M
itinerari di
atelica
Storiaultura
rte
A
C
C
Negli itinerari proposti si possono trovare
le numerose tessere
che compongono la
realtà, la “faccia” di
questa nostra bellissima città. Vi troverete
arte, storia, cultura,
archeologia, enogastronomia e un po’
della nostra gente.
Buona lettura.
Matelica, in queste
pagine, presenta al
visitatore alcuni itinerari, tutti diversi, ma
adatti ad ogni persona. Un’occasione per
scoprire i suoi tanti
volti, le sue tante
storie.
I
l territorio di Matelica è compreso nella provincia
di Macerata. La città dista: 45 Km. da Macerata;
67 Km. da Loreto; 71 Km. da Assisi; 27 Km. dalle
Grotte di Frasassi; 17 Km. da Fabriano.
UNA CITTÀ
DA SCOPRIRE
Eusebio da San Giorgio
“Madonna di Maggio”
Museo Piersanti
Quattro passi
nella storia
Non conosciamo molto della storia matelicese;
dopo i recenti studi promossi dalla Soprintendenza Archeologica delle Marche, abbiamo potuto
ricostruire alcuni aspetti della sua origine picena.
Sappiamo con certezza che, nel comprensorio di
Matelica, le prime tracce d’insediamento umano
risalgono alla preistoria. Soltanto nell’età del ferro, VIII secolo a.c., si hanno notizie più precise,
in questo periodo si sviluppa anche la civiltà
picena, ma un centro abitato con caratteristiche
di tipo urbano non si è ancora sviluppato. La
città vera e propria sorge soltanto con la nascita
del Municipium, I secolo d.c. La città occupava
allora, quasi per intero, la superficie dell’attuale
centro storico.
Non conosciamo molto dell’epoca medioevale.
Uno dei più importanti storici matelicesi, Camillo
Acquacotta, è riuscito a ricostruire alcuni episodi
che vanno dalla guerra gotica alla nascita del
Comune. Il Comune s’affermò intorno al 1150,
quando i matelicesi riuscirono ad affrancarsi
dal Conte Ottone, l’antico feudatario di nomina
imperiale.
Nel 1394 gli Ottoni ripresero il potere, ottenendo
dal pontefice il vicariato sulla città e lo manterranno
fino al 1578. La Signoria modificò radicalmente
l’urbanistica del centro storico: furono realizzati
magnifici edifici rinascimentali e furono favorite
le attività industriali: nel 1500 erano presenti più
di centododici lanifici. Dal 1610 fu retta da un
governo di breve, munito di piena giurisdizione
civile e penale, e indipendente dal governatore
generale della provincia. Il centro continuò ad
arricchirsi di nuovi e più grandi edifici religiosi
e civili. Con l’annessione al Regno d’Italia, la
latente crisi economica si manifestò apertamente.
L’industria dei panni lana si dissolse quasi completamente; restarono attive alcune piccole concerie.
Soltanto nel secolo appena concluso l’economia
è ritornata ad espandersi. Nell’immediato dopoguerra sono stati aperti nuovi opifici industriali e
qualche anno dopo, grazie anche alla presenza di
Enrico Mattei, sono nate importanti industrie di
confezioni e metalmeccaniche. Di questa nuova
ricchezza ne ha giovato anche l’agricoltura che si
è specializzata nella viticoltura e nell’allevamento.
Di conseguenza la città è cresciuta e l’edilizia
privata è uscita dal centro storico e si è diffusa
nel territorio immediatamente vicino ad esso.
Stemma della famiglia Ottoni
le antiche
origini
I reperti
di varie epoche
compaiono in più punti
della città.
Di notevole
interesse archeologico
le necropoli distribuite
su quasi tutto il
territorio comunale.
Teatro Piermarini
- edificio termale
Teatro Comunale Piermarini
Nel corso del restauro dell’edificio sono emersi i resti di una struttura abitativa di epoca picena: due
tratti di mura esterne costituite da ciottoli di fiume e pietre, tegole e coppi della copertura, resti di
argilla essiccata con tracce di incannucciata, frammenti di ceramica antica a figure rosse del Vˆ secolo a.c. . Impianto termale con ingresso su via Umberto Iˆ in corrispondenza con uno dei decumani
della città. Le terme erano costituite da due ambienti riscaldati (calidaria), con resti di suspensurae,
un ambiente con mosaico, un ambiente per l’alimentazione dell’impianto di riscaldamento ed alcuni
tratti di condotte per lo smaltimento delle acque.
Piazza Enrico Mattei – Palazzo del Governo
Sono ritornati alla luce diversi ambienti con pavimenti a mosaico di una domus costruita sul lato
ovest del foro, l’attuale piazza. Sono visibili tratti di mosaici a
tessere bianche e nere a motivo di cerchi allacciati ed
un mosaico con due figure umane, un ramo su
cui è posato un uccello e la parte inferiore di
un grande felino. Risalgono alla prima età
imperiale.
Palazzo Ottoni
Ambienti con pareti affrescate e pavimenti a mosaico di una domus. Tre
sono gli ambienti meglio conservati,
decorati con mosaici policromi
geometrici collegati da due accessi
che conservano integre le soglie in
pietra. Le stanze sono collegate da
un portico anch’esso con pavimento a mosaico (Iˆ – IIˆ secolo d.c.).
Nei sotterranei del palazzo altri resti
murari della domus.
aree
archeologiche
Lapidario Comunale
Distribuito tra il Palazzo Comunale ed il Palazzo Ottoni, raccoglie le testimonianze epigrafiche del
municipio romano di Matilica, risalenti per lo più ai primi secoli dell’impero. Tra le lapidi presenti,
particolarmente interessante, è la base in marmo con iscrizione onoraria di Caius Arrius Clemens,
vissuto tra il Iˆ e IIˆ secolo d.c., in cui è ricordata la sua carriera militare sotto gli imperatori Traiano
e Adriano e la sua nomina a duumviro del municipio di Matilica, la principale carica della città.
Raccolta archeologica del Museo Piersanti
Si compone di un nucleo settecentesco formatosi, principalmente, per opera di Mons. Venanzio
Filippo Piersanti, grazie all’acquisizione di materiale, in gran parte scultoreo, reperito sul mercato
antiquario romano; a questo si aggiungono alcuni reperti, che vanno dalla preistoria fino ad epoca
romana riuniti all’interno del museo tra Otto e Novecento.
Museo
archeologico
É ospitato in uno degli edifici matelicesi più belli, l’antico Palazzo Finaguerra, che
ha origini trecentesche. Il palazzo fu ricostruito nel 1710 e conserva intatti splendidi
saloni decorati nel 700 e nell’800. Particolarmente interessante è il grande salone
al centro del piano nobile che conserva splendide porte dipinte e la galleria delle
armi completamente decorata con dipinti a tempera con storie di Alessandro Magno
e Giulio Cesare.
Il Museo è diviso in tre sezioni: l’età pre-romana, l’età romana e il Medio Evo.
Importantissimi i corredi funerari di alcune tombe di principi piceni, rinvenute nel
territorio comunale e una piccola, ma preziosa collezione di maioliche medioevali
di manifatture matelicesi.
A destra piantina di
una capanna picena.
In basso elmo e
situla piceni
(Tomba Villa Clara)
Museo Archeologico Comunale
Galleria
Salone delle grottesche
il globo
di matelica
Il Globo o Sfera di Matelica è uno straorPerreperto
chi ha ancora
del tempo,
consigliadinario
archeologico
rinvenuto
nel
mo
anche
una
breve
visita
agli
angoli
1985 durante i lavori di consolidamento
delmedioevalidel
delPalazzo
centro storico
che offro-in
le fondamenta
del Governo,
no
scorci
particolarmente
interessanti.
pieno centro storico . Si tratta di una sfera
Una prima
essere fattadi
di marmo
greco passeggiata
cristallino, può
del diametro
nei
vicoli
intorno
porta
Cuoio,
circa 30 cm., sulla quale sono incisila: zona
linee,
città compresa
il Museo
Piercerchidella
concentrici,
archi,tralettere
e parole
santi e Piazza
Mattei.
Porta Cuoio
appartenenti
all’antico
alfabeto
greco.nonIl
esiste
più,
purtroppo
è
stata
demolita
Globo di Matelica è un antichissimo
“oroagli
inizi
di
questo
secolo.
Un
logio solare”, un geniale strumento edificio
per osinteressante
da visitare
è il vecchio
matservazioni
e calcoli
astronomici,
astrologici
tatoio
con
l’adiacente
loggia
del
pesce.
e cronologici. Questo “computer di pietra”
La costruzione
corso di con
restauro
è in grado,
infatti, èdi inindicare,
buoed
è
destinata
ad
ospitare
una
imporna precisione, le ore del giorno dal sorgere
tanteilenoteca.
I vicoli,
a questo
del Sole,
calendario,
le intorno
date dei
Solstiedificio,
sono
molto
stretti
e
sempre
in
zi e degli Equinozi, l’entrata del Sole nelle
ombra;
chiusi
da
alti
edifici
medioevali
varie costellazioni dello Zodiaco, la durata
collegati
tra loro,
da cavalcavia
metdel giorno
e della
notte
nelle varieche
epoche
tono
in
comunicazione
gli
edifici.
dell’anno ecc... Questo Globo può essere
Molto “quadrante
interessante solare”
anche ilo dedalo
di
considerato
“meridiavicoli
del
Cafano,
il
principale
corre
na”, infatti, per poter fornire le indicazioni
parallelo
Corso,
è interrotto
dal palazrichieste,
deve al
essere
esposto,
correttamente,
zo
del
Municipio,
continua
cambiando
alla luce del Sole, utilizzando il “confine”
nome,
Vicolo
Forno
e termina
in Vico-in
generato
dalla
parte
illuminata
e quella
lo
Orfanelle.
Sono
questi
spazi
angusti i
ombra della Sfera, quando esso interseca
che
conservano
ancora
sotto
le
pietre
i
segni e le linee incise sulla sua superficie. Ma
camminamenti
delle
antiche
mura
mela particolarità che contraddistingue questo
dioevali:
i vicoli
seguono
l’andamento
oggetto
dagli altri
simili,
è la forma
sferico
del
terreno
in
continui
saliscendi.
Vicolo
– convessa; infatti, si conosce solo un
altro
Orfanelle,
devesolare
questosferico
nome alalla
preesempio
di orologio
mondo,
senza
di
un
antico
orfanotrofio,
è
molto
ed è quello rinvenuto in Grecia nel 1939,
strettodelle
fiancheggiato
da muri
di pietraI
nei pressi
città di Argo
e Micene.
degli
orti.
due Globi, comunque, differiscono per le
I matelicesi,
il vicolodi
dimensioni
(quellohanno
grecoribattezzato
è quasi il doppio
“Basciafemmine”
perché
molto
frequenquello di Matelica) e per le incisioni, molto
tatopresenti
dai fidanzati
nel secoloquindi
scorso.
diverse,
sulle superfici,
si può
tranquillamente affermare che il Globo di
Matelica è un esemplare unico al mondo!
LA PIAZZA
Un cammino interessante
tra palazzi e chiese, vicoletti
e Corsi principali,
alla scoperta di una Matelica
mai perduta.
Il luogo dove tutti i matelicesi amano ritrovarsi
è la grande piazza Enrico Mattei. Nelle calde e
soleggiate giornate estive, la gente si ripara nella
parte in ombra, mentre in inverno si addensa intorno
alla fontana sempre illuminata dal sole.
La piazza era già tracciata in epoca romana,
durante il periodo comunale ospitava gli edifici
pubblici più importanti: il Palazzo del Podestà,
quello del Capitano del Popolo, la Torre Civica
e la Pieve. A questi, qualche decennio più tardi,
si aggiunsero i palazzi degli Ottoni.
Al centro si innalza la monumentale fontana in
pietra bianca, progettata da Lorenzo Ventura da
Urbino nel 1587. Dalla vasca poligonale emergono quattro divinità marine “battezzate” dai
matelicesi “Biutinu”, “Maccagnanu”, “La Veloce”
e “La Sirena”.
Sul lato ovest della piazza si erge il Palazzo del
Governo, l’edificio fu iniziato nel 1271 dall’architetto fiorentino Benincasa Piglialupi. Originariamente era suddiviso in due nuclei attraversati da
una stretta strada che metteva in comunicazione
la piazza con la retrostante piazzetta delle Erbe.
I due palazzetti erano costruiti in pietra bianca,
ingentiliti alla base da archi gotici che formavano
un profondo loggiato; scale esterne conducevano ai
piani superiori. Nel primo risiedevano i Consoli,
le più alte magistrature comunali, nel secondo
il Capitano del Popolo. Qui si amministrava la
giustizia; sotto la Torre Civica erano state ricavate
anguste prigioni. In uno dei tanti restauri che
l’edificio ha subito, i due nuclei furono uniti da
un corpo centrale.
Nel 1511 Ascanio Ottoni fece costruire il loggiato,
unendolo al Palazzo del Governo e alla Torre.
Sul lato opposto della piazza, Palazzo Ottoni
In alto Torre civica e loggiato
In basso Loggetta del ‘500
Chiesa del Suffragio, eretta tra il 1704 e
il 1715 sull’area in parte occupata da una
chiesetta dedicata a San Sebastiano. Nella
chiesa sono conservate tre belle pale d’altare
che gli storici attribuiscono ad allievi di
Sebastiano Conca, Giacinto Brandi, Salvator
Rosa. L’ultimo lato della piazza è chiuso da
Palazzo Boldrini e da Palazzo Fossa. Sono tra
i più antichi della piazza. Il primo ha perso
tutti gli ornamenti della facciata: loggia e
finestre ed ora si presenta con un massiccio
muro di mattoni. Il secondo, invece, ha conservato molti elementi decorativi: la cornice
bugnata del portone, l’androne d’ingresso e
soprattutto i due bellissimi ordini di logge
nel cortile interno.
Fontana di Piazza Mattei
- particolari
fronteggia fisicamente e simbolicamente
il Palazzo del Governo. La famiglia Ottoni si era insediata su questo lato della
piazza, quando si sottomise all’autorità
comunale e si trasferì all’interno delle
mura cittadine.
L’edificio fu iniziato nel 1472 da Costantino
e Giovanni Battista da Lugano, i committenti erano Alessandro e Ranuccio Ottoni.
Il palazzo non fu mai completamente
realizzato. Oggi ospita uffici comunali, la
Biblioteca “L. Bigiaretti”, la Pinacoteca
Comunale.
Il Palazzo Comunale, unito a quello Ottoni, fu costruito da Vincenzo Ghinelli
nell’800.
Il lato sud della piazza è occupato dal
Palazzo De Sanctis, costruito dall’architetto
Antonio Mollarri nel 1814, ristrutturando
edifici preesistenti. Unita ad esso la bella
oltre
la
piazza
Questo secondo itinerario vi farà conoscere i più e bellissimi pezzi d’argenteria: importanti calici di
importanti edifici religiosi della città. Il punto di varie epoche e un preziosissimo crocifisso d’argenpartenza è ancora Piazza E. Mattei. Dopo aver per- to di Giovanni Giardini, argentiere romano attivo
corso un breve
tra il 1646 ed il
tratto di Corso
1722.
V. Emanuele,
Usciti dalla
si giunge in una
chiesa imbocpiccola piazcare l’arco
zetta dominata
sulla destra e
dalla facciata
poi vicolo Orti.
della Cattedrale
E’ questa una
e dalla mole
zona ricchissidel campanile,
ma di palazzi
posto al centro
rinascimentali,
della facciata.
molto belle le
L’ e d i fi c i o è
facciate postestato ricostruiriori del Palazto e restaurazo Campanelto più volte e
li, del Palazzo
il campanile
Bracci e Monti
da dietro una
de Luca, arricpiccola chiechite da grasa si è trovato
ziose loggette
al centro della
aeree.
facciata di una
Al termine
grande cattedradella discesa,
le. Dell’edificio
seguite le inbarocco sono
dicazioni per la
Chiesa del Suffragio
rimaste soltanto
vicina Piazza
due belle cappelle che fiancheggiano l’altare mag- San Francesco.
giore. Recentemente è stato allestito un piccolo Questo spazio è dominato dalla facciata del Palazzo
museo d’arte sacra che conserva paramenti liturgici Finaguerra (vedi scheda “Museo Archeologico”
La Cattedrale
di Santa Maria
in questo opuscolo), in fondo si innalza la bella
facciata a mattoni di San Francesco.
L’aspetto attuale è dovuto al restauro seicentesco.
Le cappelle laterali meritano un’attenta visita:
conservano opere di Ercole Ramazzani, Eusebio da
San Giorgio, Marco Palmezzano, Simone e Giovan
Francesco de Magistris, Durante Nobili.
Si ritorna in via Oberdan, in poche centinaia di
metri sorgono tre importanti chiese.
San Filippo 1655 – 1660, edificio interamente
barocco. Bellissimo organo sulla controfacciata,
dipinti del Savonazzi, del Brandi e del Ghezzi. Da
Chiesa San Francesco
a s. Marco Palmezzano
Madonna in trono e SS.
Francesco e Caterina
a d. Eusebio da S. Giorgio
Madonna in trono e Santi
non perdere la straordinaria sagrestia ellittica.
A pochi passi si erge la chiesa di San Giovanni
Decollato, attualmente chiusa, progettata dall’architetto Calderari nel 1733. E’ uno degli esempi
più belli di rococò marchigiano.
Alla fine della via, con facciata su via Sant’Adriano c’è la chiesa intitolata a Sant’Antonio e Santa
Teresa. L’interno in forme barocche è dominato
dall’altare maggiore circondato da tre grandi tele
con storie di Santa Teresa attribuite ad autori della
scuola del Solimena.
In alto
Chiesa di San Filippo
e organo monumentale.
A destra
Chiesa di Santa Teresa
e San Valentino,
altare maggiore
e abside
la beata
mattia
La chiesa più visitata dai matelicesi
è quella di Santa Maria Maddalena,
che tutti conoscono col nome della
suora che vi trascorse tutta la sua
esistenza nel XIIIˆ secolo: la Beata
Mattia Nazzarei (1270-1319). Molti
sono i prodigi attribuiti alla Beata,
dalla guarigione di un bimbo svegliato
dal coma quando lei era ancora in
vita, fino alla guarigione di un medico
napoletano, nel 1987.
Fu Papa Clemente XIIIˆ a firmare il
decreto di beatificazione, il 27 luglio
1765. Atto caldeggiato persino da
Gregorio IIIˆ, re dell’Inghilterra. Un
fenomeno inspiegabile è legato alle
spoglie della Beata. Il suo corpo si
è conservato intatto da sette secoli
e continua ad emettere umore sanguigno.
Oggi l’urna contenente la Beata, opera
di Domenico Piani, il più grande orafo
Chiesa della
Beata Mattia
Facciata
marchigiano del ‘700, è collocata nella chiesa del
monastero ed è visitata da un gran numero di
pellegrini. Il 19 marzo del 1991, al termine del
viaggio pastorale nelle Marche, anche Giovanni
Paolo II ha voluto visitare il monastero e pregare
sulla tomba della Beata Mattia Nazzarei.
Lasciata la chiesa si imbocca la rettilinea via
Beata Mattia, al termine della quale si incontra
la mole della chiesa di Sant’Agostino. Della
chiesa romanica è pervenuto il portale e alcuni
elementi della facciata. L’interno luminosissimo
è arricchito da delicati stucchi bianchi. Buoni
gli arredi degli altari ornati da Tele di Ercole
Ramazzani e Francesco Mancini.
edifici
privati
gli
Il tessuto urbano matelicese non presenta, sicuramente, la caratteristica
dell’omogeneità: in ogni
via o piazza si trovano
importanti palazzi gentilizi
accanto a modeste abitazioni popolari. In alcune vie,
però, si nota una maggiore
concentrazione di edifici
importanti. Per conoscerli
si consiglia di visitare,
almeno via Umberto Iˆ,
Corso Vittorio Emanuele
e alcune strade del rione
Campamante. In questo
borgo vi segnaliamo oltre
alla bella porta cinquecentesca, pressoché intatta, il
grande palazzo Romani
massiccio e possente nella facciata a mattoni e il
palazzo Finaguerra.
Gli edifici del Corso
Nella parte terminale di Corso Vittorio Emanuele, sono stati edificati i più importanti palazzi
nobiliari della città.
Palazzo Monti de Luca, con la bella facciata rifatta
nell’ottocento e il cortile aperto verso gli orti,
recintati da un alto muro. Palazzo Pettinelli, già
Bracci, di fondazione cinquecentesca, la facciata
posteriore conserva la bella loggia a piastrini che
guarda verso le montagne. Palazzo Campanelli,
anche questo cinquecentesco, arricchito dalla
loggetta aerea con le belle colonnine di pietra
bianca, conserva ancora gli ornamenti in stucco
del grande salone ovale del piano nobile.
Nella parte opposta della via, in piazza Garibaldi,
sorge il palazzo Acquacotta, prezioso palazzetto
seicentesco con il bell’androne d’ingresso ornato
di colonne ioniche e archi ribassati, di sculture
antiche e vivaci decorazioni ad affresco nelle sale
del piano terreno.
Ancora più interessanti gli edifici privati e pubblici
di via Umberto Iˆ.
In piazza Valerio si innalza la forte mole di
Palazzo Pierleoni, che custodisce gelosamente
nel suo interno il bel cortile decorato da logge e
lastricato di pietra bianca. Lì vicino si affacciano
anche: palazzo Mattei, già Grassetti, della seconda
metà del seicento, con la sua fantastica facciata
e il Teatro Comunale Piermarini, una delle ultime realizzazioni del grande architetto folignate.
Attualmente l’edificio, dopo l’ennesimo radicale
restauro, offre al visitatore l’abito ottocentesco
realizzato dall’architetto Petrini. Nell’ingresso
sono esposti, in una piccola mostra permanente,
i vari progetti, le locandine di alcuni spettacoli e
le foto con dedica dei maggiori artisti che qui si
sono esibiti; testimonianza di un secolo e mezzo
di intensa attività artistica. Ogni anno vi si svolgono: una stagione teatrale ed una concertistica,
molto seguite dai matelicesi.
G. Piermarini
- progetto teatro
Teatro Comunale Piermarini
il
museo piersanti
Il palazzo ospita un’istituzione
culturale tra le più antiche delle
Marche: il Museo Piersanti.
L’edificio costruito verso la
fine del ‘400 fu ingrandito nel
‘600 e nel ‘700. Nel 1728 fu
acquistato da Venanzio Filippo
Piersanti, Prefetto delle Cerimonie pontificie; qui sistemò
le sue numerose collezioni che
unitamente a quelle raccolte
dal fratello Giovanni diedero
vita al Museo Piersanti.
Nella sala maggiore si può
ammirare una bella serie di
arazzi settecenteschi con le
storie dell’Eneide. Numerosi
i dipinti esposti, opere dei
principali esponenti delle
scuole pittoriche: camerinese,
fabrianese e sanseverinate.
Importantissimo il crocifisso
ligneo di Sant’Eutizio datato
1160 – 1170.
Vi sono conservati alcuni
pregevoli disegni del Barocci
e della scuola di Raffaello e
poi porcellane orientali, oggetti
d’avorio, miniature, argenterie
sacre e profane, abiti, libri,
stampe e una curiosa serie
d’oggetti utilizzati nel corso
delle cerimonie sacre da Monsignor Piersanti: messe di beatificazione, anni santi
ecc. Notevole la collezione di mobili che vanno
dal ‘500 al ‘700. Tra le tante raccolte merita una
visita più attenta quella delle reliquie, custodite
in teche e reliquiari di varie epoche.
Museo Piersanti
Museo Piersanti.
Camera da letto
Cucina
Museo Piersanti.
Argenterie sacre.
Trittico della Crocifissione (particolare)
per chi
ha ancora
tempo...
Consigliamo anche una breve visita agli angoli
medioevali del centro storico; offrono scorci particolarmente interessanti.
Una prima passeggiata può essere fatta nei vicoli
intorno Porta Cuoio, la porta non esiste più, al suo
posto ora ci sono il Centro Italiano d’Analisi Sensoriale
e l’Enoteca Comunale, dove si possono assaggiare e
acquistare vini e prodotti tipici.
Sono interessanti anche i vicoli del Cafasso intorno
alla chiesa di San Giovanni fino alle spalle di Piazza
Mattei.
Alcuni Vicoli
LEGENDA
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16
17
18
19
Fontana
Torre Civica - Palazzo
del Governo
Palazzo Comunale
Palazzo Ottoni
Chiesa del Suffragio
Santa Maria Cattedrale
Palazzo Vescovile
Chiesa del Rosario
Museo Archeologico
San Francesco
San Filippo Neri
San Giovanni Decollato
Santa Teresa
Monastero Silvestrini
Enoteca Comunale
Centro Italiano Analisi
Sensoriale
Museo Piersanti
Teatro Piermarini
Sant’Agostino
Chiesa delle
Monachette
Beata Mattia
Tra il XVI e XVIII secolo, Matelica è stata un importante centro di
produzione tessile. Oggi quest’arte
è stata ripresa da un moderno
laboratorio tessile “L’Artelaio”.
Il centro è ospitato nel Palazzo
Piersanti ed è in grado di creare
Artigiani
al
lavoro
e riprodurre una vasta
gamma di tessuti, mettendo insieme i motivi della
tradizione antica con i
disegni più moderni.
Anche l’arte ceramica e
la scultura contano alcuni
coraggiosi artigiani che
ripropongono vecchi e
nuovi modelli usando
tecniche diverse.
sentieri
Nei dintorni della città di Matelica si possono
percorrere degli itinerari naturalistici incantevoli, paesaggi affascinanti si possono
ammirare risalendo
le pendici del Monte
San Vicino: percorrendo la strada
asfaltata soprannominata “Vespa”
in prossimità del
quartiere Casette
San Domenico e
giunti al termine
della salita, si può
ammirare il panorama di Matelica.
Proseguendo il percorso si attraversano
boschi di querce e
percorrendo i sentieri si giunge alle
pendici del Monte
San Vicino, dove
tra i boschi di faggi
si individua un sentiero che porta alla
vetta del monte, da
cui si gode un panorama unico e da
dove si può vedere,
in giornate limpide,
addirittura il Gran
Sasso a sud e la
costa della Dalmazia ad est.
Un altro suggestivo
itinerario si potrà
percorrere, se ci si
avvia verso i prati di
Gagliole. Attraversando il castagneto
di fonte Ancaiano,
si arriva alle falde
di Monte Lavacelli, attraverso boschi cedui
di cerro, carpano e querce, costeggiando le
sorgenti Fumaione. Suggestiva la passeggiata
per visitare i pascoli del Monte Gemmo e il giro
del Monte Canfaito, dove faggi ultra secolari
regalano paesaggi meravigliosi in primavera ed
autunno. Affascinante l’atmosfera naturalistica
che si respira nella gola del Sasso Forato (frattura fra due rocce) e a 2 chilometri di distanza
si trova la Croce delle Aie di Macciano (842 m)
da dove si può ammirare tutta la Valle dell’Esino
e i numerosi vigneti del Verdicchio di Matelica.
Altre località suggestive sono l’Abbazia di Roti
e la gola di Jana, a cui si arriva attraversando il
caratteristico paesino di Braccano, le cui case sono
state recentemente ornate con murales ad opera
di artisti appartenenti alle maggiori accademie
d’arte italiana.
Il fiume Esino
Sua
maestÀ
il
verdicchio
ed
i
p rodott i
tipici
mateli cesi
Il visitatore che transita per la prima volta nell’Alta Valle dell’Esino, superando la stretta “Gola di Frasassi”, avverte immediatamente una dimensione diversa: le dolci colline, momentaneamente scomparse,
ricompaiono come d’incanto, circondate da monti boscosi che sembrano cingerle come regine.
In questa singolare vallata, compresa
tra il Monte San Vicino ad est, la
catena dei Monti Sibillini a sud,
caratterizzata dalle bizzarrie del
fiume Esino, si estende la zona di
produzione del Verdicchio DOC di
Matelica. L’ottima esposizione dei
vigneti, la costante ventilazione, la
luminosità ed il calore contribuiscono a costruire un ambiente ottimale
per il ciclo vegetativo della vite. La
sapiente opera dei produttori, mirata
all’esaltazione della “tipicità”, unitamente all’uso delle più moderne tecnologie di vinificazione, hanno portato il Verdicchio di Matelica
ai livelli più alti dell’enologia nazionale.
Ma Matelica non è solo Verdicchio!! La particolare morfologia del territorio ha sempre offerto
un habitat adatto all’allevamento degli animali
ed anche oggi non è casuale vedere al pascolo
i bovini della pregiata razza Marchigiana, o gli
ovini della “razza fabrianese”.
Un discorso a parte meritano i suini. Il turista
non deve perdere l’occasione di assaggiare il
“Ciauscolo”, la nutella dei salami, ovvero un
gustosissimo salume da spalmare, oppure il
salame “Lardellato”, la “Coppa”, la “Lonza”
ed infine il “Salame di fegato”.
Matelica è anche Città del miele. Il nostro
miele viene raccolto nell’Alta Valle dell’Esino
tra colline, campi, boschi e corsi d’acqua in
un habitat ancora incontaminato; particolare
è il miele millefiori e quelli monofloreali. La
vera caratteristica del territorio viene espressa
dalla “Melata di Quercia”, un miele amaro
molto apprezzato.
Al ristorante potrete trovare molti piatti della
tradizione contadina; tra i primi piatti spiccano
i “Vincisgrassi” e le “Tagliatelle della trebbiatura”. Tra i secondi piatti, oltre il “coniglio in
porchetta” e “pollo in potacchio”, la classica
“coratella d’agnello”.
Per quanto riguarda i dolci , “la crescia fojata”,
uno strudel ricco di noci, uva secca,
fichi secchi e mele; “la frustenga”, tra i
cui ingredienti annovera la dolcissima
“sapa”, mosto d’uva condensato ed
infine la bianca, friabilissima e leggerissima “ciambella di Pasqua”.
Il turista che ama scoprire ed assaporare i prodotti tipici ed i vini del
territorio, non può non visitare l’Enoteca Comunale, situata in quella che
una volta era la cosiddetta “Loggia
del Pesce”. Aperta al pubblico tutti
i giorni (tranne il lunedì), è a disposizione per degustazioni, acquisti ed
informazioni. Annesso all’Enoteca è
il Centro Italiano d’Analisi Sensoriale, nel quale, grazie all’utilizzo
delle tecnologie più avanzate e al
lavoro di personale qualificato, si eseguono
test di determinazione qualitativa e di tipicità
territoriale su vini e prodotti alimentari.
personaggi
illustri
Divenuto nel 1945 commissario
straordinario dell’AGIP, con
l’incarico di liquidarla, fu strenuo sostenitore dell’opportunità
di potenziare la ricerca degli
idrocarburi.
Deputato nel 1948, rinunciò al
mandato nel 1953, quando fu
nominato presidente dell’ENI.
Sotto la sua guida l’Ente si inserì
nel mercato mondiale del petrolio in concorrenza con le grandi
compagnie internazionali, entrò
inoltre nei settori della chimica,
della gomma e delle materie
plastiche.
Enrico Mattei fu uno dei maggiori artefici della ricostruzione
industriale italiana, morì tragicamente in un incidente aereo di
cui non è stata accertata la causa.
I funerali si tennero a Matelica
dove tuttora è presente la tomba
di famiglia.
Enrico Mattei
Industriale, nato ad Acqualagna
(PU) nel 1906; morto a Bescapé
(PV) nel 1962. Si trasferì in gioventù a Matelica. Comandante
delle forze partigiane cristiane
durante la Resistenza, operò
sulle montagne intorno la città.
Intraprese l’attività lavorativa
nella conceria Fiore, ne divenne
il direttore, ma decise di tentare
la fortuna a Milano.
Libero
Bigiaretti
Scrittore, nato a Matelica il 16
maggio 1905 e morto a Roma
il 3 maggio 1993.
Trasferitosi a Roma con la famiglia a sei anni, Bigiaretti ha
continuato a rappresentare molti
suoi racconti e romanzi nella
città di origine, con la quale è
rimasto profondamente legato
per tutta la vita. Esordisce nel
1936 come poeta (“Ore e stagioni”), lavora come giornalista
per “Lettere d’oggi” e inizia la
sua attività di romanziere con
“Esterina” nel 1942. Seguono
tra le altre “Carlone” (1950),
“I figli” (1954), “I racconti”
(1961), “Le indulgenze” (1966)
che ottiene il premio Viareggio.
Dal 1952 al 1964, come molti
intellettuali italiani, tra i quali
Volponi, Pampaloni, Codignola,
collabora con Adriano Olivetti
Marcello
a Ivrea, dove dirige l’ufficio
stampa della Olivetti. E’ stato
Boldrini
Economista, nato a Matelica il 9 anche presidente della Società
febbraio 1890 e morto a Milano Italiana Autori e Editori.
nel 1969.
É stato un grande studioso di Pettinelli
statistica applicata alle scienze Diego
della vita, la biometria. Docente a Incisore e pittore, nato a MateliMessina, Padova e Milano, è stato ca il 10 agosto 1897 e morto a
membro del Consiglio Superiore Roma il 27 giugno 1989. Allievo
di Statistica. Successivamente è di Adolfo de Carolis, collaborò
stato presidente dell’AGIP e vi- con lui per molti anni, come negli
cepresidente dell’ENI con Mattei, affreschi del Palazzo del Podestà
gli successe nel 1962, dopo la a Bologna. Fu professore al Liceo
prematura morte.
Artistico di Roma.
AEREOPORTO
uscita A14
Ancona Nord
uscita A14
Civitanova
Marche
Informazioni:
Info Point
I.A.T.
Comune di Matelica
Ass. Pro Matelica
Museo Piersanti
Museo Civico Archeologico
Enoteca Comunale
Centro Italiano d’Analisi Sensoriale
0737.85333
0737.85671
0737.781811
0737.85671
0737.84445
0737.787244
0737.786129
0737.786129
www.comune.matelica.mc.it
www.ilcuoredellemarche.it (acquisto on-line prodotti tipici)
www.stradadelverdicchiodimatelica.com (ristoranti e strutture ricettive)
[email protected]
Città di Matelica
REGIONE
MARCHE
A cura di Antonio Trecciola
Foto di Erminio Burzacca, Fabrizio Massari Fotografo, Photos di Maurizio Massari
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