XV CONVEGNO GRUPPO DI STUDIO DI DIALISI PERITONEALE Bari 18–20 marzo 2010 QUALI TARGET DI PRESSIONE ARTERIOSA IN DIALISI PERITONEALE ? Goffredo Del Rosso Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi Ospedale “G. Mazzini” Teramo QUALI TARGET DI PRESSIONE ARTERIOSA IN DIALISI PERITONEALE ? LIMITI DI NORMALITA’ DELLA PRESSIONE ARTERIOSA Poiché la correlazione tra la pressione arteriosa ed il rischio cardiovascolare è continua, il valore limite tra pressione arteriosa normale ed anormale è arbitrario. Treatment goals for the general population can be applied to dialysis patients ?? COME ACCERTARE LO STATO PRESSORIO ? Misurazione Clinica ? Automisurazione Domiciliare ? Monitoraggio Pressorio delle 24 ore ? SOGLIE DIAGNOSTICHE PER LA MISURAZIONE CLINICA DELLA PRESSIONE ARTERIOSA IPERTENSIONE ≥ 140/90 mmHg VALORI NORMALI-ALTI < 140/90 mmHg VALORI NORMALI < 130/85 mmHg VALORI OTTIMALI < 120/80 mmHg Linee Guida ESH-ESC 2007 SOGLIE DIAGNOSTICHE PER IL MONITORAGGIO AMBULATORIO DELLA PRESSIONE ARTERIOSA PA AMBULATORIA NORMALE 24 ore Periodo diurno Periodo notturno < 125/80 mmHg < 130/85 mmHg < 120/70 mmHg PA AMBULATORIA ELEVATA 24 ore Periodo diurno Periodo notturno ≥ 130/80 mmHg ≥ 135/85 mmHg ≥ 120/70 mmHg Linee Guida SIIA 2008 SOGLIE DIAGNOSTICHE PER L’AUTOMISURAZIONE DOMICILIARE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA IPERTENSIONE ≥ 135/85 mmHg VALORI NORMALI < 135/85 mmHg VALORI OTTIMALI < 120/80 mmHg Linee Guida SIIA 2008 CONCLUSIONI I target suggeriti sono solo una guida alla “normalità” e valori più alti (150-160 mmHg) possono essere considerati ottimali, come per i pazienti in emodialisi, nei soggetti di età > 60 anni e nei coronaropatici o più bassi nei pazienti il cui profilo di rischio totale sia molto elevato PREVALENZA E CONTROLLO DELL’IPERTENSIONE ARTERIOSA NEI PAZIENTI IN DIALISI PERITONEALE MEDIANTE MISURAZIONE DOMICILIARE E CLINICA DELLA PA. EFFICACIA AD UN ANNO DI UN PROTOCOLLO GOAL-ORIENTED TESO AL MIGLIORAMENTO NEL RAGGIUNGIMENTO DEL TARGET PRESSORIO.OUTCOME CARDIOVASCOLARE A TRE ANNI. (1) La Milia V., (1) Virga G., (1) Maffei S., (1) Filippini A., (1) Lucchi L. (2) Losito A., (2) Del Rosso G., (2) Del Vecchio L., (2) Mangano S., (2) Chiappini M.G., (2) Russo R. (1) Gruppo di Studio della Dialisi Peritoneale; (2) Gruppo di Studio dell’Ipertensione Arteriosa RATIONALE Nei pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale la malattia cardiovascolare (CV) è la principale causa di morte, e l'ipertensione arteriosa è il più importante fattore di rischio di morbilità e mortalità CV, ma, a tutt'oggi, si è ancora incerti su quale tipo di misurazione della pressione arteriosa (PA) utilizzare (home, ambulatory o office blood pressure) e quali limiti di normalità adottare. Nei pochi e limitati reports pubblicati nella popolazione in dialisi peritoneale (DP), risulta che oltre l'80% dei pazienti in DP è iperteso o non ha un soddisfacente controllo farmacologico dell'ipertensione arteriosa. La misurazione della PA domiciliare è una metodica poco costosa, che ha dimostrato di condividere con l’ABPM alcuni vantaggi rispetto alla PA clinica quali l’assenza dell’effetto camice bianco, la maggiore riproducibilità e la predittività della presenza e della progressione del danno d’organo e del rischio di eventi CV. DISEGNO DELLO STUDIO SCOPO DELLO STUDIO I^ FASE: valutare la prevalenza dell’ipertensione arteriosa e il suo controllo terapeutico mediante misurazione domiciliare e clinica della PA. Valutare la relazione dei valori di PA domiciliare e clinica con i fattori specifici e non specifici di rischio CV. II^ FASE: valutare l’efficacia di un protocollo goal-oriented teso al miglioramento nel raggiungimento del target pressorio e se il controllo pressorio e la compliance terapeutica siano migliori nel gruppo di pazienti nei quali il monitoraggio della PA è effettuato sia con misurazione domiciliare che clinica della PA rispetto al gruppo con sola misurazione clinica. Valutare l’effetto del controllo pressorio sull’ipertrofia ventricolare sinistra. III^ FASE: Valutazione dell’associazione tra valori di PA domiciliare o clinica e morbilità e mortalità CV e non CV ed identificazione dei parametri di rischio CV che presentino il più elevato indice di predittività. MATERIALI E METODI I I^ FASE: 1000 pazienti in DP da almeno 3 mesi. Misurazione della PA domiciliare: effettuazione di due misurazioni al giorno per una settimana mediante l’uso di apparecchi semiautomatici validati. Misurazione della PA clinica: effettuazione di due misurazioni mediante l’uso di sfigmomanometri a mercurio standard. Ipertensione (ESH-ESC 2007): PA clinica > 140/90 mmHg o utilizzo di terapia farmacologica; PA domiciliare >135/85 mmHg o utilizzo di terapia farmacologica. Registrazione su CRF elettronica dei fattori di rischio CV. Effettuazione di ECOCG, ECG e BNP. Randomizzazione dei pazienti centralizzata e stratificata per metodica di misurazione della PA e modalità di trattamento dialitico. Adozione di un protocollo teso al miglioramento nel raggiungimento del target pressorio. MATERIALI E METODI II II^ FASE: ≥ 506 pazienti (potenza dell’80% di cogliere come statisticamente significativa una differenza di 5 mmHg tra i due gruppi). Misurazione trimestrale della PA domiciliare e della PA clinica, Registrazione semestrale su CRF elettronica dei fattori di rischio CV e degli eventi di morbilità cardiovascolare. A 12 mesi ECOCG, ECG e BNP. III^ FASE: ≥ 855 pazienti (potenza dell’80% di cogliere come statisticamente significativo un aumento del 7% del rischio relativo di eventi CV per ogni aumento di 10 mmHg di pressione arteriosa sistolica). Misurazione trimestrale della PA domiciliare e della PA clinica, Registrazione semestrale su CRF elettronica dei fattori di rischio CV e degli eventi di morbilità cardiovascolare. Effettuazione annuale di ECOCG, ECG e BNP. MATERIALI E METODI III