ilCilento
A n n o V I I I n ° 3 9 - w w w. u n i c o s e t t i m a n a l e . i t - 2 7 o t t o b r e 2 0 0 6 - € 1 , 0 0
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A G R O P O L I
B u c c i n o: “ D u e m i l i a rd i
d i r is a r c im e n t o ”
Strategie contro
il caro ortaggi
Giorgio Cafasso
Raccolgo il suggerimento lanciato da
Antonio Marino nel suo articolo ‘Prodotti a chilometri zero’, apparso sul
numero scorso di Unico, per tentare,
in breve, un approfondimento del
tema proposto disponendolo secondo
diverse sfaccettature.
Iniziamo a inquadrare la questione
cercando di capire, innanzitutto, cosa
vuol dire ‘prodotti agricoli a chilometri zero’ e per fare questo cominciamo a considerare la realtà del mercato ortofrutticolo italiano. Al giorno
d’oggi le famiglie italiane trovano sui
banchi dell’ortofrutta sempre più prodotti provenienti dall'estero: dall'uva
del Sudafrica alle pere argentine, fino
alle mele cinesi (che hanno registrato
incrementi del 400%). L’import agricolo complessivo ha così superato il
valore di 1,7 miliardi di euro ed è in
continuo aumento.
La crescita delle importazioni di ortofrutta mette seriamente a rischio il
primato italiano nel settore che ha livelli da primato in Europa con 16 milioni di tonnellate di ortaggi e quasi
20 milioni di tonnellate di frutta. Da
difendere c'è dunque un interesse concreto per gli imprenditori agricoli nazionali ma anche dei consumatori.
Perché le nostre produzioni non sono
competitive?
D’accordo, la qualità superiore, i protocolli di produzione, il costo del lavoro fanno la differenza e difficilmente possono essere oggetto di ridimensionamento ma esistono anche costi
accessori che fanno lievitare le quotazioni dei prodotti nazionali e che potrebbero essere decurtati rendendo il
prodotto italiano nuovamente competitivo.
Infatti, se è vero che i Paesi in via di
sviluppo producono a prezzi decisamente più bassi è altresì vero che la
qualità del loro prodotto finale è più
scadente (se viene da lontano deve essere per forza raccolto immaturo e
viaggiando in frigo il sapore ne risente, l’uso della chimica è consentito
con maggiore tolleranza, ecc). Vista
l'attenzione alla qualità del consumatore medio, questo potrebbe già essere un primo punto di diversificazione
e comprensione delle diversità di listino ma il prodotto italiano non può
accontentarsi di questa giustificazione e per contrastare il calo dei volucontinua a pagina 8
PA R C O
CAPACCIO-PAESTUM
pagina 6
Sergio Butrico: sarà lui il
nuovo vicesindaco?
Ecco chi a vrà i soldi
del Pit turismo
pagina 9
PER CARMELO CONTE
STRADA SPIANATA PER IL SENATO
I compagni di Eboli
“Starà con il centro-sinistra”
F aen za
a p a g in a 3
Il Ris nell’asilo di Vallo della Lucania
Vallo della Lucania. Si allarga lo scandalo pedofilia a Vallo della Lucania. Non
c’è più solo la suora peruviana, suor
Soledad, già agli arresti domiciliari, ad
essere indagata per attenzioni morbose rivolte ai 27 bambini della scuola
materna dell’istituto Santa Teresa, ma
altre sette persone che rischiano fino
a quattordici anni di galera per aver filmato e fotografato quei bambini a beneficio del giro della pedofilia. I familiari, stanchi delle lungaggini investigative,
chiedono chiarezza e sperano che a
darla siano i Ris, gli stessi carabinieri
del corpo speciale, che misero a soq-
quadro la villa di Cogne, qualche anno
fa, a causa della morte del piccolo Samuele. Gli uomini del Ris, venerdì mattina, entreranno in quell’appartamento
sequestrato e sigillato per trovare tracce dei traffici contestati.
Ad oggi non c’è alcuna certezza, tutti
hanno raccontato la propria verità.
L’opinione pubblica ha assolto e condannato in base a personali considerazioni. Intanto, le famiglie dei bambini si
ritrovano a vivere, a distanza di mesi,
ancora con l’atroce dubbio e a temere per i loro piccoli. Infatti, senza tanti
riguardi, essi sono ancora alla mercè di
troppi “esperti”. Anche la cittadina di
Vallo ne esce provata perché, da qualche tempo, è alla ribalta della cronaca,
e non certo per fatti onorevoli. Ma la
gente ama troppo parlare e invece dovrebbe meditare, interrogarsi sulla
drammaticità del fatto e non sparare
sentenze. Lasciamo che gli esperti (psicologi, guidici e carabinieri) lavorino in
tranquillità, non alteriamo le prove, non
creiamo dubbi e comportiamoci come
se ad essere coinvolti in questa brutta
vicenda, ci siano, un po’, anche i nostri
figli.
Gina Chiacchiaro
pagina 11
Turismo o quello
che ci pare?
Cristina Di Geronimo
Il 27 e 28 ottobre, presso l’hotel
Ariston di Paestum, si svolgerà la
seconda edizione degli Stati Generali del turismo. “L’evento - scrive
Marco Di Lello, assessore regionale
al turismo - rappresenta un’importante occasione di confronto ed è finalizzato a definire le strategie per
la programmazione delle
future attività”.
--Credo sia interessante verificare
come sono stati spesi, per l’annualità
2006, i fondi regionali per le attività
settore sviluppo e promozione turismo destinati a Paestum.
Premesso che la Regione ha attivato
un Avviso destinato solo ad Enti Pubblici e che ha ammesso a contributo
fondi disponibili pari a 12 milioni di
euro del POR 2000/06 e 2 milioni di
euro del bilancio regionale esercizio
2005, per un totale 12.900.000,00
euro, è molto interessante dare uno
sguardo a quelle iniziative turistiche
che sono definite di rilevanza nazionale ed internazionale. Naturalmente, esaminando gli elenchi, possiamo
accedere a tre tipi d’informazione: il
soggetto beneficiario, il titolo del progetto e il contributo regionale.
Non voglio entrare nel merito di tutti
i progetti approvati per le varie Province, anche se qualcuno incuriosisce
davvero, come quello proposto dall’EPT di Caserta dal titolo Serata
RAI – 1 gennaio, contributo regionale 400.000,00 euro. Ci piacerebbe molto sapere di cosa si è trattato
senza malizia ma per semplice curiosità. Ma torniamo a Paestum. L’Aacst
(Azienda autonoma cura soggiorno e
turismo) ha beneficiato di un contributo di 580.000,00 euro (parliamo di
più di un miliardo di vecchie lire ) per
l’evento “Antichità spettacolari” e
poi 138.924,80 euro per un non meglio identificato progetto dal titolo “Il
palio di San Matteo”.
Altro contributo è stato assegnato all’Ept di Salerno per 270.000,00 euro
per il noto, notissimo “premio Charlot” che ci rallegra le serate estive
ormai da anni.
Bene. Totale approssimativo un milione di euro, solo di contributi regionali, senza conteggiare quelli provinciali e comunali, e senza conteggiare
il ricavo dei biglietti venduti, per la
nostra estate turistica a Paestum.
continua a pagina 9
CILENTO
n°39 27 ottobre 2006
L’Armonia del Tempo. Un piano regolatore del tempo
Mappa dei servizi per i 21 comuni
del Piano di zona Ambito S/6
Presentato nell’aula consiliare del palazzo città di Roccadaspide il progetto
“L’Armonia del Tempo” ideato dal
Piano di Zona Ambito S/6, Capaccio
comune capofila, realizzato dall’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, in particolare dai docenti:
Fabio Marino, Angela Iacovino, Luca
Spagnolo, Filomena Ferrara. Presenti
il dirigente scolastico di Roccadaspide
Franco Caruso e Giuseppina Musto, assessore alle politiche sociali del Comune. Il pubblico è costituito prevalentemente da giovani studenti e dai loro insegnanti.
“L’uomo, il tempo e il mondo non sono
pensabili come tre entità distinte; l’uomo infatti, più che avere tempo, "è” il
tempo, nel senso che la temporalità è
ciò che rende possibile e sostiene il suo
essere nel mondo. Non si dà esistenza
alcuna se non nel tempo.(Martin Heidegger, Essere e tempo)
Il pensiero del filosofo è fatto proprio
dagli ideatori del progetto che lo hanno
inserito nella pagina home del sito e da
Rosa Egidio Masullo, responsabile del
Piano di zona, che introduce i lavori:
«Il tempo deve diventare una risorsa
straordinaria…. Il progetto l’Armonia
del Tempo ci permette di dare vita ad
un vero e proprio piano regolatore dei
tempi».
Fabio Marino, responsabile staff di ricerca, illustra gli obiettivi e l’iter del
progetto attraverso una serie di diapositive grafiche contenute nel sito
http://www.socialmenteunisob.it /s6.
Scopo principale è consentire l’organizzazione della fruibilità dei servizi da
parte dei cittadini, particolarmente dei
minori, delle donne e degli anziani,
conferendo corrispondenza a tempi,
orari e localizzazioni
delle singole strutture in relazione alla
vita e al funzionamento delle diverse
aree territoriali. Angela Iacovino, responsabile della ricerca sul campo, ne
delinea le fasi. Dopo
una prima analisi
sulla letteratura e
sulle pregresse sperimentazioni di progetti affini, realizzate in Campania e in
Italia, i docenti sono
stati impegnati in una complessa ricognizione sui 21 Comuni afferenti all’Ambito S6 inerente alle diverse risorse e ai molteplici “beni”. I dati sono
stati raccolti in un database, quale strumento indispensabile per la creazione
della Mappa ragionata del territorio,
gestibile online, interattiva e di agevole fruizione per i cittadini.
Luca Spagnolo, dopo una lezione di
informatica e un’appassionata difesa
dell’utilità dei nuovi mezzi di comunicazione per un recupero del tempo, presenta il sito e invita i giovani presenti a
farsi avanti per verificarne l’operatività. Solo un ragazzo, dopo ripetuti inviti e la dimostrazione di Rosa Masullo,
ha il coraggio di farsi avanti. Il sistema è semplicissimo basta ciccare sul
comune e sull’ambito d’intervento (arte
e storia, associazionismo, attività sportive, commercio, attività economiche e
servizi, mobilità, servizi all’infanzia ed
educativi, servizi pubblici, stampa,
strutture ricettive, tempo libero), per
trovare: dati temporali e telefonici uf-
ficiali e in vigore. Il sito sarà gestito direttamente dall’ufficio piano di Zona
di Capaccio.
Vi sono stati inseriti inoltre: progetti
per i giovani, gli anziani, le donne oppure rivolti a tutti, sempre intesi ad
economizzare tempo per meglio utilizzarlo.
La Banca del Tempo dell’Ambito S6
si basa sullo scambio di servizi e di attività fra i propri aderenti in armonia
con le richieste espresse da ciascuno.
Gli scambi di prestazioni avvengono a
partire dal bisogno del singolo partecipante, che contatta direttamente il prestatore d'opera senza necessariamente
avvalersi di un organismo mediatore.
Il forum inoltre consente di stabilire
contatti. Infatti questa è solo la fase iniziale e si spera che non resti tale, vuole
essere un invito a tutti i cittadini dei 21
comuni interessati a collegarsi prendere visione dei servizi e opportunamente intervenire anche per colmare inevitabili lacune.
Enza Marandino
Le nostre
mozzarelle
sono naturali
Giorni fa la polizia ha scoperto che
alle bufale di alcuni allevamenti della
provincia di Caserta venivano iniettati medicinali vietati in Italia ed Europa , ma fabbricati in Corea. Dette
sostanze, altamente cancerogene,
stimolavano notevolmente la produzione di latte, alterando però il prodotto finale.
Si consiglia vivamente ai caseifici salernitani di mettere in evidenza sui
contenitori delle mozzarelle, la dicitura comprovante la provenienza del
latte dalla Provincia di Salerno.
La mozzarella di bufala campana
viene esportata in tutto il mondo ed
è l’unica attività agricola che dà un
reddito significativo e trainante per
l’economia della Piana del Sele e di
tutta la provincia di Salerno.
Già qualche anno addietro furono
rinvenute nel latte di pecora, sempre della Provincia di Caserta, delle
sostanze tossiche (diossina) dovuta
al fatto che fanghi nocivi erano stati
interrati nel sottosuolo contaminando le erbe usate per l’alimentazione
degli animali.
Anche allora la richiesta di latticini
si fermò.
A tal fine si è riunito con urgenza il
continua a pagina 4
V A L L E D E L L’A N G E L O
“RITORNARE:UN PROGETTO AMBIZIOSO DI TURISMO”
Iannuzzi - Villani - Mastrandrea – al lavoro per costruire un ipotesi progettuale
intesa a rinsaldare il rapporto con gli italiani all’estero.
L’Unione dei Comuni “Alto Calore”
con il Presidente Salvatore Iannuzzi insieme al Presidente della Provincia ,
incontrano la Senatrice Argentina
Alicia Mastandrea (nella foto con
Iannuzzi e Villani), leader del Partito Radicale Argentino per discutere i punti
essenziali del Progetto “Ritornare”
con il quale intendono riallacciare i
rapporti con tutti i cilentani all’estero.
Alicia Mastandrea, membro del Senato Argentino, docente di architettura
all’Università di Buenos Aires, originaria di Valle dell’Angelo, incontra i rap-
presentanti delle Istituzioni locali e nazionali per dare corpo all’ambizioso
progetto che porterà alla definizione
di contatti stabili e duraturi con gli italiani all’estero per i quali vengono immaginati numerose e significative azioni finalizzate al recupero affettivo e
culturale di questo pezzo di patrimonio disperso nel mondo.
Nell’incontro con il Presidente del Senato Marini, la Mastrandrea particolarmente legata al suo Paese di origine Valle dell’Angelo, ha rappresentato,
altresì, la necessità, attraverso la legge
finanziaria in via di definizione, di attivare forme di tutela e sostegno ai piccoli comuni italiani ed in particolare
alla sua piccola Valle dell’Angelo.
Il piccolo borgo cilentano è stato visi-
tato e riscoperto
dalla Senatrice Mastrandrea nell’ottobre del 2004, grazie
alla rete dei rapporti che l’Amministrazione Comunale ha
nel tempo costruito
con i connazionali
all’estero.
Gli appuntamenti
istituzionali
non
hanno sottratto la
Mastrandrea, al piacere di rincontrare i propri compaesani, che nella tarda serata di ieri hanno
avuto modo di salutare la Senatrice argentina presso la sala convegni del Comune, dove l’Amministrazione Comu-
nale aveva predisposto una suntuosa cerimonia di accoglienza.
Il progetto “RITORNARE” , elaborato
dall’Unione dei Comuni “Alto Calore”,
con la consulenza
dell’Arch. Domenico
Nicoletti registra
consensi e plausi che
certamente si tradurranno in concrete azioni in favore delle comunità cilentane presenti all’estero e nuove opportunità economiche e turistiche per
le comunità residenti in Italia.
Angela Palmieri
n°39 27 ottobre 2006
EBOLI
Carmelo Conte a Palazzo Madama con Prodi...
I socialisti di casa: "Con lui senatore, restiamo all'opposizione"
Conte è senatore, a conti fatti (con
enorme ritardo) l'ex ministro dovrebbe
tornare in Parlamento, a Palazzo Madama. I socialisti cantano vittoria, ma
restano critici con l'Unione. A spiegare la rivoluzione dei seggi in ottobre è
il capogruppo Salvatore Di Dio: "Di
fatto Conte è già senatore. I numeri e i
conteggi gli danno ragione. La legge è
questa. Ora il problema è politico". E
cioè? "Bisogna vedere quale intenzione ha il Parlamento". Ma Conte sarà o
no senatore? "E' un suo diritto sacrosanto. Per i voti che ha preso Conte è
già senatore. Credo si collocherà a sinistra. Nel centrodestra si è ritrovato
per diritto di tribuna. Ma prima aspettiamo come il Parlamento interpreterà
la legge". Con Conte senatore, i sociaisti a Eboli torneranno in maggioranza?
"Non credo proprio, tanto più con un
sindaco così. Melchionda galleggia,
non governa, non amministra, lui gestisce il potere fine a se stesso, distribuisce incarichi e poltrone" afferma
Salvatore Di Dio. La sua amarezza è
evidente. Di Dio non dimentica il trattamento riservato ai socialisti, sbattuti
fuori nel marzo scorso. Ma da quando
non ci siete più voi, la maggioranza è
sempre sull'orlo di una crisi nevrotica,
politica e numerica: "Tanti sindaci
sono in difficoltà. Nel caso di Melchionda la situazione è diversa. Lui ha
paura dei partiti. Preferisce rapportarsi ai singoli consiglieri comunali, accontentarli con poltrone e incarichi. A
Eboli non si parla più di politica, ma
solo di convenzioni. Melchionda gestisce la sua maggioranza spuria con i
contentini. In aula i partiti di maggioranza sono muti e obbedienti. Guardi
i Ds, veda Rifondazione. Felici, contenti e silenti". I comunisti italiani
hanno lanciato l'idea di una sinistra alternativa, con i Verdi, con la corrente
di Rifondazione non damerina del sindaco: "L'idea non è malvagia, tanto
più se torneremo a parlare di politica,
di sviluppo, di futuro della città". Ma
il sindaco è un uomo duro, batte i pugni
sul tavolo, ostenta le sue conquiste, il
condono, Masci, la cava-discarica da
bonificare, la variante al piano regolatore nel centro storico... "una cosa miserabile, quella variante. Ma quale sviluppo vuol creare? Noi socialisti avevamo proposto di dare i negozi gratis nel
centro storico, per cinque anni". A proposito di varianti, a Santa Chiarella
cosa faranno? "No komment, non me
lo chieda, per piacere, andiamo avanti".
Si parla di un centro per..."non intendo rispondere". Che fa, il muto anche
lei, come Palladino (Ds) e Cariello
(Prc)? "Per carità, non ci confonda
nemmeno per scherzo. La mia cultura
politica non è quella del silenzio e dell'obbedienza". Ma cos'è che la sconvolge? "Sentire le bugie del sindaco sulla
questione dei mercati, per accontentare l'assessore provinciale Cariello. Così
non va. Prima del consenso della gente
vengono le regole. Ed è scritto che al
mercato della frutta possono parteciparvi solo i produttori. Gli altri, quelli
che applaudivano Melchionda in aula,
sono esclusi. Un sindaco avvocato dovrebbe saperlo che le bugie hanno le
gambe corte". Parliamo di Fiera. Mastrolia bofonchia da giorni, bussa a destra e a manca, vuol vedere i costi e i ricavi, ma nessuno gli risponde: "Aspettiamo che Mastrolia ci illumini, era il
fiduciario di Melchionda, alla Fiera,
poi, si è visto com'è andata". E' andata che il cda della Multiservizi non si è
proprio presentato, almeno la parte di
nomina pubblica: "Il fatto grave non è
l'atteggiamento critico del presidente
Vittorio Morrone e degli altri consiglieri, ma l'inerzia dell'amministrazione
Melchionda di fronte a quello che sta
avvenendo. Quel che è accaduto in
fiera quest'anno è vergognoso". Un ultima domanda, a lei che è ingegnere,
ma questo Pip (zona industriale) da far
impallidire il Triveneto leghista, quando nascerà? Di Dio gira i tacchi e se ne
va via sorridendo, simulando con le
mani un intreccio di strade costruite a
casaccio, di servizi assenti, di disagi
enormi per le aziende: "se le rispondo,
non la finiamo più quest'intervista".
Almeno ci dica quando Conte diventerà senatore: "I tempi non li so, la certezza c'è
Francesco Faenza
Da Renato Curcio all'assessore bancomat
La sinistra e la cultura, binomio rissoso
Dieci anni di cultura, dieci anni di sinistra, dieci anni
di potere rosso a Eboli. Da Renato Curcio a Gianni
Celeste, da Khaled a Massimo Ranieri, in due lustri
i gusti degli assessori sono radicalmente cambiati.
L'associazione Suoni in Libertà ha tirato le somme,
chiamando a confronto gli assessori alla cultura dal
1996 al 2006 (Santimone, Cariello, Caprarella, Pindozzi e Capaccio. Invitati anche l'ex sindaco Rosania, presente, e il sindaco Melchionda, assente). Iniziato in sordina, il convegno è diventa una resa dei
conti. Tradotto, un processo a Massimo Cariello,
"l'assessore bancomat", come lo ha definito il suo
predecessore, Donato Santimone. Battaglia frontale, scontro tra titani. Cariello si è difeso: "con me le
associazioni sono raddoppiate, ho parlato con tutti,
non ho mai sbattuto la porta in faccia a nessuno".
Un assist clamoroso, Santimone avrebbe pagato per
averlo. L'incontro è diventato uno ring di pugilato.
"Hai regalato soldi a tutti, a prescindere dal progetto, dal merito delle idee" è la risposta di Santimone al Cariello benefattore. Nella sala Mangrella, nient'affatto gremita, il rosso uditorio si è spaccata a metà. Con Santimone si è schierato (prevedibilmente) Alfonso Del Vecchio (Pdci): "Che fine ha
fatto Feedback? E l'Expo delle associazioni? Ed
Eburum Eboli? Ma la Pro Loco, che fa la Pro
Loco? Esiste ancora la Pro Loco a Eboli?". La risposta è arrivata, in via informale, da un giovane
fuggitivo dalla Pro Loco: "alla prima riunione operativa, tre anni fa, abbiamo deciso di comprare un
computer. La Alf ce lo
voleva vendere a 800
euro. Una seconda ditta
ha chiesto 2000 euro.
Hanno scelto quest'ultima. Se scoprite il nome
del venditore, ne capirete i motivi. Io? Me ne
sono andato, disgustato".
Poi è arrivato l'intervento duro di Antonio Gasparro (comunista del gruppo Ferrando), assessore
alla cultura e alla sport della più imprevedibile giunta ebolitana (fine anni Ottanta, Dc e Pci insieme
contro il Psi di Conte). Gasparro ha subito bacchettato Massimo Cariello: "la politica impone delle scelte. Non si possono regalare soldi a tutti. Vanno fatte
delle cernite, non si vive di finanziamenti a pioggia.
Non andavamo d'accordo con Rosania, ma quel che
ci ritroviamo adesso...". Accanto a Cariello si è
schierato Pasquale Ciao, Liberart: "Facciamo tanti
sacrifici per organizzare queste manifestazioni". Con
lui solidarizza Mario Polito, emigrante in Inghilterra, rientrato a Eboli "per ridare vita al centro storico, dalle istituzioni abbandonato". Polito ha dichiarato: "gettare polvere su tutte le associazioni è
profondamente ingiusto. Promuoviamo le associazioni che lavoravano veramente sul territorio". 1996,
Rosania vince le elezioni. A Eboli c'erano una quarantina di associazioni, molte in stato comatoso. Do-
nato Santimone per quattro anni governa (burbero) il suo ufficio alla kultura. Porta Khaled, i preservativi in piazza, promuove
Feedback, la musica alternativa. I gazebo sul viale
Amendola saranno il suo
Golgota. Al suo posto
viene incoronato Massimo
Cariello. Erano 40 le associazioni, con "l'assessore bancomat" diventano 90.
Rinasce la Pro Loco, tra limongelli insipidi e computer costosi, spuntano associazioni come funghi, il festival della musica napoletana, con tanto di furto
ed estorsione (cavallo di ritorno) alla bionda presentatrice, Cariello inaugura a Natale la moda dei
fuochi d'artificio. Al Palasele va in scena l'Expo
delle associazioni. E' un flop, checchè ne dica "l'avvocato" Caprarella. Dal 2000, Cariello plasma l'assessorato a sua immagine e somiglianza. Spende
soldi come Briatore in Sardegna. Ma il suo consenso elettorale schizza alle stelle, mentre quello di
Santimone resta fermo al palo. Dieci anni di governo agli antipodi. Pesando i voti, non c'è storia, Cariello vince a mani basse. Ma a guardare quel che
sta accadendo in giro (Columbus Day, viaggio in
Cina e regalìe regionali) Santimone si aggiudica
l'ormai scipita battaglia morale.
Fra Fa
3
“Qui le prostitute non le vogliamo. È chiaro!”Il mastino
del capo era
stato categorico. L’immagine
è importante.
Rosellina non
aveva capito
cosa ci facesse
lì, con quella
donna che aveva tanta voglia di raccontare. Ignorò il collega e fece cenno
alla giovane donna di accomodarsi.
L’ufficio attiguo a quello del capo non
era il luogo ideale per un colloquio
così riservato. Rosellina lo sapeva
bene, ma quel giorno doveva andare
così. L’elegante signora era di poco più
giovane della cronista testarda.Aveva
le ciglia nere, la bocca dipinta alla perfezione brillava sull’incarnato omologato da prezioso fondotinta. Un neo
scuro sulla fronte la rendeva ancora
più luminosa. Le persone comunicano
anche con il trucco, con gli anelli grandi e sfavillanti, con gli orecchini di pietre colorate. Le venne in mente la
mamma di Rossella, la signora in tacchi a spillo e minigonna che aveva intravisto talvolta all’uscita di scuola.
Aveva lunghi capelli biondi ed unghie
laccate. Rosellina s’incantava ad osservarla. “Non
darle retta le aveva intimato
un
giorno la
vecchia
maestra e aveva aggiunto – noi siamo
persone perbene”.
“Che c’è, perché vuoi parlarmi?”.“Ho
bisogno di un lavoro, ho bisogno di
soldi”.“Perché li chiedi a me?””Perché
so che tu puoi capirmi. Te lo leggo
negli occhi”. “Non ho né soldi, né lavoro. Posso ascoltarti”. “Va bene, va
bene così”. Abbassò gli occhi:“Ho due
figli, il mio compagno è alla fine”. Calde
lacrime le solcarono il viso, il rimmel
si confuse col fondotinta in un pasticcio di colori. “Come vivi?””Ho un
amante. È anziano, vuole sposarmi. Ottocento euro al mese è quanto può
darmi”.Ti bastano?”No. Di pomeriggio
faccio massaggi, mi pagano bene”. Rosellina rabbrividì, poi comprese, comprese fino in fondo. Si spaventò:“Tua
figlia, tua figlia quanti anni ha?”.“Tredici a dicembre”.“Tienila fuori, da queste storie. Ti raccomando!”. “Nessuno lo sa”.“Me lo trovi un lavoro?””Ci
provo, ma…”. I tacchi a spillo richiamavano la pelle di coccodrillo della
borsa. Si ricompose. “Posso tornare,
anche solo per parlare con te?”.
“Certo”.
Il mastino ritornò all’attacco:“Qui non
c’è posto per le tue …clienti. Noi
siamo persone perbene”. Lo so, lo so
bene, noi siamo diversi, siamo …perbene”.
Persone
perbene
n°39 27 ottobre 2006
SELE
Ricostruzione, appello dei sindaci
Si mobilitano Sindaci ed Amministratori dei Comuni terremotati del novembre 1980 per ottenere dal Governo
Prodi i provvedimenti necessari a chiudere il processo di ricostruzione. Nel
corso di una riunione ad Avellino, indetta da Legautonomie della Campania con il suo presidente Stefano Vetrano, è stata delineata la strategia da tenere non solo nei confronti del Governo Nazionale, ma anche verso la Regione Campania.
Per la Provincia di Salerno erano presenti i Sindaci di Colliano, Antonio
Tartaglia, Palomonte, Sergio Parisi,
Oliveto Citra, Italo Lullo, Salvitelle,
Domenico Nunziata, e Contursi Terme,
Gianni Rosa. Presenti anche il Vice
Sindaco di Auletta, Carmine Cocozza,
ed il capogruppo della minoranza consiliare di Valva, Fiorenza Volturo.
Dal recupero di immobili di valore storico-monumentale al contenzioso su
opere pubbliche e private, dalla necessità di spendere subito i fondi disponibili alla interazione con i futuri fondi
dell’Unione Europea, i problemi sollevati sono stati tanti, a dimostrazione
della complessità estrema della fase di
completamento dell’opera di ricostruzione.
I parlamentari Aurisicchio dei DS
e Giuditta dell’UDEUR hanno assicurato che avrebbero presentato in Commissione Bilancio gli
emendamenti necessari a garantire la prosecuzione degli interventi, pur sottolineando la persistenza in Parlamento di un orientamento generale negativo sulla
questione. Da parte sua la Dottoressa Bozzi, responsabile dell’Ufficio Ricostruzione del Ministero, ha
evidenziato che la Finanziaria 2007
avrà una proiezione quinquennale e,
pertanto, si potrebbero ottenere finanziamenti per i prossimi cinque anni.
Alla fine della riunione Sindaci ed Amministratori di tutta la Campania hanno
deciso di mantenere uno stato di mobilitazione permanente ed hanno annunciato l’intenzione di recarsi a Roma con
una folta delegazione, allo scopo di incontrare sia i rappresentanti del Parlamento che del Governo. All’iniziativa
hanno assicurato la propria partecipazione anche i Comuni della Basilicata,
presenti ad Avellino con una folta dele-
Progetto prevenzione per la
tossicodipendenza nelle scuole
E’ un progetto che hanno sposato con immediatezza il Comune, la scuola e la parrocchia. E’ la campagna di sensibilizzazione e prevenzione del
fenomeno della tossicodipendenza promossa per i ragazzi
delle scuole nel Comune di
Valva.
Lo ha presentato la coop Csm
Service per le scuole della cittadina dell’alto Sele. Un’iniziativa che ha visto concordi tutti, con un
supporto di eccezionale valore qual è
quello fornito dall’Oratorio “San Tarcisio”, quindi con il prima linea il parroco, don Domenico, subito al lavoro
mostrando un grande entusiasmo con
i ragazzi in parrocchia dopo cinquant’anni e più di sacerdozio.
Oltre agli incontri degli operatori della coop nelle scuole,
con la divulgazione di materiale informativo con tutto ciò
che è e che produce la droga,
don Domenico continua la sua
opera con i ragazzi anche in
orari
extrascolastici.
Discussioni, confronti, ma
anche la proiezione di videocassette per far capire alle
giovani generazioni i danni
prodotti da tutte le droghe.
Suo un impegno senza pari per preve-
nire un problema di cui non è immune neppure una piccola comunità
quale
è
quella
di
Valva.
Una campagna di sensibilizzazione ad
ampio raggio, di prevenzione dalla tossicodipendenza, di conoscenza del fenomeno, di sostegno ai ragazzi che
quindi viene affrontata su due ambiti,
scolastico ed extrascolastico, per assicurare un’efficacia assoluta e per far
sì che si possa arrivare al cuore del
problema dissuadendo i ragazzi dall’uso di ogni tipo di droga.
“A don Domenico innanzitutto va un
grande ringraziamento per la collaborazione, particolarmente attiva, che dà a
questo progetto - dice il sindaco,
Michele Cuozzo - In questa iniziativa l’unione di tutte le sfere sociali di una
comunità, scuola, Comune, parrocchia,
quindi le famiglie, è fondamentale per la
riuscita del programma previsto”.
gazione.
Si spera adesso che con il Governo di
Centro Sinistra non si ripeta la negativa esperienza avuta con il Governo
Berlusconi, che in cinque anni ha stanziato per tutti i Comuni della Campania
poco più di 228 milioni di Euro, una
parte dei quali impegnabili per giunta
solo a partire dall’anno 2008, così
come stabilito nella legge finanziaria.
Se l’attuale governo dovesse seguire le
orme sciagurate di chi lo ha preceduto, per completare la ricostruzione occorrerebbero almeno altri cinquanta
anni!!!
Michele Figliulo
da pagina 2
Mozzarelle
naturali
comitato provinciale della nuova regione “Avellino-Benevento-Salerno” sotto
la direzione del Segretario provinciale
Erasmo Picilli; hanno partecipato alla
riunione Nicola Marciano, Domenico
Sada, il Carmine de Vita, Ennio Capone,
Aldo Tisi,Vincenzo Tramontano, Mario
Cafaro, Angelo Moschillo , Renato
D’ambrosio ,Antonio Franco, Giovanni
Cennamo,
I partecipanti hanno ritenuto impellente accelerare l’iter per la realizzazione
della nuova regione “la Regione dei
Due Principati”, anche alla luce dei
nuovi fatti delittuosi verificatisi nella
Provincia di Caserta dove la camorra
regna indisturbata .
I danni di immagine per i Salernitani ,
Avellinesi e Beneventani sono incalcolabili;
perché è facile accomunare le province
di Napoli e Caserta, al resto della Campania.
La Provincia di Salerno è precipitata all’ultimo posto per tenore di vita.
Nessuna ripresa, nessuna politica di sviluppo sarà possibile fin quando dovremo farci carico dei problemi di Napoli e Caserta .
La costituzione della regione dei due
principati è urgente .
Erasmo Picilli
Ramona Bavassano
La competenza
sociale
Stiamo affrontando
in questo spazio riflessioni sulla cultura
manageriale, sostenendo che la nostra vita professionale
dipende dalla qualità della nostra vita
psicologica e dalla nostra intelligenza
emotiva, e che la complessità del
mondo contemporaneo ci invita a sviluppare facoltà che se non utilizzate
possono aumentare il nostro tasso di
stress e quindi innescare pericolosi circoli viziosi. Infatti l’intelligenza sensibile richiesta dalla complessità del mondo
contemporaneo ridà finalmente dignità
alle altre abilità complementari, tra cui
rientrano ad esempio la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; la capacità di controllare gli
impulsi e rimandare la gratificazione; la
capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere
empatici e di sperare. Più in generale,
alla base dell'intelligenza emotiva ci
sono due grosse competenze, caratterizzate rispettivamente da abilità specifiche, la competenza personale e quella sociale. La settimana scorsa abbiamo
descritto la competenza personale, ora
invece analizziamola competenza sociale. L’EMPATIA comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e
degli interessi altrui; Comprensione
degli altri: percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui; interesse
attivo per le preoccupazioni degli altri;
Assistenza: anticipazione, riconoscimento e soddisfazione delle esigenze
del cliente; Promozione dello sviluppo altrui: percezione delle esigenze di sviluppo degli altri e capacità di
mettere in risalto e potenziare le loro
abilità; Sfruttamento della diversità: saper coltivare le opportunità offerte da persone di diverso tipo; Consapevolezza politica: saper leggere e interpretare le correnti emotive e
i rapporti di potere in un gruppo Le
ABILITA’ SOCIALI comportano abilità
nell'indurre risposte desiderabili negli
altri; Influenza: impiego di tattiche di
persuasione efficienti Comunicazione: invio di messaggi chiari e convincenti; Leadership: capacità di ispirare e guidare gruppi e persone; Catalisi del cambiamento: capacità di
iniziare o dirigere il cambiamento; Gestione del conflitto: capacità di negoziare e risolvere situazioni di disaccordo; Costruzione di legami: capacità di favorire e alimentare relazioni utili; Collaborazione e cooperazione: capacità di lavorare con altri
verso obiettivi comuni; Lavoro in
team: capacità di creare una sinergia di
gruppo nel perseguire obiettivi comuni
n°39 27 ottobre 2006
5
ALBURNI
I segreti del Palazzo Reale di Persano, le condizioni sono buone
Una visita dentro all’ex casina di caccia borbonica riserva molte sorprese
Non c’è solo la Costiera, solo se conosci l’archeologia di Paestum e Velia, la Certosa di Padula e Persano… puoi dire di essere un turista intelligente. Quale
Persano? l’oasi del Wwf? Non proprio e non solo, il
riferimento d’obbligo è alla Casina Reale Vanvitelliana, così come è più conosciuta. E’ al lato opposto,
vicina a ponte di Fiocche, guarda ai nuovi borghi di
Carillia e San Cesareo, nei comuni di Altavilla ed Albanella, nel tratto terminale dei fiumi Sele ed il Calore. Quali sono le reali condizioni del monumento?
Nelle settimane scorse si è parlato di una possibile
incursione di Vittorio Sgarbi, ma fra una rissa in tivvù
e l’assessorato a Milano con la Moratti, non hanno
permesso al critico d’arte di spingersi fin qui. Forse
è stato meglio. Perché il complesso monumentale,
affidato alla cura dell’Esercito, sembra non passarsela male. E raffredda così il fervore di quanti, immaginando una situazione di abbandono, sognavano di
chiedere al Ministero della Difesa lo scorporo della
struttura dove si voleva far sorgere il museo storico
dedicato al cavallo Persano. O almeno questa è l’impressione che ci siamo fatti partecipando ad una recentissima e pacifica invasione di studenti ed insegnanti convocati per assistere alle prove di «Dragon
recon», l'VIII edizione della gara internazionale di
pattuglie. “La Soprintendenza, che ha diretto le operazioni di restauro, ci ha detto che dovevamo farlo
con i nostri fondi”, ammette l’ufficiale che ci accompagna. E così vediamo rimesso a nuovo l’intonaco
esterno di gran parte della struttura ma senza mettere mano alle quattro torrette
esterne. “E i soldi stanziati
non sono bastati. Molto è ancora rimasto da fare”, dice ancora il graduato. Due piani di
fabbrica, una cappella ed un
altro corpo aggiunto destinato
ai cortigiani ed ai militari,
stucchi ed affreschi, uno scalone a chiocciola senza perno
centrale e sedici saloni, che richiesero – oltre 250 anni fa più di vent’anni per completarsi, non sono semplici da mantenere. “In mezzo al bosco è
questa reale casa edificata dal
re, di pianta a guisa di convento di frati. Ognuno di noi ha la
sua cella. E’ buona abitazione
e certamente la più comoda di
tutte le case del re”, scrive nel 1757 Bernardo Tanucci, una sorta di primo ministro dei Borboni.
L’ambiente ha molto fascino, soprattutto in chi vive
nei paraggi: Altavilla, Albanella, Eboli e Battipaglia
sono a quattro passi e pagine di storia, mondanità,
lotte civili e politiche di questa zona si sono sempre
incentrate su Persano. Questo avamposto reale e poi
militare ha davvero segnato la storia delle comunità
più vicine. Nel 1799 c’è già la prima “invasione” popolare che provocò la sottrazione di importanti arredi ed opere d’arte. Erano quasi tremilaseicento ettari di terreno molto fertile, non paludoso, sottratti all’agricoltura. Dal 1940 ad oggi ne sono stati smilitarizzati 2147 ettari, a disposizione dell’esercito ne restano oltre 1500.
Il primo impatto è con la facciata settecentesca con
le due garitte in pietra, che recano chiari i colpi dell'ultimo conflitto mondiale, al piano superiore c’erano gli appartamenti del Re. Ci si arriva con un lungo
Comunità Montana Alburni
Sopra: il cortile del Palazzo Reale di Persano visto dall’alto;
I n b a s s o a s i n i s t r a : l a g a r i t t a d ’ i n g re s s o a l l ’ e x c a s i n a d i c a c c i a ;
I n b a s s o a d e s t r a i l c a n e d e l re i n u n a s c u l t u r a d i C a n o v a ;
In alto a destra : la Madonna delle Grazie della Chiesa di Persano
scalone tutto in marmo rosso. Al
centro c’è la scultura di Canova
che ritrae uno dei mastini del re
– cacciatore. L’edificio non presenta tracce delle innovazioni
portate a Napoli da Fuga e Vanvitelli, ma è espressione dell’architettura militare spagnola, sobria e forse non troppo fantasiosa, anche nel cortile successivamente alterato dal progetto vanvitelliano.
Il quadriportico interno con due
pozzi in pietra locale, le torrette costruite per rafforzare la
struttura, l’orologio funzionante datato 1700 (per la ricarica si
avvale di due pesi dell’epoca),
gli esterni delle scuderie, il viale
Gioacchino Murat di sette chilometri e la piana a perdita d’occhio fino a Paestum.
Solo due parole per gli interni: la cappella reale con
un organo ottocentesco ancora funzionante a mantici. Questa, in sintesi, è ciò che rimane della Casina,
depredata di centinaia di quadri d'autore e beni in
varie epoche. Come tutti i Siti Reali, Persano fu oggetto di numerose rappresentazioni pittoriche, tra cui
è da ricordare la Caccia di Ferdinando IV a Persano di J.P. Hackert, che mostra come la caccia potesse essere non solo un motivo di svago ma anche di incontri mondani, galanti e politici. Nel corso degli
anni la Casina ospitò artisti e politici, in pratica i vip
del Settecento europeo: per ricordare i più noti citiamo lo scrittore Goethe, lo zar delle Russie, Metternich ed il pittore Hackert, che vi concluse il ciclo pittorico delle quattro stagioni ambientando l’inverno,
un meraviglioso dipinto riproducente una scena di
caccia nella tenuta reale, con vista sulla collina di Altavilla e sull’Alburno imbiancato di neve. Mica erano
solo svaghi estivi. “Oggi il Re ha ammazzato 19 cinghiali, 5 capri, ed una volpe”, scrisse il 20 dicembre del 1757 Luigi Vanvitelli al fratello Urbano.
Anche sotto Natale Persano invogliava alla residenza. L’unico pericolo era ed è l’acqua dei fiumi che
esondava. L'architetto Luigi Vanvitelli, occupato nei
lavori di ristrutturazione della casina reale di Persano, scriveva al fratello Urbano, il 20 dicembre 1757
per lagnarsi degli effetti della piena del Sele e del
Calore, alla confluenza della "La Ionta" , cioè "la
giuntura" a monte dell'attuale ponte Barizzo, nei pressi di Borgo San Cesareo: "...siamo stati bloccati cinque giorni dalli fiumi che circondano il bosco di Persano, e il blocco cominciava a essere pernicioso a
guisa di città assediata...". Ed è per questo che nella
chiesa di Persano c’è una bella statua della Madonna delle Grazie che da duecentocinquanta anni viene
venerata perché protegge dalle alluvioni.
O re s t e M o t t o l a
Lo stipendio
del presidente
“Acerbi inimici saepe nobis verum
dicunt, dulces amici numquam”.
Spesso gli acerrimi nemici ci dicono la
verità, gli amici melensi mai. Nei giorni scorsi ha tenuto banco lo scoop
sullo stipendio del quale avrebbe
goduto Nunzio Gaudioso, presidente della comunità montana degli Alburni. Con una serie di considerazioni conseguenti, sulle quali non è
nostra intenzione sindacare anche
perché largamente condivisibili.Aggiungiamo solo che le stesse cifre
guadagnano gli altri presidenti delle
comunità montane vicine. “Unico”,
la questione Alburni, l’aveva già resa
nota, e già dalla fine dell’anno scorso, beccandosi una replica dell’allora presidente Gaudioso. “Il presidente arriva a 2660 euro e 1490
euro hanno gli assessori. Chi è dipendente pubblico (ed è una buona
metà) ha solo il 50%.”, precisò. La
polemica fu civile e non sortì effetti, anche perchè c’era chi sperava di
andarsi a prendere quella cadrega al
posto di Gaudioso. Oggi che il commissario prefettizio ha abbassato
(giustamente) quella retribuzione a
600 euro ecco le campagne di moralizzazione. Che vengono da chi è
aduso ai costosi sistemi di potere
locale. La strumentalizzazione è evidente. Però ben venga, perchè accende i fari su un altro capitolo della
scandalosa storia dei costi della politica.
OrMo
AGROPOLI
n°39 27 ottobre 2006
L’ex sindaco Buccino chiederà due milioni di
euro di risarcimento all’ispettorato del lavoro
Al giornalismo ci arrivò per raccontare le ricerche di Liborio Bonifacio, che
dalle capre aveva tratto un medicamento antitumorale. “I miei articoli
che ebbero larga eco nazionale, allora sostennero una delle prime battaglie
italiane per la libertà di ricerca”, dice
orgoglioso. “Addà venì baffone” è l’ultimo giornale che Angelo Buccino si
appresta a firmare da direttore responsabile. “Sarà un mensile e questa volta
lo gestirò in prima persona”. “Voglio
ricordare ai politici di oggi che devono le loro poltrone sui valori ieri professati ma oggi misconosciuti dei loro
padri”. Iscritto all’Albo dei giornalisti dal 1970 non ha mai negato la sua
firma a chi gli chiedeva di rendere possibile l’uscita di un foglio: “Di sinistra
o di destra non ho mai fatto differenze”. Il suo avvocato è Giuseppe Bonifacio, è il figlio del “dottore della speranza”. Politico, giornalista o ragioniere? E’ tutte e tre le cose assieme ma
sempre da atipico.
“Mi hanno danneggiato patrimonialmente e moralmente ma soprattutto
hanno causato danni allo Stato. La mia
vita è stata sconvolta, così come il mio
patrimonio familiare”. Angelo Buccino, 66 anni, sindaco di Agropoli dal novembre 1987 all’aprile del 1990, dopo
15 anni di peripezie, si appresta a chiedere un cospicuo risarcimento all’Ispettorato provinciale del lavoro di Salerno.
“Nel 1991 ero sindaco di Agropoli. Ci
capitò di mettere i socialisti all’opposizione e questi si vendicarono provocando un’ispezione sul personale avventizio che prestava lavoro presso
l’ente. O almeno questo allora si disse.
Ci fu imputato di non aver comunicato che alcuni di loro avevano cessato il
loro rapporto di lavoro”. Arrivò la
multa che presto si tramutò in una cartella esattoriale di 800 milioni di lire,
poco più di 443mila euro di oggi. E fu
tutta appoggiata sulle spalle del sindaco – giornalista, libero professionista
ragioniere.
Pochi giorni fa la Corte di Cassazione
ha messo la parola fine alla vicenda rigettando l’ultimo ricorso dell’Ispettorato del Lavoro, già condannato al pagamento delle spese legali. Ora Buccino,
assistito dall’avvocato Giuseppe Bonifacio, si prepara a fare causa ad i suoi
persecutori: “La richiesta di risarcimento sarà compresa tra uno e due miliardi di vecchie lire”, spiega il legale
Gennaro Mucciolo
si occupa di
economia e sanità
Gennaro Mucciolo invita i sindaci della piana del Sele affinché si attivino per farsi trovare pronti nel richiedere che
i territori dei loro comuni
possano essere individuati
come aree aventi diritto alla
fiscalità di vantaggio. La decisione spetterà al CIPE su
proposta del Ministero dello
sviluppo concertata con le
Regioni. A giudizio di Mucciolo “la Piana del Sele ha le caratteristiche di zone urbane
franche. Infatti, è interessata da importanti infrastrutture (collegamenti autostradale e ferroviari, aeroporto di
Pontecagnano e interporto…) e da riconosciute attività produttive, per cui più di
altre potrebbe avviare processi virtuosi in grado di con-
O re s t e M o t t o l a
Discarica e rifiuti: scoppia la polemica
Domini: “I benefici superano i disagi”
Critiche ed insulti all’Amministrazione comunale agropolese sulla questione rifiuti. La discarica in località Gorgo fa discutere e crea polemiche tra cittadinanza e Comune. L’Amministrazione Domini nelle adunanze consiliari, e su
determinata stampa, viene criticata per la questione rifiuti, nel particolare viene accusata di
aver aperto una discarica sul territorio agropolese.
L’intera maggioranza, che governa la città di
Agropoli, si difende sulla questione con enormi
manifesti gialli, dal titolo: “AGROPOLI LIBERA DAI RIFIUTI”. Nel manifesto le spiegazioni alla cittadinanza e le risposte alle accuse, vengono così argomentate: “ Per mantenere pulito il
paese, l’Amministrazione Domini è stata previdente nel non
opporsi ai provvedimenti voluti dal Commissario di Governo, per la gestione dei rifiuti in Campania.”
L’opposizione chiedeva di respingere l’ordinanza del prefetto Catenacci per la gestione temporanea del sito di “Trasferenza” in contrada Gorgo. Il sindaco Domini si difende
scrivendo che la chiusura delle discariche e del C.D.R di
Battipaglia, ad esempio, hanno provocato ingenti disagi alle
popolazioni limitrofe. In un altro passaggio scritto del manifesto, Domini continua: “Hanno forse vissuto i cittadini
di Agropoli le difficoltà che una intera regione sta vivendo
per la mancata raccolta dei rifiuti? Si sono forse accorti che
ad Agropoli, in contrada Gorgo, da molti giorni esiste un
sito di “Trasferenza” che aiuta a togliere dalla strade di Agropoli e di una parte dei paesi del Cilento, i rifiuti che in altre
cittadine sono arrivate al primo piano delle case. Hanno forse
avvertito il lezzo che paventavano si sarebbe sentito?”
I cittadini di sicuro si sono accorti della discarica, ma non
tutti hanno preso questa risoluzione provvisoria come qual-
cosa di positivo; chiediamo quindi dal vivo ad alcuni abitanti cosa ne pensano, Salvatore C., 48 anni spiega: ”Quel deposito o stoccaggio dei rifiuti è scandaloso perché si trova
al centro della città, a poca distanza dal sito vi è Piazza mercato, il palazzotto dello sport, d’estate, nelle vicinanze c’è
stata la Fiera.” Prosegue nella discussione Angela G.: “ Il
sindaco ha detto che la discarica era un fatto momentaneo…quando chiuderà? Inoltre erano stati stanziati parecchi
euro per la bonifica della discarica. Non vogliamo giudicare il sindaco, ma bisognerà fare qualcosa.”
Rispetto ad altri paesi l’emergenza rifiuti agropolese forse
è più contenuta, ma non risolta, il malcontento dei cittadini
è palese, e a questo si aggiunge il forte vento di critica di determinati nemici e oppositori del Sindaco, che dichiarano di
essere a conoscenza di taluni retroscena sulla questione, tutto
ciò mette in allarme i cittadini uditori, i quali lamentano la
poca chiarezza della situazione e si sentono minacciati nel
loro vivere quotidiano da problemi così pressanti.
Daniela De Martino
sentire una crescita economica di sviluppo e occupazione.”
Mucciolo è impegnato anche
sul fronte sanitario. Infatti,
interroga Montemarano, assessore regionale alla sanità,
sulla tragedia accorsa all’adolescente di Castelnuovo Cilento, di 16 anni, che è arrivato morto al Cardarelli di
Napoli per il mancato trasporto con l’eliambulanza da
Vallo della Lucania: l’ospedale non era attrezzato per un
atterraggio notturno.
Mucciolo chiede che tutte le
strutture ospedaliere vengano attrezzate per offrire a
tutti i cittadini i servizi essenziali.
n°39 27 ottobre 2006
CALORE
Comunità montana: c’è il riequilibrio da approvare
Non si sfilaccia la maggioranza raccolta intorno a Miano
Alla Comunità Montana Calore Salernitano c’è necessità di approvare il riequilibrio di bilancio. L’atto doveva essere fatto entro il 30 settembre. Il prefetto ha già provveduto a spedire il
“fax” di diffida a procedere senza indugio.
Aspettare fino al 26 ottobre che il Tar
decida nel merito sulla validità nel consiglio del 29 settembre o continuare
nell’azione di forza e convocare il consiglio con all’O.d.G. il riequilibrio di
bilancio e la nomina del nuovo presidente del consiglio viste le dimissioni
di Ernesto Passaro presentate il 28 settembre?
Questo l’interrogativo che si sono posti
i trentuno sottoscrittori del documento
programmatico che ha portato all’elezione di Mario Miano alla presidenza
della Comunità montana Calore Salernitano.
46a edizione
“Verso il duemila”
Venerdì 27 ottobre, alle ore 18, presso il
Salone dei Marmi del comune di Salerno si terrà l’edizione numero 46 del premio letterario “Verso il Duemila”. La manifestazione si avvale dei prestigiosi patrocini dell’amministrazione comunale,
della presidenza del consiglio e del ministero della pubblica istruzione, della Provincia e della Camera di Commercio di
Salerno. Fra le istituzioni che hanno
fatto pervenire coppe e medaglie è da
segnalare il comune di Altavilla Silentina,
paese di origine dello scrittore,Arnaldo
Di Matteo, che nel 1960 diede vita alla
manifestazione. Con l’accompagnamento di una gradevole musica eseguita dall’arpa saranno presentati al pubblico gli
esponenti del mondo culturale ai quali
saranno conferiti i riconoscimenti. La
manifestazione sarà prentata dalla dottoressa Alessandra Gallo e vedrà l’intervento dell’eurodeputato Alfonso Andria
e dell’attore Gaetano Stella.
Fra i premiati di quest’anni vi è il giornalista Oreste Mottola che con Arnaldo Di
Matteo, fondatore del premio, ha in comune i natali ad Altavilla Silentina. Arnaldo Di Matteo, era nato ad Altavilla Silentina il 18 gennaio 1933 e muore a Salerno il 4 marzo del 1999. Di formazione liberale, è stato, per tutta la sua vita,
un instancabile ed apprezzato operatore culturale. Il convitto, da lui gestito a
via Luigi Guercio, è stato una fucina per
una folta schiera di intellettuali salernitani. Il suo periodico di lettere ed arti
“Verso il Duemila”, e l’omonimo premio
letterario, hanno fatto, per un cinquantennio, da lievito per il dibattito culturale, travalicando le frontiere provinciali.
I telefoni degli “avvocati” sono i più gettonati,
ma pochi hanno certezze su come bisognerebbe agire e, in ogni caso,
c’è sempre qualcuno
che dice: “più 1”.
Nei libri della scuole
elementari per spiegare
che i numeri sono infiniti si propone il seguente giochino ai bambini: “pensa al numero
più grande che riesci ad
immaginare e poi aggiungi 1”.
Questo sta succedendo
alla C.m. Ogni qualvolta s’intravede la fine del
tunnel, ecco che interviene qualcuno e ne inventa un’altra per impedire che la legittima maggioranza s’insedi e governi.
“La soluzione è politica” dice uno che
ha l’aria di sapere il fatto suo. Però, alla
domanda, per capire in cosa consista la
soluzione politica, non riesce andare
oltre quello che è già successo: “i consiglieri di maggioranza procedono indifferenti ai deliberati del Tar assumendosi la responsabilità politica dell’azione di forza.”
Qualcun altro paventerebbe, addirittura, l’ipotesi d’interventi esterni sul Tar,
per far pendere la bilancia dalla parte
“giusta”.
A fotografare la situazione, oggi, ci troviamo di fronte ad un ritratto nitido. Da
una parte i trentuno della maggioranza
super “incazzati” per come viene sequestrata la volontà della maggioranza
dei consiglieri e, dall’altra, la sottile,
anche se probabilmente inutile, soddisfazione di inchiodare al di là del
“fiume”, ancora per un po’, il nuovo
gruppo di comando dell’ente montano.
C’è da registrare che anche i più tranquilli sostenitori di Miano, quelli che
di solito sono pacati nell’esprimersi nei
confronti della controparte, hanno
perso la pazienza e vedono come un
affronto alla loro intelligenza e pazienza, il protrarsi di un atteggiamento
ostruzionistico che impedisce il dispiegarsi sul terreno amministrativo
della volontà politica di cambiare presidente e giunta esecutiva. Se, chi ha
messo in campo questa strategia, puntava ai tempi lunghi per sfilacciare la
maggioranza di Miano, ha sbagliato i
suoi calcoli: è successo proprio il contrario. Il clima di scontro senza “quartiere” è stato il collante che ha reso
granitica l’armata dell’imprenditore
fontese.
Una cosa è certa, chi dovrà subire il
clima d’incertezza che regna sovrano
saranno i dipendenti dell’ente e i lavoratori forestali che si ritrovano
senza una guida politica e vedono frenato anche il loro impegno nella gestione dell’ordinaria amministrazione.
Nella finanziaria presentata al Parlamento c’è un emendamento che prevedrebbe l’abbattimento dei delegati dei
comuni presso l’ente montano: uno ciascuno. Questo, se fosse approvato,
snellirebbe i lavori, garantirebbe risparmi sui gettoni di presenza, sopprimerebbe la giunta esecutiva e assegnerebbe al presidente (organo monocratico)
la responsabilità della gestione. Sembra che, su richiesta dell’Anci, la proposta verrà accantonata.
Peccato!
biesse
7
Liriche poetiche e
rassegne musicali
Roccadaspide. Una serata all’insegna della poesia che ci
appartiene, perchè i poeti
sono persone della porta accanto. Non è mancata la
buona musica. La serata è
stata organizzata dal cosigliere delegato alla cultura, Vincenzo Iuliano. A declamare le
poesie Gaetano Marabello che
ha presentato alcuni saggi di
Nicola Vernieri, Papa Giovanni Paolo II e Alfredo Di Marco.
Le poesie di Armando Oppo
sono state recitate da Nenzi
Cennamo. Giuseppe De Vita,
Antonella Quaglia e Raimondo Gammardella hanno interpretato di persona le proprie
liriche. Gli spettatori che
hanno gremito la sala consiliare si sono lasciati deliziare
dalle note poetiche accompagnate, con discrezione, dai
musici Luigina Mottola al flauto traverso, Maurizio Capuano alla chitarra e Giuseppe
Guarracino alla tastiera. I temi
sono stati i più svariati: a volte
note tristi toccavano il profon-
Differenziata: parte nella prima metà di novembre
Auricchio: “Ritardi dovuti agli amministratori passati”
A Roccadaspide, il consiglio comunale del 13 ottobre ha deliberato in materia di equilibrio di bilancio e di affidamento del servizio di tesoreria. Il
punto più importante, però, è stato toccato con la raccolta differenziata, argomento di stretta urgenza e attualità. Il
comune si sta adoperando per far partire il servizio al più presto possibile. I
tempi previsti vanno dal 10 al 15 novembre e la differenziata toccherà,
dapprima, il centro urbano e alcuni agglomerati delle frazioni di Serra, Tempalta e Fonte. Il servizio arriverà nelle
zone periferiche con più alta concentrazione di case, ma sarà attivato anche
per chi richiederà di conferire i rifiuti
umidi. Per coloro che non li consegneranno, scatterà una riduzione. Il comune di Roccadaspide spende 24000 euro
al mese solo per scaricare i rifiuti. Se
con la differenziata si raggiunge il 35%
del totale, entro la fine dell’anno, si
avrà una riduzione di spesa. Saranno
impiegati dipendenti e attrezzature del
comune, che ha evitato di fare affida-
mento sugli altri. Il sindaco Girolamo
Auricchio lamenta il ritardo dell’attivazione della differenziata. «La partenza per la raccolta differenziata era prevista dal 1997 con il decreto Ronchi,
ma nessuna delle amministrazioni precedenti ha applicato tale adempimento», afferma il primo cittadino. Il progetto prevede una forte campagna pubblicitaria, la consegna di appositi depliant a tutte le abitazioni per sensibilizzare i cittadini che si troveranno un
po’ disorientati nei
primi giorni della raccolta. Prima partirà la
differenziata, meglio
si affronterà l’emergenza rifiuti, anche
per sopperire alla
chiusura del sito di
trasferenza di Pastena. Molti cittadini si
chiedono l’opportunità di tale decisione, la
cui alternativa è l’immondizia per strada.
« Nel sito venivano
depositati i rifiuti che, ogni settimana,
raggiungevano i luoghi idonei allo
smaltimento», conclude Auricchio.
L’amministrazione comunale, nel luglio scorso, ha chiesto un finanziamento dalla Regione per bonificare l’area
del sito di trasferenza. E’ stato finanziato con 22000 euro il progetto relativo alle indagini preliminari geologiche,
dopodichè l’area sarà bonificata.
Francesca Pazzanese
do del cuore, altre volte l’allegria delle parole dava l’illusione di volare. Non sono mancati poesie di esperienze vissute,
in lingua e in dialetto cilentano, che hanno regalato momenti vivi di cultura contadina ricordandoci le nostre origini. I due giovani poeti, Antonella e Raimondo, con i loro
scritti, hanno parlato del loro
mondo, dei loro problemi,
hanno dato un saggio di come
leggono la vita, di come interpretano i problemi e la loro interpretazione ha saputo scalfire l’animo dei presenti.
L’assessore Iuliano non ha
mancato di comunicare che la
serata è solo l’inizio di un programma che si svilupperà nel
corso del suo mandato.
G i n a C h i a c c h i a ro
DIANO
n°39 27 ottobre 2006
dalla prima
La migliore strategia contro il caro ortaggi
mi di vendita deve necessariamente
tentare di intervenire anche sulla sensibilissima leva del prezzo. Come?
Con i ‘prodotti a chilometri zero’.
Oggi accade che le nostre produzioni
agricole partano per centri di raccolta
e lavorazione distanti anche centinaia
di chilometri dai luoghi di coltivazione e poi tornino indietro rifacendo la
stessa strada per giungere, infine, sulle
nostre tavole. Non di rado le derrate
agricole attraversano due volte l’Italia
per tutta la sua lunghezza e arrivano
sui banchi dei supermercati posti a
poche centinaia di metri dai campi di
produzione. E’ possibile che ciò accada? Che cioè un prodotto compia un
viaggio di 2000 chilometri in giro per
l’Italia per tornare al punto di partenza? Ebbene sì, è possibile, ed è ciò che
quotidianamente accade. Ecco perché
il costo dei prodotti agricoli spesso è
così elevato e ogni tanto si grida allo
scandalo. Eppure lo scandalo vero,
forse, è quello di aver permesso che
ciò sia accaduto, consentendo, senza
battere ciglio, che la nostra industria
conserviera e di trasformazione venisse gradualmente demolita a vantaggio
di lontanissimi centri di lavorazione
che hanno allungato la filiera produttiva in modo smisurato aggravandola
di costi insostenibili. Non lasciamo allora trapelare l’idea fuorviante che la
differenza di prezzo tra il campo e il
negozio sia da imputare esclusivamente a inique speculazioni commerciali
quanto piuttosto alla dilatazione dei
tempi e dei costi della catena distributiva e alla mancanza sui luoghi di produzione di un solido anello strategico
di lavorazione e smistamento delle
derrate agricole.
I prodotti lavorati localmente offrono
l’opportunità, grazie alla breve distanza che separa luogo di produzione e
mercato, di ridurre i costi e di rendere
il consumo dei prodotti agricoli e
agroalimentari altamente sostenibile
dal punto di vista ambientale, perchè
gli alimenti a "chilometri zero" contribuiscono ad abbattere l'uso del carburante, con notevoli benefici sul traffico e sull'inquinamento.
Ebbene, un primo modo di ridurre i
costi di trasporto con la spesa a “chilometri zero” è ora possibile in alcune
zone d’Italia dove si può acquistare a
domicilio un paniere diversificato di
prodotti locali offerto direttamente
dagli imprenditori agricoli che si sono
organizzati senza le intermediazioni
colpevoli della moltiplicazione dei
prezzi dal campo alla tavola.
Si tratta di un sistema di fornitura
“porta a porta” di prodotti agroalimentari di qualità del territorio direttamente alle famiglie che ne faranno richiesta, anche per combattere il caro tra-
sporto determinato dai nuovi record
fatti segnare da petrolio e benzina.
L’idea progettuale della Coldiretti indirizzata all'ottimizzazione del rapporto produttore-consumatore, come lodevolmente auspicato dal direttore
Marino, è partita da Ragusa, in Sicilia, e tenta di guadagnare terreno basandosi sull’offerta di una vasta
gamma di prodotti in grado di coprire
interamente il fabbisogno giornaliero
familiare in termini di diversificazione degli alimenti. A titolo di esempio
una cassetta “piccola” di ortaggi offerta con questo sistema contiene
mezzo chilo di pomodoro ciliegino,
mezzo chilo di pomodoro a grappolo
rosso, mezzo chilo di pomodoro verde,
un chilo di zucchine, due melanzane e
due peperoni e viene venduta al 50 per
cento in meno rispetto ai normali prez-
namento atmosferico ma garantiscono, inoltre, anche condizioni di genuinità e freschezza uniche non essendo
soggetti a lunghi tempi di viaggio. Da
diversi mesi, infatti, la conversione del
decreto-legge sugli "Interventi urgenti in agricoltura", che contiene norme
per favorire la presenza di prodotti
agricoli regionali nella moderna distribuzione attraverso accordi di filiera,
ha aperto nuove prospettive. Con tale
provvedimento, se fatto proprio dagli
Enti locali, si avvia la possibilità di assicurare ai prodotti alimentari legati al
territorio il giusto spazio di vendita
sugli scaffali dei supermercati, nell'interesse delle imprese agricole e dei
consumatori.
La disposizione rappresenta un importante sostegno del Made in Italy alimentare perché stabilisce che nelle
L’autore dell’articolo è
Giorgio Cafasso, direttore
del sipermercato S. Giorgio
ereferente della Confesercenti a Capaccio Paestum.
E’ anche un appassionato
studioso di storia e un apprezzato scrittore: ha pubblicato un romanzo storico
dal titolo “La nona legione”.
zi al dettaglio. L’iniziativa oltre a rappresentare una concreta opportunità di
risparmio per le famiglie risponde
anche alle esigenze del crescente numero di anziani che non possono affrontare lunghi spostamenti per gli acquisti e non vogliono rinunciare al
consumo di prodotti genuini e della
tradizione locale. Questa esperienza
ha però insite una quantità notevole di
difficoltà che, al di là del fatto sporadico, ne renderanno oltremodo difficile e duraturo lo sviluppo. Le complicazioni vanno dalla mancanza di figure professionali e di strutture logistiche a un difetto di cultura del consumatore che non è abituato a comprare
‘panieri’ di prodotti predeterminati e
che, tra l’altro, possono non essere calibrati sui suoi personali consumi. In
altre parole la procedura, nel complesso, non è del tutto ‘comoda’.
Maggiore successo potrebbe avere, invece, l’ipotesi che prevede maggiore
spazio negli scaffali dei centri commerciali e nei mercatini delle piazze
per i cibi locali "a chilometri zero", sostenibili dal punto di vista ambientale
perché, come detto, non fanno consumare carburante necessario al trasporto e contribuiscono a ridurre l'inqui-
grandi strutture di vendita e nei centri
commerciali siano posti in vendita
prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle Regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese
di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata. E’ richiesto, però, un fattivo impegno dei Comuni al successo del progetto normativo e non molto potrà farsi in caso di
loro inadempienza. Infatti, al fine di
migliorare l'accesso ai mercati degli
alimenti locali, i Comuni devono impegnarsi a destinare spazi adeguati agli
imprenditori agricoli che intendono
vendere direttamente i loro prodotti e
pertanto si prevede che i Comuni, sulla
base delle disposizioni emanate dalle
Regioni, stabiliscano l'ampiezza complessiva delle aree da destinare all'esercizio di questa attività, nonché le
modalità di assegnazione dei posteggi,
la loro superficie e i criteri di assegnazione delle aree riservate, in misura
congrua sul totale. L’impresa è notevole, sforziamoci di approfittare di
questa reale occasione di sviluppo sostenibile. Ne abbiamo bisogno.
Giorgio Cafasso
[email protected]
Studi clinici:
valutazioni oggettive
o personali?
Gli studi clinici permettono di valutare l'efficacia di uno specifico
trattamento spesso di
un farmaco in una determinata popolazione di pazienti. In molti casi piuttosto che basarsi sui risultati di un singolo studio si preferisce combinare i
dati di più studi condotti su uno stesso argomento, generando un unico
dato conclusivo per rispondere a uno
specifico quesito. La combinazione di
dati, così, diminuisce l'imprecisione dei
singoli studi. Uno dei problemi relativi agli studi clinici consiste nel fatto
che recentemente alcuni di essi presi
come esempio hanno permesso di dimostrare che i risultati possono essere alterati da opinioni personali degli
autori. Sono stati presi in considerazione gli studi condotti per valutare
trattamenti attivi contro l'ipertensione. La scelta è giustificata dal fatto che
le malattie cardiovascolari rappresentano un'importante causa di mortalità
nei paesi occidentali ed è quindi naturale che le conoscenze sull'efficacia dei
farmaci attivi sull'ipertensione siano di
enorme importanza nella programmazione delle terapie.Ad esempio alcuni
trial clinici hanno valutato l'efficacia antiipertensiva dei diuretici in confronto ai calcio antagonisti nel prevenire
ogni tipo di evento mortale. La domanda formulata quindi è: i diuretici sono
più o meno efficaci dei calcioantagonisti nel prevenire eventi mortali? Gli
autori dei vari trial hanno concluso in
tre modi differenti: non esiste nessuna
differenza tra diuretici e calcio antagonisti nella progressione delle lesioni carotidee; i diuretici comportano vantaggi rispetto ai calcioantagonisti nella riduzione di eventi cardiovascolari oppure non esiste nessuna differenza tra
diuretici e calcio antagonisti nel ridurre l'incidenza degli eventi cardiovascolari. Ovviamente la risposta corretta
doveva essere che non vi sono differenze sostanziali tra i vari farmaci antipertensivi. E' stato possibile verificare che gli autori dei 28 studi di confronto nel 60% dei casi hanno pertanto forzato (in modo più o meno evidente) le proprie conclusioni verso direzioni suggerite da analisi non strettamente riguardanti lo scopo dello studio (end point primario). Ricordiamo
di affidarsi sempre a terapie mediche
accreditate da validi studi clinici per i
quali solo il medico o il farmacista possono costituire il punto di riferimento
per la comprensione dei dati.
Alberto Di Muria
[email protected]
n°39 27 ottobre 2006
CAPACCIO
Catarozzi revocato, An soddisfatta
9
TUTTO D’UN FIATO
Sica consegna la tenuta della maggioranza nelle mani di Angela Mucciolo A m i c i /
nemici
Luciano Farro si è seduto tra i banchi
del consiglio solo quando ha potuto
prendere visione del decreto col quale
Enzo Sica aveva revocato deleghe e
carica a Rosario Catarozzi. Vice sindaco per un’estate è stato il destino di
Catarozzi, pupillo di Gaetano Fasolino e coordinatore di collegio di FI E
sono stati proprio i suoi compagni di
partito a dargli il benservito con un
documento, dai toni garbati, ma gelido nella sostanza da cui traspariva la
“ragion di stato” che inducevano Sica
e maggioranza a scaricare l’avvocato
che aveva l’ambizione di essere la
carta in più giocata, sul tavolo della
politica capaccese, da uno sgusciante
Enzo Sica. Con lui, il sindaco voleva
mettersi alle spalle la stagione delle
defezioni che hanno caratterizzato i
primi due anni del suo mandato.
Purtroppo per lui e per il sindaco, le
cose sono andate diversamente e oggi
ci si ritrova ancora invischiati nella
gestione di una crisi che, per dirla con
le parole di Farro, “si avvia verso la
sua fase costruttiva”. Tradotto, significa che ora si può cominciare a trattare a livello di partiti come sostituire Catarozzi e come rilanciare l’azione di governo.
In consiglio comunale si è ricomposta una maggioranza. I sostenitori di
Sica sono undici con il rientro a, pieno
titolo, di Angela Mucciolo. La professoressa Mucciolo ha votato con i
suoi colleghi tutti gli argomenti all’Odg dimostrando che la sua marcia
di riavvicinamento si è conclusa
anche se ha ottenuto poco o nulla di
quanto, pubblicamente, chiesto con il
famoso manifesto “Niente ... e così
sia!”
Gli altri due sottoscrittori, Rosario
Francia e Giuseppe Bruno, sono ancora sulla riva del fiume ad aspettare
che “tutti gli assessori vadano a casa”
e che il “programma venga riscritto”.
Intanto, il previsto corto circuito del-
l’opposizione che sarebbe stato provocato dalla discussione e, peggio ancora, dalla votazione sulla revoca di
Pietro Desimone da delegato alla Comunità Montana, non c’è stato. Si tratta di capire se si è trattato di un rinvio strumentale o un ritiro, mascherato, dell’argomento da parte di chi lo
ha proposto.
L’impressione è ci si
avvii verso
un accordo
che tenga
insieme la
maggioranza e lasci
aperta
la
trattativa sul
programma
con almeno
una parte
dell’opposizione.
Restano, però, delle incognite che potrebbero essere mine vaganti per la
riuscita dell’operazione che Sica ha
costruito. La scelta del sostituto di Catarozzi è rivendicata dal gruppo di FI
e Fasolino ancora non sembra aver digerito la revoca del vice sindaco:
da buon “giocatore” avrebbe preferi-
to che tutto rientrasse in una trattativa
unica e non alla soluzione della crisi
a puntate;
Sembra che Sica abbia promesso al
consigliere Pasquale Cetta che avrebbe concordato con lui il nome dell’assessore entrante;
La stessa An non ha definitivamente
rinunciato ad un allargamento della
maggioranza ai centristi che stanno all’opposizione perché con una maggioranza risicata di undici contro nove,
non si governa l’ordinaria amministrazione, figuriamoci se si può mettere in cantiere l’approvazione del Puc
e del piano spiagge, tanto per fare
qualche esempio.
Ma anche tra i consiglieri di maggioranza serpeggia il sospetto sulla “serietà” del “pentimento” della Mucciolo che, in questo periodo, ha dovuto
subire attacchi pesantissimi, in pubblico e in privato, e pochi sono disposti a scommettere tutta la posta sulla
sua fedeltà a Sica: “se ha tradito una
volta può farlo nuovamente” sono i
commenti più benevoli.
Col tempo tutto si chiarirà e dalla
“nebbia” uscirà la soluzione del rebus.
Quando questo accadrà, rispettando
una tradizione consolidata ad ogni livello e latitudine, scopriremo che, in
fondo, la crisi non c’è mai stata. È
stata pura invenzione dei giornalisti.
Bartolo Scandizzo
LA CURIOSITÀ
dalla prima
... quello che ci pare
Dalle pagine di questo giornale sono
partite molte invettive contro gli
eventi sopra citati e non mi voglio
perdere in ulteriori approfondimenti
su cosa è “Cultura” e cosa non lo è.
M’interessa di più cercare di capire
che tipo di ricaduta ha avuto sull’economia del territorio quest’investimento non indifferente. Quanti imprenditori hanno guadagnato, quanti
alberghi hanno fatto il pieno nei giorni delle manifestazioni, quanti nego-
zi sono stati
aperti tutta
la
notte,
quanti ristoranti e quanti bar si sono arricchiti.
Insomma, queste manifestazioni
quale turismo hanno promosso?
A me è sembrato che la maggior
parte degli avventori fossero abitanti della zona o delle zone limitrofe.
Possono aver prodotto la seguente
economia: biglietto ingresso spetta-
tratto dal “Corriere del mezzogiorno”
colo, biglietto parcheggio privato
(modica spesa di ? 2,50) qualche consumazione nei soliti locali della zona
archeologica.
Tutti hanno il diritto di divertirsi, ma
allora chiamiamo le cose con il loro
nome.
Non chiamiamoli investimenti per
“Sviluppo e promozione turismo”
ma “Fondi per fare quello che ci
pare” A me sembra che Azienda di
soggiorno ed Ente provinciale per il
turismo dovrebbero, dati reali alla
mano, dimostrare a chi elargisce i
fondi, di aver promosso il turismo
con i “Grandi eventi” realizzati. Noi
abbiamo qualche dubbio.
C r i s t i n a D i G e ro n i m o
“Voglio sapere se sei ancora mio
amico o ti devo considerare un nemico? Perché a me le mezze misure,
non piacciono”, queste sono le parole che si possono sentire al telefono
in questi tempi grami di passioni politiche, ma ricchi d’invettive e di rincorse ai posti di potere per poter
aspirare ad altro potere che serva per
ricambiare chi ti ha aiutato ad andare
al potere in una democrazia malata,
per eccesso di deleghe e per difetto
di strumenti di controllo sociale, che
non trova la forza di reagire organizzando il consenso e si gode le lotte
fra “bande” tifando in privato, ora per
l’uno, ora per l’altro, e, in pubblico,
scuotendo la testa in segno di disaffezione verso il sistema che non garantisce, ormai, nemmeno i forti, di fronte a chi è disposto a spendere tempo
e danari in una battaglia a colpi di
“sospensive” (immediate) e di sentenze, sempre impugnabili, e, in ogni caso,
lontane nel tempo, utile (il tempo) a
provocare altre contese da dover
“trattare” nelle sedi “opportune” in
modo che il tutto rimanga abbastanza lontano dalla possibilità di un confronto con i detentori della sovranità: i cittadini che appartengono al
parco buoi e sono “convocati” solo
quando si tratta di tornate elettorali
utili a creare le condizioni affinché il
potere sia sempre in buone mani, cioè
quelle di chi, se succede qualcosa, sa
bene come fare per ricorrere agli organismi superiori ed è su questa scia
che diventa difficile iscriversi ad un
partito che affigge sui muri l’apertura
della campagna d’iscrizione, è arduo
sperare che chi perde elezioni per lustri, pensi di farsi da parte; è un sogno
pensare che chi fa volontariato ambientale venga indicato ad esempio e
non trattato come il peggiore degli
abusivi; è impossibile constatare che
gli ospedali ci sono per i malati e non
che i pazienti sono funzionali a creare posti di primario; è un’utopia sperare che le scuole servano per istruire le nuove generazione e non per garantire il posto di lavoro ai docenti...
la voce la telefono non è una ferita
inferta all’amicizia, ma è una naturale
conseguenza di un clima di “guerra”
che non ammette prigionieri, figuriamoci un sentimento costruito da millenni di progresso che si è affinato
con la storia e la filosofia fino ad arrivare a noi, che ci ostiniamo a chiamare amicizia, che non è obbligatoria
come il rispetto dovuto a tutti quelli
che ci provano ad essere liberi dai
condizionamenti, anche quelli che
vengono dagli amici, anche da quelli
“più cari”.
velina
CAPACCIO
n°39 27 ottobre 2006
Pasquale Quaglia apre agli oppositori per una gestione collegiale del Consorzio
“Oltre duecento milioni di investimenti meritano di essere gestiti con efficacia e trasparenza”
Pasquale Quaglia, imprenditore, politico oggi sulla plancia di comando del
Consorzio di bonifica di Paestum. Concentra nelle sue mani un potere grande
che solo pochi sanno valutare in pieno.
Ha costruito la sua ascesa alla presidenza che fu di Carlo Santini e di Cecilia Baratta, partendo da lontano. Era
amministratore già nel ’97 e nelle ultime elezioni comunali è stato eletto in
consiglio nella lista dell’Udeur partito
dove aveva trasmigrato con l’intero
gruppo dirigente della Margherita a seguito di uno “sgarro” compiuto da AntonioValiante che aveva preferito
Mario Miano a Enzo Patella nella candidatura alla provincia nel collegio Capaccio - Roccadaspide.
Quaglia ha costruito la sua scalata alla
presidenza della “Bonifica” con metodo scientifico prima alleandosi con tutti
i nuovi eletti per combattere la lunga e
dispendiosa battaglia legale contro
parte del vecchio consiglio, che non validava i risultati delle elezioni, e poi è
riuscito ad attrarre, nella sua orbita il
maggior numero dei consensi tra gli
eletti e ha tenuto sotto controllo la nomina dei delegati della provincia e
della regione.
“Sono legittimato dal 65% dei voti ottenuti nella mia fascia. Pertanto non ho
usurpato niente a nessuno.” Mi dice orgoglioso di guidare un ente che conta
60 dipendenti, 25 avventizi e tre consulenti esterni: Renato Carrozza, Pasqua-
le Silenzio e un avvocato di Salerno
che garantisce assistenza legale con la
sua presenza quotidiana presso l’ente.
La guerra per la presidenza è finita,
ma permangono “sacche” di resistenza all’interno del consiglio.
Come se ne esce?
“Nel Consorzio non dovrebbero esserci maggioranze e minoranze e sono fiducioso che tutte le intelligenze presenti possano e debbano essere valorizzate. Allo stesso tempo non temia-
mo l’atteggiamento di contrapposizione frontale. L’ultimo esposto alla Regione si
è concluso con il riconoscimento della correttezza del
nostro agire e abbiamo
avuto i complimenti per
aver riportato il bilancio in
attivo”.
Qual è la forza di questa
amministrazione?
“Il gioco di squadra per una
gestione partecipata sia
nella fase di elaborazione
dei progetti. Siamo passati
dalla monarchia alla repubblica!”
Ad un anno dall’insediamento, cosa può vantare
al suo attivo la gestione
Quaglia?
“Ecco una tabella che riporta quanto è in essere e cosa
sarà operativo a breve. Si
tratta di lavori per oltre 200
milioni di Euro. È stata rimessa in moto
la macchina operativa dell’ente e rimotivato gli operai e i tecnici. I lavori in
economia ci hanno portato risparmi
consistenti nella spesa corrente”.
Qualche risparmio sarà venuto
anche dall’attivazione della centrale
fotovoltaica di Scigliati. Però non se
vede traccia nel bilancio. Come mai?
“Il risparmio c’è, ed è pari a 150.000
Euro, non lo abbiamo riportato a bilancio perché non è stato ancora
formalizzato il contratto con
l’Enel per lo scorporo da
quanto dobbiamo per la corrente elettrica”.
È intenzione del Consorzio
costruire altre centrali sulle
altre vasche?
“È prevista la copertura di
tutte le vasche fino ad arrivare a coprire il 50% del fabbisogno che ammonta a
1.500.000 Euro all’anno”.
Cosa farete dei risparmi?
“Parte saranno utilizzati per
tenere bassi i tributi per i servizi e il resto saranno investiti in innovazione”.
C’è da dire, che la recente
legge regionale sui consorzi
amplia il territorio di competenza dell’ente. Come vi
muoverete?
“Ho incontrato i trentuno sindaci dei comuni interessati.
Stiamo raccogliendo elementi utili per una programmazione condivisa. Poi si tratterà di
reperire le risorse necessarie
per realizzare opere che migliorino le condizioni di lavoro degli imprenditori agricoli
della zona interne. Per esempio sarebbe importante realizzare piccoli laghetti per l’irrigazione”.
Passiamo alla politica. Lei è anche
consigliere comunale a Capaccio. È
sua la proposta di revocare Pietro
Desimone dalla Comunità Montana
Calore S. Nell’ultimo consiglio l’argomento è stato rinviato, Perché?
“Su richiesta di Paolo Paolino, la discussione dell’argomento è stato rinviato per un approfondimento interno
alla minoranza. Vedremo gli sviluppi”.
Abbiamo scritto che lei ha proposto
Donato De Rosa come sostituto di
Rosario Catarozzi nella giunta Sica.
È vero o smentisce?
“Non è vero e non ne so niente, come
non ne sa niente l’interessato!”
La maggioranza di Enzo Sica si è ricompattata. Quindi lei torna a fare
l’opposizione?
“Non ho mai smesso di farla. Ho solo
dato la mia disponibilità ad un caro
amico, Luigi Barlotti, che chiedeva un
impegno supplementare per dare una
mano al paese ad uscire dalle secche in
cui lo ha cacciato Sica. Oggi la maggioranza si è ritrovata intorno al pentimento di Angela Mucciolo. Speriamo,
per il bene del paese, che ritrovi anche
un po’ di efficienza”.
Il primo esempio è l’inizio della raccolta differenziata dei rifiuti ...
“Spero che non sia una falsa partenza
come tante altre a cui Sica ci ha abituato. Io, nei banchi del consiglio, farò la
mia parte per assecondare ogni progetto che migliori la situazione economica e sociale di Capaccio Paestum.”
Qualcuno è convinto che il suo attivismo è propedeutico ad una candidatura a sindaco. Cosa risponde?
“Oggi sono il presidente del Consorzio
con progetti importanti avviati ed altri
che devono essere finanziati. Pertanto,
non sarebbe corretto abbandonare. Nel
prossimo consiglio porterò all’attenzione dei consiglieri la proposta di realizzare un centro direzionale alle spalle
della vecchia sede: costo dell’opera, 13
milioni di Euro. Ovviamente sarà fatta
con il contributo dei privati.”
La Bonifica è un volano poderoso dell’economia. Pasquale Quaglia e la sua
squadra ha rimesso in moto il motore.
La strada è lunga e la benzina per produrre le energie necessarie per far marciare la macchina sono tante. Forse è il
caso che tutti i soggetti delegati alla gestione si facciano carico del loro carico di responsabilità e accolgano l’invito a collaborare. Questo non vuol dire
rinunciare alle proprie legittime aspirazioni ma agire al meglio per dare
sempre più visibilità all’ente e più trasparenza sul suo operato.
Bartolo Scandizzo
n°39 27 ottobre 2006
11
CILENTO
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Graduatoria Provvisoria Microfiliera Turismo Ambientale
SCADENZA 30 AGOSTO 2005
1 LO SCHIAVO ANTONELLA SAN MARCO DI CASTELLABATE 113
2 FUSCO IRENE POSITANO 99
3 ANTECE SCARL OTTATI 99
4 FINAMORE ESTER ROCCAGLORIOSA 99
5 GALDI CLORINDA GALDO DI POLLICA 97
6 PINTO ADRIANA CASTELLABATE 97
7 MEOLA ANNALISA CASTELLABATE 97
8 FALCIONE TERESA SESSA CILENTO 97
9 BOTTI ROSA VALLO DELLA LUCANIA 97
10 FALCONE ALFONSINA AGROPOLI 96
11 VASSALLO GIUSEPPINA ACCIAROLI 95
12 RISOLI MARIO SICILÌ DI MORIGERATI 94
13 LO SCHIAVO CATERINA SAN MARCO DI CASTELLABATE 94
14 CHIARIELLO IVAN MONTECORICE 94
15 FARZATI ANTONELLA CASALVELINO 93
16 PANICO ROSA CAMPAGNA 93
17 SCORZA MICHELA S ANGELO A FASANELLA 93
18 MARTINO MARIANNA MONTECORICE 93
19 STIFANO MARIA GRAZIA MOIO DELLA CIVITELLA 92
20 MARINO STEFANIA ACQUAVELLA 92
21 BUTLER JOANNE LESLEY SALERNO 92
22 VOIRO GIANPAOLA CASALVELINO 92
23 D'ANGELO GIUSEPPINA S BARBARA DI CERASO 92
24 DITTA SALAMONE AMELIA CORLETO MONFORTE 91
25 SORRENTINO CATALINA COROMOTO SAN GIOVANNI A PIRO 91
26 PROTA ELVIRA AGROPOLI 90
27 LUPO FRANCESCA MARIA VALLO DELLA LUCANIA 90
28 COSENTINO ANNA TORRACA 90
29 SCOVOTTO GELSOMINA ROCCADASPIDE 90
30 RUSSO GESSICA CAPACCIO 90
31 CAPOZZOLO SABRINA D.I AGROPOLI 90
32 D'ANGELO DANILA SAN GIOVANNI A PIRO 90
33 CAPPUCCIO CAROLINA POLLICA 88
34 DI SEVO ANELLINA VALLO DELLA LUCANIA 88
35 RIVIELLO ANGELA SAN GIOVANNI A PIRO 88
36 CETRANGOLO ITALIA SAN GIOVANNI A PIRO 88
37 PAOLILLO ELENA VALLO DELLA LUCANIA 88
38 PUGLIA ANELLA MOIO DELLA CIVITELLA 88
39 LE CANNICELLE DI MARZIO E ANTONIETTA DE NARDO
40 MAIESE XENIA OMIGNANO SCALO 88
41 SORRENTINO GIUSY SAN GIOVANNI A PIRO 88
42 ASTORE MARIAVICTORIA ORRIA 88
43 FORTE GIUSEPPINA MASSICELLE 88
44 MINARDI ANTONELLA CASALVELINO SCALO 88
45 BATTIPAGLIA ANTONELLA ALFANO 88
46 IANNUZZI TERESA NOVI VELIA 88
47 BAIA D'ARGENTO DI D'ANGIOLILLO ROSANNA ASCEA MARINA 87
48 MOTTOLA CARMELA PERITO 87
49 VENUS SAS ATENA LUCANA 87
50 GALLO ANNUNZIATA CAMEROTA 87
51 LANGONE FRANCESCO SALA CONSILINA 87
52 PAOLILLO ANTONIO PERDIFUMO 87
53 CALABRO MARIA GRAZIA VALLO DELLA LUCANIA 87
54 MASTALIA FRANCESCO CASALVELINO 86
55 AURANT DI BARBARULO ANNA ASCEA MARINA 86
56 MARINO CARLA MARINA DI CAMEROTA 86
57 DITTA SOLARIS DI INFANTE MARIANNA AGROPOLI 86
58 MARGARUCCI MARIA LUISA MONTECORICE 86
59 ROMANELLI LUIGI CERASO 86
60 0PICA MARGHERITA SANT'ARSENIO 86
61 ORLANDO MIRELLA CASTELLABATE 86
62 SCARPA LORELLA MONTANO ANTILIA 86
63 VAIRO GIOVANNA TORRE ORSAIA 86
64 CERRETO COUNTRY HOUSE TORRE ORSAIA 86
65 DE SIMONE CHIARA CASALVELINO 86
66 GRAMBONE DANIELA SESSA CILENTO 86
67 ORAZZO SANTA MARINA DI CAMEROTA 86
68 ALBINI MYRIAM AGROPOLI 86
69 FRATELLI PASCA SAS SALERNO 86
70 SIGNORELLI DANIELA POLLICA 86
71 PASSARIELLO ORTENSIA CASTELCIVITA 86
72 ELEA CONGRESSI ASCEA MARINA 86
73 LAUDANO CRISTINA VALLO DELLA LUCANIA 86
74 COLUCCI GIUSEPPE SALA CONSILINA 86
75 MARROCCO MARCO SALA CONSILINA 86
La graduatoria è lunghissima, ma solo i primi centoventi, su quattrocento richiedenti, hanno la quasi certezza di ottenere i finanziamenti, gli altri dovranno farsene una
ragione: e ritentare ad un prossimo giro. C’è da segnalare che la parte del leone la
fa Vallo della Lucania e la fascia costiera tra S. Maria, Ascea e Sala Consilina. Per le
zone interne poca roba! Le richieste provenienti dai comuni che hanno l’intero territorio nel perimetro del Parco portano a casa ben poco! Ma il problema della “desertificazione” dei paesi è un problema che va bene per i convegni. Quando si tratta di agire valgono altri parametri. La prossima settimana pubblicheremo la graduatoria della microfiliera artigianale.
Il numero a sinistra corrisponde al posto in graduatoria, il numero a destra è il punteggio atrribuito alla società.
76 OSTERIA DEL BORGO PISCIOTTA 86
77 RIOFREDDO SRL BUONABITACOLO 86
78 CERBONE EMANUELA VALLO DELLA LUCANIA 86
79 DI MARCO VALENTINA SESSA CILENTO 86
80 MILO CLAUDIA CAMEROTA 86
81 GALIETTA ELENA MONTANO ANTILIA 86
82 POTO CRISTINA PETROSA DI CERASO 86
83 LA VECCHIA CAROLINA VALLO DELLA LUCANIA 86
84 TROTTA MAURIZIO STIO 86
85 MALANDRINO MARIA PERDIFUMO 86
86 MAZZIOTTI ANNA MARIA POLLICA 86
87 MATERAZZI MARIA GABRIELLA S MARIA DI CASTELLABATE 86
88 FLORIO CONCETTA AGROPOLI 85
89 ZACCARIA MARGHERITA AGROPOLI 85
90 BARBARO ROSA ANNA OGLIASTRO CILENTO 85
91 FAUCITANO SRL AGROPOLI 85
92 FEOLA FRANCA ANTONIETTA CASALVELINO 85
93 FIN A SRL SALA CONSILINA 85
94 TORRE SARACENA CENTOLA 85
95 AL VECCHIO MULINO DI ERRICO LEOPOLDO GIOI 85
96 TROTTA MARIANGELA STIO 85
97 PASCA MARIAROSARIA ROMA 85
98 LO SCHIAVO SILVIA CAPACCIO SCALO 85
99 CHIELLA GIUSY SICIGNANO DEGLI ALBURNI 85
100 D'ALTO GRAZIA NAPOLI 85
101 LAMATTINA ANNA ADDOLORATA CAGGIANO 85
102 MAZZACCARO ANGELA FELITTO 85
103 LANGONE CONO ATENA LUCANA 85
104 GALLO SILVANA TEGGIANO 85
105 CURZIO SAS DI CUCCURULLO ALESSANDRO VIBONATI 85
106SPERANZA FELICIA PATTANO 85
107 PARLATI VINCENZO LICUSATI 85
108 SAGGIOMO ANNAMARIA CAMEROTA 85
109 HIBISCUS DI PAPA ASSUNTA AGROPOLI 85
110 CILENTO VIAGGI DI GATTO LUIGI PALINURO 85
111 MALTEMPO CATERINA PETINA 85
112 RIZZO CARMELA VALLO DELLA LUCANIA 85
113 GWENDALINA PRODUCTION VALLO DELLA LUCANIA 85
114 COOPERATIVA LE 12 TORRI MARINA DI CAMEROTA 85
115 DI SESSA MARCO CASTELLABATE 84
116 RAMPOLLA SARAH SALERNO 84
117 DE VITA MARIA GRAZIA ROMA 84
118 IL RELAX DI SORRENTINO CATERINA SAN GIOVANNI A PIRO 84
119 CETRANGOLO TATJANA SAN GIOVANNI A PIRO 84
120 SORRENTINO MARIA SAN GIOVANNI A PIRO 84
121 CETRANGOLO VINCENZA ROMA 84
122 BISIGNANO EMILIA CASTELLABATE 84
123 GUAZZO GRAZIELLA CASTEL SAN LORENZO 84
124 SANTANGELO GIUSEPPINA GORGA DI STIO 84
125 FILPO LUCIA CANNALONGA 84
126 SAGGIOMO MARIA ANTONIETTA MARINA DI CAMEROTA 84
127 VOIRO NORMA POLLICA 84
128 CAMMARANO GIOVANNA CAMEROTA 84
129 MELIGENI GIULIA AGROPOLI 83
130 MAZZEI MARIA AGROPOLI 83
131 CARLI ENRICA AGROPOLI 83
132 DITTA AQUARA MARIA OTTATI 83
133 COUNTRY HOUSE LUSTRA 83
134 DITTA VILLA TONIA CAPACCIO 83
135 DE VITA ANGELA ANTONELLA NOVI VELIA 83
136 DE STEFANO DIANA NOLA 83
137 VILLA MARINELLA DI TOMEO MARIA CICERALE 83
138 DITTA AFFITTACAMERE CAROCCIA DI CAROCCIA COLOMBINA
139 CAMMARANO VITO ROCCADASPIDE 83
140 MARTIN DI VICTOR DI FIERRO ANTONIO SAN GIOVANNI A PIRO 83
141CETRANGOLO GAETANO SAN GIOVANNI A PIRO 83
142 IULIANO BIANCAMARIA ROCCADASPIDE 83
143 BOTTIGLIERI AMALIA SALERNO 83
144 GALARDO FULVIO ROCCADASPIDE 83
145 MONETTA GIOVANNA CAPACCIO 83
146 CHIUMIENTO MARIA ARCANGELA CONTRONE 83
147 GUERRA ROSANNA POSTIGLIONE 83
148 SCORZA LUCIA CASTEL SAN LORENZO 83
149 PICILLI DANIELA CAPACCIO 83
150 AMENDOLA MARCO NAPOLI 83
151 RESIDENCE ROMA ZUNNO PAOLA ALBANELLA 83
152 TAMBASCO CARMELA GERALDA CAMEROTA 83
153 RACIOPPI CLAUDIA SALA CONSILINA 83
154 GIANNATTASIO RITA (GE) 83
155 ANTICA VELIA DI A CRISCUOLO ASCEA MARINA 83
156 CANTALUPO ANGELO RAFFAELE OGLIASTRO CILENTO 82
157 NASTRO CONCETTA AGROPOLI 82
158 FUNICIELLO MARISA ORTODONICO 82
159 LISTA ROBERTA CASALVELINO 82
160 CIAO MIRELLA AGROPOLI 82
161 PARENTE GRAZIA EBOLI 82
162 BALBI GIOVANNA TORRE ORSAIA 82
163 BARLETTA ROSA TORRE ORSAIA 82
164 ACCIAROLI HOLIDAYS DI FRANCHINI MARIA FEDERICA SALERNO
165 SINISCALCHI MONTEREALE GUGLIELMINA TORCHIARA 82
166 GRECO MONICA CENTOLA 82
167 GREGORIO ANGELO JR LAURINO 82
168 BILIANCIERI MARIA GRAZIA CAPACCIO 82
169 PAZZANESE MAURIZIO ROCCADASPIDE 82
170 GALLITIELLO ANTONIA MONTE SAN GIACOMO 82
171 LAUREANA SILVANA AGROPOLI 82
172 SCHIAVO REMO POLLICA 82
173 PETILLO ROSA POLLICA 82
174 BAR NAZIONALE FLLI CAPORALE SALENTO 81
175 FIERRO MARIA ASCEA 81
176 DITTA DI GENIO FRANCESCA GIUNGANO 81
177 DITTA DELPOPOLO GIOVANNA AGROPOLI 81
178 05 DITTA MAFFEO MARIA ROSA AQUARA 81
179 CELSO ANTONIETTA OGLIASTRO CILENTO 81
180 DITTA IULIANO CARMELA CONTRONE 81
181 DOMUS LAETA AULISIO CAMILLA GIUNGANO 81
182 ROSIELLO ANTONIETTA CASTELLABATE 81
183 URTI ADELE ROCCADASPIDE 81
184 IPPOLITO MICHELA MONTEFORTE CILENTO 81
185 BETUR SRL ASCEA 81
186 PUNTA PAGLIAROLA SRL CASTELLABATE 81
187 BERTOLINI ANNAMARIA CASALVELINO 81
188 IL CASALE DI ROSARIA E SABATO CALABRESE MONTE SAN
189 CILENTO MARE DI CAMMARANO MARIO CAMEROTA 81
190 MILILLI CINZIA MILANO 81
191 CAIAZZO MARIA GALDO DI POLLICA 81
192 INFANTE ERMELINDA STIO 81
193 MOTTOLA MARIELLA CAPACCIO 80
194 LAUREANA LOREDANA AGROPOLI 80
195 RUSSO RITA CASALVELINO 80
196 CATINO VITTORIO MAGLIANO VETERE 80
197 RAMONDO GIUSEPPE SALERNO 80
198 PEDONI NICOLETTA MILANO 80
199 OBIETTIVO 1 SRL PAGANI 80
200 DITTA BARONE ERMELINDA CASTELLABATE 80
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CILENTO
IMPRONTE
n°39 27 ottobre 2006
Storie di personaggi cilentani a Salerno
Bar tolomeo Gatto, scultore da Gioi a Giovi
E’a Giovi, sulla collinetta, lo studio
dello scultore - pittore Bartolomeo
Gatto.
Gli fanno guardia, due cani, tra cui un
pastore tedesco, il suo preferito.
I colori autunnali fanno da atmosfera
alla stanza inondata di luce che si riflette fluttuante sulle opere: quadri
enormi come “murales” dai colori accesi, rosso, verde, blu (i più trattati),
quasi a dilatarne le sfumature.
Ha l’aria svagata, Bartolomeo Gatto, e
dà l’idea che la sua mente galoppi davvero verso mondi infiniti, valicabili
dalla costante passione che mette sia
in un pezzo di pietra che nel miscelare i colori della tavolozza.
Come infinito e intoccabile è il suo
mondo, fatto di memorie scolpite nelle
maestose opere in pietra, gigantesche
sculture poste in giardino, a far da
guardia al suo genio creativo.
L’artista, nato a Moio della Civitella
nel ’38, si occupa di pittura, scultura
in pietra, bronzo e legno e grafica su
tela e carta.
Da che cosa è stato indotto a capire
che il suo mondo era l’arte?
“ A dodici, tredici anni, cominciarono
a chiamarmi, dalle mie parti, per affrescare chiese…ma,sin da piccolo, ricordo di aver portato con me sempre
blocchetto e matite… e che avevo tra
le mani un pezzetto di legno o una
scheggia di pietra.
Dopo la guerra, non c’era carta e io
aiutavo gli imbianchini per avere in
cambio un rotolo di carta bianca. Poi
decisi di andare a Roma per frequentaUn omaggio sincero e appassionato ad
un veicolo indimenticabile il cui mito
continua ad alimentarsi nel presente. La
Vespa, simbolo di libertà e di spensieratezza, è stata una felice idea progettuale e un grande prodotto industriale....
E il suo mito continua... Come tutte le
grandi idee, ha riempito una porzione
di spazio nella vita di tutti i giorni e in
più ha saputo creare un gusto a portata
di tutti: un vero ed esemplare prodotto
del design. Alfonso Corrente avvocato
del foro di Napoli, che appena può gli
piace dedicare il suo tempo nell’arte del
collezionare, appartenente a una famiglia di giuristi, il padre infatti è avvocato. Le sue passioni oltre al suo lavoro è il mondo vespa.
Quando e come è nata la passione per
la vespa?
E’ nata per caso in maniera lieve quando ho ricevuto in regalo una fiammante
vespa 50 special di cui era attratto dalle
linee ma al tempo stesso inizialmente timoroso alla guida per via delle marce,
tuttavia il timore è svanito presto, per la
semplicità d’uso presi poi facilmente
confidenza e da lì iniziò tutto.
re l’Istituto d’Arte, e da lì a Milano,
città determinante alla mia formazione artistica.
Mi accorsi di avere utilizzato colori diversi dagli altri per dipingere e allo
stesso tempo realizzavo disegni elaborati, tant’è che molti pittori venivano a
guardarmi, mentre dipingevo, per carpire qualche segreto e si stupivano di
come potessi usarli in una tonalità più
alta del solito e di come riuscissi a miscelarli, creando contrasti differenti.
Ma i colori, vi assicuro, erano sempre
gli stessi”.
In che maniera si è sentito ispirato
dalla terra cilentana?
“ Di sicuro dai colori della natura, l’atmosfera, la luce, la durezza della terra,
anche se non nego che la terra di Sardegna mi ha adottato, ispirandomi per
la realizzazione soprattutto di sculture, ma devo ammettere che sussiste un
legame di colori consimile a quello
della terra cilentana”.
Quale la differenza di emozioni che
intercorre, per lei, tra la pittura e la
scultura?
“Devo dire che passo con facilità dall’una all’altra attività…quando la pittura mi chiama, corro da “ lei” e faccio
altrettanto con la scultura… dipende
dai miei stati d’animo. Tuttavia la scultura è molto impegnativa rispetto alla
pittura: l’una è stanziale :deve dominare l’aria e l’ambiente; l’altra mi riporta a emozioni più circoscritte, ancora più personali, dove non vado a interagire con l’esterno.
Non dipingo per quello che ne può de-
rivare ma per provare un’emozione, uno stato d’estasi
che non si può definire…”.
Ora come ora è
invitato
ad
esporre
nei
principali
musei e gallerie d’arte
di tutto il
mondo, sia
in Italia che
in Francia e
negli Usa.
Come
si
sente quando
va all’estero?
“ A Salerno e dintorni ho sempre riscosso grande successo come l’ultimo, a giugno, al S. Sofia dove ho
esposto le mie opere. Idem in
città italiane come Milano. Se però hai
successo fuori, intendo all’estero, si
raggiunge il più alto grado di soddisfazione, come per una mostra che tenni
a S. Francisco.
Secondo me, tutto si riduce a un problema di cultura : una volta dovevo
esporre a Milano e, non volendo, mi
accorsi che anche il taxista era a conoscenza non solo della mia mostra ma
masticava arte alla perfezione!
Da noi, invece, non si fa molto per valorizzare il nostro territorio, soprattutto d’estate, quando, invece di organizzare eventi gastronomici, nonché
Vespa come mito
Quando è stato il passaggio dalla passione ad una vera e propria
“mania”?
È successo in tempi abbastanza recenti ovvero nel 2005 quando casualmente accompagnando una mia amica nel
suo garage ho visto una vespa 50 L rilegata in un angolo. Da quel giorno
scattò in me la scintilla che mi portò ad
acquistare la vespa della mia amica. II
la curiosità mi portò ad avere una conoscenza sempre più dettagliata e precisa dei ricambi occorrenti per il restauro, tanto che acquisii una padronanza in materia.
È preferibile una vespa conservata o
restaurata?
Vi sono due scuole di pensiero. Una afferma che il mezzo va preservato e
quindi ristrutturato per donargli la bellezza di cui godeva all’epoca, l’altra
corrente sostiene invece che un mezzo
conservato, poiché integro ed originale in tutte le sue parti, abbia maggior
sagre
che pullulano dappertutto, si
dovrebbero trovare seriamente gli
spazi espositivi per una mostra o per
eventi culturali d’ogni genere! Eppure, abbiamo siti archeologici e storici
come Velia, Padula e Paestum che tutto
il mondo ci invidia…”.
Il Nostro artista, dopo essersi pronunziato a tal proposito, si ritira nel suo
studio con un misto d’aria malinconica e ironica, che è propria del personaggio cilentano per eccellenza, con
quel “quid” in più che solo l’arte agli
artisti sa concedere.
Rossella Oricchio
valore storico e di questo sono anche io
d’accordo.
Quando è consigliabile un restauro ?
Solo quando il telaio è colpito da ruggine passante e ammaccature evidenti,
inoltre il restauro per i suoi costi spesso e volentieri supera il prezzo di partenza della vespa.
Quali sono i suoi criteri per scegliere
cosa collezionare?
Non c’è un criterio univoco. Nel mio
caso “le vespe 50 e derivate”.
Quali sono i benefici che si possono ricavare dal collezionare?
Sono di due tipi: affettivo e anche economico. Nel primo caso perché come
ogni appassionato la ricerca e la conoscenza di una vespa nuova porta soddisfazione e benessere.,Nel secondo caso
il diffondersi di questa passione (fenomeno molto in ascesa) ha portato soprattutto negli ultimi tempi a una crescente valorizzazione economica del
mezzo.
Altre passioni?
Si la Porsche, le gare di polo e ...
Nicolangelo Di Stasi
n°39 27 ottobre 2006
CILENTO
“Vale la pena tornare ad essere lucani”
I t a n t i p u n t i d i c o n t a t to t r a C i l e n to e B a s i l i c a t a
Periodicamente ritorna come un vecchio adagio tra le genti cilentane,: perché non torniamo ad essere lucani? Nei
paesi del Cilento questo è l’interrogativo che muove sindaci ed opinione
pubblica a dibattere di un possibile distacco dalla Regione Campania per
confluire nella Regione Basilicata,
l’antica Lucania.
Se ne discute tanto per discuterne o c’è,
in fondo, qualcosa di più? Voglio augurarmelo e che il dibattito in corso sia
più sostanzioso di quanto osservato in
passato. Tutti tentativi che erano finalizzati al recupero di alcuni territori limitrofi per conferire centralità territoriale a Lagonegro, o a Sala Consilina
o a Sapri, con la mira di poter aspirare
a diventare il capoluogo della terza provincia lucana. In verità, questa volta,
ad ascoltare le diverse dichiarazioni di
qualche esponente che coordina il movimento di annessione alla Lucania, vi
si riscontrano motivazioni più profonde, capaci di determinare il distacco
dalla Campania che non ha saputo o
voluto amalgamare le diverse culture e
tradizioni. Queste motivazioni rimandano alle affinità territoriali, ai costumi,
alle tradizioni, anche culinarie, ai riti e
credenze, alle affinità linguistiche e
dialettali alle tipologie colturali dei territori montani e collinari che contraddistinguono oltre l’80% dei relativi territori, quello del Cilento e quello della
Lucania, alla religiosità popolare, ai re-
taggi storici.
E’ certo che, dall’avvento del Parco, il
Cilento ed il Vallo di Diano hanno accresciuto il loro senso d’identità e rivendicano un nuovo protagonismo che
valutano più positivamente raggiungerlo sotto la guida della Basilicata, regione storicamente e territorialmente affine al Cilento e Vallo di Diano.
La Basilicata dall’annessione del Ci-
lento avrebbe tanto da
guadagnare, in territori,
in risorse, in popolazione, facendola diventare
una regione medio grande con oltre 14.000 kmq
e circa un milione di abitanti. Il Cilento, d’altro
canto, potrebbe, con diritto, acquisire più peso
amministrativo, più attenzione dal governo regionale, pretendere la
terza o quarta provincia
lucana, nel caso la città
di Melfi, capoluogo del
Vulture, la spunti prima.
Al di là dei reciproci vantaggi, indubbi, il risultato, a mio avviso più importante, sarebbe quello
della riunificazione di
culture e tradizioni affini
se non identiche, almeno
tra il “potentino”, dorsale appenninica occidentale ed il Cilento e Vallo di Diano. Ci
sarebbe un’esaltazione delle reciproche risorse, ci sarebbe la possibilità di
costituire una specie di Regione Protetta, con la creazione di un Consorzio
delle tre grandi aree protette: Parco Nazionale del Cilento, Parco Nazionale
della Val d’Agri e Parco Nazionale del
Pollino. In itinere il quarto Parco Nazionale, quello del Vulture con il suo
mega comparto delle acque minerali
naturali ed i Laghi di Monticchio. Questi possibili scenari conferirebbero alla
futura regione “La Grande Lucania” un
carattere ambientale di rilevanza europea.
L’Università della Basilicata, enorme
motore di sviluppo per la regione lucana, con sede staccata a Matera, diventerebbe anche l’Università del Cilento
e potrebbe accadere di veder trasferita
nella Piana di Paestum il Corso di Laurea di Preparazioni Alimentari della Facoltà di Agraria, viste le vocazioni territoriali e le tradizioni conserviere e
delle manifatture lattiero casearie della
zona.
Le risorse petrolifere della Val d’Agri,
sono una grande realtà. Le risorse idriche sono, da sempre, un’altra grande
realtà. Il turismo, balneare e non solo,
con la costa da Agropoli a Maratea diventerebbe una grande realtà.
Tutto questo sembra un sogno e dovrebbero crederci soprattutto i lucani, i
cittadini della Basilicata, rappresentanti politici in primis, perché possa diventare realtà. Importantissimi, a tal
fine, sono gli scambi culturali da avviare a regime tra la Basilicata ed il Cilento cercando di recuperare quel distacco che i tempi storici hanno fatto
stratificare tra la gente ma non nell’ancestrale memoria.
G i u s e p p e D e Vi t a
[email protected]
I popoli d’Europa: Lussemburgo
Dopo il Belgio e l’Estonia, è il Lussemburgo, con il professore Jacques Steiwer,
ad essere ospite del comune di Capaccio e Agropoli per il progetto “I popoli
d’Europa”. Si sono riproposti i tre incontri: con gli alunni delle scuole superiori. Il tema trattato:“Lingua, storia, letteratura e cultura del Lussemburgo”.
Con dirigenti e docenti si è discusso
del “sistema scolastico e formativo” e
con la società civile di “Storia, economia
e politica del Lussemburgo”. La partecipazione degli studenti è stata interessata e partecipe. Il loro coinvolgimento
è la dimostrazione che, quando si alza
l’asticella degli argomenti, l’interesse è
garantito.“Si vedeva che alcuni insegnanti avevano preparato i loro alunni all’evento. Gli interventi sono stati ponderati e mirati” afferma l’ispettore
Fiore Ricciarelli. Il professor Steiwer, in
un corretto italiano, ha saputo intrattenere le platee e raccontare del Lussemburgo entrando nei particolari di storia,
di cultura, di economia, di scuola mettendo a confronto i due paesi. Il Lus-
semburgo è un piccolo paese con un
grosso handicap: è privo di una lingua
materna e, fino a qualche tempo fa, il lussemburghese era considerato poco più
che un dialetto, senza regole scritte. “Il
bambino quando arriva a scuola è costretto a studiare subito due lingue straniere, il tedesco e il francese – afferma
il professore – in maniera mnemonica.
Questo fa sì che gli alunni abbiano una
grossa capacità di memorizzazione e
poca creatività e questo non ci pone in
buona posizione a livello europeo”. I
programmi scolastici sono in continua
evoluzione, si pensa non più agli errori
degli alunni
ma vengono
valutate le
competenze.
“Lo zoccolo
delle competenze viene
verificata ogni
due anni”. Gli
studenti scelgono l’indirizzo scolastico
a cui iscriversi all’età di dodici anni: Liceo
Tecnico o Liceo Umanistico. La loro
scelta predilige l’indirizzo tecnico (52,4%
contro il 40,01%) perché offre una preparazione adeguata in campo lavorativo
perché i programmi vengono concordati tra le “Camere dei Mestieri” e lo
“Stato”. “Arrivano però ad una maestranza finale solo il 40% degli iscritti
mentre, i rimanenti 60%, lasciano la
scuola all’età di 18 anni senza qualifica.
Gli interessati poi possono ancora andare avanti per due anni in una scuola superiore, molto apprezzata e vicino al-
l’Università”. Il Liceo Umanistico ha
quattro indirizzi: classico, scientifico, matematica e artistico-economico e dà la
possibilità di iscriversi all’Università che,
in Lussemburgo, è nata solo due anni fa
ma ha già tutte le facoltà. Naturalmente tra le scuole del nostro territorio e
il Lussemburgo è possibile cominciare
nuovi scambi culturali e intensificare
quelli già esistenti. La platea degli insegnanti e dirigenti ha seguito con attenzione l’evolversi della discussione, capire le differenze che ci sono tra i due
paesi, apprezzarne alcune e criticarne
altre. È stato infatti evidenziato nel nostro paese la mancanza di raccordo tra
le aziende e la scuola perché c’è troppa
burocrazia. L’assessore all’istruzione del
comune di Capaccio, Maurizio De Rosa,
ribadisce l’importanza di rafforzare i legami europei per smontare il monopolio della globalizzazione cinese senza
però dimenticare che è importante
avere, prima di tutto, buoni rapporti con
i paesi vicini.
G i n a C h i a c c h i a ro
13
n°39 27 ottobre 2006
CULTURA
KOR A
cio
D I ...
L IUCCIO
L e m a n i f e s t a z i o n i d e l t u r i s m o g.liuccio
Ho avuto già modo di scrivere, ma
vale la pena di ripeterlo,che molti assessori al turismo di Comuni piccoli,
medi e grandi hanno una concezione
errata del loro ruolo. Pensano che
tutto si esaurisca nell’organizzare manifestazioni. Si tratta di una visione
riduttiva, molto riduttiva, dei loro
ruoli istituzionali, che investono,invece, uno spettro più ampio in grado
di orientare lo sviluppo economico e
sociale delle loro collettività con una
progettualità di largo respiro.
E, comunque, va sottolineato che le
manifestazioni legate ad una stagione
turistica si dividono in due grandi filoni: da richiamo e da intrattenimento.
Le prime, di grande respiro, di livello nazionale ed internazionale, di conclamata originalità, di assoluta valenza culturale e spettacolare vanno collocate ad apertura (aprile-maggiogiugno) o chiusura di stagione (settembre-ottobre-novembre), per dilatare il più possibile il periodo delle
vacanze con innegabile vantaggio per
le aziende alberghiere e della ristorazione e con una conseguente ricaduta positiva su tutta l’economia, che
nel turismo trova il suo punto di
forza.
Le tradizioni storico-culturali, le ricchezze monumentali, le bellezze paesaggistiche, le specificità enogastronomiche e la vitalità dell’artigianato
e del folclore del territorio offrono
spunti notevoli per iniziative di forte
richiamo e di sicuro successo.
Disponiamo di scenari unici ed irripetibili, cornici di grandi emozioni
per spettacoli di valenza internazionale da realizzare in collaborazione
con la Rai e le televisioni europee. Se
altri Paesi disponessero di questi tesori farebbero follie. Sarebbe ora che
cominciassimo a volare alto anche
noi.
E veniamo al secondo tipo di manifestazioni, quelle da intrattenimento, che mirano a rendere il più gradevole possibile la vacanza all’esercito
@libero.it
dei turisti che affolla le nostre contrade. Anche in questo caso l’improvvisazione non paga. Non è più concepibile che a metà giugno amministratori locali ed operatori economici
ignorino su cosa possano contare per
un gradevole soggiorno dei loro ospiti. La vacanza si vende con mesi di
anticipo ed un calendario certo di manifestazioni assicurerebbe e qualificherebbe l’offerta di località che spesso debbono contare solo sul sole e sul
mare,sulla calda ospitalità e sulla
ricca e varia gastronomia.
Ho parlato di località al plurale in
quanto Paestum deve, secondo me,
inserire nel proprio calendario di offerta anche le infinite possibilità dei
paesi della kora, concordandolo senza
stupide sovrapposizioni o, peggio ancora, dannose rivalità, consentendo ai
turisti di penetrare dalla costa verso
le colline ad animare percorsi di feconda scoperta.
Per le manifestazioni di richiamo o
grandi eventi che dir si voglia, mi
permetto suggerire la rivisitazione
delle tradizioni pagane e cristiane, attingendo al cuore della nostra storia.
Il culto per le dee e madonne potrebbe rivivere in processioni che reiterino la ritualità delle flautiste che,
nella stagione delle florealia (aprilenmaggio), su barche inghirlandate risalivano la corrente del Sele per chiedere la grazia della fecondità al Santuario di Era Argiva, per poi cedere il
testimone alle devote cristiane che
con le caratteristiche cente, a forma
di barca manco a dirlo, scalano la collina del Calpazio per chiedere alla
Madonna del Granato grazie di abbondante fecondità per le campagne
(il 2 maggio-lo stesso periodo delle
florealia in un quasi certo rapporto di
continua a pagina 15
La telefonata .. a Sarah Falanga
immaginaria
Sarah Falanga ha occhi di sorriso ed
intelligenza vivace. Ma quel che colpisce di più è la faccia graziosamente irregolare, quasi a mimare le cento maschere del suo gioco creativo di attrice.
L’ho conosciuta durante l’estate ed è
stato contagio di simpatia.
Sostiene, per vezzo o per messaggio
paranormale dall’aldilà, di essere stata
concepita nelle acque del mare, di Paestum naturalmente, nella gloria del
sole o, nel fuoco della luna, tra le colonne del tempio di Nettuno.
Vero o falso, si sente poseidoniate e lo
ostenta.
Ha fatto una scommessa con se stessa e con il territorio: impegna il suo
prestigioso curriculum di attrice, cantante e doppiatrice nella neonata Accademia d’Arte Drammatica “Magna
Grecia”. Le fa da spalla solida Christian
Mirone, entusiasta e determinato
quanto lei. Le è compagna d’avventura
Sandra Carchidi, una coraggiosa imprenditrice del territorio, decisa ad investire in cultura.. Possono contare su
di una numerosa e qualificata squadra
di docenti, con esperienza teatrale, televisiva e filmica alle spalle. I corsi sono
al nastro di partenza in una sede bella
e centrale a Capaccio Scalo (Via Italia).
La investo al telefono con un caloroso
“In bocca al lupo!”
“Ne ho bisogno. E’ un’avventura tanto
bella quanto impegnativa. Ce la metterò tutta”.
“Non sarà una passeggiata.Te lo dico
non per scoraggiarti, ma per motivarti ancora di più, caso mai ce ne fosse
bisogno”:
“Ah, lo so bene. Ma supererò qualsiasi ostacolo e, alla fine, ne uscirò vincitrice. Ci puoi contare”.
“Ma, attenta agli agguati: gelosie, invidie, ripicche, ostruzionismi palesi ed
occulti, indifferenza…”
“Sono preparata a tutto. Ho spalle solide e volontà di ferro”.
“Il territorio ha bisogno, come l’aria,
di infrastrutturazione culturale. Ed il
tuo ne è un esempio straordinario. Ma
il territorio è anche sordo a queste iniziative. E’ più sensibile alle boutiques
che espongono capi griffati, ai centri
benessere che rassodano muscoli e
smaltiscono adipe e agli autosaloni con
macchine di grossa cilindrata.
Però tu insisti. Un mercato potenziale
c’è: nelle scuole e soprattutto nei centri collinari,
che sono meno tarati
dalle ricchezze facili e di
dubbia provenienza e più
sensibili alla cultura in
tutta la ricca gamma
delle sue estrinsecazioni”.
“Lo sto sperimentando
sulla mia pelle. E, comunque, i primi frutti arrivano e lasciano ben sperare per il futuro”.
“So che di recente c’è
stata la prima performance teatrale ed è
stato un successo”.
“Come prima iniziativa
sono più che soddisfatta”
“Se posso darti un consiglio: per il futuro punta su testi che s’innervano
nella storia del territorio. Letteratura,
miti, leggende, tradizioni religiose, folclore offrono uno scrigno di tesori, a
cui attingere a piene mani.
I ragazzi si motivano di più e si esaltano se riscoprono l’orgoglio di identità
e di appartenenza.
Il segreto del successo è anche in questo: la storia che si fa teatro, lo spettacolo che teatralizza la storia nella reiterazione di un concetto chiave, che
fu già dei greci: mimesis tou biou, specchio ed immagine della vita, quella pestana, nel nostro caso, dalle origini ai
nostri giorni.
Ti guardo, purtroppo solo da lontano,
con grande simpatia.
Buon Lavoro e Buona Fortuna!”
n°39 27 ottobre 2006
LA SETTIMANA
Al ristorante “I Cavalieri” di Battipaglia, una buona qualità ad un prezzo onesto
“Viaggiando e assaggiando” sono ritornato
a Battipaglia, la bella
cittadina che potrebbe
essere, a giusto titolo,
la capitale della Piana
del Sele. Pochi sanno
che nel 1986 Battipaglia fu segnalata tra i
cento comuni di Italia
che, per il progresso
economico e civile conseguito, avevano contribuito a rendere più grande
l'Italia nella storia dei quarant'anni
della Repubblica. Una bella soddisfazione. Tornando al “gusto”, la nostra
meta gastronomica è stata il ristorante
“I Cavalieri”, che ha aperto i battenti
circa 4 anni fa. Per raggiungere il
posto, arrivando da Paestum, all’inizio
della città, invece di prendere la variante che passa vicino allo stadio e va
verso l’autostrada, si prosegue diritto
per la vecchia strada, dopo meno di
100 metri si gira a destra, ancora 100
metri e sempre sulla destra si trova,
ben visibile, il ristorante che è ubicato
al pian terreno di una palazzina di tre
piani. Appena entrati, dopo aver var-
La ricetta
Insalata di tonno
fresco con pomodorini
del piennolo
Ingredienti per 4 persone: 200 g di
insalata mista - 300 g di pomodorini
del piennolo - 16 olive nere – 500 g
di filetto di tonno fresco – olio extravergine di oliva Cilento Dop - 4 spicchi d'aglio - sale - pepe - origano
Preparazione: Pulire, lavare ed
asciugare l'insalata. Spezzettarla e disporla in un piatto. Lavare i pomodorini e tagliarli a metà e snocciolare le olive. Disporre pomodorini ed
olive sopra l'insalata. Sciacquare il
filetto di tonno sotto acqua corrente e
tagliarlo a cubetti di circa un centimetro di lato. Mettere metà olio in
una padellina e farvi rosolare gli spicchi d'aglio spellati e leggermente
schiacciati con i denti di una forchetta. Quando sarà ben dorato, unire il
tonno e farlo rosolare a fiamma vivace. Abbassare la fiamma e far cuocere per 5 minuti circa. A fine cottura aggiungere un pizzico di sale, una
grattugiata di pepe ed un pizzico di
origano. Condire l'insalata con l'olio
ed un pizzico di sale. Disporre il
tonno al centro, pepare e servire.
Vino consigliato: Fiano Paestum Igt,
vendemmia tardiva, Marino, Agropoli.
cato il piccolo anti-ingresso, vediamo
un camino che, dato la stagione, non è
ancora in funzione, oltre a due divani
che servono a rendere comoda
un’eventuale attesa. A seguire c’è la
sala che è elegante e ben arredata in
uno stile classico-moderno, dove fanno
da cornice una parete rivestita in legno
ed adattata a cantina ed un bell’acquario con pesci variopinti. Il tovagliato è
di colore giallo-oro, i bicchieri sono
quelli adatti a bere vini di qualità, l’illuminazione è quella giusta ed anche
il sottofondo musicale è piacevole. In
un angolo ci sono le dediche e le foto
di personaggi famosi che hanno frequentato il locale, come Gianfranco
D’Angelo, Mariella Nava, Vincenzo
Salemme e Stefano Masciarelli. C’è
veramente una bella atmosfera nonostante in sala ci sia un solo tavolo occupato (come nostra abitudine arrivia-
mo sempre un po’ tardino). A riceverci il “patron”, Simone Lauri (nella foto
insieme allo chef Gennaro Formisano)
che prontamente ci fa accomodare
(eravamo in cinque) e portandoci il
menu ci chiede se preferiamo acqua
gassata o liscia. Cosa che non succede
spesso. Dalla lista che comprende 6 antipasti, 9 primi, 6 secondi, 3 contorni e
4 dessert, alcune cose da noi richieste
non erano disponibili, come lo spada
marinato, i funghi porcini ed il filetto
di manzo. Simone si è giustificato dicendo che lavorando unicamente con
prodotti freschi a volte capita che non
si riesce a trovare tutto. Iniziamo la serata con un centrotavola di crostini,
gentilmente offerto, con delle buonissime alici marinate profumate con bacche di pepe rosa. L’antipasto che ho
scelto, “Trittico di affumicati con
emulsione di aceto balsamico”, era
composto da spada, salmone e tonno
(molto salato). Peccato che non è stato
accompagnato con dei crostini tostati.
Come primo mi sono lasciato tentare
dalle “Cortecce con vongole e crema
di patate”, che tutto sommato erano
buone. Eccezionale invece, sia in qualità che in quantità, la tagliata di manzo
su letto di rucola ed aceto balsamico.
Successivamente abbiamo chiesto il
solito formaggio, per terminare il vino,
ma siamo rimasti delusi: non ce n’era.
Abbiamo rimediato con un tortino al
cioccolato ed uno alla nocciola che
hanno chiuso, in tutti i casi, una piacevole serata. Dalla lista dei vini, dove
in prevalenza c’erano quasi tutte le etichette della Feudi di San Gregorio e di
Struzziero, noi abbiamo bevuto il Roseto 2005, Fiano di Avellino Docg di
Struzziero che si è confermato un ottimo bianco e un Selve di Luoti 1998,
Taurasi Docg della Feudi che, dato la
sua nomea per la qualità, non ha bisogno di commenti. In 5 abbiamo pagato 216,70 euro, che, se togliamo il
vino, diventano 150: in pratica 30 euro
a persona vini esclusi. Niente da dire:
onestissimo.
Ristorante I Cavalieri, Via Bosco I°,
40 - 84091Battipaglia (SA). Tel.
0828.614223. Chiuso il martedì. Voto
74/100
Tel 0828.720114 Fax 0828.720859
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Direttore Responsabile
Bartolo Scandizzo
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Oreste Mottola
da pagina 14
Giuseppe Liuccio
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In Redazione
Vincenzo Cuoco, Enza Marandino
Le manifestazioni del turismo
continuità).
La lampadodromia è una bella iniziativa che riscopre una pagina di
storia religiosa greca.
Ho avuto modo di suggerire, in un
articolo pubblicato su questo giornale nel luglio scorso, e reitero
l’idea, che l’iniziativa va estesa a
tutti i paesi della kora pestana per
farne una festa, che duri una settimana e più, in cui si esalti e si recuperi l’orgoglio di identità e di appartenenza ad accoglienza entusiasta di
atleti/tedofori e a veglia del sacro
tripode con manifestazioni diversificate paese per paese.
I giovani dell’Associazione “Evoè”
hanno dato vita, nel maggio scorso,
a “Mythos:l’anima dei luoghi-festival della cultura classica”, una
manifestazione di grande spessore
culturale da potenziare ed esaltare,
con concrete forme di sostegno per
chi spende risorse personali e, quel
che più conta, intelligenza ed inventiva nell’interesse del territorio.
Ecco tre esempi, ma ovviamente
non sono i soli, su cui puntare per
una stagione di grandi eventi non
posticci e frutto amaro (se non addirittura avvelenato) di colonizzatori
famelici e senza scrupoli, estranei,
comunque, all’anima più vera del
territorio.
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Gina Chiacchiaro
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N. 39 – 27 ottobre - Unico Settimanale