Il conteggio e la identificazione delle cellule ematiche Malattie ematologiche attese nel Salernitano N.casi/anno L.A. Mieloide L.A. Linfoide Altre M.di Hodgkin Linfomi non-H Mieloma Multiplo L.Linfatica Cronica L.Mieloide Cronica Totale 25 10 10 35 100 50 70 15 315 PROBABILITA’ DI CURA IN ONCOEMATOLOGIA LEUCEMIE ACUTE ANZIANI 10-20% ADULTI 30-40% GIOVANI 50% LINFOMI NH 30-50% L. DI HODGKIN 70-90% MIELOMA MULTIPLO BMT 20-30% CT 3-4 anni ABMT x 2 o più Speranza di guarigione %Remissione % Guarigione L.A. Mieloide L.A. Linfoide M.di Hodgkin Linfomi non-H Mieloma Multiplo L.Linfatica Cronica L.Mieloide Cronica : bambini adulti 70 90 80 95 70 70 90 95 40 70 30 85 50 0 0 TMO 60 IFN 15 Inibitori tirosinkinasi ? L’obiettivo della terapia è sempre la guarigione ? Scelta del trattamento più adeguato vuol dire fare un bilancio fra rischi e benefici attesi. I trattamenti intensivi aumentano le possibilità di guarigione, ma: – espongono a maggiori rischi – peggiorano la qualità di vita Quanto costa curarsi ? Leucemia - chlorambucil Linfatica - fludarabina Cronica: - fluda+rituximab 6 mesi di terapia Euro 72 - trapianto autologo Leucemia - idrossiurea Mieloide - interferone alfa Cronica: - trapianto allogenico - Glivec 8.622 36.294 40.000 3 anni di terapia Euro 600 60.000 60.000 101.304 DIAGNOSTICA DELLE PATOLOGIE ONCOEMATOLOGICHE MORFOLOGIA CITOFLUORIMETRIA CITOGENETICA BIOLOGIA MOLECOLARE BIOPSIA OSTEOMIDOLLARE VALUTAZIONE MASSE (ecografia, tac….) Antonj van Leeuwenhoek nel 1674 trasmise in una lettera alla Royal Society di Londra la prima descrizione dei globuli rossi Ma molto probabilmente Marcello Malpighi, di Bologna, fu il primo ad osservare i Globuli Rossi nel 1661 nel lume dei capillari di uomo e animale. Egli li descrisse come “globuli rubescenti” e li localizzò nelle arterie e nelle vene che aveva appena scoperto. Nel 1877, con la scoperta della colorazione triacida comincia l’era della MORFOLOGIA EMATOLOGICA Giulio Bizzozero 1846 - 1901 Nel Dicembre 1881 comunicò all'Accademia di Medicina la sua grande scoperta: le piastrine come terzo componente morfologico del sangue e la loro importanza nel processo della trombosi. Strumenti diagnostici del laboratorio di ematologia agli inizi del secolo scorso Per ematocrito si intende il volume compresso (PCV:packed cell volume) occupato dai globuli rossi rispetto al volume totale di sangue Si esprime in percentuale (Ht %). È evidente che il valore dell’Ematocrito è funzione del numero e del volume dei Globuli Rossi Hct = MCV x n. GBR Nel 1930, Maxwell Wintrobe standardizza la procedura per l’esecuzione dell’EMATOCRITO Indici di Wintrobe MCV Hct / n. GBR Normocitica MCHC 34 g/L normocromica MCH 29 pg MCHC Hb / Hct (GBR x MCV) Macrocitica MCHC 30 g/L Ipocromica MCH 29 pg MCH Hb / n. dei GBR in milioni Microcitica MCHC 38 g/L Ipercromica MCH 29 pg La variazione d’Impedenza Principio di Coulter (1956) Elettrodo interno U Vuoto regolato Elettrodo esterno Temps Conta del numero di particelle nell’unità di tempo Flusso del diluente Volume delle particelle Calcolo automatico del Hct e degli Indici di Wintrobe Metodo Ottico La misura ottica associa la citometria a flusso e la diffrazione luminosa. Si basa sulla rilevazione dei cambiamenti e sulla deviazione che un fascio di luce subisce quando colpisce una particella Metodo ottico : due parametri di riconoscimento per il globulo rosso : Raccolta del segnale a definiti intervalli angolari Low angle scatter 2o - 3o High angle scatter 5o - 15o (HGB (Volume) concentration) Tutto ciò rappresentò la prima rivoluzione della ematologia di laboratorio. Quindi, negli anni ’60 si cominciarono a costruire strumenti che fornivano in tempi brevi misurazioni precise, riproducibili ed accurate. Da 10-20 test al giorno a centinaia di test al giorno Correzione della coincidenza • Occasionalmente 2 o 3 cellule possono passare attraverso l’orificio di conta nello stesso tempo U • Viene quindi generato un impulso di grande ampiezza Temps • La frequenza di questo passaggio in coincidenza è statisticamente prevedibile ed è funzione del numero delle cellule. La correzione viene quindi realizzata automaticamente per gli analizzatori che usano questa tecnologia. Focalizzazione Idrodinamica Flusso di guaina Flusso del campione Flusso di guaina Flusso del campione Flusso di guaina Per ottenere degli impulsi coerenti, viene utilizzato un principio complementare: la focalizzazione idrodinamica. Le cellule sono messe in fila le une dietro le altre e spinte verso la zona di conta. CURVA DI DISTRIBUZIONE DEL VOLUME ERITROCITARIO La formula leucocitaria I motivi che hanno portato al tentativo di automatizzare la formula leucocitaria sono: • Alto costo • Problemi organizzativi • Utilità diagnostica dubbia • Scarsa precisione • errori statistici TIPO CELLULARE 100c 500c 1.000c 10.000c BASOFILI 0-5.4* 0.3-2.3* 0.5-1.8* 0.8-1.3* EOSINOFILI 1.1-9.9* 2.5-6.1* 2.9-5.4* 3.6-4.5 MONOCITI 4.2-16.4* 6.6-11.9* 7.3-10.9 8.4-9.6 LINFOCITI 35-55.3* 40.6-49.5 41.9-48.1 44.0-46.0 49.7-69.7* 55.6-64.3 56.9-63.1 59.0-61.0 NEUTROFILI HOUWEN B. Laboratory Hematology 7:89-100 Formula leucocitaria basata sul volume cellulare (3 popolazioni) 30 100 200 300 400 fL Volume / Citochimica (perossidasi) / Citolisi (SIEMENS) Densità Nucleare Attività perossidasica V O L U M E Mn Pmn Volume / Conduttività / Scatter (Coulter) V o l u m e conduttività Diffrazione : Superficie; granulazioni Impedenza Conduttività Scatter Volume / Citochimica / Citolisi (ABX Pentra) A S S O R B A N Z A VOLUME VOLUME Diffrazione luminosa a 3 diversi angoli (Abbott-Cell-Dyn) 90°Pol/ 90°dep Granulazioni 10° Struttura Fascio laser P o l a r i z z a z i o n e 1°/3° (0°) dimensione 1°/3° (0°) dimensione 10° Struttura Scatter / Fluorescenza / Citolisi / Dimensioni (Dasit-Sysmex) 1) Conta e classificazione dei leucociti normali Precisione: si esprime come Coefficiente di Variazione È la capacità di un metodo di ripetere un valore costante CV per il metodo manuale: Neutrofili e Linfociti Monociti Eosinofili Basofili tra 5 e 10% 25% 40% 95% CV per i metodi automatici: Neutrofili e Linfociti Monociti Eosinofili Basofili < 4% < 10% < 10% < 50% 1) Conta e classificazione dei leucociti normali Accuratezza: è la corrispondenza al vero di una misurazione Il vero in ematologia è rappresentato dal metodo di riferimento che per la conta differenziale dei leucociti consiste al momento attuale nella conta microscopica effettuata: • in condizioni standardizzate • da operatori qualificati • su un numero sufficiente di leucociti (400). L’accuratezza degli strumenti analitici più evoluti è • molto elevata per Neutrofili, Linfociti ed Eosinofili • meno buona per Monociti (dipendente dalla tecnologia analitica) • poco accurata per i Basofili (difficilmente valutabile per la bassa frequenza di questa classe di leucociti). 2) Segnalare in modo sensibile ed accurato le cellule atipiche ed immature Sensibilità: capacità di riconoscere i campioni contenenti cellule anomale Specificità: capacità di non segnalare i campioni normali Valore predittivo positivo: indica la probabilità che un risultato positivo segnali realmente la presenza di cellule anomale; Valore predittivo negativo: indica la probabilità che un risultato negativo sia indice affidabile della assenza di anomalie. WBC Campione emolizzato WBC PLT Aggregati piastrinici T° < 37°C a 37°C PLT Presenza di crioglobuline GBR 2.400.000 HCT 24.3 Hb 13.0 MCV 101.5 MCH 54.1 MCHC 53.0 CHCM normale Presenza di crioagglutinine Neonati Iperazotemia Iperbilirubinemia Hb patologiche Pseudoleucocitosi da mancata lisi dei globuli rossi Gli strumenti ematologici non fanno diagnosi e non sono in grado di contare e classificare in modo accurato le cellule patologiche. Essi devono: 1) Contare e classificare in modo preciso ed accurato le 5 classi di leucociti normali 2) Segnalare in modo sensibile ed accurato le cellule atipiche ed immature Lo striscio di sangue periferico Lo striscio di sangue periferico che ci vuole? niente!.... La quantità di sangue da strisciare è, entro certi limiti, variabile in funzione delle caratteristiche del campione e di quello che si vuole cercare Dopo aver appoggiato il vetrino il sangue si estende lungo (quasi) tutta la superficie di contatto Difficile fare di peggio… Troppe curve Troppo lungo Troppo corto e sottile Troppo corto e spesso Troppo corto COLORAZIONE I preparati per la colorazione variano spesso da lotto a lotto insieme a qualità dell’acqua, temperatura ed umidità dell’aria I segreti: 1) Asciugare bene 2) Coprire bene 3) Sciacquare bene • errori metodologici MONOCITI ++ I D E A L E CORPO GRANULOCITI ++ Area densa T E S T A LINFOCITI ++ Zona marginale Area sottile B. Bain NEJM 2005 Nuovi parametri ematologici FUNZIONI DI UN NUOVO PARAMETRO Migliorare la capacità del laboratorio nel fornire dati accurati Indirizzare il laboratorista o il clinico verso un sospetto di patologia Fornire uno strumento di monitoraggio di un percorso clinico-terapeutico Aprire nuove frontiere diagnostiche Un nuovo parametro nasce dalla ricerca industriale La ricerca industriale ha una indiscutibile (ed accettabile) motivazione economica Raramente un nuovo parametro nasce da una richiesta clinica Il primo target della ricerca industriale è il laboratorista Il passaggio al campo clinico non ha alcun percorso strutturato e consolidato OSTACOLI NELLA VITA DI UN NUOVO PARAMETRO Analizzatore dipendenza Scarso impatto della cultura di laboratorio Difficoltà del laboratorista a comprendere il reale potenziale clinico Scarsa pubblicizzazione in campo clinico Sviluppo della ricerca industria laboratorio clinica nuovi parametri nuovi farmaci “clinici” - laboratoristici sperimentazione preclinica e clinica sperimentazione esportazione Paziente Parametri emocitometrici “tradizionali” Operatore Analizzatore “Nuovi” parametri ematologici Operatore Analizzatore L’allarme strumentale non è un parametro comunicare un allarme strumentale vuol dire comunicare incapacita’ a definire la presenza o meno di quanto suggerito dallo strumento CITOGRAMMA ERITROCITARIO DI VOLUME E CONCENTRAZIONE DI EMOGLOBINA macrocitosi ipocromia ipercromia microcitosi DIAGNOSTICA EMATOLOGICA NOCERA INFERIORE ASL SALERNO 1 V O L U M E Densità (concentrazione Hb) Caratteristiche degli eritrociti fra microscopia e automazione MICROSCOPIA AUTOMAZIONE Anisocitosi Alterazioni morfologiche Microcitosi – Macrocitosi Ipocromia – Ipercromia Poichilocitosi Inclusi eritrocitari DIAGNOSTICA EMATOLOGICA NOCERA INFERIORE ASL SALERNO 1 Acantocito = aculeo Codocito = campana cellula a bersaglio Dacriocito = lacrima Drepanocito = falce Ellissocito = ovale Cheratocito = corno Cnizocito = fossetta Megalocito = gigante Schizocito = taglio Stomatocito = bocca Sferocito = sfera emazie a fungo DIAGNOSTICA EMATOLOGICA NOCERA INFERIORE ASL SALERNO 1 RDW Parametro sintetico (o riduttivo?): è una rappresentazione numerica della ampiezza di una curva di distribuzione volumetrica Manca di standardizzazione metodologica, pur avendo una univocità terminologica rara nei nuovi parametri strumentali Ha trovato posto in molte pubblicazioni cliniche, con scarso approfondimento fisiopatologico normale elevato Am J Clin Pathol. 1983 Sep;80(3):322-6. Improved classification of anemias by MCV and RDW. Bessman JD, Gilmer PR Jr, Gardner FH Arch Intern Med. 1988 Apr;148(4):822-4. Erythrocyte anisocytosis. Visual inspection of blood films vs automated analysis of red blood cell distribution width. Simel DL, DeLong ER, Feussner JR, Weinberg JB, Crawford J. Health Services Research Field Program, Durham Veterans Administration Medical Center, NC 27705 RDW E CELIACHIA Increased Red Cell Distribution Width and coeliac disease Brusco G. et al Dig. Liver Dis. 2000 RDW: new screening test for coeliac disease? Guglielmi V. et al L’incremento di RDW risulta la ematologica (57.9 - 67%) in adulti CD più Minerva Med 2002 frequente anormalità L’incremento di RDW può essere considerato predittivo di CD ed autorizzare alla ricerca di anticorpi specifici L’RDW elevato è più frequente dell’anemia sideropenica nei pazienti CD L’RDW diviene normale dopo dieta priva di glutine RDW E PATOLOGIE CARDIOLOGICHE Exp Clin Cardiol. 2010 Fall;15(3):37-40. High red blood cell distribution width is closely associated with risk of carotid artery atherosclerosis in patients with hypertension. Wen Y. Am J Cardiol. 2010 Oct 1;106(7):988-93. Epub 2010 Aug 11. Red cell distribution width and risk of coronary heart disease events. Zalawadiya SK, Veeranna V, Niraj A, Pradhan J, Afonso L. Department of Internal Medicine, Wayne State University Detroit Medical Center, Detroit, Michigan, USA. In conclusion, a higher RDW appears to be a powerful independent predictor of future CHD risk. Arch Intern Med. 2009 Mar 9;169(5):515-23. Red blood cell distribution width and the risk of death in middle-aged and older adults. Patel KV, Ferrucci L, Ershler WB, Longo DL, Guralnik JM. Laboratory of Epidemiology, Demography, and Biometry, National Institute on Aging, 7201 Wisconsin Ave, Ste 3C309, Bethesda, MD 20814, USA CONCLUSION: Red blood cell distribution width is a widely available test that is a strong predictor of mortality in the general population of adults 45 years or older RDW Reticolociti È una piccola porzione dei Globuli Rossi circolanti che contiene residui di organuli citoplasmatici (soprattutto di derivazione ribosomiale). Questi precipitano, per effetto dei coloranti sopravitali, formando un reticolo di granuli e filamenti basofili che è alla base della loro denominazione. Definizione morfologica Per NCCLS e ICSH i reticolociti sono Globuli Rossi che contengono 2 o più particelle (o anche una particella legata ad un filamento) di materiale che ha assunto un tinta blu dopo colorazione con un colorante sopravitale e che corrisponde a particelle di RNA ribosomiale. Reticolociti e Corpi di Heinz Contengono RNA (colorazioni sopravitali con blu di metilene o blu di Cresile) sono più grandi dei globuli rossi MCVr > MCVgbr possono avere un diverso contenuto di RNA (cioè un diverso contenuto di granuli e filamenti) e un diverso volume in rapporto al loro grado di maturazione D’Onofro e Zini “Morfologia del Sangue” Sui preparati fissati e colorati con tecniche panottiche (ad es. M-G-G) i reticolociti non si distinguono dai GBR maturi (anche se le loro dimensioni sono maggiori e possono avere un contorno policiclico). Quando la sostanza filamentosa è abbondante, possono assumere l’aspetto di emazie policromatofile, con sfumature di colore bluastro Anche la punteggiatura basofila è un aspetto dei residui di RNA ribosomiale che precipitano dopo fissazione in condizione di eritropoiesi anomala. Reticolociti nel Sangue Periferico Reticolociti Midollari Eritroblasti Ortocromatici Tempo di Permanenza 2-3 giorni Barriera EMATO- MIDOLLARE Tempo di permanenza 1-1.5 giorni La determinazione dei Reticolociti permette una valutazione della eritropoiesi senza il ricorso a manovre invasive CONTEGGIO DEI RETICOLOCITI Dacie & Lewis MANUALE DI TECNICA EMATOLOGICA 1986 .…strisci non troppo sottili, ma non con cellule sovrapposte…. ....oculare con diaframma regolabile o diaframma di cartone con foro rettangolare di circa 4mm… ….fattori importanti sono l’acutezza visiva, la pazienza del tecnico, la qualità ed il potere risolvente del microscopio…. ….nel caso che ci siano pochi reticolociti, è necessario contare un numero elevatissimo di cellule…. Metodi manuali-visuali I coloranti hanno la capacità di indurre l’aggregazione e la precipitazione dei ribosomi, in modo da renderli visibili sullo sfondo chiaro del citoplasma. I coloranti oggi in uso sono: • Il blu brillante di cresile (della famiglia delle oxazine) • il nuovo blu di metilene (metodo di riferimento) • l’Azur B Metodi citofluorimetrici RBC Reticolociti Usano coloranti fluorescenti che sono eccitati ad una data lunghezza d’onda ed emettono ad una lunghezza d’onda maggiore PLT Auramina-O Inizialmente venivano usati citofluorimetri non dedicati, sostituiti poi da emocitometri dedicati I parametri misurati sono: • l’intensità della diffusione luminosa frontale (FSC) proporzionale alle dimensioni cellulari; • l’intensità della fluorescenza proporzionale al contenuto di RNA. Arancio di Tiazolo Viene costruito così un citogramma bidimensionale sul quale vengono visualizzate: • le soglie automatiche che separano i reticolociti dai globuli rossi non colorati e dalle piastrine • le soglie che suddividono la popolazione reticolocitaria in 3 sottopopolazioni con intensità di fluorescenza crescente in rapporto con la maturazione. Vantaggi • notevole diminuzione dei CV rispetto alle metodiche manuali • obiettività più elevata • velocità di esecuzione Svantaggi • la mancanza di calibratori stabili e affidabili • la mancanza di materiale di riferimento • autofluorescenza dei Globuli Rossi (assenza di un “zero”) • Interferenze Leucocitosi specie Linfocitosi della LLC Aggregati piastrinici e macrotrombociti Heinz Jolly plasmodi Medodi ottici (coloranti sopravitali) Fanno uso di coloranti sopravitali con metodiche conosciute da tempo e modificate per essere applicate a cellule in sospensione La presenza di RNA nei reticolociti viene individuata mediante misurazione dell’assorbimento luminoso Oxazina 750 Viene costruito così un citogramma bidimensionale sul quale vengono visualizzate: • le soglie automatiche che separano i reticolociti dai globuli rossi non colorati e dalle piastrine Nuovo blu di metilene • le soglie che suddividono la popolazione reticolocitaria in 3 sottopopolazioni con intensità di assorbimento crescente in rapporto con la maturazione. Lo studio dei reticolociti in automazione fornisce 3 tipi di informazioni: 1)Valori numerici (% e assoluti) 2)Indici di maturazione (LFR, MFR, HFR e IRF) 3)Indici qualitativi a) prevalentemente volumetrici (MCVr, MRV,…) b) prevalentemente indicanti il contenuto di emoglobina (CHr, Ret He,…) citogenetica LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA, CROMOSOMA PHILADELPHIA POSITIVA (Bcr/Abl) Traslocazioni cromosomiche • Per traslocazione si intende il trasferimento di DNA da un cromosoma all’altro • Le traslocazioni sono frequenti in oncoematologia (Altre anomalie cromosomiche sono rappresentate dalle delezioni, dalle inversioni e dalle inserzioni) • Nella traslocazione un gene si giustappone ad un altro gene presente su un altro cromosoma e ciò può comportare conseguenze: se il gene trasferito è un oncogene non trascritto (protoncogene) e si giustappone ad un gene normalmente e attivamente trascritto, può risultare la trascrizione del protoncogene o di un ibrido • Questa è la situazione in molte delle traslocazioni descritte fino ad oggi Traslocazioni cromosomiche • Deregolazione dell’espressione genica: overespressione o espressione aberrante in un tessuto che normalmente non esprime quel gene • Espressione di una proteina di fusione: giustapposizione di sequenze geniche codificanti di due geni localizzati su differenti cromosomi Specificità delle traslocazioni Alcune traslocazioni sono specifiche di una malattia, si trovano nella gran maggioranza dei casi e non si trovano nella popolazione normale: esempio tipico la t(15;17) della APL Altre traslocazioni sono molto frequenti in particolari patologie come la t(14;18) nel linfoma follicolare, ma è presente anche in altri NHL e nei soggetti normali, sebbene il numero di copie sia molto basso Traslocazioni cromosomiche I geni coinvolti sono per lo piu’ fattori di trascrizione, ma anche tirosin o serin protein chinasi, recettori di membrana cellulare, fattori di crescita, con ruoli critici nella differenziazione e sviluppo cellulare 9 9q+ Ph 22q- 22 Traslocazione BCR ABL BCR -ABL ABLBCR Gene di fusione BCR/ABL Il gene che si forma sul cromosoma Ph1 non esiste nelle cellule normali Origina dalla fusione di un oncogene cellulare (ABL) normalmente situato nelle braccia lunghe del cromosoma 9, con sequenze geniche normalmente situate in una regione precisa del cromosoma 22 detta “breakpoint cluster region” (BCR) perché è in essa che avvengono con maggiore frequenza le rotture del cromosoma. Il gene di fusione BCR/ABL è specifico di queste cellule neoplastiche e ne costituisce il principale marker biologico e diagnostico Le prove che la malattia leucemica Ph1+ nasce da una cellula staminale totipotente stanno nella dimostrazione che l’alterazione cromosomica Ph1 e genica (BCR/ABL) si ritrovano contemporaneamente nelle cellule di tutte le linee ( granulomonocitica, eritrocitica, piastrinica e linfocitica B) LEUCEMIA ACUTA MIELOIDE (FAB M2) Nelle leucemie acute mieloblastiche, la traslocazione t(8;21) induce il riarrangiamento AML1-ETO e la formazione di una proteina ibrida. Leucemia M3 APL O PROMIELOCITICA t(15;17)(q22;q21) La traslocazione t(15;17) coinvolge il gene che codifica per il recettore alfa dell'acido retinoico (RAR) sul cromosoma 17, ed il gene PML (promielocitica) sul cromosoma 15. LAM M4 LEUCEMIA ACUTA MIELOMONOCITICA Con eosinofili Inversione (16) gene di fusione CBFβ-MYH11 Inv(16)(p13q22) LIMITI DELLA CITOGENETICA CONVENZIONALE IN ONCOEMATOLOGIA Il successso della citogenetica convenzionale in oncoematologia è strettamente correlato alla quantità e alla qualità delle metafasi che si ottengono dal campione da analizzare LA FISH IN ONCO-EMATOLOGIA - Definisce l’origine e la natura di cromosomi marcatori e di - - - cariotipi complessi Identifica delezioni e amplificazioni di geni o di loci polimorfici Permette di stabilire quale filiera cellulare o quali filiere cellulari sono coinvolte in un determinato disordine oncoematologico se impiegata insieme all’immunofenotipo Valuta la risposta ad una terapia evidenziando un’eventuale Malattia Minima Residua Definisce la chimera dopo trapianto allogenico di midollo osseo da donatore di sesso diverso FISH (Fluorescent in Situ Hybridization) - Applicabile a nuclei in interfase e su metafasi - Elevata specificità, sensibilità e rapidità - Dimostra anomalie cromosomiche non analizzabili con le comuni tecniche di bandeggio - Permette di analizzare un elevato numero di nuclei in tempi brevi ANOMALIE CROMOSOMICHE NELLA LEUCEMIA LINFATICA CRONICA Aberrazioni cromosomiche Frequenza (%) Trisomia 12 Citogenetica 10-15 FISH 15 13q14 10 53 11q21 8 19 6q 6 9 17p 4 8 MALATTIA MINIMA RESIDUA: DEFINIZIONE Quota residua di cellule neoplastiche non eradicate dalla terapia di induzione della remissione o dalle successive misure terapeutiche. Tali elementi neoplastici sono spesso in grado di espandersi e dare origine alla recidiva. Metodi per lo studio della MRD Metodo •Morfologia •Immuno Fenotipizzazione •Citogenetica •FISH • PCR Caratteristiche bassa sensibilità e specificità scarsa specificità Sensibilità 5% lento, richiede preparazione metafasi lento, applicabile ai nuclei in Iinterfase conoscenza delle sequenze falsi positivi 1-5% 1% 0.3-5% >0.001%