L’Arsenale di Venezia
Una grande industria di
stato
L’ingresso dell’Arsenale in un
dipinto del Canaletto (1732)
L’ingresso monumentale e le
torri dell’Arsenale, oggi
L’arsenale e la città
L’Arsenale vecchio (XIII-XIV
sec.)
La casa dell’Arsenal
(Arzanà) nasce nel
medioevo (1220-1224)
come struttura
comunale di
stoccaggio e
conservazione di
materiali (Arsenale
vecchio) destinati alla
flotta commerciale.
L’Arsenale vecchio (XIII-XIV
sec.)
Vi si conservano:
1.
Materie prime
(legnami e canape)
2.
Prodotti finiti
(carene, alberi, ecc.)
3.
Macchine belliche
(cannoni, polveri,
ecc.)
L’Arsenale nuovo (XIV-XV sec.)
1.
2.
3.
Successivamente ampliato fra il XIV e il
XV secolo e trasformato nel più grande
cantiere navale della Repubblica, viene
diviso in tre settori strettamente
connessi fra loro:
Magazzino e deposito di materiali
Deposito di armi
Cantiere di costruzione navale
Cannone veneziano (XVI sec.)
L’Arsenale nuovissimo (XV sec.)
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Ulteriormente ampliato a partire dal
1473, l’Arsenale viene destinato, oltre
che a fabbricare ed armare una flotta
mercantile, anche a costruire e
mantenere in luogo riparato una riserva
di navi (da 50 a 100 galere) con cui far
fronte ad ogni evenienza.
Lo stabilimento dell’Arsenale
Galera veneziana (XIV secolo)
La navi segrete di Venezia
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Dopo la comparsa sui mari delle nuove
mastodontiche flotte turche, Venezia si
dota di una flotta segreta, costituita da
un numero eccezionale di navi,
smontate, ma pronte per l’uso in poche
settimane.
Una “flotta in naftalina”
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Di queste navi segrete circa 25 erano
sempre pronte in darsena, armate e
attrezzate, in modo da essere messe in
mare nel giro di poche ore.
Il resto delle navi era in parte (25-50
galere) tenuta in secco completa di scafi
e sovrastrutture e pronta ad essere
varata dopo il calatafaggio.
Il varo di una nave in Arsenale
Una flotta da montare
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Un’altra parte della flotta veneziana (altre 50
galere e molte navi leggere) era composta da
strutture complete di navi prefabbricate da
assemblare e montare nel giro di poche
settimane.
La direzione dell’Arsenale
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1.
2.
La direzione dell’Arsenale era duplice:
Politica: i due Provveditori dell’Arsenal,
magistrati patrizi eletti dal Maggior
Consiglio)
Tecnica: l’Ammiraglio dell’Arsenal, alto
funzionario, non patrizio, proveniente
dalla carriera militare
I Provveditori all’Arsenal
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Trasmettevano gli ordini del
Senato, dei Savi agli Ordini e
dei Savi da Mar e
verificavano che fossero
eseguiti nei tempi previsti;
compito dei Provveditori
all’Arsenal era soprattutto
evitare che fossero diffuse
fuori dai cantieri preziose
notizie relative alle tecniche di
costruzione delle navi
(segreto di stato).
L’Ammiraglio dell’Arsenal
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Giudicava la qualità delle merci
consegnate e provvedeva al loro
migliore utilizzo.
Alle dipendenze dirette dell’Ammiraglio
vi erano una dozzina di sovrintendenti
dei magazzini e varie squadre di stivatori
e manovali che trasportavano i materiale
alle galere finite.
Il ruolo delle corporazioni
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A controllare la qualità del prodotto finito,
ossia le navi, provvedevano i capimastri
delle corporazioni – non dipendenti
dall’Arsenale - mediante ispezioni
quotidiane o settimanali.
Brigantino settecentesco
La più grande fabbrica del
mondo
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In età moderna (XV-XVII sec.) l’Arsenale
di Venezia è uno dei più grandi
stabilimenti industriali del mondo.
Forse il più grande in assoluto.
…gli spazi del lavoro
Una concentrazione unica
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La sua estensione raggiunge i 2.500.000
metri quadrati e comprende gli
alloggiamenti dei comandanti e del
personale fisso
Tredicimila lavoratori per
l’Arsenale
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I lavoratori impiegati (i cosiddetti
Arsenalotti) sono circa 2.000 che in caso
di guerra possono giungere a 3.000.
L’indotto (botteghe artigiane o privati che
lavorano prevalentemente per
l’Arsenale) è valutabile in altre 10.000
persone distribuite fra Venezia e le isole
della Laguna
Un’ organizzazione “fordista”
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Alcuni aspetti organizzativi dell’Arsenale
anticipano le caratteristiche dell’industria
del Novecento e in particolare del
modello “fordista” (=la catena di
montaggio).
Le caratteristiche del ciclo
lavorativo:
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4.
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6.
Stoccaggio delle componenti
Linea (idraulica) di montaggio
Concentrazione dei lavoratori in un
unico grande stabilimento
Divisione del lavoro
Specializzazione delle funzioni
Massimo sfruttamento delle microprofessionalità
Magistrati e Maestri artigiani
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Il processo produttivo era però
considerato come una questione di
esclusiva pertinenza della gente del
mestiere, inquadrata nelle corporazioni e
lasciata libera di rifarsi alle tradizioni e
alle pratiche del proprio mestiere, sotto
la guida di capaci Maestri.
I privilegi dei lavoratori
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Gli operai dell’Arsenale non potevano essere
selezionati o licenziati dalla direzione, ma solo
dalle rispettive corporazioni di mestiere che ne
facevano un punto di forza delle propria
autonomia.
Le paghe dei lavoratori erano discusse ed
approvate dal Senato in seguito ad una
trattativa e ad un contratto con i maestri delle
corporazioni.
Il lavoro nei cantieri
1. Le singole parti della nave (alberi,
pennoni, banchi, tavole, remi, cordami,
ecc.) vengono prodotte separatamente
(ma secondo modelli e misure
identiche) in officine diverse e
successivamente immagazzinate
nell’Arsenale.
I magazzini dell’Arsenale
2. I materiali vengono quindi ammassati
nei singoli magazzini dell’Arsenale
(ogni materiale in un magazzino
diverso) lungo un percorso definito
razionalmente.
La linea di montaggio
3. Gli scafi costruiti nell’Arsenale Nuovo
vengono fatti scorrere dapprima su
tronchi o ruote, lungo il viale interno,
poi sull’acqua, lungo i canali interni –
secondo un percorso prestabilito –
passando via via davanti alle varie
officine: segherie, scali di costruzione,
corderie, fonderie, armerie, ecc.
Il caricamento delle navi
4. Gli scafi vengono successivamente
trasportati nell’Arsenale Vecchio,
passando davanti ad una serie di
magazzini, dove vengono caricati dei
materiali (“l’uno i cordami, l’altro il
pane, un altro le armi e un altro ancora
le balestre e i mortai, e così da ogni
parte veniva portato tutto ciò che
occorreva”).
Il varo
5. Infine le navi vengono fatte scorrere dal
bacino dell’Arsenale direttamente nella
Laguna e varate, dopo l’ultimo controllo
da parte dei maestri delle corporazioni.
Battello da cerimonia
Cerimonia
in Laguna
Cerimonia in
Laguna con
Gondole addobbate
e Bucintoro
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Una produzione in serie
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Per far funzionare le linee di montaggio
era dunque necessaria una certa
standardizzazione delle componenti per
poter disporre di parti intercambiabili.
Questa esigenza tecnica favorì il
progressivo spostamento all’interno
dell’Arsenale di gran parte delle
lavorazioni prima dislocate all’esterno,
nelle singole botteghe artigiane.
Il controllo del taglio legname
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Addirittura il taglio del legname di alto
fusto nei boschi del bellunese era
eseguito da personale specializzato
dell’Arsenale inviato in loco sotto scorta
militare e sotto la direzione dei
capimastri, per evitare tagli cattivi
eseguiti dai boscaioli locali.
Competenze disperse
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In assoluto contrasto con il quadro
appena descritto di massima efficienza
organizzativa è il sistema che regola le
competenze e la direzione dei lavori,
basata sulla massima dispersione.
La Casa dell’Arsenal
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La Casa dell’Arsenal è inizialmente governata
dai soli tre Patroni, documentati dalla metà del
Duecento, cui si aggiunsero in seguito i
Provveditori e l’Ammiraglio. Insieme essi
formavano la Banca che, allargata ad altri
magistrati elettivi, diveniva il Collegio, ossia
l’organo di direzione riunito soprattutto per
trattare le questioni delle maestranze.
Officine con direzioni diverse
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Le Fonderie dell’Arsenale dipendevano
dai Provveditori alle artiglierie
(magistratura statale patrizia).
Le Corderia dipendeva invece\dalla
Camera del cadevo (organo corporativo
non statale).
Boschi e querce
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Dai Provveditori dell’Arsenale
dipendevano gran parte dei boschi
demaniali del Bellunese, del Friuli e della
Dalmazia, sottratti alle comunità locali e
riservati alla costruzione navale.
Ovunque, in tutto il territorio della
Repubblica, le querce erano sottoposte
al controllo dei Provveditori
dell’Arsenale.
Il primo “corpo dei pompieri”
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Agli Arsenalotti è anche affidato il
compito di provvedere allo spegnimento
degli incendi in Venezia e nella Laguna.
Gli Arsenalotti:
un’élite del lavoro
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Gli Arsenalotti rappresentano un’élite
artigianale di primissimo livello, le cui
competenze sono invidiate in tutto il
mondo.
Lo loro paghe sono sempre assai più
alte della media, anche perché gli
Arsenalotti sono detentori di importanti
segreti di Stato.
Artigiani e marinai
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In caso di guerra gli Arsenalotti
costituivano il nerbo della marineria
veneziana e spesso venivano imbarcati
come sottufficiali sulle navi da loro stessi
costruite.
Fedeli, ma pronti al conflitto
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Le loro competenze tecniche
erano fuori discussione e così
la loro lealtà alla Repubblica
(cinquanta di essi erano
reclutati per fungere da
guardia d’onore in occasione
dell’elezione del Doge), ma i
conflitti da lavoro non erano
infrequenti: il solo annuncio di
una loro possibile rivolta
induceva il Senato alla
trattativa.
Temuti e imbattibili
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Solo in rari casi (denunce di abusi o
ritardo nei pagamenti) gli Arsenalotti
interrompevano il lavoro e varcavano in
massa il portone del palazzo Ducale per
trattare direttamente con il Doge o con il
Consiglio dei Dieci, ma nessuna guardia
armata fu mai in grado di affrontarli e di
sopraffarli.
L’ingresso dell’Arsenale oggi
Iconografia e realtà
Scarica

L`Arsenale di Venezia (vnd.ms-powerpoint, it, 2964 KB, 10/29/07)