pagina 2 RISPOSTA M.L.A.I.C. sulla questione C.N.D.A. – U.I.T.S. Original Message ----From: Nancy & Don Malson To: [email protected] Cc: Jose Luis Perez Pastor; Kim Atkinson (MLAIC Australia); Birgitta Hillvarn (MLAIC Sweden); Erich Illing (MLAIC Germany); Frank Thibault (MLAIC Gr. Britain); Ron Lovchik; Antonio Ferrerio Sent: Sunday, September 16, 2007 9:43 PM Subject: UITS response Messaggio originale ----Da: Nancy & Don Malson A: [email protected] per conoscenza a: Jose Luis Perez Pastor; Kim Atkinson (MLAIC Australia); Birgitta Hillvarn (MLAIC Sweden); Erich Illing (MLAIC Germany); Frank Thibault (MLAIC Gr. Britain); Ron Lovchik ; Antonio Ferrerio Inviata: domenica 16 settembre 2007, ore 9:43 Oggetto: risposta ad UITS Dear Sir: Gentile signore: I must preface this letter with the information that the MLAIC is currently in the position of having no official Secretary-General. My husband, Donald W. Malson, had served in this position from his election in 2002 until his sudden and unexpected death on May 9, 2007. Because there is currently no provision in our Constitution for an event such as this, a new Secretary-General will not be elected until the next World Championship, which will be held in August 2008 in Australia. In the meantime, I have been appointed to continue with his correspondence duties. Devo inanzitutto fare una prefazione a questa lettera dicendo che ad oggi il MLAIC è nella situazione di non avere nessun Segretario Generale. Mio marito, Donald W. Malson, ha ricoperto questa carica dalla sua elezione nel 2002 fino al giorno in cui è morto, il 9 maggio 2007. Siccome il nostro statuto non contempla un evento di questo tipo, non ci sarà nessuna altra elezione di un Segretario Generale, almeno fino al Campionato del Mondo che si svolgerà in Australia nel 2008. Nel frattempo sono stata designata per continuare a svolgere i doveri di corrispondenza di mio marito. Our MLAIC Constitution, as you may know, states the following under section 120 (Committee Members): 121: Each participating country's National Association, as recognized by the MLAIC, shall nominate an official representative. All correspondence, registrations for Championships, etc., shall be through this delegate. 122: Delegates may change but the National Association for each country shall remain the same, unless that organization formally notifies the MLAIC of a change in its country's representative body. 123: The MLAIC cannot admit a single club to represent a country but can only recognize a federation or association of clubs. In the event that such does not exist, it would be the responsibility of that country's National Olympic Association to designate a representative body. Il nostro statuto MLAIC, come lei dovrebbe sapere, stabilisce nella sezione 120 (Membri del Comitato) quanto segue: 121: ogni Associazione Nazionale della nazione partecipante, come riconosciuta dal MLAIC, dovrà nominare un rappresentate ufficiale. Tutta la corrispondenza, registrazioni per i campionati, ecc... dovranno passare attraverso questo rappresentante. 122: I delegati possono cambiare ma l’Associazione Nazionale per ogni nazione deve rimanere la stessa, a meno che questa organizzazione notifichi formalmente al MLAIC un cambio nel proprio organismo nazionale. 123: il MLAIC non può ammettere un singolo club a rappresentare una nazione ma può solo riconoscere una federazione oppure un’associazione di club. Nel caso in cui questo non esista, sarà responsabilità della Associazione Olimpica nazionale di designare un organo rappresentativo della nazione stessa. At this time, as you are aware, the CNDA is now, and has been for a number of years, the representative muzzle loading organization accepted by the MLAIC. It is regrettable that a conflict now exists within your country. Ideally, the UITS and the CNDA will be able to work together to resolve this conflict and then notify the MLAIC of that resolution. This is the advice of the MLAIC Commission, to whom I presented your information upon the arrival of the first communications you sent. In any event, no action regarding membership of any nation can be taken without the approval of the entire board of MLAIC delegates, whose next meeting will take place in Australia (in August, 2008, as previously noted). For the good of the sport of muzzle loading shooting within your nation, we hope that you will be able to amicably resolve the conflict before that time. Sincerely yours, Nancy C. Malson MLAIC Secretariat Ad oggi, come lei è consapevole, è il C.N.D.A., così come è stato per un numero di anni, il rappresentate dell’organizzazione dell’avancarica riconosciuta dal MLAIC. é deplorevole che ora ci sia un conflitto all’interno della vostra nazione. Idealmente UITS e C.N.D.A. saranno capaci di lavorare insieme per risolvere questo conflitto e poi comunicarne al MLAIC la risoluzione. Questo è un consiglio della commissione MLAIC, alla quale io ho presentato la sua informazione circa l’arrivo della prima conumicazione che lei ha inviato. In ogni modo, nessuna azione riguardante l’affiliazione di alcuna nazione puà essere presa senza lìapprovazione dell’intero consiglio dei delegati MLAIC, dei quali la prossima riunione verrà tenuta in Australia (nell’agosto 2008 come le ho precedentemente scritto). Per il bene dello sport dell’avancarica all’interno della vostra nazione, noi ci auguriamo che voi siate capaci di risolvere amichevolmente il conflitto prima di quel periodo. Sinceramente Nancy C. Malson Segreteria MLAIC pagina 3 Gli auguri del Presidente In memoria di Stefano Piovesana Cari amici tiratori, nello scorso numero non ho voluto tediarvi con le mie consuete due righe, in quanto ho voluto lasciare tutto lo spazio possibile ai già molti quotidiani parmensi e riviste specializzate del settore che hanno parlato di noi, anzi di voi, veri interpreti del 12° Campionato Europeo di tiro ad Avancarica. Di questa manifestazione che dire, ormai si è già detto tutto, ma una cosa non avete ancora sentito: né io, né l’infaticabile Valerio, né il prezioso Giancarlo abbiamo intenzione di replicare un anno e mezzo trascorso con il solo scopo di far ben figurare la C.N.D.A. e l’Italia. Quando viene a mancare un amico con il quale hai condiviso le emozioni di tante belle passeggiate in giro per i poligoni di avancarica, dentro di te provi tanto vuoto e impotenza. Le parole ti mancano, le frasi di circostanza stridono. La morte non l’ha colto impreparato, lui sapeva; qualche giorno prima, in una mia visita in ospedale, mi aveva detto, con una voce segnata dalle sofferenze: “Caro boss sono arrivato al capolinea”. E questo obbiettivo è stato raggiunto. Stefano ed io, ci eravamo conosciuti, al Tiro a Segno, nel lontano 1988 in occasione della tradizionale gara di avancarica che si metteva a calendario nel mese di maggio di ogni anno ed era subito nata una sana e forte amicizia. Da quell’anno è sempre stato un entusiasta archibugiere, attento ai consigli dei “veci” ma prudente e critico, anche con se stesso, nello sperimentare i suggerimenti ricevuti. La manifestazione è stata considerata da alcuni stranieri la più bella manifestazione organizzata negli ultimi dieci anni, da altri più bella manifestazione in assoluto, e questo è bastato a ripagarci dell’impegno profuso. Non finirò mai di ringraziare i miei preziosissimi collaboratori. Nel corso di questo ventennio ha arricchito tutti noi con la sua presenza; a lui non piaceva girare intorno alle cose; era diretto, qualche volta scomodo ma onesto e schietto, e quel suo modo di fare, apparentemente burbero, celava una profonda bontà di cuore. A te, amico Stefano, che sei “al di là della strada” un mio commosso ricordo, una preghiera personale ed un grazie da parte di tutti gli archibugieri che ti hanno conosciuto per la forza vitale dimostrata e per la tua partecipazione dove e quando serviva. Certo, non è stata una impresa facile, in quanto parte delle nostre energie erano impegnate anche sul fronte UITS-CNDA. Alla moglie Graziella, ai figli Michele e Andrea e alla mamma il mio cordoglio ed il grazie di averlo seguito per tanti anni in questa sua passione. Silvio Cuman Presidente degli archibugieri “Portus Naonis” Di questo problema se ne è già parlato abbastanza, anzi troppo, ed è stato affrontato anche nella riunione del 2 dicembre a Parma. Ormai tutto il mondo del tiro sa di cosa stiamo parlando. Chiudo questo breve intervento con un saluto a voi tutti, un augurio di buone feste ed un anno pieno di felicità e di successi in campo sportivo. Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) può scrivere, telefonare oppure inviare una e-mail alla redazione: Avancarica Magazine c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61 - 48100 Ravenna tel. 0544.272252 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] pagina 4 Royal Via Cerro, 231 Fraz. Sant’Andrea in Casale 47832 San Clemente RN Armouries ARMI ANTICHE, MILITARI E CIVILI ARMI DA COLLEZIONE EX ORDINANZA DECORAZIONI OGGETTISTICA MILITARE E DOCUMENTAZIONE STORICA Si effettuano valutazioni gratuite, da parte di esperti a domicilio ed eventuali acquisti e/o permute GARANTIAMO LA MASSIMA RISERVATEZZA Tel. 0541.988190 Fax 0541.853943 Mobile 335.6170277 [email protected] pagina 6 Convention 2007 OWSS - SASS Italy A fine anno è prassi comune fermarsi un attimo, volgere lo sguardo indietro, e fare il punto su quanto si lascia alle spalle. Ed è per questo che la OWSS – SASS Italy s’è data un luogo, Marina di Grosseto, ed un giorno, Sabato 25 Novembre scorso, al fine di riunire tutti gli associati nella ormai tradizionale Convention di fine anno. Tutti (o quasi) rigorosamente in costume! Ed è stata festa, una volta di più. Festa iniziata con un aperitivo, offerto da Armi Sport e FAP F.lli Pietta, sponsor storici della associazione, durante il quale il presidente Marte “MarTex” Zanette ha tenuto il suo discorso per ricordare i tanti successi raggiunti e le tante imprese coronate da successo che hanno impegnato l’associazione. Primo fra tutti il grandioso successo dell’Europeo di Tiro Western, il Days Of Truth, organizzato tra mille difficoltà a causa dalla ostile diffidenza di alcune nazioni coinvolte. Ma, sarà che noi italiani siamo dispettosi, e, sfidati, riusciamo a dare il 120 %, fatto sta che i risultati del nostro impegno hanno stupito perfino noi stessi. Come non ricordare il Match Director, Arizona Tom, quando diceva che mai aveva lavorato con un team tanto affiatato ed efficace? O il presidente della SASS, Boyd Davis, che non si faceva certo scrupolo di riconoscere come il nostro evento fosse stato superiore alle più rosee aspettative, paragonabile soltanto a quello che, con ben altra esperienza e ben altri mezzi riescono a fare negli USA. Ma il 2007 non è stato solo DoT, ed il presidente ha ricordato il campionato svolto, parallelamente a quello di Long Range, limitato purtroppo dalla scarsità di poligoni idonei ma che ha mostrato il grande interesse verso questa disciplina. Veniva poi pubblicamente elogiato e premiato il nostro Riccardo “John Sheridan” Rosso, tiratore di rilievo nel CNDA che gareggia per i colori della OWSS, portandoli spessissimo agli allori, di recente è stato medaglia di bronzo agli europei di Parma in Kuchenreuter originale e 3° in campionato italiano in Mariette. Ancora è stato ricordato l’invio della squadra italiana negli States, per partecipare, grazie all’interessamento degli sponsors, al campionato mondiale, il famoso “End Of Trail”. Un evento importante, che non poco ha contribuito a dare lustro alla nostra associazione. Ma, dopo i ricordi, è stato il momento della grande novità: in virtù dell’eccellenza mostrata in occasione del DoT la SASS americana ha scelto proprio l’Italia per intraprendere una nuova forma di collaborazione con le associazioni di tiro western fuori dagli Stati Uniti, proponendo alla OWSS di rappresentare a tutti gli effetti la stessa SASS sul territorio italiano. Accettando questa proposta la OWSS si è trovata quindi ad essere in tutto e per tutto la SASS ufficiale italiana, come emanazione della stessa SASS con il compito di gestire, senza limiti di funzioni, tutto ciò che riguarda il tiro SASS sulla nostra penisola. Una tale attribuzione, come è evidente, attesta l’enorme fiducia nelle capacità della giovane associazione italiana, ed è assolutamente senza precedenti. Con l’aiuto di tutti la OWSS, da ora in poi SASS Italia - o Italy che dir si voglia - saprà senza dubbio rispondere adeguatamente. pagina 7 E mentre un’autentica ovazione accoglieva questa notizia, si dava senza indugio inizio al “Costume Contest”, o gara di costumi, simpatica iniziativa intesa a sottolineare una volta di più come l’aspetto ludico sia importante in questo tipo di manifestazioni. Dopodichè… tutti con le gambe sotto il tavolo! Durante la cena si sono svolte le premiazioni dei vincitori e dei “piazzati”. Sono stati premiati i vincitori di categoria, della classifica generale, del “Costume Contest”. I premi, tanti, sottolineavano l’importanza della partecipazione e dell’impegno agonistico, che rimane sempre presente e paritario all’aspetto ludico. Una volta distribuiti tutti i premi ai meritevoli, seguiva la lotteria, autentico evento clou della serata. Gli sponsors, Pietta e Chiappa in primis, ma ben supportati dagli altri, che con vera gratitudine andiamo a ricordare, e cioè Pedersoli, Uberti, LCM, Emporio del West, Frederick Holster Maker, Stil Crin, Wild Hog, Armeria Regina di Vittorio Veneto, ed il presidente “MarTex” a titolo personale, avevano messo in palio tanto di quel ben di Dio che nessuno è andato a casa a mani vuote. Ben cinque revolvers 1873 – quattro di Pietta ed uno di Uberti – uno Sharps, un Winchester 1892, una Napoleon Le Page ed un Kentucky a pietra focaia di Armi Sport erano senz’altro i pezzi forti, ma non mancavano cinturoni, kit di pulizia, automodelli, borse porta armi… La generosità degli sponsors, unitamente a quella dei convenuti, ha permesso quindi di raccogliere un cospicuo gruzzolo, che andrà a servire una delle cause più nobili e gratificanti. Col ricavato della lotteria, infatti, verranno acquistati degli arredi, indispensabili alla realizzazione di una casa-famiglia per bambini disabili orfani. La casa-famiglia sarà gestita dalla GE. DI. Onlus, chiunque volesse contribuire a qualunque titolo potrà farlo contattando la SASS Italia, tramite il sito www.OWSS.it o in ogni altro modo. Riteniamo, in questi giorni duri per chi condivide con noi la passione per le armi, che questo semplice gesto sia emblematico della sensibilità di chi ama le armi non come mezzo per offendere, bensì come sport sano e salutare, o come passione oplologica pura. Durante la convention è stato inoltre presentato ufficilmente il calendario per il prossimo anno, che vedrà i cowboys italiani impegnati in un campionato di quattro gare, più moltissimi collaterali volti a diffondere lo spirito ed il piacere di questo gioco, oltre all’appuntamento col campionato europeo che si svolgerà in Slovacchia, per partecipare al quale la SASS Italia sta organizzando una trasferta ad adesione libera, oltre all’invio di una rappresentanza italiana anche all’edizione 2008 dell’End Of Trail in America. Se anche tu senti agitarsi il cowboy che è in te… Contatta la SASS Italia, chissà che non ci si ritrovi seduti a fianco, in occasione della prossima Convention! pagina 8 Un europeo dietro le quinte Non si poteva chiudere un’annata storica per l’avancarica italiana e per la C.N.D.A., come quella di quest’anno, senza tornare ancora una volta sull’avvenimento più importante che l’ha caratterizzata, il XII° Campionato Europeo di Parma. Ci si torna volentieri per parlare di un organo vitale che, grazie al suo cuore ed al suo intelletto, e perché no, anche alla sua manualità, ha permesso la realizzazione e l’indiscusso successo dell’evento, il comitato organizzativo ed i suoi collaboratori. L’organizzazione e la gestione di una manifestazione come quella andata in scena a Parma non si trova nell’uovo di Pasqua, ma è stata frutto di un anno e più di lavoro preparatorio, fatto di contatti con le istituzioni, con gli sponsor e con i fornitori, cercando di pianificare ogni più piccolo ed apparentemente insignificante dettaglio. Con Giovanni Gentile al timone hanno navigato, a volte con burrasca e mare grosso, Giancarlo Moro, che ha curato tutto il materiale cartaceo e la logistica, Giorgio De Paoli, Antonio e Alberto Ferrerio, Giorgio Cavicchi e Valerio Andriotto, col suo furgone modello “ETA BETA” sino all’approdo di Parma 2007 dove, pochi giorni prima del via, sono stati affiancati dall’amico Alois Litschmann che ha preparato il prezioso supporto informatico dell’evento, gestendo al meglio qualcosa come trecentocinquanta tiratori con milletrecento prestazioni e relative classifiche, ”numeri che fanno girare la testa” direbbe un noto attore comico. Al via ufficiale la macchina organizzativa si era allargata grazie al supporto di Marco ed Andrea Ferrerio, di Alessandro Cesari, Pierino Montanari, Daniele Saccomandi, Dell’Avo, Elia Zanella, Eugenio Ciuffi, Enrico Siclari, Fabio e Moreno Boni, Maria Giuseppina (Pina) De Paoli, Amanda, Jessica e Sofia, Franz e Gualtiero Fabbri e la figlia di Silvia Chiappa, Roberta. Un altrettanto valido e prezioso contributo è arrivato da Ammirata da Fausto Vicari e dall’amico croato Branko Nikolic, intervenuto a colmare un vuoto creato inopinatamente dal capriccio di un direttore di tiro. E come non parlare e sottolineare la partecipazione del presidente Bicocchi, dei soci e dei dirigenti del tiro a segno di Parma e della Compagnia SPTA, sempre presenti e vigili a che tutto filasse nel migliore dei modi, alla pari dei numerosi tiratori italiani che, liberi da impegni agonistici, si sono prestati a dare una mano. Poi, come in tutte le feste che si rispettino, quando gli ospiti se ne vanno, ci sono i cocci da raccogliere, i piatti da lavare e lavorare di ramazza, e questo, tanto per non farsi mancare nulla, se lo sono nuovamente accollato Gentile, Moro, Andriotto, Antonio Ferrerio e Saccomandi. Vorrei chiudere con una personale considerazione ed una domanda rivolta ai tiratori d’avancarica della C.N.D.A., non vi sembra che con un’organizzazione come quella esibita per Parma 2007, sarebbe un peccato non pensare ad un futuro Campionato Mondiale nuovamente in Italia? Francesco Fabbri Sofia desidera augurare a tutti gli amici dell’avancarica, al Presidente della C.N.D.A. ed a tutti quelli che hanno collaborato all’ottima riuscita dei Campionati Europei a Parma, Felici Feste e un 2008 ricco di soddisfazioni, sicura di rivedere tutti quanti in forma, pronti a nuove e belle emozioni in pedana. Da parte sua l’impegno è di regalare altri sorrisi e di essere ancora utile alla famiglia dell’avancarica italiana. Nella foto: una “renna” di Babbo Natale, (dicono che le corna portino bene!) Francesco Fabbri pagina 9 1° Gara notturna di Tiro alla Candela Martedì 11 settembre alle 20,30 in buon numero, ci siamo recati al Tiro a segno di Ravenna per partecipare alla prima gara di tiro alla candela. Gara nuova e soprattutto a sorpresa. Le misure di sicurezza prescritteci e la presenza di un volontario della protezione civile con incarico di “pompiere”, lasciava presupporre che le candele oggetto della gara fossero simili ai ceri votivi portati in processione. Niente di più sbagliato, si dovevano spegnere delle candeline piccole, ma piccole che a malapena si intravedevano a 10 metri, figuriamoci a 25…… Dopo avere risolto i problemi logistici di spegnimento delle candele dovuti al vento, (chi volesse sapere come abbiamo fatto, si iscriva alla prossima gara) abbiamo spento le luci e ……. non si è visto più niente. Solamente Nanetti, munito di occhiali da vista “notturni” e gomitiera regolamentare, riusciva a colpire il supporto di legno facendo cadere la candela. Il giudice unico, regolamento alla mano, gli annullava il colpo, lo mandava a riaccendere la candela e la gara proseguiva. Anche Romanini, che con il buio pesto si distingueva per delle rosate da 4-5 centimetri di diametro che facevano da corona alla “fiammella” della candela. Filipponi, Strocchi, Viviani, Ricci e Angelini, da comuni mortali non prendevano in una “candela”. Dopo avere ripreso più volte la gara, interrotta per avere colpito il supporto e non la candela, “ET Marco”, ci ha lasciato con un palmo di naso colpendola perfettamente al centro. Il suo esempio è stato seguito a ruota da uno strepitoso Romanini, che si è appropriato della piazza d’onore e da Strocchi classificatosi al terzo posto. Mancava a quel punto il quarto classificato, ma la rimanente pattuglia di tiratori non ne imbroccava una e le candele rimanevano desolatamente accese. Alla fine Angelini, non si sa ancora come, è riuscito a centrare la candela e la gara è così terminata. Questa la CLASSIFICA FINALE 1° Nanetti Marco tempo 35” 2° Romanini Paolo tempo 4' 28” 3° Strocchi Fulvio tempo 5' 3” 4° Angelini Ivo tempo 10' 24” Alchimista Nelle foto, dall’alto in basso: alcuni momenti della gara notturna e di alcuni tiratori partecipanti pagina 10 Un britannico per la Confederazione articolo a cura di Stefano Starnini -14mo Louisiana Foto cortesemente concesse da: Dott. Nicola Casentino, Eric Bizet, Ingo Rolletter Verso la metà del diciannovesimo secolo l’esercito inglese emise una specifica per un nuovo moschetto, quindi un’arma da poter impiegare facendo fuoco almeno su 2 ranghi. Esso doveva poter unire la producibilità in grandi numeri e l’affidabilità del suo grande predecessore, il Brown Bess, alle prestazioni balistiche del Baker Rifle. Alcune curiosità: il Brown Bess venne utilizzato nelle sue varie versioni, Long Pattern, India Pattern, ecc..., sin dalla guerra di Indipendenza Americana ad oltre le guerre napoleoniche e, parzialmente, alla rivolta dei Sepoys in India, con un’appendice finale quando ormai, considerato ormai obsoleto per l’impiego negli eserciti europei, fu utilizzato dall’esercito messicano sia nella guerra di Indipendenza del Texas (1835 ÷ 1836) che quella con gli Stati Uniti (1846 ÷ 1848) dove molti degli ufficiali, futuri generali nella Guerra Civile Americana, ebbero le prime occasioni di dare prova di se. Altra curiosità: sembra che la parola “rifle”, fucile, derivi dal tedesco “rifeln”, rigatura, furono per primi gli emigrati tedeschi e nordeuropei al servizio dell’esercito indipendentista americano ad impiegare a scopo bellico uno strumento allora prevalentemente da caccia, il fucile rigato appunto nelle sue varie versioni dalla più vetusta “Jaeger” a quella più moderna “Kentucky”. Nacque quindi il British Pattern 1853 Enfield rifle-musket a 3 fascette (bands): Calibro .577 inches Lunghezza canna 39 inches Lunghezza arma con baionetta 73 inches Peso dell’arma completa 9.19 lbs. Peso del proiettile 540 grs. Peso della polvere 75 grs. Diametro del proiettile .562 inches Inches: pollici - Lbs: libbre - Grs: grani pagina 11 Il P53, che otterrà, purtroppo visti gli impieghi di natura bellica, un successo enorme tale da poter essere paragonato a quello più recente del AK 47. Fu dunque utilizzato in vari teatri e prodotto in paesi da loro assai distanti. Solo per citare alcuni esempi, oltre all’Inghilterra, di cui parleremo, in Belgio, nella manifattura governativa di Liegi, od in maniera più o meno artigianale in Afghanistan, India e Stati Uniti utilizzando a volte anche parti provenienti dalla produzione inglese. foto 1 L’uso più esteso del P53 fu durante la Guerra Civile Americana (1861÷1865) su entrambi gli schieramenti, Nord e Sud, tale da meritarsi la menzione ufficiale di “arma d’ordinanza regolamentare dell’esercito confederato” e di “secondo moschetto del Nord”. Il 20mo Maine, del Colonnello Joshua Chamberlain, famoso per la difesa di Little Round Top come immortalato nel film “Gettysburg”, era armato di Enfield anche se molto probabilmente come da tradizione unionista con canna ed accessori in metallo lucidi avendo avuto cura i depositi dell’esercito di rimuovere la brunitura che era normalmente effettuata in sede di produzione (foto 1). L’Enfield più comunemente, meglio dire universalmente impiegato nella Guerra Civile Americana fu il Pattern 1853 “terzo tipo” e prevalentemente nelle versioni prodotte dalle varie ditte commerciali e non governative a Birmingham e Londra. Invero una piccolissima percentuale del “secondo tipo”, con molle sulle fascette, fu impiegata, circa 10.000 contro un totale di 733.400 prodotti dalle ditte private di Birmingham e 344.800 da quelle di Londra. Il processo manifatturiero militare inglese dell’epoca, prevedeva l’impiego a contratto di produttori civili per la fornitura armi. Queste ditte, spesso a prevalente conduzione familiare, pur utilizzando processi non dissimili, ma certamente non così ripetibili, da quelli utilizzati un secolo dopo finivano per creare di ogni fucile un’opera fatta a mano. Questo il maggior difetto lamentato sul P53 Enfield: che le parti da un fucile all’ altro assai spesso non fossero intercambiabili. Alla fine degli anni cinquanta del diciannovesimo secolo 2 aziende controllate dal Governo inglese: la Royal Small Arms Factory, RSAF, e la London Armoury Company Ltd., L.A.Co., di Bermondsey, appena a sud di Londra, avevano già dimostrato come un sistema di produzione con macchinari industriali fosse il metodo finalmente disponibile per una efficiente, economica e ripetibile produzione di armi da fuoco le cui parti fossero oltre tutto pienamente intercambiabili. disegno 1 continua nelle pagine successive pagina 12 Questo significò la definitiva condanna del sistema su commissione alle aziende di armaioli privati che sopravvisse ancora per qualche tempo solo grazie agli ordini d’acquisto piazzati dagli agenti di Unione e Confederazione letteralmente affamate di moschetti con cui poter equipaggiare i reggimenti che si affrontavano nei vari campi di battaglia del fronte americano. disegno 2 Cosa disponibile oggi sul mercato per il rievocatore ed il tiratore ad avancarica A partire dal 1974 una ditta inglese ha introdotto una replica dell’Enfield P53 sul mercato seguita successivamente da altre due note aziende italiane. L’iniziativa, veramente lodevole, fu eseguita riproducendo stampi e dime originali dell’Enfield “quarto tipo” prodotto alla RSAF. Tutto perfetto? Per me e per le migliaia di rievocatori della guerra civile americana non tanto. disegno 3 Il modello interessato, prodotto nel periodo 1861 ÷ 1865, non fu utilizzato come fucile ad avancarica ma dopo aver riposato nei depositi dell’esercito inglese fu a partire dal 1866 progressivamente trasformato dalla RSAF in fucile a retrocarica con bossolo metallico, brevetto Snider, andando a costituire il modello Snider-Enfield .577. Tutto qua? Purtroppo no. Il “quarto modello” prevedeva piccole innovazioni e modifiche negli accessori di cui tratteremo di seguito non incluse nel modello in oggetto, ed inoltre anche se la parola definitiva non potrà mai essere detta sembra che nessun moschetto prodotto dalla RASF sia mai stato venduto ad agenti americani ed anche i pochissimi modelli prodotti dalla La. Co. in uso nel teatro americano dovrebbero essere stati del secondo tipo, vecchi stock di cui il governo inglese fu molto lieto di disfarsi. Pertanto le relative punzonature e marchi previsti sulla piastra (lockplate), canna, calcio, per non parlare delle diversa forma delle boccole per le viti fissaggio piastra, dovrebbero essere del tipo in uso presso le aziende civili a contratto di Birmingham e Londra e non quelle in uso presso le fabbriche governative. Trattare l’argomento dei diversi marchi e punzonature richiederebbe molto più spazio di quanto concesso al presente articolo e non verrà pertanto ulteriormente approfondito. Se un certo interesse fosse manifestato all’editore questo potrebbe essere trattato in futuro. disegno 4 pagina 13 Differenze costruttive fra Enfield P53 terzo e quarto modello. disegno 5 Tenterò di descrivere brevemente solo le differenze più evidenti, quelle facilmente riconoscibili anche ad una certa distanza. Le fascette prevalentemente oggi in uso, un solo costruttore le ha abbastanza corrette, sulle repliche sono del tipo “Baddeley” invece che “Palmer”. (disegno 1 e 2) Le anelle tendicinghia sono parimenti del modello sbagliato (disegno 3). Le boccole sottotesta delle viti utilizzate per il fissaggio della piastra erano prevalentemente del tipo ad “orecchie tonde” solo per i modelli costruiti dalle officine governative. Tutti i moschetti prodotti a Birmingham, marchiati Birmingham Small Arms Trade (BSAT), e la stragrande maggioranza di quelli prodotti a Londra dagli armaioli civili montavano quelle ad “orecchie quadrate” (disegno 4 e 5 e foto 2). La tacca di mira dovrebbe essere tarata per le 900 yarde. (foto 3) foto 2 Cosa fare? Per chi non potesse come il Dott. Nicola Cosentino entrare in possesso di un modello originale dell’epoca la risposta più semplice è di essere in ogni caso soddisfatti che repliche di un moschetto con tale storia e prestazioni siano state rese disponibili. Negli Stati Uniti esiste un fiorentissimo mercato di conversioni eseguite da armieri più o meno, purtroppo sembra prevalentemente meno, esperti su marchi e varianti. foto 3 Varie ditte rendono invece disponibili parti di ricambio od anche parti originali per poter “storicizzare”, attenzione all’intercambiabilità precedentemente menzionata, il proprio moschetto. Alcune delle foto in questo articolo sono state eseguite su modelli commerciali modificati a tale scopo. Ringrazio gli amici Eric Bizet e Ingo Rolletter del 5th Virginia per avermele inviate. Ultima ma purtroppo ritengo remota soluzione che qualcuno dei produttori attuali di repliche spinto dalla curiosità, e compreso il mercato potenziale, non riconsideri seriamente anche solo la produzione di un kit da vendere a parte od in alternativa a quanto ad oggi usato. continua a pagina 14 pagina 14 Un britannico al servizio di un’altra guerra per il Sud? Stefano Starnini La Royal Navy anche se in maniera apparentemente “discreta” appoggiò l’impresa di Garibadi vigilando affinché i piroscafi inermi e carichi di uomini potessero non essere intercettati dalla marina napoletana. Una partita consistente di P53 Enfield, “terzo tipo”, fu inoltre distribuita tra i Mille. Queste armi, o forse sarebbe meglio dire quante ne resta, dopo varie traversie sembra siano giunte nelle armerie della Gendarmeria di San Marino ove ad oggi dovrebbero ancora giacere. Stefano Starnini Da sempre appassionato di cose militari è rievocatore della guerra civile americana da oltre dieci anni. In contatto con vari gruppi europei insieme ad altri rievocatori e tiratori ad avancarica ha costituito nel 2005 un nuovo gruppo tutto italiano: il 14th Louisiana che ad oggi comprende una quindicina di fanti più alcuni civili. Il 14mo LOUISIANA è più che lieto di contattare chiunque abbia curiosità, domande o voglia di fare qualche uscita o campo. Chi volesse contattare Stefano può farlo telefonicamente al 347.2733213 o con una mail al seguente indirizzo [email protected] Per tutte le altre news classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine tel. 0544.272252 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] Ve n d i ... c e r c h i ... scambi? pagina 15 LA BOURSE AUX ARMES DI PARIGI a cura di Paola Andrean Serafini Anche quest’anno si è svolta a Rungis il 21 ottobre scorso, l’edizione autunnale della “Bourse aux armes de collection”, organizzata dall’agenzia’ARCH’TEC/ ARCHEN ASSOCIES con la partecipazione di: Cibles, Gazette des Armes et Uniformes, Action Gun, Militaria Magazine, Figurines, Traditions. Parigi è sempre splendida e l’autunno con i suoi colori la rende ancor più affascinante, se poi c’è l’occasione di partecipare ad una fiera che è la più importante d’Europa nel suo genere, beh…Parigi val bene una “MESSE” (per dirla alla tedesca!) L’Espace Jean Monnet ospita più di 200 espositori divisi in due sale, una per i collezionisti privati, che vendono i loro oggetti da collezione a prezzi di solito più bassi di quelli dei commercianti, che occupano una sala molto più grande, ma che offrono pezzi più pregevoli e ricercati e anche garantiti, come Mr.Philippe Ledoux di Glos-la-Ferrière che rilascia un certificato di vendita con la foto dell’arma, una particolareggiata descrizione, con ricerca di eventuali marchi e valore di mercato. Le foto che seguono sono solo alcune delle tante che ho scattato, nel tempo di un’ora o poco più (perché a causa degli scioperi dei trasporti, sono arrivata solo due ore prima che la fiera chiudesse!) cercando di cogliere le cose più interessanti. Vi propongo questa piccola vetrina con pistole a due, quattro e sei canne, rivoltelle da “Apache”, Colts, Sharps pepperbox, Remington Derringer e armi provenienti dal Marocco, Algeria, Albania, Turchia, ma anche un fucile argentino, una bella coppia di pistole da Mamelucco à pied con relativi Koburg finemente ricamati in filo d’oro e poi ancora spade, medaglie, elmi, ma non solo armi antiche vi erano anche armi moderne, divise, libri, punzoni il tutto esposto in circa un chilometro di tavoli! continua a pag. 16 pagina 16 pagina 17 continua a pag. 18 pagina 18 pagina 19 Lettera aperta ai presidenti nazionali del C.N.D.A e della UITS ed ai rispettivi consiglieri Ravenna, 2 settembre 2007 Egregi presidenti Enfried Obrist e Giovanni Gentile, spett.li consiglieri, sono un collaboratore della testata “Il Resto del Carlino-Romagna” per il quale scrivo sul tiro a segno e su tutte le attività delle sezioni romagnole del TSN. Essendo un appassionato di tiro a segno e praticando anche l’attività di tiro ad avancarica, sono tesserato per l’UITS e per la CNDA, e, come me, un migliaio d’appassionati con il doppio tesseramento. Da un pò di tempo, troppo, assistiamo ad una diatriba tra l’UITS e la CNDA sulla quale chiedo, certo di interpretare il desiderio di tanti, ne rendiate conto ai vostri tesserati, una volta per tutte, con risposte franche e veritiere, senza bizantinismi e proclami, evitando cadute di stile come il liquidare un Campionato Europeo con l’alto Patrocinio del Ministero dello Sport come una generica “manifestazione sportiva”. Premetto che, personalmente, sono favorevole ad una casa comune del tiro a segno, così come avviene in tanti altri Paesi, e che avrei approfittato dell’Europeo d’avancarica a Parma per riallacciare i contatti tra le parti, detto questo, per agevolare le vostre risposte, vi pongo alcuni quesiti. Al Presidente dell’UITS, Enfried Obrist, chiedo, cosa ostacoli l’ingresso della CNDA nella Unione, come disciplina sportiva associata? Se il nascente, nuovo statuto, non lo prevede, cosa impedisce all’Unione di inserire una nuova voce a hoc? Sono ragioni di bilancio? Si tratta di “poltrone o posti a sedere”? L’Unione vuole fare un campionato ufficiale d’avancarica? (Avendo come associata una struttura già esistente e funzionante come la CNDA, membro fondatore e permanente del MLAIC, si troverebbe con un campionato ed un’attività internazionale già “confezionati”). Mi sembra che tentare, non so con quale successo, di organizzare un campionato d’avancarica in contrapposizione alla CNDA, contando sull’appoggio di qualche Presidente di sezione, sia di quelle strade che non rendono. L’improvvisazione ed i personalismi di certi dirigenti non pagano, i malumori dei tiratori sulle carenze organizzative e di chiarezza sulle regole nei campionati di bench rest ed ex ordinanza, come sono giunti alle mie orecchie di cronista, non possono non essere arrivate anche all’Unione. Al presidente della CNDA, Giovanni Gentile, chiedo perché voglia traghettare, a tutti i costi, l’avancarica nell’UITS? Se vi sono difficoltà oggettive ed insormontabili, perché non percorrere la strada di un’iscrizione al CONI come Federazione Sportiva, come già esistono la FITAV o la FIDASC? Non essendoci mai stato alcun campionato italiano d’avancarica organizzato dall’UITS, come tra l’altro ha dichiarato lo stesso presidente Obrist in un’intervista rilasciata all’organo ufficiale dell’Unione, non dovrebbero esserci ostacoli, contando anche della presenza all’interno della CNDA dei Gruppi di rievocazione storica e del tiro Western. Ed in ultimo, viste le difficoltà crescenti, perché non lasciare le cose allo stato attuale? La CNDA continuerà la propria attività nazionale ed internazionale come ha sempre fatto in questi trent’anni di vita. L’UITS continuerà nel suo doppio ruolo, d’Ente Pubblico e di Federazione sportiva, rappresentando il tiro a segno in tutte le sue forme ed espressioni, tranne il tiro a volo, il tiro con armi da caccia, l’avancarica, il tiro storico ed il tiro western. Se esiste ancora la volontà di un confronto tra persone civili, per il bene di tutto il movimento del Tiro a Segno Nazionale, suggerisco la creazione di un tavolo di lavoro, affidato ad un gruppo concordato da entrambe le parti, con ampi margini di trattativa e decisionali, escludendovi, a priori, quei dirigenti che hanno contribuito, col loro operato, a creare questo stato di disagio. Per finire, auspico, un ritrovato clima di cordialità e serenità tra l’UITS e la CNDA, così da evitare, a noi tesserati e ai dirigenti di sezione, imbarazzanti e sgradevoli prese di posizione, anche a seguito delle ultime “chiamate a raccolta” tramite intranet. Cordialmente, Francesco Fabbri. pagina 20 o c s a m a d i d e n n a C o i a i c c a i d e n n Ca Immagino sia accaduto a più di un lettore della nostra rivista, l’occasione di parlare delle antiche canne di damasco, immagino pure si siano ripetuti giudizi avventati privi di riscontro obiettivo. “…Fucili ad avancarica e canne di damasco? Scoppieranno le canne!… e gli occhi?…” Così mi diceva un sapiente confratello in S. Huberto in una brumosa mattina mentre, con la mia doppietta a bacchetta col 14 costruita in Francia nella seconda metà dell’800, con le canne “Cannonier Bernard de Paris”, vagavo in una larga alla ricerca di una improbabile allodola… Questo ed altro ancora si è sentito più volte col ritornello della pericolosità della canna di damasco. Spiace rilevare che i più abbiano una conoscenza assai sommaria di cosa sia realmente il damasco, quali i processi di fabbricazione, quali le sue caratteristiche peculiari. A queste carenze sono dovuti i soliti luoghi comuni. Nella seconda metà del settecento nascono le prime canne di damasco, l’esperienza aveva largamente dimostrato “… che le nuove canne risultavano più resistenti delle antiche a parità di peso e potevano essere anche notevolmente alleggerite; la loro incomparabile bellezza le rese anche apprezzatissime dal lato estetico…”. Le numerose richieste stimolarono l’inventiva dei tanti cannonieri, così si ebbero vari tipi di canne di damasco, spesso indicate coi nomi più fantasiosi. Tra i tanti eccelsero i fratelli Nicolas e Leopold Bernard di Parigi che sin dal 1830 fabbricarono canne di damasco il cui pregio era eguale se non superiore a quelle che già si fabbricavano a Birmingham ritenute le migliori. “… Le canne di damasco di Leopold Bernard che esprimono il massimo livello raggiunto da questa affascinante tecnica produttiva sia sotto il lato meccanico, sia sotto quello estetico… sotto quest’ultimo profilo le canne di Bernard sono contraddistinte da un tessuto a piccoli tratti, quasi minuscoli rettangoli allungati, anziché dalla tradizionale “rosetta” più o meno lunghe e complesse presenti nei migliori damaschi di scuola belga o inglese”. La loro rinomanza era tale che troviamo canne Bernard in armi di pregio di ogni paese (si arrivò persino ad imitarle), regolarmente collaudate e certificate ottime dai rispettivi banchi di prova già esistenti in Inghilterra, in Francia ed in Belgio (tranne che in Italia e ciò contribuì a disprezzare le armi di pur validi nostri armaioli), dove con prove scrupolose e severe si saggiava la robustezza delle canne e quindi la loro affidabilità al tiro. Innumerevoli le prove avvenute nel momento della diatriba sulla resistenza delle canne di damasco e quelle di acciaio. Rimando i miei lettori a quelle citate da Giulio Franceschi, a quanto dice il gen. Federico Negri: “… Per quanto concerne la resistenza delle canne di eccellente damasco all’uso delle polveri infumi ricordo l’opinione del generale Journée il quale, a seguito di numerose esperienze, afferma che le canne di damasco già da tempo usate, resistono molto bene alle cariche normali di polveri infumi perché queste danno pressioni massime più basse di quelle sviluppate di cariche normali di polvere nera a grana fine che frequentemente venivano usate in dette canne…”. Sulle prove di solidità delle canne se ne è occupato con ampio studio e dovizia di particolari Gianroberto Lupi: tra le tante si sofferma su quella promossa dal giornale inglese “The field” (1891), dove si giunse a sparare in canne di damasco e di acciaio del cal 12, cariche via via maggiorate; a partire da gr. 11.57 di polvere Curtis e Harvey n° 4 T.S., e gr. 56.7 di pallini, sino ad arrivare a gr. 18.69 di polvere e gr. 340,2 di pallini (!), e solo allora si ebbe lo scoppio delle canne di damasco; la prova continuò lasciando identica la carica di pallini e aumentando ad ogni colpo la carica della polvere di gr. 0,89, sino a che con gr. 28,48 (!) si ebbe lo scoppio delle canne di acciaio. “… Questi esperimenti mostrano quale largo margini di sicurezza esiste in una buona canna di fucile, quando si sparino cariche normali… Cosicché, sebbene le canne di acciaio siano apparse nettamente più resistenti, quelle di damasco possedevano un tale eccesso di robustezza, rispetto ai bisogni ordinari, che il loro uso non avrebbe presentato in pratica, nessun pericolo. Del resto, non vediamo anche ora, fra le mani dei cacciatori, molti vecchi fucili di fabbriche nazionali e estere, od anche costruiti da famosi artigiani, come gli Zanotti, i Toschi, ecc..., con canne di damasco che resistono e sparano ancora perfettamente?” dott. Piero Raggi Federico Negri, “Il fucile da caccia, armi, munizioni, tiro” 3a edizione, Editoriale Olimpia, 1951, pp. 29-30. Marco Scipioni, “Tacarmi”, agosto 1998, p. 63. Giulio Franceschi, “Manuale del Cacciatore” 5a edizione, Hoepli, 1916, p. 53. Federico Negri, op. cit., p. 107. Gianroberto Lupi, “Grandi fucili da caccia europei” 4a edizione, Editrice Olimpia, 1993, pp. 71-77. pagina 21 Trofeo GHEDINI 6 e 7 ottobre 2007 T.S.N. Milano Una bellissima giornata di sport e d’aggregazione che merita un doveroso rilievo su Avancarica Magazine per essere ricordata per l’alto significato che essa ha rappresentato. La manifestazione è stata programmata presso il poligono “Cagnola” di Milano, ed organizzata dalla A . N . P . S . (Associazione Nazionale Polizia di Stato). L’evento è nato per ricordare la figura del Maresciallo Maggiore Dino Ghedini caduto in servizio per mano di terroristi, lasciando la moglie e due figli. La manifestazione quindi era riservata a tutte le Associazioni d’Arma ed alle Compagnie di Tiro ad Avancarica. A rappresentare la C.N.D.A. erano presenti la compagnia AB (Avancarica Brentari) e la A P N (Bombardieri del Polesine) che, entusiasticamente, hanno risposto all’invito presentandosi nella divisa ufficiale. Particolarmente gratificante è stata l’accoglienza riservataci dal responsabile dell’organizzazione del trofeo, il signor Di Matola. (continua nella pagine successive) Un’organizzazione impeccabile ha contraddistinto questo evento organizzato dall’A.N.P.S. (Associazione Nazionale Polizia di Stato) pagina 22 altri momenti della giornata, in alto: foto di gruppo per Andriotto, Tivelli, Casucci ed Arrigoni, al centro: Arrigoni scherza con Moro durante il pranzo, ed infine: in basso premiazione per Orso Egli, ponendo l’accento sulla nostra appartenenza alla Nazionale Italiana di Tiro ad Avancarica C.N.D.A. ci ha presentato al Tenente Generale De Benedittis della Polizia di Stato, 83 anni portati superbamente, che, con la sua simpatia e le sue battute, ha saputo alternare i momenti gioia a quelli di commozione nel ricordo dei caduti. Aggirandoci tra gli impianti del p o l i g o n o incontriamo con piacere 2 storiche figure della Avancarica Italiana, Enrico Zangirolami ed Osvaldo Martinelli. Per entrambi il tempo sembra essersi fermato, ancora sulla breccia con spirito giovanile e fischietto in bocca. Una volta ultimate le previste gare di tiro, è iniziata la parte protocollare, di certo non meno suggestiva col un picchetto d’onore a presentare le armi all’ammaina bandiera, accompagnata dall’Inno di Mameli, un momento d’intensa commozione per tutti i presenti. Siccome “tutti i salmi pagina 23 finiscono in gloria”, terminata la cerimonia ufficiale e dopo il rituale scambio di gadget e foto di rito, ci siamo ritrovati a tavola per gustare un sontuoso pranzo conviviale preparato dalle gentili signore dell’organizzazione, col signor Di Matola e la gentile figliola nel ruolo d’anfitrioni, pranzo che ci ha proposto un sapiente mix di specialità culinarie milanesi e dolciumi assortiti tale da rappresentare un vero e proprio attentato alla dieta del consigliere nazionale della C.N.D.A. Giancarlo Moro. un premio anche per Arrigoni... Alle quindici le premiazioni presso uno stand nel piazzale del TSN di Milano, dove il Tenente Generale De Benedittis ricordava il sacrificio del Maresciallo Maggiore Dino Ghedini, consegnando alla moglie ed al figlio un riconoscimento, con un ringraziamento per tutti i gruppi delle Forze Armate intervenute, evidenziando la nostra presenza, elogiandoci per la partecipazione numerosa e qualificata, anche per le presenze femminili tra le nostre file. Negli interventi di rito è stato il Consigliere Nazionale della C.N.D.A., Giancarlo Moro, in sostituzione del Presidente Nazionale, Giovanni Gentile, indisposto, a portare il saluto della Consociazione agli organizzatori, ai partecipanti ed ai famigliari del Maresciallo Ghedini. (continua nella pagine successive) Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine tel. 0544.272252 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] la C.N.D.A. era rappresentata dal consigliere Giancarlo Moro Ve n d i ... c e r c h i ... scambi? pagina 24 Non riportiamo nessuna classifica finale perché la parte sportiva del trofeo ricopriva solo un ruolo marginale, tanto alto era il significato di questa manifestazione, tesa a ricordare le Forze dell’Ordine ed tutti i loro caduti, per assicurare la tutela delle istituzioni democratiche, il rispetto delle legge e la sicurezza di tutti noi cittadini. Una bella esperienza sicuramente da ripetere, per il prossimo anno, auspicando che possa entrare a far parte degli appuntamenti ufficiali della C.N.D.A., evitando anche che altri poligoni vicini, come Codogno, organizzino gare concomitanti. AB – APN - BomPol altri flash del Trofeo Ghedini: con un momento del pranzo e delle premiazioni Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 25 alcuni momenti del Trofeo Ghedini: in senso orario: l’ammaina bandiera, Tivelli e Moro all’ass...aggio del pranzo..., foto di gruppo per i tiratori della C.N.D.A., ed infine una visione d’insieme dello schieramento al momento della presentazione. pagina 26 C O M P R O ... V E N D O ... FUCILI e CARABINE 1 di 5 fucile ZUAVE mod. 1863 cal. 58 (ARMI SPORT) allestimento per tiro 100 metri con canna svizzera, passo e rigature (7 righe) identiche al modello originale. Luciano 347.7111480 CERCO UBERTI modello 1866 YELLOWBOY o modello 1873 cal. 45 L.C. + replica NORINCO mod. Winchester 1897 cal. 12 pompa con asta e calcio legno per garage western o modelli simili. Renato 338.6079400 dopo le 17 Fucile a PIETRA FOCAIA manifattura Reale Saint Etienne da Dragoni, anno IX. 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Dottor Raggi tel. 0544. 590206 ore pasti Ve n d i ... c e r c h i ... scambi? e-mail: [email protected] B I C E N T E NA R I O della nascita di GIUSEPPE GARIBALDI di Antonio Valeri Il 23 Settembre 2007 si è svolta, nella splendida cornice della sezione del T.S.N. Roma, una manifestazione a ricordo del bicentenario della nascita dell’eroe dei due mondi. In occasione di questa giornata particolare, il gruppo storico dell’A.R.T.A. (Associazione Romana Tiro Avancarica) ha partecipato all’evento montando un campo garibaldino ed organizzando una gara di tiro storico a cartuccia di carta, con fucili militari ad anima liscia. E’ intervenuta anche la signora Anita Garibaldi, pronipote del grande eroe, insieme a numerosi soci dell’Associazione Nazionale Giuseppe Garibaldi. La signora Anita ha offerto una coppa trofeo per il vincitore della gara di tiro storico ed una medaglia ricordo a tutti i partecipanti. Numerosi sono stati i soci del T.S.N. Roma che incuriositi ed affascinati dall’evento hanno visitato il campo garibaldino lodando l’iniziativa. Alcuni di loro hanno anche partecipato alla gara di tiro utilizzando i fucili dell’A.R.T.A. Foto sotto: il poligono Umberto I di Roma. Foto sopra: al centro la signora Anita Garibaldi, alla sua sinistra il dr. Carlo Mantegazza Presidente del T.S.N. Roma ed alla sua destra Antonio Valeri vincitore del trofeo A.N.G.G. CLASSIFICA FINALE 1° Valeri Antonio 2° Capone Massimo 3° Circi Sandro 4° Cerilli Pasquale 5° Frezzolini Ernesto 6° Morgantini Richard 7° Bianchi Edward 8° Filippi Mauro 9° Bajardi Alessandro 10° Napoli Giancarlo 11° Lorenzini Felice 12° Chiappori Mario 13° Gasbarri Mario Foto sotto: …ed alla fine il meritato rancio, ovviamente... ottimo ed abbondante. pagina 30 Un crescendo di successi per le armi Pedersoli In occasione della la dodicesima edizione del campionato europeo di tiro con armi ad avancarica, svoltosi in Italia, le affermazioni delle armi firmate Davide Pedersoli sono state ancora una volta numerose e ricche di significato. a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli La città di Parma ha ospitato, dal 5 al 12 agosto 2007, la dodicesima edizione del campionato europeo di tiro con armi ad avancarica. La sezione TSN della città è stata teatro delle competizioni di tiro al bersaglio, mentre quelle di tiro al piattello si sono svolte negli impianti di Varano de’ Melegari, antico borgo medievale non molto distante dal capoluogo della provincia. Si è trattato ancora una volta di una importante manifestazione che ha confermato il continuo successo che la Davide Pedersoli riscuote grazie ai propri modelli, utilizzati da un numero sempre crescente di tiratori dotati di elevate abilità. La competizione di Parma ha arricchito il palmares Pedersoli di altre trentatré medaglie: sei in più di quelle vinte a Pforzheim nel 2005 e sette in più di quelle di Halikko nel 2003, cioè le due precedenti edizioni del campionato europeo. Le affermazioni Pedersoli sono state come sempre distribuite sia fra le varie discipline individuali e a squadre sia fra i tre gradini del podio: nove le medaglie d’oro, dieci quelle d’argento e quattordici quelle di bronzo. Le medaglie del metallo più prezioso sono state conquistate nella specialità Miquelet dal finlandese Timo Näätänen Lihavainen che ha gareggiato con un moschetto An IX, dallo svizzero Hans-Peter Rüfenacht che nella Minié ha impiegato il fucile Württembergischen e dall’inglese David Elvin nella Manton con il suo fucile Mortimer a pietra focaia. L’intramontabile moschetto Brown Bess: oro e bronzo in Halikko e bronzo in Miquelet, specialità in cui anche i primi due gradini del podio hanno visto tiratori in gara con il moschetto An IX, un’altra arma di Casa Pedersoli. Le altre hanno interessato le specialità a squadre. L’Austria ha vinto in Wogdon con il contributo di Leopold Plattner ed Herbert Wagner che, con le loro pistole Le Page a pietra focaia, hanno aiutato la squadra a superare di un punto (271) il precedente record europeo. La Germania ha prevalso in Pforzheim grazie anche a Walter Massing e al suo Bristlen a Morges. La Finlandia, uguagliando anche il precedente record di 273 punti, si è aggiudicata l’oro nella Halikko con il contributo di Sakari Vertola e di Antero Mustamäki che imbracciavano, rispettivamente, un moschetto Brown Bess e un Modello 1777. Nella specialità Magenta tutti e tre i componenti della squadra svizzera, Hans-Peter Rüfenacht, Elisabeth Reiser e Katharina Stierli, hanno prevalso utilizzando il fucile Württembergischen. Sul primo gradino del podio anche gli italiani Pierino Pedersoli e il fucile Jäger a pietra focaia nella specialità Lucca, nonché Fabio e Moreno Boni, con i loro Mortimer a canna liscia, nella Batesville. Le dieci medaglie d’argento sono state conquistate dal tedesco Josef Mayr e dal moschetto Mod. 1777 in Miquelet; dal francese Yvon Martinant in Maximilian e dallo spagnolo Eduardo Fernandez Rodriguez in Pennsylvania, entrambi in gara con il fucile Mortimer; dagli austriaci Andreas Gassner e dal fucile Bristlen nella Vetterli e Leopold Plattner nella Forsyth con la pistola Le Page a percussione; dallo svizzero Hans-Peter Rüfenacht e dal Württembergischen in Lamarmora (risultato che gli ha fatto vincere l’oro in Magenta); dal finlandese Jari Janhunen e dal revolver Remington Pattern in Peterlongo; dal tedesco Franz Lotspeich e dal suo Mortimer a pietra nelle specialità Manton e Hawker. Infine, la squadra tedesca composta da Josef Mayr, Peter Käpernick e Alfred Bailer, tutti in gara con il moschetto Mod. 1777, ha vinto l’argento nella Halikko. Grazie alla buona prestazione di un tiratore italiano, il fucile Jäger a pietra focaia ha conquistato la medaglia d’oro nella specialità Lucca. pagina 31 Abbastanza nutrita la schiera dei vincitori della medaglia di bronzo equamente distribuiti fra le specialità individuali e a squadre: Leopold Plattner, austriaco, l’ha conquistata in Kuchenreuter e in Cominazzo utilizzando le due versioni della pistola Le Page; i tedeschi Walter Massing in Vetterli con il Brstlen, Josef Mayr in Rigby con il Gibbs in Lamarmora e, così come il compagno di squadra Alfred Bailer, in Per il revolver Remington Pattern una Magenta con il Württembergischen; Franz bella medaglia d’argento in Peterlongo. Lotspeich in Batesville con il Mortimer a percussione; gli italiani Moreno Boni in Lorenzoni con il Mortimer a canna liscia e, assieme al fratello Fabio e ad Enrico Siclari in Hawker con il Mortimer a pietra; gli svizzeri Hans-Peter Rüfenacht in Maximilian con il Mortimer e, in Wogdon, Bruno Reber con la Charles Moore a pietra e Ulrich Moser con Le Page a pietra; lo spagnolo Jose Luis Perez Molero con il Mortimer a pietra in Lucca; il finlandese Sakari Viertola in Miquelet con il Brown Bess. Infine, ancora con il moschetto Brown Bess nella specialità Halikko, la squadra formata da Oddvar Deberitz, Sondre Nordhagen e Dag Magne Winge è salita sul terzo gradino del podio a rappresentare la bandiera norvegese. Dal quarto al decimo Concentrando le note di cronaca sui tiratori che hanno occupato i primi tre gradini del podio, accade spesso di dimenticare tutti quelli che, in maniera più che dignitosa, si sono classificati immediatamente dopo. Da un quarto posto ottenuto per mera casualità, sfortuna, o per qualche millimetro in più nell’ampiezza del gruppo di colpi sul bersaglio, o chissà per quale destino avverso, si passa al quinto e così via fino al decimo posto in classifica. Si tratta sempre di piazzamenti degni di rispetto ma, pensando a quanto verificato durante le fasi di allenamento, o a quanto accadrà in una prossima competizione, l’obiettivo è quello di approdare a risultati La pistola Le Page a pietra, uno dei più più gratificanti. Tutto ciò vale sia per i tiratori sia per famosi cavalli di battaglia della ditta Pedersoli. Nella gara europea di Parma le armi utilizzate, tanto che anche in casa ha conquistato una medaglia d’oro e una Pedersoli si può essere soddisfatti degli di bronzo in Wogdon. innumerevoli piazzamenti compresi tra il quarto e il decimo posto. Nelle gare a 25 metri, e nelle specialità Cominazzo, Wogdon, Forsyth e Peterlongo in particolare, ben dodici piazzamenti nei primi dieci posti di classifica con le pistole Le Page a pietra e a percussione, Mortimer a pietra, Mang, Kuchenreuter e con il revolver Remington Pattern. Sulla distanza dei 50 metri i piazzamenti d’onore sono stati tre, mentre ammontano a ventisei quelli entro il decimo posto nelle specialità Miquelet, Vetterli, Pennsylvania, Lamarmora, Halikko e Pforzheim. Le armi vanno dal Württembergischen al Bristlen, dal Mortimer a pietra allo Jäger, dal Brown Bess ai moschetti Anno IX/1777 e Prussiano. Nelle specialità a 100 metri Maximilian, Whitworth, Minié Lucca, Magenta e Rigby, le armi Pedersoli hanno fatto registrare diciannove piazzamenti entro il decimo posto, con ben quattro piazze d’onore. Tryon Creedmoor, Württembergischen, Jäger, Mortimer a pietra e Gibbs sono state le armi protagoniste. Dieci piazzamenti, infine, nelle gare di tiro a volo individuali e a squadre, con il solito fucile Mortimer a canna liscia calibro 12 in tutte e due le configurazioni a percussione e a pietra focaia. Il fucile Mortimer calibro 12 a percussione: oro e bronzo in Batesville e ancora un bronzo in Lorenzoni. Nella versione a pietra focaia, inoltre, ha conquistato sia l’oro e l’argento in Manton sia l’argento e il bronzo in Hawker. Conclusioni Anche la competizione sul suolo italiano, pertanto, ha confermato il successo della Davide Pedersoli. Le medaglie conquistate in questa occasione, soltanto due meno di quelle fatte registrare nel campionato mondiale dello scorso anno a Bordeaux, costituiscono un primato estremamente importante, specialmente se si riflette sulla diversa vastità delle due competizioni. La percentuale dei tiratori europei che utilizzano le armi Pedersoli è stata rilevata come la più alta (30%), e questo nonostante l’azienda gardonese non produca alcuni modelli impiegati in altre specialità. La Davide Pedersoli intende ringraziare tutti i tiratori che non hanno avuto dubbi sulla scelta di quei modelli la cui fama di precisione e affidabilità è oramai più che consolidata e si congratula con loro per i risultati conseguiti.