OPUSCOLO PER I LAVORATORI “VIBRAZIONI E PATOLOGIE CORRELATE” 1 Definizione La vibrazione è un’energia meccanica che entra nel corpo umano attraverso una superficie di continuità. Trasmissione delle vibrazioni Le vibrazioni possono essere trasmesse attraverso le macchine o le superfici con cui l´uomo viene a contatto. A seconda delle parti del corpo coinvolte, possono essere distinte in vibrazioni trasmesse al corpo intero o al sistema mano-braccio. Le vibrazioni trasmesse al corpo intero possono a loro volta essere suddivise, da un lato, in vibrazioni a bordo di macchine mobili oppure in prossimità di macchine fisse e, dall´altro, in vibrazioni presenti negli edifici. Per quanto riguarda le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio, esse sono generalmente dovute a macchine impugnate dagli addetti. Nei lavoratori, l´esposizione a lungo termine a vibrazioni di elevata intensità può produrre vere e proprie patologie; ma anche senza giungere a questi effetti, le vibrazioni possono comunque arrecare disagio alle persone esposte. Malattie professionali da vibrazioni Il rischio da vibrazioni è presente in molte attività lavorative, quali la guida dei mezzi di trasporto, l’utilizzo di macchine industriali, l’impiego di utensili ad elettricità o ad aria compressa (martelli pneumatici, frese, trapani, martelli perforatori) possono provocare nel tempo patologie del rachide lombare e delle patologie riconducibili alle malattie neuromuscolari. Tali vibrazioni possono essere trasmesse a determinati segmenti corporei (il segmento spalla-mano nel primo caso) o addirittura a tutto il corpo con prevalenza del tronco nel secondo caso. Dopo anni di esposizione alle vibrazioni professionali è possibile sviluppare una serie di problemi di natura vascolare (malattia di Raynaud), osteoarticolari (alcune lesioni si manifestano in determinate articolazioni), neurologiche (formicolii o alterazioni della sensibilità), tendinee (tunnel carpale). Vibrazioni trasmesse al corpo intero S’intende per vibrazioni trasmesse al corpo intero, le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide. Le vibrazioni trasmesse al corpo intero nel caso di persone presenti in edifici possono essere determinate da: traffico veicolare, in particolare su rotaia (treni, tram, metropolitana) e pesante (camion, autobus); macchine fisse installate in stabilimenti (magli, tram, telai, ecc.); lavorazioni edili e stradali (infissione pali, escavazioni, ecc.). Le vibrazioni dipendono dalla tipologia della sorgente, dalla distanza sorgente-edificio, dalle caratteristiche del terreno e dalla struttura degli edifici stessi. Per quanto riguarda gli effetti, le vibrazione negli edifici possono costituire un disturbo per le persone esposte e, se di intensità elevata, possono arrecare danni architettonici o strutturali. Non va dimenticato inoltre il possibile disturbo da rumore prodotto per conversione delle vibrazioni. 2 Le vibrazioni trasmesse al corpo intero a bordo di macchine mobili o in prossimità di macchine fisse possono essere determinate da: macchine semoventi su gomma o su cingoli (escavatrici, trattrici, carrelli elevatori, ecc.) impiegate in edilizia, nei cantieri stradali, nelle cave, in agricoltura, nei magazzini, ecc.; in questo caso le vibrazioni interessano i conducenti (seduti) e si trasmettono attraverso i sedili di guida; mezzi di trasporto: su gomma (autobus, camion, auto, moto), su rotaia (treni, tram, metropolitana), aeromobili (aerei, elicotteri), imbarcazioni (lacustri, lagunari, marittime); in questo caso le vibrazioni interessano i conducenti (seduti), il personale di bordo (in piedi) ed i passeggeri (seduti, in piedi o supini) e si trasmettono attraverso i sedili, i pianali o i lettini; macchine fisse (magli, presse, telai, mulini, rotative tipografiche, ecc.) impiegate in metallurgia, negli stabilimenti metalmeccanici, tessili e di lavorazione dei materiali lapidei, nel settore della stampa, ecc.; in questo caso le vibrazioni interessano i lavoratori (in piedi) e si trasmettono attraverso il pavimento o le piattaforme metalliche solidali alle macchine. Per quanto riguarda le macchine semoventi e i mezzi di trasporto, le vibrazioni sono prodotte dal motore (regime di rotazione) e dalla traslazione del mezzo (superficie di scorrimento, velocità, interfaccia mezzo-superficie), oppure dalle lavorazioni (movimentazione terra, aratura ecc.) svolte dall´attrezzo. Per quanto riguarda le macchine fisse, invece, le vibrazioni sono determinate dalle operazioni svolte dalle macchine stesse e dal movimento degli organi interni. Valori limite di esposizione per le vibrazioni trasmesse al corpo intero a. il valore limite di esposizione giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, e' fissato a 1,15 m/s2; b. il valore d'azione giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, e' fissato a 0,5 m/s2. L´esposizione a lungo termine a vibrazioni di elevata intensità trasmesse al corpo intero può determinare alterazioni del rachide lombare. Dal punto di vista clinico, i lavoratori colpiti da sindrome da vibrazione a corpo intero accusano prevalentemente disturbi e lesioni a carico del rachide lombare (lombalgie e lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale quali spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi intervertebrale, discopatie e ernie discali lombari e/o lombosacrali nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto rispetto a gruppi di controllo non esposti a vibrazioni meccaniche), ma possono aversi anche disturbi e lesioni all’apparato cervico-brachiale (mediante amplificazione della risposta muscolare collospalla), al sistema nervoso periferico, al sistema cocleovestibolare (ipoacusia, iporeflettività vestibolare e turbe vestibolari), il sistema circolatorio (emorroidi e varici venose degli arti inferiori) ed in via meno frequente all’apparato gastroenterico (disturbi gastro-intestinali, gastrite e ulcera peptica) e dell’apparato riproduttivo femminile (disturbi del ciclo mestruale, processi infiammatori e anomalie del parto in donne esposte a vibrazioni con frequenze tra 40 e 55 Hz). 3 LE VIBRAZIONI WBV ("whole body vibration") Le vibrazioni trasmesse al corpo ("whole body vibration" - WBV) costituiscono un rilevante fattore di rischio sia per la varietà e l'importanza degli effetti ad esse associati sia per il numero di lavoratori esposti. Esistono 2 categorie di sorgenti che implicano differenti superfici di trasmissione delle vibrazioni e differenti posture degli addetti; la rilevanza del rischio per i due tipi di sorgenti è inoltre nettamente diversa. 1) Mezzi di trasporto, semoventi Nel caso dei mezzi di trasporto (autobus, camion, ecc.) e semoventi (trattori agricoli, carrelli elevatori, pale meccaniche, ecc.), le vibrazioni si trasmettono attraverso i sedili di guida agli addetti in posizione assisa. 2) Impianti fissi rappresentano le principali sorgenti di vibrazioni. Nel caso di macchine ed impianti fissi (magli, presse, mulini, ecc.), le vibrazioni si trasmettono attraverso i pavimenti o le piattaforme di lavoro agli addetti in posizione eretta. Rispetto alle vibrazioni prodotte da macchine ed impianti fissi, le vibrazioni generate da mezzi di trasporto e semoventi presentano maggiore interesse, sia perché sono di livello più elevato, sia perché coinvolgono un numero di lavoratori notevolmente superiore. Per la valutazione tecnica delle vibrazioni trasmesse al corpo viene generalmente seguita la norma internazionale ISO 2631/1-1997, che ha integrato ed aggiornato la precedente versione del 1985. Nella norma viene definito un sistema di coordinate ortogonali riferito soggetto esposto, con origine fissata in corrispondenza del torace: l'asse z passa per i glutei e la testa (per i piedi e la testa nel caso di un soggetto in posizione eretta); l'asse x per la schiena ed il petto; l'asse y per le due spalle. Di fatto, se si considera la direzione di marcia di un mezzo di trasporto o semovente, tali coordinate corrispondono generalmente agli assi verticale (z), longitudinale (x) e trasversale (y). L'intensità delle vibrazioni viene descritta in termini di accelerazione (a) espressa in m/s2; l'intervallo di frequenza da considerare risulta compreso tra 0,5 e 80 Hz Circa gli effetti delle WBV sull'uomo, sono state definite due curve, una valida per l'asse verticale, l'altra per gli assi orizzontali, che congiungono i livelli delle accelerazioni che, alle diverse frequenze, producono lo stesso effetto in termini di percezione da parte di un soggetto esposto per otto ore. La sensibilità dei soggetti esposti alle vibrazioni è maggiore negli intervalli di frequenza compresi tra 4 e 5 Hz sull'asse verticale e tra 1 e 2 Hz sugli assi orizzontali mentre diminuisce per valori di frequenza esterni a tali intervalli. Sono state poi definite altre due serie di curve che, pur mostrando lo stesso andamento delle curve precedenti, si riferiscono invece al mantenimento del comfort ed al mantenimento della salute-sicurezza: a parità di durata di esposizione, sono sufficienti accelerazioni di livello più basso per compromettere il comfort, mentre sono richiesti livelli più alti per pregiudicare la salute-sicurezza dei soggetti esposti. Le vibrazioni presenti sui mezzi di trasporto sono dovute prevalentemente al funzionamento del motore ed alla traslazione del mezzo. Nel caso delle macchine operatrici semoventi, le vibrazioni sono prodotte non solo dal funzionamento del motore e dalla traslazione ma anche dalle operazioni effettuate dall'attrezzo. Il funzionamento dei 4 motori a combustione interna produce vibrazioni di frequenza relativamente elevata, in genere tra 20 e 60 Hz. Come è noto la sensibilità del corpo umano a queste frequenze è modesta, in quanto superiori alla frequenza di risonanza del rachide (5-15 Hz). Le vibrazioni dovute alla traslazione del mezzo ed alle sollecitazioni originate dal profilo irregolare del terreno sono caratterizzate da componenti di bassa frequenza (1-20 Hz). Generalmente, negli spettri delle accelerazioni verticali si presenta un picco di frequenza pari alla frequenza di risonanza del mezzo (2-6 Hz). Per quanto riguarda gli spettri delle accelerazioni orizzontali, questi, in genere, sono piatti o presentano elevati valori a frequenze molto basse. In relazione al particolare andamento delle curve di isopercezione delle vibrazioni, la sensibilità alle accelerazioni verticali è massima tra 4 e 8 Hz, mentre la sensibilità alle accelerazioni orizzontali è massima tra 1 e 2 Hz. L'entità delle vibrazioni dipende dunque dalle sollecitazioni a cui il mezzo è sottoposto ed in particolare dalla velocità di traslazione e dal tipo di terreno. Nel caso dei mezzi di trasporto, che operano su superficie uniformi (strada o rotaia), la velocità di traslazione, generalmente elevata, assume un rilievo determinante. Nel caso delle macchine semoventi, che in genere si muovono a bassa velocità e sono per lo più prive di sospensioni, sono invece le caratteristiche del terreno ad essere determinanti: la traslazione su terreni duri o dissestati determina infatti vibrazioni di livello più alto. Le lavorazioni effettuate con mezzi semoventi dotati di attrezzi (agricoli, forche, benne, ecc.) influiscono in misura complessa sulle vibrazioni. Generalmente tali lavorazioni incrementano le vibrazioni dovute alla sola traslazione, in particolare nei casi in cui si verificano fenomeni di impatto (ad es. benna che raccoglie materiale) Diversi sono i parametri che possono pertanto influire sulle vibrazioni. Questi sono legati non solo al tipo di mezzo (sospensioni, gommatura, sedile, ecc.), al tipo di percorso (superficie, ecc.), alla velocità di traslazione ed alle lavorazioni eventualmente effettuate, ma anche a fattori casuali (ad es. frenate improvvise per traffico intenso.) e soggettivi (modalità di guida, ecc.). Automezzi Velivoli tipo di autoveicolo (di trasporto, semoventi, etc.); caratteristiche del contatto al suolo (gomme, cingolato, rotaia, etc.); percorrenza chilometrica (media e complessiva); velocità media; caratteristiche del percorso; operazioni di lavoro svolte con eventuale uso di attrezzi ausiliari; condizioni di esercizio (sospensioni, sedile, motore, etc.) tipo di velivolo; caratteristiche del propulsore; ore di volo (medie e complessive); tipo di servizio svolto Al riguardo va infine sottolineato che il livello più basso di rischio da WBV si ha per i mezzi su rotaia, rispetto ai quali possiamo avere valori medi di accelerazione aumentati di circa due volte (per gli autobus), tre volte (per i trattori agricoli), quattro volte (per i carrelli elevatori diesel), nove volte (per le pale meccaniche). 5 PATOLOGIE DA VIBRAZIONI TRASMESSE A CORPO INTERO 1) Disturbi e lesioni a carico del rachide lombare (lombalgie e lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale quali spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi intervertebrale, discopatie e ernie discali lombari e/o lombosacrali nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto rispetto a gruppi di controllo non esposti a vibrazioni meccaniche) 2) lesioni all’apparato cervico-brachiale (mediante amplificazione della risposta muscolare collospalla), 3) Danni al sistema nervoso periferico; 4) Danni al sistema cocleovestibolare (ipoacusia, iporeflettività vestibolare e turbe vestibolari); 5) il sistema circolatorio (emorroidi e varici venose degli arti inferiori) 6) Apparato gastroenterico (disturbi gastro-intestinali, gastrite e ulcera peptica) e dell’apparato riproduttivo femminile (disturbi del ciclo mestruale, processi infiammatori e anomalie del parto in donne esposte a vibrazioni con frequenze tra 40 e 55 Hz). Fattori aggravanti A) Presenza di valori di picco (urti, scosse, buche) che non si evidenziano con le misurazioni normalizzate alle 8 ore (il D.L. 187 dice di tenerne conto. Art.4, comma 6) . B) Posture scomode: 1) stazione seduta per lungo tempo 2) torsione del tronco per la guida a retromarcia 3) guida con busto piegato in avanti C) Basse temperature, umidità, ventilazione D) Stress 1) Lesioni muscolo scheletriche del rachide Studi di biodinamica hanno tuttavia evidenziato i seguenti possibili meccanismi attraverso i quali le vibrazioni possono indurre lesioni all’apparato muscolo-scheletrico del rachide: (i) sovraccarico meccanico dovuto a fenomeni di risonanza della colonna vertebrale nell’intervallo di frequenza delle vibrazioni tra 3 e 10 Hz, con conseguente danno strutturale a carico dei corpi vertebrali, dischi e articolazioni intervertebrali; (ii) eccessiva risposta contrattile dei muscoli paravertebrali causata da intenso stimolo vibratorio, con conseguenti fenomeni di strain e affaticamento muscolare. a) Ernie discali Definizione: Le patologie che più frequentemente insorgono nei lavoratori esposti a vibrazioni e microtraumatismi del rachide sono le ernie discali e la spondiloartrosi. Eziologia: Il disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea interposta tra due vertebre; è costituito da un nucleo centrale gelatinoso, che permette di assorbire le sollecitazioni meccaniche che si creano tra i due corpi vertebrali e da un anello fibroso esterno. L’avanzare dell’età comporta una riduzione progressiva del contenuto idrico, del volume e della elasticità del nucleo gelatinoso, con maggiore suscettibilità ai traumatismi ripetuti e alla compressione. I traumi ripetuti inducono la formazione di soluzioni di continuo dell’anello fibroso, con conseguente fuoriuscita del nucleo centrale, che può andare a comprimere le radici nervose spinali e le terminazioni nervose, causando 6 l’insorgere dei sintomi clinici. A volte l’ernia va a comprimere il midollo spinale. I sintomi clinici sono dovuti a questi fenomeni compressivi e variano in base alla sede di compressione. Le sedi più frequenti sono L4 –L5 e L5 –S1 (lombari e lombo-sacrali). Il sintomo più frequente dell’ernia discale è il dolore, spesso associato a rigidità delle strutture muscolari adiacenti. b) Spondilodiscoartrosi Definizione: si tratta di fenomeni degenerativi dei segmenti ossei e delle strutture fibrocartilaginee interposte della colonna vertebrale. I segni ed i sintomi sono simili a quelli causati dalle ernie discali, anche se l’esordio è meno acuto. Eziologia: E’ causata dalla associazione di alterazioni degenerative del disco intervertebrale e da alterazioni reattive dei piani ossei adiacenti. Di solito è asintomatica finché non si verificano fenomeni di compressione midollare e/o radicolare, determinati dai fenomeni reattivi ossei, nel qual caso i sintomi simulano quelli dell’ernia discale. Il dolore è di solito meno acuto ma con caratteristiche di plurisegmentarietà, cioè interessamento di più distretti contemporaneamente e dolori riferiti in più aree della colonna vertebrale. Le contratture muscolari possono essere assenti. 2) Disturbi cervico-brachiali L’esposizione a vibrazioni con frequenze sovrapponibili alla frequenza di risonanza del corpo umano può amplificare la risposta muscolare della regione collo-spalla. Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’aumentata occorrenza di disturbi cervicobrachiali nei conducenti di automezzi. Diversi fattori ergonomici sono sospettati di essere all’origine di questi disturbi, quali i movimenti di rotazione e torsione del capo, i movimenti ripetitivi del sistema mano-braccio-spalla per azionare i comandi dei veicoli, e l’esposizione a vibrazioni meccaniche. 3) Disturbi digestivi L’esposizione acuta a vibrazioni meccaniche può indurre un aumento dell’attività gastrointestinale con l’insorgenza di disturbi gastro-intestinali, come gastrite e ulcera peptica in conducenti di veicoli dove sembrano giocare un ruolo importante anche gli impulsi afferenti dai meccanocettori cutanei e sottocutanei e dalle zone mesenteriche e addominali. Particolari sensazioni ottiche e olfattive, inoltre, risultano decisive per l'insorgenza acuta dei disturbi. L’associazione tra l’esposizione a vibrazioni meccaniche e disturbi dispeptici è risultata, tuttavia, ancora debole in quanto alcuni di questi studi non presentavano un adeguato controllo di possibili, importanti, fattori di confondimento (ad es. fumo di tabacco, assunzione di bevande alcooliche, abitudini alimentari, turni lavorativi, stress). Pertanto, il problema se l'esposizione a vibrazioni possa determinare disturbi digestivi rimane ancora aperto; è tuttavia probabile che i disturbi digestivi rappresentino un effetto minore dell’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero. 4) Effetti sull'apparato riproduttivo E’ possibile che l’esposizione a vibrazioni meccaniche possa causare alcuni effetti nocivi sull’apparato riproduttivo femminili. Disturbi del ciclo mestruale, processi infiammatori e anomalie del parto sono stati riportati in donne esposte a vibrazioni con frequenze tra 40 e 55 Hz. In un studio epidemiologico di popolazione su aborto spontaneo e mortalità 7 prenatale senza malformazioni congenite, quest’ultimo evento presentava un'incidenza maggiore di quella attesa in donne lavoratrici esposte a 36 vibrazioni nel settore dei trasporti. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare tali dati. 5) Disturbi circolatori Nella letteratura scientifica viene suggerita un’associazione tra esposizione a vibrazioni e rischio di insorgenza di emorroidi e varici venose degli arti inferiori. Nell’ambito di tale possibile associazione, l’esposizione a vibrazioni potrebbe agire come fattore concorrente in combinazione con la prolungata postura assisa tipica dei conducenti di automezzi e veicoli. Una elevata pressione intra-addominale sembra anche avere un ruolo nel meccanismo patogenetico di tali affezioni. Si tratta comunque di un'evidenza piuttosto debole. 6) Effetti cocleo-vestibolari Una prolungata esposizione a vibrazioni meccaniche sembra poter aggravare l’ipoacusia provocata dal rumore. L'esposizione combinata a vibrazioni e rumore sembra causare uno spostamento temporaneo della soglia uditiva alle alte frequenze (6-10 kHz) maggiore di quello provocato dall'esposizione al solo rumore. i disturbi dell'equilibrio possono essere indotti da vibrazioni di frequenze comprese tra 1 Hz e 15-18 Hz. L'iperstimolazione del vestibolo e dei canali semicircolari determinano, dopo un periodo di latenza variabile, la comparsa di un quadro sintomatologico noto come chinetosi (“mal di mare”). Il meccanismo patogenetico di tale effetto sinergico sull’organo dell’udito non è stato ancora chiarito. Una iporeflettività vestibolare ed una più elevata prevalenza di turbe vestibolari sono state descritte in lavoratori esposti a vibrazioni trasmesse al corpo intero, ma il significato di un’associazione tra vibrazioni e disturbi vestibolari è dubbio. INDICAZIONI COMPORTAMENTALI devono essere segnalati e valutati i rischi da contatto/permanenza prolungata su mezzi vibranti (es.: trattrici, falciatrici, motozappe, ecc.) devono essere presi provvedimenti sulle macchine (es.: sedili con ammortizzatori dinamometrici; sospensioni sulla cabina, ecc.) acquistare trattrici, macchine e attrezzi manuali progettati con criteri moderni (trattrici dotate di sistemi di smorzamento delle vibrazioni, consistenti nella sospensione delle cabine su elementi ammortizzati che le rendano indipendenti dal telaio, sedili ammortizzati, impugnature disaccoppiate con materiali che attenuano le vibrazioni ed altri dispositivi per gli attrezzi condotti con operatore a terra. Le macchine devono essere vendute con l’indicazione, nel manuale di istruzioni, del livello di vibrazioni prodotte) nella scelta delle attrezzature, prendere sempre attenta visione del libretto d'uso e manutenzione della macchina (con particolare riguardo alle emissioni di vibrazioni e ai relativi interventi di manutenzione) per trattrici, macchine e attrezzi manuali già in uso, risultano di solito difficili le modifiche per l’adeguamento di sedili, pedane, piattaforme, manici, maniglie e impugnature; in questi casi l’unica cosa da fare è individuare con precisione le caratteristiche di emissione di vibrazioni da parte delle attrezzature più pericolose, limitando a valori accettabili la permanenza di personale su tali macchine (ormai destinate ad essere fuori mercato), dovendo, per la grandissima parte delle Aziende 8 agricole, rispettare quantomeno l’impegno di possedere attrezzature a norma ed utilizzarle secondo i limiti di legge. mantenere in buono stato le condizioni generali del mezzo, effettuando una regolare ed appropriata manutenzione mantenere efficienti i dispositivi antivibrazioni mantenere un adeguato livello di manutenzione della cabina del mezzo eseguire l’immediata manutenzione di elementi che possono provocare emissioni di vibrazioni (esempio sospensioni, ammortizzatori, guarnizioni, ingranaggi usurati, ecc.) porre limiti temporali di esposizione ai mezzi più problematici (le norme ISO prevedono limiti di utilizzo: da 4 ore fino a soli 30 minuti/giorno in funzione dell'attività svolta) eseguire interventi sulla corretta posizione del corpo dell'operatore informare i lavoratori sui rischi specifici e sui provvedimenti presi, sorvegliando che siano sempre messi in atto sottoporre a visite mediche periodiche i lavoratori che usano con continuità trattrici, macchine e attrezzi manuali con forti vibrazioni non eseguire lunghi turni di lavoro pensando di fare affidamento ai soli dispositivi antivibrazione. Tra i dispositivi accessori citati al punto c) rientrano a pieno titolo i guanti certificati "antivibrazioni" ai sensi della norma EN ISO 10819 (1996). Pur non presentando generalmente livelli di protezione elevati i guanti anti-vibrazioni sono comunque utili ai fini di evitare l'effetto di amplificazione della vibrazione trasmessa alla mano, generalmente riscontrabile per i normali guanti da lavoro , e di attenuare ulteriormente i livelli di vibrazione prodotti dagli utensili impiegati. Va inoltre considerato che un altro scopo importante dei guanti quello di tenere le mani calde ed asciutte, il che può contribuire a limitare alcuni effetti nocivi indotti dalle vibrazioni. 9 Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio Si intende per vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio, le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio nell'uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari; Le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio possono essere determinate da: Tipologia di utensile Scalpellatori e Scrostatori Martelli rivettatori Martelli Perforatori da 2 a 10 Kg elettrici, idraulici, pneumatici Martelli Demolitori e Picconatori Trapani a percussione Avvitatori ad impulso Martelli Sabbiatori Cesoie e Roditrici per metalli Martelli piccoli scrostatori Utensili di tipo rotativo Levigatrici orbitali e roto-orbitali Seghe circolari e seghetti alternativi Smerigliatrici Diritte per lavori leggeri Smerigliatrici Angolari e Assiali Motoseghe Decespugliatori Altri macchinari Motocoltivatori Tagliaerba Chiodatrici Compattatori vibro-cemento Limatrici rotative ad asse flessibile Manubri di motociclette Cubettatrici Ribattitrici Altri macchinari a colonna Trapani da dentista Principali lavorazioni Scalpellatura, pulitura, scanalatura, lapidei, sbavatura di fusioni, rimozioni di ruggini e vernici. Rivettatura. Edilizia - lavorazioni lapidei Edilizia - estrazione lapidei Metalmeccanica Metalmeccanica, Autocarrozzerie Fonderie - metalmeccanica Metalmeccanica Lavorazioni artistiche e finitura lapidei, sbavatura di fusioni Principali lavorazioni Metalmeccanica - Lapidei - Legno Metalmeccanica - Lapidei - Legno Lavorazioni agricolo-forestali Manutenzione aree verdi Principali lavorazioni Lavorazioni agricolo-forestali Manutenzione aree verdi Palletts, legno Produzione vibrati in cemento Metalmeccanica - Lavorazioni artistiche: Sbavatura - finitura Trasporti Lavorazioni lapidei (porfido o basalto) Calzaturifici Principali lavorazioni Odontoiatria Valori limite di esposizione per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio a. il valore limite di esposizione giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, e' fissato a 5 m/s2; b. il valore d'azione giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattare l'azione e' fissato a 2,5 m/s2. 10 L´esposizione abituale a questo tipo di vibrazioni può comportare disturbi vascolari (fenomeno di Raynaud o del dito bianco), neurologici (parestesie, riduzione della sensibilità tattile e termica, sindrome del tunnel carpale, ecc.) e muscolo-scheletrici (osteoartrosi del polso e del gomito, ecc.). EFFETTI DELLE VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO-BRACCIO L’esposizione a vibrazioni mano-braccio generate da utensili portatili e/o da manufatti impugnati e lavorati su macchinario fisso è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e muscolo-scheletriche a carico del sistema mano-braccio. L’insieme di tali lesioni è definito Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio. La componente vascolare della sindrome è rappresentata da una forma secondaria di fenomeno di Raynaud definita “vibration-induced white finger” (VWF) dagli autori anglosassoni; la componente neurologica è caratterizzata da un neuropatia periferica prevalentemente sensitiva; la componente osteoarticolare comprende lesioni cronicodegenerative a carico dei segmenti ossei ed articolari degli arti superiori, in particolare a livello dei polsi e dei gomiti. Alcuni studi hanno anche riportato un aumentato rischio di alterazioni muscolo-tendinee e di intrappolamento dei tronchi nervosi nei lavoratori che usano utensili vibranti. Sulla base dei risultati di una recente revisione della letteratura epidemiologica, il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH, USA) ha definito di “forte evidenza” l’associazione tra esposizione occupazionale a vibrazioni mano-braccio e occorrenza di lesioni neurovascolari e muscolo-scheletriche a carico degli arti superiori. Sindrome del tunnel carpale Definizione: La sindrome del tunnel carpale è rappresentata da dolore e parestesie (formicolii) a livello della superficie palmare delle prime tre dita ed a volte del quarto dito; talvolta con irradiazione alla spalla. Si evidenzia una perdita di sensibilità e riduzione di forza nei movimenti del pollice, con atrofia dei muscoli dell’eminenza tenar (area della mano alla base del pollice). Eziologia: La sindrome del tunnel carpale deriva da una compressione del nervo mediano sul piano osseo, nel tratto in cui il nervo decorre a livello della regione palmare. E’ spesso causato da microtraumi ripetuti sul palmo della mano, come si verifica nei lavoratori esposti per anni all’uso di strumenti vibranti. Angiopatia da vibranti I disturbi vascolari da vibrazioni mano-braccio sono rappresentati da episodi di vasospasmo digitale, classificati, sotto il profilo nosologico, come fenomeno di Raynaud secondario. Il fenomeno di Raynaud come malattia professionale è spesso secondario all’esposizione a fonti vibratorie ed è anche conosciuto come “Sindrome del dito bianco da vibrazione”. Tale patologia compare generalmente dopo molti anni di esposizione alle vibrazioni di strumenti di lavoro. Eziologia: La causa di tale fenomeno sembra essere un danno della parete dei vasi arteriosi digitali che si sviluppa per i microtraumi ripetuti indotti da strumenti vibratori e che determina intensa vasocostrizione o spasmo delle arterie, con 11 riduzione dell’afflusso di sangue all’estremità delle dita, con conseguente comparsa di pallore e cianosi. Il rossore, che fa seguito alla crisi, è invece dovuto alla vasodilatazione. Il meccanismo etiopatogenetico delle vibrazioni sembra esplicarsi attraverso meccanismi centrali (iperreattività del sistema nervoso simpatico) o locali (disfunzione dello strato endoteliale, alterazioni dei recettori α-adrenergici, ipertrofia della tunica media muscolare delle arterie digitali). La diagnosi differenziale con il fenomeno di Raynaud primitivo si basa soprattutto sulla distribuzione delle crisi ischemiche digitali e, sovente, sulla presenza di un’anamnesi familiare positiva per sindromi vasospastiche acrali. Definizione: La malattia di Raynaud o Raynaud primitivo è una sindrome che si manifesta con improvvisi episodi di pallore diffuso, omogeneo e simmetrico nelle due mani; frequentemente anche le dita dei piedi possono essere coinvolte in risposta al freddo o alle emozioni. Al termine della crisi, al pallore, fa seguito un rossore. Quando è primitivo il fenomeno viene definito “Malattia di Raynaud”, se è secondario ad altre patologie viene denominato “Fenomeno di Raynaud”. La classificazione clinica del fenomeno di Raynaud secondario a vibrazioni mano braccio consiste di 4 stadi sintomatologici di grado da lieve a molto severo in rapporto alla frequenza degli episodi vasospastici e al numero di dita e falangi colpite. Il quarto stadio è riservato ai rari casi di vasculopatia conassociate alterazioni trofiche cutanee alle estremità delle dita. Fenomeno di Raynaud secondario all'uso di utensili vibranti Stadio Grado 0 - Sintomi Non sintomi vasospastici digitali 1 2 Occasionali episodi di pallore alle estremità di una o più dita Occasionali episodi di pallore carico delle falangi distale e intermedia (raramente prossimale) di uno o più dita Frequenti episodi di pallore a carico di tutte le falangi della maggior parte delle dita Come in stadio 3, con associati disturbi trofici cutanei alle estremità delle dita Lieve Moderato Severo 3 4 Molto severo Neuropatia da vibranti Vi è evidenza epidemiologica di una elevata occorrenza di ipo-parestesie, riduzione della sensibilità tattile e termica, e limitazione della capacità di manipolazione fine nei lavoratori esposti a vibrazioni mano-braccio rispetto a gruppi di controllo. Le turbe neurosensitive tendono ad essere localizzate alle estremità distali degli arti superiori, coinvolgendo il territorio di distribuzione del nervo mediano e ulnare, e, talora, anche del nervo radiale. La sensibilità vibro tattile sembra essere particolarmente compromessa nei soggetti che usano utensili che generano vibrazioni a media e alta frequenza quali ad es: smerigliatrici, motoseghe e strumenti odontoiatrici. Gli effetti neurologici e vascolari da microtraumatismo vibratorio possono manifestarsi e progredire in modo indipendente gli uni dagli altri, non sussistendo tra essi una precisa relazione di dipendenza temporale. Si ritiene, inoltre, che differenti meccanismi patogenetici siano responsabili dell’insorgenza delle turbe neurologiche e vascolari periferiche. Sulla base di tali considerazioni, lo Stockholm Workshop 86 ha proposto due diverse classificazioni cliniche allo scopo di valutare separatamente le lesioni neurologiche da quelle vascolari nei lavoratori esposti a 12 vibrazioni mano-braccio. Per la componente neurologica della sindrome, sono stati proposti tre stadi sintomatologici definiti dalla tabella sotto indicata ottenuti attraverso risultati di test obiettivi in grado di esplorare l’integrità e la funzionalità dei termorecettori, nocicettori, meccanorecettori e loro afferenze alle dita delle mani. TABELLA RELATIVE AGLI EFFETTI DELLE VIBRAZIONI Sindrome da vibrazioni mano-braccio: stadi dei disturbi neuro sensitivi periferici (Stockholm workshop 86) Stadio Sintomi 0SN Non sintomi neurosensitivi periferici 1SN Torpore intermittente alle dita, con o senza parestesie 2SN Torpore intermittente o persistente, ridotta sensibilità tattile, termica e dolorifica Torpore intermittente o persistente, ridotta discriminazione tattile e/o ridotta destrezza manuale 3SN In alcuni studi epidemiologici di tipo trasversale e caso-controllo è stato rilevato un aumentato rischio di neuropatie da intrappolamento, in particolare la sindrome del tunnel carpale (STC), in gruppi di lavoratori che utilizzano strumenti vibranti. La STC è anche comune in categorie di operatori le cui mansioni lavorative comportano un notevole impegno muscolo-tendineo e frequenti movimenti ripetitivi del segmento mano-polso Osteoartropatia da vibranti Le possibili alterazioni osteoarticolari causate dalle vibrazioni mano-braccio rappresentano un tema controverso. Vari autori ritengono che le lesioni cronico degenerative dei segmenti ossei e delle articolazioni degli arti superiori osservate negli esposti a vibranti siano di tipo aspecifico e simili a quelle dovute al lavoro manuale pesante o ai processi di invecchiamento. Tuttavia è stato ipotizzato che, oltre allo stress vibratorio, vari altri fattori biomeccanici possano contribuire all’etiopatogenesi delle lesioni osteoarticolari negli esposti a utensili percussori, quali, ad esempio, il sovraccarico articolare, lo sforzo muscolare intenso e le posture incongrue. Cosa fare Qualora risulti superato il livello di esposizione giornaliera A(8) di 2.5 m/s2 dovranno essere attuate le seguenti misure di tutela per i lavoratori esposti: Adozione di sistemi di lavoro ergonomici che consentano di ridurre al minimo la forza di prensione o spinta da applicare all’utensile. Sostituzione dei macchinari che producono elevati livelli di vibrazioni con macchinari che espongano a minori livelli di vibrazioni. Essa è assolutamente prioritaria qualora risulti A(8) > 5 m/s2 (es. sostituzione di martelli perforatori di tipo tradizionale con perforatori dotati di sistemi antireattivi). Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili. 13 Adozione di cicli di lavoro che consentano di alternare periodi di esposizione a vibrazioni a periodi in cui il lavoratore non sia esposto a vibrazioni. Impiego di DPI (guanti antivibranti). Informazione sul rischio da esposizione a vibrazioni e formazione specifica sulle corrette procedure di lavoro ai fini della prevenzione e riduzione del rischio da esposizione a vibrazioni mano-braccio, ed in particolare : - corrette modalità di prensione e di impugnatura degli utensili; - impiego dei guanti durante le operazioni che espongono a vibrazioni; - adozione di procedure di lavoro idonee al riscaldamento delle mani prima e durante il turno di lavoro; - incremento di rischio da danni da vibrazioni dovuto al fumo; - esercizi e massaggi alle mani da effettuare durante le pause di lavoro. Effettuazione di controlli sanitari preventivi e periodici da parte del medico competente. 14