La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento Giuseppe Caramuscio 1. Gli studi sul territorio tra aperture metodologiche e chiusure localistiche Prima di addentrarmi nell'esposizione dell'attività della Collana, ritengo opportuno introdurre alcuni elementi di riflessione forse scontati, in particolare per chi (come i soci e gli amici della Società di Storia Patria) è abituato a questo tipo di ragionamento, ma mai abbastanza ovvii per le esigenze della chiarezza e della completezza. Oltretutto in quest'occasione ci ascoltano — e spero ci leggeranno — numerosi giovani, ai quali le istituzioni culturali no profit (quali la nostra) affidano la speranza della propria continuità e vitalità futura. In primis, la ripartizione della rassegna editoriale nelle sue tre componenti — in questo convegno sviluppata in altrettanti interventi — se risponde a giuste esigenze di divisione del lavoro (e di aumento degli sguardi critici), rischia di far smarrire l'unitarietà del progetto globale con cui la stessa è stata pensata, elaborata e messa in atto. In particolare, poi, chi scrive non ha titolo più di altri per abbozzare un primo bilancio sull'attività della Collana: è appena il caso di rilevare che la persona più idonea a ripercorrere le tappe di questo itinerario nella sua organicità — l'ideatore e direttore Mario Spedicato — ha preferito affidarmi il compito, forse per lasciare a un osservatore, distinto ma non distante, una vaga possibilità di distacco emotivo. Certamente non per sostituirlo in termini di esperienza diretta, di visione scientifica e di competenza, che a lui più convengono. Per limitare ulteriormente questa eventualità, già evidentemente prevista dalla predisposizione di una iniziale relazione-quadro del presidente della sezione leccese (nonché di un intervento conclusivo del presidente della Società Pugliese), spesso effettuerò qualche rapida incursione negli altri settori editoriali (cercando di non invadere troppo il terreno dei rispettivi curatori), con cui inevitabilmente la storia della Collana si è intrecciata e ha interagito. Per connotare lo spirito e i risultati dell'iniziativa in questione ho pensato di riprendere l'ottimistica espressione con la quale Lorenzo Palumbo (appassionato storico dell'economia e della società del basso Salento, recentemente scomparso) intravedeva l'inizio di un percorso di rinnovamento degli studi salentini già vent'anni fa. L'insigne studioso della società salentina d'antico regime — nativo di Palagiano, molfettese di adozione e di formazione pugliese, salentino per vissuti familiari e per simpatia — guardava in particolare alle ricerche che egli, in collaborazione con Giuseppe Poli e lo stesso Spedicato (all'epoca tutti e tre docenti presso l'Università di Bari), andava personalmente svolgendo, proponendo nuovi stimoli alla ricerca di base e coordinandone le relative indagini, per portare alla luce un mondo rurale diverso da quello che le tradizioni storiografiche illuministica, risorgimentale e meridionalista avevano descritto e con19 Provincia di Lecce - Mediateca - Pro etto EDIESSE Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento segnato alla memoria storica' Palumbo esprimeva la sua visione con considerazioni di questo tenore: "Il problema però è quello di intenderci sulla storia locale: perché, va detto con tutta franchezza, se essa deve essere tessuta sulla trama di genealogie di feudatari o deve poggiare su minuziosi elenchi di chiese e di cappelle e dei loro arredi, desunti dai verbali delle visite pastorali, potremmo indubbiamente utilizzare meglio il nostro tempo. Se poi nelle cento e cento pagine di storia locale, sollecitate da una richiesta assai viva [...], cominciamo anche ad intravedere quelli che in realtà furono i protagonisti delle vicende di queste terre e di questi casali, cioè gli uomini, nella quotidianità e banalità della loro esperienza di lavoro, di sofferenza, di religiosità, forse anche di piccole gioie, indubbiamente di incallite meschinità, ebbene abbiamo già almeno alcune premesse per una nuova stagione di ricerca (corsivo nostro) per la storia locale di Terra d'Otranto" 2 . È possibile quindi identificarne un'altra dopo le precedenti feconde, legate al fattivo impegno di Pietro Palumbo, di Nicola Vacca e, soprattutto, di Pierfausto Palumbo 3 ? L'autorevole avallo dello storico molfettese ci autorizza a collocarci in continuità con tale "onda lunga" del rinnovamento storiografico salentino? E in quale senso? Spingerci in tale direzione non significa tuttavia che tale affermazione non vada in qualche modo problematizzata, argomentata e collocata in una corretta posizione storica, che è generalmente (come ci è noto) la A partire in particolare dalla fine degli anni '80, Palumbo, titolare di Sociologia rurale e Storia dell'Agricoltura presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Bari, promosse e/o condusse personalmente una serie di indagini su comunità della piana di Otranto (Andrano, Castro, Poggiardo, Surano, Vaste, ecc.), sulle quali continuò a lavorare quasi fino alla scomparsa, sopraggiunta il 19 marzo 2008. 2 L. PALUMBO, Una nuova stagione di ricerca per la storia locale di Terra d'Otranto, in Cultura e storia locale, vol. I: Bilanci storiografici e indirizzi di ricerca, a cura di Mario Spedicato, Atti del Convegno di Studio, Copertino 13-14 ottobre 1989, Galatina, Congedo, 1989, pp. 156-157. L'intero testo del contributo si trova alle pp. 155-165. Il volume (accompagnato da un secondo tomo, relativo alle fonti archivistiche, a cura di Angela Porcaro Massafra) rappresenta a tutt'oggi la più organica riflessione sulla produzione storiografico-culturale nell'area idruntina: da segnalare, nello stesso tomo, i contributi di Raffaele Colapietra (su Regioni e storiografia regionale del Mezzogiorno), di Alessandro Laporta (sulle storie municipali salentine) e di Vittorio Zacchino (sulle riviste storiche salentine nel decennio 1979-89). 3 Alludo alle ricerche coagulatesi intorno alla "Rivista Storica Salentina" di Pietro Palumbo (primi Novecento), a quelle di "Rinascenza Salentina" (1933-43) e alla qualificata operosità di Pierfausto Palumbo, espressasi prima con la Società Storica di Terra d'Otranto e con il Centro di Studi Salentini poi. Pierfausto Palumbo, figlio di Pietro, è peraltro autore — sempre in tema di bilanci storiografici — del lucido Profilo della cultura storica salentina, Lecce, Centro Studi Salentini, Società Storica di Terra d'Otranto, 1968, pp. 20-21 e sgg. Per un bilancio critico aggiornato sull'associazionismo storico nelle tre province otrantine, ved. G. VALLONE, La Società di Storia Patria per la Puglia in Terra d'Otranto, "Studi Salentini", LXIII, 2006, pp. 209-247. Nella circostanza lo storico esprime la sua delusione per la scarsa attenzione che il mondo accademico leccese riserva alle ricerche in ambito locale. 1 20 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina,) a cura di IMAGO - Lecce Giuseppe Caramuscio prospettiva più pertinente da cui osservare i fatti. Occorre pertanto, in via preliminare, ripercorrere a grandi balzi alcuni passaggi salienti dell'evoluzione della storia locale, per una onesta valutazione dello stato dell'arte, affinché la "nuova stagione" non si riveli solo una speranza o, peggio, una presuntuosa figura retorica. La produzione storiografica locale, con le sue tendenze, le sue fortune, i suoi rapporti (con il territorio di riferimento, i suoi patrocinatori, i suoi fruitori), indipendentemente dagli esiti di carattere scientifico, rappresenta comunque la testimonianza di un divenire storico. La ratio della nostra stessa presenza in questo incontro, le considerazioni che svilupperemo e le convinzioni che ognuno di noi maturerà, costituiranno tasselli di quel mosaico che ci fa essere uomini e donne del nostro tempo e della nostra area geografica, utile a ripensare il nostro senso di identità e di appartenenza. Cosa ci fa sentire leccesi, salentini, italiani, europei, o magari cattolici o laici, di destra o di sinistra? E quali di queste appartenenze avvertiamo come più coinvolgente e più congrua con la nostra persona? Da oltre un ventennio, gli studi di storia locale hanno effettuato un salto di qualità sia in ambito internazionale che italiano. Guardata con distacco per lungo tempo da una consistente parte del mondo accademico, considerata esercizio retorico degli storici della domenica, relegata spesso nell'ambito di manifestazioni campanilistiche, essa gode attualmente di ottima salute e non dà segnali di crisi, al punto da stimolare spinte contraddittorie, non sempre e non tutte riconducibili a genuine motivazioni culturali. In effetti la rivalutazione della storia locale nasce da esigenze sia interne che esterne (queste più di quelle) al discorso storiografico. Da un punto vista generale, i sociologi leggono il ritorno alla dimensione ristretta del locale come un tentativo di salvaguardare le specificità culturali contro l'aggressività dei processi massificanti della globalizzazione. Per un altro verso, la vasta diffusione, e soprattutto la legittimazione scientifica, degli studi intorno a realtà circoscritte o su singole istituzioni locali si verifica oggi, contestualmente, in Paesi europei dalle tradizioni storiografiche e dai percorsi storico-politici assai differenti tra loro: nelle realtà geopolitiche di recente istituzione tende a costruire una memoria collettiva forte (è ciò che accade nelle Nazioni da poco strutturate quali quelle dell'ex Jugoslavia o ex URSS); negli Stati dalla consolidata identità nazionale (Inghilterra e Francia) propone vie complementari alla storia nazionale; si configura quale volano per la rivendicazione di antiche aspirazioni autonomistiche (come nei Paesi Baschi). Relativamente al contesto italiano, il discredito nei confronti degli studi locali è stato a lungo prevalente, anche a causa della preoccupazione — a lungo dominante — per le tematiche dal respiro nazionale in un Paese giunto all'unificazione in tempi relativamente recenti (e storicamente contratti). Non per nulla, negli anni del secondo dopoguerra, le scuole storiografiche più attive in campo locale sono risultate la cattolica e la marxista, ossia quelle estranee al patrimonio etico-civile risorgimentale e unitario costruito in funzione del Nation Building 4 . Uno dei più accreditati dizionari storiografici nazionali, aggiornandone l ' ac4 F. DE GIORGI, La storia locale in Italia, Brescia, Morcelliana, 1999, pp. 17-24. 21 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di A/1,4GO - Lecce La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento cezione alla luce dell'evoluzione metodologica, così ridefinisce la storia locale: "Ricca e non omogenea produzione storiografica, che si distingue consapevolmente dalla storia nazionale. La storia locale è praticata spesso in chiave nostalgico-erudita, per costruire e celebrare identità municipali e comunitarie; ma si presenta anche come un'alternativa alla logica delle storie nazionali o generali, che non sempre riescono ad assegnare il rilievo necessario alle differenze interne ai singoli Paesi o alle modalità diverse in cui si presenta localmente un fenomeno storico di importanza generale" 5 . Più ravvicinata ai fenomeni, la storia locale consente inoltre di valutare meglio tendenze, linee di sviluppo e processi di portata più ampia. Storia locale e storia generale, lungi dal porsi in alternativa, si integrano e si rinviano a vicenda, non solo perché fenomeni e processi di ordine generale si conoscono e si apprezzano grazie alla verifica a livello particolare, ma anche perché la microanalisi può fornire un modello interpretativo da esportare, attraverso l'allargamento progressivo del campo d'indagine allo studio di realtà più estese. La fecondità di questo intreccio si stima appieno in riferimento alla realtà italiana, caratterizzata da profonde difformità e articolata in variegate realtà regionali e municipali, imprescindibili ai fini della comprensione del problematico processo di integrazione nazionale. Contestualmente a tali sollecitazioni, operanti talora in senso sinergico o complementare, se ne sono diffuse altre, poco credibili dal punto di vista scientifico, ma particolarmente avvertite nei territori d'interesse, tendenti alla revisione della lettura della nostra unificazione nazionale. La rivendicazione dell'originalità e del primato della Lombardia nella storia italiana da un lato, e una rilettura piuttosto approssimativa delle insorgenze contadine nel Sud d'Italia dall'altro, hanno dato luogo ad un uso della storia locale finalizzato all'agitazione di slogan (più che programmi politici effettivi) tanto facili ad attecchire nel senso comune (in questo caso un senso comune che vorrebbe presentarsi come storico) quanto di dubbia realizzazione pratica. Il valore delle ricerche locali si misura piuttosto dalla loro potenzialità di orientare diversamente una comune problematica storica: ad es., la critica della rivoluzione industriale come fenomeno squisitamente nazionale si è affermata grazie allo studio delle aree regionali; analisi sulle singole città sono risultate fondamentali per differenziare e approfondire la tematica dell'urbanizzazione; l'ampliamento delle conoscenze sulla prima guerra mondiale è riuscito possibile soprattutto attraverso l'emersione di microstorie personali e comunitarie, in grado di offrire significativi spaccati dei vissuti dei combattenti, dei loro familiari , dei contesti di appartenenza. Non può apparire esagerato affermare che gran parte dell'autentica ricerca storica attuale passa dall'esplorazione della dimensione locale. In definitiva, oggi la scelta non si pone più in termini storiografia nazionale o locale, ma tra cattiva e buona storiografia, non differenziate esclusivamente in base all'ampiezza dell'estensione territoriale e/o alla larghezza delle vedute temporali. Così recita il Dizionario di Storiografia: Locale, Storia, a cura di Marcello De Bernardi e Scipione Guarracino, Milano, B. Mondadori, ad vocem, p. 620. 5 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digi22 Salentina) a cura di MAGO - Lecce Giuseppe Caramuscio È in tale panorama che vanno interpretate alcune operazioni di accreditamento istituzionale della storia regionale-locale e della microstoria: in ambito accademico, ad es., l'inserimento di specifiche tematiche nelle SSIS , l'attivazione di Corsi di Perfezionamento post-lauream in Storia Regionale (istituito per qualche anno anche presso l'Ateneo salentino), l'istituzione di insegnamenti di Storia locale e Storia e cultura del territorio (come nella sede di Brescia dell' Università Cattolica del Sacro Cuore). A livello editoriale, sono ormai abbastanza note e consolidate alcune iniziative di grandi gruppi, come la Collana Microstorie della Einaudi, inaugurata a metà degli anni '70, e i saggi che continuano ad apparire sulla rivista 'Quaderni Storici' da quel periodo ad oggi; basta scorrere i cataloghi dei settori storici della bolognese Il Mulino o della milanese Franco Angeli per scorgervi titoli che rinviano a ricerche intorno a poteri politici, amministrazione, famiglie e conflitti sociali intorno a peculiari realtà geografiche. Come è appena sufficiente rammentare l'impegno dedicato dalla stessa Einaudi a Le Regioni dall'Unità a oggi, e quello della Laterza alle Città nella Storia d'Italia. Anche i programmi ministeriali scolastici (compresa l'ultima proposta di riforma, risalente al ministro Moratti e al suo consigliere Bertagna) e i manuali in uso negli istituti secondari — sensibili indicatori della mediazione tra indirizzi politici, orientamenti pedagogici prevalenti e scelte commerciali — aprono a un discorso didattico storico rapportato anche a dimensioni spaziali inferiori a quelle mondiale e nazionale, sia pure tra ambiguità e incertezze 6 . Nel tempo sono andati costituendosi, in modo diversificato a secondo delle realtà geografiche italiane, spazi e luoghi nei quali, fuori dall'Università, è venuta aggregandosi l'offerta di produzione storiografica, di ricerca, di occasioni d'incontro. Quali con una solida tradizione, come le Accademie e le Società di Storia Patria, gli Istituti di Storia della Resistenza e le fondazioni legate a famiglie politiche (questi ultimi diffusi in prevalenza nell'Italia centro-settentrionale), quali di più recente o discontinua attività, come le iniziative promosse dalle banche o quelle municipali e regionali, fino ai classici annuari scolastici (spesso insospettabile laboratorio di approfondimento su casi locali), tutti contribuiscono alla formazione di un panorama ricchissimo e variegato ma poco conosciuto nel suo insieme. In effetti risultano rari gli studi organici sul tema, cui la cultura accademica ha dedicato un interesse sporadico, rivolto per lo più alla chiarificazione metodologica, ritenuta giustamente prioritaria in considerazione del mo- 6 Le stesure più recenti dei programmi ribadiscono il diritto di cittadinanza delle storie locali all'interno del curricolo di formazione storica, allo scopo di consentire agli studenti di conoscere il passato del territorio in cui si svolge la propria vicenda biografica, di comprendere l'intreccio tra storie locali, storie nazionali e sopranazionali, e il rapporto tra il presente e il passato delle realtà locali. Fra i libri di testo, da segnalare M. TROMBINO - M. VILLANI, Storicunondo, Torino, Il Capitello, 2008, un manuale di Storia per le scuole secondarie di 2° grado, che alla trattazione in chiave tradizionale accompagna un opuscolo sulla storia di una regione. 23 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento desto rigore scientifico evidenziato dalla maggior parte della ricerca locale, almeno fino a non molto tempo fa 7 . Spostandoci nell'area oggetto del nostro interesse, riscontriamo, nell'arco dell'ultimo trentennio, l'avvio e la fertile prosecuzione di collane di studi municipali o di monografie relative alla provincia storica di Terra d'Otranto o all'intera area pugliese, promosse dalle case editrici Capone di Cavallino (Storie municipali, inizialmente sotto la direzione di Fernando De Dominicis), Congedo di Galatina (Biblioteca di Cultura Pugliese, fondata da Michele Paone), e dalle eleganti leccesi Edizioni del Grifo. Ad esse in anni più recenti hanno fatto seguito altre, dagli orizzonti territoriali più limitati, ma non per questo meno apprezzabili, frutto di sforzi di valorosi studiosi e/o animatori di realtà locali. Penso alle pubblicazioni che l'Amministrazione di Acquarica del Capo patrocina per il territorio di propria pertinenza; ai Quaderni di Kèfalas e Acindino sulla storia di Casarano, curati da Luigi Marrella; alle ricerche su Tuglie e Collepasso ispirate e condotte da Luigi Scorrano e Maurizio Paturzo; ai Quaderni del Brogliaccio, che Gigi Montonato propone in allegato al suo valoroso mensile Presenza Taurisanese; alla Collana Antiqua, relativa alla storia e alle tradizioni di Novoli, curata da Dino Levante; alla promozione dell'interesse per la storia locale e per la letteratura ad opera del Laboratorio di Parabita, sostenuto dall'entusiasmo di Aldo D'Antico; ai recenti Quaderni del Liceo F. Capece di Maglie o agli Annuari del Liceo Classico G. Palmieri di Lecce (rari esempi di produttività editoriale continuativa in ambito scolastico); al dinamismo dell'editoria culturale di Alessano e dintorni. Non mancano collezioni settoriali, come Paideia diretta da Hervé Cavallera, docente di Storia della Pedagogia presso l'Ateneo salentino, per la leccese Pensa Multimedia; La Storia custodita diretta da Francesco de Luca (docente di Archivistica nella stessa Università), per Milella; Storia e Arte in Terra d'Otranto (per Congedo), sotto la guida del direttore del Museo Provinciale Antonio Cassiano e di Benedetto Vetere, docente di Storia medievale anch'egli nello stesso Ateneo. Non vanno dimenticati (sebbene non contestualizzati in una singola raccolta), infine, i lavori di scavo che Luisa Cosi (responsabile del Dipartimento di Musica antica del Conservatorio di Lecce) conduce da diverso tempo sulla storia musicale in Terra d'Otranto e sui rapporti di questa con le altre tradizioni europee e mediterranee. Sul versante 'popolare' della musica e della vocalità I lavori fondamentali editi nel panorama nazionale sono da considerarsi quelli di C. VIOLANTE (a cura di), La storia locale: temi, fonti e metodi della ricerca, Bologna, Il Mulino, 1982; F. DE GIORGI, La storia locale, cit.; R. SALVARANI, Storia locale e valorizzazione del territorio, Milano, Vita e Pensiero, 2005. Il contributo più recente da segnalare è quello di CLAUDIO PAVONE nell'ambito dei volumi curati dal medesimo per le Pubblicazioni dell'Archivio Nazionale di Stato (2006). Da ricordare anche un Convegno di Studi della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (Sissco), che negli anni '90 intese fare il punto sulla ricerca storica italiana fuori dai centri accademici: le relazioni degli studiosi intervenuti sono confluite in volumi distinti. 7 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Salentina) a cura di MAGO - Lecce Giuseppe Caramuscio sono impegnati, da parte loro, Sergio Torsello e collaboratori, in una paziente azione di recupero che molto attinge dalle fonti orali. All'attività ormai consolidata della Manni di San Cesario e della Besa di Nardò — che annoverano nei loro cataloghi sezioni di storia e di cultura salentina — si è affiancata ormai quella di piccole, o piccolissime, aziende tipografiche che sentono la partecipazione a iniziative culturali come un fiore all'occhiello del loro modo di fare, e di essere, impresa sul territorio. Ricordarle tutte richiederebbe un apposito spazio (certamente da programmare per future occasioni di riflessione): chiedo anticipatamente scusa per la dimenticanza, o più semplicemente, per l'ignoranza di tante altre proposte editoriali qui non menzionate. Pertanto non tentare un bilancio, ma semplicemente saggiare il terreno dell'editoria storico-culturale di un ambito dato, comporta immergersi in un mare magnum, peraltro già poco navigabile nella sola dimensione provinciale per fattori oggettivi: la limitata tiratura delle pubblicazioni (spesso ristretta a poche centinaia di copie), la scarsa o nulla rintracciabilità nei circuiti extra-locali, la inesistente o ristretta produzione dei cataloghi, l'insufficiente visibilità sul web. La stessa Biblioteca Provinciale di Lecce, istituzionale punto di confluenza della produzione bibliografica del territorio e sul territorio, non riesce a seguirne il passo e se ne trova quindi in parte sprovvista (mancando vincoli di consegna per gli autori e per le case editrici). 2. La Collana: genesi e sviluppo di un progetto Il progetto e la realizzazione di una collana di studi sul territorio conta quindi numerosi epigoni e alcuni precedenti, in particolare uno molto illustre e fecondo di risultati, meritevole di una citazione particolare: la Biblioteca Salentina di Cultura (si noti bene, non "Biblioteca di Cultura Salentina"), diretta da Mario Marti per i tipi della Milella, che, avviata nel 1977, si proponeva di riesaminare criticamente la produzione culturale salentina nei vari secoli, ponendola a confronto con quella nazionale in una visione policentrica della storia letteraria italiana 8 . Ricorda lo stesso Marti che "l'aggettivo `salentina' indica il grosso filone storico e geografico della rifondazione culturale (con assoluta esclusione di un carattere categoriale, e dunque contro ogni ipotesi di 'cultura salentina' ; e dove il sostantivo 'cultura' , preferito decisamente a quello di 'letteratura' sta a rassicurare sull'ampiezza e sulla ricchezza degli interessi in giuoco" 9 . Nata e cresciuta in ambito accademico, la storia di questa Collana si è giovata dell'apporto di figure quali Oreste Macrì, Gino Rizzo, Donato Valli, Aldo Vallone, consentendo a tanti studenti delle facoltà umanistiche di Lecce, e alla comunità Mi limito a ricordare qualche fortunato titolo: Poeti e prosatori salentini fra Otto e Novecento: Ampolo, Nutricati, Rubichi, a cura di Donato Valli, 1980; Narratori salentini dell'Ottocento, a cura di Antonio Mangione, 1981; Illuministi e riformatori salentini Giuseppe Palmieri, Astore, Milizia e altri minori, a cura di Aldo Vallone, 1984, tutti editi, come già detto, a Lecce dalla Milella. 9 www.bpp.it/apulia/html/archivio/198 l ibibliotecasalentinadicultura. 8 25 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMIGO - Lecce La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento scientifica, di conoscere e apprezzare momenti e autori della storia letteraria e civile salentina (molti di essi prima d'allora sconosciuti o quasi), nel più ampio quadro di quella nazionale ed europea e alla luce di una salda metodologia storico-critica. E sempre Marti a precisare: "Nessuno [.. .] vorrà negare che Girolamo Comi e Vittorio Bodini siano poeti salentini' e non soltanto per ragioni anagrafiche. Il loro modo di essere `salentini', e la loro salentinità' è oggetto di studio, è insomma un'ipotesi di lavoro. Ma nessuno vorrà negare che Comi e Bodini siano poeti italiani ed europei; e il loro modo di essere italiani ed europei è anch'esso oggetto di studio [.. .] Sarebbe pazzesco allora fare un passo avanti, e dedurre che nel loro europeismo, nel loro alto e possente respiro europeo, viene innalzata e sublimata la realtà del loro Salento (almeno come componente della loro poetica), e che proprio il loro sentirsi europei si cali nella realtà di quello stesso loro Salento, permettendo loro di ricrearla, reinventandola nei modi che di ciascuno di loro sono ben peculiari, e che ciascuno di loro singolarmente caratterizzano? Si tratta di un solo moto creativo, per il quale Comi e Bodini sono europei per il Salento e salentini per l'Europa" 10 . L'auspicio di rinnovamento nei metodi di studio locale, la prospettiva di una fruttuosa alleanza tra la ricerca di base e quella accademica — superando le rigidità presenti in entrambi i settori —, l'esame delle difficoltà oggettive per realizzarlo, comparivano già nelle note che Spedicato redigeva, introducendo la monografia sul suo paese natale nel lontano 1984 11 . In tale occasione, lo studioso, nella circostanza curatore del volume nonché autore di un contributo di storia demografica, forniva un esemplare modello di conduzione dell'indagine su una piccola comunità agraria d'antico regime, ancorando saldamente i risultati della ricerca ad un rigoroso lavoro di individuazione, classificazione e critica delle fonti, ottenuto nella circostanza grazie all'apporto di archivisti professionisti, coinvolti nel progetto di riordino dell'archivio storico dello stesso Comune. Gli obiettivi più urgenti da perseguire venivano così focalizzati: "Un coordinamento [.. .] soprattutto per creare le condizioni preliminari di una messa a punto delIbidem. 11 Chiesa e società a Carmiano alla fine dell'antico regime. Per la storia di una comunità rurale salentina in epoca moderna e contemporanea: fonti e ricerche, a cura di Mario Spedicato, Galatina, Congedo, 1985, pp. 7-11. Spedicato ha ampliato queste ricerche, organizzandole e coordinandole, ancora con Carmiano: Una comunità salentina in epoca moderna. Carmiano tra XV e XIX secolo, Galatina, 1991, e la sua frazione: Una parrocchia salentina in epoca moderna. Magliano tra XVII e XIX secolo, Galatina, Congedo, 1986. In seguito ha esteso l'indagine alla vicina comunità di Copertino. Per quest'ultima i risultati sono raccolti nei seguenti volumi da lui curati: Copertino in epoca moderna e contemporanea, vol. I: Le fonti documentarie. Inventari, Galatina, Congedo, 1997; Copertino in epoca moderna e contemporanea, vol. II: Gli atti notarili del `500. Regesti, 1997; Copertino in epoca moderna e contemporanea. Le fonti ecclesiastiche, torno I: Le visite pastorali, Galatina, Congedo, 1997; Copertino in epoca moderna e contemporanea, vol. IV, Le fonti fiscali: il catasto onciario del 1753, Nardò, Besa, 2001; Copertino in epoca moderna e contemporanea, vol. III, torno II: I processi locali per la beatificazione di fra Giuseppe Desa, Galatina, EdiPan, 2003. 10 26 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di MAGO - Lecce Giuseppe Caramuscio le tematiche da sviluppare e delle fonti da adoperare"[...] In considerazione delle gravi condizioni di incuria relative alla maggior parte degli archivi comunali ed ecclesiastici di periferia, Spedicato evidenziava l'urgenza di una "inventariazione sistematica del materiale documentario superstite". Superare i vecchi stili di storiografia locale poteva avvenire mediante l'attivazione di una ricerca "a più dimensioni, con il ricorso cioè al contributo di una pluralità di competenze e di specialismi". Nel quarto di secolo che ci separa da queste considerazioni, possiamo dire che molto è stato fatto, ma altri nodi restano ancora da sciogliere, nuove strade da percorrere, piste alternative da verificare. È la prima occasione in cui Spedicato interviene in modo ufficiale per presentare le linee metodologiche e la stessa filosofia fondante della sua ricerca, ma non sarà l'ultima: egli si servirà di prefazioni, di presentazioni, di note critiche a corredo di varie pubblicazioni come di altrettanti momenti di monitoraggio e di riflessione sulle fasi di avanzamento del progetto, che noi qui spesso riprenderemo, ripercorrendo insieme a lui quell'itinerario intellettuale. Occorre inoltre identificare, ai fini di una più approfondita comprensione del progetto di Spedicato, una delle matrici più influenti nella sua formazione: quella della scuola storica francese, filtrata attraverso la lezione del grande storico Fernand Braudel, che Spedicato conobbe direttamente e frequentò assiduamente nel suo periodo di formazione a Parigi, qualche tempo prima della scomparsa, sopraggiunta nel 1985. In un suo fondamentale lavoro, un classico della storiografia mondiale, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II (1949), Braudel non solo dimostrava come il bacino mediterraneo avesse mantenuto una vivacità per tutto il secolo XVI, ma proponeva anche una originale impostazione dei ritmi del tempo storico. Esso si presenta infatti scandito in tre momenti: quello delle caratteristiche ambientali dell'area, un secondo rivolto a esplorare l'intreccio delle attività economiche, delle organizzazioni sociali, delle istituzioni politiche e delle civiltà presenti nei suoi confini, un terzo destinato a ricostruire la successione degli avvenimenti storici. Oltre a permettere la costruzione di un intreccio profondo e articolato fra esame dello spazio e analisi del tempo, tra geografia e storia, tale visione comporta una rielaborazione del concetto di durata. Infatti, secondo lo studioso francese, è necessario distinguere fra fenomeni di lunga durata o strutturali, che coinvolgono i rapporti dell'uomo con il suo ambiente, quelli di media durata o congiunturali — inquadrabili in un arco al massimo di un secolo — quali i cicli demografici ed economici o le parabole delle istituzioni politiche, e infine gli avvenimenti, collocati in un tempo puntuale, il cui senso è comprensibile solo se ricondotto alle strutture e alle congiunture. Nell'ambito di un altro volume fondamentale, Le strutture del quotidiano, Braudel riflette sul tema della cultura materiale, un terreno di analisi in grado, dietro un'apparente settorialità, di porsi come crocevia di molteplici percorsi conoscitivi. Nel caso dell'alimentazione, infatti, si rinvia ai processi di produzione e di circolazione dei generi alimentari, alla loro diffusione tra le diverse classi, alle modalità con cui i pubblici poteri riescono ad assicurare livelli di sussistenza per tutti, alla potenzialità del cibo di assumere un ruolo simbolico. Tutto questo a prescindere del fatto che esso è portatore, ancor prima che di 27 Provincia di Lecce - Médiateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMA GO - Lecce La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento un valore economico e di un significato culturale, di potere nutrizionale, correlato quindi alla stessa costituzione biologica umana. Insomma storia biologica, storia economica, storia politica, storia sociale e storia culturale si intrecciano, secondo lo storico francese, offrendo un fertile ventaglio di combinazioni. Spedicato avvia nel 1993, sotto la sua direzione personale, e dei suoi colleghi 'baresi' Lorenzo Palumbo e Giuseppe Poli, la Biblioteca di Cultura Meridionale (BCM) per i tipi dell'editore leccese Conte, in cui cominciano a prendere forma e consistenza gli auspici a suo tempo formulati 12 . Lo scopo costante rimane quello di dimostrare la partecipazione del Mezzogiorno d'Italia ai grandi processi di trasformazione agenti su scala europea, sia pure in forme peculiari. Carattere fondamentale della BCM è quello della proficua sinergia tra la ricerca storica e le scienze sociali, i cui frutti più maturi si colgono nelle microstorie, negli apporti della geografia e della storia dell'alimentazione, nello studio della cultura e della religiosità popolare e nei rapporti che questa contrae con la produzione dei linguaggi musicali e iconici. Sempre in continuità con l'ispirazione a Braudel, Spedicato avvia nel 2007 la Collana MeditEuropa (sempre edita da Edipan), in cui la lezione dello storico francese viene esplicitamente richiamata attraverso l'esplorazione di percorsi tematici comuni alle realtà che si affacciano, e hanno scambiato per secoli, i prodotti della natura e della cultura di tale koinè marittiman. Nella contingenza storica attuale, in cui vecchie e nuove differenze vengono agitate per contrapporre civiltà, il progetto editoriale si propone, come nei propositi di una storiografia 'impegnata' , non solo il conseguimento di obiettivi sul piano scientifico, ma anche di traguardi finalizzati all'acquisizione di più adeguate consapevolezze. I risultati di tale progetto sono ancora provvisori per essere oggetto di un bilancio, ma ciò che appare sin d'ora chiaro è, ancora una volta, la tessitura di una visione integrata della storia del Mezzogiorno d'Italia. Gli esordi dei tre prodotti editoriali successivi ("L'Idomeneo", "Cultura e Storia", "I Quaderni"), scaglionati secondo tempi ragionevolmente distanziati (1998, 2002, 2005), attestano la prudente linea di una programmazione, che attende la maturazione e il consolidamento dei risultati attesi, prima di intraprendere nuove iniziative. La vita effettiva di "Cultura e Storia" non coincide quindi con l'arco cronologico sul quale stiamo riflettendo, ma lascia presuppone una lunga e laboriosa gestazione. Se la Rivista doveva assumere, per sua natura, un La collana, inaugurata dalla monografia dello stesso Spedicato, Arte e culto mariano nel Salento. L'Immacolata di Cariniano, di fatto viene conclusa nel 2003 con il volume di D. STEFANIZZI, Squinzano nell'Ottocento. Demografia, economia, società. 13 Questi i primi volumi pubblicati: L'aquila e la mezzaluna. Storia, letteratura e musica nel nome di Scanderbeg, a cura di Luisa Cosi, 2007; Stati e chiese nazionali in Italia in antico regime, a cura di Mario Spedicato, 2007; A. D'AmBRosto, Clausura e dintorni. Dizionario storico del monachesimo femminile in età moderna, 2008; T. ASTARITA, Tra l'acqua salata e l'acqua santa. Una storia dell'Italia meridionale, 2008 e M. SPEDICATO, Poteri locali e potere vescovile nel Mezzogiorno moderno (secc. XV-XVIII), 2008. 12 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca DigiZSalentina) a cura di IMAGO - Lecce Giuseppe Caramuscio ruolo duttile, funzionale ad inaugurare, individuare e convogliare energie, organizzare la prima fase del discorso culturale, la tappa consequenziale doveva prevedere di affiancarle un altro strumento di realizzazione progettuale. Accanto alla Rivista, strumento flessibile per anticipare risultati di ricerche, accogliere contributi eterogenei, e offrire informazioni culturali di varia natura, si pone successivamente, in funzione complementare, l'esigenza di un momento più organico di canalizzazione e di approdo delle ricerche e delle esperienze. La composizione del Comitato Scientifico ne riflette gli orientamenti programmatici, finalizzati alla collaborazione tra i diverse componenti della cultura; accanto ai condirettori, padre Luigi De Santis (ofm) e Mario Spedicato, compaiono volti rappresentativi del mondo accademico, e non solo: Ornella Confessore, Francesco de Luca, Eugenio Imbriani, Alessandro Laporta, Bruno Pellegrino, Gino Pisanò, Donato Valli. Questa composizione rimane invariata fino ad oggi, eccezion fatta per padre De Santis, che interromperà il suo ruolo (ma non la sua vicinanza spirituale alla Collana) nel 2004. L'idea della Collana "Cultura e Storia" si concretizza finalmente nel 2002, con il varo della ristampa anastatica di un'opera dell'abate brindisino del '700 Teodoro Monticelli, il Catechismo di Agricoltura, curata da Michele Mainardi e corredata da un saggio di Eugenio Imbriani, i quali rimarcano la significatività della scelta sia per l'argomento (fortemente radicato nella cultura pugliese e meridionale) che per la tipologia testuale particolarmente in uso nell'età illuministica. Nell'occasione lo stesso Spedicato, nel presentare l'iniziativa editoriale, ne fissa gli obiettivi principali: "Siamo consapevoli di poter contare all'interno della Società su competenze mature e autorevoli, ma abbiamo anche il dovere di preparare una nuova schiera di studiosi, che hanno bisogno di crescere con l'aiuto dei primi. Da qui l'auspicio di riscontrare una disponibilità sempre più larga da parte dei soci scientificamente attrezzati, di riscoprire il valore della mutualità, di creare un'osmosi tra vecchie e nuove generazioni di ricercatori che possano fare della Società un luogo di crescita culturale collettiva, oltre che un prestigioso centro di produzione culturale. La Collana di studi che oggi inauguriamo può rivelarsi un'opportunità unica per favorire la messa a punto, e nello stesso tempo per accelerare, la realizzazione di un ambizioso programma di ricerca che metta nelle condizioni la nostra associazione di interloquire attivamente con le massime (l'Università in primo luogo) istituzioni culturali della città e di conquistarsi, attraverso una qualificata e apprezzata produzione scientifico-editoriale, un posto di primo piano nel panorama provinciale e regionale -14 . Assieme all'allargamento delle prospettive metodologiche e delle collaborazioni (interne ed esterne all'associazione), il direttore pone l'attenzione alla "interrelazione tra la produzione culturale dei personaggi o dei processi storici salentini, oggetto d'indagine, e la funzione storica esercitata dentro e fuori il Salento, e gli eventuali mutamenti di questa funzione nel corso dei secoli"I 5 , dilatando anche Premessa a T. MONTICELLI, Catechismo di Agricoltura, a cura di Michele Mainardi, Galatina, EdiPan, 2002, p. 8. 15 Così si legge nel risguardo di copertina dei volumi. 14 29 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce La Collana "Cultura e Storia": una nuova stagione di studi sul Salento l'orizzonte spazio-temporale della ricerca. Questi propositi non vengono disattesi: dagli esordi a tutt'oggi, ogni anno si registrano entrate di nuovi autori e dilatazione dello spettro degli interessi: le monografie locali vengono riproposte attraverso nuovi approcci (la storia della scuola, l'analisi dei catasti e delle mappe catastali, ecc.). Esigenze celebrative suggeriscono di approfondire gli studi su figure abbastanza note nel panorama storico salentino come Ampolo, amministratore-letterato di Surbo nel periodo post-unitario (nel primo centenario della morte); sul vescovo-scienziato leccese Candido, inventore degli orologi elettrici (nel bicentenario della nascita); riguardo il santo gesuita Francesco de Geronimo, che operò a Grottaglie in età controriformistica (in occasione del bicentenario della beatificazione), intorno al celebre scienziato e uomo di cultura Cosimo De Giorgi (nell'85° dalla morte). Le medesime istanze puntano l'attenzione su due testimoni della contemporaneità quali il matematico leccese Ennio De Giorgi, a dieci anni dalla sua scomparsa, e il giornalista e uomo politico barese Alfredo Violante, nel 60° della tragica scomparsa nel campo nazista di Mauthausen. Il bicentenario del Decennio francese nel Mezzogiorno continentale (1806-1815) ha trovato riscontro in un Convegno ad hoc della sezione leccese, i cui atti sono stati adeguatamente canalizzati nell' Idomeneo (num. 8) e nel volume collettaneo La terra contesa. Diversi autori cominciano a privilegiare la Collana quale sede di destinazione editoriale delle loro fatiche costruite nel tempo: molti di essi vi esordiscono in qualità di coautori. È nel 2007 che la collana raggiunge l'apice della quantità, con l'uscita di ben otto pubblicazioni, della diversificazione dell'offerta culturale, e contemporaneamente della qualità delle monografie, registrando tra i nomi in ingresso quelli prestigiosi di Mario Marti e di Donato Valli, un nuovo contributo di Lorenzo Palumbo e quello annuale di Mario Spedicato 16 . In tale anno si intensifica anche la presenza della storia della scienza e, di conseguenza, la collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell'Università salentina. Una costante della Collana è l'uscita sistematica (solitamente annuale) dei lavori di Spedicato in veste di autore, destinati a manuale di supporto agli annuali corsi monografici che egli tiene per gli insegnamenti di Storia moderna e Storia sociale dei media. Risultano editi fino alla data odierna complessivamente 32 volumi (se consideriamo anche l'articolazione di tre volumi in due tomi) 17 , la cui pubblicazione risulta così distribuita negli anni: 1 nel 2002,4 nel 2003,2 nel 2004,5 nel 2005, 6 nel 2006,8 nel 2007,6 nel 2008 (con diversi volumi in cantiere, di cui tre già pronti al varo per gli inizi del 2009) 18 . La valutazione dei dati numerici grezzi ci M. MARTI, Salento, quarto tempo; D. VALLI, Escursioni novecentesche nel Salento e oltre; L. PALUMBO, Un feudo ecclesiastico: Uggiano La Chiesa; M. SPEDICATO, Culti di santi e percorsi di santità nel Mezzogiorno medioevale e moderno. Per evitare l'ovvia ripetizione sarà omessa d'ora in avanti la citazione del luogo di edizione e della casa editrice. 17 Si tratta di Vincenzo Ampolo tra politica e letteratura, di Fonti e studi per la storia di Castri di Lecce, de I Celestini di Santa Croce tra Lecce e Carmiano. 18 Il computo è aggiornato alla data del. Convegno, 10 dicembre 2008. 16 30 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di MAGO - Lecce