CONVEGNO IN MEMORIA DI
RACHELE SIBILLA
L’11 marzo 2015, alle ore 17:15 circa, nella chiesa di San Felice in Pincis in Cimitile, in occasione del
decennale della scomparsa della professoressa Rachele Sibilla, si è tenuta una sua commemorazione, tra
cultura e fede, come recita appunto il sottotitolo del saggio “Dare ali alla vita”, da lei composto a pochi
mesi dalla promulgazione dell’enciclica “Fides et ratio”, nel 1998, da parte di S.S. Giovanni Paolo II.
Un fremito di commozione percorre la vasta basilica frammista alla gioia di rivedersi e incontrarsi di tanti
colleghi, ex-colleghi, amici e concittadini. Sempre più cospicuo il numero degli intervenuti, sempre più
gremito il tempio.
Dopo una breve prolusione del vicario episcopale don Lino D’Onofrio, che ha porto anche il saluto di S. E.
Beniamino De Palma, ancora convalescente, sono iniziati gli interventi di Giacinta, del prof. Franco Miano e
dell’arcivescovo di Assisi Domenico Sorrentino.
L’amica Giacinta ha evidenziato le caratteristiche morali di Rachele e in particolare la squisitezza delle sue
virtù relazionali: apertura al dialogo e disponibilità al servizio, impegno in prima persona, senza pretendere
dagli altri, saper apprezzare e rallegrarsi dei successi altrui, capacità di valutare con discernimento persone
e situazioni senza “giudicare”,interrogare e chiedere con garbo, spronare e ammonire senza asprezza, non
ostentarsi, ma essere e irradiarsi come modello nella ricerca e nella passione e dedizione didattica.
Tre gli ambiti territoriali in cui si è svolta prevalentemente la sua attività: Cimitile, luogo d'origine e di
residenza, dove ha operato nel sociale, fin da ragazza e da giovane di A. C.; Cicciano, ove nel liceo scientifico
ha insegnato Lettere per circa venticinque anni; Nola, ove ha collaborato con don Mimmo Sorrentino nelle
insigni iniziative della Biblioteca S. Paolino, in particolare come curatrice dell’“Osservatorio letterario”.
In tutti questi ambiti ella si è distinta per le sue doti umane, culturali e professionali, come hanno
sottolineato nei loro interventi sia il prof. Miano che l’Arcivescovo Sorrentino.
Franco Miano, insigne docente di Storia e Filosofia, è stato suo giovane collega sia nel su mentovato Liceo di
Cicciano, sia soprattutto nell’ambito dell’Azione Cattolica: qui hanno conseguito importanti “traguardi”,
come presidenti diocesani di A.C. (il Miano, successivamente, dal 2006 al 2014, addirittura presidente
nazionale). Il prof. ha messo in rilievo la rettitudine, l’intraprendenza e l’operosità della Sibilla come
educatrice delle giovani generazioni, cercando di cogliere e trarre il meglio da loro. Ella ha coniugato in
modo splendido nella sua vita cultura e fede, professionalità e volontariato.
Anche don Mimmo, giunto appositamente da Assisi, non ha voluto far mancare la sua illustre
testimonianza. L’idoneità e l’impegno di Rachele nel promuovere interessanti appuntamenti letterari su
autori novecenteschi, a lei particolarmente cari (in primis Italo Calvino), sono stati – ha affermato
l’Arcivescovo – davvero esemplari e indelebili nell’attività della Biblioteca negli anni Ottanta e Novanta.
Gli atti dei vari convegni culturali, tenutisi in Seminario prevalentemente il martedì, sono riportati in un
prezioso testo, avente come titolo Impegno e dialogo. E questi due termini possono senz’altro
rappresentare la cifra e il paradigma della personalità di Rachele: impegno, dettato e motivato dalla fede
(“la fede senza le opere è morta”), dialogo, motivato dalla ragione e che non può fare a meno di
confrontarsi con gli altri (in ottemperanza alla sua etimologia), soprattutto nei nostri tempi, spesso
bombardati, per altro, dall’ipertrofia mediatica.
Un aspetto che ha saputo cogliere nel suo originale testo narrativo, giustamente premiato a seguito del
concorso indetto per la scuola in ricordo della professoressa, il giovanissimo talentuoso studente ginnasiale
dell’Istituto vescovile paritario Alessio Vitulano: egli si è mosso sulla scia sia dell’Enciclica Fides et ratio, sia
dell’opuscolo della Sibilla Dare ali alla vita: l’invito a innalzare, anzi a far volare la nostra vita per mezzo
delle due ali che sono il fulcro di ogni persona e ne sintetizzano l’identità e il senso. Un racconto veramente
bello, declamato da un giovane di Azione Cattolica: due ragazzi si innamorano, l’una della famiglia “Fede”,
l’altro della “Ragione”. Ma “questo matrimonio non s’ha da fare” per l’ostilità reciproca dei familiari e in
particolare dei genitori. L’eco manzoniana dell’intimidazione a don Abbondio da parte dei bravi di don
Rodrigo è lapalissiana. Anche in questo caso, comunque, alla fine l’amore trionfa, grazie alla generosità del
giovane, che compie ardue imprese per l’amata. E il matrimonio tra Fede e Ragione sostanzialmente si
celebra. Quel che è accaduto appunto nella vicenda storica di Rachele Sibilla. Ed è la strada maestra da
percorrere per autenticamente progredire, sia socialmente che spiritualmente.
Dopo il convegno, una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo emerito di Acerra S.E.
Giovanni Rinaldi, e la gentile distribuzione gratuita, a cura dei familiari, di una copia del prezioso opuscolo
della professoressa, a tutti i convenuti.
Per Franca Sibilla
Franca, sorridi;
le lacrime asciuga
con l’affettuosa corona
di amici fraterni e sinceri.
Tua sorella Rachele
vive nel Signore…
Splende altresì
nei tuoi occhi, nel tuo volto
e soprattutto
nel cuore e nella mente
tua e di noi tutti.
Ferdinando Cavezza
ex collega
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Convegno in memoria di Rachele Sibilla di Ferdinando Cavezza