M itinerari di atelica Storiaultura rte A C C Negli itinerari proposti si possono trovare le numerose tessere che compongono la realtà, la “faccia” di questa nostra bellissima città. Vi troverete arte, storia, cultura, archeologia, enogastronomia e un po’ della nostra gente. Buona lettura. Matelica, in queste pagine, presenta al visitatore alcuni itinerari, tutti diversi, ma adatti ad ogni persona. Un’occasione per scoprire i suoi tanti volti, le sue tante storie. I l territorio di Matelica è compreso nella provincia di Macerata. La città dista: 45 Km. da Macerata; 67 Km. da Loreto; 71 Km. da Assisi; 27 Km. dalle Grotte di Frasassi; 17 Km. da Fabriano. UNA CITTÀ DA SCOPRIRE Eusebio da San Giorgio “Madonna di Maggio” Museo Piersanti Quattro passi nella storia Non conosciamo molto della storia matelicese; dopo i recenti studi promossi dalla Soprintendenza Archeologica delle Marche, abbiamo potuto ricostruire alcuni aspetti della sua origine picena. Sappiamo con certezza che, nel comprensorio di Matelica, le prime tracce d’insediamento umano risalgono alla preistoria. Soltanto nell’età del ferro, VIII secolo a.c., si hanno notizie più precise, in questo periodo si sviluppa anche la civiltà picena, ma un centro abitato con caratteristiche di tipo urbano non si è ancora sviluppato. La città vera e propria sorge soltanto con la nascita del Municipium, I secolo d.c. La città occupava allora, quasi per intero, la superficie dell’attuale centro storico. Non conosciamo molto dell’epoca medioevale. Uno dei più importanti storici matelicesi, Camillo Acquacotta, è riuscito a ricostruire alcuni episodi che vanno dalla guerra gotica alla nascita del Comune. Il Comune s’affermò intorno al 1150, quando i matelicesi riuscirono ad affrancarsi dal Conte Ottone, l’antico feudatario di nomina imperiale. Nel 1394 gli Ottoni ripresero il potere, ottenendo dal pontefice il vicariato sulla città e lo manterranno fino al 1578. La Signoria modificò radicalmente l’urbanistica del centro storico: furono realizzati magnifici edifici rinascimentali e furono favorite le attività industriali: nel 1500 erano presenti più di centododici lanifici. Dal 1610 fu retta da un governo di breve, munito di piena giurisdizione civile e penale, e indipendente dal governatore generale della provincia. Il centro continuò ad arricchirsi di nuovi e più grandi edifici religiosi e civili. Con l’annessione al Regno d’Italia, la latente crisi economica si manifestò apertamente. L’industria dei panni lana si dissolse quasi completamente; restarono attive alcune piccole concerie. Soltanto nel secolo appena concluso l’economia è ritornata ad espandersi. Nell’immediato dopoguerra sono stati aperti nuovi opifici industriali e qualche anno dopo, grazie anche alla presenza di Enrico Mattei, sono nate importanti industrie di confezioni e metalmeccaniche. Di questa nuova ricchezza ne ha giovato anche l’agricoltura che si è specializzata nella viticoltura e nell’allevamento. Di conseguenza la città è cresciuta e l’edilizia privata è uscita dal centro storico e si è diffusa nel territorio immediatamente vicino ad esso. Stemma della famiglia Ottoni le antiche origini I reperti di varie epoche compaiono in più punti della città. Di notevole interesse archeologico le necropoli distribuite su quasi tutto il territorio comunale. Teatro Piermarini - edificio termale Teatro Comunale Piermarini Nel corso del restauro dell’edificio sono emersi i resti di una struttura abitativa di epoca picena: due tratti di mura esterne costituite da ciottoli di fiume e pietre, tegole e coppi della copertura, resti di argilla essiccata con tracce di incannucciata, frammenti di ceramica antica a figure rosse del Vˆ secolo a.c. . Impianto termale con ingresso su via Umberto Iˆ in corrispondenza con uno dei decumani della città. Le terme erano costituite da due ambienti riscaldati (calidaria), con resti di suspensurae, un ambiente con mosaico, un ambiente per l’alimentazione dell’impianto di riscaldamento ed alcuni tratti di condotte per lo smaltimento delle acque. Piazza Enrico Mattei – Palazzo del Governo Sono ritornati alla luce diversi ambienti con pavimenti a mosaico di una domus costruita sul lato ovest del foro, l’attuale piazza. Sono visibili tratti di mosaici a tessere bianche e nere a motivo di cerchi allacciati ed un mosaico con due figure umane, un ramo su cui è posato un uccello e la parte inferiore di un grande felino. Risalgono alla prima età imperiale. Palazzo Ottoni Ambienti con pareti affrescate e pavimenti a mosaico di una domus. Tre sono gli ambienti meglio conservati, decorati con mosaici policromi geometrici collegati da due accessi che conservano integre le soglie in pietra. Le stanze sono collegate da un portico anch’esso con pavimento a mosaico (Iˆ – IIˆ secolo d.c.). Nei sotterranei del palazzo altri resti murari della domus. aree archeologiche Lapidario Comunale Distribuito tra il Palazzo Comunale ed il Palazzo Ottoni, raccoglie le testimonianze epigrafiche del municipio romano di Matilica, risalenti per lo più ai primi secoli dell’impero. Tra le lapidi presenti, particolarmente interessante, è la base in marmo con iscrizione onoraria di Caius Arrius Clemens, vissuto tra il Iˆ e IIˆ secolo d.c., in cui è ricordata la sua carriera militare sotto gli imperatori Traiano e Adriano e la sua nomina a duumviro del municipio di Matilica, la principale carica della città. Raccolta archeologica del Museo Piersanti Si compone di un nucleo settecentesco formatosi, principalmente, per opera di Mons. Venanzio Filippo Piersanti, grazie all’acquisizione di materiale, in gran parte scultoreo, reperito sul mercato antiquario romano; a questo si aggiungono alcuni reperti, che vanno dalla preistoria fino ad epoca romana riuniti all’interno del museo tra Otto e Novecento. Museo archeologico É ospitato in uno degli edifici matelicesi più belli, l’antico Palazzo Finaguerra, che ha origini trecentesche. Il palazzo fu ricostruito nel 1710 e conserva intatti splendidi saloni decorati nel 700 e nell’800. Particolarmente interessante è il grande salone al centro del piano nobile che conserva splendide porte dipinte e la galleria delle armi completamente decorata con dipinti a tempera con storie di Alessandro Magno e Giulio Cesare. Il Museo è diviso in tre sezioni: l’età pre-romana, l’età romana e il Medio Evo. Importantissimi i corredi funerari di alcune tombe di principi piceni, rinvenute nel territorio comunale e una piccola, ma preziosa collezione di maioliche medioevali di manifatture matelicesi. A destra piantina di una capanna picena. In basso elmo e situla piceni (Tomba Villa Clara) Museo Archeologico Comunale Galleria Salone delle grottesche il globo di matelica Il Globo o Sfera di Matelica è uno straorPerreperto chi ha ancora del tempo, consigliadinario archeologico rinvenuto nel mo anche una breve visita agli angoli 1985 durante i lavori di consolidamento delmedioevalidel delPalazzo centro storico che offro-in le fondamenta del Governo, no scorci particolarmente interessanti. pieno centro storico . Si tratta di una sfera Una prima essere fattadi di marmo greco passeggiata cristallino, può del diametro nei vicoli intorno porta Cuoio, circa 30 cm., sulla quale sono incisila: zona linee, città compresa il Museo Piercerchidella concentrici, archi,tralettere e parole santi e Piazza Mattei. Porta Cuoio appartenenti all’antico alfabeto greco.nonIl esiste più, purtroppo è stata demolita Globo di Matelica è un antichissimo “oroagli inizi di questo secolo. Un logio solare”, un geniale strumento edificio per osinteressante da visitare è il vecchio matservazioni e calcoli astronomici, astrologici tatoio con l’adiacente loggia del pesce. e cronologici. Questo “computer di pietra” La costruzione corso di con restauro è in grado, infatti, èdi inindicare, buoed è destinata ad ospitare una imporna precisione, le ore del giorno dal sorgere tanteilenoteca. I vicoli, a questo del Sole, calendario, le intorno date dei Solstiedificio, sono molto stretti e sempre in zi e degli Equinozi, l’entrata del Sole nelle ombra; chiusi da alti edifici medioevali varie costellazioni dello Zodiaco, la durata collegati tra loro, da cavalcavia metdel giorno e della notte nelle varieche epoche tono in comunicazione gli edifici. dell’anno ecc... Questo Globo può essere Molto “quadrante interessante solare” anche ilo dedalo di considerato “meridiavicoli del Cafano, il principale corre na”, infatti, per poter fornire le indicazioni parallelo Corso, è interrotto dal palazrichieste, deve al essere esposto, correttamente, zo del Municipio, continua cambiando alla luce del Sole, utilizzando il “confine” nome, Vicolo Forno e termina in Vico-in generato dalla parte illuminata e quella lo Orfanelle. Sono questi spazi angusti i ombra della Sfera, quando esso interseca che conservano ancora sotto le pietre i segni e le linee incise sulla sua superficie. Ma camminamenti delle antiche mura mela particolarità che contraddistingue questo dioevali: i vicoli seguono l’andamento oggetto dagli altri simili, è la forma sferico del terreno in continui saliscendi. Vicolo – convessa; infatti, si conosce solo un altro Orfanelle, devesolare questosferico nome alalla preesempio di orologio mondo, senza di un antico orfanotrofio, è molto ed è quello rinvenuto in Grecia nel 1939, strettodelle fiancheggiato da muri di pietraI nei pressi città di Argo e Micene. degli orti. due Globi, comunque, differiscono per le I matelicesi, il vicolodi dimensioni (quellohanno grecoribattezzato è quasi il doppio “Basciafemmine” perché molto frequenquello di Matelica) e per le incisioni, molto tatopresenti dai fidanzati nel secoloquindi scorso. diverse, sulle superfici, si può tranquillamente affermare che il Globo di Matelica è un esemplare unico al mondo! LA PIAZZA Un cammino interessante tra palazzi e chiese, vicoletti e Corsi principali, alla scoperta di una Matelica mai perduta. Il luogo dove tutti i matelicesi amano ritrovarsi è la grande piazza Enrico Mattei. Nelle calde e soleggiate giornate estive, la gente si ripara nella parte in ombra, mentre in inverno si addensa intorno alla fontana sempre illuminata dal sole. La piazza era già tracciata in epoca romana, durante il periodo comunale ospitava gli edifici pubblici più importanti: il Palazzo del Podestà, quello del Capitano del Popolo, la Torre Civica e la Pieve. A questi, qualche decennio più tardi, si aggiunsero i palazzi degli Ottoni. Al centro si innalza la monumentale fontana in pietra bianca, progettata da Lorenzo Ventura da Urbino nel 1587. Dalla vasca poligonale emergono quattro divinità marine “battezzate” dai matelicesi “Biutinu”, “Maccagnanu”, “La Veloce” e “La Sirena”. Sul lato ovest della piazza si erge il Palazzo del Governo, l’edificio fu iniziato nel 1271 dall’architetto fiorentino Benincasa Piglialupi. Originariamente era suddiviso in due nuclei attraversati da una stretta strada che metteva in comunicazione la piazza con la retrostante piazzetta delle Erbe. I due palazzetti erano costruiti in pietra bianca, ingentiliti alla base da archi gotici che formavano un profondo loggiato; scale esterne conducevano ai piani superiori. Nel primo risiedevano i Consoli, le più alte magistrature comunali, nel secondo il Capitano del Popolo. Qui si amministrava la giustizia; sotto la Torre Civica erano state ricavate anguste prigioni. In uno dei tanti restauri che l’edificio ha subito, i due nuclei furono uniti da un corpo centrale. Nel 1511 Ascanio Ottoni fece costruire il loggiato, unendolo al Palazzo del Governo e alla Torre. Sul lato opposto della piazza, Palazzo Ottoni In alto Torre civica e loggiato In basso Loggetta del ‘500 Chiesa del Suffragio, eretta tra il 1704 e il 1715 sull’area in parte occupata da una chiesetta dedicata a San Sebastiano. Nella chiesa sono conservate tre belle pale d’altare che gli storici attribuiscono ad allievi di Sebastiano Conca, Giacinto Brandi, Salvator Rosa. L’ultimo lato della piazza è chiuso da Palazzo Boldrini e da Palazzo Fossa. Sono tra i più antichi della piazza. Il primo ha perso tutti gli ornamenti della facciata: loggia e finestre ed ora si presenta con un massiccio muro di mattoni. Il secondo, invece, ha conservato molti elementi decorativi: la cornice bugnata del portone, l’androne d’ingresso e soprattutto i due bellissimi ordini di logge nel cortile interno. Fontana di Piazza Mattei - particolari fronteggia fisicamente e simbolicamente il Palazzo del Governo. La famiglia Ottoni si era insediata su questo lato della piazza, quando si sottomise all’autorità comunale e si trasferì all’interno delle mura cittadine. L’edificio fu iniziato nel 1472 da Costantino e Giovanni Battista da Lugano, i committenti erano Alessandro e Ranuccio Ottoni. Il palazzo non fu mai completamente realizzato. Oggi ospita uffici comunali, la Biblioteca “L. Bigiaretti”, la Pinacoteca Comunale. Il Palazzo Comunale, unito a quello Ottoni, fu costruito da Vincenzo Ghinelli nell’800. Il lato sud della piazza è occupato dal Palazzo De Sanctis, costruito dall’architetto Antonio Mollarri nel 1814, ristrutturando edifici preesistenti. Unita ad esso la bella oltre la piazza Questo secondo itinerario vi farà conoscere i più e bellissimi pezzi d’argenteria: importanti calici di importanti edifici religiosi della città. Il punto di varie epoche e un preziosissimo crocifisso d’argenpartenza è ancora Piazza E. Mattei. Dopo aver per- to di Giovanni Giardini, argentiere romano attivo corso un breve tra il 1646 ed il tratto di Corso 1722. V. Emanuele, Usciti dalla si giunge in una chiesa imbocpiccola piazcare l’arco zetta dominata sulla destra e dalla facciata poi vicolo Orti. della Cattedrale E’ questa una e dalla mole zona ricchissidel campanile, ma di palazzi posto al centro rinascimentali, della facciata. molto belle le L’ e d i fi c i o è facciate postestato ricostruiriori del Palazto e restaurazo Campanelto più volte e li, del Palazzo il campanile Bracci e Monti da dietro una de Luca, arricpiccola chiechite da grasa si è trovato ziose loggette al centro della aeree. facciata di una Al termine grande cattedradella discesa, le. Dell’edificio seguite le inbarocco sono dicazioni per la Chiesa del Suffragio rimaste soltanto vicina Piazza due belle cappelle che fiancheggiano l’altare mag- San Francesco. giore. Recentemente è stato allestito un piccolo Questo spazio è dominato dalla facciata del Palazzo museo d’arte sacra che conserva paramenti liturgici Finaguerra (vedi scheda “Museo Archeologico” La Cattedrale di Santa Maria in questo opuscolo), in fondo si innalza la bella facciata a mattoni di San Francesco. L’aspetto attuale è dovuto al restauro seicentesco. Le cappelle laterali meritano un’attenta visita: conservano opere di Ercole Ramazzani, Eusebio da San Giorgio, Marco Palmezzano, Simone e Giovan Francesco de Magistris, Durante Nobili. Si ritorna in via Oberdan, in poche centinaia di metri sorgono tre importanti chiese. San Filippo 1655 – 1660, edificio interamente barocco. Bellissimo organo sulla controfacciata, dipinti del Savonazzi, del Brandi e del Ghezzi. Da Chiesa San Francesco a s. Marco Palmezzano Madonna in trono e SS. Francesco e Caterina a d. Eusebio da S. Giorgio Madonna in trono e Santi non perdere la straordinaria sagrestia ellittica. A pochi passi si erge la chiesa di San Giovanni Decollato, attualmente chiusa, progettata dall’architetto Calderari nel 1733. E’ uno degli esempi più belli di rococò marchigiano. Alla fine della via, con facciata su via Sant’Adriano c’è la chiesa intitolata a Sant’Antonio e Santa Teresa. L’interno in forme barocche è dominato dall’altare maggiore circondato da tre grandi tele con storie di Santa Teresa attribuite ad autori della scuola del Solimena. In alto Chiesa di San Filippo e organo monumentale. A destra Chiesa di Santa Teresa e San Valentino, altare maggiore e abside la beata mattia La chiesa più visitata dai matelicesi è quella di Santa Maria Maddalena, che tutti conoscono col nome della suora che vi trascorse tutta la sua esistenza nel XIIIˆ secolo: la Beata Mattia Nazzarei (1270-1319). Molti sono i prodigi attribuiti alla Beata, dalla guarigione di un bimbo svegliato dal coma quando lei era ancora in vita, fino alla guarigione di un medico napoletano, nel 1987. Fu Papa Clemente XIIIˆ a firmare il decreto di beatificazione, il 27 luglio 1765. Atto caldeggiato persino da Gregorio IIIˆ, re dell’Inghilterra. Un fenomeno inspiegabile è legato alle spoglie della Beata. Il suo corpo si è conservato intatto da sette secoli e continua ad emettere umore sanguigno. Oggi l’urna contenente la Beata, opera di Domenico Piani, il più grande orafo Chiesa della Beata Mattia Facciata marchigiano del ‘700, è collocata nella chiesa del monastero ed è visitata da un gran numero di pellegrini. Il 19 marzo del 1991, al termine del viaggio pastorale nelle Marche, anche Giovanni Paolo II ha voluto visitare il monastero e pregare sulla tomba della Beata Mattia Nazzarei. Lasciata la chiesa si imbocca la rettilinea via Beata Mattia, al termine della quale si incontra la mole della chiesa di Sant’Agostino. Della chiesa romanica è pervenuto il portale e alcuni elementi della facciata. L’interno luminosissimo è arricchito da delicati stucchi bianchi. Buoni gli arredi degli altari ornati da Tele di Ercole Ramazzani e Francesco Mancini. edifici privati gli Il tessuto urbano matelicese non presenta, sicuramente, la caratteristica dell’omogeneità: in ogni via o piazza si trovano importanti palazzi gentilizi accanto a modeste abitazioni popolari. In alcune vie, però, si nota una maggiore concentrazione di edifici importanti. Per conoscerli si consiglia di visitare, almeno via Umberto Iˆ, Corso Vittorio Emanuele e alcune strade del rione Campamante. In questo borgo vi segnaliamo oltre alla bella porta cinquecentesca, pressoché intatta, il grande palazzo Romani massiccio e possente nella facciata a mattoni e il palazzo Finaguerra. Gli edifici del Corso Nella parte terminale di Corso Vittorio Emanuele, sono stati edificati i più importanti palazzi nobiliari della città. Palazzo Monti de Luca, con la bella facciata rifatta nell’ottocento e il cortile aperto verso gli orti, recintati da un alto muro. Palazzo Pettinelli, già Bracci, di fondazione cinquecentesca, la facciata posteriore conserva la bella loggia a piastrini che guarda verso le montagne. Palazzo Campanelli, anche questo cinquecentesco, arricchito dalla loggetta aerea con le belle colonnine di pietra bianca, conserva ancora gli ornamenti in stucco del grande salone ovale del piano nobile. Nella parte opposta della via, in piazza Garibaldi, sorge il palazzo Acquacotta, prezioso palazzetto seicentesco con il bell’androne d’ingresso ornato di colonne ioniche e archi ribassati, di sculture antiche e vivaci decorazioni ad affresco nelle sale del piano terreno. Ancora più interessanti gli edifici privati e pubblici di via Umberto Iˆ. In piazza Valerio si innalza la forte mole di Palazzo Pierleoni, che custodisce gelosamente nel suo interno il bel cortile decorato da logge e lastricato di pietra bianca. Lì vicino si affacciano anche: palazzo Mattei, già Grassetti, della seconda metà del seicento, con la sua fantastica facciata e il Teatro Comunale Piermarini, una delle ultime realizzazioni del grande architetto folignate. Attualmente l’edificio, dopo l’ennesimo radicale restauro, offre al visitatore l’abito ottocentesco realizzato dall’architetto Petrini. Nell’ingresso sono esposti, in una piccola mostra permanente, i vari progetti, le locandine di alcuni spettacoli e le foto con dedica dei maggiori artisti che qui si sono esibiti; testimonianza di un secolo e mezzo di intensa attività artistica. Ogni anno vi si svolgono: una stagione teatrale ed una concertistica, molto seguite dai matelicesi. G. Piermarini - progetto teatro Teatro Comunale Piermarini il museo piersanti Il palazzo ospita un’istituzione culturale tra le più antiche delle Marche: il Museo Piersanti. L’edificio costruito verso la fine del ‘400 fu ingrandito nel ‘600 e nel ‘700. Nel 1728 fu acquistato da Venanzio Filippo Piersanti, Prefetto delle Cerimonie pontificie; qui sistemò le sue numerose collezioni che unitamente a quelle raccolte dal fratello Giovanni diedero vita al Museo Piersanti. Nella sala maggiore si può ammirare una bella serie di arazzi settecenteschi con le storie dell’Eneide. Numerosi i dipinti esposti, opere dei principali esponenti delle scuole pittoriche: camerinese, fabrianese e sanseverinate. Importantissimo il crocifisso ligneo di Sant’Eutizio datato 1160 – 1170. Vi sono conservati alcuni pregevoli disegni del Barocci e della scuola di Raffaello e poi porcellane orientali, oggetti d’avorio, miniature, argenterie sacre e profane, abiti, libri, stampe e una curiosa serie d’oggetti utilizzati nel corso delle cerimonie sacre da Monsignor Piersanti: messe di beatificazione, anni santi ecc. Notevole la collezione di mobili che vanno dal ‘500 al ‘700. Tra le tante raccolte merita una visita più attenta quella delle reliquie, custodite in teche e reliquiari di varie epoche. Museo Piersanti Museo Piersanti. Camera da letto Cucina Museo Piersanti. Argenterie sacre. Trittico della Crocifissione (particolare) per chi ha ancora tempo... Consigliamo anche una breve visita agli angoli medioevali del centro storico; offrono scorci particolarmente interessanti. Una prima passeggiata può essere fatta nei vicoli intorno Porta Cuoio, la porta non esiste più, al suo posto ora ci sono il Centro Italiano d’Analisi Sensoriale e l’Enoteca Comunale, dove si possono assaggiare e acquistare vini e prodotti tipici. Sono interessanti anche i vicoli del Cafasso intorno alla chiesa di San Giovanni fino alle spalle di Piazza Mattei. Alcuni Vicoli LEGENDA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Fontana Torre Civica - Palazzo del Governo Palazzo Comunale Palazzo Ottoni Chiesa del Suffragio Santa Maria Cattedrale Palazzo Vescovile Chiesa del Rosario Museo Archeologico San Francesco San Filippo Neri San Giovanni Decollato Santa Teresa Monastero Silvestrini Enoteca Comunale Centro Italiano Analisi Sensoriale Museo Piersanti Teatro Piermarini Sant’Agostino Chiesa delle Monachette Beata Mattia Tra il XVI e XVIII secolo, Matelica è stata un importante centro di produzione tessile. Oggi quest’arte è stata ripresa da un moderno laboratorio tessile “L’Artelaio”. Il centro è ospitato nel Palazzo Piersanti ed è in grado di creare Artigiani al lavoro e riprodurre una vasta gamma di tessuti, mettendo insieme i motivi della tradizione antica con i disegni più moderni. Anche l’arte ceramica e la scultura contano alcuni coraggiosi artigiani che ripropongono vecchi e nuovi modelli usando tecniche diverse. sentieri Nei dintorni della città di Matelica si possono percorrere degli itinerari naturalistici incantevoli, paesaggi affascinanti si possono ammirare risalendo le pendici del Monte San Vicino: percorrendo la strada asfaltata soprannominata “Vespa” in prossimità del quartiere Casette San Domenico e giunti al termine della salita, si può ammirare il panorama di Matelica. Proseguendo il percorso si attraversano boschi di querce e percorrendo i sentieri si giunge alle pendici del Monte San Vicino, dove tra i boschi di faggi si individua un sentiero che porta alla vetta del monte, da cui si gode un panorama unico e da dove si può vedere, in giornate limpide, addirittura il Gran Sasso a sud e la costa della Dalmazia ad est. Un altro suggestivo itinerario si potrà percorrere, se ci si avvia verso i prati di Gagliole. Attraversando il castagneto di fonte Ancaiano, si arriva alle falde di Monte Lavacelli, attraverso boschi cedui di cerro, carpano e querce, costeggiando le sorgenti Fumaione. Suggestiva la passeggiata per visitare i pascoli del Monte Gemmo e il giro del Monte Canfaito, dove faggi ultra secolari regalano paesaggi meravigliosi in primavera ed autunno. Affascinante l’atmosfera naturalistica che si respira nella gola del Sasso Forato (frattura fra due rocce) e a 2 chilometri di distanza si trova la Croce delle Aie di Macciano (842 m) da dove si può ammirare tutta la Valle dell’Esino e i numerosi vigneti del Verdicchio di Matelica. Altre località suggestive sono l’Abbazia di Roti e la gola di Jana, a cui si arriva attraversando il caratteristico paesino di Braccano, le cui case sono state recentemente ornate con murales ad opera di artisti appartenenti alle maggiori accademie d’arte italiana. Il fiume Esino Sua maestÀ il verdicchio ed i p rodott i tipici mateli cesi Il visitatore che transita per la prima volta nell’Alta Valle dell’Esino, superando la stretta “Gola di Frasassi”, avverte immediatamente una dimensione diversa: le dolci colline, momentaneamente scomparse, ricompaiono come d’incanto, circondate da monti boscosi che sembrano cingerle come regine. In questa singolare vallata, compresa tra il Monte San Vicino ad est, la catena dei Monti Sibillini a sud, caratterizzata dalle bizzarrie del fiume Esino, si estende la zona di produzione del Verdicchio DOC di Matelica. L’ottima esposizione dei vigneti, la costante ventilazione, la luminosità ed il calore contribuiscono a costruire un ambiente ottimale per il ciclo vegetativo della vite. La sapiente opera dei produttori, mirata all’esaltazione della “tipicità”, unitamente all’uso delle più moderne tecnologie di vinificazione, hanno portato il Verdicchio di Matelica ai livelli più alti dell’enologia nazionale. Ma Matelica non è solo Verdicchio!! La particolare morfologia del territorio ha sempre offerto un habitat adatto all’allevamento degli animali ed anche oggi non è casuale vedere al pascolo i bovini della pregiata razza Marchigiana, o gli ovini della “razza fabrianese”. Un discorso a parte meritano i suini. Il turista non deve perdere l’occasione di assaggiare il “Ciauscolo”, la nutella dei salami, ovvero un gustosissimo salume da spalmare, oppure il salame “Lardellato”, la “Coppa”, la “Lonza” ed infine il “Salame di fegato”. Matelica è anche Città del miele. Il nostro miele viene raccolto nell’Alta Valle dell’Esino tra colline, campi, boschi e corsi d’acqua in un habitat ancora incontaminato; particolare è il miele millefiori e quelli monofloreali. La vera caratteristica del territorio viene espressa dalla “Melata di Quercia”, un miele amaro molto apprezzato. Al ristorante potrete trovare molti piatti della tradizione contadina; tra i primi piatti spiccano i “Vincisgrassi” e le “Tagliatelle della trebbiatura”. Tra i secondi piatti, oltre il “coniglio in porchetta” e “pollo in potacchio”, la classica “coratella d’agnello”. Per quanto riguarda i dolci , “la crescia fojata”, uno strudel ricco di noci, uva secca, fichi secchi e mele; “la frustenga”, tra i cui ingredienti annovera la dolcissima “sapa”, mosto d’uva condensato ed infine la bianca, friabilissima e leggerissima “ciambella di Pasqua”. Il turista che ama scoprire ed assaporare i prodotti tipici ed i vini del territorio, non può non visitare l’Enoteca Comunale, situata in quella che una volta era la cosiddetta “Loggia del Pesce”. Aperta al pubblico tutti i giorni (tranne il lunedì), è a disposizione per degustazioni, acquisti ed informazioni. Annesso all’Enoteca è il Centro Italiano d’Analisi Sensoriale, nel quale, grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate e al lavoro di personale qualificato, si eseguono test di determinazione qualitativa e di tipicità territoriale su vini e prodotti alimentari. personaggi illustri Divenuto nel 1945 commissario straordinario dell’AGIP, con l’incarico di liquidarla, fu strenuo sostenitore dell’opportunità di potenziare la ricerca degli idrocarburi. Deputato nel 1948, rinunciò al mandato nel 1953, quando fu nominato presidente dell’ENI. Sotto la sua guida l’Ente si inserì nel mercato mondiale del petrolio in concorrenza con le grandi compagnie internazionali, entrò inoltre nei settori della chimica, della gomma e delle materie plastiche. Enrico Mattei fu uno dei maggiori artefici della ricostruzione industriale italiana, morì tragicamente in un incidente aereo di cui non è stata accertata la causa. I funerali si tennero a Matelica dove tuttora è presente la tomba di famiglia. Enrico Mattei Industriale, nato ad Acqualagna (PU) nel 1906; morto a Bescapé (PV) nel 1962. Si trasferì in gioventù a Matelica. Comandante delle forze partigiane cristiane durante la Resistenza, operò sulle montagne intorno la città. Intraprese l’attività lavorativa nella conceria Fiore, ne divenne il direttore, ma decise di tentare la fortuna a Milano. Libero Bigiaretti Scrittore, nato a Matelica il 16 maggio 1905 e morto a Roma il 3 maggio 1993. Trasferitosi a Roma con la famiglia a sei anni, Bigiaretti ha continuato a rappresentare molti suoi racconti e romanzi nella città di origine, con la quale è rimasto profondamente legato per tutta la vita. Esordisce nel 1936 come poeta (“Ore e stagioni”), lavora come giornalista per “Lettere d’oggi” e inizia la sua attività di romanziere con “Esterina” nel 1942. Seguono tra le altre “Carlone” (1950), “I figli” (1954), “I racconti” (1961), “Le indulgenze” (1966) che ottiene il premio Viareggio. Dal 1952 al 1964, come molti intellettuali italiani, tra i quali Volponi, Pampaloni, Codignola, collabora con Adriano Olivetti Marcello a Ivrea, dove dirige l’ufficio stampa della Olivetti. E’ stato Boldrini Economista, nato a Matelica il 9 anche presidente della Società febbraio 1890 e morto a Milano Italiana Autori e Editori. nel 1969. É stato un grande studioso di Pettinelli statistica applicata alle scienze Diego della vita, la biometria. Docente a Incisore e pittore, nato a MateliMessina, Padova e Milano, è stato ca il 10 agosto 1897 e morto a membro del Consiglio Superiore Roma il 27 giugno 1989. Allievo di Statistica. Successivamente è di Adolfo de Carolis, collaborò stato presidente dell’AGIP e vi- con lui per molti anni, come negli cepresidente dell’ENI con Mattei, affreschi del Palazzo del Podestà gli successe nel 1962, dopo la a Bologna. Fu professore al Liceo prematura morte. Artistico di Roma. AEREOPORTO uscita A14 Ancona Nord uscita A14 Civitanova Marche Informazioni: Info Point I.A.T. Comune di Matelica Ass. Pro Matelica Museo Piersanti Museo Civico Archeologico Enoteca Comunale Centro Italiano d’Analisi Sensoriale 0737.85333 0737.85671 0737.781811 0737.85671 0737.84445 0737.787244 0737.786129 0737.786129 www.comune.matelica.mc.it www.ilcuoredellemarche.it (acquisto on-line prodotti tipici) www.stradadelverdicchiodimatelica.com (ristoranti e strutture ricettive) [email protected] Città di Matelica REGIONE MARCHE A cura di Antonio Trecciola Foto di Erminio Burzacca, Fabrizio Massari Fotografo, Photos di Maurizio Massari