aggiornamento dedicato ai fisioterapisti impegnati nei trattamenti di Drenaggio Linfatico manuale. Durante il corso si approfondirà la tecnica del bendaggio compressivo; saranno ammessi al massimo 10 partecipanti, tenendo presente l’ordine di arrivo delle richieste. Per informazioni e iscrizioni chiamare in segreteria al numero 049 – 8025069 oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected]. NORDIC WALKING “CAMMINIAMO PER VOLONTÀ DI VIVERE” DOMENICA 18 APRILE Domenica 18 Aprile a Padova, dalle ore 9.00 alle 12.00, si terrà il 2° incontro di Nordic Walking “Camminiamo per Volontà di Vivere”. 17 APPUNTAMENTI E NUOVE OPPORTUNITÀ 18 L’evento, patrocinato dall’Assessorato allo Sport, è alla sua seconda edizione. Si svolgerà presso il Parco la Fenice di Padova e vedrà gli amanti del Nordic Walking camminare lungo il Parco e gli argini adiacenti in un percorso di circa 5Km. Organizzato lo scorso anno da Maria Grazia Pastore, nostra socia, che è riuscita ad unire tutte le associazioni di Nordic Walking di Padova e Provincia, l’evento ha lo scopo di raccogliere fondi per l’Associazione e di promuovere questa nuova disciplina. Maria Grazia infatti, ammalatasi di tumore al seno, dopo le terapie ha avuto modo di vedere la vita sotto un’altra prospettiva grazie a questa disciplina sportiva. Diventata istruttrice, insegna e fa i corsi presso l’Associazione e presso le Polisportive ed unisce le persone sotto lo stesso cielo del Nordic Walking Smile, un portale nel quale si possono trovare tutte le informazioni sulla disciplina e sull’attività del gruppo. Ma cos’è il Nordic Walking: è un modo di camminare facile, divertente e non faticoso, è una camminata sostenuta dall’aiuto di due semplici ma efficaci bastoncini nei quali, invece di trovare un semplice appoggio, si trova la spinta non solo per migliorare la propria prestazione fisica ma soprattutto per liberare la mente a nuovi orizzonti. Per partecipare, la quota di iscrizione è di € 5,00 da versare al Parco il giorno stesso, per ulteriori informazioni telefonare in segreteria. ASSEMBLEA DEI SOCI CON RINNOVO CARICHE 20 APRILE 2010 ORE 17.00 – IN SEDE Carissimi soci, siete invitati a partecipare all’Assemblea annuale organizzata per martedì 20 aprile 2010, alle ore 13.00 in prima convocazione e alle ore 17.00 in Seconda Convocazione. Questa Assemblea prevede il rinnovo del Direttivo che, come da Statuto, va rieletto ogni due anni. Le cariche non hanno limiti di durata e sono perciò rinnovabili. Chiunque può candidarsi, purché sinceramente convinto di condividere lo spirito di servizio che alimenta da sempre l’animo dell’Associazione. Inoltre invitiamo le persone che hanno voglia e che credono nell’opera portata avanti negli anni dall’Associazione, ad unirsi al gruppo, a candidarsi e comunque a sostenerci. Abbiamo bisogno anche del sostegno di persone con competenze specifiche in legge, grafica, informatica, statistica, fund raising, comunicazione, esperto di redazione: i tempi sono cambiati, l’Associazione è cresciuta, le richieste sono tante e vogliamo essere più pronti a cogliere in modo adeguato opportunità e cambiamenti, evitando affanni superflui. Agli “esperti” si chiede un impegno contenuto, anche solo per formare altri volontari con propensione ad imparare: ognuno in base alle proprie attitudini e a quelle che sono le nozioni di base utili per il nostro lavoro. L’Associazione ringrazia anticipatamente. MARATONA DI SANT’ANTONIO A PADOVA DOMENICA 25 APRILE La maratona di Sant’Antonio è un’occasione per stare insieme e all’aria aperta percorrendo bellissime zone di Padova. Vorremmo che il Gruppo di Volontà di Vivere fosse ancora più numeroso degli anni scorsi! Quindi iscrivetevi! Per informazioni telefonate in segreteria. LE VIE DELLA BELLEZZA Convegno organizzato dall’Unione Provinciale Artigiani della provincia di Padova per domenica 25 aprile presso la Corte Benedettina di Legnaro. È prevista la partecipazione della Presidente dell’Associazione come relatrice. TORNEO DI BURRACO MARTEDÌ 4 MAGGIO Martedì 4 maggio alle ore 15.30 presso il Circolo del Bridge a Villa Giusti a Padova, ci sarà una nuova edizione del Torneo di Burraco: una iniziativa, organizzata anche quest’anno dalla nostra volontaria Simonetta Piva, il cui ricavato sarà devoluto alla nostra Associazione. Vi invitiamo a giocare numerosi! Per informazioni, chiamare in segreteria. FAVOLA MUSICALE Il 23 maggio alle ore 17,00 sarà presentata la favola musicale di Sergei Prokofiev “Pierino e il lupo” con la Civica Orchestra di Fiati di Padova e Bruno Lovadina – voce recitante. Il ricavato della serata sarà devoluto in favore della nostra Associazione. Ulteriori informazioni in segreteria al numero 049 – 8025069 oppure sul nostro sito internet Ricordiamo che potete donarci il 5 per mille inserendo, nella dichiarazione dei redditi, il nostro codice fiscale: 80040220289 Ringraziamo calorosamente tutte le persone che donano e che lavorano con spirito di solidarietà, per il bene comune. INFORMAZIONI UTILI DR. MASSIMO GION: “DAI BIOMARCATORI ENORMI SVILUPPI PER LA LOTTA AI TUMORI” «Abbiamo prospettive di sviluppo enormi». Così, eloquentemente, Massimo Gion sintetizza lo scenario della ricerca sui marcatori tumorali. Gion, direttore scientifico della Fondazione ABO (vedi sotto) e del Centro Regionale Veneto Indicatori Biochimici di Tumore, fa il punto su questo ambito cruciale della lotta al cancro. «Stiamo percorrendo - spiega il medico - alcuni grandi filoni. Il primo è quello dei marcatori tradizionali (della mammella, del colon, dell’ovaio e della prostata), dove dobbiamo “mettere ordine”». I marcatori non sono sostanze emesse dal tumore, ma dal tessuto dell’organo sano. Solo che, se c’è il tumore, il tessuto si scompagina e ne produce di più. «Si deve capire - riprende Gion - quando finisce il “rumore” e quando inizia il segnale. Da ciò lo studio in corso, su persone sane per poi confrontare i loro marcatori con quelli di persone malate». Obiettivo è l’affinamento dell’uso dei marcatori per diagnosticare il cancro: «Per esempio: se un uomo sta bene e si fa il Psa (il marcatore della prostata) ogni anno, chi può assicurare che un certo incremento sia prova di tumore o non sia invece fisiologico? Perciò noi cerchiamo di dare un contributo perché ci siano le conoscenze per dire, ad esempio, che il Psa che sale di un tot all’anno vuol dire cancro; se invece sale di tot meno uno non è più cancro». Poi ci sono le indagini sui nuovi marcatori. Precisa Gion: «Oggi si sa che la cellula tumorale è molto variabile e che non esistono due tumori uguali. Così i diversi tumori possono essere trattati con farmaci diversi in base alla struttura molecolare del tumore. Quindi si cercano i marcatori predittivi, che indicano i meccanismi di difesa della cellula neoplastica contro l’aggressione della chemio o della radioterapia tradizionale. Oppure addirittura i bersagli molecolari per i nuovi farmaci che vanno a “mettere una zeppa” all’interno di meccanismi come l’angiogenesi tumorale». Insomma: si indaga per conoscere meglio il comportamento del cancro così da poter bersagliare sempre più il tumore e sempre meno il paziente: «E’ come aprire l’arcobaleno in tutti i suoi colori per capire se è meglio bloccare il verde oppure il rosso e non tutti i colori assieme». Ma un altro promettente filone di ricerca riguarda i marcatori della capacità del singolo paziente di sostenere la tossicità dei farmaci: «Perché, come si sa molto bene, alcuni farmaci antitumorali sono fortemente tossici. Ma non sono ugualmente tossici per tutti: per alcune persone risultano avere maggiore tossicità che per altri. Ciò dipende dalla capacità che ciascuno di noi ha di proteggersi dalle sostanze tossiche con alcuni enzimi, che sono legati a dei geni». Geni - prosegue Massimo Gion - che non sono tutti uguali, ma hanno dei polimorfismi, «cioè delle piccole variazioni che non danno alcun segnale, se non quando la persona è esposta a sostanze tossiche. Lo studio di questi marcatori della persona, non del tumore, potrà aiutare a migliorare la terapia, fino a non prescrivere farmaci che altrimenti si sarebbero usati, riducendo i rischi». Ma quando queste ricerche si trasformeranno in pratica clinica? Quasi impossibile prevederlo. «Quello che è complesso è inutilizzabile, quello che è semplice è inutile», conclude Gion citando Paul Valery. «Abbiamo una quantità di conoscenze sufficientemente alta per cui, se noi scienziati riuscissimo a parlarci, credo che in tre anni avremmo delle rivoluzionarie novità. Ma la complessità è così alta che ogni giorno diventa più difficile parlarsi. Ciò di cui abbiamo bisogno è maggiore umiltà e maggiore connettività. E’ l’obiettivo della Fondazione Abo: trasferire conoscenze in modo rapido ad una rete di operatori che non ambiscano alla scoperta individuale ma al successo di gruppo». [Tratto da: articolo di Giorgio Malavasi su GENTE VENETA, n.32/2009 del 24 luglio 2009] INFORMAZIONI UTILI INIZIATIVE PER RACCOLTA FONDI Il Dr. Massimo Gion in una foto tratta dal sito della Fondazione ABO, www.fondazioneabo.org 19 INFORMAZIONI UTILI 20 PER OTTENERE L’INVALIDITÀ COMUNICATI STAMPA DALLA FAVO A partire dal 1° gennaio 2010 il riconoscimento dei benefici in materia di invalidità civile è riformato, come previsto dall’art. 20 del decreto legge n. 78/2009, convertito nella Legge 102/2009. L’Inps, con circolare del 28 dicembre 2009, illustra il nuovo iter procedurale e gli effetti della disciplina, che ha tra i suoi obiettivi il contrasto alle frodi, la trasparenza del procedimento e la tracciabilità di ogni nuova domanda di invalidità: tutto ciò garantirà ai cittadini disabili assistenza certa e tempestiva. Questi alcuni degli effetti della nuova disciplina. A decorrere dal 1° gennaio 2009 le domande volte ad ottenere i benefici in materia di invalidità, cecità o sordità civile, handicap e disabilità, corredate di certificazione medica, dovranno essere inoltrate all’Inps solo per via telematica. Ciò permetterà di monitorare lo stato della propria pratica, tramite collegamento al sito dell’Istituto con le proprie credenziali di accesso (PIN, Personal Identification Number ). A tal fine è stata realizzata un’applicazione (“Invalidità Civile 2010” - InvCiv2010), disponibile sul sito internet dell’Istituto (www. inps.it). L’accesso all’applicazione è consentito solo agli utenti muniti di PIN, le cui modalità di assegnazione sono descritte nello stesso sito dell’Inps. Anche la certificazione medica è compilata on line dal medico certificatore, a seguito di un’apposita procedura. Il cittadino che intende presentare domanda, quindi, deve recarsi presso un medico abilitato alla compilazione telematica del certificato medico introduttivo che attesti le infermità invalidanti. L’elenco dei medici certificatori accreditati in possesso del PIN sarà pubblicato sul sito internet dell’Istituto. Completata l’acquisizione del certificato medico introduttivo, la procedura genera una ricevuta che il medico stesso provvede a stampare e consegnare al richiedente; sulla ricevuta è presente il numero del certificato, che il cittadino dovrà riportare nella domanda per l’abbinamento dei due documenti. Ai fini dell’abbinamento, il certificato ha una validità massima di trenta giorni dalla data di rilascio. Il medico provvede, inoltre, a rilasciare il certificato introduttivo firmato in originale, che il cittadino dovrà esibire all’atto della visita. La domanda può essere presentata, oltre che dal cittadino in possesso di Pin, dagli Enti di patronato e dalle Associazioni di categoria dei disabili. La procedura permette il rilascio di una ricevuta. Per quanto riguarda la visita medica, presso la Commissione Asl integrata dal medico dell’Inps, la procedura on line propone l’agenda degli appuntamenti disponibili presso la ASL corrispondente al CAP di residenza; il cittadino potrà indicare una data di visita diversa da quella proposta, scegliendola tra le ulteriori date indicate dal sistema. Redazione internet - [email protected] AGGIORNAMENTO DELLE PRESTAZIONI INPS. Con circolare n. 132 del 29 dicembre 2010 la Direzione Centrale delle Prestazioni INPS ha aggiornato gli importi delle provvidenze per gli invalidi civili e i limiti di reddito previsti per avere diritto alle relative prestazioni assistenziali. Pensione per gli invalidi civili totali anno 2010, euro 256,67 mensili (13 mensilità) con limite di reddito annuo personale non superiore a euro 15.154,24. Assegno per gli invalidi civili parziali anno 2010, euro 256,67 mensili (13 mensilità) con limite di reddito annuo personale non superiore a euro 4.408,95. Indennità di frequenza per minori anno 2010 (erogata per la durata delle cure o la frequenza del corso) euro 256,67 mensili con limite di reddito annuo personale non superiore a euro 4.408,95. Indennità di accompagnamento anno 2010, euro 480,47 mensili (12 mensilità). Non c’è alcun limite di reddito. Noi dell’ambiente sappiamo tutti, per esperienza diretta o indiretta, quanto le terapie apportino stanchezza e calo di energia. La tendenza ad assopirsi, “lasciarsi andare” è naturale e va anche assecondata, però fino ad un certo punto proprio perché il movimento ci consente di recuperare quella vitalità che qualche volta è disturbata dalle terapie. Si tratta di procedere gradualmente, imparando ad ascoltarsi e capire quando è il momento di reagire e muoversi e quando invece è il momento di recuperare le forze semplicemente riposando. Quello che è da evitare, se e fin dove è possibile, è l’inerzia totale che porta sicuramente a un calo dell’umore e spinge a proseguire su una strada che, qualche volta, è anche di semplice pigrizia. Ognuno deve imparare a regolarsi da sé, avendo però ben presente l’importanza del movimento per il benessere psicofisico, soprattutto se svolto all’aria aperta e in mezzo al verde. A tal proposito desideriamo riportarvi di seguito un interessante articolo della dr.ssa Alessandra Graziottin, ginecologa e oncologa: In caso di depressione, a parità di terapia farmacologica antidepressiva, il movimento fisico accelera la velocità con cui la depressione viene superata, stabilizza il benessere e consente di ridurre il dosaggio dei farmaci mantenendo il miglioramento dell’umore ritrovato. Inoltre ottimizza i ritmi neurovegetativi: del sonno, perché “scarica” in modo motorio l’accumulo di tensione e di aggressività che altrimenti può avere effetti dirompenti sia sull’equilibrio emotivo, aumentando in particolare l’irritabilità generale, sia sui ritmi neurovegetativi, tra cui appunto il finissimo ritmo del sonno; dell’appetito, regolarizzando il cosiddetto “set point” ipotalamico, ossia il centro che controlla e regola l’equilibrio tra segnali di appetito e di sazietà. QUALI SONO I VANTAGGI DEL MOVIMENTO FISICO PER LA FORMA DEL CORPO? Pensiamoci: viviamo in scatola dalla mattina alla sera, in casa, in auto, in ufficio. La “sindrome da spazio confinato”, la sofferenza fisica e psichica che ci viene dal vivere chiusi in spazi sempre più piccoli, può causare problemi fisici e psichici. La drastica riduzione del movimento fisico esaspera ulteriormente i danni della costrizione ambientale. Per ritrovare equilibrio è indispensabile ritrovare il tempo e lo spazio del movimento. Il movimento fisico ottimizza il consumo periferico di insulina: i muscoli infatti sono ricchissimi di recettori per questo importante ormone, che regola l’assunzione e l’utilizzo degli zuccheri. Questo aiuta anche a migliorare l’attività dell’ovaio, riducendo la tendenza alla micropolicistosi. Inoltre non comporta solo “consumo calorico”, come semplicisticamente si pensa, ma vantaggi più sostanziali: mantenimento di una forma del corpo più armoniosa, riducendo invece la tendenza all’accumulo di adipe sui glutei, addome e punto vita, tipica della sedentarietà e dell’aumentare dell’età. Attenzione: la vulnerabilità all’aumento di peso è alta soprattutto prima della menopausa. Il Massachussetts Women’s Health Study dimostra che l’aumento di addome e punto vita è già evidente dai 37 ai 48 anni. E che i fattori predittivi più significativi sono il consumo di alcool e, appunto, l’inattività fisica. QUALI SONO I VANTAGGI DEL MOVIMENTO FISICO PER LA MENTE? QUALI SONO I VANTAGGI DEL MOVIMENTO FISICO PER LA SALUTE? Il movimento fisico aumenta la produzione di endorfine, i nostri analgesici interni, che possiamo chiamare anche “molecole della gioia”. L’aumento di queste sostanze migliora infatti il tono dell’umore, attenua il senso di stanchezza (fisica ed emotiva), aumenta il senso di benessere, la percezione dell’energia vitale e, in generale, lo sguardo con cui noi guardiamo la nostra vita. È opportuno fare le seguenti distinzioni: per la salute dell’apparato osteoarticolare: tutti sanno che il movimento fisico (e una sana alimentazione, ricca di calcio e vitamina D riducono il rischio di osteoporosi. Meno noto è il modo in cui il movimento fisico ha un effetto benefico sui muscoli e sulle fibre nervose periferiche. E’ stato recentemente scoperto che durante l’attività PERCHÉ IL MOVIMENTO FISICO È IMPORTANTE? INFORMAZIONI UTILI MOVIMENTO FISICO E SALUTE 21 INFORMAZIONI UTILI fisica la fibra nervosa, che stimola il muscolo a contrarsi a livello della “placca neuromuscolare”, produce anche “fattori trofici”, ossia sostanze che stimolano la costruzione delle proteine che compongono proprio la fibra muscolare (actina e tropomiosina). Per segreta simmetria, il muscolo stimolato produce sostanze trofiche, ossia nutritive, per le terminazioni nervose. È questa la ragione biochimica per cui “la funzione crea l’organo”. Motivo per cui il movimento fisico mantiene non solo il tono, il volume (la massa muscolare) e l’elasticità dei muscoli, ma anche il benessere delle fibre nervose periferiche. Per inciso, è questa una delle ragioni dell’efficacia della riabilitazione fisiatrica dopo immobilità o dopo ipotrofia muscolare da danni nervosi (es. traumi) o muscolari. Per la salute cardiovascolare: il movimento fisico (regolare!) “ripulisce” la parete arteriosa degli accumuli di colesterolo e grassi che irrigidiscono la parete delle arterie causando l’arteriosclerosi. Migliora inoltre l’elasticità (“compliance”) della parete arteriosa, riducendo le resistenze periferiche: è questa la ragione per cui il movimento fisico contribuisce a mantenere una normale pressione diastolica, ossia “minima”. Arterie rigide sono invece una causa frequente di ipertensione diastolica. Per la salute psicosessuale: il “piacersi”, il mantenere un’alta energia vitale e una sensazione di armonia interiore, aiutano anche ad avere un desiderio sessuale più vivace, ad essere più recettivi nei confronti di eventuali avances, perché ci si piace, ad avere una risposta vascolare (di eccitazione e lubrificazione) migliore, che prelude ad un più facile orgasmo. Il tutto purché la rincorsa della forma fisica perfetta non diventi narcisisticamente… fine a se stessa. IL MOVIMENTO FISICO DA SOLO PUÒ LIMITARE/CORREGGERE L’OSTEOPOROSI? 22 No, è importante ma da solo non basta. E’ indispensabile associare calcio e vitamina D e la giusta quantità di sole. È poi importante avere un ciclo regolare (gli estrogeni sono grandi amici dell’osso). Attente quindi ai blocchi mestruali da dieta. L’osso ne soffre moltissimo, nonostante il movimento fisico, come succede nelle ragazze che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, quali l’anoressia persistente, le quali possono sviluppare osteoporosi anche gravi da giovanissime. QUAL È IL MOMENTO MIGLIORE PER FARE MOVIMENTO FISICO? L’ideale è poterlo fare in armonia con i propri bioritmi: i tipi “allodola” preferiscono farlo al mattino, i “gufi” verso il pomeriggio/sera. È bene fare uno spuntino di carboidrati e frutta due ore prima, evitando invece il movimento fisico dopo pasti abbondanti, e/o quando la temperatura esterna è elevata (per esempio mai d’estate nelle ore calde). Le mestruazioni NON sono una controindicazione al movimento fisico. Anzi: una regolare attività fisica aiuta anche a ridurre l’intensità della dismenorrea, ossia delle mestruazioni dolorose. [tratto da www.theramex.it - interazioni con il pianeta donna] COMUNICATECI LA VOSTRA E-MAIL! Tramite la posta elettronica, possiamo inviarvi inviti e comunicazioni. Quindi se avete un indirizzo email tramite il quale vi interessa comunicare con noi, ricordatevi di farcelo avere! Inoltre ricordiamo che se vi interessa essere aggiornati via email sulle nostre attività, potete iscrivervi alla nostra NEWSLETTER (dal nostro sito www.volontadivivere.org o inviandoci una mail con scritto “newsletter”). PRESENTAZIONE DEL LIBRO “IL VOLO DEL DIAVOLO” Sabato 26 settembre 2009 si è svolto un incontro, presso la sede dell’Associazione, con la psicologa Anna Condorelli e suo marito, sociologo cileno Simon Goldstein, venuti a Padova per presentare il libro “Il volo del diavolo”. Già nel titolo la promessa di un evento interessante e la giornata trascorsa con gli autori lo ha confermato. Esordendo con la frase “Pensa!... E’ gratis!..” sono entrati subito nel vivo della questione: per affrontare meglio la vita, soprattutto nei passaggi più difficili e dolorosi, serve intraprendere un “cammino di salute”, che parta da un pensare nuovo, più attento ai segnali e ai linguaggi. Le ricerche condotte negli ultimi 30 anni anche da Anna e Simon hanno messo in luce la diretta correlazione tra pensiero – linguaggio – comportamento - sistema immunitario, tra stress e malattia, in una parola, tra mente e corpo. Arricchendo la loro bella esposizione a due voci, con esperienze attinte dall’attività terapeutica e da esperienze personali, ci hanno suggerito come sia importante mettere a fuoco le forze che boicottano il nostro programma di salute ( “i nostri diavoli”, a cui far prendere il volo…), che inconsciamente recitano sul nostro palcoscenico interiore. A partire dall’“immagine del sé” si organizza tutta la nostra vita di relazione e il dialogo con noi stessi. Oggi purtroppo c’è molta frammentazione, che genera spesso sentimenti di impotenza, debolezza, responsabili anche di importanti depressioni immunitarie. Si tratta di ricomporre queste parti, consapevoli del ruolo che hanno le nostre immagini-guida nel favorire il processo di guarigione. Questo lavoro sul sé può essere un “gioco” molto creativo ed avvalersi di diversi strumenti: primo fra tutti il rilassamento (che abbiamo fatto più volte durante la conversazione) o tutte le forme di meditazione, con particolare attenzione al respiro, che aiuta a disidentificarci dai nostri pensieri, a trovare la nostra vera struttura. Staccandoci dalle emozioni, per accedere alle intuizioni, possiamo attuare una profonda rivalutazione della qualità delle nostre relazioni. Inoltre hanno più volte suggerito letture e domande utili per questa indagine introspettiva: chi pensiamo di essere?... Da quali pensieri dipendiamo?... A quali pensieri stiamo dando energia?... Quali sono le nostre potenzialità? La guarigione passa attraverso un’evoluzione spirituale, che ci rende anche più consapevoli della nostra interrelazione con il mondo. Ciascuno di noi è attrezzato di tutto l’occorrente e siamo tutti in grado di attingere alle risorse più profonde. Basta “mettere in scena”, nel nostro teatro interiore, un nuovo copione, con nuovi personaggi; ridefinire i propri confini e rispettarli, per farli rispettare. Dovremmo parlarci in modo più amorevole, cambiare il nostro linguaggio, il codice comunicativo, senza paura di perdere il controllo, poiché, come hanno sottolineato con affetto, “ogni dolore evitato si trasforma in sofferenza ed ogni dolore affrontato si trasforma in esperienza”! Imparare a leggere i segnali dello stress, i sintomi dei disagi che esso provoca, ci permetterebbe di entrare in contatto più profondo con noi stessi e con gli altri. Legittimare il dolore significa assumerne la responsabilità, evitare quello che è stato definito il palleggiamento dello stress: uno “sport” praticato spesso, con alti costi personali e sociali, che consiste nello scaricare su chi ci è vicino le proprie ansie, senza averle riconosciute ed imparato a gestirle (a partire da una buona respirazione...). Certo l’attuale società consumistica non aiuta in questo percorso, con i suoi costanti giochi di seduzione, illusioni di felicità a portata di mano e proposte molto superficiali per raggiungere quel piacere, amore, sicurezza cui tutti naturalmente tendiamo. Siamo spesso vittime, ad esempio, di una falsa idea di piacere nei rapporti, basato su canoni estetici di bellezza e giovinezza, piuttosto che sulla ricerca di “grazia”. L’”Oncologia Relazionale” di cui si occupano studia proprio la natura delle relazioni, a volte parassitarie, che, modificando i nostri confini e le nostre attitudini, possono condurre alla malattia. Dunque, per raggiungere la meta di questo “viaggio verso la guarigione”, Anna e Simon suggeriscono di fare attenzione anche alle nostre dipendenze e capacità di separazione da NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI 23 NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI pensieri, persone, cose. All’origine di una coppia, ad esempio, sta una separazione simbolica (dalla famiglia di origine e dai propri fantasmi), necessaria per la creazione di un nuovo nucleo, i cui elementi fondanti dovrebbero essere ammirazione, eroticità ed emozione nella cura, ma dove spesso si perdono i confini delle relative identità, diventando un “ring” pieno di rivendicazioni, piuttosto che il luogo di uno scambio amorevole. Anche il rapporto padre-madre-figli dovrebbe favorire quel naturale e necessario processo di separazione progressiva, caratterizzata sia da una matrice biologica che culturale. Amore, in-somma, è legittimazione nostra e dell’altro, non “tolleranza” (che contiene in sé una nota discriminante). Ciascuno di noi è tenuto a sviluppare la propria autonomia e quella degli altri, cui siamo profondamente collegati, come ci hanno ricordato i relatori, utilizzando più mezzi ed informazioni possibile: incontri come questo, con Anna Condorelli e Simon Goldstein non possono che ampliare gli orizzonti del nostro sentire e predisporci a… pensare, proprio come era nelle loro (e nostre) intenzioni! E tutto il pubblico presente ha dimostrato di apprezzare pienamente l’iniziativa. Dunque Caterina, in attesa di condividere, con un auditorio ancora più numeroso, altri eventi così utili ed avvincenti, ti ringrazio con un abbraccio affettuoso. Marta Bresciani Alvarez RECENSIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI: “IL DIALOGO CON I PAZIENTI ONCOLOGICI” Con questo articolo cogliamo l’occasione per fare il punto della situazione sul Corso di formazione per volontari oncologici organizzato dalla nostra Associazione e per ringraziare il CSV di Padova per il contributo economico elargito, grazie al quale il progetto è stato realizzato. 24 LA COMPRENSIONE DI SÉ RISPETTO AL RUOLO ASSUNTO E IL SIGNIFICATO DELLA FORMAZIONE CONTINUA ATTRAVERSO IL GRUPPO La formazione del volontario non propone l’adattamento delle persone ad un ruolo predefinito, ma la comprensione di sé rispetto al ruolo assunto: essa diventa in questa accezione un importante processo che, attraverso la trasmissione di conoscenze e l’acquisizione di competenze, porta ad un cambiamento più profondo della persona. Permette di individuare le difficoltà incontrate dal volontario nella sua assistenza al malato o nella sua attività quotidiana, favorendo l’espressione di ansie, timori e tensioni. Il risultato è quello di una nuova consapevolezza del proprio “essere con l’altro” (paziente, famiglia, Associazione) e del proprio “essere con se stesso”. Scrive Giovanni Marchioro: “La consapevolezza è alla base della capacità di costruire relazioni significative. La consapevolezza è la capacità di vivere presenti ai nostri pensieri e ai nostri sentimenti e nello stesso tempo attenti a percepire quelli degli altri. La capacità di prestare attenzione ai propri processi interni permette di essere presenti nelle interazioni con gli altri e di rispettare le loro esperienze individuali. La consapevolezza è una condizione che dipende da un atto intenzionale, occorre volerla perché si compia, e si compie nel tempo, con la necessaria fatica, attraverso un confronto paziente e sistematico con chi è altro da sé.” La formazione accompagna il volontario in tutti i momenti della sua esperienza, aiutandolo a mantenere vive le motivazioni consce e, a volte, a fare luce su quelle inconsce. La formazione avviene nel gruppo, all’interno del quale il volontario impara ad ascoltare, ad accogliere i vissuti espressi senza giudizio o disapprovazione, a riconoscere che possono esserci molti modi per sentire ed esprimere le proprie emozioni e le proprie esperienze. Il gruppo incoraggia la comprensione della diversità. L’esperienza di gruppo crea un’atmosfera di appoggio e di contenimento dei vissuti, aiuta il volontario a conoscersi meglio, rinforza il senso di appartenenza al sistema che lo sostiene e lo accoglie, promuovendo la nascita un volontario deve compiere è l’ascolto, di sé e dell’altro. Marchioro ci illumina ancora con le sue parole: “Ho creduto allora di vedere tutti questi corpi devastati dalla malattia, diventare portavoce dell’Ombra, di quella parte inascoltata, che solo nei sintomi e nelle malattie sembra trovare ascolto. Evidente espressione dell’estraneità che abita in noi: siamo estranei a noi stessi, e la parte malata, sgradevole e repressa, diventa in certi casi l’unica occasione che l’individuo ha di fare conoscenza con essa, e quindi con se stesso”. Le parole dell’autore ci invitano a riflettere sul senso profondo di un’esperienza devastante, ma potenzialmente trasformativa, come il cancro: “Tante volte ho visto persone camminare su sentieri nuovi fino a rivoluzionare la propria vita, trasformandola, rallentandola fino a farsi raggiungere da quell’anima che avevano dimenticata lasciata altrove, come se avessero riflettuto sulla fatidica frase: Siamo andati avanti così rapidamente in tutti questi anni che ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle nostre anime di raggiungerci”. L’auspicio è che questo Corso abbia stimolato il volontario ad accogliere non solo la persona malata, ma soprattutto la sua Anima, a dialogare con essa, cogliendone sempre l’espressione soggettiva e il valore di ogni incontro umano, unico e irripetibile, che in essa si rappresenta. Dr.ssa Chiara Vitalone - Psicologa NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI ed il consolidamento di un’identità di gruppo. La formazione è anche un momento di comunicazione tra il volontario e l’Associazione, fondamentale per sostenere la motivazione a rimanere. E’ un importante momento di scambio che permette al volontario di considerarsi parte attiva della struttura e permette all’Associazione di identificare nuovi bisogni ed individuare momenti di crisi. Dal punto di vista delle competenze il minimo comune denominatore che rappresenta una dote imprescindibile del volontario, qualunque sia l’ambito nel quale è chiamato ad intervenire, è dato dalla capacità di ascolto e di empatia. Carl Rogers definisce l’empatia come “saper entrare nel mondo percettivo privato dell’altro e sentirsi completamente a casa in esso…. ciò comporta l’essere sensibile, attimo dopo attimo, ai cambiamenti, alla rabbia, alla paura, alla confusione o a qualsiasi altra cosa l’altro stia provando. Significa: vivere temporaneamente nella vita dell’altro, delicatamente, senza esprimere giudizi”. La via maestra per raggiungere l’empatia è l’ascolto: un ascolto attivo frutto di esercizio, di riflessioni collettive ma soprattutto del contatto con storie di sofferenza, di dolore ma anche di gioia e di speranza. Obiettivo ultimo della formazione è infatti proprio quello di aiutare il volontario ad affinare le proprie capacità di ascolto e di empatia. Per apprendere dall’esperienza il volontario deve essere in grado di riconoscere i propri limiti, di riconoscere cioè quando si è bisognosi di prendersi cura di se stessi. Il valore della formazione permanente diventa perciò irrinunciabile e praticabile solo in un contesto culturale in cui l’esperienza del limite è vissuta positivamente, come segno del riconoscimento del lavoro e dell’identità di sé e degli altri, non come un difetto, una mancanza, o una perdita di potenza. La necessità di una formazione continua per il volontario è fondamentale anche per essere “solamente” semplici e sinceri “compagni di strada” della persona malata che si ha di fronte, capaci di condividere pesi che sarebbero insopportabili se portati in solitudine. Il volontario assume per il paziente un ruolo di “maieuta”, apportatore di quell’arte del far crescere, di trasformare l’esperienza di malattia in un momento di crescita personale. Per inserirsi pienamente in questa dimensione il primo e più importante passo che PROGETTO MARTINA: LE OPINIONI DELLE INSEGNANTI REFERENTI ALLA SALUTE Gli incontri a scuola con gli studenti delle classi quarte e quinte degli Istituti Superiori di Padova e Abano proseguiranno fino a marzo. Intanto nell’anno scolastico 2009/2010 abbiamo già incontrato 11 scuole, portando le lezioni riferite ai giovani sui tumori femminili, maschili e sul melanoma. La squadra di medici e il coordinamento della Referente al Progetto, la nostra volontaria Annamaria Cavezzana, hanno riscosso molto successo, come dimostrano le lettere che ci sono state inviate da alcuni Istituti. 25 NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI Di seguito ve ne riportiamo due, per ringraziare tutti dell’ottimo lavoro svolto! In seguito all’intervento di educazione alla salute svolto presso il nostro istituto in data 16 marzo 2009, le studentesse che hanno partecipato sono state invitate ad esprimere il loro parere sull’incontro. E’ emerso un alto indice di gradimento sia per gli argomenti trattati, sia per l’efficacia comunicativa dei relatori. In particolare è stato apprezzato l’intervento del ginecologo che ha certamente provocato una maggiore consapevolezza nelle ragazze. Inoltre le alunne hanno riconosciuto di non essere spesso adeguatamente preparate e attente alla loro salute e hanno ribadito l’importanza di offrire ai giovani occasioni di incontro mirate non solo a dare informazioni ma anche a diffondere una maggiore sensibilità utile alla prevenzione e più in generale all’assunzione di stili di vita più salutari. Cogliamo pertanto l’occasione per ringraziarvi del servizio di grande valore educativo che avete voluto offrirci e auspichiamo che la collaborazione possa continuare in futuro. Cordiali saluti, il Dirigente Scolastico dell’ Istituto Superiore “E. Usuelli Ruzza” Dr.ssa Luisa Tinti il Referente professore Matteo Ometto Nel ringraziarvi per la bellissima conferenza del 10/12/2009 u.s. che ha coinvolto i nostri ragazzi in modo assai partecipativo, vogliamo esprimere le più vive congratulazioni per questa iniziativa così utile e necessaria augurando che possa sempre riuscire gradita come lo è stato per i nostri ragazzi. il Direttore di sede Prof.ssa Arianna Caccaro Istituto Statale di Istruzione Specializzata per sordi “ISISS Magarotto” 26 IL TIROCINIO Da circa dieci anni l’Associazione è convenzionata con L’Università di Padova ed accoglie tirocinanti dalla facoltà di Psicologia. Da questa esperienza spesso nascono interessanti collaborazioni. Di seguito riportiamo le riflessioni degli ultimi due tirocinanti, accolti nel 2009: UNA REALTÀ A ME SCONOSCIUTA di Cosimo Lesseri Quella che vado a raccontarvi è la mia esperienza da tirocinante all’interno dell’Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere”. Colgo qui l’occasione per salutare la sig.ra Caterina Tanzella, presidente dell’associazione nonché donna di grande carisma e di una squisitezza unica. Cos’è l’associazione “Noi e il cancro”? Cosa offre? Potrei definirlo come un nido di solidarietà per il malato oncologico. Qui i malati trovano accoglienza, comprensione e soprattutto condividono insieme la loro malattia che in un certo senso li rende “diversi” dagli altri. Qui loro si sentono sicuri, ritrovano la serenità persa, dandosi forza a vicenda. Quello che l’associazione offre loro si racchiude in una serie di iniziative che vanno dalla consulenza psicologica, ai diversi corsi di riabilitazione psicomotoria, coinvolgendo anche i familiari dei pazienti. Tutto questo per ridare al paziente la fiducia persa, la forza di vivere e la consapevolezza che dal cancro si può guarire. Cosa che invece un ambiente ospedaliero non offre, in quanto ci sono solo specialisti della macchina umana che fanno diagnosi, interventi chirurgici, ma che non sempre hanno attenzione nei confronti del vissuto del paziente. Quest’ultimo infatti cerca spiegazioni, conforto, sostegno psicologico, oltre che terapeutico. In clinica il paziente si sente incompreso, spaesato, impaurito, vede infranta ogni prospettiva di vita e col tempo, magari, si convince che tutto quello che farà non gli servirà a niente, perché è la bestia nera del cancro che governa la sua persona. La sua vita ricomincia appena incontra l’associazione “Noi e il cancro”. Qui il clima di solidarietà, accoglienza e comprensione gli ridà la forza di rimettersi in gioco, la consapevolezza che la vita non è finita del tutto, ma che la lotta è appena iniziata con un grosso punto a suo favore. IMPARARE A CAPIRE COSA VUOL DIRE PASSARE ATTRAVERSO UNA DIAGNOSI DI CANCRO di Silvia Battistello Sono entrata per la prima volta in Volontà di Vivere nel settembre 2008 come tirocinante post-lauream di psicologia. Tante cose sono cambiate da quel primo incontro e tante cose questa collaborazione mi ha insegnato. Alla mia prima esperienza nell’ambito oncologico ero completamente digiuna dei significati che la malattia cancro porta con sé e mi portavo addosso una certa dose di ansia dettata dal timore di non essere in grado di confrontarmi con una simile realtà. Mi è rimasta nitida la sensazione di inadeguatezza, lontananza, disagio… cosa potevo dire e cosa potevo fare qui dentro? Solo con il tempo, venendo a contatto con le più svariate storie di vita, tutte le mie anticipazioni e costruzioni a proposito della malattia cancro, del rapporto psicologo-paziente oncologico e del ruolo dell’associazione nella vita delle donne che la frequentano hanno subito una sostanziale revisione. Sono uscita da una logica di immobilità che mi faceva costruire l’evento cancro come qualcosa di travolgente e paralizzante per tentare di conoscere e capire quale può essere il ruolo dello psicologo in un tale contesto. Da brava studentessa universitaria avevo imparato che il requisito fondamentale per intraprendere un percorso con un paziente è la presenza di una sufficiente motivazione da parte dello stesso. Ora, mi chiedevo, che tipo di motivazione può avere una persona colpita dal “male” per eccellenza ad ascoltare le prediche di un dannato psicologo perfettamente in salute che non ha la vaga idea di cosa voglia dire passare attraverso una diagnosi di cancro? Effettivamente posso solo provare ad immaginare cosa significhi vedere la propria vita capovolta nello spazio di pochi minuti. Entri nello studio del medico e fino a quel momento la tua vita scorre tutto sommato in modo tranquillo… poi… “lo specialista” inizia a parlare e ad un tratto scopri di essere malata e che forse stai per morire. All’improvviso ti ritrovi a fronteggiare la prospettiva di poter soffrire, di vedere cambiate, per un periodo indefinito, relazioni, abitudini, ritmi… l’intera esistenza. La malattia porta velocemente ad una trasformazione totale del modo di vedere se stessi e di costruirsi: si può scoprire di non essere più in grado di fare ciò che si faceva “prima”, di non essere più efficienti come “prima”, di non avere più gli stessi interessi, di non sopportare più la presenza di alcune persone, di essere cambiati nel carattere, di essere diversi da tutti gli altri. Quello che coglievo fin dai primi confronti con le utenti dell’associazione, e che mi creava imbarazzo e una sensazione di impotenza, è che spesso il cancro è vissuto come una malattia che porta a percepirsi come completamente differenti dalle altre persone “sane”; questa differenza è complessa e riguarda sicuramente diversi aspetti ma credo che il punto cruciale sia la percepita vicinanza della morte, la consapevolezza improvvisa di essere mortali, la sensazione di estrema vulnerabilità. Avevo l’impressione che questi sentimenti così forti e intrusivi di unicità, solitudine e diversità NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI La mia esperienza all’interno dell’associazione? Be’ innanzi tutto ho avuto la possibilità di avvicinarmi ad una realtà a me sconosciuta. Ho seguito seminari, convegni, partecipato ad un progetto sull’informazione e prevenzione dei tumori rivolto agli adolescenti, nonché ad un corso di musicoterapia per la riabilitazione psicomotoria del malato oncologico. Un’esperienza banale, direbbe un osservatore cieco, ma posso assicurare che ne è valsa la pena. Ho avuto modo, innanzi tutto, di avere un contatto diretto con la disciplina e soprattutto con i pazienti in fase avanzata di guarigione, per non parlare poi dei diversi contributi che gli operatori, medici e non, dell’associazione hanno dato, sia in forma diretta che indiretta, alla mia formazione, sia in ambito psicologico che oncologico. Anche se magari avrei preferito più qualcosa di pratico in funzione della mia professione futura. Poter seguire qualche seduta di psicoterapia mi sarebbe servito, oltre a farmi avvicinare alla professione, anche ad avere un riscontro pratico nell’ambito clinico, in modo da poter concretizzare, in qualche modo, tre anni di studi. Ecco, dal mio punto di vista, questa è l’unica critica che faccio all’associazione, in quanto, il poter seguire qualche colloquio, sarebbe stata l’esperienza più formativa per il mio ambito di studi, che ogni studente in psicologia si aspetterebbe. Il messaggio che lascio con cuore all’associazione è il seguente: la vita è una dono prezioso, continuate a difenderla. 27 NOTIZIE, EVENTI E RECENSIONI implicassero la sensazione da parte delle mie interlocutrici che nessuna delle persone “sane” possa comprendere e sentire quello che loro stanno attraversando. A tal proposito credo che l’opera delle volontarie all’interno dell’associazione sia fondamentale, chi meglio di una donna che è passata attraverso le fasi della malattia, la sofferenza e ne è uscita vittoriosa, profondamente trasformata e rinforzata può essere la testimone della possibilità di vincere questa battaglia? Chi meglio di loro può ascoltare, comprendere e fungere da stimolo per la motivazione delle pazienti? La presenza delle volontarie con la loro carica di umanità e il loro pieno esserci nella relazione con le utenti mi ha fatto riflettere sul ruolo dello psicologo. Sentivo la malattia oncologica talmente lontana dalla mia esperienza che non riuscivo a comprendere come, da futura psicologa, avrei potuto pretendere di dispensare consigli ai pazienti dall’alto della mia fortunata condizione di perfetta sanità. Il primo passo per uscire da questa empasse è stato, ora mi sembra molto banalmente, rendermi conto che la malattia può capitare a chiunque, anche da un giorno all’altro, anche senza sintomi conclamati. Questo apparentemente banale insight ha dato il via ad un tentativo di “guardare con gli occhi degli altri”, ho provato a riflettere sulle mie possibili reazioni nel caso in cui l’esperienza di malattia dovesse toccarmi da vicino, solo allora ho iniziato a vedere la presenza di significati: in diverse persone può esserci identità di sintomi ma non esiste un cancro uguale all’altro, ogni paziente è portatore di una malattia clinicamente uguale o simile a molte altre ma completamente diversa dal punto di vista psicologico. Credo che il processo terapeutico del paziente malato di cancro abbia a che fare prima di tutto con il significato che egli dà alla malattia. Nel turbinio di sentimento (ansia, terrore, paura…) egli deve ridefinire il senso della propria vita, del tempo, delle relazioni, di se stesso. All’interno di questo mondo di significati lo psicologo può 9 lavorare con il paziente in modo da fornirgli la possibilità di ricostruire l’esperienzamalattia in modi differenti e più ricchi; 9 aiutare la persona a riprendere un ruolo attivo nella propria vita ricostruendo la 28 differenza tra sé e le persone “sane” in una maniera propositiva, sperimentando tali relazioni in una maniera attiva e aperta all’esplorazione; 9 sostenere il paziente nell’elaborazione delle costruzioni di “morte” vs. “qualche altra alternativa possibile”. Mi sono anche chiesta attraverso quali strategie sia possibile fare ciò. Credo che possano esistere diverse relazioni terapeutiche tante quante sono le persone che uno psicologo incontra, ciò che è di importanza fondamentale è la qualità della relazione. Secondo George Kelly (psicologo fondatore della psicologia dei costrutti personali) l’abilità dello psicologo consiste nella sua capacità di comprendere le convinzioni potenzialmente “dannose” o “immobilizzanti” del cliente per poterlo aiutare a districarsene e portarlo così all’apertura verso nuove esperienze e nuovi modi di costruire gli eventi. Egli deve fornire al paziente “opportunità per sperimentare modi alternativi di costruire la propria vita”. Per poter fare ciò lo psicologo stesso deve essere aperto a significati alternativi (era il mio vedere il cancro come situazione senza via di uscita a bloccarmi e a farmi pensare di non poter fare niente con queste pazienti), deve essere interessato all’intera persona e non solo ad una parte di essa (es. la sua malattia, il suo corpo), rispettare i suoi tempi, ascoltare i suoi bisogni, fare qualcosa “con” lei e non “su di” lei, accettare di parlare di morte, sofferenza fisica, paure, angosce. Lo psicologo per primo deve essere ben conscio che è il paziente ad avere il cancro, non il cancro ad avere il paziente. Inizialmente sono caduta più volte nello stereotipo che misura la professionalità dello psicologo dal suo algido distacco, credo di aver capito che la pretesa di poter essere d’aiuto ai malati oncologici, come ad ogni altro paziente, non possa prescindere dall’offrire piena presenza, accettazione, comprensione e interesse per ogni aspetto della malattia. L’importante è ESSERCI pienamente nella relazione. Ciò che l’esperienza di tirocinio mi ha lasciato è la consapevolezza che di fronte ad ogni tipo di esperienza umana è possibile fare qualcosa e dare un significato. CRONACHE CRONACHE MARATONA KOMEN SETTEMBRE 2009 A BOLOGNA Tutte in rosa, in una Bologna solidale Che belle queste donne tutte in rosa, il colore femminile per eccellenza, che ha sottolineato l’appartenenza ad una comune esperienza di malattia delle signore trovatesi a Bologna il giorno 27 settembre 2009 per la maratona “Race for the cure” della Komen Italia ONLUS. Il rosa è un colore che ingentilisce e devo dire che le signore che marciavano per Bologna sembravano gentili anche nello sguardo, erano infatti sorridenti, non spaventate, felici di trovarsi insieme a festeggiare la prevenzione che ha consentito a tante di loro di poter intervenire in tempo utile alla cura nel caso di patologia mammaria. Oltre al rosa, ha contribuito a creare un’atmosfera delicata, anche il tanto verde del parco dei “Giardini Margherita”, parco con piante millenarie, ancora verdi per la stagione. Era anche una bella giornata, le rosse pietre del centro storico erano quanto mai capaci di riflettere quel calore vitale che prendevano dal sole. Eravamo in tante e si sentiva alle spalle un’organizzazione robusta ma non è mai mancato un clima di spontaneità e serenità nel fare outing (uscire allo scoperto con la propria malattia). Anche perché questo fare outing era finalizzato a pubblicizzare la prevenzione, la principale arma in nostro favore. Era presente anche Rosanna Banfi, ancora con “taglio corto” ma forse proprio per questo particolarmente emozionata e desiderosa di creare sintonia. Ci è piaciuta anche Maria Grazia Cucinotta, molto semplice nel porsi al pubblico e ad inserirsi in questo tipo di problematica. Infatti, con molta naturalezza, si è resa disponibile ad una foto con la nostra Lilia che, nonostante la confusione, non si è mai persa d’animo ed anzi dava consiglio a noi su come muoverci. Questa maratona è annuale, chi fosse interessato per il prossimo anno, si tenga informato. Lucia Andriolo Stagno nelle foto: le “maratonete” di Volontà di Vivere” insieme alle madrine della giornata, le attrici Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi. 29 CRONACHE 30 FESTA DEL TRENTESIMO AL SAN GAETANO Nelle foto, alcuni momenti della bellissima cerimonia per i 30 anni dell’Associazione, lo scorso ottobre: la consegna della targa di riconoscimento per il suo lungo impegno a Caterina Tanzella da parte di tutti i soci; la Presidente con gli altri soci fondatori; il pubblico; la premiazione dei medici; il gruppo delle volontarie. IMPRESSIONI DI UNA PARTECIPANTE SULLA FESTA DEL 30° AD OTTOBRE AL SAN GAETANO. Dall’incontro, che si è snodato velocemente, sono emerse, con semplicità e naturalezza, senza enfasi, la natura e l’identità dell’Associazione che sostiene a tutto campo le persone colpite dal cancro con una rete di servizi svolti grazie all’apporto qualificato dei diversi professionisti, come risposta di solidarietà a bisogni concreti. L’Associazione, che considera prioritaria la centralità della persona, è riuscita a trasmettere un messaggio di solidarietà a coloro che, al termine o durante l’evento che le ha colpite, possano scoprire valori quali la condivisione partecipata alla sofferenza e la ritrovata voglia di vivere. Fernanda Truini Riportiamo le riflessioni di alcuni partecipanti, emerse al termine del seminario tenuto da i dottori Anna Condorelli e Simon Goldstein nel dicembre 2009: “Straordinaria l’esperienza del gruppo, ho trovato spazio per confrontarmi con gli altri, insieme ai quali ho composto una tavolozza di colori arricchente” M.B. “Mi trovo bene in questi lavori, soprattutto per la relazione che viene a crearsi con gli altri” L.L. “Avevo timore di trovarmi fuori posto ma ho scoperto persone ricche per tutti gli spunti che mi hanno saputo dare” C.C. “Ho trovato conferma al lavoro che ho fatto negli altri seminari del passato ed è stato come rafforzare la terapia di mantenimento” D.L. “E’ stato il primo seminario residenziale e lavorare su un problema comune è stato interessante. I conduttori hanno approcci diversi, interessanti per stimolare quello che ognuno può fare con la propria mente. Mi hanno risvegliato l’interesse di cominciare un nuovo percorso” G.M. CONCERTO DI NATALE CRONACHE SEMINARIO INTENSIVO RESIDENZIALE DI PSICOLOGIA Nella foto, il Coro San Paolo al Concerto “Natale Insieme” per Volontà di Vivere all’Auditorium San Gaetano, l’11 dicembre 2009 CENA DI NATALE 2009 Nella foto il gruppo che ha partecipato al seminario insieme ai conduttori Anna Condorelli e Simon Goldstein. Nella foto, alcuni momenti durante la cena di Natale 2009 31 I NOSTRI SOSTENITORI 32 I NOSTRI SOSTENITORI Ringraziamo coloro che, dal 14/07/2009 al 31/01/2010 hanno contribuito con le loro offerte a mantenere attivi i servizi di riabilitazione in atto. Ricordiamo che, essendo la nostra Associazione riconosciuta come ONLUS, ogni contributo inviato per conto corrente postale, per bonifico bancario o direttamente presso di noi con assegno, è deducibile in base all’Art. 13 del D.L. 460/97. Non è possibile detrarre i versamenti effettuati in contanti Aghito Alessandro Agostinacchio Marina Agresti Agar Almeari Rita Andreosi Rosanna Annunziata Francesco Paolo Areddia Monica Bacelle Anna Maria Bado Natalina Baldresca Luigina Bandiera Alessandra Bano Cesarina Bano Ester Barbieri Silvana Barbiero Patrizia Barison Lina Bassini Antonia Batti Cloris Battistello Carlisa Battistello Violetta Bello Raffaella Belluco Marisa Belussi Iside Benetello Giuseppe Benkovic Silvana Bernardina Venturato Giovanna Bertin Fernanda Bertola Francesca Bettella Vittorina Bighetti Eleonora in Tonon Bilato Rosanna Biscaro Rosa Bolletti Rosetta Bolzonella Lilia Bonato Adriana Bortolami Wanda Bottin Agnese Bouros Elena Bragato Pierina Branca Maria Rosaria Brescello Gemma Bresciani Marta Bressan Silvana Buonerba Lilia Busolin Alessandra Calore Giovanna Cameran Ines Camporese Mirella Canovese Bertilla Castagnoli Carla Cavallo Maria Cavattoni Pietro Cavedon Imelda Cavedon Renato Cazziola Clara Centro Iniziative Nuove Cesaro Antonella Chellin Susanna Ciscato Pasqualina Cisco Antonietta Coccato Adriana Collizzolli Fiorino Compagno Gianna Consert di Stefanutti Cullere Bianca D’Andrea Emma D’Avella M. Rosaria Dainese Donatella Dal Fior Anna De Luca Carmela De Marco Marilena Del Giglio Laura Del Giudice Augusta Dimensione Arteteatro Dogo Marina Dones Antonio Donvito Pasquale Walter Due Zeta di Zattin Englaro Silvana Ermeti Roberto Fabris Olga Fantini Luigina Favero Natalia Ferretto Edvige Ferro Olga Filatura T Sette Forlani Elvira Forti Marina Fortini Anna Maria Franchin Marisa Gabrielli Gabriella Gallana Cristina Gallina Anna Maria Gallo Maria Grazia Gallo Teresa Galvan Marina Gambato Rosella Giacomazzi Teresa Glinni Lucia Golfetto Giovanni Gregolin Patrizia Grigoletto Paola Grosoli Lidia Guariento Evelina Gusella Dina Lafratta Francesco Lana Cristina Lanzilao Daniela Lentola Mariarosa Levorato Marina Livieri Rosa Macchi Monique Maestroni Sara Maffizzoni Eugenia Maggiolo Silvana Maistro Bruna Malaspina Nadia Mancini Paola Manoni Diana Marcato Elisa Marchioro Flora Marcon Giampaolo Marcon Severina Marocco Nerina Martella Manuela Martinelli Cornelia Masin Marilena Masut Piergirolamo Mattioli Paola Mazzotti Cinzia Mazzucato Andrea Melato Rosanna Meneghello Simonetta Meneghin Rosanna Mezzadro Fam. Bacchella Mezzadro Roberta Minotti Ionne Miozzo Gianna Modesti Dante Montagnini Rosa Monti Enrica Montisci Marinella Moro Anna Morossi Emma Carla Moiola Carmen Muggia Paola Nalesso Michela Negretto Anna Maria Norbiato Renata Nord Recuperi SNC Novartis Pan Gemma Pastore Maria Grazia Pedrolli Alda Perandin Maurizia Peretto Marina Peri Annamaria Picello Maria Pilotto Marina Piovese Calcio Pirolo Loredana e Gabriella Pisani Giuliana Pisano Maria Rosaria Piva Anita Pizzato Enzina Pizzeria Peter Pan Polo Mara Portalupi Erminia Preto Lucia Tanzella Caterina Tanzella Isabella Tergolina Paola Tioli Giuliana Todesco Dina Toffano Graziella Tognon Carla Tognon Luisa Tomio Ottilia Toniolo Selenia Torresin Nadia Trevisan Tulia Turrini Muti Cosetta Valentini Roberta Varotto Maria Luisa Velicogna Giovanni Verza Cristina Vezzani Gabriella Zacchettin Gabriella Zukowsky Josephine Il 5 x mille: per l’anno 2006 ci sono arrivati Euro 24.074,92, per il 2007 Euro 23.418,55. Speriamo che per il prossimo anno ci sia maggiore disponibilità e che la cifra non diminuisca ancora! Ringraziamo sentitamente tutti coloro che si sono ricordati di indicare il nostro codice fiscale 80040220289 nella dichiarazione dei redditi. Continuate a ricordarvi di noi sempre più numerosi e diffondete il numero di codice presso amici e parenti.” ; rimpicciolire i loghi e cancellare il logo della Banca locale centro vitale. Comune di Padova I NOSTRI SOSTENITORI - AGENDA Santorsola Paola Saoncella Maria Sartori Guido Scaioli Enzio Schiavon Elvira Schiavon Francesca Seppi Susanna Sonino Nicoletta Stocchi Anna Tallone Rossana Tamiazzo Cinzia Previato Alberto Privitera Rosa Rampazzo Gabriella Reffo Lucia Rocchi Alessandra Rostellato Nevio Sabbion Lina Sabbion Lucia Sagna Myriam Salmaso Giulia Salmaso Nunzia Regione Veneto AGENDA Gio. 28 gen. 2010 Ore 16.30 Inizia il corso base di informatica - in sede Gio. 04 feb. 2010 Ore 16.00 Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista “Cefalea: conoscerne il significato simbolico per prevenirla“. In sede Merc. 10 feb. 2010 Ore 16.00 Corso di formazione per volontarie - in sede Merc. 24 feb. 2010 Ore 16.00 Corso di formazione per volontarie - in sede Ven. 26 febb. 2010 Ore 21.00 2° incontro della Consulta Maschile - in sede Merc. 3 mar. 2010 Ore 17.00 I° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Gio. 4 mar. 2010 Ore 16.00 Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista “Ipertensione: facciamo circolare le emozioni “. In sede Dom. 7 mar. 2010 Ore 17.00 Appuntamento al teatro Don Bosco di Via De Lellis con l’Operetta Merc. 10 mar. 2010 Ore 17.00 II° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Merc. 10 mar. 2010 Ore 16.00 Festa della Donna organizzata dalla Consulta Femminile presso l’Auditorium S. Gaetano Merc. 17 mar. 2010 Ore 17.00 III° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede 33 PROMEMORIA - AGENDA Giov. 18 mar. 2010 Ore 15.30 Screening osteoporosi in sede. Info e iscrizioni in segreteria Merc/Giov 24 - 25 mar. 2010 Mercatino pasquale in favore della nostra Associazione presso l’atrio del monoblocco dell’Ospedale Civile di Padova Merc. 24 mar. 2010 Ore 17.00 IV° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Ven. 3° incontro della Consulta Maschile - in sede 26 mar. 2010 Ore 21.00 Merc. 31 mar. 2010 Ore 17.00 V° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Merc. 7 apr. 2010 Ore 17.00 VI° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Gio. Ore 16.00 Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista “I reni e il mondo delle acque: cistiti, calcoli e incontinenza; cosa ci dicono”. In sede Merc. 14 apr. 2010 Ore 17.00 VII° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Sab. 17 apr. 2010 Ore 9.00 Aggiornamento bendaggio compressivo per fisioterapisti. Info e iscrizioni in segreteria Dom. 18 apr. 2010 Ore 9.00 Incontro di Nordic Walking presso il parco “La Fenice” - Lungargine Rovetta Mart. 20 apr. 2010 Ore 17.00 Assemblea dei Soci con rinnovo cariche Merc. 21 apr. 2010 Ore 17.00 VIII° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Merc. 28 apr. 2010 Ore 9.00/13.00 Convegno aperto a tutti presso l’Aula Magna del Bò “Progetto Martina: resoconto del II° triennio della campagna informativa nelle scuole Merc. 28 apr. 2010 Ore 17.00 IX° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Ven. 30 apr. 2010 Ore 21.00 4° incontro della Consulta Maschile - in sede Mart. 4 mag. 2010 Ore 15.30 Torneo di Burraco a beneficio dell’Associazione Merc. 5 mag. 2010 Ore 17.00 X° incontro del gruppo “Vincere la paura” con il Dr. Trevisan - in sede Gio. Ore 16.00 Conferenza aperta a tutti tenuta dalla Dr.ssa Cavallini, nutrizionista psicosomatista “Esaurimento e stanchezza: cerchiamo una via d’uscita”. In sede 8 apr. 2010 6 mag. 2010 Dom. 23 mag. 2010 Ore 17.00 Favola musicale di Sergei Prokofiev “Pierino e il lupo”. Informazioni e iscrizioni in segreteria Ven. 28 mag. 2010 Ore 21.00 5° incontro della Consulta Maschile - in sede Ven. 18 giu. 2010 Convegno medico aperto a tutti presso l’Auditorium S. Gaetano di via Altinate. Informazioni e iscrizioni in segreteria Ore 9.00/18.30 PROMEMORIA SEGRETERIA: per qualsiasi informazione rivolgersi in Via Paruta al N. 32 tel 049-8025069 fax 049-8037465 e-mail: [email protected] sito internet: www.volontadivivere.org dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle ore 15.30 alle 18.30 ACCOGLIENZA con Caterina Tanzella: Lunedì pomeriggio dalle ore 16.30 alle 18.00 o chiamando in segreteria per un appuntamento. SERVIZIO DI LINFODRENAGGIO MANUALE Metodo Vodder con Paola, Cinzia e Miria (con prescrizione da parte di un fisiatra o di uno specialista) chiamando in segreteria per l’appuntamento. Il servizio è garantito tutti i giorni con cicli completi di 10 sedute (3 all’anno per ogni persona) e sedute di mantenimento ( una ogni 15 giorni per ogni persona). FISIOTERAPIA (con prescrizione medica) • Ginnastica specifica con la Dr.ssa Miriam Rizzi: lunedì pomeriggio dalle 17.30 alle 18.30 • Generale di mantenimento con la Dr.ssa Paola Varricchio: martedì mattina dalle 9.15 alle 10.15 SERVIZIO DI PROVA PROTESI, CORSETTERIA E FORNITURA DI TUTORE ELASTICO con Cloris chiamando in segreteria per un appuntamento. 34 • Danzamovimentoterapia con la Dr.ssa Paola Varricchio: martedì mattina dalle 10.15 alle 11.15 • Servizio di sostegno psicologico: incontri individuali per pazienti e familiari. Martedì mattina / mercoledì mattina e pomeriggio; solo per appuntamento. • Incontri di gruppo: vedere alla sezione “Prossimi appuntamenti”. • Consulta maschile per mariti e compagni: vedere alla sezione “Agenda”. COLLABORAZIONI IN CONVENZIONE CON I SERVIZI SANITARI: PER VISITA PSICONEUROENDOCRINOLOGICA con la Dr.ssa Nicoletta Sonino GRUPPO “CRESCERE CON ARTE” con la Dr.ssa Chiara Vitalone Ogni martedì alle 17.30. Iscrizioni in segreteria Mercoledì pomeriggio ore 14.00-17.00 in Via Scrovegni 12 – Padova. Per appuntamento, telefonare al CUP n. 840000664 con impegnativa per “Visita psiconeuroendocrinologica” PROMEMORIA PSICOLOGIA con il Dr. Evelino Trevisan VISITE FISIATRICHE con la Dr.ssa GRUPPI DI AUTO AIUTO con la Dr.ssa Chiara Vitalone Lunedì alle ore 17.30 a cadenza quindicinale. Iscrizioni in segreteria PSICOLOGIA con la Dr.ssa Anna Cavallini, psicologa ad indirizzo nutrizionale e psicosomatico • Giovedì, su appuntamento, incontri individuali. • Incontri di gruppo: vedere alla sezione “Agenda”. YOGA con la Dr.ssa Lili Vucic Ogni venerdì alle ore 17.00 CORSI DI NORDIC WALKING con Maria Grazia Pastore Iscrizioni in segreteria Sonia Fasolo Presso l’Ospedale dei Colli. Per appuntamento, n° 049-8216031 con impegnativa e lettera B per l’urgenza SCREENING PER L’OSTEOPOROSI con il Dr. Sartori Presso gli ambulatori di Via Modena con impegnativa. Per un appuntamento chiamare in segreteria dell’Associazione PER FREQUENTARE LE ATTIVITÀ E PER PRENOTARE I SERVIZI INDIVIDUALI RIVOLGERSI IN VIA PARUTA, 32 - PADOVA (Zona S. Rita, raggiungibile con gli autobus N. 16 e 19) tel 049 - 8025069 L’Associazione non ha delegato nessuno a raccogliere offerte. Per iscriversi e sostenere l’Associazione basta effettuare un versamento sul c/c postale n. 14469357 intestato a: “Ass.ne Noi e il Cancro - Volontà di Vivere” ONLUS – Via Paruta, 32 – 35126 PADOVA CORSI DI FORMAZIONE PER OPERATORI (MEDICI, PSICOLOGI, INFERMIERI) E VOLONTARI CAMPAGNE DI INFORMAZIONE SULLA PREVENZIONE RIVOLTE AI GIOVANI, CONVEGNI, GITE E CONVIVI, VISITE CULTURALI LA MAGGIOR PARTE DEI SERVIZI VIENE OFFERTA GRATUITAMENTE. Quando compili la dichiarazione dei redditi, ricordati di firmare il modello per la destinazione del cinque per mille e di inserire il nostro codice fiscale: 80040220289 Puoi comunque continuare a destinare anche l’otto per mille come hai sempre fatto. Questa è solo un’opportunità in più. 35 PAGINA DELLA POESIA LA PAGINA DELLA POESIA LA SCELTA di Marta Bresciani Alvarez Voglio arrendermi. Abbandonarsi alla Vita, che è più forte delle nostre paure, significa cambiare paesaggio: dalla parola pensata alla parola agita. Ah, mio Albero! Hai radici forti per crescere alto, perché non dai più frutti? Dovrò nutrirti, aprire nuovi orizzonti, rompere la serra che ti fa vivere in una falsa stagione, che blocca la tua linfa con inutile sofferenza. Associazione “Noi e il Cancro - Volontà di Vivere” - ONLUS Via Paruta, 32 35126 PADOVA E-mail: [email protected] Sito Internet: www.volontadivivere.org N. 60 Chiarezza genera serenità priva di giudizio. Semplici, le cose ci appaiono dopo essersi nascoste per anni, tra rimorsi e rancori. Via…via… liberare, alleggerire… Desidero cambiare i miei occhi, tenendo stretto il cuore. Ho paura, ma non ho scelta, perché… ho scelto di vivere. Direzione e redazione: Federica Cappellato Stampa: Print House s.r.l. Tel. 049-8025069 Fax: 049-8037465 Cod.Fisc.: Dovremmo diventare artigiani dei nostri pensieri, faticare per dar loro una nuova forma. Plasmare la materia dei sogni e dei ricordi, chiamando per nome i sentimenti, riconoscendoci capaci d’amare e dunque, donarci. 80040220289 Febbraio 2010 Periodico quadrimestrale Direttore Responsabile: Caterina Tanzella Autorizzazione Tribunale di Padova n° 1274 del 27.3.1991 Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/C Legge 662/1996 - Padova CMP In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di Padova CMP detentore del conto, per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa.