Caso JardineDouglas
...NON AVEVA SCELTA Lisi voleva lavorare in comune
L'ufficiale sparò uccidendo il 25enne Reyal
Jardine-Douglas. Il poliziotto non aveva altra
scelta, come hanno confermato i tre testimoni oculari
e come ha confermato il
video di sicurezza. Il
ragazzo tentò di scappare
dall'autobus, prima di
estrarre un coltello e
andare incontro all'ufficiale, che gli intimava di
fermarsi. Jardine-Douglas
aveva problemi mentali.
Non si fermò e non gettò
l'arma come gli gridò il
poliziotto, che non potè
evitare di sparargli.
"Avrebbe ferito qualcuno
e l'unica persona sul suo
cammino era il poliziotto",
ricorda Blythe Brett, che
fu testimone della sparatoria dalla sua auto, quel
maledetto 29 agosto 2010.
È in corso l'inchiesta del
medico legale sull'uccisione di tre persone con problemi mentali che portavano con sé oggetti contundenti quando sono stati
uccisi dalla polizia.
Oltre a Reyal JardineDouglas, ci sono Sylvia
Klibingaitis e Michael Eligon.
Molti sono i critici sull'operato delle forze dell'ordine, che hanno suggerito che si potevano
adottare soluzioni diverse
in episodi del genere. Ma a
giudicare dal primo caso, è
difficile pensare che si
potesse fare diversamente.
Il video di sicurezza mostra che Reyal sedeva tranquillo in fondo all'autobus
per diversi minuti. Poi
arrivarono due auto della
polizia e fecero fermare il
bus: sapevano dei pro-
Reyal
blemi mentali del ragazzo.
In quel momento JardineDouglas iniziò ad agitarsi
e a sbattere le porte posteriori. Quando capì che non
poteva uscire estrasse dallo zaino un coltello di 15
centimetri. Due poliziotti
erano nella parte anteriore
del bus, e Reyal si diresse
velocemente verso di loro.
Gli agenti si allontanarono
e intimarono l'uomo a gettare l'arma, avvertimento
che non ebbe risultato.
Il giovane continuò ad avvicinarsi, poi gli spari.
L'autista dell'autobus, Ralph Charles, ha testimoniato che il primo agente
che salì sull'autobus chiese
gentilmente a Reyal: "Può
venire con me, signore?".
Ma dopo aver visto il coltello, estrasse la pistola e
gridò: "Getta il coltello".
Il 25enne continuava ad
avvicinarsi, e l'agente
sparò due o tre colpi.
Jardine-Douglas cadde a
terra, e cercò di rialzarsi,
sempre con il coltello in
mano. Il poliziotto sparò
di nuovo, per l'ultima volta.
Charles ha testimoniato in
lacrime, dicendo che l'incidente è stato traumatico
per lui che è padre. "È dura
osservare dei genitori seppellire il proprio figlio", ha
commentato.
L'altro testimone, Blythe
Brett, ha aggiunto che "è
fuori di dubbio che il poliziotto era in pericolo".
Un terzo testimone, Elizabeth Phillips, che vide la
sparatoria dal suo balcone
di casa, ha affermato che
gli ufficiali gridarono
"Scendi dall'autobus".
Contrariamente all'autista,
la Phillips ha detto di aver
sentito sei colpi di pistola:
prima quattro spari, poi
una pausa, e poi altri due
spari.
L'avvocato della famiglia
Jardine-Douglas ha accusato la polizia di aver
gestito la situazione nella
maniera peggiore.
Jardine-Douglas morì in
ospedale a causa di due
colpi di pistola. Secondo
la Special Investigations
Unit (SIU), che ha studiato
il caso, gli agenti coinvolti
non hanno commesso alcuna infrazione.
Il presunto spacciatore di
droga Alessandro Lisi
sperava di far leva sulla
sua amicizia con il sindaco
Rob Ford per avere un lavoro al comune di Toronto.
Questo lo "spaccato" che
sarebbe emerso da nuovi
elementi giudiziari rilasciati martedì scorso da un
giudice della Corte Suprema. Le informazioni
deriverebbero da un plico
compilato lo scorso giugno, quando Lisi era stato
condannato per minacce di
morte a una ex fidanzata,
plico che contiene anche
una lettera di referenza
scritta proprio da Ford.
Il primo cittadino descrive
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il 35enne, suo autista occasionale e guardia del
corpo, come "membro
esemplare del gruppo che
ha lavorato alla mia campagna elettorale", dotato
di "tatto e diplomazia".
Documenti che ancora una
volta sottolineano una
"amicizia
pericolosa",
quella tra il primo cittadino di Toronto e un
personaggio sotto indagine questo mese perché
avrebbe provato ad entrare
in possesso del video che
ritrarrebbe Ford fumare
crack.
Nella documentazione
rilasciata dalla Corte
Suprema c'è un documento di sette pagine in
cui Lisi esplicita la sua
volontà di lavorare a City
Hall. "Ha suggerito che il
suo futuro avrebbe incluso
un impiego alla Città di
Toronto, con l'endorsement del suo "amico
stretto" sindaco Robert
Ford", cita la nota.
In una lettera datata 4 giugno 2013, appena qualche
giorno dopo lo scoppio
dello scandalo per il video
che ritrarrebbe Ford fumare crack, lo stesso Ford
ha scritto di Lisi che è
sempre stato una persona
"cortese ed educata".
Dopo tale vicenda il consiglio comunale si è
spaccato a metà. Qualcuno
pensa che la lettera sia
"innocua", altri gridano a
una "violazione etica".
Sicuramente è poco confortante vedere il sindaco
di Toronto vicino a un
personaggio come Alessandro Lisi.
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Manchi tanto al tuo unico figlio Giuseppe Buda e sua
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Carmelo.
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