ANNO XVII - N. 4 - 1 GIUGNO 2010 Edito dalla G.E.F.IM. sas - via P. di Piemonte n. 131 - CAMPOBASSO - tel/fax 0874/6.33.19 www.gefim.eu - e-mail: [email protected] - REG. SPECIALE STAMPA: Trib.CB 12.03.93 n. 203/93 Direttore Responsabile: Stefano CASTELLITTO - Progetto Grafico: Gianfranco CICCONE DIFFUSIONE GRATUITA IN 10.000 COPIE anche su www.misterietradizioni.com CAMPOBASSO 6 GIUGNO 2010 CAMPOBASSO PER I MISTERI Nel 1997, in occasione della prima processione dei Misteri organizzata dall’Associazione, pubblicammo una edizione straordinaria di “ Il Punto”, oggi a distanza di tredici anni ripetiamo l’iniziativa. Sono quindi trascorsi tredici anni dalla costituzione dell’Associazione Misteri e Tradizioni e molte sono le attività svolte, alcune di carattere straordinario come la processione dei Misteri in Piazza San Pietro, al cospetto di Giovanni Paolo II all’Angelus del 27 giugno 1999. Altra data importante è l’ 8 ottobre 2006, giorno di inaugurazione del Museo dei Misteri che da allora fa visto un notevole afflusso di pubblico quantificato in oltre centomila presenze. Tante le pubblicazione dell’Associazione, tredici edizione del calendario dei Misteri, quattro dell’opuscolo “I Misteri” due ristampe anastatiche di “Corpus Domini in Campobasso” di Michele D’Alena 1896, e dal maggio 2008 il sito dell’associazione www.misterietradizioni.com L’attività prevalente rimane l’organizzazione della processione dei Misteri, che nel tempo è cresciuta notevolmente anche con la celebrazione della Santa Messa nel cortile del Museo officiata dal Vescovo. La processione dei Misteri nel giorno del Corpus Domini richiama un numero impressionante di persone arrivando a superare le centocinquantamila presenze nello scorso anno confermandosi come evento più seguito nella Regione Molise. I risultati conseguiti sono il frutto dell’impegno di tante persone che quotidianamente prestano la propria opera per conservare e valorizzare gli Ingegni di Paolo Saverio di Zinno e la tradizione che Rappresentano a cui va il mio più sincero ringraziamento. Bisogna però continuare a crescere, mettendo in campo attività di promozione e divulgazione dei “Misteri” e le occasioni imminenti sono diverse. Già nel prossimo 2011 ricorre il ventennale della prima uscita da Campobasso di tre Misteri che nel 1991 accompagnarono la delegazione Molisana ad Assisi nella manifestazione del dono dell’olio per la lampada votiva a San Francesco. Ma è a Campobasso che bisogna portare turisti e studiosi e pensare di farlo nel giorno di Corpus Domini significherebbe dilatare la manifestazione portandola a livelli di difficile gestione, ed allora l’idea la lanciare è quella di replicare la processione dei Misteri in occasione di una data significativa che potrebbe essere dal 12 al 15 Settembre, rievocando la venuta a Campobasso di Ferdinando II di Borbone avvenuta nel 1832. Anche il Museo è da potenziare annettendo ai locali disponibili il piano superiore attualmente adibito ad uffici Regionali dove troverebbe degna collocazione la produzione statuaria di Paolo Saverio di Zinno. Altra cosa importante da fare è l’intitolazione di una piazza all’autore dei Misteri Paolo Saverio Di Zinno. Faccio quindi appello a quanti hanno a cuore i Misteri affinché possano fattivamente contribuire a far crescere la tradizione degli Ingegni ed a tramandarla ai posteri. Presidente Associazione Misteri e Tradizioni Arch. Liberato Teberino Associazione Misteri e Tradizioni: quando l’amore per il passato è forte “Nasce l’Associazione “Misteri e Tradizioni”: un’occasione per riscoprire e riscoprirsi nel proprio passato, in un legame culturale che riporta l’uomo campobassano alla matrice geniale e fabrile da cui ha tratto linfa vitale. Se proviamo a passeggiare tra i colori e il calore del borgo antico ci rendiamo conto della suggestione creata dai vicoli e da spaccati di pietra cesellati dall’ arte di chi ha sempre amato la propria terra. Gli “Ingegni” del di Zinno sono una materializzazione dell’esperienza artistica che trasuda la Campobasso di un tempo. I Misteri del ‘700 sono il motivo ispiratore della nascita dell’Associazione Misteri e Tradizioni, tutta protesa nell’obiettivo di riscoperta, valorizzazione e medializzazione della festa del Corpus Domini di Campobasso. Anticamente erano le Confraternite a gestire, tra lo sforzo e la competizione, la processione dei Misteri, che univa fede popolare a ostentazione del potere. Da molti anni, grazie alla passione della famiglia Teberino, dal capostipite Cosmo, e di altri preziosi volontari, le “statue di carne” ogni anno evocano antiche magie. E sono i fratelli Teberino a credere con forza che l’energia del popolo può rinnovare l’antico splendore degli ingegni. Con altri soci nasce nel febbraio del 1997 “Misteri e Tradizioni”, un Associazione che da subito intende proporsi all’attenzione della gente campobassana con un forte invito: i Misteri sono di tutti e tutti hanno il diritto-dovere di farli crescere. Nel programma associativo l’apertura a tutti i campobassani che, fattivamente, vogliono lavorare per i “quadri viventi”. Coinvolgere tutti è il principale obiettivo, nella consapevolezza che questa nostra tradizione ha ormai raggiunto i confini nazionali anche grazie alla processione dei Misteri in piazza S. Pietro a Roma in occasione dell’Angelus del 27 giugno del 1999. Negli anni, a seguito di PH: Giuseppe Damiano L’Associazione Misteri e Tradizioni approfondimenti sull’originaria fattezza dei Misteri, l’Associazione ha rifatto tutti i costumi, ha condotto un primo studio sulla metallografia delle strutture delle “Macchine dei Misteri”, ha partecipato a vari eventi, culturali e non, anche fuori dai confini regionali ed ha promosso la realizzazione del Museo dei Misteri, da tutti fortemente voluto”. Questo, è quello che si legge nel sito dedicato alla tradizionale sfilata dei misteri; ma l’Associazione è ben altro. E’ un qualcosa che travalica il significato letterario. E’ un qualcosa che nasce dentro e che cresce a dimostrazione che i Misteri sono il motore propulsore che traina e che attira; Ecco perché è difficile descrivere cosa muove queste persone alquanto speciali a dedicare il loro tempo libero e tenere viva una tradizione che fa degli ingegni del Di Zinno un unico. Un unico in cui i gesti e le azioni, spesso ripetitive, permettono di addentrarsi in un mondo particolare, in cui la sinergia perfetta ti accompagna a scoprire il significato più recondito delle sacre rappresentazioni, nate dal popolo, e fatte per il popolo. Gesti e azioni che fanno venire in contatto con una dimensione quasi incantata dove il volo degli angeli è frammezzato al lavoro quotidiano. Gesti e azioni che lasciano affascinati chiunque assiste alla materializzazione delle 13 macchine che, annualmente si arricchiscono di significato che ci porta lungo un percorso di secoli. Un percorso misterioso, e non accessibile a tutti tranne a chi li cura e li preserva. Un percorso che, oggi, è quanto mai attuale perché, se si guarda attentamente la semplice struttura dei misteri, se ne capisce il cuore, anzi lo spirito. Un qualcosa che fa svanire qualsiasi cervelotizzazione. Un qualcosa talmente palese ma anche recondito che ti svuota e ti disarma, perché il simbolo, anzi i 13 simboli, spiegano il contenuto e il contenente. Ecco perché chi si dedica con amore alla conservazione dei misteri è immune da qualsiasi mistificazione sia materiale che morale. Una immunizzazione che permette di guardare lontano perchè i Misteri sono Campobasso e Campobasso sono i misteri e l’Associazione misteri e tradizione è il fulcro di tutto questo. Simbolo dell’Associazione Misteri e Tradizioni Massimo Dalla Torre 13 il simbolo della tradizione Corpus Domini 13 nella cabala e per quelli che credono nei numeri è senza ombra di dubbio un simbolo fortunato, anche se in molti Paesi dell’area orientale il numero è sinonimo di mistero e di conseguenza è bene trattarlo con i cosiddetti “guanti bianchi”. Ho voluto prendere spunto dal mondo della numerologia che, sempre più entra nel DNA umano, per presentare il numero 13 sotto un diverso aspetto: quello culturale. Quello legato alle innumerevoli testimonianze che vogliono il 13 presente in molte opere d’arte e in molte manifestazioni che caratterizzano la vita di realtà simili alla nostra. E’ il caso dei Misteri, ossia le macchine nate dall’ingegno di Paolo Saverio Di Zinno che, sono il simbolo di un qualcosa che caratterizza la nostra città. La quale, nella sua semplicità, conserva gelosamente una tradizione di cui è fiera e che difficilmente, nonostante i venti contrari, vedrà la fine. 13 simboli che mostrano nella crudezza più assoluta come dal ferro posso nascere baluardi di una cultura che appartiene al tessuto stesso e non a chi vuole a tutti i costi cervelotizzare una tradizione facendola apparire come un retaggio di altri tempi che oggi dove si corre trova il tempo che trova. Credetemi non è facile parlare del significato intrinseco ed estrinseco dei Misteri perché i Misteri stessi sono l’espressione più recondita di ognuno di noi che annualmente accorriamo ad ammirarli e a testimoniare la loro valenza. Una testimonianza che affonda le radici nella notte dei tempi che è possibile palesare attraverso le fotografie e quant’altro li ritrae ingigantendone, qualora necessitasse, il senso per cui nel lontano 1700 un figlio del popolo li disegnò e li affidò alle mani degli artigiani che li forgiarono a testimonianza di una fede non ampollosa ma schietta. Una fede che traspare anche nei più piccoli segni e che esplode proprio in occasione della festività del Corpus Domini. Molti leggendo tutto questo si domanderanno ma necessita scrivere di una cosa acclarata da sempre? Si necessita; perché dove tutto è effimero, dove tutto è vacuo, i sacri ingegni sono la perfetta personificazione dell’animus di una collettività che si tiene stretti, gelosamente, i 13 simboli. I quali, si palesano soprattutto quando nel silenzio più assoluto del museo a loro dedicato, ci parlano, ci guardano, metaforicamente s’intende, invitandoci ad una riflessione seria ed attenta e non ad una semplice fugace visita che lascia il più delle volte il vuoto. Un vuoto che invece è il segno tangibile di quello che essi rappresentano. Un vuoto che si colma soltanto compenetrandosi sul perché sono stati creati, sul perché a distanza di secoli sono ancora li, sul perché c’è sempre più voglia di mostrarli. Un accavallarsi di manifestazioni più o meno palesi che non si spengono ma che rinvigoriscono ogni giorno di più. Un accavallarsi di gesti spontanei ma soprattutto di amore per un qualcosa che ci entra dentro e ci prende perché i 13 Misteri, che mi auguro possano tornare al loro numero originario: ossia 24, sono e saranno Campobasso quello con la “C” maiuscola: ma questo molti lo hanno dimenticato. Massimo Dalla Torre La festività del Corpus Domini ha una origine più recente di quanto sembri. La solennità cattolica del Corpus Domini (Corpo del Signore) chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole celebrare il mistero dell’Eucaristia ed è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava. In realtà la festa posa le sue radici nell’ambiente fervoroso della Gallia belgica - che San Francesco chiamava amica Corporis Domini - e in particolare grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra, da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. Più tardi, nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263, che conosciamo sin dai primi anni della nostra formazione cristiana. Infatti, ci è raccontato che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono PAPA URBANO IV allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (attualmente conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina. Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla “Transiturus” che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini neganti il Sacramerito dell’Eucaristia. Già qualche settimana prima di promulgare questo importante atto - il 19 Giugno - lo stesso Pontefice aveva preso parte, assieme a numerosissimi Cardinali e prelati venuti da ogni luogo e ad una moltitudine di fedeli, ad una solenne processione con la quale il sacro lino macchiato del sangue di Cristo era stato recato per le vie della città. Da allora, ogni anno in Orvieto, la domenica successiva alla festività del Corpus Domini, il Corporale del Miracolo di Bolsena, racchiuso in un prezioso reliquiario, viene portato processionalmente per le strade cittadine seguendo il percorso che tocca tutti i quartieri e tutti i luoghi più significativi della città. In seguito la popolarità della festa crebbe grazie al Concilio di Trento, si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa. Se nella Solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l’attenzione si sposta sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e le adorazioni Mons. Giancarlo Maria Bregantini prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede PH: Maria Di Iorio del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità. E’ una festa mobile. Questa festa è di precetto e viene celebrata il giovedì dopo la domenica della SS. Trinità (60 giorni dopo la Pasqua), prima domenica dopo la Pentecoste, dal 1977 è stata spostata alla domenica (63 giorni dopo la Pasqua). A Roma la celebrazione si svolge infatti il giovedì dopo la solennità della SS. Trinità nella basilica di S. Giovanni in Laterano, per poi concludersi con la processione tradizionale fino alla basilica di Santa Maria Maggiore, presieduta dal papa, Vescovo di Roma. Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Croazia, Polonia, Brasile e in Austria. Invece nel resto d’Italia, e in quelle nazioni dove essa non è festa di precetto, si celebra la domenica successiva, in conformità con le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario:quest’anno è il 06 giugno Il “trucco” dei Misteri L’ideatore dei Misteri Un enorme successo racchiuso in una elaborata ed ingegnosa struttura “Il trucco c’è ma non si vede” recita una famosa frase che viene generalmente riferita agli spettacoli di maghi ed illusionisti, ma chiunque abbia assistito ad una processione dei Misteri di Campobasso non ha potuto fare a meno di pronunciarla, dopo essersi ripreso dall’iniziale sorpresa di vedere esseri umani sospesi nel vuoto. Allo smarrimento iniziale, dovuto ad un irrazionale riflesso condizionato, segue generalmente un’attenta e ragionata osservazione che, di norma, consente di individuare il trucco. Il trucco c’è, ma viene mascherato, dove è possibile, dai costumi dei figuranti e dagli elementi scenografici, e, quando non è possibile mascherarlo, allora diventa esso stesso un elemento scenografico, come insegna un’altra famosa frase “Se non puoi nascondere qualcosa allora mettila in evidenza”. E così il trucco diventa un serpente (Mistero dell’Immacolata Concezione), una catena (Mistero di San Michele) o il piede di un tavolo (Misteri di San Crispino e San Nicola). Il trucco c’è e consente, in maniera magicamente concreta, di condensare insieme le leggi della fisica e le esigenze dell’arte, ottenendo da un lato di “alleggerire” il peso dei figuranti sospesi e, nel contempo, di disporli armonicamente nello spazio. Il trucco c’è ed è nato circa duecentocinquanta anni fa dalla proficua collaborazione tra un geniale campobassano, di professione scultore, e alcuni suoi esperti concittadini, di professione fabbri ferrai, rispettivamente la mente e le braccia di un’operazione che, al di là di ogni possibile previsione, ha costruito un pezzo di storia e di identità campobassana. Il trucco c’è e consiste in una struttura metallica costituita da due barre di ferro saldate insieme. Non c’è nulla di misterioso, ma solo tanta abilità nel riscaldare le due barre alla temperatura ideale che consente loro di saldarsi senza fondere. Fin qui potrebbe sembrare solo un processo che richiede un grande sforzo di attenzione e invece a complicare le cose intervengono le esigenze artistiche, che impongono di far assumere ai ferri le forme più svariate in modo da farli diventare elementi scenografici e permettere ai figuranti di assumere posizioni PARTICOLARE DEL MISTERO DI ABRAMO - PH: Giovanni Teberino ben precise nello spazio. La mente comanda, le braccia eseguono dando forma alla prima barra ed usandola come stampo per realizzare la seconda prima di saldarle insieme. Quando anche questa difficoltà è superata ecco presentarsi un problema strutturale non meno importante di quello estetico. Per sorreggere il peso dei figuranti dovrebbero essere realizzate strutture dallo spessore troppo elevato che creerebbe difficoltà nel nasconderle e ne aumenterebbe notevolmente il peso a meno che… Le braccia tornano al lavoro e realizzano una struttura che non è costituita da un unico elemento ma da più parti unite insieme con delle giunzioni ad incastro. Proprio come in un albero, è presente un asse principale, inserito nella base in legno, al quale sono unite delle ramificazioni secondarie. Inoltre all’asse principale viene conferita una sezione di forma rettangolare (ottenuta unendo due barre di ferro di sezione quadrata) con il lato lungo rivolto verso il senso di marcia. Le giunture ad incastro insieme alla sezione e disposizione dell’asse principale, fanno in modo che, durante la processione, le sollecitazioni causate dal peso dei figuranti vengano disperse consentendo di ridurre lo spessore della struttura metallica e determinando la caratteristica oscillazione dell’intera struttura. Il trucco c’è, c’è sempre stato, ma nel passato molto probabilmente non è stato compreso appieno, visto che si è trovato al centro di numerose interpretazioni popolari. Per giustificare un trucco tanto reale quanto inconcepibile è stato addirittura ipotizzato l’intervento di San Michele, che avrebbe rivelato in sogno all’artista la composizione di una miracolosa lega metallica. Il trucco c’è e si vede ma, come in qualsiasi spettacolo di magia, una volta che si riesce a scoprirlo, piuttosto che rifiutare categoricamente tutto pensando di essere stati presi in giro, è più bello lasciarsi coinvolgere dall’illusione che l’abilità del mago è riuscita a creare. Andrea Damiano ([email protected]) Genialità, esperienza e fortuna di uno scultore campobassano Quando il 3 dicembre 1718 Paolo Saverio Di Zinno venne alla luce in una anonima abitazione di contadini del borgo di Campobasso, nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe diventato uno dei FIRMA AUTOGRAFA DELL’ARTISTA più illustri personaggi campobassani. (IO PAOLO DI ZINNO) Probabilmente la sua vita si sarebbe evoluta come quella di centinaia di suoi anonimi concittadini, di cui non è rimasta memoria, se i suoi fratelli non avessero finanziato i suoi studi presso la bottega di uno scultore di Napoli. Non è dato sapere se Di Zinno avesse dimostrato fin da piccolo una naturale propensione artistica, ma indubbiamente, i risultati da lui ottenuti, testimoniano le competenze acquisite nell’arte dello scolpire il legno. La fama e la notorietà raggiunte da Di Zinno nella sua vita sono dimostrate dal fatto che le sue numerose opere possono essere ammirate non solo in molti paesi del Molise, ma anche in diverse località della Campania, dell’Abruzzo e della Puglia. Al suo rientro a Campobasso, Di Zinno avviò la sua attività di scultore che, sebbene inizialmente fosse sporadica, gli consentì comunque di sposarsi e di mettere su famiglia. Nella città natale ebbe anche modo di intraprendere attività imprenditoriali, di rivestire ruoli di consulente ed esperto e di prendere parte attiva alla vita politica locale tanto da ricoprire importanti incarichi amministrativi per conto della città e della Confraternita di Santa Maria della Croce. I Misteri di Campobasso possono essere considerati l’apice della carriera artistica dello scultore campobassano, non tanto e non solo perché sono, senza dubbio, le sue più famose e celebrate realizzazioni, ma soprattutto perché sono la sintesi delle esperienze artistiche del loro ideatore, innestate all’interno della principale festività campobassana ed arricchite dal suo personale colpo di genio. La grande abilità di Di Zinno è stata quella di riuscire a fondere insieme la tradizione delle sacre rappresentazioni, allestite a Campobasso per la solennità del Corpus Domini, e i canoni della scultura. I Misteri, infatti, sono stati concepiti come se dovessero essere degli enormi gruppi statuari a grandezza naturale in cui, però, i personaggi, invece di essere degli inanimati seppur realistici pezzi di legno, sono degli esseri umani, resi statue dal colpo di genio dell’artista. Non può essere altrimenti definita l’elaborata e caratteristica struttura metallica dei Misteri che immobilizza i figuranti in suggestive STATUA DI S. NICOLA pose artistiche e, nel contempo, conferisce alla manifestazione PH: Nicola Felice quell’elemento di spettacolarità tipico delle feste barocche napoletane che tanto avevano colpito il giovane Di Zinno nel suo soggiorno partenopeo. Anche se i Misteri sono sicuramente il risultato di diverse esperienze pregresse, la struttura delle macchine, che le rende uniche al mondo, può essere ragionevolmente considerata un’invenzione partorita dalla geniale mente dello scultore campobassano che morì a Campobasso il 29 aprile 1781. Nella vita di Di Zinno, accanto alle indiscusse abilità di scultore, all’estro dell’innovatore e alla dedizione al lavoro ed alla famiglia, non è mancato quel pizzico di fortuna che consente ad una persona normale di diventare una famosa celebrità. Se non avesse avuto la possibilità di formarsi a Napoli diventando scultore, l’opportunità di poter reinventare a modo suo le sacre rappresentazioni per la processione di Corpus Domini, il valido DISEGNO DI S. ROCCO RACCOLTA “ELISEO” contributo fornito dagli esperti fabbri ferrai campobassani, molto BIBL. PROV. ALBINO CB probabilmente il suo nome sarebbe stato dimenticato. E invece i Misteri sono lì a rendere vivo nella memoria di tutti il ricordo del loro ideatore, che sopravvivrà allo scorrere del tempo solo se i campobassani, magari aiutati anche da un pizzico di fortuna, riusciranno a conservare, valorizzare e tramandare le sue meravigliose creature. Andrea Damiano ([email protected]) La sfilata dei Misteri nel giorno del Corpus Domini Fra le tante manifestazioni in occasione del Corpus Domini la più originale è quella che si svolge a Campobasso con la processione dei Misteri. Da oltre due secoli e mezzo, angeli, santi, diavoli e madonne sospesi nel vuoto sfilano per le vie di Campobasso. Le attuali macchine dei Misteri, straordinarie per l’eleganza e leggerezza, furono costruite dallo scultore campobassano, Paolo Saverio Di Zinno (1718 – 1781) intorno la 1740. Di Zinno realizzò un’armatura verticale che avrebbe retto dei bambini su sapienti diramazioni, mentre alla base si sarebbero collocati gli adulti. L’armatura, in lega leggera di metallo fuso, veniva camuffata attraverso un cero, un vulcano, un altare, delle catene, ecc… Di Zinno costruì ventiquattro Misteri che vennero sottoposti ad un collaudo ma, seconda una tradizione orale non documentata, sei non ressero alla prova rimanendone così in diciotto. Nel 1748 per la prima volta, si suppone, sfilarono i Misteri per le vie di Campobasso, angeli santi, diavoli e madonne, tutti interpretati da uomini, donne e bambini in costume, parevano librarsi nel cielo quasi volassero. I diciotto Misteri venivano custoditi, a gruppi di sei, nelle tre maggiori chiese di Campobasso: S. Antonio Abate, i quali uscivano sempre, mentre quelli custoditi nella chiesa di S. Maria della Croce, e quelli custoditi nella Cattedrale, uscivano ad anni alterni. Col terremoto del 26 luglio 1805, nella città di Campobasso molti edifici e chiese andarono distrutte, tra queste la chiesa della S.S. Trinità (cattedrale) e la chiesa di S. Maria della Croce e con esse andarono distrutti alcuni dei Misteri che custodivano, quattro della Cattedrale e due si S: Maria della Croce. Da allora non furono più in diciotto ma rimasero in dodici fino al 1959, quando i cugini Tucci, fabbri ferrai campobassani, costruirono il tredicesimo Mistero, il S.S. Cuore di Gesù, tratto da un disegno attribuito al Di Zinno. L’organizzazione della Processione dei Misteri coinvolge i volontari dell’Associazione Misteri e Tradizioni già a partire da alcuni mesi prima della festività del Corpus Domini. Bisogna infatti revisionare le “macchine”, sistemare i costumi dei figuranti, le divise dei portatori ma, soprattutto, reclutare i figuranti fra quanti, bambini e adulti, desiderano partecipare alla più sentita ed importante tradizione campobassana. La scelta dei figuranti viene effettuata dal coordinatore dell’Associazione Misteri e Tradizioni principalmente in base alle caratteristiche fisiche e fisionomiche: requisito fondamentale per i bambini è la possibilità di stare comodi all’interno delle imbracature, mentre per gli adulti è la capacità di interpretare al meglio il ruolo assegnato. La formazione delle squadre dei portatori e la loro gestione nel corso della Processione, avviene, invece, a discrezione di ogni singolo caposquadra, ciascuno secondo i propri criteri. La mattina del giorno del Corpus Domini, alle 8:00 nel cortile del Museo che ospita i Misteri in mostra permanente, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Campobasso-Boiano celebra la Santa Messa alla presenza dei volontari dell’Associazione, dei figuranti circa una settantina, di cui 58 bambini (alcuni di appena due anni) di fedeli, delle autorità istituzionali C o m u n a l i , Provinciali e Regionali. Alle 09.00 terminata la funzione, i personaggi vanno ad animare le strutture in acciaio dei Misteri grazie La vestizione PH: Lucio Paduano alla preziosa opera dei vestitori (due per ogni Mistero) che si occupano di assicurare i figuranti alle imbracature, di curare i costumi e gli aspetti scenografici, ci si lascia imbrigliare da mani esperte da una serie di cinghie bretelle e via si parte. Alle 10.00 in punto, sotto il sole campobassano e con un cielo sempre più azzurro, si animano le strutture, si muovono gli angeli …. inizia la Festa, il capo squadra grida “scannétt allért” e battendo per tre volte una canna palustre sulla base, i portatori sollevano il Mistero che, come per incanto prende vita ed inizia a ondeggiare. La banda attacca il suo motivo, sempre quello da anni, ed i Misteri attraversano la Campobasso antica, sfiorando i balconi, passando sotto gli archi a rinnovare ogni anno questo appuntamento caro ai campobassani, le risate dei diavoli e le grida: “Tunzella, tunzella …. Vietenne, vietenne ….”, il vociare della gente che parla agli angeli e madonne ed i Misteri che si fermano, sostano e riprendono a ondeggiare ritmicamente tra migliaia di persone che applaudono al loro passaggio. Apre la sfilata con la sua imponenza S. Isidoro, patrono dei contadini, rappresentato con il suo padrone sotto un’enorme Face (cero) sorretta da tre angeli; S. Crispino, patrono dei calzolai, PH:Maria Di Iorio assorto a contemplare tre angeli MISTERO DI MARIA MADDALENA che gli mostrano una spada, una palma e una corona, simboli del martirio; S. Gennaro sulla nuvola e attorniato da tre angeli mentre ai sui piedi sono rappresentati il Vesuvio e il fiume Sebeto, impersonato da un vecchio dalla lunga barba; Abramo a cui un angelo trattiene il pugnale che stava per vibrare su Isacco; Maria Maddalena sorretta da angeli davanti all’altare dove officia S. Massimino; S. Antonio Abate che dall’alto di una nuvola resiste alla tentazione di una fanciulla, mentre un diavolo la lusinga cercando di farla ridere; Immacolata Concezione che si libera in alto con in volo cinque angeli a farle da corona; S. Leonardo patrono delle persone ingiustamente carcerate che dall’alto di una nube viene in soccorso di due prigionieri; S. Rocco che sovrastato da un angelo guarisce un appestato che si rivolge a lui; L’Assunta che, accompagnata dal figlio Gesù e da cinque angeli, vola in cielo; S. Michele che caccia i diavoli con la spada sguainata e li fa precipitare nella bocca dell’inferno; S. Nicola che restituisce a una famiglia il figlioletto rapito dai corsari saraceni; S.S. Cuore di Gesù rappresentato dalla Madonna col Bambino, S, Giuseppe e quattro angeli che sorreggono un grosso cuore. Intorno alle 13.30, in piazza Vittorio Emanuele II, dal balcone del Municipio, il corteo riceve la solenne Benedizione da parte del Vescovo per poi far rientro, una alla volta, nel Museo dove sono custoditi. I vari personaggi discendono dai loro sostegni, si svestono e dopo aver ricevuto un piccolo omaggio, e con la soddisfazione per essere stati protagonisti alla festa più importante della Città, si danno appuntamento all’anno prossimo. Giovanni Teberino IL MUSEO DEI MISTERI Campobasso finalmente ha il Museo dei Misteri, inaugurato il 07 ottobre 2006, è una realtà indispensabile per dare dignità all’ingegno di Paolo Saverio di Zinno e agli “Ingegni” da lui ideati e realizzati a metà del ‘700, che nel giorno del Corpus Domini, da oltre duecento anni, sfilano tra due ali di folla per le vie del capoluogo richiamando l’attenzione di turisti e studiosi delle tradizioni da ogni parte del Mondo. Il Museo è stato allestito nella MUSEO DEI MISTERI struttura (ex ENAL) di via Trento con finanziamento regionale. La zona è tra PH: Roberto De Rensis le più tranquille della città, destinata a qualificarsi tra le più dotate di SALA DEGLI INGEGNI PH: Giovanni Teberino strutture pubbliche per attività culturali e di rappresentanza. Un ruolo determinante è stato svolto dall’Associazione Misteri e Tradizioni che, dal giorno della sua costituzione non ha mai smesso di proseguire l’obiettivo di un sito in cui collocare e rappresentare i “Misteri” onde renderli oggetto di interesse scientifico e turistico, ancorché per preservarli dall’usura del tempo. Il Museo è costituito da due sale espositive ed una sala proiezioni. Nella “Sala d’Ingresso” sono esposti degli originali costumi d’epoca insieme a fotografie, variamente datate, che ritraggono alcuni momenti salienti delle passate manifestazioni e cataloghi con tutti i nomi dei personaggi degli ultimi 40 anni. La “Sala Proiezioni” dotata di 40 posti a sedere, consente di visionare comodamente riprese della “Processione dei Misteri” girate nel 1929, 1948, 1952, 1958, Roma 1999 e 2006, inerenti la preparazione e lo svolgimento della manifestazione, che in parte ricreano l’atmosfera che si viveva e vive tutt’ora a Campobasso nel giorno di Corpus Domini. La “Sala degli Ingegni” dove è possibile visionare nel dettaglio le tredici macchine, scoprendo le peculiarità strutturali ed artistiche che le rendono uniche al mondo. Museo dei Misteri via Trento, n° 03 86100 CAMPOBASSO Orari apertura tutti i giorni feriali dalle 16.00 alle 18.00 per festivi, visite in altri orari o gruppi è necessaria la prenotazioni al 3285556549 – 3209303679 www.misterietradizioni.com - [email protected] L’archivio dell’Associazione l’Associazione Misteri e Tradizioni, in questi anni ha raccolto filmati, manifesti, cartoline e foto di personaggi che nel tempo si sono alternati sugli Ingegni del Di Zinno. L’archivio conta più di diecimila foto che sono state raccolte negli anni, soprattutto da quando è stato realizzato il Museo, grazie ai campobassani che hanno portato volontariamente al Museo dei Misteri le foto personali o di parenti che sono stati personaggi dei Misteri. La raccolta parte dalla fine dell’800 ai giorni nostri, tra cui anche molte foto dell’archivio Chiodini, che i fratelli Carlo e Giuseppe hanno voluto donare all’Associazione. PERSONAGGI DEI MISTERI DI S. GENNARO E S. LEONARDO 1934 PH: ARCHIVIO ASS. MISTERI - PH: Chiodini Oltre alle foto l’archivio sta crescendo negli ultimi anni anche nella sezione filmati, che partono dal 1929, 1948, 1958, 1965, ecc. fino all’ultima sfilata, tra cui filmati amatoriali e inediti, inoltre testi, articoli di giornali, riviste, manifesti e programmi della festa del Corpus Domini e di varie iniziative che si sono susseguite negli anni. All’interno del Museo invece, è possibile visionare uno speciale registro dove vi sono tutti i nomi dei personaggi dei Misteri dal 1969 ad oggi. Per questo l’Associazione Misteri e Tradizioni, per continuare a far si che l’archivio continui a crescere sempre di più, invita tutte MISTERO DI S.NICOLA - 1951 quelle persone che sono in possesso PH: ARCHIVIO ASS. MISTERI di qualsiasi materiale inerente ai Misteri, di portarlo al Museo dei Misteri in via Trento, 3 a Campobasso, naturalmente sarà nostra cura farne copia restituendo l’originale al legittimo proprietario. LUNGHEZZA PERCORSO mt 3450 Elenco delle vie percorse dai Misteri - uscita ore 10,00 M) 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) MUSEO USCITA via Trento via Milano via Monforte via Torino via Marconi via S. Antonio Abate via largo S. Leonardo via Cannavina via Ferrari 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) via p.za Cesare Battisti via Mazzini via Umberto I p.za Cuoco via Cavour c.so Bucci p.za Pepe c.so Vittorio Emanuele II p.za Vittorio Emanuele II c.so Vittorio Emanuele II 20) via Scatolone 21) viale Regina Elena B ) p.za Vittorio Emanuele II - Municipio BENEDIZIONE ore 13,30 22) via de Attellis 23) via Roma 24) via Trieste 2) via Milano 1) via Trento M ) MUSEO RIENTRO S. Isidoro Il Mistero raffigura il Santo, contadino presso il Cavaliere spagnolo Giovanni de Vergas, che percuote il terreno con un bastone facendo scaturire acqua per saziare la sete del suo padrone. Domina il Mistero un grosso cero sostenuto da tre angeli che rappresenta la Face dei coloni. Cinque sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,10 e pesa Kg. 534 E’ portato a spalla da quattordici portatori Capo squadra: PERRONE Ferdinando S. Gennaro Il Mistero raffigura S. Gennaro circondato da tre angeli dei quali uno porta le ampolle, a ricordo di quelle che tutt’oggi conservano il sangue del Santo, e un altro una tabella con la scritta “Est nobis in sanguine vita” (Per noi la vita è nel sangue). Il Santo è il patrono della città di Napoli, rappresentata sulla base del Mistero dal Vesuvio e dal fiume Sebéto simboleggiato, come nelle antiche raffigurazioni, da un vecchio disteso che tiene in mano una vanga. Cinque sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,20 e pesa Kg. 425 E’ portato a spalla da dodici portatori Capo squadra: MANCINELLI Nicola S. Crispino Abbandonate le nobili origini romane, S. Crispino predicò il Vangelo in Gallia e per vivere imparò a cucire scarpe. Mentre si trovava al lavoro in compagnia di due aiutanti gli apparvero tre angeli con in mano i simboli del futuro martirio che avvenne sotto l’imperatore Massimiano (la spada segno della decapitazione, la palma, simbolo del martirio, la corona, per i meriti del Santo). Sei sono i personaggi Il Mistero è alto m. 4,70 e pesa Kg. 433 E’ portato a spalla da dodici portatori Capo squadra: BARBATO Giuseppe Abramo Obbediente alla volontà di Dio, Abramo sta per sacrificare il suo unico figlio Isacco quando un angelo del Signore gli ferma la mano che impugna il coltello e gli indica un ariete da offrire in olocausto al posto di Isacco (Genesi 22, 11). Tre sono i personaggi più un agnello Il Mistero è alto m. 4,10 e pesa Kg. 453 E’ portato a spalla da dodici portatori Capo squadra: SCOCCIMARRA Christian Maria Maddalena Esule in Provenza dopo la Risurrezione di Cristo, Maria Maddalena si ritirò in preghiera in un luogo deserto. Un giorno chiese a S. Massimino, vescovo di Aix, di comunicarla e quando questi entrò in chiesa vide la Santa sospesa in aria nei pressi dell’altare e, dopo averla comunicata, vide la sua anima salire al cielo. La scena è completata da quattro angeli: i due ai piedi dell’altare fanno le veci dei chierichetti, gli altri due, ai lati della Santa, mantengono il vaso di alabastro contenente l’olio con cui la Maddalena avrebbe unto Gesù e un libro con sopra un teschio che sta a simboleggiare la morte. Sei sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,40 e pesa Kg. 535 E’ portato a spalla da diciotto portatori Capo squadra: MADONNA Michele Immacolata Concezione Oggetto del Mistero è l’Immacolata Concezione della Vergine Maria che è rappresentata “con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul capo” (Apocalisse 12,1) ed è circondata da cinque angeli. I due ai suoi piedi sorreggono rispettivamente la Sfera Celeste e una Croce mentre quello sopra il suo capo è rappresentato nell’atto di metterle la corona. La Croce è il simbolo della Vittoria di Cristo sul peccato che è rappresentato dal serpente con la testa schiacciata (Genesi 3,15 “esso ti schiaccerà la testa e tu lo assalirai al tallone”). Sei sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,80 e pesa Kg. 454 E’ portato a spalla da quattordici portatori Capo squadra: BARBATO Vittorio S. Antonio Abate Il Mistero Rappresenta le tentazioni subite da S. Antonio Abate ad opera di diavoli presenti sia nella forma consueta (al di sopra e al di sotto del Santo) sia sotto la sembianze di leggiadra donzella. Ai lati del Santo sono presenti due angeli che portano in mano rispettivamente un libro su cui arde una fiamma e un bastone con un campanello. La fiamma rappresenta il fuoco da cui S. Antonio Abate ha virtù di difenderci, il bastone è il simbolo della vita da eremita condotta dal Santo mentre il campanello rammenta con il suo squillo l’invito alla preghiera. Sei sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,80 e pesa Kg. 495 E’ portato a spalla da quattordici portatori Capo squadra: DI NONNO Maurizio S. Leonardo S. Leonardo ebbe somma carità verso i carcerati e faceva di tutto per redimerli dal vizio e dal peccato. Molti di essi, innocenti, benché incatenati e sorvegliati da sentinelle, furono miracolosamente liberati dal Santo e riportati alle loro case. Per questo motivo S. Leonardo è considerato il protettore dei carcerati, e sul Mistero è rappresentato mentre, circondato da tre angeli, soccorre due prigionieri guardati a vista da un alabardiere. Sette sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,40 e pesa Kg. 430 E’ portato a spalla da quattordici portatori Capo squadra: STIVALETTI Michele S. Rocco Nato in una nobile famiglia francese, S. Rocco, alla morte dei genitori, vendette i suoi beni e partì pellegrino per l’Italia dove guarì numerosi appestati. Durante il viaggio di ritorno in patria, mentre si trovava in un luogo deserto, si ammalò e riuscì a sopravvivere grazie al cibo portatogli da un cane. Rientrato in patria fu arrestato con l’accusa di essere una spia e morì in carcere colpito dalla peste. Il Mistero raffigura S. Rocco che appare ad un appestato mostrandogli la propria piaga pestifera mentre un angelo sorregge il bordone (bastone da pellegrino) e un altro una tabella su cui è scritto “Rochum invoca et sanus eris” (Invoca S Rocco e sarai guarito). Quattro sono i personaggi più un cagnolino Il Mistero è alto m. 4,80 e pesa Kg. 340 E’ portato a spalla da dodici portatori Capo squadra: LONARDELLI Vito S. Michele In questo Mistero è rappresentata la cacciata dal Paradiso di Lucifero e degli angeli ribelli ad opera di S. Michele Arcangelo che brandendo una spada li spinge verso la bocca dell’Inferno (Apocalisse 12, 7). Quattro sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,10 e pesa Kg. 510 E’ portato a spalla da sedici portatori Capo squadra: TALLARITA Eros L’Assunta Il Mistero raffigura l’Assunzione al Cielo della Vergine Maria in anima e corpo. Sulla base c’è la tomba scoperchiata custodita da un angelo mentre altri quattro angeli circondano la Vergine che, accolta da Gesù, viene assunta in Cielo. Sette sono i personaggi Il Mistero è alto m. 6,00 e pesa Kg. 485 E’ portato a spalla da sedici portatori Capo squadra: DEL PESCO Antonio S. Nicola Il Mistero raffigura un miracolo compiuto da S. Nicola nei confronti di un fanciullo di Bari rapito alla propria famiglia da corsari saraceni e venduto come servo al re di Babilonia. Una sera, mentre il fanciullo stava servendo da bere al re, apparve S. Nicola che lo prese per i capelli e lo riportò in patria sotto lo sguardo stupito degli astanti. L’angelo che accompagna il Santo tiene in mano un libro con sopra tre sfere d’oro in ricordo del Vangelo donato a S. Nicola dall’Imperatore Costantino e delle doti miracolosamente procurate da S. Nicola a tre giovani fanciulle. Nove sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,30 e pesa Kg. 650 E’ portato a spalla da diciotto portatori Capo squadra: LICAMELI Pierino che, momentaneamente li guida in attesa di conoscerli quando sarà e quando potranno chiedergli come e perché sono nati i Misteri. Segue Antonio Santella per gli amici “Antonio u’ barbon” che ogni anno che passa nonostante l’incanutimento della barba è Abramo per tutti. Personaggio amatissimo dal popolo, Santella è da sempre, il patriarca del vecchio testamento ed è difficile immaginare il Mistero senza lui. Tuttavia, tra quelli che rappresentano l’animus della manifestazione, i diavoli superano tutto e tutti. Mariano De Vivo e Italo Stivaletti, amatissimo dalle signore che non disdegnerebbero un peccatuccio con il signore degli inferi dagli occhi di ghiaccio, cito i più vetusti non per età ma per appartenenza alla rappresentazione che, con la loro gestualità e gli “inviti”, alquanto insistenti all’indirizzo della gente ma soprattutto della “tunzella”, animano quelli che sono i Misteri più attesi da tutti ossia: San Michele e Sant’Antonio PH: Lucio Paduano Costruito nel 1959 dai fabbri campobassani Tucci, il Mistero rappresenta l’Amore del Figlio di Dio per gli uomini simboleggiato in alto da un cuore contenente le consonanti J.H.S., Jesus Hominum Salvator (Gesù Salvatore degli Uomini, in latino). Completano la rappresentazione quattro angeli di cui due sorreggono il cuore e gli altri si porgono i fiori che vanno a costituire lo stesso. Il bastone fiorito in mano a S. Giuseppe ricorda la tradizione dei Vangeli apocrifi secondo cui Giuseppe fu scelto come sposo di Maria dopo che il suo bastone fiorì miracolosamente. Sei sono i personaggi Il Mistero è alto m. 5,60 e pesa Kg. 586 E’ portato a spalla da venti portatori Capo squadra: NANNI Vito PH: Giovanni Alfonso S. S. mo Cuore di Gesù Abate. A chiudere la carrellata degli “afficionados” Michele Ianniroberto il San Giuseppe Prima di parlare del significato intrinseco dei Misteri, le macchine create da Paolo Saverio Di Zinno, bisogna parlare di chi li anima ossia dei personaggi che permettono PH: Diego de Vivo di poterli ammirare in tutta la loro bellezza. Personaggi che fin da bambini o ragazzi sono presenti sugli ingegni e che caratterizzano il Mistero stesso. Ad aprire la sfilata San Isidoro, con il patron ossia caratterista di quello che è il padre putativo del Salvatore del Mondo. Insomma una carrellata di persone senza cui i Misteri non sarebbero quelli che sono, anche perché se vogliamo dirla tutta non sarebbero tali se non ci fossero. Discorso a parte lo merita il “maresciallo Teberino” o meglio Nonno Cosmo, il Mistero per eccellenza che da oltre 70 anni e passa, prima da personaggio e poi da “custode” quello con la “C” maiuscola è un tutt’uno con la lega tant’è che è legato a doppio filo alla manifestazione. Vero e proprio Campobassano “verace” anche se l’aggettivo è mutuato dalle arselle partenopee, nonno Cosmo è colui che ti conduce con mano attraverso i Misteri e la loro storia. Giovanni Teberino colui che da sempre, per legge salica, verrebbe spontaneo scrivere, si occupa Con tenacia ogni mattina, autunno, inverno, della cura delle 13 macchine. Taciturno, pungente, sagace e primavera ed estate puntualmente alle 8,30 massimo sua genialità Giovanni o meglio “Giuann” rappresenta i Misteri unitamente alla sorella Antonietta la “gran turca” del San Nicola e al Presidente dell’Associazione Misteri e Tradizioni ai giovani della generazione Teberino/Grosso la tradizione. Un qualcosa che li lega a doppio filo con quello che i Misteri significano, tant’è che, consentitemi una battuta hanno già il posto assicurato nella bottega del Di Zinno affianco al maestro PH: Laura Bellone Liberato altro fratello per anni anch’egli sul San Nicola. Tutti PH: Francesco Stanzione caparbio, non trovo altri aggettivi per descriverlo, grazie alla e tre ognuno per quanto di competenza animano unitamente PH: Antonio Vinciguerra I personaggi storici dei Misteri del Sacro Cuore di Gesù, anch’egli schivo, riservato e le 9,00 arriva al Museo dei Misteri e li si trasforma e s’immedesima negli ingegni a dimostrazione che i Misteri sono la forza vitale che tiene in vita un pezzo di storia locale. La quale, nonostante tutto, rimarrà legata allo “scannètt’ allèrt” o alla “tunzella, tunzella” veri e propri slogan di quella che è una delle ultime rappresentazioni nate dal popolo e fatte per il popolo e per nessun altro. Massimo Dalla Torre Aneddoti sui Misteri Autentici enigmi popolari come la paura di Napoli e il personaggio della Donzella I Misteri di Campobasso sono protagonisti di numerosi aneddoti che si sono originati nel tempo in seguito ad interpretazioni popolari. Molti di essi sono stati tramandati oralmente nel corso degli anni e non possono essere verificati, altri, accaduti più di recente, sono invece ben documentati. In entrambi i casi si sono così radicati nella popolazione da essere oramai divenuti parte integrante dei Misteri. Se si prova a chiedere ad un qualsiasi campobassano: “È mai successo che i Misteri non siano usciti in processione?”, si otterrà immediatamente da tutti la stessa categorica risposta: “Se i Misteri non escono, se li piglia Napoli!”. Se si ha modo di continuare la conversazione ed approfondire il discorso alla ricerca di ulteriori informazioni, le notizie cambieranno a seconda dell’interlocutore. Alcuni affermano che nemmeno il maltempo può bloccare la processione, che deve essere in ogni caso effettuata secondo la consuetudine, come se niente fosse; altri dichiarano che, in caso di necessità che impediscano il regolare svolgimento della sfilata, per evitare il trasferimento forzato nella cittadina partenopea, è sufficiente che i Misteri vengano portati in processione per un breve percorso che, secondo i meno drastici, può essere effettuato anche da un solo Mistero, in funzione RE FERDINANDO II DI BORBONE simbolica. A questo punto viene spontaneo chiedere per quale motivo i campobassani non siano liberi di gestire la processione dei Misteri a proprio piacimento e debbano sottostare ad una sorta di ricatto che li collega al capoluogo campano. Nessuno degli interpellati riesce a dare delle motivazioni plausibili che possano giustificare questa convinzione popolare, che molto assomiglia ad un minaccioso anatema. Un evento storico permette di gettare un po’ di luce su questa intricata vicenda. Risale al lontano 1832 quando, tra il 12 e 15 del mese di APPELLO DEL SINDACO IMPALLOMENI DEL 1946 settembre, il Re di Napoli Ferdinando II visitò la città di Campobasso, che, all’epoca, faceva parte del suo Regno. I campobassani, benché non PH: ARCHIVIO ASS. MISTERI fosse il giorno di Corpus Domini, allestirono la processione dei Misteri per rendere omaggio al sovrano, che, fortemente entusiasmato dallo spettacolo, pare abbia espresso il desiderio di vederli sfilare a Napoli. Ciò non accadde, ma l’eventualità di un interessamento della città di Napoli per i Misteri può essere rimasta viva nella popolazione. Non a caso circa un secolo dopo, nel 1946, la possibilità di dover rinunciare per sempre ai Misteri, fu la motivazione utilizzata per invogliare la cittadinanza, appena uscita dal Secondo Conflitto Mondiale, a contribuire attivamente all’allestimento delle macchine processionali. L’immaginario popolare si è espresso ai suoi massimi livelli nei confronti del personaggio della Donzella che è diventata la protagonista di diversi aneddoti. Si parte innanzitutto dalla reinterpretazione della scena raffigurata dal Mistero di Sant’Antonio abate, dalla quale risulta che il Santo andrebbe in aiuto di una giovane e rispettabile donzella che rimane impassibile alle insistenti proposte del diavolo. Da ciò scaturisce il comportamento del tentatore che, nel corso della processione, invita la giovane a seguirlo nel suo regno, gridando la frase: “Tunzella tunzella, vieténne vieténne” (donzella donzella, vieni, vieni con me), che è diventata anch’essa una caratteristica peculiare della manifestazione. Dal canto suo, la Donzella, durante la sfilata, deve mantenere un rigoroso contegno e, soprattutto, non deve mostrare nessun tipo di reazione ai gesti ed alle parole del provocatore. Voci di popolo asseriscono che tuttora la Donzella riceva un premio in denaro se riesce a non ridere alle provocazioni del diavolo. Il ruolo della Donzella è stato da sempre molto controverso. Sembra che in passato la Donzella fosse impersonata da un ragazzo effeminato (il cosiddetto “femminiello”), perché era disdicevole per una ragazza seria apparire da sola in pubblico. Successivamente si diffusero vari racconti relativi alla ragazza che interpretava la Donzella: secondo alcuni sarebbe rimasta incinta entro un anno dalla processione, altri sentenziavano che non si sarebbe mai sposata, altri ancora ritenevano che fosse una poco di buono. Andrea Damiano LA DONZELLA PH: Giuseppe Damiano ([email protected]) MISTERI E MERLETTI Per la prima volta, anche il merletto a tombolo di Isernia sfila sui carri del Di Zinno. Arte con arte, stupore con stupore! Il solino di “Abramo” e la tovaglia d’altare della “Maddalena” sono stati, nel giorno di Corpus Domini dell’anno scorso, i due capolavori di artigianato fatti da mani operose e cuore generoso che hanno impreziosito i capolavori d’arte che Campobasso vanta. Il solino è stato confezionato dalle signore del corso di tombolo che si è svolto presso l’associazione di quartiere “Colle dell’Orso” di Campobasso mentre la tovaglia è stata offerta dalla ditta Pacifico Antonella di Isernia. Quest’anno si è lavorato per arricchire gli ingegni con altre preziosità: i fiori del Mistero del Sacro Cuore di Gesù nonché la bordura del vestito dell’Immacolata…. poi si penserà ad altro. Negli ultimi mesi, nella palestra del centro sociale, ogni martedì, per circa due ore, un gruppo di donne volitive e tenaci ha arricchito la propria già spiccata manualità con l’esercizio dei fuselli tra le dita. Da questo lavorio, sono scaturite piccole opere d’arte che hanno gratificato le signore, le loro maestre nonché Franca e Salvatore, responsabili del centro. Mariassunta Fedele PH: Giovanni Teberino Per la prima volta ha fatto il figurante 77 anni fa e da allora è rimasto sempre in prima fila. Il Mistero di Cosmo Teberino Ancora oggi il maresciallo in pensione si reca tutti i giorni nei locali di via Trento Lo fiancheggiano gl’impagabili figli Liberato, Antonietta e Giovanni Dopo il calendario dei Misteri che tappezza le nostre pareti da anni, è arrivato alle stampe anche questo “numero unico” dei Misteri. A dimostrazione che l’appetito viene mangiando, com’è giusto che sia. Del resto l’appuntamento della Sagra dei Misteri è il più atteso dell’anno. La città si scuote e si ritrova, fiancheggiando lo snodo dei 13 carri sacri, eccitandosi per le elucubrazioni del diavolo e per l’aria indifferente della donzella, algida come una scultura marmorea. Mentre la banda, continua a suonare una musichetta che conosciamo a memoria, i bambini saltellano di gioia, accompagnando con la ritmica delle mani e con il verso delle labbra la lunga danza di carri e figuranti, portati a spalle da sudati e sfacchinati “macisti”. Capaci di vincere la fatica e sobbarcarsi l’immane peso. Quando la gente ha tributato gli ultimi applausi i figuranti scendono stremati per la lunga rappresentazione. I portantini arsi dalla sete e inciuchiti dalla fatica, massaggiandosi ancora le spalle piagate, passano a ritirare il “gettone” di presenza. E’ stato per anni lo spot del maresciallo. Portamento eretto, alto e asciutto come un pioppo, con due baffi importanti ingialliti dagli anni e dalla nicotina, fasciato dalla divisa del corpo dei vigili urbani di Campobasso. Cosmo Teberino ha già spento 83 candeline, ma ha ancora tanti sogni nel cassetto. Neanche a dirlo il suo tarlo fisso è rappresentato dai Misteri, di cui è stato sempre profondamente innamorato. E che vorrebbe ogni anno senza la minima sbavatura. Pensate: cadeva il 1933 quando fece per la prima volta il figurante; nel 1948 vestita gli abiti di Sant’Isidoro, passati poi al figlio Giovanni; dal 1968 si occupa dell’organizzazione della Sagra dei Misteri, fiancheggiato dai figli Liberato, Antonietta e Giovanni. Non c’è giorno in cui il maresciallo in pensione non si rechi in via Trento ove sono sistemati gli ingegni del Di Zinno, la cui visita è aperta gratuitamente al pubblico, unitamente all’attiguo museo, progettato dall’architetto Liberato Teberino. Se Campobasso è riuscito ad avere un luogo adeguato dove sistemare i misteri lo si deve soprattutto alla tenacia di Cosmo Teberino e dei suoi familiari che non si sono perduti d’animo. Iniziando dalla realizzazione dei nuovi costumi per i 13 carri senza ruote che vengono portati a spalle, con un meccanismo e un sincronismo che ha del magnetico, da circa 260 robusti portantini, compresi i capisquadra e i portatori delle pesanti scale. Giova ricordare che i personaggi che animano i misteri sono 77, di cui 58 sono bambini; resta ferma la presenza del cane assieme a quella di un agnello. Per far sì che la mattina del Corpus Domini i carri vengano approntati con puntualità e competenza agiscono due Foto del 1933 - Apprendisti calzolai del Mistero di San Crispino. persone per ogni mistero, per un Il bambino a destra è Cosmo Teberino PH: Archivio Ass. Misteri totale di 26. C’è dell’altro: in genere gli attori che rappresentano angeli e demoni sono figli “d’arte”. Come ci consegna la storia. Alcune famiglie hanno “adottato” anche la vestizione dei misteri. Così tutto diventa più facile, più scorrevole, professionale. Dal 1997 è nata l’Associazione Misteri e Tradizioni (www.misterietradizioni.com) che ha rappresentato il trionfo della caparbietà della famiglia Teberino che non ne ha fatto mai qualcosa di personale, lasciando aperte le porte a tutti i campobassani che si sono voluti spendere per non far sfiorire le nostre tradizioni. Compresa la mostra dei presepi che quest’anno è stata particolarmente apprezzata. Gennaro Ventresca RINGRAZIA: GRAFICA: GIANFRANCO CICCONE PER LE FOTO:Archivio Associazione Misteri e Tradizioni, Giovanni Alfonso, Laura Bellone, Paolo Cardone, Chiodini, Giuseppe Damiano, Roberto De Rensis, Diego De Vivo, Incoronata di Cillo, Rocco Di Fiore, Maria di Iorio, Giulio Esposito, Nicola Felice, Kerem, Antonio Mignogna, Fabrizio Nocera, Lucio Paduano, Francesco Stanzione, Giovanni Teberino, Antonio Vinciguerra. PER LE RICERCHE ED I TESTI PUBBLICATI SUL GIORNALE: Massimo Dalla Torre, Andrea Damiano, Mariassunta Fedele, Giovanni Teberino, Liberato Teberino, Gennaro Ventresca. GLI SPONSOR: Acqua Castellina/Santa Croce, Allegrini, Antica Stamperia, Assicurazione L & T, Bed and Breakfast Pagliarelle, Bevande Pistilli, Caffè Camardo, Centro Allarme, Di Paola Viaggi, Digitall, Elettro Più, Fac Fin, Granaio Molisano, Ladyman, Mario Equipe, Miletto Trasporti, Office Com, Ottica De Rensis, Preview Parrucchieri, Sapore di Mare, Sport Show, Studio House, Supermercato AC, Tappezzeria di Tota. Litografie dei Misteri di Pasquale Mattei tratte dal volume di Camillo De Luca “Ricordanze Patrie” 1856 ed a tutti coloro che numerosi ammireranno i Misteri di Campobasso