Istituto Comprensivo “Filottete” Sez. Scuola Media “Don Bosco” Cirò Marina (KR) Il territorio in cui viviamo Classe II B Anno scol. 2012/2013 IL TERRITORIO IN CUI VIVIAMO FINALITA’: Riconoscere le proprie radici, la propria identità culturale, i valori della propria civiltà OBIETTIVI: Accostare gli alunni alla cultura popolare e alla tradizione orale - Conoscere attraverso l’analisi e l’uso delle fonti le radici storiche del proprio territorio; Sapere utilizzare e trasmettere le informazioni relative alla propria città; Conoscere i figli illustri di Cirò; Rispettare e difendere l’ambiente in cui viviamo e le persone che dividono con noi questo spazio. PREMESSA: Anche quest’anno la tematica da sviluppare per la quota locale sarà lo studio del territorio e noi siamo entusiasti di conoscerlo meglio nei suoi aspetti popolari e culturali. Cirò è la terra natia di molti uomini illustri e noi lo sapevamo, o meglio conoscevamo solo il nome di alcuni di loro, ora finalmente abbiamo l’opportunità di conoscerli e fare tesoro del contributo che hanno dato al nostro paese e al mondo. Basti pensare a Luigi Lilio... Approfondiremo, inoltre, nel corso dell’anno, le nostre tradizioni popolari e faremo interviste ai nonni e agli anziani sulle antiche orazioni in dialetto (proverbi, modi di dire, ninne nanne, canzoni, preghiere ecc.) in modo da conoscerle, appropriarcene e trasmetterle perché questo ricco patrimonio non vada perduto. Prima che sia troppo tardi, attiviamoci a raccogliere in un opuscolo quanto ci è stato tramandato oralmente della storia del nostro paese! Il lavoro sarà impegnativo ma sicuramente gratificante… CONTENUTI - 1° Le tradizioni popolari nel corso dell’anno; - 2° Cirò: dal Rinascimento all’Unità d’Italia; - 3° Riferimenti letterari in prosa e in versi dei nostri autori; - 4 ° I nomi più diffusi in passato a Cirò; - 5 ° San Francesco di Paola ; - 6° Antiche orazioni in dialetto. ATTIVITA’ - Ricerche cartacee e su internet; - lettura e analisi di documenti e di pagine scelte; - Interviste ad anziani. Le tradizioni popolari nel corso dell’anno Gennaio : - Strenna; - Festa del maiale; - Attesa della Befana. Febbraio : - Carnevale: scherzi, allegria e abbuffate; - Chiacchiere; - Festa della Candelora. Marzo : - Festa di San Giuseppe; - Zeppole; - Mucceddati e fuochi di San Giuseppe; - U cummitu; - Festa degli alberi. Aprile : - Festa di San Francesco di Paola - Pasqua; - Cozzupe; - Pasquetta a Madonna di Mare, in Pineta o in Sila - Altalena; - Pesce d’aprile; - Ricerca di asparagi. Maggio : - Mese della Madonna: preghiere, fioretti, altarini; - Festa di San Cataldo allietata dal suono della zampogna; - Le zagarelle (nastrini benedetti di tanti colori); - Ciambelline particolari ricoperte di glassa; - Frittelle con il sambuco (pitti ccu maju). Giugno : - Paniceddi di Sant’Antonio; - Processione del Corpus Domini: - si stendono ai balconi le coperte più belle; - A San Giovanni: i cummari ‘e pilé (pianta con fiori lilla); - Pesca delle alici. Luglio : Agosto : - Festa della Madonna del Carmine; - Fiera; - Preparazione di taralli e fresine dolci. - Sagra del Cirò; - Ferragosto in Sila o al mare; - Arrivo dei turisti. Settembre : - Conserva per l’inverno (salsa, pomodori, peperoni, melanzane, ecc.); - Pellegrinaggio sul Colle d’Itria; - La vendemmia: festa dell’uva. Ottobre : - Ancora vendemmia: le campagne si popolano, le cantine si affollano e, grazie alle attrezzature, l’uva viene macinata e il mosto versato in grandi contenitori. Nell’aria si diffonde il suo intenso odore; - Preparazione del vino cotto e della mostarda; - La fiera della Madonna del Rosario - Sardella piccante / ricerca di lumache / caldarroste. Novembre : - Festa dei morti: visita al cimitero, cucina e pitti di morti, dolcetti vari; - Raccolta dei funghi e delle olive; - Olive in salamoia e schiacciate. Dicembre : - Grano di Santa Lucia; - Palma e mascherina d’argento (occhj) offerte alla Santa per la grazia ricevuta; - Pietanze e dolci tipici e tombolate; - Messa di mezzanotte Si impara la preghiera per togliere il malocchio; - Da Santa Lucia si contano i giorni. Nei mesi invernali,il camino era sempre acceso,era il punto di unione della famiglia. Vi si cuocevano nelle “pignate” legumi o “ pastiddi” (castagne secche) o decotto ( fichi, noci,pastiddi ecc…) Proverbi I mesi dell’anno Jennaru siccu, massaru riccu. Frevaru curtu e amaru. Si Marzu ‘ncugna ti fa cadiri l’ugni. Aprile, ogne guccia nu varrilu. Maju ortulanu assai pagghja e pocu ranu. Giugnu ccu ra favucia ntù pugnu. A Lugliu ù vidi ù cavidu!!!. Quanni chjova ntù misu ‘e Agustu, si fa ogghju, melu e mustu. A Settembre e a Frevaru notti e jurni suni pari. Ottobre chjovusu, frutti sucusi. Novembre: A San Martinu ù mmustu si fa vinu. Dicembre: Prima ‘e Natali né friddu e né fame, doppu Natali friddu e fame. Cirò : dal Rinascimento all’ Unità d’ Italia -Durante il Rinascimento fiorirono a Cirò il commercio e le arti, i Mercati Saraceni ci ricordano questo periodo particolarmente felice. In quel tempo inoltre, Cirò diede i natali a due figli illustri: l’astronomo Luigi Lilio, che riformò il “Calendario Giuliano” di Sosigene tutt’ oggi in vigore nel mondo intero, e all’umanista Gian Teseo Casopero che testimoniano la cultura radicata nel nostro paese, l’orgoglio di tutti i cirotani. -Sotto i Borboni, invece, le condizioni socio-economiche peggiorarono, basti ricordare che l’ abbandono e il malgoverno avevano reso le zone costiere impraticabili per la presenza di predoni e di briganti, malsane per il dilagare della malaria. Col passare degli anni si alternarono alti e bassi e, gradualmente, la situazione migliorò. Di questo periodo è doveroso ricordare un altro figlio illustre di Cirò : Elia Astorini, filosofo, matematico e teologo. -Durante il Settecento e precisamente nel 1735 a Cirò fu fatto costruire dal Vescovo di Umbriatico l’Episcopio. Era ubicato nell’ antica piazza Plebiscito, di fronte alla Chiesa Matrice di Santa Maria di Plates. Il Palazzo vescovile dopo il 1850 fu acquistato dalla famiglia Scala, ora sede della Pretura. Nel 1760 fu istituito a Cirò dal Vescovo di Umbriatico il Monte Frumentario, che era una specie di banca dei cittadini per il prestito del frumento ed era amministrato da due ecclesiastici. Nel mese di ottobre anticipava ai contadini bisognosi il grano occorrente per la semina, con il patto della restituzione nel periodo del raccolto, con un sesto di tomolo in più. Il magazzino del Monte, detto volgarmente “ U Muntu”, era ubicato al piano terra dell’attuale Municipio. Il Monte ebbe una vita prospera e rigogliosa e fu di somma utilità fino al 1806. Con l’avvento dei francesi nel Regno di Napoli, il locale fu adibito a stalla per la cavalleria. Riaperto nel 1819, l’ amministrazione del Monte venne affidata a sei cittadini “onesti” che invece commisero grandi irregolarità: dilapidarono il patrimonio con frodi ricorrenti e lo fecero cadere in una crisi rovinosa, e col tempo sparì. Dopo l’Unità d’Italia il Monte Frumentario fu trasformato in Cassa Popolare di Prestanza Agraria e in seguito, non rispondendo ai fini, fu convertito in Congrega di Carità con lo scopo di tutelare la salute pubblica e combattere specialmente la tubercolosi. Nel 1763, a causa del terrificante terremoto verificatosi in Calabria, a Cirò scomparve un’intera parrocchia, quella dedicata a Santa Margherita, e la parte sud del paese venne inghiottita da una paurosa voragine. L’anno 1789 segna per la Calabria e per i suoi paesi, Cirò compreso, una svolta culturale che se non fu d’incisiva rilevanza ,tuttavia costituisce un momento storico molto significativo. I principi della rivoluzione francese diventano fermento di una vita nuova e aprono le conoscenze verso una nuova fase di rinnovamento sociale. Da un sistema autoritario, nel quale era negata ogni libertà, si passa a un sistema che, se pure attraverso fasi intermedie anarchiche, si avvia lentamente verso la democrazia e il riconoscimento dei diritti inalienabili dell’uomo. Nel 1789 noi cirotani, oltre alla Rivoluzione francese ricordiamo la nascita dello storico Gian Francesco Pugliese. -Ai primi dell’Ottocento la nuova società si avvia a prendere coscienza nella scelta: si verifica una spinta rivoluzionaria di movimenti e di idee nuove, sollecitate da uomini coraggiosi che lottano per la libertà e l’Unità d’Italia. Alcuni eventi particolari, verificatosi in tale periodo a Cirò, meritano di essere ricordati : “ I briganti assediano Cirò”. Il 24 luglio 1806 comparirono i briganti sul monte detto Sant’ Elia e, avvicinatisi sotto le mura, il popolo senza esitare aprì il fuoco contro di loro. Molti morirono, altri si diedero a incendiare i casali del territorio e altri ancora rapirono animali di ogni genere. Il giorno dopo, i briganti cercarono tutti i mezzi per essere ammessi amichevolmente dentro le mura ma, riusciti vani tutti i loro tentativi, minacciarono di mettere tutto a sangue e fuoco. A tali minacce i coraggiosi cirotani li inseguirono con una continuata fucileria mentre quelli che erano rimasti dentro l’abitato caricarono il cannone a mitraglia e lo puntarono sul monte di Sant’Elia liberando la patria di Cirò. -Il 16 agosto 1811 nacque in Cirò Emilio Pugliese, figlio dello storico Giovan Francesco. Studiò a Roma Matematica, Filosofia, Letteratura e Diritto Pubblico, poi ritornò a Cirò accolto ed onorato da tutti e si dedicò ad istruire i giovani. Più volte ebbe occasione di dimostrare la sua bravura e lo fece con diversi scritti, con i quali acquistò fama di letterato e con i suoi discorsi che erano diretti al bene comune ed agli ammaestramenti dei giovani, che sempre esortava allo studio, al bene, all’amore della virtù. E quando erano necessari i suoi consigli, il suo sapere, il popolo di Cirò lo perse, perse: l’Istruttore dei giovani, il Difensore dei poveri, il Letterato, il Poeta. Era il 2 settembre 1852, aveva solo 41 anni! Da ricordare che Cirò perse anche il patriota, sì perché il Pugliese, spirito ribelle e pieno di furor patrio, prese parte attiva ai movimenti liberali dell’800 e in special modo ai moti del 1848 -Il cirotano Raffaele Capoano con i Fratelli Bandiera Diversi cirotani, circa una cinquantina, erano interessati ai fatti del Risorgimento, ma colui che collaborò personalmente con Attilio ed Emilio Bandiera fu Raffaele Capoano. I Fratelli Bandiera affiliati della “Giovane Italia”, fondata da Giuseppe Mazzini, con solo diciotto compagni sbarcarono sulle sponde del fiume Neto tra Crotone e Cirò Marina, dove il cirotano ed altri due di Crotone li attendevano con un folto gruppo di patrioti per partecipare all’insurrezione su Cosenza. Da testimonianze verbali pare che in quella notte si riunissero nella residenza di campagna del Capoano in località Ceramidio per decidere gli spostamenti strategici. Perché la riunione rimanesse segreta, sparsero la voce che si sarebbero riuniti nella casa Naty di Casopero. Ne conseguì che la notte stessa quell’abitazione fu incendiata: erano stati traditi! Informati dai briganti protettori si diedero alla fuga, ma al palazzo di Salvogaro il gruppo guidato dal Capoano fu preso dai gendarmi, alcuni vennero rinchiusi nelle carceri nel Castello di Crotone, molti furono uccisi sul posto e massacrati. Raffaele Capoano rimase in prigione fino al 1859, quando fu scarcerato, dopo anni di torture, ritornò a Cirò. Sfogò l’odio accumulato in carcere nell’opera “Ispirazioni Patriottiche”. Riferimenti letterari in prosa e in versi di autori cirotani Autore Titolo Epoca Gian Teseo Casopero (1509-1537) Umanista Epistole Epistolarum libri duo 1526 1535 Luigi Giglio o Lilio Compendium (Opuscolo scientifico) (1510-1576) Astronomo Celebre riformatore del Calendario Romano 1577 Elia Astorini (1651-1701) Filosofo, Matematico, Teologo 1691 XVIII sec. Elementa Euclidis Ars Magna Pytagorica (Manoscritto) Gian Francesco Pugliese (1789-1855) Storico Descrizione ed Istorica Narrazione di Cirò 1949 Emilio Pugliese (1811-1852) Letterato, Poeta, Patriota La vita campestre di un calabrese (Raccolta di poesie) Poemetto 1833 Luigi Siciliani (1881-1825) Poeta e Letterato Rime della lontananza Poesie per ridere Il libro della poesia 1906 1909 1914 Giovanni Francica I volti del nemico Canto per le madri 1910 1918 1918 Luigi Siciliani Luigi Siciliani nacque a Cirò da nobile famiglia il 15 Febbraio 1881. Dopo aver studiato nel Liceo di Catanzaro, si trasferì al Collegio Nazareno di Roma , dove ancora giovanissimo iniziò la sua brillante attività letteraria. Conseguì la laurea in Giurisprudenza e quella in Lettere. Nel 1907 si trasferì a Milano dove fondò con altri intellettuali l’Associazione Nazionalista Italiana ed il settimanale interventista IL TRICOLORE, grazie al quale esercitò un’ attiva propaganda patriottica. Accorse volontario allo scoppio della prima guerra mondiale vivendo l’ esperienza in trincea. A guerra finita, continuò l’attività politica nell’ Associazione Nazionalista , partecipò con Gabriele D’ Annunzio all’ impresa di Fiume e nel 1919 fu eletto deputato a Catanzaro in una lista di reduci e combattenti. Nel 1922-1923 fu Sottosegretario alla Pubblica Istruzione e Belle Arti nel gabinetto Facta e mantenne tale incarico anche nel primo Governo Mussolini. Morì a Roma il 24 Maggio 1925. Notevole fu l’apporto alla vita letteraria Italiana sia nella produzione lirica sia nella prosa (Romanzo e Saggi di vario argomento). Fu molto apprezzato anche come giornalista. Una preziosa miniera è costituita dalla sua corrispondenza con i letterati più illustri del suo tempo: (G. D’Annunzio, G. Goz –zano, G. Pascoli ,T. Marinetti, A. Negri , Boccioni e moltissimi altri. Le Lettere di Giovanni Pascoli a Luigi Siciliani (68) sono state pubblicate nel 1979. Lettera di G. Pascoli a L. Siciliani O figlio caro! O caro figlio! O il più bel Gigi dei miei Gigi! Tu vuoi dal babbo un buon consiglio? Fa di seguire i miei vestigi. Ma quando troverai gli estremi, allora non fermarti… và! Non voglio che tu pianga e tremi Su quello che riposerà! Allora, avanti! Avanti, allora! A me il tramonto, a te l’aurora. I nomi più diffusi a Cirò Angela Anciùlina Anna Annina-Ninetta Antonia/o ‘Ntonetta-‘Ntonu-Totonnu Carmela/o Carmena-Carmine Cataldo Catavuru Caterina Titina Domenico Micucciu-Mimì Filomena Mena Francesca/o Chicchina-Cicciu Giuseppe Peppe Giuseppina Peppina-Pina Giovanna/i Giuvannina-Giuvannu Lucia Lucia Margherita Majarita Maria Maria Mariangela Marianciula Mariantonia Marantona Mariarosa Mararosa Mariateresa Marataresa Nicodemo Nicudemu Rosa Rosina-Rosetta Salvatore Sarvaturu-Turuzzu Teresa Sisina Vincenzo/a Vicenzu-Cenzu-Cenzina Il Santo più amato della Calabria: San Francesco di Paola Francesco nacque a Paola (CS) il 27 Marzo 1416 da Giacomo D’Alessio e Vienna da Fuscaldo, una coppia di coniugi dalla salda fede cattolica. Entrambi devoti, in particolare a San Francesco d’Assisi, per le intercessioni del quale, pur trovandosi già in età avanzata, chiesero la grazia di un figlio a cui avrebbero dato il nome di Francesco, e così fu. Questa grande gioia però fu turbata dal fatto che il piccolo Francesco contrasse una forma grave di infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente in preghiera al “poverello d’Assisi” promettendogli, in caso di guarigione, che il piccolo avrebbe indossato per un anno intero l’abito dell’Ordine francescano. Il decorso della malattia fu rapido. All’età di tredici anni narrò della visione di un frate francescano che gli ricordava il voto fatto dai genitori e così fu accolto nel convento di San Marco Argentano (CS), dove vi rimase per un anno. Nel 1430 intraprese con la famiglia un lungo pellegrinaggio che aveva come meta principale Assisi. Rientrato a Paola, iniziò un periodo di vita eremitica. Nel 1435 altri si associarono a questa esperienza, riconoscendolo come guida spirituale. Con i suoi seguaci costruì una cappella e tre dormitori dando, di fatto, inizio all’esperienza tutt’ora in corso dell’Ordine dei Minimi. Straordinari sono i prodigi che si raccontano di lui: fece sgorgare l’acqua ove prima la terra era asciutta; guarì i moribondi; restituì la parola ai muti e la vista ai ciechi. La sua fama si propagò per tutta l’Italia, girò per la Calabria fondando chiese e conventi e operando miracoli come il seguente: Francesco andò in Sicilia attraversando lo Stretto con il suo mantello, che distese sulle acque e, legando all’estremità del suo bastone un lembo del mantello, formò una specie di vela che dispiegò al vento e miracolosamente la navicella con i due compagni, Paolo e Giovanni, approdò nei pressi di Messina. I tre poverelli suscitarono un’indicibile meraviglia nei pescatori siciliani che furono i primi testimoni dello straordinario prodigio e diffusero immediatamente la notizia in città. Nel 1483 iniziò un nuovo periodo per il paolano perché il re Luigi XI di Francia, gravemente ammalato, dovette fare riferimento a Papa Sisto IV per avere il Santo al suo capezzale. Francesco sapeva però che il suo viaggio era senza ritorno. Vedendo l’incantevole panorama della Calabria si rattrista e, implorando Dio, chiede con la preghiera di avere giorni migliori per lasciare la sua terra. Egli spesso si chiudeva nella sua profonda umiltà e pregava. Quando poi venne ricevuto in privata udienza dal papa, gli offrì, per la sua umiltà, l’Ordine del Sacerdozio. Il Santo nell’ultimo decennio della sua vita fondò l’Ordine dei Minimi, l’Ordine delle religiose di Clausura e un terzo Ordine che ancora oggi esiste. Il venerdì santo del 2 Aprile 1507, all’età di 91 anni, morì a Tours in Francia. Nel 1519 fu proclamato Santo da Papa Leone X e nel 1943 Celeste Patrono dei Marittimi. CONCLUSIONE - Durante l’ora di quota locale, anche quest’anno tutti abbiamo mostrato voglia di allargare le nostre conoscenze sul territorio in cui viviamo. Abbiamo ripercorso con grande interesse il periodo storico di Cirò dal Rinascimento all’Unità d’Italia, abbiamo conosciuto i suoi figli illustri, i nomi più diffusi in passato e le tradizioni a cui siamo molto legati. Il lavoro programmato purtroppo non è stato possibile ultimarlo perché molto vasto. Il materiale che abbiamo reperito circa le orazioni in dialetto è stato selezionato ma dovrà essere rivisitato. Il prossimo anno, sin dall’inizio, ci impegneremo a completarlo realizzando , si spera, una gustosa raccolta di antiche orazioni che le generazioni passate ci hanno lasciato e noi, orgogliosi, le tramanderemo a quelle future, al fine di conoscere e valorizzare l’autentica cultura popolare cirotana.