“Rocca Asturae” UNA STORIA MILLENARIA di Guido Giani PREFAZIONE: Negli anni dal 2004 al 2006 passati ad occuparmi del restauro del Castello di Torre Astura, ho cercato di recuperare, nelle varie biblioteche, quanto più materiale possibile che trattasse la storia della rocca e dei dintorni. Mi sono subito reso conto della scarsità di testi con notizie e informazioni a riguardo. Esistono soltanto alcuni trattati di studiosi che avevano affrontato l’argomento dal punto di vista storico e archeologico. Mano a mano che col passare del tempo raccoglievo brani di storia, citazioni, aneddoti, stampe, disegni, ecc, di autori vari che si erano interessati del castello, veniva a formarsi una discreta massa di notizie, che riordinate cronologicamente potevano formare una struttura storiografica, dal periodo romano ad oggi. È nata così l’idea di produrre quest’opuscolo che è il compendio di tutto il materiale trovato, ma anche del materiale da me prodotto per il lavoro di restauro. Poiché un buon progetto scaturisce solo dall’approfondita conoscenza del manufatto in esame e dalle considerazioni e supposizioni tratte dalla lettura dei materiali. Infatti, semplicemente disegnando in autocad la pianta del castello, sono emerse considerazioni sulla probabile storia del luogo, del tale muro, del tale vano, delle ipotesi di come poteva funzionare la vita del castello e tante altre supposizioni che ne delineavano l’uso nel corso degli anni. Parte di questo lavoro di ricerca ho cercato di condensare nelle pagine di questo opuscolo, corredandolo di immagini di foto, di disegni, di ricostruzioni e di quant’altro possa favorire la comprensione e rendere più interessante la lettura. Spero di essere riuscito a realizzare un modesto strumento in grado di dare un’idea delle vicende che si sono intrecciate e succedute in questo luogo, in un lunghissimo periodo che va dal 330 a.C. ad oggi. I Nomi degli autori da cui sono state tratte le notizie e informazioni sulla storia del castello. Fabio Piccarreta Laura Zecchinelli Lorenzo Quilici Federica Papi Letizia Ceccarelli Vito Achilli Modimar Ludovico Gatto Stefania Fogagnolo Massimiliano Valenti M. Giulio Ballino Un ringraziamento speciale va al collega Mauro Mazzilli per la pazienza, la professionalità dimostrata e per l’aiuto informatico di notevole livello prestato alla realizzazione della veste grafica della prima edizione dell’opuscolo. Mentre il merito dell’impaginazione grafica della nuova edizione 2014 va a Emma Giani. Le foto aeree sono state concesse dall’UTTAT di Nettuno. L’autore si dichiara pienamente disponibile a soddisfare eventuali averi derivanti da diritti di riproduzione per le immagini di cui non sia stato possibile reperire gli aventi diritto. II Indice TORRE ASTURA ...................................................................................... 2 PERIODO ROMANO .............................................................................. 3 STAMPA ANTICA…. ............................................................................... 6 PERIODO MEDIOEVALE .................................................................... 10 I TUSCOLO …………………………………………...........……………10 EPISODIO DEL PAPA GRECO ........................................................... 10 I FRANGIPANE …………………………………............…………...… 11 EPISODIO DI CORRADINO DI SVEVIA .......................................... 12 I CASTANI E I MALABRANCA .......................................................... 13 ORSINI ………………………………………...................………………13 I COLONNA .. ………………………………...........……………………14 IL PONTE ELEVATOIO ....................................................................... 15 TRASFORMAZIONE ............................................................................ 21 I BORGHESE …………………………………............………………... 22 CASA DEI FINANZIERI ....................................................................... 26 Il MINISTERO DELLA DIFESA ACQUISTA L’AREA ..................... 27 STATO DI FATTO ………………… ...................................................... 28 DANNI …………………………………………………...................……30 MARZO 2004 . ……………………………………………….........…… 30 LAVORI E SCOPERTE .......................................................................... 40 EVENTO CULTURALE DEL 24 GIUGNO 2006 ............................... 46 Rocca asturae TORRE ASTURA È una pittoresca fortificazione medioevale che si erge su una piccola isola collegata alla terraferma da un ponticello in muratura. Il castello si trova a dieci chilometri a sud della città di Nettuno, ed è da ritenersi sicuramente una delle più belle emergenze della costa laziale. Torre Astura faceva parte di un sistema di fortificazioni lungo le coste laziali atte ad arginare i numerosi tentativi di invasione dei saraceni e dei pirati, (Gaeta, Nettuno, Civitavecchia). Figura 1 - Veduta aerea attuale 2 Rocca asturae PERIODO ROMANO Le prime tracce d’insediamenti si hanno intorno al 338 a.C., con un modesto abitato ( oppidum) – Servio , Ad Aen VII 801. Già STRABONE ricorda di un approdo, o punto di ancoraggio costruito alla foce del fiume Astura, il più importante corso d’acqua tra la foce del Tevere e il Circeo, - Geografia V, 3,6. Figura 2 - Insediamenti di età preromana sul litorale laziale (da Colonna 1988) Plinio il Vecchio parla nella –Storia naturale, III, 57- di “ Astura insula”. E ancora Livio nella – Storia di Roma –VIII ,13, 5- di “Astura Flumen”. 3 Rocca asturae È probabile che questo fosse il porto di Satrico,città situata nell’entroterra lungo il corso del fiume. Fonti tarde e la TABULA PEUTINGERIANA, collocano qui un villaggio, che era anche una stazione (stationes) del percorso costiero, la via Severiana . La via fu realizzata tra il 198 e il 209 d.C., per volere dell’imperatore Settimio Severo allo scopo di collegare Ostia a Terracina. Si dice che Cicerone possedesse in tutto 18 ville, una in quest’area dove dimorò a lungo tra il 45 e il 44 a.C., ma non sono i resti della sua villa che si trovano sul promontorio, poiché egli avrebbe in questo luogo voluto erigere un mausoleo per la figlia Tullia morta prematuramente. Così egli descrive il luogo in una lettera del 14 marzo del 45: “ Est hic quidam locus amoenus et in mari ipso qui et Antio et Circeiis aspici possit….” ,“ È questo un luogo ameno, e avanzato nel mare, sì da essere visibile da Anzio e da Circei”. Quindi si deduce che Cicerone parla solo dell’intenzione di costruire il “fanum” che poi fece in un altro luogo, quindi il sito era ancora inedificato nel 45 a.C. Quando Cicerone apprese di essere nella lista di proscrizione, come riferisce Plutarco, tentò di raggiungere Bruto in Macedonia, ma facendo scalo a Formia, fu raggiunto e ucciso presso Gaeta. In un secondo tempo, tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero, fu costruita questa villa, che per grandezza e pregio, è da considerarsi un “praedium” imperiale. Basta considerare il fatto che il lungo ponte /acquedotto, (riforniva la villa e la peschiera di acqua dolce) composto da 16 arcate frangiflutti le quali sorreggevano sia il camminamento che lo speco dell’acquedotto. Il ponte lungo 130 metri, è da ritenersi una grande opera di ingegneria, esagerata per il posto in cui sorge, ma comprensibile se doveva servire a degli imperatori. 4 Rocca asturae Tale grandioso ponte diede luogo al formarsi del cordone sabbioso che oggi unisce la terra ferma alla villa e alla peschiera. Nella descrizione che si tramanda della villa e da quello che emerge si accenna all’esistenza di impianti termali, a pavimenti di mosaico bianco o nero e bianco e a pitture sulle pareti. La villa è costituita da due parti, di cui una posizionata sulla terra ferma, completamente ricoperta dalla sabbia, e l’altra sulla parte insulare, di cui riusciamo a vedere alcune parti, detti elementi sostruttivi (basis villae). Figura 3 - Resti della villa visti dal castello 5 Rocca asturae STAMPA ANTICA Figura 4 - Stampa antica villa romana1 6 1 STAMPA ANTICA Ubicazione: Roma collezione Fondazione Fabrizio Maria Apollony Ghetti Palazzo Serlupi- via del Seminario Collocazione: B1746 , ballatoio cassetto1, inv.f.278 Intitolazione: Torre Astura Rappresentazione:Nella carta è rappresentato in pianta un edificio con piscine interne per bagni di acqua di mare presso T.A. Autore: Luigi Canina, nato a Casale Monferrato 23 ott. 1795- m.Firenze 17 ott.1856 Editore: Luigi Canina - Datazione: 1835 - Tecnica: acquaforte Scala:grafica espressa in metri - Dimensioni:mm.500x370 Stato di conservazione:larga macchia di umidità che si sviluppa dal bordo superiore Legenda:Bagni di mare a Stura Note: La planimetria relativa alla villa marittima di Astura disegnata dal Canina è inserita nel III Tomo dell’Architettura antica descritta e dimostrata con monumenti dall’architetto Cav. Luigi Canina.stampata a Roma per i tipi dello stesso Canina.Architetto e studioso di architettura, univa alla ricerca ‘attività di incisore ed editore delle sue pubblicazioni che furono molteplici in rapporto allo studio archeologico dei monumenti di Roma e del Lazio. Soprattutto l’opera dalla quale è tratta la planimetria della villa di Astura, può considerarsi un esempio teorico tra i più importanti della lettura grafica degli edifici antichi. Seppure come in questo caso la ricostruzione planimetrica non presenti aspetti reali. Nella villa di Astura infatti la peschiera risulta descritta con modalità “fantasiose” non rispondenti all’impianto architettonico. (Piccarretta 1977 p.51). Rocca asturae Vennero realizzati altresì il porto artificiale del quale si vedono ancora oggi i due bracci che si distaccano dalla peschiera. Il porto fu realizzato con un molo ad oriente dello spessore di circa 6mt., uno ad occidente di circa 10-12 mt. e un antemurale di circa 6 mt. che ne proteggeva l’imboccatura orientata a SE. Il porto doveva avere dei bracieri che servivano da segnalatori, lo si capisce da resti affioranti, che ancora rimangono leggibili. Il RASI nel 1832 considerò addirittura la possibilità di ripristinare il porto, perché all’epoca le strutture erano ancora in buone condizioni, nonostante le decurtazioni di materiale. Figura 5 - Porto da L.Quilici 1963 Si sa per certo di numerosi relitti di navi all’interno del porto, che sono state nei tempi passati oggetto di devastazione da parte di pescatori di frodo e di sub che hanno saccheggiato tali reperti ed ancora oggi continua l’opera di vandalismo poiché il sito non è adeguatamente controllato. 7 Rocca asturae È quasi certa l’esistenza di un “faro” sulla parte sporgente a mare della peschiera, solidamente costruito sulla parte più compatta dell’isola, in blocchetti che doveva essere cronologicamente precedente alla costruzione della villa, ed oggi inglobato nella fortificazione medievale. La grande peschiera rettangolare, di 150 metri per 110 di lato si presenta con vasche e scomparti interni assai complessi, per selezionare i pesci in funzione della loro grandezza, che ne fanno uno dei migliori esempi di peschiera per allevamento a livello industriale di pesce pregiato, ora la peschiera è in gran parte sommersa per un fenomeno di bradisismo. La peschiera funzionava con due settori distinti, le grandi vasche interne e l’avancorpo che si spinge nel mare libero, che aveva lo scopo di attirare i pesci, che entravano nei condotti attratti dall’acqua dolce che veniva immessa nella piscina interna, non riuscendo più a fuggire . Vedute della peschiera, dall’ultimo piano della torre pentagonale 1) lato sinistro 2) parte centrale 3) lato destro 8 Rocca asturae Nella villa soggiornarono imperatori romani, quali Ottaviano Augusto, Tiberio e Caligola. Sembra che il luogo avesse un’influenza nefasta su costoro e che fu l’elemento scatenante di malattie. «Per Ottaviano Augusto si dice che contrasse una “soccorrenza”, altri dicono la malaria. Tiberio si ammalò di “languidezza di forza”. Caligola invece, durante un giro in mare con la sua barca, un pesciolino da lui chiamato “auspicalis pisciculus”, da noi “remora”, si attacco al timone; il che fu giudicato presagio di sua prossima morte, siccome gl’incontrò quattro mesi dopo.» Settimio Severo e Caracalla dovettero fare alcuni restauri tanto alla villa quanto al porto, i quali sono ancora molto riconoscibili per costruzione severiana. Dal promontorio di Astura verso Nettuno si presentano ben cinque complessi monumentali sulla spiaggia, riferibili a ricche dimore, con peschiere più piccole, le proprietà di tali ville oltre al menzionato Cicerone, sono da attribuire a M.Giunio Bruto, pretore nel 44 a.C.(che già possedeva una villa ad Anzio) e G. Marcio Filippo, console nel 56 a.C., e Tornio, edile nel 64 a.C., il tutto ancora da studiare e catalogare, per quel che ne rimane. Rappresentano un valore archeologico straordinario, ricco di testimonianze storiche di tutti i tempi. Ancora oggi lungo il litorale e all’interno si ritrova molto materiale fittile perchè il terreno non è mai stato arato. Dopo di ciò Astura non viene più nominata anche a causa delle frequenti scorrerie di barbari che la resero vittima di guasti e desolazione. 9 Rocca asturae Su un elemento sporgente della peschiera, sui resti dove c’era il faro romano, è costruito un piccolo castello medioevale, infatti bisogna arrivare al X secolo per trovare altre notizie su Torre Astura. Anche se testimonianze del 808, confermano la presenza di una torre a guardia del litorale. PERIODO MEDIOEVALE Nel 987, (Codice Vaticano n°8046- 23 Ottobre 987) stando ad alcune pergamene rese note dal Nerini e ricordate dal Soffredini, Benedetto Conti e la moglie Stefania Senatrice donavano al monastero dei santi Bonifacio e Alessio dell’Aventino un loro piccolo podere posto accanto al porto di Astura. Sarebbero infatti i monaci i primi proprietari del territorio, come sembra confermare anche un codice cassinese di quest’epoca. Essi vi costruirono un monastero e una chiesa. I TUSCOLO Contemporaneamente si andava consolidando anche il potere dei conti di Tuscolo che si spinsero fino alla costa occupando Astura 1141, tanto che i monaci alessiani li querelarono rivolgendosi ad Innocenzo II, per ottenerne la restituzione da parte di Tolomeo II conte di Tuscolo. All’epoca il manufatto si presentava come un rudimentale fortilizio, costruito con materiale di recupero e principalmente con mattoni e pietra tratti dalla peschiera , dalla villa romana e dalla vicina via Severiana. È evidente che la presenza del porto, la libertà di commercio, la potenzialità della pesca e la posizione strategica, rendevano il luogo particolarmente appetibile. EPISODIO DEL PAPA GRECO Il senatore Crescenzio Nomentano esponente della nobile famiglia romana, con poteri politici importanti in Roma, simpatizzando con l’impero Bizantino, cercando l’appoggio di Basilio II di Bisanzio, e contemporaneamente allontanandosi dall’imperatore Enrico II di Sassonia, per ingraziarsi Basilio 10 Rocca asturae sceglierà un papa greco: Giovanni Filagato, incoronato con il nome di Giovanni XVI (985-986). Ma l’aiuto di Basilio, in lotta contro i bulgari, tarda a giungere e Ottone III, come è noto, torna a Roma nel 998 per regolare i conti con l’insubordinato capo della città e con la sua famiglia. Fuggito a Torre Astura, Filagato sarà ivi raggiunto dai Sassoni, mutilato, accecato e riportato nell’Urbe ove verrà esposto alla gogna, poi incarcerato e ucciso. Un accordo tra i Tuscolo e i monaci concesse a quest’ultimi in enfiteusi Astura e le pertinenze fino al 1191 quando subentrarono i Frangipane . I FRANGIPANE Da questo momento Astura è nominata sicuramente come castello, ma si pensa che fosse già da tempo torre fortificata. Infatti nel 1193, si fa menzione dell’esistenza di una fortificazione che si ritiene una sorta di fortilizio rettangolare, costruito sui resti delle antiche fabbriche di epoca romana, di circa 30x 25 m., alto 10 m.circa con merlatura di tipo guelfo, struttura in tufelli di circa 12x6cm., con torre quadrata di maggiore altezza addossata al muro perimetrale sud, all’interno un ballatoio/spalto in legno lungo tutto il perimetro delle mura, consentiva la difesa su ogni lato della costruzione. Figura 6 - ricostruzione grafica del fortilizio 11 Rocca asturae EPISODIO DI CORRADINO DI SVEVIA Nel 1268 si narra (Ferdinando Gregorovius) l’episodio che portò alla morte Corradino di Svevia. Giovane nipote dell’imperatore Federico II Hohenstaufen di Germania di 16 anni, il quale dopo la sconfitta di Tagliacozzo contro i d’Angiò, sperando di imbarcarsi e raggiungere la città di Pisa, si rifugiò ad Astura, insieme a Federico di Badenberg duca d’Austria, e i conti Galvano Lancia e Gherardo da Donoratico di Pisa. Durante la via di fuga si fermò sotto Velletri ed abbandonando le vesti regali i fuggiaschi si misero addosso pelle maremme, e con esse si avviarono verso Astura. «A questo punto è da citare un’annotazione che forse non tutti sanno, ma per chi è di Velletri e conosce la località Ponte Bianco (attuale Via Lata). La zona era una volta famosa perchè sede della sorgente del fiume Astura, che scorre sotterraneo verso l’attuale via dei volsci e verso la zona della stazione ferroviaria.» A Torre Astura fu prima accolto da Giovanni Frangipane, e poi da lui tradito e consegnato nelle mani di Roberto di Lavena , ammiraglio di Carlo D’Angiò, che lo fece decapitare sulla piazza del mercato di Napoli, l’odierna piazza del popolo, il 29 ottobre 1268. Si racconta che Corradino, mentre si inginocchiava per essere decapitato, dicesse queste parole:«Servo ribaldo tu hai condannato il figliuolo del Re». Sembra che Giovanni Frangipane ricevette in cambio per questo servigio feudi e una gran quantità di denaro. Per vendicare il tradimento lo stesso anno una flotta siciliana comandata da Bernardo da Sarriano distrusse il castello e uccise gli occupanti e Michele 12 Frangipane figlio del traditore Giovanni. Rocca asturae I CASTANI E I MALABRANCA Nel 1303 circa metà del dominio di Astura veniva acquistato da Pietro Castani, nipote di Bonifacio VIII, l’altra metà illegalmente occupata da Angelo Malabranca, mentre sarebbe spettata a Margherita Colonna che l’aveva ereditata da Giovanni Conti. Altri notevoli danni e incendi subì Astura nel 1328 ad opera dei seguaci dell’imperatore Ludovico il Bavaro. In quell’anno Astura era sorvegliata dal Malabranca che, abbandonata la fazione imperiale si era asserragliato nella torre con un drappello di soldati. Gli uomini di Ludovico il Bavaro scatenarono la loro offensiva e assediata Astura, la danneggiarono gravemente. Per questo si scatenò a partire dal 1329 una lite per la restituzione del castello, fino a che fu ceduto agli Orsini. ORSINI Gli Orsini governarono Astura poco tempo, infatti nel 1383 Giordano Orsini la donava ad Onorato Castani conte di Fondi, per servizi ricevuti. Nel XIV secolo la quota di sale che spetta ad Astura nel registro della tassazione, consiste in 15 rubbia (un rubbio = 295,46 lt.) per semestre, 1/3 più di Albano, segno della vitalità e dell’importanza del centro e della comunità. I Caetani di Fondi restarono padroni di Astura, fino a che la proprietà non fu rivendicata da Raimondo Orsini nel 1426, che a sua volta la diede in permuta ai Colonna in cambio di beni in Abruzzo: Sarno e Palma. Papa Martino V Colonna nel 1427, concedeva ogni diritto e pertinenza di Nettuno e Astura alla potente famiglia Colonna ed in particolare a suo nipote Antonio. La torre all’epoca sembra che fosse abbastanza fatiscente, nonostante i lavori che effettuarono i Malabranca. Di detti lavori ci rimane un frammento scritto:”In Rocca Asturae, occasione fortificandi d(ictam) Roccam adversus exercitum magnificorum virorum D. Innocenti de Comite et fra tris eius et Iohannis de Annibaldo...”. 13 Rocca asturae I COLONNA I Colonna iniziarono una radicale trasformazione del castello dandogli una tipologia di difesa fortificata, la torre assunse la forma pentagonale diventando il primo e più conservato esemplare di quella maniera di fortificare che andò sempre più estendendosi. Questa forma seguiva i dettami delle nuove tecniche difensive che consigliavano l’erezione di bastioni con il saliente appuntito proprio per attenuare la forza d’urto dei colpi delle armi da fuoco. Sembra che l’architetto Mariano di Jacopo detto il “Taccola “di Siena, sia il possibile ideatore e progettista della torre, intorno al 1458. Si pensa tra l’altro che i disegni originali della torre siano conservati alla Biblioteca Marciana di Venezia. Ma da una mia recente indagine nella suddetta biblioteca, non ho ritrovato nulla, salvo un solo antico volume di disegni del Taccola, tutti in tema di sistemi e attrezzature da guerra e d’assedio. C’è da ricordare che nel Lazio esiste un’altra torre pentagonale di architettura militare, simile alla nostra, denominata “ Torre di Rocca Iànula” a Cassino. Comunque furono iniziati dei lavori di modifica per rafforzare l’anello di difesa della spiaggia romana a causa delle frequenti scorrerie dei pirati e dei turchi. In particolare fu ricostruito il ponte di collegamento fatto di :”tavoli in mare , de molte canne”, (solo successivamente venne ricostruito in muratura, forse nel secolo XIX, e tranne qualche rifacimento si è conservato sino ai giorni nostri), e deviato verso il lato sinistro del castello per creare un nuovo ingresso, con un ponte elevatoio manovrato dall’alto. 14 Figura 7 - particolari costruttivi del ponte Rocca asturae IL PONTE ELEVATOIO Nella lettura delle parti ancora esistenti, del vecchio ponte elevatoio, sono riconoscibili le tre feritoie, i cardini in pietra in cui era installato il palo orizzontale a sezione tonda, il foro sul pavimento del terrazzino che serviva per far passare la catena del contrappeso, i resti degli anelli sul muro in cui passava la catena, le cerniere alla base della porta che consentivano al ponte di ruotare. Tutte queste parti hanno permesso una ricostruzione abbastanza fedele della conformazione del ponte elevatoio, il quale era governato dal terrazzino che sovrasta la porta d’entrata ed era munito di un contrappeso che ne consentiva agevolmente i movimenti di apertura e chiusura. Figura 8 - vedute della porta d'ingresso Figura 9 - Ricostruzione del meccanismo 15 Rocca asturae 16 Figura 10 - Ipotesi ricostruttiva del ponte elevatoio Rocca asturae La vecchia entrata al castello sul lato nord delle mura , fu chiusa nel ‘500 in seguito ai radicali rifacimenti eseguiti dai Colonna. L’accesso doveva essere munito di un ponte elevatoio o di una passerella in legno amovibile. L’attuale dislivello fra il piano di calpestio della porta e l’attuale ponte in muratura è dovuto al fatto che l’altezza delle vasche romane nel Medioevo dovevano emergere maggiormente. Le pareti delle mura vennero alzate di circa 5 metri, come si rileva ancora oggi nella lettura dei prospetti e create delle “caditoie” aggettanti o Bay-Window, per la difesa piombante, di cui resta visibile un esemplare sul prospetto nord . Figura 11 - Prospetto nord Le caditoie sono elementi ricorrenti nei castelli fortificati e si presentano come botole aperte nel pavimento di strutture aggettanti dall’edificio, per lanciare proiettili di varia natura sugli assalitori. All’interno del forte furono costruite una seconda cinta di mura, che doppiava a circa 4 metri quella medioevale, le due cinte furono congiunte 17 Rocca asturae con volte a botte per costruire un ballatoio o bastione per meglio difendere il castello, nello spazio sottostante furono ricavati alloggi per i soldati. Fu realizzata altresì una grossa cisterna per l’approvvigionamento idrico dei soldati, proprio sotto il cortile superiore, che raccoglieva l’acqua piovana dello stesso, e dei bastioni superiori. Figura 12 - Sezione nord-sud Per accedere al ballatoio fu costruita una scala addossata al prospetto ovest, mentre per accedere al primo piano della torre pentagonale, fu sistemata una passerella mobile che rendeva l’entrata potenzialmente inaccessibile. 18 Figura 13- Nuova scala e ingresso alla torre Rocca asturae Attualmente l’ingresso al primo piano della torre è costituito da alcuni locali, tra cui la ex cucina il bagno ed un terrazzino semicoperto che disimpegna l’originale accesso. Venne costruito poi, sul prospetto sud, sullo spazio occupato da un “orto” come si rileva da un'antica pergamena acquerellata (qui a fianco), un baluardo o cannoniera che munita di cannoni e colubrine, in totale sette una per ogni finestra, doveva servire alla difesa verso mare del castello. La costruzione edificata su parte della peschiera romana era munita di spesse mura realizzate con selce nera e malta pozzolanica, lo spazio interno coperto con tre volte a crociera, proteggeva i difensori dagli attacchi esterni, pregevolissimo è il pavimento (romano?) che ancora si conserva nei locali suddetti. 19 Rocca asturae Figura 14 - Veduta interna della cannoniera e del pavimento I tre grandi lucernai ricavati sulle volte della cannoniera avevano lo scopo di fuoriuscita dei fumi che si producevano con i colpi di cannone. 20 Figura 15 - Veduta esterna della cannoniera Rocca asturae Figura 16 - Veduta del prospetto sud con il torrino Sempre sul lato sud del castello, a ridosso delle mura fu costruita una torretta semicircolare, raggiungibile solo dal primo piano del mastio, munita di tre aperture per la guardia e l’avvistamento tempestivo del nemico proveniente dal mare. Con queste modifiche il castello rispondeva alle teorie urbanistiche rinascimentali venendo la torre pentagonale a trovarsi al centro del complesso. TRASFORMAZIONE Dal secolo XVIII si ebbero una serie di piccole modifiche che tendevano a modificarne la destinazione d’uso, cioè il Castello da roccaforte si trasformava in abitazione. Il tetto della torre che prima aveva dei “beccatelli” che la coronavano, fu sostituito da una copertura lignea che ancora 21 Rocca asturae oggi porta la data di costruzione incisa nel monaco della capriata:1616. I beccatelli, sono mensole di legno o di pietra a sostegno di una parte architettonica sporgente. Sono usati per reggere le teste delle travi fissate al muro. Il “ maschio” veniva ad avere una posizione centrale di assoluta sicurezza. Le spesse pareti della torre infatti, non temevano i colpi delle armi da getto. L’altezza poi permetteva di battere gli assalitori giunti a ridosso delle mura. Va notato che la presenza dei ruderi della peschiera allora abbondantemente affioranti dal pelo dell’acqua rendeva praticamente impossibile l’accostamento delle imbarcazioni nemiche sotto le mura della torre e di gran parte del recinto. Verso la metà del secolo XVII lo stato di conservazione della torre non era dei migliori. In un rapporto del Sergente Giuseppe Merolli, che ispezionò Astura nel 1652 leggiamo:”…ha bisogno di rifarsi il portone quale è tutto cascato affatto, et la seconda porta della torre pure rotta e guasta, il ponte per quale si entra nella torre è rotto affatto….”. E ancora in un documento del 1567 leggiamo: “…..Astura luogo del sig. Marc’Antonio(Colonna), scriveli che lo debia restaurare, accomodare et armare perché sta molto male in ordine de ogni cosa….”. Ancora il Cingolati nel 1689 descriveva la torre composta da quattro piani e coperta da un tetto, ed è certa la costruzione di fodere interne in muratura per l’ispessimento delle pareti della torre. Si constata infatti l’esistenza di intonaci colorati dietro un paramento di muratura al secondo piano della torre. I BORGHESE Nel 1831 Astura fu acquistata insieme a Nettuno, dalla famiglia Borghese la quale eseguì dei lavori miranti a rendere abitabile il manufatto. Nel 1870 il castello veniva incamerato nel patrimonio nazionale, e stava per essere venduto all’asta, ma sorsero vivaci proteste da più parti ed allora il principe Umberto né bloccò la vendita. 22 Rocca asturae Figura 17 - Cartolina d'epoca Quindi in base ad un decreto nel 1884 fu di nuovo venduta ai Borghese. Don Giuseppe Borghese Duca di Poggio e l’allora Ministro dell’Istruzione Pubblica, incaricarono l’ingegnere Domenico Marchetti, dell’Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti della provincia di Roma, e l’architetto Pietro Bencivenga di eseguire una perizia sui lavori di conservazione della fortezza. I restauri, illustrati in una relazione con disegni, vennero divisi in tre categorie. La prima comprendeva la pulizia e l’estirpazione della vegetazione esistente sui muri; il rifacimento della catena spezzata del torrino, (di cui c’è ancora traccia del pezzo), la ripresa e protezione con bugne di travertino degli angoli del recinto esterno sporgenti sul mare, le cui condizioni costituivano una seria minaccia per la stabilità del monumento. 23 Rocca asturae Nella seconda categoria rientrò la costruzione della scogliera di massi ai piedi della cannoniera , nonché la sottofondazione con muro in calcestruzzo, previo l’impianto di una paratia allo sperone angolare che sporge sul fianco sinistro della porta principale d’ingresso alla torre. Inoltre il restauro dei paramenti a cortina esterna con fodere e riprese di muro tanto nell’uso che nell’altro genere di materiali, cortina laterizia o pietra, accompagnando ed imitando con accuratezza e diligenza la struttura preesistente. Infine la ricostruzione della pavimentazione in cocciopesto della terrazza che copre le volte dei ridotti del baluardo principale. Nella terza categoria infine rientrarono i lavori di riparazioni dei paramenti, degli infissi, dei pavimenti in generale della sistemazione nell’interno dell’edificio. L’importo dei lavori ammontò a 16.242 lire e ventidue centesimi. È stato rinvenuto un progetto della famiglia Borghese di sopraelevazione della cannoniera per avere ancora vani abitabili a disposizione, e il piano terra trasformato in soggiorno, il progetto porta la data del 1912, ma non fu mai realizzato. Nel 1888 viene fondato il Primo Centro Tiro del Regio Esercito e quindi espropriata tutta quella vasta area che è pervenuta intatta fino ai nostri giorni, ma era ancora esclusa l’area della pineta e del Castello. Nel periodo di proprietà dei Borghese il castello è stato spesso affittato, come per esempio al barone Fassini, che eseguì anche dei lavori all’interno, e recentemente al ex presidente del CONI Giulio Onesti. Gli interventi eseguiti dai Borghese per rendere il Castello abitabile sono certamente discutibili poiché non ispirati dalla ricerca storica, ma da esigenze strumentali per lo scopo di cui sopra. La creazione di un bagno, con tre porte ( diconsi 3) e con tanto di vasca in un locale che serve d’accesso alla sala del primo piano, lascia interdetto qualsiasi visitatore. 24 Rocca asturae Figura 18 - Foto d'epoca La cucina adiacente al locale bagno suddetto, a cui è stata portata l’acqua dolce con un sistema di tubazioni zincate, parte sotto traccia parte visibili, lascia alquanto perplessi. Per non parlare poi del Caminetto intonacato al secondo piano, o delle fontanelle poste sui bastioni, riciclando le acquasantiere della chiesetta, (in marmo bianco di Carrara, oggi irrimediabilmente distrutte) che una volta sorgeva là dove oggi esiste la villa detta “dei finanzieri”. 25 Rocca asturae CASA DEI FINANZIERI O LA “FINANZIERA” Tale villa costruita dai Borghese sul perimetro della vecchia chiesetta , ha avuto un utilizzo di supporto abitativo al castello e di residenza del guardiano e guardiacaccia, che aveva delle baracche per allevamento di animali. Mentre fino al secolo scorso esisteva una chiesa che Giovan Battista Cingolani nel 1689 descriveva così:” Su la riva del mare , vi è la chiesa dove si celebra la messa ogni festa di precetto, per uso non solo del Torriero, e soldato, ma anco de marinari e viandanti che sogliono approdare sotto la torre, che a guisa di porto si terra”. La chiesetta fungeva nell’800 da Cappella della famiglia Borghese. 26 Rocca asturae Il MINISTERO DELLA DIFESA ACQUISTA L’AREA Dal 1984 Il Ministero della Difesa per garantire la sicurezza del poligono di tiro militare di Nettuno, ha acquisito l’intera area compreso il Castello e la pineta. L’ex capo Sezione Demanio, Geom. Vito Achilli, curò le procedure per l’esproprio, l’acquisto dell’area e la presa in consegna del bene. Nella perizia di stima, oltre ad un breve cenno storico sull’importanza che ha avuto il Castello, si cita l’attuale proprietario che è la Società “ La Torre” di Migliarucci Rita e C.- Via Carlo Conti Rossigni n°26 – Roma. La proprietaria afferma di aver acquistato il castello e altri immobili, rilevando le quote della S.p.A. Torre Astura i cui beni erano stati pignorati da alcune banche creditrici. Segue una descrizione dettagliata dei luoghi e del castello nelle sue parti costituenti, dello stato di conservazione dell’immobile . Il geometra Achilli, descrivendo gli interni della Torre pentagonale, afferma che non esistono affreschi o statue, l’unico elemento di una certa importanza è una iscrizione graffita, su una parete interna della torre all’altezza della porta di ingresso . Nell’iscrizione si legge: “Io Gioseppe Segneri- fui castellano- della Torre d’Astura- com(anda)to primo dicembre l’anno 1661.” Purtroppo durante i lavori del 1999 , l’intonaco interno dei muri della torre è stato asportato e l’iscrizione è andata perduta. Seguono considerazioni su come veniva gestito il complesso dal punto di vista dei servizi (acqua). Dal conteggio effettuato il volume dell’immobile è di circa 11.014 mc. In ultimo la valutazione estimativa per cercare di stabilire un prezzo di mercato del bene. Scartati alcuni sistemi di valutazione, da buon funzionario dello Stato esprime la sua perplessità che un tale complesso possa essere ristrutturato per ricavarci miniappartamenti o un albergo, magari ci vedrebbe un ristorante di un certo tono, che però incontrerebbe l’ostilità degli enti pubblici e della Soprintendenza ai monumenti, ….MA Và!!. Alla fine sentito il parere dell’ufficio tecnico erariale dichiara che in questi casi le costruzioni vengono valutate dalla 30 alle 50 mila lire il mc. Vuoto per pieno. 27 Rocca asturae Tutto ciò premesso, si valuta il castello di Torre Astura a L. 30.000 al mc vuoto per pieno, per un importo totale di L.330.000.000 (trecentotrenta milioni). A cui vanno aggiunti il valore del terreno che porta alla cifra finale di L. 330.358.400. Figura 19 - Veduta aerea da est STATO DI FATTO In questi ultimi 20 anni il sito è stato protetto, dalla presenza dello stabilimento militare e del relativo poligono, si sono così evitati danni derivanti dalla moderna agricoltura meccanizzata e dall'abusivismo edilizio. Quello che invece non si è potuto arrestare è il degrado dovuto agli agenti atmosferici, al moto ondoso ed al vandalismo sempre imperante. 28 Rocca asturae Per quanto riguarda il degrado nel 1999 il Comune di Nettuno e la Provincia di Roma, fecero preparare dallo Studio Valle Progettazioni, un progetto di tutela ambientale e marina di Torre Astura. Opere di restauro e consolidamento. Con un finanziamento di un miliardo e duecento milioni di lire, furono effettuati interventi volti perlopiù a sanare le parti con più urgente bisogno di lavori, parliamo dei muri di cinta, della cannoniera, dei bastioni, interessando una superficie muraria di circa 1800 mq. La modesta cifra d'appalto, fu dunque spesa per i lavori urgenti al castello, non interessando affatto le persistenze archeologiche e l’ambiente circostante. Sempre nel 1999, la MODIMAR fu incaricata dal Comune di Nettuno per la formazione di una scogliera a difesa del Castello. Il progetto di tutela ambientale e marina consiste essenzialmente in una scogliera per la difesa del Castello dall’azione del moto ondoso. La scogliera è disposta ad arco così da assicurare la protezione dai marosi provenienti dal settore compreso fra le direzioni da ovest a sud. Non è stato possibile estendere la scogliera sul lato sud-est in quanto essa ricadrebbe sui resti in parte affioranti del porto romano che costituiscono essi stessi già una difesa al moto ondoso. Con questa operazione si è riusciti ad abbattere del 58% il moto ondoso. Si è dovuto intervenire nel 2001 con un puntellamento provvisorio sul lato nord-est della torre poiché una brutta crepa minacciava il collasso della muratura ed anche gli altri lati della torre presentavano lesioni in più punti (anche passanti). Con i lavori di rifacimento del tetto nel '99, sono state usate putrelle in acciaio e sono stati formati cordoli di calcestruzzo armato, che con il loro peso hanno gravato sui muri della torre che ne ha risentito. Le vaste crepe erano il campanello d’allarme che ci chiamava ad intervenire al più presto per fermare un imminente disastro. Sarebbe stata la terza distruzione che Torre Astura nella sua travagliata storia avrebbe avuto. 29 Rocca asturae DANNI Per quanto riguarda i danneggiamenti e il vandalismo, si è rilevato infatti che il sito è costantemente meta di bagnanti una parte dei quali incuranti della cartellonistica di divieto, non hanno rispetto della presenza archeologica. Nella fattispecie da parte mare , nella stagione estiva e nei fine settimana si notano alla fonda, nei pressi del castello, numerose imbarcazioni attratte dalla bellezza del sito. Nulla da eccepire, se non fossero causa di comportamenti molto poco rispettosi dell’ambiente. Nonostante i divieti ed i cartelli che proibiscono l’ingresso al sito, la gente entra ugualmente e pianta il suo bell’ombrellone tra le pietre della peschiera contribuendo giorno dopo giorno al degrado della stessa. Per non parlare dei sub e dei pescatori di frodo, tempo fa la capitaneria di porto di Anzio, mi informava che alcuni individui stavano trafugando anfore antiche dal porto romano. Si assiste quindi inermi all’opera di questi mascalzoni impenitenti che compiono giornalmente le loro rapine. Ecco una ragione in più affinché il complesso sia controllato giornalmente da persone preposte a riguardo. Ad aggravare la situazione ci furono, già nel lontano 1963, le riprese del film Cleopatra, che per allestire la scenografia necessaria attuarono lavori con l’ausilio di mezzi pesanti e ruspe causando così danni irreversibili e gravissimi al sito. MARZO 2004 Alla luce di questi fatti , ho cominciato a occuparmi della messa in sicurezza del castello, la prima cosa da fare era di dotarmi di un rilievo preciso del manufatto, per avere così uno strumento valido per ogni lavoro di restauro. 30 Rocca asturae Il prodotto che ne è scaturito , è stato oggetto di uno studio accurato a cui è seguito un primo approccio grafico di restauro. Figura 20 - Pianta del piano terra 31 Rocca asturae 32 Progetto di resturo conservativo e rivelativo di Guido Giani Rocca asturae STATO FUTURO Pianta Piano Terra Pianta Primo Piano 33 Rocca asturae STATO FUTURO Pianta Secondo Piano 34 Pianta TerzoPiano Rocca asturae STATO FUTURO Pianta Coperture Sezione 35 Rocca asturae STATO FUTURO Prospetto Nord 36 Prospetto Ovest Rocca asturae STATO FUTURO Prospetto Sud Prospetto Est 37 Rocca asturae Planimetria insulare La fattura del lavoro e la volontà di rendere pubblico il progetto, vista l’importanza della materia affrontata , ha fatto scaturire l’idea di una mostra – conferenza, che si è tenuta il 05 luglio 2004, presso l’U.T.T.A.T. di Nettuno, a cui sono stati invitati gli enti interessati e le autorità civili e militari. Il 20 luglio è stata organizzata una replica presso il Comune di Nettuno. 38 Rocca asturae In quella sede hanno preso forma accordi di programma per la tutela ambientale dei beni culturali, in armonia con le esigenze della difesa operata dalle strutture militari. L’accordo di programma raggiunto, consiste nel recupero del Castello di Torre Astura nell’ambito delle sinergie tra enti attivate al fine di ottimizzare la tutela del sito di interesse comunitario . Considerato l’ingente valore storico-archeologico e d’immagine del manufatto in oggetto che lo colloca tra i monumenti più importanti del mondo. I funzionari intervenuti hanno espresso la necessità di ottenere dei finanziamenti per l’attuazione del programma di recupero e salvaguardia del sito. In ultima analisi , la proposta unanime che ci ripromettiamo per Torre Astura e il suo territorio è un'apertura al pubblico protetta e controllata , con visite naturalistiche guidate, in sicurezza, come succede già per oasi o parchi come quello dell’Uccellina, di Ninfa , di Tor Caldara, con una gestione seria , Figura 21 - Prospettiva da sud est 39 Rocca asturae competente e rispettosa eppure non passiva sul piano economico, controllata dagli enti preposti e dai proprietari. LAVORI E SCOPERTE Il lavoro di ricerca è continuato con la collaborazione e i consigli della Soprintendenza ai beni archeologici e architettonici, che ha concesso le necessarie autorizzazioni, affinché si potessero effettuare i lavori. Si è compilato il progetto per la messa in sicurezza della Torre Pentagonale, le risorse finanziarie sono arrivate anche grazie alla sensibilità dimostrata dai Comandi Superiori . Attraverso collaborazioni e consigli di professionisti esterni, si è deciso di usare nuove tecnologie per il restauro delle murature. Non è questa la sede per elencare tali tecniche specialistiche, ma va detto che queste applicazioni innovative risolvono egregiamente ogni problema statico di edifici storici. Le fibre di carbonio, oltre ad essere leggerissime, quando solidificano hanno la stessa resistenza dell’acciaio. Le barre si possono inserire nelle murature degradate ed i vari elementi in carbonio, quali le fasce e i fiocchi, opportunamente collegati tra di loro fino ad ottenere una armatura leggera perfettamente invisibile e duratura nel tempo. Nel progetto figurano 4 cinte murarie che stringono la superficie esterna delle murature perimetralmente e, in corrispondenza dei solai per quanto è possibile, ne impediscono le deformazioni dovute dal degrado o ad eventi sismici. Le barre di carbonio hanno invece la funzione di tener saldi tra loro le piattabande delle finestre, i muri a martello e fungono da collegamento nelle interruzioni delle fasce. Le malte poi, per aggregare i mattoni e le pietre, sono particolari poiché presentano una notevole resistenza all’aggressione della salsedine marina, delle acque piovane o di risalita, dei cicli di gelo- disgelo, delle reazioni alcali e attacco di sali solfatici. Finito il lavoro si potranno passare più mani di una finitura impregnante, idrorepellente, incolore e traspirante che proteggerà per molto tempo tutta la superficie trattata. Il risultato è che ora la torre può ritenersi consolidata e non c’è più l’urgenza dovuta al pericolo di crollo. 40 Rocca asturae Figura 22 - Inserimento fascia di carbonio 41 Rocca asturae 42 Rocca asturae Figura 23 - Prospettiva spaccato da nord est Le visite al complesso continuano durante i lavori, e un bel giorno, calata una lunga scala nel locale che si pensa sia stato l’alloggiamento dei soldati, per intenderci quello sotto i bastioni del lato nord del Castello, con mio sommo stupore, alla luce di una lampada, mi sono imbattuto in due scoperte eccezionali. Parlo di scoperte perché di tutti i testi da me letti , nessuno parla di questi particolari. Tra le varie aperture presenti sul muro di tamponamento interno scopro un caminetto e un forno di straordinaria bellezza. Come dicevo il locale è lungo circa 20,00 metri e largo 3,00, con una altezza di 7,40 dotato di qualche apertura che ne consente l’arieggiamento. Un certo signor Petitto ci dice che vi furono alloggiati fino a :”24 homini…..quali pernottano dentro la detta torre….”. 43 Rocca asturae Quindi era necessario per queste persone riscaldarsi e mangiare, infatti a quota + 1,70 s.l.m. c’è un caminetto ancora ben conservato, che avrà avuto la sua cappa che incanalava il fumo attraverso un passaggio nella muratura che è visibile tutt’ora a quota pavimento del cortile superiore. Ma la scoperta più bella è stato il forno a quota più alta rispetto al caminetto, facendoci pensare che il locale sopracitato doveva avere un piano intermedio. Il forno si presenta in condizioni ottime, soprattutto nella volta in pietra ancora intatta. Le dimensioni enormi del forno di circa 3,00 metri di diametro, fanno pensare che fosse utilizzato per uso alimentare, (pane,cacciagione, ecc.). Attraverso la quota di imposta si può risalire al periodo di costruzione e Figura 24 - Bocca del forno quindi azzardare l'ipotesi che fosse funzionante già sotto i Frangipane. Anche in questo caso uno studio accurato dei resti potrà farci capire meglio la storia di questo manufatto che non finisce mai di stupirci. 44 Figura 25 - Volta del forno Rocca asturae Disegno tecnico della volta del forno 45 Rocca asturae EVENTO CULTURALE DEL 24 GIUGNO 2006 Da più parti mi giungevano suppliche affinché si potesse dare un’occhiata dentro il castello. Così visto che ormai i lavori di messa in sicurezza erano stati eseguiti, che i piazzali erano stati puliti, che i nidi degli uccelli erano stati rimossi, che insomma tutto collimava per una eventuale prima apertura eccezionale mi adoperai per organizzare questa giornata. L’invito oltre ai colleghi d’ufficio fu esteso a tutte quelle persone desiderose di conoscere il castello, tra cui gli stessi abitanti di Nettuno , che mai in vita loro erano entrati in quel luogo simbolo della loro città. Le adesioni sono state talmente tante che c’era il timore che il castello non potesse contenere una tale folla. Quindi limitammo le iscrizioni a un centinaio di persone, anche per motivi di sicurezza, proponendoci di organizzarne delle altre simili in seguito. Spiegando e raccontando la storia della torre, la gente intervenuta ha espresso riconoscenza alla organizzazione dell’evento ed ha auspicato che i tempi di una apertura liberalizzata siano prossimi. Questo è quello che mi auguro affinché si crei un interesse sempre maggiore che metta in movimento solo le iniziative serie e ufficiali che determinino l’uso pubblico dell’intero sito, che merita di essere conosciuto universalmente. C’è da dire per onor del vero che il sito si è mantenuto integro per oltre un secolo grazie al Ministero della Difesa. Ma altre parti del castello sono seriamente lesionate, a questo proposito all’epoca mi detti da fare per sensibilizzare gli alti comandi sull’urgenza di interventi di consolidamento, ma nel giugno 2007 mi risposero telegraficamente che «L’attuale contesto finanziario non consente soddisfacimento esigenza questione.» Allora pensai di chiedere ad altre istituzioni tra le quali il FAI, Fondo Ambiente Italiano, il quale non era neanche al corrente dell’esistenza di Torre Astura. La presidentessa guardando le foto che le avevo portato mi disse che erano interessatissimi al sito. A patto che il Ministero della Difesa avesse dato in concessione per 19 anni (rinnovabili) l’intero sito. Il FAI avrebbe in sinto- 46 Rocca asturae nia con la soprintendenza BBAA eseguito i restauri necessari con le donazioni di cui dispone, e tramite apposita gara pubblica affidato la struttura ad una cooperativa di giovani volenterosi del luogo, che lo avrebbero reso fruibile al pubblico e al turismo di massa. Mantenendo integro il manufatto con i proventi degli ingressi. Ma neanche questo fu accettato dagli alti comandi militari che ne ribadirono l’uso di poligono di tiro. Nel 2009 andai in pensione e quindi persi ogni ascendente sul lavoro di salvataggio del sito. 47