Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 1 Pro Loco Brunate Associazione culturale Salento da Vivere Como-Brunate 10 - 17 maggio 2009 programma a pagina 23 con il patrocinio e il sostegno di: • Provincia di Como- assessorato al Turismo • Provincia di Lecce • Comune di Como - assessorato alla Cultura • Comune di Brunate • Comune di Salve • Ufficio Scolastico Provinciale di Como • Istituto comprensivo Como lago-scuola primaria “Gabriele Giussani” di Brunate Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 2 L’Italia tra due Fari 2 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 L’Italia tra due Fari Q 20:05 Pagina 3 Presentazione Le ragioni di un incontro uando nel mese di settembre dello scorso anno, Pietro Berra ci propose di organizzare una manifestazione che interessasse il lago di Como ed il Salento, provincia di Lecce, Brindisi e Taranto, l’arte, la cultura, il turismo e le produzioni delle due realtà, l’intuizione del giornalista del quotidiano comasco “La Provincia”, suscitò ipso facto, la favorevole convergenza dell’intero consiglio direttivo dell’associazione culturale “Salento da Vivere” di Como. Il faro di Santa Maria di Leuca e un altro simbolo del Salento: le Due sorelle di Torre dell’Orso sione per ribadire, ancora una volta, uno degli scopi primari della nostra associazione: creare le precondizioni per permettere a due tipiche culture, a tradizioni locali, a modi diversi di vivere il mondo, a sensibilità specifiche, di incontrarsi e confrontarsi per un arricchimento in termini cultuali, turistici, artigianali e commerciali, per un completamento reciproco. In tale ottica, anticipiamo che l’associazione culturale “Salento da Vivere”, è già impegnata affinché, nell’anno 2010 si possa percorrere in senso inverso quel ponte ideale. Sarà quella l’occasione per le attività turistiche, commerciali, artigianali e manifatturiere del territorio comasco per approdare nel territorio salentino. Benvenuto dunque Salento, sicuramente offrirai spunti di riflessioni, di confronto, di crescita e di rinnovata vitalità; gli oltre 2500 residenti nella provincia di Como ma di origine salentina, saranno, oggi e domani, fieri delle proprie radici ed orgogliosi di far parte di una comunità, quella Comasca, ove gente proba, laboriosa e concreta, ha consentito loro di instaurare un rapporto d’intesa sincero e proficuo. Il Salento sbarca così a Como nei giorni 15, 16 e 17 maggio, mostrando il suo sole più caldo, l’azzurro limpidissimo del suo mare, la trasparenza iridescente del suo cielo, il verde vellutato delle sue colline, le riarse macchie brune delle pianure in agosto. Sarà una gioia nuova, inusitata, di fragranze, di armonie e di arte e la stupenda Como, con il suo incantevole lago ove si affacciano splendide ville e terrazze impreziosite da eccezionali infiorescenze, con il suo territorio merlato da innevate montagne, da verdi ed ubertose colline, terra altresì di laboriosità e di ingegno, di imprenditorialità e di cultura, di storia patria e di scienza (dell’illustre concittadino Alessandro Volta si tratterà in altra parte), si fonderà con il Mediterraneo – Mare Nostrum – e ci faranno ricordare le gesta degli eroi, dei poeti e degli artisti che hanno lasciato più di un segno imperituro nella storia e nella cultura di ogni tempo. Vuole anche essere questa, un’occa- Grazie Salento, grazie Como… (afran) Associazione Salento da Vivere via Milano 212 Como telefono 3474165959 3 Opuscolo Salento:Layout 1 C 5-05-2009 20:05 Pagina 4 Promuoviamo le eccellenze L’Italia tra due Fari Achille Mojoli on grande piacere saluto questa interessante iniziativa culturale e turistica denominata “L’Italia tra due Fari: Brunate – Santa Maria di Leuca” , quale momento di unione tra due territori, quello del Salento e quello del Lago di Como, diversi tra loro ma con affinità culturali e vocazione turistica di alto livello. Questa Tre Giorni vuole essere un ulteriore strumento di scambio di esperienze e di conoscenze che permette alle due realtà di poter mostrare e promuovere le proprie eccellenze, creando nuove opportunità di business, soprattutto nel campo turistico dove il Lago di Como e la Penisola Salentina, a livello nazionale e internazionale, sono due realtà ben consolidate. I flussi turistici collocano la Regione Puglia tra quelle più affezionate al territorio Lariano con circa 18.000 presenze nel 2008; questo non fa altro che rafforzare il nostro convincimento che l’iniziativa sarà di grande utilità. Questo ponte di luce, che idealmente unisce i due Fari, vuole anche essere un omaggio alla Pila, grande invenzione del genio comasco Alessandro Volta cui il Faro di Brunate è dedicato. l'assessore al Turismo della Provincia di Como Achille Mojoli L Darko Pandakovic I nostri fari due grandi simboli 'Amministrazione Comunale di Brunate accoglie e saluta con riconoscenza l'iniziativa di gemellaggio tra i fari di Santa Maria di Leuca e di San Maurizio di Brunate. È un'occasione per mettere in contatto gusti e simpatie che avvicinano genti lontane sul territorio nazionale ma di cui è bello evidenziare le affinità. I fari sono realtà fisiche e ben visibili nella notte, ma in questa occasione la metafora del faro manda segni più complessi. Il faro segnala un promontorio, un'altura, un porto: la luce irradia dalla lanterna e fende il buio, con la massima diramazione, per raggiungere confini lontani. Chi vive in prossimità di un faro un poco si identifica con esso e, se per un verso vuole segnare il proprio luogo, per l'altro verso si lancia con quella luce verso zone inesplorate, valica le frontiere dei mari e delle terre che l'occhio misura nella luce del giorno, ma che nella notte divengono l'immersione nel mistero, con il gusto rischioso di un'avventura. La gente del faro è gente di frontiera e vive anche una realtà separata e proiettata lontano. Il nostro sguardo prealpino unifica le terre lombarde con quelle ticinesi e ne fa un tutt'uno, avventurandosi quasi nell'oltralpe; Santa Maria di Leuca è protesa all'Oriente, è partenza, è ritorno, è il fascino di esotici mondi lontani. Diamo il benvenuto agli amici del Salento, la cui terra ed i cui paesaggi, così speciali ed unici nella stessa regione Puglia, rievocano fierezza e storia, ospitalità e cultura. Il sindaco di Brunate Darko Pandakovic 4 Opuscolo Salento:Layout 1 C 5-05-2009 20:05 Pagina 5 Cultura e turismo motori del territorio L’Italia tra due Fari Sergio Gaddi ultura e turismo sono risorse inestimabili per la città e per il lago di Como. Perciò l’Amministrazione comunale ha deciso di sostenere questo gemellaggio tra i fari di San Maurizio e di Santa Maria di Leuca, che sottende, come si evince dal programma, una più ampia partnership tra due territori, il Lario e il Salento, accomunati da antichi legami nel campo artistico e culturale, oltre che dalla bellezza del paesaggio. Inoltre, nel 210° anniversario dell’invenzione della pila, teniamo a ricordare attraverso i fari anche Alessandro Volta, un grande concittadino senza il quale oggi non avremmo la luce elettrica. E il Comune di Como è impegnato da tre quarti di secolo a mantenere efficiente il faro di San Maurizio che, pure essendo in territorio di Brunate, appartiene all’amministrazione del capoluogo, cui fu donato negli anni Trenta dai Postelegrafonici italiani che ne avevano promosso la costruzione nel 1927. l’assessore alla Cultura del Comune di Como Faro di San Maurizio Sergio Gaddi illuminato foto di Carlo Pozzoni 5 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 6 Pescoluse, Torre Pali, Lido Marini, Posto Vecchio... L’Italia tra due Fari Una sinfonia di colori e un mare che canta e incanta per chi vuole regalarsi una vacanza in libertà L e acque cristalline, le dune di sabbia finissima, i fantastici tramonti. E poi la campagna circo-stante, con le caratteristiche pajare e i profumi dell’origano, del timo e del finocchio selvatico. Tante sensazioni forti ed intense, che in questo angolo di Salento non finiscono proprio mai. Salve è anche un affascinante approdo per gli storici e gli amanti del passato. Il Feudo del Fano cela una grossa fetta della conoscenza del Salento: nella Grotta Montani, sulla collina Spigolizzi, sono stati scoperti resti del Pleistocene; nel sito messapico della Chiusa, che reca ancora resti delle mura ciclopiche larghe sino ad otto metri e alte quattro che cingevano l’abitato, è stato portato alla luce un villaggio dell’Età del bronzo. E poi, una cripta basiliana, lo scenografico Palazzi Ceuli, con la sua scala barocca, il frantoio ipogeo Le Trappite del 1601 e tante altre affascinanti bellezze nascoste. Il borgo antico di Salve è zeppo di bellezze artistiche. Tra le tante si segnalano: la Torre dei Montano, del 1563, con le caratteristiche garitte e feritoie; la Chiesa in stile gotico di San Nicola Magno, che contiene all’interno un organo costruito nel 1658 da Giovanni Battista Olgiati; Palazzo Ramirez, con le volte affrescate e una loggia finemente decorata al piano nobile. Fuori dal centro abitato la Masseria dei Fani e, a Torre Pali, la caratteristica torre circondata dal mare. Descrivere Salve e le sue marine in pochi righi è veramente difficile, un luogo incantato dove bisogna immergersi per viverlo nel pieno delle sue particolarità. Il gemellaggio culturale tra il Lario ed il Salento è un momento importante per fare Marketing Territoriale, per far conoscere le peculiarità del territorio. Un momento in cui due culture diverse, ma appartenenti allo stesso Paese si incontrano e si confrontano su idee, attività produttive, tradizioni ed usanze creando anche importanti occasioni di business per imprenditori delle diverse attività produttive che si confrontano ed operatori turistici che anche a distanza di diverse centinaia di km possono collaborare per far crescere i due territori. l’assessore al Marketing Territoriale del Comune di Salve Massimo Chirivì Il sindaco Vincenzo Passaseo 6 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 7 L’Italia tra due Fari Un ponte di luce dal lago al mare I tanti legami tra Lario e Salento Santa Maria di Leuca: il faro e l'obelisco con la statua della Vergine (foto Pietro Berra) • L’Italia, a guardarla bene, è quasi speculare. Lo testimoniano la provincia di Como e quella di Lecce, due terre così lontane e così diverse, eppure legate da un’infinità di “fili rossi”. Ché ad annodarli bene insieme, si riesce quasi a formare un ponte. Sull’organo più antico della Puglia, quello seicentesco della chiesa Matrice di Salve, è inciso il nome del comasco Giovan Battista Olgiati, che lo fabbricò nel suo laboratorio di piazza San Fedele, nel cuore del capoluogo lariano. Poi, narra la leggenda, si imbarcò a Genova per portarlo ad Alessandria d’Egitto, ma fece naufragio lungo la costa salentina dove fu tratto in salvo dai pescatori di Torre Pali. E lì rimase, con le sue 393 canne. Come non capirlo, ben sapendo quanto è calorosa l’ospitalità dei salentini. Per non parlare di quel pezzo del mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto che Maria Corti, filologa e scrittrice che unì nei suoi libri (Il canto delle sirene, per esempio) i due estremi d’Italia, si fece riprodurre nella casa di Pellio Intelvi, incastonata tra il Lario e il Ceresio. La Corti, studiosa delle lingue e delle culture locali oltre che della grande letteratura universale, avrebbe certamente apprezzato anche le recenti contaminazioni tra la pizzica salentina e le ballate del cantautore laghée Da7 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 8 che sovrasta Como, e quello di Santa Maria di Leuca, al limite estremo del Tacco. Una suggestiva specularità apre e chiude lo Stivale, quasi a sottolinearne l’unità culturale, pur nelle mille differenze. A San Maurizio, faro celebrativo costruito a 906 metri di altitudine per omaggiare Alessandro Volta che a Brunate trascorse l’infanzia, si sale da una scalinata, e, giunti in cima, lo sguardo spazia fin oltre il confine con la Confederazione elvetica. A Santa Maria di Leuca il faro è inaccessibile, zona militare che dipende dalla Marina di Taranto, perché da qui si tengono d’occhio i confini invisibili che separano l’Italia dai paesi del Mediterraneo. E scendendo una maestosa scalinata si arriva al mare. Così lontani, eppure così vicini, il balcone delle Alpi punteggiato di ville liberty, “dove l’Italia è quasi Svizzera”, L’Italia tra due Fari Faro di Brunate, Como e sotto: un particolare delle scale interne (foto Roberto Crippa) vide Van De Sfroos, protagonista assieme a musicisti salentini e a Francesco De Gregori della Notte della Taranta 2005. Merita una citazione anche la Quaremma salentina, fantoccio dalle sembianze di strega, simbolo del gelo e della carestia, che viene bruciato al termine del periodo quaresimale, proprio come la sua “cugina” del Nord, ovvero la Giubiana di Cantù. Ma più di ogni altra cosa, a dare un’evidenza fisica e tangibile alle tante somiglianze, sono i due fari: quello di San Maurizio, in cima al monte di Brunate 8 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 9 L’Italia tra due Fari Sopra e sotto: il Lago di Como e il mare salentino visti dai due fari - (foto Pietro Berra) e Finibusterrae, di cui il grande poeta salentino Vittorio Bodini ha eternato le “case di calce, regina arsa e concreta / di questi luoghi dove termini, / meschinamente, Italia, in poca rissa / d’acque ai piedi d’un faro”. Ma anche Leuca è tempestata di ville, ben 43, che sottolineano con il loro fascino un altro punto in comune tra i due paesi, e più in generale tra i due territori: sono entrambi incantevoli e rinomate mete di villeggiatura, con una lunga e intensa storia alle spalle. Per chi fosse interessato ad approfondire legami e analogie tra il Lario e il Salento si consiglia di visitare il sito Internet di Carlo Stasi (www.carlostasi.too.it) insegnante e appassionato studioso di Acquarica del Capo, che per anni ha vissuto e lavorato a Como. In questo volumetto pub- blichiamo due suoi saggi: uno relativo all’organaro Olgiati, l’altro su un architetto comasco, Giovanni De Rosis, che ha lasciato il segno nella “Firenze del Sud”, come progettista della Chiesa del Gesù, uno dei tanti gioielli barocchi che impreziosiscono il capoluogo salentino. Pietro Berra 9 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 10 L’Italia tra due Fari B&B Il Gelso www.bbilgelso.com - cell.3476517950 10 Opuscolo Salento:Layout 1 Giovanni De Rosis 5-05-2009 20:05 Pagina 11 L’Italia tra due Fari Architetto comasco per il “Barocco leccese” Lecce: la Chiesa del Gesù • Se si è consapevoli che, per lungo tempo prima dell’Unità d’Italia, i flussi migratori andavano da Nord verso Sud non dovrebbe stupire il fatto che a ben 1100 km da Como, nella “Firenze del Sud”, la città italiana “barocca” per eccellenza, Lecce, esistono opere realizzate da un architetto comasco, il “gesuita comasco” Giovanni De Rosis, autore di una tra le tante belle chiese di Lecce: la Chiesa del Gesù. Giovanni De Rosis era nato nel 1538 nella diocesi di Como (dipendente dal patriarcato di Aquileia, comprendeva anche la Valtellina ed il Ticino, terra di grandi architetti come Borromini, Fontana e Maderno) e quando, a 18 anni (1556), entrò come novizio della Compagnia di Gesù a Loreto (Ancona), era già avviato all’architettura. Dal 1560 studiò Retorica a Roma e collaborò alla sistemazione del Collegio Romano (l’ateneo gesuitico) in Piazza S. Macuto, firmando il disegno (Raccolta Campori, codice Gamma I. 150, Biblioteca Estense di Modena) della chiesa dell’Annunziata (poi rimpiazzata da S. Ignazio). Trasferito al collegio gesuitico di Nola (1565), vi progettò la Chiesa del Gesù (1568-1570) ed intanto ampliava il collegio gesuitico di Napoli e progettava il collegio e la chiesa gesuitica di Catanzaro (1571). Divenuto l’architetto ufficiale dei gesuiti nel Regno di Napoli (“architectus provinciae”), nel 1575 ricevette l’incarico di costruire la chiesa di Lecce (dove, nel 1579, progettò anche il Collegio dei Gesuiti), città che viveva una fase di notevole sviluppo (economico, culturale ed artistico) che l’avrebbe portata ben presto a diventare la seconda città del Regno di Napoli per importanza e numero di abitanti. Chiamato a Roma alla curia generalizia dell’ordine divenne“consiliarius aedificiorum”, cioè l’architetto sovrintendente alle costruzioni che i Gesuiti andavano costruendo in tutto il mondo come la Chiesa ed il Collegio del Gesù 11 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 12 L’Italia tra due Fari di Bari (1589-95) e la Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Cracovia in Polonia (architetto G. Trevano), le chiese del Gesù di Sezze (16001622), di Montepulciano (1609), Faenza, Cremona, Verona, L’Aquila e Mineo (Catania), ma anche come consulente per la ricostruzione della chiusa (1589) del fiume Aniene presso Tivoli. Morì a Roma il 31 gennaio 1610. La Chiesa del Gesù di Lecce, e quindi dei gesuiti, fu costruita con la celerità consueta per quei tempi (non per oggi!) nel giro di due anni dal 1575 al 1577. Solo un anno prima, nel 1574, il gesuita Bernardino Realino da Carpi (Modena), poi santificato e sepolto nella chiesa progettata dal De Rosis, era giunto a Lecce per introdurvi l’ordine che più di ogni altro si mostrò zelante esecutore delle indicazioni del Concilio di Trento. Il fervore del Realino contagiò sia il popolino che l’aristocrazia leccese al punto da attirare nelle casse della Compagnia di Gesù generose offerte per la costruzione della loro chiesa. Fu scelto il sito: era l’area su cui sorgeva già un’altra chiesa dedicata a San Nicola. Poiché la chiesa apparteneva a quel rito greco-ortodosso che, nel Salento, conviveva da secoli con quello romano senza che la Chiesa di Roma riuscisse a scalzarla, i gesuiti, fedeli seguaci della Controriforma, colsero l’occasione per assestare un duro colpo a quel rito in città. Ne nacque una vertenza che, vinta dagli abili gesuiti, portò alla distruzione della chiesa ortodossa ed alla messa in opera del progetto che il gesuita comasco aveva inviato appositamente da Napoli, capitale del Regno, dove risiedeva. La chiesa, a croce latina, secondo il Pini e il Di Rosa, riuscì “la migliore delle sue creazioni per la compostezza e la sobrietà delle linee e per la regolarità delle sue strutture” ispirata come fu “ai disegni classicheggianti dell’ultimo ‘500 “. Lo studioso Michele Paone, a pag. 25 del II volume del suo insostituibile “Chiese di Lecce” (Congedo 1978) così descrive la facciata della chiesa dell’architetto comasco: “Stirato con rigorosa e severa eleganza su piani rettilinei, (.....), il prospetto a due ordini, scandito da nicchie lasciate vuote e da lesene dal lieve sporto, è, nel piano inferiore, ornato dal portale sormontato dal raggiato stemma della Compagnia di Gesù adorato da due angeli scolpiti nel morbido calcare locale.” Accordato al primo dalle volute laterali nascenti da maschere muliebri, - continua il Paone - il secondo ordine esibisce sulla finestra centrale la statua del Bambin Gesù, al cui nome la chiesa è dedicata. Le mètope del fregio ospitano rilievi figuranti simboli della Passione di Cristo rappresentato, nello spezzato fastigio, dal simbolico pellicano che, squarciandosi il petto, con le sue carni alimenta la prole”. La facciata, pur introducendo stilemi del primo barocco romano (si veda la Chiesa del Gesù costruita nel 1568 dal Vignola a Roma), mantiene ancora la semplicità delle forme classiche e rinascimentali, semplicità strutturale su cui si innesterà la incredibile fantasia decorativa del cosiddetto “Barocco Leccese”, quel barocco che Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita nel capoluogo salentino (15 settembre 1994) ha definito “architettura dello spirito”, e che vedrà il suo capolavoro nella vicina Basilica di Santa Croce (iniziata nel 1549 e terminata nel 1695). Ma se Santa Croce, alla sua mirabolante facciata barocca contrappone un interno di semplicità rinascimentale, l’interno della Chiesa del Gesù, con la sua sobrietà strutturale, servirà da base alla piena espressione del linguaggio del barocco leccese. All’interno, infatti, il De Rosis aveva disposto le cappelle, sfondate ed intercomunicanti, lungo i muri perimetrali, ed un breve transetto. Nei due secoli successivi i migliori artisti leccesi, come Giuseppe Cino, Francesco Antonio e Giuseppe Zimbalo, scolpirono, nel fantasioso 12 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 13 L’Italia tra due Fari Diversi fari illuminano le coste salentine: qui quello di San Cataldo (foto Pietro Berra) stile locale, gli altari, mentre quadri ed affre- luce l’anfiteatro romano), da Chieti (Francesco schi furono eseguiti dai leccesi Oronzo Tiso ed Grimaldi, autore di Sant’Irene). Fa piacere scoaltri, tra cui soprattutto Antonio Verrio (autore prire che tra questi contributi, che dimostrano degli affresci dei palazzi reali inglesi di Win- che il barocco leccese fu tutt’altro che fenodsor ed Hampton Court), nonché dai napole- meno artistico di provincia, non sia mancato lo tani Paolo Finoglio e Girolamo Imperato. ‘zampino’ di un altrimenti oscuro architetto coSe sulle opere del Barocco Leccese sono stati masco, Giovanni De Rosis, il quale, erede della riconosciuti influssi romani e napoletani, non- grande tradizione dei ‘magistri cumacini’, nondimeno gli artisti che operarono a Lecce, av- ché coevo dei ticinesi Domenico Fontana e valendosi della abilità degli scalpellini locali Carlo Maderno, fu l’artefice di uno di quei casulla tenera “pietra leccese”, riuscirono, riela- polavori. borando autonomamente quegli influssi, a produrre capolavori che tuttora si possono Carlo Stasi ammirare in quell’angolo d’Italia. L’opera del comasco si inserisce, quindi, appieno nella storia del nascente barocco leccese insieme al contributo di numerosi altri artisti provenienti da tutta Italia, da Napoli sopratUn estratto di questo articolo è stato tutto, ma anche da Salò (Achille Larducci, propubblicato su LA PROVINCIA (Como), gettista della facciata concava e convessa di S. lunedì 6.2.1995, pag.7, col titolo: Matteo), da Rossano Veneto (Michele Coluc“Comaschi altrove: cio, autore di quella Santa Maria delle Grazie Barocco a Lecce di stampo lariano”. che impedisce di portare completamente alla 13 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 14 L’Italia tra due Fari 14 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 15 L’Italia tra due Fari 15 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 16 L’Italia tra due Fari 16 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 17 L’Italia tra due Fari Giovan Battista Olgiati Un organaro comasco nel Salento Salve: l’organo barocco del 1628 • È stato costruito da un comasco l’organo più antico esistente in Puglia? Sulla pensile cantoria della splendida parrocchiale, in stile “barocco leccese”, di Salve (comune in provincia di Lecce a 12 km da S. Maria di Leuca), si conserva un organo che, come si legge dall’iscrizione incisa sullo stagno della canna centrale, fu costruito nel 1628 da “Giovane Batista / Olgiati di Como / con Tomaso Mauro di Muro”. L’organo di Salve è certo il più antico tra quelli funzionanti in Puglia (restaurato nel 1978) mentre il più antico organo pugliese sopravvissuto, ma inefficiente e bisognoso di restauri, si trova nella cattedrale gotica di Santa Caterina a Galatìna (Lecce) ed è datato 1558. Ciò non sminuisce tuttavia l’importanza dell’organo di Salve grazie alla “singolare compresenza di scuole organarie” (Elsa Martinelli). Nell’organo “Olgiati-Mauro” (questo è ormai il suo nome ufficiale) si confrontano e si fondono insieme la scuola organaria lombarda (ed in particolare antegnatiana) grazie all’opera del comasco Giovan Battista Olgiati (che realizzò le canne), e quella salentina, rappresentata dal carpentiere Tommaso Mauro da Muro Leccese (che realizzò la struttura, la cassa, la tastiera, la pedaliera, i mantici, i registri, ecc.). Difficile seguire le orme di questo singolare personaggio che è l’Olgiati (a lui è dedicata una via a Sagnino), infatti le notizie sulla sua vita sono piuttosto scarse. Pare fosse nato attorno al 1600 dall’organaro Francesco, come si evince da un documento del 3 aprile 1647 nell’archivio del Duomo di Como (“Io.e Baptista Olgiatus filius quondam Francisci habitans Comi dicta Parochia sancti Fidelis parte altera”, cioè “Giovan Battista Olgiati figlio del defunto Francesco abitante a Como nell’altra parte della suddetta Parrocchia di San Fedele”). “Le fonti - dice la Martinelli - registrano una produttività documentata tra 1624 e 1649”. Al 17 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 18 L’Italia tra due Fari nuova revisione dello stesso, in collaborazione con un organaro fiammingo, il gesuita Willem Hermans, col quale collaborò nuovamente negli anni 1649-50 nella costruzione del “nuovo grande organo (oggi perduto) della Cattedrale di Como”. Nel 1654 l’Olgiati era già morto. L’organo, costruito da Olgiati e Mauro su commissione di Don Francesco Maria Alamanni, viene definito “macchina veramente magnifica” e “dopo oltre tre secoli e mezzo di vita, conserva quasi del tutto intatte la propria originale fisionomia e le antiche sonorità, per non aver conosciuto nel tempo modifiche sostanziali” nonostante vari restauri nel 1763-4, 1780, 1790 (ad opera di Giovanni Khircher di Gallipoli, ultimo di una gloriosa famiglia di maestri organari di origine tedesca), 1791, 1792, 1800, 1806, 1918, e, dopo un periodo di abbandono, definitivamente restaurato nel 1978. L’organo di Salve è, quindi, una ulteriore testimonianza sia del flusso migratorio Nord- 1624 risale infatti la costruzione dell’organo della matrice di Galàtone (Lecce), a lui attribuito e, purtroppo, perduto. L’Olgiati soggiornò in quella cittadina dal 1623 al 1628, come testimoniano i registri dei battezzati che lo vedono spesso come padrino. Ciò dimostra la considerazione, la stima ed il successo personale che si era guadagnato. Insomma, l’Olgiati si era perfettamente integrato nella vita sociale e lavorativa del Salento di allora. La permanenza in loco e la collaborazione col Mauro, smentiscono non solo il fatto che l’organo fosse stato fabbricato a Como, ma anche la suggestiva leggenda locale secondo cui l’organo, fabbricato a Como, fosse destinato ad un altro luogo. Dal 1628 (anno di costruzione dell’organo di Salve) al 1642, non si hanno altre notizie. Nel 1642 l’Olgiati è già tornato a Como, dove è impegnato coi lavori di ampliamento all’organo del Duomo; ed ancora nel 1647 per una La Chiesa Parrocchiale S. Nicola Magno di Salve Grotte vicino a Leuca Il ponte di Ciolo nei pressi di Leuca 18 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 19 L’Italia tra due Fari Sud (esatto contrario di quello attuale!), sia dell’unificazione culturale ed artistica d’Italia agli albori del Barocco. È “luogo” dove Nord e Sud, grazie all’arte, alla musica, all’abilità artigiana, si incontrano non per respingersi, ma per integrarsi. Se poi, a tutto questo si aggiunge che le portelle, ora perdute, dell’organo “Olgiati-Mauro” erano state dipinte nel 1630 da un tal Nicolaus Ricciardus di Lotaringia (l’attuale Lorena in Francia), si ha un’idea ancor più ampia dei contatti culturali dell’epoca, per non parlare dell’universalità dell’arte, della sua funzione aggregatrice di dimensione europea, stavolta! Sull’organo Olgiati-Mauro di Salve si sono tramandate due distinte leggende aventi per tema l’arrivo in quel paese del suddetto organo. La prima e meno interessante riferisce che l’organo, scaricato a Taranto da una nave proveniente dalla Liguria, sarebbe stato destinato a Sava (Taranto) e non a Salve, dove invece sarebbe arrivato a causa di una errata lettura del nome o per una manovra ben riuscita ad opera di un qualche carrettiere. La seconda è sicuramente più suggestiva: un galeone, con a bordo un magnifico organo fabbricato a Como dal maestro Oliati era salpato dalla Liguria diretto ad Alessandria d’Egitto. Come d’uso a quei tempi la navigazione avveniva quasi sempre sotto costa con frequenti scali per il rifornimento. La nave doveva aver quindi costeggiato l’Italia dalla Liguria, ed attraversato lo stretto di Messina, aveva costeggiato il golfo di Taranto. Ma, navigando lungo la costa ionica della penisola salentina, prima di giungere a Santa Maria di Leuca per la traversata del Canale d’Otranto fino in Grecia, la nave fu colta da una tremenda tempesta. La furia del mare trascinò la nave fin sopra le Secche di Ugento, tristemente famose fin dall’antichità (vi naufragò Pirro). Il mare in burrasca rovesciò il bastimento, ed i marinai annegarono. Appena terminata la tempesta i pescatori di Torre Pali, la marina di Salve, accorsero sul posto nella speranza di trovare qualche superstite. Non trovarono superstiti, ma nella stiva invasa dall’acqua penetrata da una grossa falla, c’erano ancora alcune casse contenenti le canne di un organiche furono portate in paese dove furono montate nella chiesa parrocchiale di San Nicola. Volendo attribuire a tutti i costi un fondo di verità alla leggenda, pare più logico ritenere che l’Olgiati, in viaggio per l’Oriente coi suoi attrezzi, fosse capitato nel Salento in seguito ad un naufragio e vi si fosse trattenuto per qualche anno, mettendo a frutto il suo mestiere. Ma questo servirebbe solo a dare una spiegazione, non del tutto plausibile, sulla presenza dell’Olgiati in Terra d’Otranto, o sulle motivazioni del suo viaggio. Carlo Stasi Adattamento dal mio articolo “Olgiati, il comasco che operò in Puglia nel 600” pubblicato sul quotidiano “La Provincia” (Como), (1.2.1993 pag. 3), seguito da un saggio più esteso (“Un Organaro comasco nella Puglia del 600”) sulla rivista trimestrale “Como” (Luglio 1995, pagg. 18-20). La leggenda dell’organo di Salve ha ispirato un mio racconto Naufragio, pubblicato prima nel volume “Salve, Miti e Leggende” (1996) a c. di A. Vantaggio, poi nel mio “Leucasia e le Due Sorelle (storie e leggende del Salento)” (2008). La storia è stata ripresa anche dal comasco Pietro Berra nel racconto Il naufragio dell’organaro nel suo volume “Nel paese dei pescaluna. Storie e leggende lariane” (2004-Marna Editore). 19 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 20 L’Italia tra due Fari 20 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 21 SCARCIOPPULE CHINE L’Italia tra due Fari Carciofi ripieni PREPARAZIONE: Pulire i carciofi eliminando le foglie esterne più dure e le punte di quelle rimanenti Metterli a bagno in acqua acidulata con limone INGREDIENTI PER 4/6 PERSONE: 12 carciofi 1 limone 150 gr. di formaggio grattugiato (metà parmigiano, metà pecorino) 150 gr. di pane grattugiato 2 uova Abbondante prezzemolo 1 cucchiaio di capperi 4 cucchiai di olive nere snocciolate Uno spicchio di aglio Olio extra vergine di oliva del Salento Sale e pepe q.b. TEMPO DI COTTURA: 40 MINUTI In una terrina, sul cui fondo si sarà strofinato uno spicchio di aglio, unire e mescolare insieme il pane grattugiato, il formaggio, il prezzemolo tritato, le 2 uova, un po’ di olio, il pepe e i capperi Prendete i carciofi ad uno ad uno, allargare le foglie verso l’esterno in modo da formare u vuoto centrale e riempirlo con il composto preparato precedentemente Sistemare i carciofi in una teglia ben serrati l’uno all’altro Aggiungere 2 dita di acqua e irrorare con olio Far cuocere sul fornello a fiamma moderata fino a quando l’acqua sarà quasi del tutto evaorata e passare poi dieci minuti in forno caldo per far dorare la superficie via Brianza 38/a Albavilla, Como telefono 031626717 e-mail:[email protected] 21 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 22 ZUPPA DI CIPOLLE L’Italia tra due Fari Ricette tratte da “COMASCHI A TAVOLA” Ed. Famiglia Comasca 1987. PREPARAZIONE: Soffriggere a fuoco lento un pezzo di burro con 2 o 3 cipolle affettate ed un pochino di salvia. Unire un cucchiaio di farina bianca e mescolare. Versare l’acqua, il sale e bollire circa un’ora. Servire nei piatti con già predisposte fette di pane di Como. Cospargere di parmigiano. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: ½ kg. di cipolle IL CARPIONE INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 2 cucchiai olio d’oliva, 1 cipolla, 1 spicchio d’aglio, 1 gamba sedano verde, 2 carote, 3 foglie d’alloro, 3 foglie salvia, segrigiola (timo selvatico), 1 rametto rosmarino, 3 bacche di ginepro, chiodi di garofano, pepe in grani, 1 litro di aceto bianco, 1 litro vino bianco, 30 gr. di sale, 30 gr. di prezzemolo, 30 gr. di burro, succo di limone. PREPARAZIONE: Pulire dalle interiora gli agoni e le alborelle, lavarli ed asciugarli. Infarinarli e friggerli in olio bollente, scolandoli con la schiumarola quando sono croccanti. Disporre il pesce nel vaso di terracotta. Tritare le cipolle, l'aglio, il sedano e la carota. Rosolare in poco olio il trito, imbiondendolo, e quindi aggiungere il timo, i chiodi di garofano e i grani di pepe. Addizionare l'aceto e il vino, portare all'ebollizione. Versare la salsa sul pesce, dentro la terrina di terracotta, ag- giungere il prezzemolo e coprire: si può consumare appena raffreddato, ma è conservabile per alcuni giorni al fresco. 22 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 23 IL SALENTO INCONTRA IL LAGO DI COMO L’Italia tra due Fari - Programma Como-Brunate 10 - 17 maggio 2009 • Da domenica 10 a domenica 17 maggio 2009 Albergo Paradiso sul lago, Brunate loc. San Maurizio, via Scalini 70 mostra fotografica “Sentinelle di luce. Fari italiani ed europei” di Paolo Vispi. orari di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 19 inaugurazione domenica 10 maggio, ore 12, con aperitivo-buffet (info: www.faridelbufera.it, 031/364099) • Venerdì 15 maggio 2009 Faro di Capo Testa, Sardegna (foto Paolo Vispi) L’Associazione culturale Salento da vivere ringrazia Mimmo D’Andria, presidente dei miticoltori di Taranto per la sensibilità dimostrata per la manifestazione. dalle ore 20.30 auditorium biblioteca di Brunate (via Funicolare 16, vicino alla stazione della funicolare Como-Brunate, in servizio per l’occasione fino alle ore 24) “L’Italia tra due fari”, analogie e differenze tra i due estremi della Penisola: le ragioni di un gemellaggio culturale. A cura di Pietro Berra. proiezione di un cortometraggio sul faro di San Maurizio e l’infanzia brunatese di Alessandro Volta, realizzato dai bambini della scuola primaria Gabriele Giussani di Brunate. proiezione del film “Pizzicata” di Edoardo Winspeare, con Cosimo Cinieri, Chiara Torelli, Fabio Frascaro. Genere drammatico, colore 91 minuti. - Produzione Italia, Germania 1996. La trama Nel 1943, alla vigilia dello sbarco alleato nell’Italia del Sud, il pilota Tony Marciano (F. Frascaro) di un ricognitore USA, abbattuto dalla contraerea tedesca sopra il Salento, trova ricovero nella famiglia dell’agricoltore Carmine Pantaleo (C. Cinieri), riscopre le proprie radici, s’innamora di Cosima (C. Torelli), una delle tre figlie di Carmine, scatenando la gelosia del suo promesso sposo, il ricco Pasquale (P. Massafra). 1° lungometraggio del cosmopolita E. Winspeare (1965), nato e cresciuto a Depressa (Lecce). Tranne C. Cinieri, tutti interpreti non professionisti, scelti nel Salento; tutti i componenti del cast tecnico provenienti dalle scuole di cinema di Monaco, Roma, Parigi. Notevole per la capacità di costruire una storia di sentimenti fondata su un’attenta ricerca etnica e antropologica. Pizzicata - o pizzica tarantata - è un ballo paesano che mima l’amore tra uomo e donna, il duello col pugnale, il ritmo musicale convulso che porta in trance le donne morse dalla tarantola. Musiche di Jérôme Harley. Distribuito senza successo dall’Academy. 1° premio Cittadella-Fuji 1997 al Festival di Arezzo del cinema indipendente italiano. (da Il Morandini 2008) 23 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 24 Sabato 16 maggio 2009 L’Italia tra due Fari - Programma Dalle 9 alle 19 - giardini a lago di Como, mercatino di prodotti tipici salentini Dalle 15 alle 19 – biblioteca di Brunate, letture di racconti sui fari per grandi e piccini a cura di Maura Selmo Ore 19.30 – Istituto Don Guanella di via Grossi 18 a Como (ampio parcheggio interno), cena salentina Ore 21.30 – auditorium dell’Istituto Don Guanella, concerto dei tamburellisti di Torrepaduli (pizzica e canti della tradizione salentina) Domenica 17 maggio 2009 Faro dell’Isola di Sant’Eufemia, Puglia - foto di Paolo Vispi Ore 10, chiesa di San Maurizio (Brunate), Santa messa. Seguono: ore 11 visita guidata della mostra “Le sentinelle di luce. Fari italiani ed europei” del fotografo umbro Paolo Vispi, all’hotel Paradiso sul lago di San Maurizio (Brunate) e visita guidata al faro voltiano. Accompagnamento a cura del Corpo musicale di Brunate Dalle 9 alle 19, giardini a lago di Como, esposizione e degustazione di prodotti tipici del Salento alle ore 16, Tempio Voltiano, presso i giardini a lago di Como, musica e balli con i Tamburellisti di Torrepaduli (pizzica e canti della tradizione salentina) SUL WEB: “L’Italia tra due fari: Brunate-Santa Maria di Leuca” è anche un gruppo su Facebook, con tante persone che stanno mettendo a disposizione immagini, storie Faro di Mizen e video sul lago di Como e sul Salento Head, Irlanda PER INFORMAZIONI (e prenotazioni della cena salentina del 16 maggio): 347/4165959, 031/272591. (foto Paolo Vispi) N MENÚ CENA SALENTINA DEL 16.05.2009, ore 19.30 Istituto don Guanella, via Grossi 18 Il prezzo è di € 25,00. el prezzo indicato, è compreso un posto riservato per il concerto dei Tamburellisti di Torrepaduli che si terrà al termine della cena presso il teatro Don Guanella. In considerazione della limitatezza dei posti, alla serata si accederà solo su prenotazione, da effettuare entro il 10 Maggio. Per tale prenotazione o eventuali informazioni, rivolgersi all'Associazione Culturale Salento da Vivere presso la sede sociale sita a Como in via Milano nr. 212, o contattare telefonicamente ai numeri 347.4165959 - 331.3797615 o via e-mail all'indirizzo [email protected], oppure rivolgersi all'Osteria del Gallo sita a Como in via Vitani nr.16, tel.031.272591. ANTIPASTI: - Cozze tarantine "rracanate" (gratinate) - Verdure del Capo di Leuca grigliate e sott'olio PRIMI: - Foglie di olivo con le cozze - Orecchiette alla Leccese con cime di rape "nfucate" (saltate) SECONDI: - "Turcinieddhi rrustuti" (involtini di agnello alla griglia) - Pezzetti di cavallo alla Salentina - Cozze di Taranto alla marinara DESSERT: - Pasticciotti (tipico dolce del Salento) - Dolcetti del Salento BEVANDE: - Vino bianco rosso e rosato"Campi San Vito Salento" I.G.T. - Caffè - Amaro degli Appuli 24 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 25 COZZE ALLA VAMPA L’Italia tra due Fari Cozze alla fiamma PREPARAZIONE: Lavare accuratamente le cozze, grattando il guscio con una retina in acciaio. In una pentola, far abbiondire due spicchi di aglio in mezzo bicchiere di olio ed unire le cozze e i pomodori pelati spezzettati. Far cuocere fino a quando tutte le cozze saranno aperte. Aggiungere il prezzemolo tritato e abbondante pepe nero macinato fresco e servire in un piatto fondo guarnito con dei crostini di pane dorato INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 1 Kg. di cozze nere Un mazzetto di prezzemolo Due spicchi di aglio 10 pomodori pelati Crostini di pane dorati Olio extra vergine di oliva del Salento Sale e pepe q.b. TEMPO DI COTTURA: 30 MINUTI MISSOLTINI IN GRATELLA Ricette tratte da “COMASCHI A TAVOLA” Ed. Famiglia Comasca 1987. PREPARAZIONE: Il risvoltino è l’agone svuotato, essicato al sole su trespoli triangolari, poi disposto in latte a file regolari intercalate con foglie di lauro e pressate con un coperchio di legno sul quale vengono posti dei pesi. Questo modo di procedere in vernacolo comasco viene detto “fare la missolta”, dal che ne deriva il prodotto finale, il risvoltino. Si prendono i Mussolini, si pongono sulla grattella e a fuoco possibilmente di legna (brace) si portano a cottura badando bene di non far prendere loro del bruciato. Si servono aggiungendo un filo d’olio d’oliva vergine e una spruzzata d’aceto. Polenta a fette come contorno. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: missoltini (n.12; 800 g circa), prezzemolo tritato (2 cucchiai), olio extravergine di oliva (6 cucchiai), aceto (6 cucchiai), polenta abbrustolita (6 fette, 600 g) TEMPO DI COTTURA: 45 MINUTI 25 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 26 LA COTIZZA L’Italia tra due Fari Ricette tratte da “COMASCHI A TAVOLA” Ed. Famiglia Comasca 1987. PREPARAZIONE: Rompere in una ciottola le uova intere, sbatterle unendo prima la farina poi il latte, il sala, e la scorza di limone grattuggiata, lavorare molto bene il composto. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 200 gr. di farina bianca, un bicchiere di latte, olio per friggere, zucchero vanigliato, 3 uova, sale, un limone PAPARINE NFUCATE CU LLE VULIE NERE Papavero novello saltato con le olive nere Preparare una pentola di ferro con un po’ di olio, quando è ben caldo, versare l’impasto e cuocerlo bene da entrambe le parti. Servirla ben calda e zuccherata. Sale e pepe q.b. INGREDIENTI PER 4/6 PERSONE: TEMPO DI COTTURA: 40 MINUTI 1 Kg. di paparine Olive nere PREPARAZIONE: Qualche peperoncino piccante Mondare e lavare bene le paparine, scolarle e versarle in una pentola in cui si sia fatto scaldare l’olio con un o spicchio di aglio. A metà cottura aggiungere peperoncino tritato, uno spruzzo di aceto e olive nere intere. Finire di cuocere e servirle calde 1 spicchio di aglio Un po’ di aceto Olio extra vergine di oliva del Salento 26 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 27 INVOLTINI DI CARNE DI CAVALLO L’Italia tra due Fari PREPARAZIONE: Sistemare le fettine di cavallo ben aperte sul piano di lavoro; in ognuna mettere il pecorino a scaglie, un po’ di aglio tritato, prezzemolo tritato, sale e pepe. Arrotolare la carne ed avvolgerla nella pancetta Sistemare gli involtini in una teglia con un po’ di acqua, mezzo bicchiere di vino bianco, cinque cucchiai di olio e mettere in forno fino a quando l’acqua e il vino si saranno asciugati e gli involtini saranno dorati. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 500 gr. di fettine di cavallo 150 gr. di pancetta Mezzo bicchiere di vino 5 cucchiai di olio extra vergine di oliva del Salento Un mazzetto di prezzemolo 80 gr. di pecorino Uno spicchio di aglio Sale e pepe q.b. TEMPO DI COTTURA: 45 MINUTI “VERMICEDDHI CU LU BACCALÀ” PREPARAZIONE: Prendere dei bei pezzi baccalà ammollato, passarli nella farina e farli soffriggere nell’olio e cipolla. Dopo 15 minuti circa, versare la salsa di pomodoro, regolare di sale e far cuocere per circa mezz’ora a fuoco moderato. Togliere delicatamente il baccalà e disporlo in un piatto. Allungare il sugo con un po’ di acqua calda e far cuocere nel sughetto i vermiceddhi. Spolverizzare quindi con una manciata di pepe nero macinato fresco e abbondante prezzemolo tritato. Servire i vermiceddhi guarnendoli con il baccalà. INGREDIENTI PER 4/6 PERSONE: 500 gr. di vermicelli ½ Kg. di baccalà ammollato ½ litro di salsa di pomodoro Un mazzetto di prezzemolo 50 gr. di farina Una cipolla Olio extra vergine di oliva del Salento Sale, pepe q.b. TEMPO DI COTTURA: 45 MINUTI 27 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 28 Grazie! L’Italia tra due Fari pettabile Associazione culturale Salento da Vivere,presa conoscenza dell'iniziativa di cui all'oggetto e tenendo conto dei precedenti rapporti della manifestazione a Seregno, la Pro Loco Torre Vado è a disposizione per eventuali necessità occorrenti per la buona riuscita organizzazione della manifestazione. S Restando a disposizione porgo cordiali saluti. Antonio Renzo presidente Pro Loco Torre Vado • Riceviamo e volentieri pubblichiamo una breve lettera inviataci dalla Pro Loco di Torre Vado (provincia di Lecce) che richiamando precedenti comuni esperienze a Seregno alla fine del 2000, comunica la disponibilità della Pro Loco medesima per necessità occorrenti alla buona riuscita della Manifestazione “L’Italia tra due fari” Brunate-Santa Maria di Leuca. Ringraziamo, intanto, Antonio Renzo presidente della Pro Loco Torre Vado e ben a conoscenza della sua operatività, abbiamo già ipotizzato un più intenso rapporto tra il territorio comasco e lo splendido paesaggio di Capo di Leuca, alcuni impegni ed eventuali presenze nella tre giorni comasca di attività e paesaggi della splendida Marina di Torre Vado. Anticipiamo la nostra volontà, in occasione del richiamo nel Salento per analoga manifestazione per altre esperienze similari di incrementare ancor più i rapporti con la splendida ed operosa realtà della Leucasia. STEFANO SCARSELLA R E V I S O R E C O N TA B I L E 28 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 29 L’Italia tra due Fari 29 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 30 LA SUPA D’IMBROJ (La zuppa d’imbroglio) L’Italia tra due Fari Ricette tratte da “COMASCHI A TAVOLA” Ed. Famiglia Comasca 1987. PREPARAZIONE: Perché d’imbroglio? Perché l’“imbroglio”era stato ordito da una astuta fanciulla comasca: per ammaliare il giovane prediletto e trasformarlo in marito, essa lo sottopose al sortilegio appunto della zuppa… In una pentola rosolare olio e lardo battuto, unire tutte le verdure, lasciare insaporire per circa 10 minuti, bagnare con brodo ristretto, unire l’acqua possibilmente calda, salare e pepare, finire la cottura. Le patate verranno aggiunte a metà cottura. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: olio d’oliva o burro, lardo, prezzemolo, spicchio d’aglio, ¼ di cipolla, 2 gambe di sedano, 2 carote, 300 gr. di fagioli freschi o secchi, 500 gr. di patate, zucca o zucchine, porri, coste, cime di ortiche giovani, brodo di carne ristretto. TEMPO DI COTTURA: 20’ apparecchi acustici 30 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 31 L’Italia tra due Fari PREMIATA MACELLERIA EQUINA Simone Beretta COMO mercato coperto stand 3 telefono 031 270348 31 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 L Pagina 32 Un ponte immaginario L’Italia tra due Fari ’Italia è una penisola dalla forma curiosa e particolare: uno stivale. Il nostro Salento sarebbe “il tacco”. Il gemellaggio fra Brunate e il Capo di Leuca mi dà l’opportunità di collegare idealmente, attraverso i due fari, la nostra bell’Italia. Ho dipinto un quadro di 2 metri per 2 che rappresenta una superficie mobile e frastagliata, ricca di colore e poesia, circondata dal leggendario “mare nostro”. Una grande luce gialla attaversa tutta la penisola e mette in evidenza l’estrema fragilità di quella strana forma (unica al mondo) che è l’Italia! Pantaleo Cretì Brindisi: Monumento al Marinaio d’Italia del 1933 a forma di timone; è alto 54 metri Particolare dell’opera di Cretì SERVIZI AZIENDALI INTEGRATI SAS AMBIENTE E SICUREZZA VIA PROVINCIALE PER LECCO 838 22030 LIPOMO 32 Opuscolo Salento:Layout 1 5-05-2009 20:05 Pagina 33 Nuovo Corso di Comunicazione Audiovisiva L’Italia tra due Fari Tecnico della Comunicazione audiovisiva diploma statale COMUNICAZIONE IN MOVIMENTO: INTERNET, CINEMA E TELEVISIONE Abbigliamento Moda, Elettrico, Elettronico, Grafico, Telecomunicazioni, Termico, Comunicazione Audiovisiva che aspetti a iscriverti? IPSIA LUIGI RIPAMONTI COMO via Belvedere,18 www.ipiaripamonti.org iscrizioni 031520745 SHIATSU e MOXA Mal di schiena, torcicollo, tutti i problemi articolari e circolatori depressione, insonnia, mal di testa, problemi digestivi, stanchezza cronica, e molti altri disturbi possono trovare immediato sollievo. 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