Gli allievi della
presentano:
LABORATORIO DI SCRITTURA
CREATIVA E … TEATRO
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Tutte le sezioni grafiche dell’opuscolo sono state interamente realizzate dagli allievi del PON
ALL’ULTIMA LETTERA – Prima di copertina a cura di Rosalba Salvo; retro a cura di Beatrice
Memoli. Le fotografie presenti sono state scattate durante il corso.
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Il progetto “ALL’ULTIMA LETTERA ”, che dà il
titolo a questo opuscolo realizzato dagli allievi, nasce
per venire incontro ad una pluralità di esigenze. Due
sono stati gli obiettivi da un lato potenziare la capacità
di comunicazione e offrire situazioni di incontro e di condivisione, dall’altro fornire nuovi
stimoli e prospettive in realtà periferiche dove spesso molte sono le difficoltà da affrontare.
Di qui l’esigenza di creare un progetto efficace di potenziamento e di crescita, per rendere il
mondo scuola sempre più vicino alla famiglia e al territorio, per formare il ragazzo di oggi che
guarderà al mondo come cittadino del domani.
Dirigente Scolastico Prof. Giovanni Di Luca
Il viaggio nel mondo epistolare è stata la scelta di due docenti che hanno fatto proprio
l’appello, se pur inconsapevole, di una generazione prigioniera di una comunicazione digitale,
che sembra non conoscere o aver presto dimenticato la funzione di primo piano degli
epistolari come espressione di un percorso individuale, nella sua realtà personale, storica e
letteraria. Dalla mail ai messaggini la comunicazione
nell' era digitale non richiama nessun’arte, se non
quella delle abbreviazioni delle parole, della
semplificazione massima della sintassi, dei contenuti
impliciti, che purtroppo allontanano dal valore delle
lettere, che hanno da sempre consentito di
approfondire la conoscenza di grandissime
personalità, di documentare epoche storiche, di
spiegare fenomeni, di ritrovare tracce di vita. Da
Seneca a Plinio il Giovane, da Vincent Van Gogh ai soldati di trincea, da Jacopo Ortis alla
comunicazione digitale, ecco il nostro viaggio epistolare. Nella stanza dello scrittore: tra
penna, anima e calamaio… Entrando nella stanza crepuscolare di uno scrittore che si cimenta
nelle sue scritture private e non, si possono aprire svariate finestre interpretative ed una
pluralità di focus che consentono una conoscenza più profonda dell’autore, ma anche della
sua poetica, della sua esperienza biografica, per un viaggio tra interni ed esterni. Dalle singole
lettere si possono poi ricavare argomenti su cui affrontare discussioni su tematiche
significative. Una simpatica gara tra epistole, lettere d’autore e lettere di cantautori, per un
match all’ultima parola!!
Prof.ssa Maria Giovanna Damiano &Prof.ssa Marilina Di Domenico
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Sezione 1: Nella
stanza delle @...
La comunicazione è uno scambio
di idee, di opinioni, quando si
comunica si viaggia con la fantasia, si impara, si cresce, ma si impara anche ad amare i gusti
altrui. Per descriverla userei tanti colori, oppure le immagini degli animali più affettuosi…
Emma Della Porta
Andrea Della Rocca
Anna Giordano
Benedetta Rossetti
Carmen Pepe
Denise Senatore
Beatrice Memoli
Chiara Sorrentino
Elio Apicella
Emma Della Porta
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Francesca Bisogno
Giulia Lamberti
Margherita Lodato
Rosalba Salvo
Gerardina Gigantino
Imma Baldi
Isabella Di Domenico
Pasqua Guarino
Sabatino Rispoli
Ivo Pannullo
Rita Vitale
Sabrina Pannullo
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Sonia Aucello
Sezione 2:
INTRODUZIONE
Anna:
Buon
signore e signori.
pomeriggio
Grazie per aver accolto il nostro invito e per essere qui con noi per un momento di riflessione e
di condivisione.
Vogliamo raccontarvi il nostro viaggio nel mondo epistolare, nel mondo delle lettere, sì le
lettere quelle di carta quelle che si consegnavano con un messaggero o che si affidavano ad un
francobollo….ma anche quelle che oggi viaggiano sulla rete, che corrono veloci da una casella
di posta all’altra e che conosciamo come mail.
Il nostro viaggio nasce dall’appello, se pur inconsapevole, di una generazione, la nostra,
prigioniera di una comunicazione digitale, che sembra non conoscere o aver presto dimenticato
la funzione di primo piano degli epistolari come espressione di un percorso individuale, nella
sua realtà personale, storica e letteraria.
Dalla mail ai messaggini la comunicazione nell' era digitale non richiama nessun’arte, se non
quella degli accorciamenti delle parole, della semplificazione massima della sintassi, dei
contenuti impliciti, che purtroppo allontanano dal valore delle lettere, che hanno da sempre
consentito di approfondire la conoscenza di grandissime personalità, di documentare epoche
storiche, di spiegare fenomeni, di ritrovare tracce di vita.
Da Seneca a Plinio il Giovane, da Vincent Van Gogh ai soldati di trincea, da Jacopo Ortis alla
comunicazione digitale, ecco il nostro viaggio epistolare.
Vi chiediamo venia per piccoli errori, momenti di emozione, che vivrete con noi, ma questo è il
bello di lavorare tutti insieme condividendo paure e sorrisi, così come abbiamo fatto finora con
le nostre docenti.
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L'Anno Che Verrà
Andrea: Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c'è una grossa novità,
l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
Si esce poco la sera compreso quando è festa
e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
Denise: Caro amico… guardo il mare di fronte a me e ti scrivo anch’io… e siccome sei troppo
lontano… ti scriverò più forte come le onde del mare… e ti racconterò del mio viaggio… un
viaggio attraverso le lettere.. un viaggio attraverso i sentimenti…
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.
Francesca: E se quest'anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch'io.
Andrea: L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando è questa la novità…
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ARRIVA UN VIANDANTE CON UNA VALIGIA UN MESSAGGIO (Mattia entra con una
valigia)
Emma : Salve amico venuto dal mare…
Mattia : saluti a te …
Carmen: Caro amico… che porti con te??
Andrea: non vedi che è una valigia???
Mattia: è una valigia … si… il mio tesoro…
Carmen: ci sono tanti soldi?
Mattia: qualcosa che non si può comprare…
Emma: vediamo un po’… ma è leggerissima …
Mattia: adesso si… perché non sono più solo…
Luca: è bello avere degli amici!!!
Francesca: amici con cui comunicare…
Carmen: si si ma che cosa c’è dentro???
Mattia: tutti i miei sogni…
Giulia apre la valigia …
Giulia: i tuoi sogni!!!
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Imma: ma i tuoi sogni sono fatti di carta!!!
Luca: di carta…??? Fammi vedere…. Ma che cosa sono????
Isabella: ma non vedi che sono lettere…
Sabatino : una lettera????? E che cos’è?
Emma : beh è un messaggio che si scrive…
Margherita: comunque posso capirti anche a me piace scrivere ai miei amici lontani… e
quando scrivo sogno un po’…
Mattia: è bello anche ricevere delle lettere…
Sonia: devi sentirti molto solo tu eh…
Francesco: ma ora ci siamo noi
Ivo: non preoccuparti … amico mio!!!
Denise : le lettere…???ma oggi scriviamo tutti al pc!!!
Emma : sarà anche antico… ma quello che scrivevano ieri … lo si scrive anche oggi, solo che
con mezzi differenti.
Gerardina : non ti credo, ma che cosa dici!!!
Giulia: bene, è ora di scoprirlo… viaggiate con noi!!!
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Rosalba: Un giorno il vecchio e saggio Seneca poneva su carta le sue riflessioni e scriveva
una lettera a Paolino.
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Elio:Caro Paolino, sono qui seduto dinanzi a questo indefinito prato e rifletto, rifletto sull’uomo,
sulla natura e penso…
Luca: La maggior parte degli uomini si lamenta dell' avarizia della natura ,perché siamo generati
per un brave spazio di tempo,perché questo periodo di tempo che ci è stato dato scorre via tanto
velocemente e in maniera travolgente,cosicché la vita,fatta eccezione per pochissimi,pianta in
asso tutti gli altri proprio nel momento in cui si apprestano a vivere.
Elio:Quale delle cose della natura lamentiamo? Essa si è comportata con generosità: la vita è
lunga se sai usarla.
Mattia: Ma uno è schiavo di un'avidità insaziabile, un altro di un affannarsi premuroso in
occupazioni del tutto vano, uno si lascia andare tra la noia e l’ozio , uno è sfiancato
dall'inibizione che è sempre sospesa ai giudizi altrui, un altro con la speranza di guadagnare è
condotto dallo sfrenato desiderio di commerciare per tutte le terre e per tutti i mari.
Elio: Secondo quanto si dice presso i massimi poeti « …la vita è un'esigua parte nella quale
siamo veramente vivi». Tutto lo spazio temporale che rimane in realtà non è vita, ma tempo.
Sabatino: È tutt'altro che facile determinare se la natura si è dimostrata per l'uomo una tenera
madre o una spietata matrigna, e passeggiare e soffermarsi diventa un momento davvero infinito,
Luca: fermiamoci e osserviamo il mondo che ci circonda, quali sono i nostri pensieri, caro
Paolino?
(Testo elaborato da De Brevitate vitae di Seneca e Naturalis Historia di Plinio Il Vecchio)
Francesca: le lettere sono pensieri, le lettere sono frammenti dell’anima…
Emma : si si quando si scrive si riflette… c’è bisogno di attenzione
Carmen: dici bene, altrimenti fai come ha fatto Francesco l’altro giorno in classe!!!!
Sabrina : perché dai dai confessa che ha scritto alla lavagna????
Francesco: no dai non dire nulla…
Carmen: la nostra prof… lo guarda e dice France’ che n’parlamm ‘a fa?!?
Pasqua : sai ascoltare la lettera di Seneca è stato davvero importante…
Emma: si si mi ha fatto sentire qualcosa dentro… una sensazione di infinito…
Gerardina: a volte leggendo le poesie di Neruda rifletto proprio sul tema della felicità…
ascoltate…
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Sezione 3:
Nella stanza dello scrittore…
Il mondo della scrittura può rappresentare un’oasi felice per chi non riesce a volte a
voce ad esprimere le proprie idee, i propri sentimenti: dalla mail all’epistola di
Seneca, dalla poesia di Neruda a Giorgio Gaber, da Plinio a Ugo Foscolo, antico e
moderno per viaggiare tra la gente, per sentire il profumo dei sentimenti:
ODE AL GIORNO FELICE
Pasqua: Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Benedetta: Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sabrina: Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
Francesco: e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
Emma: fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Pasqua: Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te…
essere felice
Pablo Neruda
Sonia: che meraviglia… è bello potersi sentire felici…
Luca: ricordiamoci sempre che la felicità è nelle piccole cose…
Anna: e le grandi le disprezzi!!!
Luca: no dico solo che per essere felici bisogna pensare con il sole negli occhi…
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Anna: sei il mio poeta preferito…
Sabatino: per me la felicità è la mia libertà…
Carmen: che bel pensiero la libertà!!!!
Pasqua: a volte vorrei sentirmi libera… libera come…
Emma : Vorrei essere libero, libero come un uomo. Vorrei essere libero come un uomo.
Sabrina: Come un uomo appena nato, che ha di fronte solamente la natura e cammina dentro un
bosco con la gioia di inseguire un’avventura.
Carmen: Vorrei essere libero, libero come un uomo. Come l’uomo più evoluto, che si innalza
con la propria intelligenza e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza con
addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo e convinto che la forza del pensiero sia la
sola libertà.
(Testo tratto da La Libertà di G. Gaber)
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Rosalba: La natura quando vuole può sovrastare la forza dell’uomo, può privarci della vita,
della libertà, può toglierci agli affetti, ci può privare dell’amore, senza che l’uomo vi si possa
opporre. Anche le lettere, sapete, possono raccontare la grandiosità e allo stesso tempo l’orrore
di un fenomeno naturale. Plinio il Giovane racconta a Tacito, attraverso un epistolario,
l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. , quella che travolse Pompei, Ercolano, Stabia. Le sue
lettere sono testimonianza preziosa, racconto suggestivo e allo stesso modo inquietante di una
fuga dalla natura impazzita, dal vulcano ridestato.
Luca: Mio zio si trovava a Miseno dove comandava la flotta. Il 24 agosto, nel primo
pomeriggio, mia madre attirò la sua attenzione su una nube di straordinaria forma e grandezza.
Egli aveva fatto il bagno di sole, poi quello d'acqua fredda, si era fatto servire una colazione a
letto e in quel momento stava studiando. Fattesi portare le scarpe si recò su un luogo elevato da
dove si poteva benissimo contemplare il fenomeno.
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Sabatino: Una nube si levava in
alto, ed era di tale forma ed
aspetto da non poter essere
paragonata a nessun albero
meglio che a un pino. Infatti,
drizzandosi come su un tronco
altissimo, si allargava poi in una
specie di ramificazione; e questo
perché, suppongo io, sollevata
dal vento proprio nel tempo in
cui essa si formava, poi, al
cedere del vento, abbandonata a
sé o vinta dal suo stesso peso, si
diffondeva ampiamente per l'aria
dissolvendosi a poco a poco, ora
candida, ora sordida e macchiata, secondo che portasse con sé terra o cenere.
Mattia: A mio zio, che era uomo dottissimo, tutto ciò parve un fenomeno importante e degno
di essere osservato più da vicino, mentre usciva di casa gli venne consegnato un biglietto di
Retina, moglie di Casco, la quale, spaventata dall'imminente pericolo (perché la sua villa stava
in basso e ormai non v'era altra via di scampo che montare su una nave), lo supplicava di
liberarla da una situazione così tremenda. Mio zio allora modificò il suo piano e compì con
eroico coraggio quel che si era accinto a fare per ragioni di studio. Diede ordine di mettere in
mare le quadriremi e vi salì egli stesso con l'intenzione di correre in aiuto non solo di Retina,
ma di molti altri (…)
Elio:Già la cenere cadeva sulle navi tanto più calda e fitta quanto più esse si avvicinavano; già
cadevano anche pomici e pietre nere, arse e frantumate dal fuoco; poi improvvisamente si
trovarono in acque basse e il lido per i massi rotolati giù dal monte era divenuto inaccessibile.
(…)
Luca: Prevalse in mio zio la più ragionevole delle due soluzioni, negli altri invece il più forte
dei timori. Si misero dei cuscini sul capo e li legarono con fazzoletti: e questo servì loro per
protezione contro le pietre che cadevano dall'alto. Mentre altrove faceva giorno, colà era notte,
più oscura e più fitta di tutte le altre notti, sebbene fosse rischiarata da fiamme e bagliori. Fu
deciso di recarsi alla spiaggia per vedere da vicino se fosse possibile mettersi in mare; ma il
mare era ancora pericoloso perché agitato dalla tempesta. Allora fu steso un lenzuolo per terra
e mio zio vi si adagiò sopra, poi chiese più volte acqua fresca da bere. In seguito le fiamme e
un odor di zolfo annunciatore del fuoco costrinse agli altri di fuggire e a lui di alzarsi. Si tirò su
appoggiandosi a due schiavi, ma ricadde presto a terra. Secondo me, l'aria troppo impregnata di
cenere deve avergli impedito il respiro ostruendogli la gola, che per natura era debole, angusta
e soggetta a frequenti infiammazioni. Quando il giorno dopo tornò a risplendere (era il terzo da
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quello che egli aveva visto per l'ultima volta), il suo corpo fu trovato intatto, illeso, coperto
dalle medesime vesti che aveva indosso al momento della partenza; l'aspetto era quello di un
uomo addormentato, piuttosto che d'un morto. (…)
Margherita: quante cose può raccontarci una lettera…
Anna: si si … per non parlare poi delle lettere romantiche…
Giulia: e sentiamo un po’…
Chiara: ora ti leggiamo una lettera d’amore che Jacopo Ortis scrisse alla sua Teresa…
Giulia: un amore impossibile…
14 Maggio, a sera
Emma:
O quante volte ho ripigliato la penna, e non ho potuto
continuare: mi sento un po' calmato e torno a scriverti. - Teresa giacea sotto il gelso - ma e che
posso dirti che non sia tutto racchiuso in queste parole? Vi amo. A queste parole tutto ciò ch'io
vedeva mi sembrava un riso dell'universo: io mirava con occhi di riconoscenza il cielo, e mi
parea ch'egli si spalancasse per accoglierci! deh! a che non venne la morte? e l'ho invocata. Sì;
ho baciato Teresa; i fiori e le piante esalavano in quel momento un odore soave; le aure erano
tutte armonia; i rivi risuonavano da lontano; e tutte le cose s'abbellivano allo splendore della
Luna che era tutta piena della luce infinita della Divinità. Gli elementi e gli esseri esultavano
nella gioja di due cuori ebbri di amore - ho baciata e ribaciata quella mano - e Teresa mi
abbracciava tutta tremante, ad un tratto però si allontanò d’improvviso quasi atterrita: chiamò
sua sorella e s'alzò correndole incontro. Io me le sono prostrato, e tendeva le braccia come per
afferrar le sue vesti - ma non ho ardito di rattenerla, né richiamarla. La sua virtù - e non tanto la
sua virtù, quanto la sua passione, mi sgomentava: sentiva e sento rimorso di averla io primo
eccitata nel suo cuore innocente. Ed è rimorso - rimorso di tradimento! Ahi mio cuore codardo!
- Me le sono accostato tremando. ?Non posso essere vostra mai!? e pronunciò queste parole dal
cuore profondo e con una occhiata con cui parea rimproverarsi e compiangermi.
Accompagnandola lungo la via, non mi guardò più; né io avea più cuore di dirle parola. Giunta
alla ferriata del giardino mi prese di mano la Isabellina e lasciandomi: ?Addio,? diss'ella; e
rivolgendosi dopo pochi passi?addio?.
(Ultime lettere di Jacopo Ortis)
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Sezione 4: LETTERE IN VIAGGIO…
E LETTERE DAL FRONTE…
Dove si va…
Sai, scriverti una lettera
Non è una cosa facile
Sai, mi sento così fragile
Le bombe non ti ascoltano
Ma... questa guerra non mi cambierà
...Mai...
Dove si va
Come si fa
A stringere la vita
Intanto fuori scoppia la notte
Dove si va
Come si fa
Se vivere da queste parti
È come tirare a sorte
Sai, il tempo è scivolato via
Ma non è stato tutto inutile
Io, saprò vederti crescere
È una promessa che non mancherò
E poi, ancora un altro giorno nascerà
Per noi... noi
Dove si va
Come si fa
A stringere la vita
Intanto fuori scoppia la notte
Dove si va
Come si fa
Se vivere da queste parti
È come tirare a sorte
E non riesco più a sorprendermi
E la pazzia che danza intorno a me
E penso che dovrei difendermi
Ma è più difficile combattere
Se il pianto di una madre no
Non può salvare la notte
...La notte...
Dove si va
Come si fa
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A stringere la vita
Intanto fuori scoppia la notte
Dove si va
Come si fa
Se vivere da queste parti
È come tirare a sorte
Sai, scrivere una lettera
Non è mai stato facile.
NOMADI
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Chiara: Addio una parola tanto difficile da pronunciare, tanto dura per chi l’ascolta
tanto amara per chi la ripete. La parola addio conclude tante lettere, chiude tante
storie, si ripete innumerevoli volte negli epistolari di guerra, in quei fogli che dalla
trincea i soldati inviavano ai loro cari.
Denise: L’addio in guerra è addio per chi parte, addio per chi resta , addio per chi
muore, addio per chi non crede più a niente.
Emma: Fango, pioggia, freddo, fame, sporco, rumori assordanti, grida di dolore,
paura, pazzia, siamo in trincea, durante il primo conflitto mondiale.
Quest’anno 2014 ne ricorre il centenario.
Pagine di diario, lettere, testi autobiografici di soldati semplici, soldati contadini,
analfabeti, raccontano la guerra, quella vera, quella che non trapela dai documenti
ufficiali dei comandi militari.
Sabrina: Queste pagine soggettive, lettere, diari, ci hanno aiutato a comprendere
l’assurdità di un conflitto mondiale, totale…una sterile quanto incomprensibile
carneficina.
GLI ALLIEVI LEGGONO ALCUNE
LETTERE DAL FRONTE…
Francesco: Mamma carissima, pochi
minuti prima di andare all’assalto ti invio il
mio pensiero affettuosissimo. Un fuoco
infernale di artiglieria e di bombarde
sconvolge nel momento che ti scrivo tutto il
terreno intorno a noi... Non avevo mai visto
tanta rovina. È terribile, sembra che tutto
debba essere inghiottito da un’immensa
fornace. Eppure, col tuo aiuto, coll’aiuto di
Dio, da te fervidamente pregato, il mio
animo è sereno. Farò il mio dovere fino
all’ultimo.
Luca: Cari genitori, giacché trovo un’ora di tempo voglio farvi sapere mie notizie,
la mia salute al presente è ottima come spero di voi tutti in famiglia. Come vi replico
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ancora che io mi ritrovo in questo paese che si chiama Galeriano qui mi fanno fare
l’istruzione tutto il giorno e tutti i soldati si lamentano. Adesso cari genitori posso
ringraziare il Signore che io mi ritrovo qui in Italia che mentre i miei compagni
Boris e Palazzi e Gatti loro sono in trincea e ci tocca di fare il turno di 21 giorni e se
ci va male li fanno stare anche per quaranta giorni, adesso mi ritrovo contento a
pensare che siamo così indietro di più di cento chilometri e pure adesso è due o tre
giorni che hanno cominciato a fare degli attacchi. Sentiamo il cannone come fossimo
là in trincea.
Andrea: Caro Padre fatemi sapere come va nella campagna se hanno fiorito bene, e
se potete accorgervi se vedete dell’uva e dei frutti; Aspetto vostra risposta.Intanto vi
saluto
tutti
uniti
in
famiglia
e
sono
vostro
figlio
Isidoro Giunti al posto, sul monte S. Michele ancora pioveva e qualche palla di
fucile già da qualche tempo ci accompagnava lungo la strada, perciò s’incominciava
a lasciare qualche ferito; qualcuno anche moriva, e, l’acqua di tutta la notte e la
stanchezza per quella marcia durata 16 ore sotto la pioggia, mi procacciava un
certo scoraggiamento per il quale mi nasceva quasi il dubbio che il Signore volesse
abbandonarmi. Nulla di meno: io mi sforzavo sempre più per convincermi che tutto
questo me lo voleva far provare per misurare la mia pazienza e perciò continuavo
ad invocarlo in cuor mio, scongiurandolo di volermi almeno far salva la vita e tutto
il resto mi sarei rassegnato a sopportare.
Elio: Carissimi genitori, qui d’innanzi la valle è magnifica, bellissimi sono i pascoli,
molto migliori dei nostri, ma tutto è silenzio soltanto il cannone tuona. I proiettili
sibilano sopra la mia testa, e dopo un breve istante si vede una colonna di fumo
seguito subito dal formidabile rombo. A giorni forse daremo l’assalto a detta
collina, magari domani, fortunati quelli che possono arrivare lassù sani e salvi».
Mattia: Carissimi Genitori,state allegri stasera parto per dare al nemico la prova del
nostro valore alpino.
Ivo: Mamma, se morirò non piangere, tante altre madri in questo momento
piangono i loro cari figli caduti per la patria. Vattene fiera e altera nel tuo dolore di
aver dato l’unico tuo figlio alla patria. Se invece tutto mi andrà bene ti scriverò
appena potrò. Papà, tu sei un uomo, hai più esperienza di me, comprenderai tu al
pari mio, cosa voglia dire guerra. Parto stasera, sarò fra i primi. Non ho paura, no, la
immagine tua unita a quella della mia mamma mi servirà di guida e di coraggio. Sta
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bene. Vincerò. Se non ne uscirò illeso da questo combattimento, sii sempre di
conforto alla mamma, consolala sempre e abbine cura, a te l’affido…
Sezione 5: QUANDO UNA LETTERA DIVENTA … UNA
NOTTE STELLATA…
Andrea Della Rocca
Anna Giordano
Beatrice Memoli
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Benedetta Ferrara
Chiara Sorrentino
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Isabella Di Domenico
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Margherita Lodato
Pasqua Guarino
Sabatino Rispoli
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Sabrina Pannullo
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L’opuscolo testimonia il positivo e proficuo rapporto che si è stabilito tra esperti e
tutor,di ciò hanno beneficiato i ragazzi che, stimolati con video,letture ed altro
materiale, hanno lavorato con impegno in un clima sereno,offrendo spunti di
riflessione e dialogo. Il loro interesse,soprattutto durante alcune lezioni, è salito
alle stelle determinando la curiosità del conoscere e la voglia di fare,di
partecipare,di essere parte attiva in un modulo scolastico che poteva svilupparsi
solo come acquisizione di informazioni ma che in realtà si è evoluto anche e
soprattutto in base alle curiosità e richieste dei ragazzi.
Pertanto,senza ombra di smentita, possiamo essere soddisfatte del lavoro svolto e
contente per aver saputo offrire agli utenti spunti per riflettere,migliorare e
crescere. Se poi non dovesse bastare l’opuscolo e conseguente drammatizzazione a
testimoniare quanto detto, basti far riferimento alla visita d’istruzione fatta ad
Ercolano e Pompei dove gli alunni hanno dimostrato di possedere informazioni e
notizie e di parlare delle varie lettere lette durante il corso anche se non
strettamente legate all’eruzione del 79 d.C.
Prof.ssa Annamaria De Dominicis
Prof.ssa Teresa Albano
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SCUOLA SECONDARIA DI I° STATALE “A. BALZICO”
FRAZIONE S. LUCIA – CAVA DE’ TIRRENI (SA)
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE “COMPETENZE PER LO SVILUPPO” 2007 – 2013 –
OBIETTIVO C AZIONE 1 – MODULO “ALL’ULTIMA… LETTERA”
Gli allievi del P.O.N.:
Apicella Elio IIO
Aucello Sonia III O
Baldi Immacolata Arianna II O
Bisogno Francesca II O
Della Porta Emma III M
Della Rocca Andrea IIIO
Di Domenico Luca IIO
Di Domenico Isabella Pasqua II M
Ferrara Francesco Pio III N
Ferrara Benedetta III N
Gigantino Gerardina III N
Giordano Anna II M
Guarino Pasqua II M
Lamberti Giulia II M
Lodato Margherita II M
Memoli Beatrice III M
Pannullo Ivo II M
Pannullo Sabrina III N
Rispoli Mattia II O
Rispoli Sabatino II O
Rossetti Benedetta II M
Salvo Rosalba II M
Senatore Denise III O
Sorrentino Chiara II M
Vitale Rita IIIO
Si ringraziano:
Il Dirigente Scolastico
Prof.
Giovanni Di Luca
Tutor del Progetto
Prof.ssa Annamaria De Dominicis
Prof. ssa Teresa Albano
Esperti Esterni
Prof.ssa
Marilina Di Domenico Prof.ssa Maria Giovanna Damiano
Curatore della pubblicazione
Prof.ssa
Marilina Di Domenico
E un ringraziamento a: Personale amministrativo e Collaboratori
scolastici.
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Arriva l’Estate…!!!! Un saluto a TUTTI
dagli allievi del
PON “All’Ultima lettera…”!!!
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pubblicazione - Scuola Secondaria di I grado "A. Balzico"