ANNO XVII - N. 4 - 1 GIUGNO 2010
Edito dalla G.E.F.IM. sas - via P. di Piemonte n. 131 - CAMPOBASSO - tel/fax 0874/6.33.19 www.gefim.eu - e-mail: [email protected] - REG. SPECIALE STAMPA: Trib.CB 12.03.93 n. 203/93 Direttore Responsabile: Stefano CASTELLITTO - Progetto Grafico: Gianfranco CICCONE
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CAMPOBASSO 6 GIUGNO 2010
CAMPOBASSO PER I MISTERI
Nel 1997, in occasione della prima processione dei Misteri
organizzata dall’Associazione, pubblicammo una edizione
straordinaria di “ Il Punto”, oggi a distanza di tredici anni ripetiamo
l’iniziativa.
Sono quindi trascorsi tredici anni dalla costituzione
dell’Associazione Misteri e Tradizioni e molte sono le attività svolte,
alcune di carattere straordinario come la processione dei Misteri in
Piazza San Pietro, al cospetto di Giovanni Paolo II all’Angelus del
27 giugno 1999.
Altra data importante è l’ 8 ottobre 2006, giorno di
inaugurazione del Museo dei Misteri che da allora fa visto un notevole
afflusso di pubblico quantificato in oltre centomila presenze.
Tante le pubblicazione dell’Associazione, tredici edizione del
calendario dei Misteri, quattro dell’opuscolo “I Misteri” due ristampe
anastatiche di “Corpus Domini in Campobasso” di Michele D’Alena
1896, e dal maggio 2008 il sito dell’associazione
www.misterietradizioni.com
L’attività prevalente rimane l’organizzazione della
processione dei Misteri, che nel tempo è cresciuta notevolmente
anche con la celebrazione della Santa Messa nel cortile del Museo
officiata dal Vescovo.
La processione dei Misteri nel giorno del Corpus Domini
richiama un numero impressionante di persone arrivando a
superare le centocinquantamila presenze nello scorso anno
confermandosi come evento più seguito nella Regione Molise.
I risultati conseguiti sono il frutto dell’impegno di tante persone
che quotidianamente prestano la propria opera per conservare e
valorizzare gli Ingegni di Paolo Saverio di Zinno e la tradizione che
Rappresentano a cui va il mio più sincero ringraziamento.
Bisogna però continuare a crescere, mettendo in campo
attività di promozione e divulgazione dei “Misteri” e le occasioni
imminenti sono diverse.
Già nel prossimo 2011 ricorre il ventennale della prima uscita
da Campobasso di tre Misteri che nel 1991 accompagnarono la
delegazione Molisana ad Assisi nella manifestazione del dono
dell’olio per la lampada votiva a San Francesco.
Ma è a Campobasso che bisogna portare turisti e studiosi e
pensare di farlo nel giorno di Corpus Domini significherebbe dilatare
la manifestazione portandola a livelli di difficile gestione, ed allora
l’idea la lanciare è quella di replicare la processione dei Misteri in
occasione di una data significativa che potrebbe essere dal 12 al
15 Settembre, rievocando la venuta a Campobasso di Ferdinando
II di Borbone avvenuta nel 1832.
Anche il Museo è da potenziare annettendo ai locali
disponibili il piano superiore attualmente adibito ad uffici Regionali
dove troverebbe degna collocazione la produzione statuaria di Paolo
Saverio di Zinno.
Altra cosa importante da fare è l’intitolazione di una piazza
all’autore dei Misteri Paolo Saverio Di Zinno.
Faccio quindi appello a quanti hanno a cuore i Misteri affinché
possano fattivamente contribuire a far crescere la tradizione degli
Ingegni ed a tramandarla ai posteri.
Presidente
Associazione Misteri e Tradizioni
Arch. Liberato Teberino
Associazione Misteri e Tradizioni: quando l’amore per il passato è forte
“Nasce l’Associazione “Misteri e Tradizioni”: un’occasione per riscoprire e riscoprirsi nel proprio passato, in
un legame culturale che riporta l’uomo campobassano alla matrice geniale e fabrile da cui ha tratto linfa
vitale. Se proviamo a passeggiare tra i colori e il calore del borgo antico ci rendiamo conto della suggestione
creata dai vicoli e da spaccati di pietra cesellati dall’ arte di chi ha sempre amato la propria terra. Gli “Ingegni”
del di Zinno sono una materializzazione dell’esperienza artistica che trasuda la Campobasso di un tempo. I
Misteri del ‘700 sono il motivo ispiratore della nascita dell’Associazione Misteri e Tradizioni, tutta protesa
nell’obiettivo di riscoperta, valorizzazione e medializzazione della festa del Corpus Domini di Campobasso.
Anticamente erano le Confraternite a gestire, tra lo sforzo e la competizione, la processione dei Misteri, che
univa fede popolare a ostentazione del potere. Da molti anni, grazie alla passione della famiglia Teberino, dal
capostipite Cosmo, e di altri preziosi volontari, le “statue di carne” ogni anno evocano antiche magie. E sono
i fratelli Teberino a credere con forza che l’energia del popolo può rinnovare l’antico splendore degli ingegni.
Con altri soci nasce nel febbraio del 1997
“Misteri e Tradizioni”, un Associazione che
da subito intende proporsi all’attenzione
della gente campobassana con un forte
invito: i Misteri sono di tutti e tutti hanno il
diritto-dovere di farli crescere. Nel
programma associativo l’apertura a tutti i
campobassani che, fattivamente, vogliono
lavorare per i “quadri viventi”. Coinvolgere
tutti è il principale obiettivo, nella
consapevolezza che questa nostra
tradizione ha ormai raggiunto i confini
nazionali anche grazie alla processione dei
Misteri in piazza S. Pietro a Roma in
occasione dell’Angelus del 27 giugno del
1999. Negli anni, a seguito di
PH: Giuseppe Damiano
L’Associazione Misteri e Tradizioni
approfondimenti sull’originaria fattezza dei
Misteri, l’Associazione ha rifatto tutti i costumi, ha condotto un primo studio sulla metallografia delle strutture
delle “Macchine dei Misteri”, ha partecipato a vari eventi, culturali e non, anche fuori dai confini regionali ed
ha promosso la realizzazione del Museo dei Misteri, da tutti fortemente voluto”.
Questo, è quello che si legge nel sito dedicato alla tradizionale sfilata dei misteri;
ma l’Associazione è ben altro. E’ un qualcosa che travalica il significato letterario.
E’ un qualcosa che nasce dentro e che cresce a dimostrazione che i Misteri sono il
motore propulsore che traina e che attira; Ecco perché è difficile descrivere cosa
muove queste persone alquanto speciali a dedicare il loro tempo libero e tenere
viva una tradizione che fa degli ingegni del Di Zinno un unico. Un unico in cui i gesti
e le azioni, spesso ripetitive, permettono di addentrarsi in un mondo particolare, in
cui la sinergia perfetta ti accompagna a scoprire il significato più recondito delle
sacre rappresentazioni, nate dal popolo, e fatte per il popolo. Gesti e azioni che
fanno venire in contatto con una dimensione quasi incantata dove il volo degli angeli
è frammezzato al lavoro quotidiano. Gesti e azioni che lasciano affascinati chiunque
assiste alla materializzazione delle 13 macchine che, annualmente si arricchiscono
di significato che ci porta lungo un percorso di secoli. Un percorso misterioso, e non
accessibile a tutti tranne a chi li cura e li preserva. Un percorso che, oggi, è quanto
mai attuale perché, se si guarda attentamente la semplice struttura dei misteri, se
ne capisce il cuore, anzi lo spirito. Un qualcosa che fa svanire qualsiasi
cervelotizzazione. Un qualcosa talmente palese ma anche recondito che ti svuota
e ti disarma, perché il simbolo, anzi i 13 simboli, spiegano il contenuto e il contenente.
Ecco perché chi si dedica con amore alla conservazione dei misteri è immune da
qualsiasi mistificazione sia materiale che morale. Una immunizzazione che permette
di guardare lontano perchè i Misteri sono Campobasso e Campobasso sono i misteri
e l’Associazione misteri e tradizione è il fulcro di tutto questo.
Simbolo dell’Associazione
Misteri e Tradizioni
Massimo Dalla Torre
13 il simbolo della tradizione Corpus Domini
13 nella cabala e per quelli che credono nei numeri è senza
ombra di dubbio un simbolo fortunato, anche se in molti Paesi
dell’area orientale il numero è sinonimo di mistero e di
conseguenza è bene trattarlo con i cosiddetti “guanti bianchi”.
Ho voluto prendere spunto dal mondo della numerologia che,
sempre più entra nel DNA umano, per presentare il numero
13 sotto un diverso aspetto: quello culturale. Quello legato
alle innumerevoli testimonianze che vogliono il 13 presente
in molte opere d’arte e in molte manifestazioni che
caratterizzano la vita di realtà simili alla nostra. E’ il caso dei
Misteri, ossia le macchine nate dall’ingegno di Paolo Saverio
Di Zinno che, sono il simbolo di un qualcosa che caratterizza
la nostra città. La quale, nella sua semplicità, conserva
gelosamente una tradizione di cui è fiera e che difficilmente,
nonostante i venti contrari, vedrà la fine. 13 simboli che
mostrano nella crudezza più assoluta come dal ferro posso
nascere baluardi di una cultura che appartiene al tessuto
stesso e non a chi vuole a tutti i costi cervelotizzare una
tradizione facendola apparire come un retaggio di altri tempi
che oggi dove si corre trova il tempo che trova. Credetemi
non è facile parlare del significato intrinseco ed estrinseco
dei Misteri perché i Misteri stessi sono l’espressione più
recondita di ognuno di noi che annualmente accorriamo ad
ammirarli e a testimoniare la loro valenza. Una testimonianza
che affonda le radici nella notte dei tempi che è possibile
palesare attraverso le fotografie e quant’altro li ritrae
ingigantendone, qualora necessitasse, il senso per cui nel
lontano 1700 un figlio del popolo li disegnò e li affidò alle
mani degli artigiani che li forgiarono a testimonianza di una
fede non ampollosa ma schietta. Una fede che traspare anche
nei più piccoli segni e che esplode proprio in occasione della
festività del Corpus Domini. Molti leggendo tutto questo si
domanderanno ma necessita scrivere di una cosa acclarata
da sempre? Si necessita; perché dove tutto è effimero, dove
tutto è vacuo, i sacri ingegni sono la perfetta personificazione
dell’animus di una collettività che si tiene stretti, gelosamente,
i 13 simboli. I quali, si palesano soprattutto quando nel silenzio
più assoluto del museo a loro dedicato, ci parlano, ci
guardano, metaforicamente s’intende, invitandoci ad una
riflessione seria ed attenta e non ad una semplice fugace
visita che lascia il più delle volte il vuoto. Un vuoto che invece
è il segno tangibile di quello che essi rappresentano. Un vuoto
che si colma soltanto compenetrandosi sul perché sono stati
creati, sul perché a distanza di secoli sono ancora li, sul
perché c’è sempre più voglia di mostrarli. Un accavallarsi di
manifestazioni più o meno palesi che non si spengono ma
che rinvigoriscono ogni giorno di più. Un accavallarsi di gesti
spontanei ma soprattutto di amore per un qualcosa che ci
entra dentro e ci prende perché i 13 Misteri, che mi auguro
possano tornare al loro numero originario: ossia 24, sono e
saranno Campobasso quello con la “C” maiuscola: ma questo
molti lo hanno dimenticato.
Massimo Dalla Torre
La festività del Corpus Domini ha una origine più recente di quanto sembri. La solennità cattolica del Corpus Domini
(Corpo del Signore) chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole celebrare il mistero dell’Eucaristia ed è stata
istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima
di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la
celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento
di Liegi, dove il convento della suora si trovava.
In realtà la festa posa le sue radici nell’ambiente fervoroso della Gallia
belgica - che San Francesco chiamava amica Corporis Domini - e in
particolare grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la
beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide
durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato
però da un lato da una linea rimasta in ombra, da Dio intese che quella
visione significava la Chiesa del suo tempo che ancora mancava di una
solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il
Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di
parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la
richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini.
La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo
l’ottava della Trinità. Più tardi, nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di
Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana,
Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove
è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la
festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico
avvenuto nel 1263, che conosciamo sin dai primi anni della nostra formazione cristiana. Infatti, ci è raccontato che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia,
nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono
PAPA URBANO IV
allora alcune gocce di sangue che
macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (attualmente conservato nel
Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche
presso la basilica di Santa Cristina.
Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa
del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità.
La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica
dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa
promulgò la Bolla “Transiturus” che istituiva per tutta la cristianità la Festa del
Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini neganti
il Sacramerito dell’Eucaristia. Già qualche settimana prima di promulgare questo
importante atto - il 19 Giugno - lo stesso Pontefice aveva preso parte, assieme a
numerosissimi Cardinali e prelati venuti da ogni luogo e ad una moltitudine di
fedeli, ad una solenne processione con la quale il sacro lino macchiato del
sangue di Cristo era stato recato per le vie della città. Da allora, ogni anno in
Orvieto, la domenica successiva alla festività del Corpus Domini, il Corporale del
Miracolo di Bolsena, racchiuso in un prezioso reliquiario, viene portato
processionalmente per le strade cittadine seguendo il percorso che tocca tutti i
quartieri e tutti i luoghi più significativi della città.
In seguito la popolarità della festa crebbe grazie al Concilio di Trento, si diffusero
le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della
Messa. Se nella Solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione
dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se
stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus
Domini l’attenzione si sposta sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa,
fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e le adorazioni
Mons. Giancarlo Maria Bregantini
prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede
PH: Maria Di Iorio
del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del
suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità.
E’ una festa mobile. Questa festa è di precetto e viene celebrata il giovedì dopo la domenica della SS. Trinità (60 giorni
dopo la Pasqua), prima domenica dopo la Pentecoste, dal 1977 è stata spostata alla domenica (63 giorni dopo la
Pasqua).
A Roma la celebrazione si svolge infatti il giovedì dopo la solennità della SS. Trinità nella basilica di S. Giovanni in Laterano,
per poi concludersi con la processione tradizionale fino alla basilica di Santa Maria Maggiore, presieduta dal papa,
Vescovo di Roma. Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è festa civile: nei cantoni cattolici della
Svizzera, in Spagna, in Germania, Croazia, Polonia, Brasile e in Austria.
Invece nel resto d’Italia, e in quelle nazioni dove essa non è festa di precetto, si celebra la domenica successiva, in
conformità con le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario:quest’anno è il 06 giugno
Il “trucco” dei Misteri L’ideatore dei Misteri
Un enorme successo racchiuso in una elaborata ed ingegnosa struttura
“Il trucco c’è ma non si vede” recita una famosa frase che viene generalmente riferita agli
spettacoli di maghi ed illusionisti, ma chiunque abbia assistito ad una processione dei Misteri di
Campobasso non ha potuto fare a meno di pronunciarla, dopo essersi ripreso dall’iniziale sorpresa
di vedere esseri umani sospesi nel vuoto. Allo smarrimento iniziale, dovuto ad un irrazionale
riflesso condizionato, segue generalmente un’attenta e ragionata osservazione che, di norma,
consente di individuare il trucco.
Il trucco c’è, ma viene mascherato, dove è possibile, dai costumi dei figuranti e dagli
elementi scenografici, e, quando non è possibile mascherarlo, allora diventa esso stesso un elemento
scenografico, come insegna un’altra famosa frase “Se non puoi nascondere qualcosa allora mettila
in evidenza”. E così il trucco diventa un serpente (Mistero dell’Immacolata Concezione), una
catena (Mistero di San Michele) o il piede di un tavolo (Misteri di San Crispino e San Nicola).
Il trucco c’è e consente, in maniera magicamente concreta, di condensare insieme le leggi
della fisica e le esigenze dell’arte, ottenendo da un lato di “alleggerire” il peso dei figuranti
sospesi e, nel contempo, di disporli armonicamente nello spazio.
Il trucco c’è ed è nato circa duecentocinquanta anni fa dalla proficua collaborazione tra un
geniale campobassano, di professione scultore, e alcuni suoi esperti concittadini, di professione
fabbri ferrai, rispettivamente la mente e le braccia di un’operazione che, al di là di ogni possibile
previsione, ha costruito un pezzo di storia e di identità campobassana.
Il trucco c’è e consiste in una struttura metallica costituita da due barre di ferro saldate
insieme. Non c’è nulla di
misterioso, ma solo tanta
abilità nel riscaldare le due
barre alla temperatura ideale
che consente loro di saldarsi
senza fondere. Fin qui
potrebbe sembrare solo un
processo che richiede un
grande sforzo di attenzione e
invece a complicare le cose
intervengono le esigenze
artistiche, che impongono di
far assumere ai ferri le forme
più svariate in modo da farli
diventare
elementi
scenografici e permettere ai
figuranti di assumere posizioni
PARTICOLARE DEL MISTERO DI ABRAMO - PH: Giovanni Teberino
ben precise nello spazio. La
mente comanda, le braccia
eseguono dando forma alla prima barra ed usandola come stampo per realizzare la seconda prima
di saldarle insieme. Quando anche questa difficoltà è superata ecco presentarsi un problema
strutturale non meno importante di quello estetico. Per sorreggere il peso dei figuranti dovrebbero
essere realizzate strutture dallo spessore troppo elevato che creerebbe difficoltà nel nasconderle
e ne aumenterebbe notevolmente il peso a meno che… Le braccia tornano al lavoro e realizzano
una struttura che non è costituita da un unico elemento ma da più parti unite insieme con delle
giunzioni ad incastro. Proprio come in un albero, è presente un asse principale, inserito nella base
in legno, al quale sono unite delle ramificazioni secondarie. Inoltre all’asse principale viene
conferita una sezione di forma rettangolare (ottenuta unendo due barre di ferro di sezione quadrata)
con il lato lungo rivolto verso il senso di marcia. Le giunture ad incastro insieme alla sezione e
disposizione dell’asse principale, fanno in modo che, durante la processione, le sollecitazioni
causate dal peso dei figuranti vengano disperse consentendo di ridurre lo spessore della struttura
metallica e determinando la caratteristica oscillazione dell’intera struttura.
Il trucco c’è, c’è sempre stato, ma nel passato molto probabilmente non è stato compreso
appieno, visto che si è trovato al centro di numerose interpretazioni popolari. Per giustificare un
trucco tanto reale quanto inconcepibile è stato addirittura ipotizzato l’intervento di San Michele,
che avrebbe rivelato in sogno all’artista la composizione di una miracolosa lega metallica.
Il trucco c’è e si vede ma, come in qualsiasi spettacolo di magia, una volta che si riesce a
scoprirlo, piuttosto che rifiutare categoricamente tutto pensando di essere stati presi in giro, è più
bello lasciarsi coinvolgere dall’illusione che l’abilità del mago è riuscita a creare.
Andrea Damiano
([email protected])
Genialità, esperienza e fortuna di uno scultore campobassano
Quando il 3 dicembre 1718 Paolo
Saverio Di Zinno venne alla luce in una
anonima abitazione di contadini del borgo
di Campobasso, nessuno avrebbe potuto
immaginare che sarebbe diventato uno dei
FIRMA AUTOGRAFA DELL’ARTISTA
più illustri personaggi campobassani.
(IO PAOLO DI ZINNO)
Probabilmente la sua vita si sarebbe evoluta
come quella di centinaia di suoi anonimi concittadini, di cui non è rimasta memoria, se i suoi
fratelli non avessero finanziato i suoi studi presso la bottega di uno scultore di Napoli. Non è dato
sapere se Di Zinno avesse dimostrato fin da piccolo una naturale propensione artistica, ma
indubbiamente, i risultati da lui ottenuti, testimoniano le competenze acquisite nell’arte dello
scolpire il legno. La fama e la notorietà raggiunte da Di Zinno nella sua vita sono dimostrate dal
fatto che le sue numerose opere possono essere ammirate non solo in molti paesi del Molise, ma
anche in diverse località della Campania, dell’Abruzzo e della Puglia.
Al suo rientro a Campobasso, Di Zinno avviò la sua attività di scultore che, sebbene
inizialmente fosse sporadica, gli consentì comunque di sposarsi e di mettere su famiglia. Nella
città natale ebbe anche modo di intraprendere attività imprenditoriali, di rivestire ruoli di consulente
ed esperto e di prendere parte attiva alla vita politica locale tanto
da ricoprire importanti incarichi amministrativi per conto della
città e della Confraternita di Santa Maria della Croce.
I Misteri di Campobasso possono essere considerati l’apice
della carriera artistica dello scultore campobassano, non tanto e
non solo perché sono, senza dubbio, le sue più famose e celebrate
realizzazioni, ma soprattutto perché sono la sintesi delle
esperienze artistiche del loro ideatore, innestate all’interno della
principale festività campobassana ed arricchite dal suo personale
colpo di genio. La grande abilità di Di Zinno è stata quella di
riuscire a fondere insieme la tradizione delle sacre
rappresentazioni, allestite a Campobasso per la solennità del
Corpus Domini, e i canoni della scultura. I Misteri, infatti, sono
stati concepiti come se dovessero essere degli enormi gruppi
statuari a grandezza naturale in cui, però, i personaggi, invece di
essere degli inanimati seppur realistici pezzi di legno, sono degli
esseri umani, resi statue dal colpo di genio dell’artista. Non può
essere altrimenti definita l’elaborata e caratteristica struttura
metallica dei Misteri che immobilizza i figuranti in suggestive
STATUA DI S. NICOLA
pose artistiche e, nel contempo, conferisce alla manifestazione
PH: Nicola Felice
quell’elemento di spettacolarità
tipico delle feste barocche napoletane che tanto avevano colpito il
giovane Di Zinno nel suo soggiorno partenopeo. Anche se i Misteri
sono sicuramente il risultato di diverse esperienze pregresse, la
struttura delle macchine, che le rende uniche al mondo, può essere
ragionevolmente considerata un’invenzione partorita dalla geniale
mente dello scultore campobassano che morì a Campobasso il 29
aprile 1781.
Nella vita di Di Zinno, accanto alle indiscusse abilità di
scultore, all’estro dell’innovatore e alla dedizione al lavoro ed alla
famiglia, non è mancato quel pizzico di fortuna che consente ad
una persona normale di diventare una famosa celebrità. Se non
avesse avuto la possibilità di formarsi a Napoli diventando scultore,
l’opportunità di poter reinventare a modo suo le sacre
rappresentazioni per la processione di Corpus Domini, il valido
DISEGNO DI S. ROCCO
RACCOLTA “ELISEO”
contributo fornito dagli esperti fabbri ferrai campobassani, molto
BIBL. PROV. ALBINO CB
probabilmente il suo nome sarebbe stato dimenticato. E invece i
Misteri sono lì a rendere vivo nella memoria di tutti il ricordo del loro ideatore, che sopravvivrà
allo scorrere del tempo solo se i campobassani, magari aiutati anche da un pizzico di fortuna,
riusciranno a conservare, valorizzare e tramandare le sue meravigliose creature.
Andrea Damiano
([email protected])
La sfilata dei Misteri nel giorno del Corpus Domini
Fra le tante manifestazioni in occasione del Corpus Domini la più originale è quella che si
svolge a Campobasso con la processione dei Misteri. Da oltre due secoli e mezzo, angeli,
santi, diavoli e madonne sospesi nel vuoto sfilano per le vie di Campobasso. Le attuali
macchine dei Misteri, straordinarie per l’eleganza e leggerezza, furono costruite dallo scultore
campobassano, Paolo Saverio Di Zinno (1718 – 1781) intorno la 1740.
Di Zinno realizzò un’armatura verticale che avrebbe retto dei bambini su sapienti diramazioni,
mentre alla base si sarebbero collocati gli adulti. L’armatura, in lega leggera di metallo fuso,
veniva camuffata attraverso un cero, un vulcano, un altare, delle catene, ecc…
Di Zinno costruì ventiquattro Misteri che vennero sottoposti ad un collaudo ma, seconda
una tradizione orale non documentata, sei non ressero alla prova rimanendone così in diciotto.
Nel 1748 per la prima volta, si suppone, sfilarono i Misteri per le vie di Campobasso, angeli
santi, diavoli e madonne, tutti interpretati da uomini, donne e bambini in costume, parevano
librarsi nel cielo quasi volassero. I diciotto Misteri venivano custoditi, a gruppi di sei, nelle
tre maggiori chiese di Campobasso: S. Antonio Abate, i quali uscivano sempre, mentre
quelli custoditi nella chiesa di S. Maria della Croce, e quelli custoditi nella Cattedrale,
uscivano ad anni alterni.
Col terremoto del 26 luglio 1805, nella città di Campobasso molti edifici e chiese andarono
distrutte, tra queste la chiesa della S.S. Trinità (cattedrale) e la chiesa di S. Maria della Croce
e con esse andarono distrutti alcuni dei Misteri che custodivano, quattro della Cattedrale e
due si S: Maria della Croce. Da allora non furono più in diciotto ma rimasero in dodici fino
al 1959, quando i cugini Tucci, fabbri ferrai campobassani, costruirono il tredicesimo Mistero,
il S.S. Cuore di Gesù, tratto da un disegno attribuito al Di Zinno.
L’organizzazione della Processione dei Misteri coinvolge i volontari dell’Associazione Misteri
e Tradizioni già a partire da alcuni mesi prima della festività del Corpus Domini. Bisogna
infatti revisionare le “macchine”, sistemare i costumi dei figuranti, le divise dei portatori
ma, soprattutto, reclutare i figuranti fra quanti, bambini e adulti, desiderano partecipare alla
più sentita ed importante tradizione campobassana. La scelta dei figuranti viene effettuata
dal coordinatore dell’Associazione Misteri e Tradizioni principalmente in base alle
caratteristiche fisiche e fisionomiche: requisito fondamentale per i bambini è la possibilità
di stare comodi all’interno delle imbracature, mentre per gli adulti è la capacità di interpretare
al meglio il ruolo assegnato. La formazione delle squadre dei portatori e la loro gestione nel
corso della Processione, avviene, invece, a discrezione di ogni singolo caposquadra, ciascuno
secondo i propri criteri. La mattina del giorno del Corpus Domini, alle 8:00 nel cortile del
Museo che ospita i Misteri in mostra permanente, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di
Campobasso-Boiano celebra la Santa Messa alla presenza dei volontari dell’Associazione,
dei figuranti circa
una settantina, di
cui 58 bambini
(alcuni di appena
due anni) di fedeli,
delle
autorità
istituzionali
C o m u n a l i ,
Provinciali
e
Regionali. Alle
09.00 terminata la
funzione,
i
personaggi vanno
ad animare le
strutture in acciaio
dei Misteri grazie
La vestizione
PH: Lucio Paduano
alla preziosa opera dei vestitori (due per ogni Mistero) che si occupano di assicurare i figuranti
alle imbracature, di curare i costumi e gli aspetti scenografici, ci si lascia imbrigliare da
mani esperte da una serie di cinghie bretelle e via si parte.
Alle 10.00 in punto, sotto il sole campobassano e con un cielo sempre più azzurro, si animano
le strutture, si muovono gli angeli …. inizia la Festa, il capo squadra grida “scannétt allért”
e battendo per tre volte una canna palustre sulla base, i portatori sollevano il Mistero che,
come per incanto prende vita ed inizia a ondeggiare. La banda attacca il suo motivo, sempre
quello da anni, ed i Misteri
attraversano la Campobasso
antica, sfiorando i balconi,
passando sotto gli archi a
rinnovare ogni anno questo
appuntamento
caro
ai
campobassani, le risate dei
diavoli e le grida: “Tunzella,
tunzella …. Vietenne, vietenne
….”, il vociare della gente che
parla agli angeli e madonne ed i
Misteri che si fermano, sostano
e riprendono a ondeggiare
ritmicamente tra migliaia di
persone che applaudono al loro
passaggio.
Apre la sfilata con la sua
imponenza S. Isidoro, patrono dei
contadini, rappresentato con il
suo padrone sotto un’enorme
Face (cero) sorretta da tre angeli;
S. Crispino, patrono dei calzolai,
PH:Maria Di Iorio
assorto a contemplare tre angeli MISTERO DI MARIA MADDALENA
che gli mostrano una spada, una palma e una corona, simboli del martirio; S. Gennaro sulla
nuvola e attorniato da tre angeli mentre ai sui piedi sono rappresentati il Vesuvio e il fiume
Sebeto, impersonato da un vecchio dalla lunga barba; Abramo a cui un angelo trattiene il
pugnale che stava per vibrare su Isacco; Maria Maddalena sorretta da angeli davanti all’altare
dove officia S. Massimino; S. Antonio Abate che dall’alto di una nuvola resiste alla tentazione
di una fanciulla, mentre un diavolo la lusinga cercando di farla ridere; Immacolata Concezione
che si libera in alto con in volo cinque angeli a farle da corona; S. Leonardo patrono delle
persone ingiustamente carcerate che dall’alto di una nube viene in soccorso di due prigionieri;
S. Rocco che sovrastato da un angelo guarisce un appestato che si rivolge a lui; L’Assunta
che, accompagnata dal figlio Gesù e da cinque angeli, vola in cielo; S. Michele che caccia i
diavoli con la spada sguainata e li fa precipitare nella bocca dell’inferno; S. Nicola che
restituisce a una famiglia il figlioletto rapito dai corsari saraceni; S.S. Cuore di Gesù
rappresentato dalla Madonna col Bambino, S, Giuseppe e quattro angeli che sorreggono un
grosso cuore.
Intorno alle 13.30, in piazza Vittorio Emanuele II, dal balcone del Municipio, il corteo riceve
la solenne Benedizione da parte del Vescovo per poi far rientro, una alla volta, nel Museo
dove sono custoditi.
I vari personaggi discendono dai loro sostegni, si svestono e dopo aver ricevuto un piccolo
omaggio, e con la soddisfazione per essere stati protagonisti alla festa più importante della
Città, si danno appuntamento all’anno prossimo.
Giovanni Teberino
IL MUSEO DEI MISTERI
Campobasso finalmente ha il Museo dei Misteri, inaugurato il 07 ottobre
2006, è una realtà indispensabile per dare dignità all’ingegno di Paolo
Saverio di Zinno e agli “Ingegni” da lui ideati e realizzati a metà del ‘700, che
nel giorno del Corpus Domini, da oltre duecento anni, sfilano tra due ali di
folla per le vie del capoluogo richiamando l’attenzione di turisti e studiosi
delle tradizioni da ogni parte del Mondo. Il Museo è stato allestito nella
MUSEO DEI MISTERI
struttura (ex ENAL) di via Trento con finanziamento regionale. La zona è tra
PH: Roberto De Rensis
le più tranquille della città, destinata a qualificarsi tra le più dotate di
SALA DEGLI INGEGNI
PH: Giovanni Teberino
strutture pubbliche per attività culturali e di rappresentanza. Un ruolo determinante è stato svolto dall’Associazione Misteri e Tradizioni che, dal giorno della sua
costituzione non ha mai smesso di proseguire l’obiettivo di un sito in cui collocare e rappresentare i “Misteri” onde renderli oggetto di interesse scientifico e turistico,
ancorché per preservarli dall’usura del tempo.
Il Museo è costituito da due sale espositive ed una sala proiezioni.
Nella “Sala d’Ingresso” sono esposti degli originali costumi d’epoca insieme a fotografie, variamente datate, che ritraggono alcuni momenti salienti delle passate
manifestazioni e cataloghi con tutti i nomi dei personaggi degli ultimi 40 anni. La “Sala Proiezioni” dotata di 40 posti a sedere, consente di visionare comodamente
riprese della “Processione dei Misteri” girate nel 1929, 1948, 1952, 1958, Roma 1999 e 2006, inerenti la preparazione e lo svolgimento della manifestazione, che
in parte ricreano l’atmosfera che si viveva e vive tutt’ora a Campobasso nel giorno di Corpus Domini. La “Sala degli Ingegni” dove è possibile visionare nel dettaglio
le tredici macchine, scoprendo le peculiarità strutturali ed artistiche che le rendono uniche al mondo.
Museo dei Misteri via Trento, n° 03
86100 CAMPOBASSO Orari apertura tutti i giorni feriali dalle 16.00 alle 18.00
per festivi, visite in altri orari o gruppi è necessaria la prenotazioni al 3285556549 – 3209303679
www.misterietradizioni.com - [email protected]
L’archivio dell’Associazione
l’Associazione Misteri e Tradizioni, in questi anni ha raccolto filmati, manifesti,
cartoline e foto di personaggi che nel
tempo si sono alternati sugli Ingegni
del Di Zinno.
L’archivio conta più di diecimila foto
che sono state raccolte negli anni,
soprattutto da quando è stato
realizzato il Museo, grazie ai
campobassani che hanno portato
volontariamente al Museo dei Misteri
le foto personali o di parenti che sono
stati personaggi dei Misteri.
La raccolta parte dalla fine dell’800
ai giorni nostri, tra cui anche molte
foto dell’archivio Chiodini, che i
fratelli Carlo e Giuseppe hanno
voluto donare all’Associazione.
PERSONAGGI DEI MISTERI DI
S. GENNARO E S. LEONARDO 1934
PH: ARCHIVIO ASS. MISTERI - PH: Chiodini
Oltre alle foto l’archivio sta crescendo
negli ultimi anni anche nella sezione
filmati, che partono dal 1929, 1948,
1958, 1965, ecc. fino all’ultima
sfilata, tra cui filmati amatoriali e
inediti, inoltre testi, articoli di
giornali, riviste, manifesti e
programmi della festa del Corpus
Domini e di varie iniziative che si
sono susseguite negli anni.
All’interno del Museo invece, è
possibile visionare uno speciale
registro dove vi sono tutti i nomi dei
personaggi dei Misteri dal 1969 ad
oggi. Per questo l’Associazione
Misteri e Tradizioni, per continuare
a far si che l’archivio continui a
crescere sempre di più, invita tutte
MISTERO DI S.NICOLA - 1951
quelle persone che sono in possesso
PH: ARCHIVIO ASS. MISTERI
di qualsiasi materiale inerente ai
Misteri, di portarlo al Museo dei Misteri in via Trento, 3 a Campobasso,
naturalmente sarà nostra cura farne copia restituendo l’originale al legittimo
proprietario.
LUNGHEZZA PERCORSO mt 3450
Elenco delle vie percorse dai Misteri - uscita ore 10,00
M)
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
MUSEO USCITA
via Trento
via Milano
via Monforte
via Torino
via Marconi
via S. Antonio Abate
via largo S. Leonardo
via Cannavina
via Ferrari
10)
11)
12)
13)
14)
15)
16)
17)
18)
19)
via p.za Cesare Battisti
via Mazzini
via Umberto I
p.za Cuoco
via Cavour
c.so Bucci
p.za Pepe
c.so Vittorio Emanuele II
p.za Vittorio Emanuele II
c.so Vittorio Emanuele II
20) via Scatolone
21) viale Regina Elena
B ) p.za Vittorio Emanuele II - Municipio
BENEDIZIONE ore 13,30
22) via de Attellis
23) via Roma
24) via Trieste
2) via Milano
1) via Trento
M ) MUSEO RIENTRO
S. Isidoro
Il Mistero raffigura il Santo,
contadino presso il
Cavaliere
spagnolo
Giovanni de Vergas, che
percuote il terreno con un
bastone facendo scaturire
acqua per saziare la sete del
suo padrone. Domina il
Mistero un grosso cero
sostenuto da tre angeli che
rappresenta la Face dei
coloni.
Cinque sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,10 e
pesa Kg. 534
E’ portato a spalla da
quattordici portatori
Capo squadra:
PERRONE Ferdinando
S. Gennaro
Il Mistero raffigura S. Gennaro
circondato da tre angeli dei
quali uno porta le ampolle, a
ricordo di quelle che tutt’oggi
conservano il sangue del Santo,
e un altro una tabella con la
scritta “Est nobis in sanguine
vita” (Per noi la vita è nel
sangue). Il Santo è il patrono
della città di Napoli,
rappresentata sulla base del
Mistero dal Vesuvio e dal fiume
Sebéto simboleggiato, come
nelle antiche raffigurazioni, da
un vecchio disteso che tiene in
mano una vanga.
Cinque sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,20 e pesa
Kg. 425
E’ portato a spalla da dodici
portatori
Capo squadra:
MANCINELLI Nicola
S. Crispino
Abbandonate le nobili origini
romane, S. Crispino predicò il
Vangelo in Gallia e per vivere
imparò a cucire scarpe. Mentre
si trovava al lavoro in
compagnia di due aiutanti gli
apparvero tre angeli con in
mano i simboli del futuro
martirio che avvenne sotto
l’imperatore Massimiano (la
spada
segno
della
decapitazione, la palma,
simbolo del martirio, la corona,
per i meriti del Santo).
Sei sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 4,70 e pesa
Kg. 433
E’ portato a spalla da dodici
portatori
Capo squadra:
BARBATO Giuseppe
Abramo
Obbediente alla volontà di Dio,
Abramo sta per sacrificare il suo
unico figlio Isacco quando un
angelo del Signore gli ferma la
mano che impugna il coltello e
gli indica un ariete da offrire in
olocausto al posto di Isacco
(Genesi 22, 11).
Tre sono i personaggi più un
agnello
Il Mistero è alto m. 4,10 e pesa
Kg. 453
E’ portato a spalla da dodici
portatori
Capo squadra:
SCOCCIMARRA Christian
Maria Maddalena
Esule in Provenza dopo la
Risurrezione di Cristo, Maria
Maddalena si ritirò in preghiera in
un luogo deserto. Un giorno chiese
a S. Massimino, vescovo di Aix, di
comunicarla e quando questi entrò
in chiesa vide la Santa sospesa in
aria nei pressi dell’altare e, dopo
averla comunicata, vide la sua
anima salire al cielo. La scena è
completata da quattro angeli: i due
ai piedi dell’altare fanno le veci dei
chierichetti, gli altri due, ai lati della
Santa, mantengono il vaso di
alabastro contenente l’olio con cui
la Maddalena avrebbe unto Gesù e
un libro con sopra un teschio che
sta a simboleggiare la morte.
Sei sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,40 e pesa Kg.
535
E’ portato a spalla da diciotto
portatori
Capo squadra:
MADONNA Michele
Immacolata Concezione
Oggetto del Mistero è
l’Immacolata Concezione della
Vergine Maria che è rappresentata
“con la luna sotto i suoi piedi e
una corona di dodici stelle sul
capo” (Apocalisse 12,1) ed è
circondata da cinque angeli. I due
ai suoi piedi sorreggono
rispettivamente la Sfera Celeste e
una Croce mentre quello sopra il
suo capo è rappresentato nell’atto
di metterle la corona. La Croce è
il simbolo della Vittoria di Cristo
sul peccato che è rappresentato dal
serpente con la testa schiacciata
(Genesi 3,15 “esso ti schiaccerà
la testa e tu lo assalirai al tallone”).
Sei sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,80 e pesa
Kg. 454
E’ portato a spalla da
quattordici portatori
Capo squadra:
BARBATO Vittorio
S. Antonio Abate
Il Mistero Rappresenta le
tentazioni subite da S. Antonio
Abate ad opera di diavoli presenti
sia nella forma consueta (al di sopra
e al di sotto del Santo) sia sotto la
sembianze di leggiadra donzella.
Ai lati del Santo sono presenti due
angeli che portano in mano
rispettivamente un libro su cui arde
una fiamma e un bastone con un
campanello.
La
fiamma
rappresenta il fuoco da cui S.
Antonio Abate ha virtù di
difenderci, il bastone è il simbolo
della vita da eremita condotta dal
Santo mentre il campanello
rammenta con il suo squillo l’invito
alla preghiera.
Sei sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,80 e pesa
Kg. 495
E’ portato a spalla da quattordici
portatori
Capo squadra:
DI NONNO Maurizio
S. Leonardo
S. Leonardo ebbe somma carità
verso i carcerati e faceva di tutto
per redimerli dal vizio e dal
peccato. Molti di essi, innocenti,
benché incatenati e sorvegliati da
sentinelle,
furono
miracolosamente liberati dal
Santo e riportati alle loro case. Per
questo motivo S. Leonardo è
considerato il protettore dei
carcerati, e sul Mistero è
rappresentato mentre, circondato
da tre angeli, soccorre due
prigionieri guardati a vista da un
alabardiere.
Sette sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,40 e pesa
Kg. 430
E’ portato a spalla da
quattordici portatori
Capo squadra:
STIVALETTI Michele
S. Rocco
Nato in una nobile famiglia francese,
S. Rocco, alla morte dei genitori,
vendette i suoi beni e partì pellegrino
per l’Italia dove guarì numerosi
appestati. Durante il viaggio di ritorno
in patria, mentre si trovava in un luogo
deserto, si ammalò e riuscì a
sopravvivere grazie al cibo portatogli
da un cane. Rientrato in patria fu
arrestato con l’accusa di essere una spia
e morì in carcere colpito dalla peste. Il
Mistero raffigura S. Rocco che appare
ad un appestato mostrandogli la propria
piaga pestifera mentre un angelo
sorregge il bordone (bastone da
pellegrino) e un altro una tabella su cui
è scritto “Rochum invoca et sanus eris”
(Invoca S Rocco e sarai guarito).
Quattro sono i personaggi più un
cagnolino
Il Mistero è alto m. 4,80 e pesa Kg.
340
E’ portato a spalla da dodici
portatori
Capo squadra:
LONARDELLI Vito
S. Michele
In
questo
Mistero
è
rappresentata la cacciata dal
Paradiso di Lucifero e degli
angeli ribelli ad opera di S.
Michele Arcangelo che
brandendo una spada li spinge
verso la bocca dell’Inferno
(Apocalisse 12, 7).
Quattro sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,10 e pesa
Kg. 510
E’ portato a spalla da sedici
portatori
Capo squadra:
TALLARITA Eros
L’Assunta
Il Mistero raffigura l’Assunzione al
Cielo della Vergine Maria in anima
e corpo. Sulla base c’è la tomba
scoperchiata custodita da un angelo
mentre altri quattro angeli
circondano la Vergine che, accolta
da Gesù, viene assunta in Cielo.
Sette sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 6,00 e pesa
Kg. 485
E’ portato a spalla da sedici
portatori
Capo squadra:
DEL PESCO Antonio
S. Nicola
Il Mistero raffigura un miracolo
compiuto da S. Nicola nei
confronti di un fanciullo di Bari
rapito alla propria famiglia da
corsari saraceni e venduto come
servo al re di Babilonia. Una
sera, mentre il fanciullo stava
servendo da bere al re, apparve
S. Nicola che lo prese per i
capelli e lo riportò in patria sotto
lo sguardo stupito degli astanti.
L’angelo che accompagna il
Santo tiene in mano un libro con
sopra tre sfere d’oro in ricordo
del Vangelo donato a S. Nicola
dall’Imperatore Costantino e
delle doti miracolosamente
procurate da S. Nicola a tre
giovani fanciulle.
Nove sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,30 e pesa
Kg. 650
E’ portato a spalla da diciotto
portatori
Capo squadra:
LICAMELI Pierino
che, momentaneamente li guida in attesa di
conoscerli quando sarà e quando potranno
chiedergli come e perché sono nati i Misteri.
Segue Antonio Santella per gli amici “Antonio
u’ barbon” che ogni anno che passa
nonostante l’incanutimento della barba è
Abramo per tutti. Personaggio amatissimo dal
popolo, Santella è da sempre, il patriarca del
vecchio testamento ed è difficile immaginare
il Mistero senza lui. Tuttavia, tra quelli che
rappresentano l’animus della manifestazione,
i diavoli superano tutto e tutti. Mariano De Vivo e Italo Stivaletti, amatissimo dalle signore
che non disdegnerebbero un peccatuccio con il signore degli inferi dagli occhi di ghiaccio,
cito i più vetusti non per età ma per appartenenza alla rappresentazione che, con la loro
gestualità e gli “inviti”, alquanto insistenti
all’indirizzo della gente ma soprattutto della
“tunzella”, animano quelli che sono i Misteri più
attesi da tutti ossia: San Michele e Sant’Antonio
PH: Lucio Paduano
Costruito nel 1959 dai fabbri
campobassani Tucci, il Mistero
rappresenta l’Amore del Figlio di
Dio per gli uomini simboleggiato in
alto da un cuore contenente le
consonanti J.H.S., Jesus Hominum
Salvator (Gesù Salvatore degli
Uomini, in latino). Completano la
rappresentazione quattro angeli di
cui due sorreggono il cuore e gli altri
si porgono i fiori che vanno a
costituire lo stesso. Il bastone fiorito
in mano a S. Giuseppe ricorda la
tradizione dei Vangeli apocrifi
secondo cui Giuseppe fu scelto come
sposo di Maria dopo che il suo
bastone fiorì miracolosamente.
Sei sono i personaggi
Il Mistero è alto m. 5,60 e pesa Kg.
586
E’ portato a spalla da venti
portatori
Capo squadra: NANNI Vito
PH: Giovanni Alfonso
S. S. mo Cuore di Gesù
Abate. A chiudere la carrellata degli “afficionados”
Michele
Ianniroberto
il
San
Giuseppe
Prima di parlare del significato intrinseco
dei Misteri, le macchine create da Paolo
Saverio Di Zinno, bisogna parlare di chi li
anima ossia dei personaggi che permettono
PH: Diego de Vivo
di poterli ammirare in tutta la loro bellezza.
Personaggi che fin da bambini o ragazzi
sono presenti sugli ingegni e che
caratterizzano il Mistero stesso. Ad aprire
la sfilata San Isidoro, con il patron ossia
caratterista di quello che è il padre putativo del
Salvatore del Mondo. Insomma una carrellata di
persone senza cui i Misteri non sarebbero quelli che
sono, anche perché se vogliamo dirla tutta non
sarebbero tali se non ci fossero. Discorso a parte lo
merita il “maresciallo Teberino” o meglio Nonno
Cosmo, il Mistero per eccellenza che da oltre 70 anni
e passa, prima da personaggio e poi da “custode” quello con la “C” maiuscola è un tutt’uno
con la lega tant’è che è legato a doppio filo alla manifestazione. Vero e proprio Campobassano
“verace” anche se l’aggettivo è mutuato dalle arselle partenopee, nonno Cosmo è colui che ti
conduce con mano attraverso i Misteri e la loro storia.
Giovanni Teberino colui che da sempre, per legge salica, verrebbe spontaneo scrivere, si occupa
Con tenacia ogni mattina, autunno, inverno,
della cura delle 13 macchine. Taciturno, pungente, sagace e
primavera ed estate puntualmente alle 8,30 massimo
sua genialità Giovanni o meglio “Giuann” rappresenta i
Misteri unitamente alla sorella Antonietta la “gran turca” del
San Nicola e al Presidente dell’Associazione Misteri e Tradizioni
ai giovani della generazione Teberino/Grosso la tradizione.
Un qualcosa che li lega a doppio filo con quello che i Misteri
significano, tant’è che, consentitemi una battuta hanno già il
posto assicurato nella bottega del Di Zinno affianco al maestro
PH: Laura Bellone
Liberato altro fratello per anni anch’egli sul San Nicola. Tutti
PH: Francesco Stanzione
caparbio, non trovo altri aggettivi per descriverlo, grazie alla
e tre ognuno per quanto di competenza animano unitamente
PH: Antonio Vinciguerra
I personaggi storici dei Misteri
del Sacro Cuore di Gesù, anch’egli schivo, riservato e
le 9,00 arriva al Museo dei Misteri e li si trasforma e
s’immedesima negli ingegni a dimostrazione che i
Misteri sono la forza vitale che tiene in vita un pezzo
di storia locale. La quale, nonostante tutto, rimarrà
legata allo “scannètt’ allèrt” o alla “tunzella, tunzella”
veri e propri slogan di quella che è una delle ultime
rappresentazioni nate dal popolo e fatte per il popolo e
per nessun altro.
Massimo Dalla Torre
Aneddoti sui Misteri
Autentici enigmi popolari come la paura di Napoli e il personaggio della Donzella
I Misteri di Campobasso sono protagonisti di numerosi aneddoti che si sono originati nel tempo in seguito ad
interpretazioni popolari. Molti di essi sono stati tramandati oralmente nel corso degli anni e non possono essere
verificati, altri, accaduti più di recente, sono invece ben documentati. In entrambi i casi si sono così radicati nella
popolazione da essere oramai divenuti parte integrante dei Misteri.
Se si prova a chiedere ad un qualsiasi campobassano: “È mai successo che i Misteri non siano usciti in
processione?”, si otterrà immediatamente da tutti la stessa categorica risposta: “Se i Misteri non escono, se li
piglia Napoli!”. Se si ha modo di continuare la conversazione ed approfondire il discorso alla ricerca di ulteriori
informazioni, le notizie cambieranno a seconda dell’interlocutore. Alcuni affermano che nemmeno il maltempo
può bloccare la processione, che deve essere in ogni caso effettuata secondo la consuetudine, come se niente
fosse; altri dichiarano che, in caso di necessità che impediscano il regolare svolgimento della sfilata, per evitare
il trasferimento forzato nella cittadina partenopea, è sufficiente che i Misteri vengano portati in processione per
un breve percorso che, secondo i meno drastici, può essere effettuato anche da un solo Mistero, in funzione
RE FERDINANDO II DI BORBONE
simbolica. A questo punto viene spontaneo chiedere per quale motivo i campobassani non siano liberi di gestire
la processione dei Misteri a proprio piacimento e debbano sottostare ad una sorta di ricatto che li collega al capoluogo campano. Nessuno degli
interpellati riesce a dare delle motivazioni plausibili che possano giustificare questa convinzione popolare, che molto assomiglia ad un minaccioso
anatema. Un evento storico permette di gettare un po’ di luce su questa intricata vicenda. Risale al lontano 1832 quando, tra il 12 e 15 del mese di
APPELLO DEL SINDACO IMPALLOMENI
DEL 1946
settembre, il Re di Napoli Ferdinando II visitò la città di Campobasso, che, all’epoca, faceva parte del suo Regno. I campobassani, benché non
PH: ARCHIVIO ASS. MISTERI
fosse il giorno di Corpus Domini, allestirono la processione dei Misteri per rendere omaggio al sovrano, che, fortemente entusiasmato dallo
spettacolo, pare abbia espresso il desiderio di vederli sfilare a Napoli. Ciò non accadde, ma l’eventualità di un interessamento della città di Napoli per i Misteri può essere rimasta viva
nella popolazione. Non a caso circa un secolo dopo, nel 1946, la possibilità di dover rinunciare per sempre ai Misteri, fu la motivazione utilizzata per invogliare la cittadinanza, appena
uscita dal Secondo Conflitto Mondiale, a contribuire attivamente all’allestimento delle macchine processionali.
L’immaginario popolare si è espresso ai suoi massimi livelli nei confronti del personaggio della Donzella che è diventata la protagonista di diversi aneddoti. Si parte innanzitutto
dalla reinterpretazione della scena raffigurata dal Mistero di Sant’Antonio abate, dalla quale risulta che il Santo andrebbe in aiuto di una giovane e rispettabile donzella che rimane
impassibile alle insistenti proposte del diavolo. Da ciò scaturisce il comportamento del tentatore che, nel corso della processione,
invita la giovane a seguirlo nel suo regno, gridando la frase: “Tunzella tunzella, vieténne vieténne” (donzella donzella, vieni,
vieni con me), che è diventata anch’essa una caratteristica peculiare della manifestazione. Dal canto suo, la Donzella, durante la
sfilata, deve mantenere un rigoroso contegno e, soprattutto, non deve mostrare nessun tipo di reazione ai gesti ed alle parole del
provocatore. Voci di popolo asseriscono che tuttora la Donzella riceva un premio in denaro se riesce a non ridere alle provocazioni
del diavolo. Il ruolo della Donzella è stato da sempre molto controverso. Sembra che in passato la Donzella fosse impersonata da
un ragazzo effeminato (il cosiddetto “femminiello”), perché era disdicevole per una ragazza seria apparire da sola in pubblico.
Successivamente si diffusero vari racconti relativi alla ragazza che interpretava la Donzella: secondo alcuni sarebbe rimasta
incinta entro un anno dalla processione, altri sentenziavano che non si sarebbe mai sposata, altri ancora ritenevano che fosse una
poco di buono.
Andrea Damiano
LA DONZELLA
PH: Giuseppe Damiano
([email protected])
MISTERI E MERLETTI
Per la prima volta, anche il merletto a tombolo di Isernia sfila sui carri del Di Zinno.
Arte con arte, stupore con stupore!
Il solino di “Abramo” e la tovaglia d’altare della “Maddalena” sono stati, nel giorno di Corpus Domini dell’anno scorso, i due capolavori di artigianato fatti da
mani operose e cuore generoso che hanno impreziosito i capolavori d’arte che Campobasso vanta.
Il solino è stato confezionato dalle signore del corso di tombolo che si è svolto presso l’associazione di quartiere “Colle dell’Orso” di Campobasso mentre la
tovaglia è stata offerta dalla ditta Pacifico Antonella di Isernia.
Quest’anno si è lavorato per arricchire gli ingegni con altre preziosità: i fiori del Mistero del Sacro Cuore di Gesù nonché la bordura del vestito dell’Immacolata….
poi si penserà ad altro.
Negli ultimi mesi, nella palestra del centro sociale, ogni martedì, per circa due ore, un gruppo di donne volitive e tenaci ha arricchito la propria già spiccata
manualità con l’esercizio dei fuselli tra le dita. Da questo lavorio, sono scaturite piccole opere d’arte che hanno gratificato le signore, le loro maestre nonché
Franca e Salvatore, responsabili del centro.
Mariassunta Fedele
PH: Giovanni Teberino
Per la prima volta ha fatto il figurante 77 anni fa e da allora è rimasto sempre in prima fila. Il Mistero di Cosmo Teberino
Ancora oggi il maresciallo in pensione si reca tutti i giorni nei locali di via Trento Lo fiancheggiano gl’impagabili figli Liberato, Antonietta e Giovanni
Dopo il calendario dei Misteri che tappezza le nostre pareti da anni, è arrivato alle stampe
anche questo “numero unico” dei Misteri. A dimostrazione che l’appetito viene
mangiando, com’è giusto che sia. Del resto l’appuntamento della Sagra dei Misteri è il
più atteso dell’anno. La città si scuote e si ritrova, fiancheggiando lo snodo dei 13 carri
sacri, eccitandosi per le elucubrazioni del diavolo e per l’aria indifferente della donzella,
algida come una scultura marmorea. Mentre la banda, continua a suonare una musichetta
che conosciamo a memoria, i bambini saltellano di gioia, accompagnando con la ritmica
delle mani e con il verso delle labbra la lunga danza di carri e figuranti, portati a spalle
da sudati e sfacchinati “macisti”. Capaci di vincere la fatica e sobbarcarsi l’immane
peso. Quando la gente ha tributato gli ultimi applausi i figuranti scendono stremati per la
lunga rappresentazione. I portantini arsi dalla sete e inciuchiti dalla fatica, massaggiandosi
ancora le spalle piagate, passano a ritirare il “gettone” di presenza.
E’ stato per anni lo spot del maresciallo. Portamento eretto, alto e asciutto come un
pioppo, con due baffi importanti ingialliti dagli anni e dalla nicotina, fasciato dalla divisa
del corpo dei vigili urbani di Campobasso. Cosmo Teberino ha già spento 83 candeline,
ma ha ancora tanti sogni nel cassetto.
Neanche a dirlo il suo tarlo fisso è rappresentato dai Misteri, di cui è stato sempre
profondamente innamorato. E che vorrebbe ogni anno senza la minima sbavatura.
Pensate: cadeva il 1933 quando fece per la prima volta il figurante; nel 1948 vestita gli
abiti di Sant’Isidoro, passati poi al figlio Giovanni; dal 1968 si occupa dell’organizzazione
della Sagra dei Misteri, fiancheggiato dai figli Liberato, Antonietta e Giovanni.
Non c’è giorno in cui il maresciallo in pensione non si rechi in via Trento ove sono
sistemati gli ingegni del Di Zinno, la cui visita è aperta gratuitamente al pubblico,
unitamente all’attiguo museo, progettato dall’architetto Liberato Teberino.
Se Campobasso è riuscito ad
avere un luogo adeguato dove
sistemare i misteri lo si deve
soprattutto alla tenacia di Cosmo
Teberino e dei suoi familiari che
non si sono perduti d’animo.
Iniziando dalla realizzazione dei
nuovi costumi per i 13 carri senza
ruote che vengono portati a
spalle, con un meccanismo e un
sincronismo che ha del
magnetico, da circa 260 robusti
portantini,
compresi
i
capisquadra e i portatori delle
pesanti scale.
Giova ricordare che i personaggi
che animano i misteri sono 77, di
cui 58 sono bambini; resta ferma
la presenza del cane assieme a
quella
di
un
agnello.
Per far sì che la mattina del
Corpus Domini i carri vengano
approntati con puntualità e
competenza agiscono due
Foto del 1933 - Apprendisti calzolai del Mistero di San Crispino.
persone per ogni mistero, per un
Il bambino a destra è Cosmo Teberino
PH: Archivio Ass. Misteri
totale di 26. C’è dell’altro: in
genere gli attori che rappresentano angeli e demoni sono figli “d’arte”. Come ci consegna
la storia. Alcune famiglie hanno “adottato” anche la vestizione dei misteri. Così tutto
diventa più facile, più scorrevole, professionale.
Dal 1997 è nata l’Associazione Misteri e Tradizioni (www.misterietradizioni.com) che
ha rappresentato il trionfo della caparbietà della famiglia Teberino che non ne ha fatto
mai qualcosa di personale, lasciando aperte le porte a tutti i campobassani che si sono
voluti spendere per non far sfiorire le nostre tradizioni. Compresa la mostra dei presepi
che quest’anno è stata particolarmente apprezzata.
Gennaro Ventresca
RINGRAZIA:
GRAFICA: GIANFRANCO CICCONE
PER LE FOTO:Archivio Associazione Misteri e Tradizioni, Giovanni Alfonso, Laura Bellone, Paolo Cardone, Chiodini, Giuseppe Damiano, Roberto De Rensis, Diego De Vivo, Incoronata di Cillo,
Rocco Di Fiore, Maria di Iorio, Giulio Esposito, Nicola Felice, Kerem, Antonio Mignogna, Fabrizio
Nocera, Lucio Paduano, Francesco Stanzione, Giovanni Teberino, Antonio Vinciguerra.
PER LE RICERCHE ED I TESTI PUBBLICATI SUL GIORNALE: Massimo Dalla Torre, Andrea Damiano, Mariassunta Fedele, Giovanni Teberino, Liberato Teberino, Gennaro Ventresca.
GLI SPONSOR: Acqua Castellina/Santa Croce, Allegrini, Antica Stamperia, Assicurazione L & T,
Bed and Breakfast Pagliarelle, Bevande Pistilli, Caffè Camardo, Centro Allarme, Di Paola Viaggi,
Digitall, Elettro Più, Fac Fin, Granaio Molisano, Ladyman, Mario Equipe, Miletto Trasporti, Office
Com, Ottica De Rensis, Preview Parrucchieri, Sapore di Mare, Sport Show, Studio House, Supermercato AC, Tappezzeria di Tota.
Litografie dei Misteri di Pasquale Mattei tratte dal volume di Camillo De Luca “Ricordanze Patrie” 1856
ed a tutti coloro che numerosi ammireranno i Misteri di Campobasso
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Opuscolo - I Misteri di Campobasso