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RISPOSTA M.L.A.I.C.
sulla questione
C.N.D.A. – U.I.T.S.
Original Message ----From: Nancy & Don Malson
To: [email protected]
Cc: Jose Luis Perez Pastor; Kim Atkinson (MLAIC
Australia); Birgitta Hillvarn (MLAIC Sweden); Erich Illing
(MLAIC Germany); Frank Thibault (MLAIC Gr. Britain);
Ron Lovchik; Antonio Ferrerio
Sent: Sunday, September 16, 2007 9:43 PM
Subject: UITS response
Messaggio originale ----Da: Nancy & Don Malson
A: [email protected]
per conoscenza a: Jose Luis Perez Pastor; Kim Atkinson
(MLAIC Australia); Birgitta Hillvarn (MLAIC Sweden);
Erich Illing (MLAIC Germany); Frank Thibault (MLAIC Gr.
Britain); Ron Lovchik ; Antonio Ferrerio
Inviata: domenica 16 settembre 2007, ore 9:43
Oggetto: risposta ad UITS
Dear Sir:
Gentile signore:
I must preface this letter with the information that the
MLAIC is currently in the position of having no official
Secretary-General. My husband, Donald W. Malson, had
served in this position from his election in 2002 until his
sudden and unexpected death on May 9, 2007. Because
there is currently no provision in our Constitution for an
event such as this, a new Secretary-General will not be
elected until the next World Championship, which will be
held in August 2008 in Australia. In the meantime, I
have been appointed to continue with his correspondence duties.
Devo inanzitutto fare una prefazione a questa lettera
dicendo che ad oggi il MLAIC è nella situazione di non
avere nessun Segretario Generale. Mio marito, Donald
W. Malson, ha ricoperto questa carica dalla sua elezione
nel 2002 fino al giorno in cui è morto, il 9 maggio 2007.
Siccome il nostro statuto non contempla un evento di
questo tipo, non ci sarà nessuna altra elezione di un
Segretario Generale, almeno fino al Campionato del
Mondo che si svolgerà in Australia nel 2008. Nel frattempo sono stata designata per continuare a svolgere i
doveri di corrispondenza di mio marito.
Our MLAIC Constitution, as you may know, states the
following under section 120 (Committee Members):
121: Each participating country's National Association,
as recognized by the MLAIC, shall nominate an official
representative. All correspondence, registrations for
Championships, etc., shall be through this delegate.
122:
Delegates may change but the National
Association for each country shall remain the same,
unless that organization formally notifies the MLAIC of a
change in its country's representative body.
123: The MLAIC cannot admit a single club to represent
a country but can only recognize a federation or association of clubs. In the event that such does not exist,
it would be the responsibility of that country's National
Olympic Association to designate a representative body.
Il nostro statuto MLAIC, come lei dovrebbe sapere, stabilisce nella sezione 120 (Membri del Comitato) quanto
segue:
121: ogni Associazione Nazionale della nazione partecipante, come riconosciuta dal MLAIC, dovrà nominare un
rappresentate ufficiale. Tutta la corrispondenza, registrazioni per i campionati, ecc... dovranno passare attraverso questo rappresentante.
122: I delegati possono cambiare ma l’Associazione
Nazionale per ogni nazione deve rimanere la stessa, a
meno che questa organizzazione notifichi formalmente
al MLAIC un cambio nel proprio organismo nazionale.
123: il MLAIC non può ammettere un singolo club a rappresentare una nazione ma può solo riconoscere una
federazione oppure un’associazione di club. Nel caso in
cui questo non esista, sarà responsabilità della
Associazione Olimpica nazionale di designare un organo
rappresentativo della nazione stessa.
At this time, as you are aware, the CNDA is now, and has
been for a number of years, the representative muzzle
loading organization accepted by the MLAIC.
It
is regrettable that a conflict now exists within your country. Ideally, the UITS and the CNDA will be able to work
together to resolve this conflict and then notify the
MLAIC of that resolution. This is the advice of the MLAIC
Commission, to whom I presented your information
upon the arrival of the first communications you sent. In
any event, no action regarding membership of any
nation can be taken without the approval of the entire
board of MLAIC delegates, whose next meeting will take
place in Australia (in August, 2008, as previously
noted). For the good of the sport of muzzle loading
shooting within your nation, we hope that you will be
able to amicably resolve the conflict before that time.
Sincerely yours,
Nancy C. Malson
MLAIC Secretariat
Ad oggi, come lei è consapevole, è il C.N.D.A., così come
è stato per un numero di anni, il rappresentate dell’organizzazione dell’avancarica riconosciuta dal MLAIC. é
deplorevole che ora ci sia un conflitto all’interno della
vostra nazione. Idealmente UITS e C.N.D.A. saranno
capaci di lavorare insieme per risolvere questo conflitto
e poi comunicarne al MLAIC la risoluzione. Questo è un
consiglio della commissione MLAIC, alla quale io ho presentato la sua informazione circa l’arrivo della prima
conumicazione che lei ha inviato. In ogni modo, nessuna azione riguardante l’affiliazione di alcuna nazione puà
essere presa senza lìapprovazione dell’intero consiglio
dei delegati MLAIC, dei quali la prossima riunione verrà
tenuta in Australia (nell’agosto 2008 come le ho precedentemente scritto). Per il bene dello sport dell’avancarica all’interno della vostra nazione, noi ci auguriamo che
voi siate capaci di risolvere amichevolmente il conflitto
prima di quel periodo.
Sinceramente
Nancy C. Malson
Segreteria MLAIC
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Gli auguri del Presidente
In memoria di
Stefano Piovesana
Cari amici tiratori,
nello scorso numero non ho voluto tediarvi
con le mie consuete due righe, in quanto ho
voluto lasciare tutto lo spazio possibile ai già
molti quotidiani parmensi e riviste specializzate
del settore che hanno parlato di noi, anzi di voi,
veri interpreti del 12° Campionato Europeo
di tiro ad Avancarica.
Di questa manifestazione che dire, ormai si
è già detto tutto, ma una cosa non avete
ancora sentito: né io, né l’infaticabile
Valerio, né il prezioso Giancarlo abbiamo
intenzione di replicare un anno e mezzo
trascorso con il solo scopo di far ben figurare
la C.N.D.A. e l’Italia.
Quando viene a mancare un amico con il quale hai
condiviso le emozioni di tante
belle passeggiate in giro per
i poligoni di avancarica, dentro
di te provi tanto vuoto e impotenza. Le parole ti mancano, le
frasi di circostanza stridono. La
morte non l’ha colto impreparato, lui sapeva; qualche giorno
prima, in una mia visita in
ospedale, mi aveva detto, con
una voce segnata dalle sofferenze: “Caro boss sono arrivato
al capolinea”.
E questo obbiettivo è stato raggiunto.
Stefano ed io, ci eravamo conosciuti, al Tiro
a Segno, nel lontano 1988 in occasione della
tradizionale gara di avancarica che si metteva a
calendario nel mese di maggio di ogni anno ed era
subito nata una sana e forte amicizia.
Da quell’anno è sempre stato un entusiasta
archibugiere, attento ai consigli dei “veci” ma
prudente e critico, anche con se stesso, nello sperimentare i suggerimenti ricevuti.
La manifestazione è stata considerata da
alcuni stranieri la più bella manifestazione
organizzata negli ultimi dieci anni, da altri
più bella manifestazione in assoluto, e questo
è bastato a ripagarci dell’impegno profuso.
Non finirò mai di ringraziare i miei preziosissimi
collaboratori.
Nel corso di questo ventennio ha arricchito
tutti noi con la sua presenza; a lui non piaceva
girare intorno alle cose; era diretto, qualche volta
scomodo ma onesto e schietto, e quel suo modo di
fare, apparentemente burbero, celava una profonda
bontà di cuore.
A te, amico Stefano, che sei “al di là della
strada” un mio commosso ricordo, una preghiera personale ed un grazie da parte di tutti gli archibugieri
che ti hanno conosciuto per la forza vitale dimostrata
e per la tua partecipazione dove e quando serviva.
Certo, non è stata una impresa facile, in
quanto parte delle nostre energie erano
impegnate anche sul fronte UITS-CNDA.
Alla moglie Graziella, ai figli Michele e Andrea
e alla mamma il mio cordoglio ed il grazie di averlo
seguito per tanti anni in questa sua passione.
Silvio Cuman
Presidente degli archibugieri “Portus Naonis”
Di questo problema se ne è già parlato
abbastanza, anzi troppo, ed è stato affrontato
anche nella riunione del 2 dicembre a Parma.
Ormai tutto il mondo del tiro sa di cosa stiamo
parlando.
Chiudo questo breve intervento con un saluto
a voi tutti, un augurio di buone feste ed un
anno pieno di felicità e di successi in campo
sportivo.
Per chi volesse inviare materiale da pubblicare
(articoli, foto, disegni, ecc...) può scrivere, telefonare oppure
inviare una e-mail alla redazione:
Avancarica Magazine
c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61 - 48100 Ravenna
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Convention 2007
OWSS - SASS Italy
A fine anno è prassi comune fermarsi un attimo, volgere lo sguardo indietro, e fare il punto
su quanto si lascia alle spalle. Ed è per questo che la OWSS – SASS Italy s’è data un luogo,
Marina di Grosseto, ed un giorno, Sabato 25 Novembre scorso, al fine di riunire tutti gli associati
nella ormai tradizionale Convention di fine anno. Tutti (o quasi) rigorosamente in costume!
Ed è stata festa, una volta di più.
Festa iniziata con un aperitivo, offerto da Armi Sport e FAP F.lli Pietta, sponsor storici della
associazione, durante il quale il presidente Marte
“MarTex” Zanette ha tenuto il suo discorso per
ricordare i tanti successi raggiunti e le tante
imprese coronate da successo che hanno impegnato
l’associazione.
Primo fra tutti il grandioso successo
dell’Europeo di Tiro Western, il Days Of Truth,
organizzato tra mille difficoltà a causa dalla ostile diffidenza di alcune nazioni coinvolte. Ma, sarà che noi
italiani siamo dispettosi, e, sfidati, riusciamo a dare
il 120 %, fatto sta che i risultati del nostro impegno
hanno stupito perfino noi stessi.
Come non ricordare il Match Director, Arizona
Tom, quando diceva che mai aveva lavorato con un
team tanto affiatato ed efficace? O il presidente della
SASS, Boyd Davis, che non si faceva certo scrupolo
di riconoscere come il nostro evento fosse stato superiore alle più rosee aspettative, paragonabile soltanto a quello che, con ben altra esperienza e
ben altri mezzi riescono a fare negli USA.
Ma il 2007 non è stato solo DoT, ed il presidente
ha ricordato il campionato svolto, parallelamente a
quello di Long Range, limitato purtroppo dalla scarsità
di poligoni idonei ma che ha mostrato il grande
interesse verso questa disciplina.
Veniva poi pubblicamente elogiato e premiato il
nostro Riccardo “John Sheridan” Rosso, tiratore di
rilievo nel CNDA che gareggia per i colori della OWSS,
portandoli spessissimo agli allori, di recente è stato
medaglia di bronzo agli europei di Parma in
Kuchenreuter originale e 3° in campionato italiano in
Mariette.
Ancora è stato ricordato l’invio della squadra
italiana negli States, per partecipare, grazie
all’interessamento degli sponsors, al campionato
mondiale, il famoso “End Of Trail”. Un evento importante, che non poco ha contribuito a dare lustro alla nostra associazione.
Ma, dopo i ricordi, è stato il momento della grande novità: in virtù dell’eccellenza mostrata
in occasione del DoT la SASS americana ha scelto
proprio l’Italia per intraprendere una nuova forma di
collaborazione con le associazioni di tiro western
fuori dagli Stati Uniti, proponendo alla OWSS di
rappresentare a tutti gli effetti la stessa SASS sul
territorio italiano.
Accettando questa proposta la OWSS si è
trovata quindi ad essere in tutto e per tutto la SASS
ufficiale italiana, come emanazione della stessa SASS
con il compito di gestire, senza limiti di funzioni, tutto
ciò che riguarda il tiro SASS sulla nostra penisola.
Una tale attribuzione, come è evidente, attesta
l’enorme fiducia nelle capacità della giovane
associazione italiana, ed è assolutamente senza
precedenti. Con l’aiuto di tutti la OWSS, da ora in poi
SASS Italia - o Italy che dir si voglia - saprà senza
dubbio rispondere adeguatamente.
pagina 7
E mentre un’autentica ovazione accoglieva
questa notizia, si dava senza indugio inizio al
“Costume Contest”, o gara di costumi, simpatica
iniziativa intesa a sottolineare una volta di più come
l’aspetto ludico sia importante in questo tipo di
manifestazioni.
Dopodichè… tutti con le gambe sotto il tavolo!
Durante la cena si sono svolte le premiazioni
dei vincitori e dei “piazzati”. Sono stati premiati i
vincitori di categoria, della classifica generale, del
“Costume Contest”. I premi, tanti, sottolineavano
l’importanza della partecipazione e dell’impegno
agonistico, che rimane sempre presente e paritario
all’aspetto ludico.
Una volta distribuiti tutti i premi ai meritevoli,
seguiva la lotteria, autentico evento clou della serata.
Gli sponsors,
Pietta e Chiappa in primis, ma ben supportati dagli altri, che
con vera gratitudine andiamo a ricordare, e cioè Pedersoli,
Uberti, LCM, Emporio del West, Frederick Holster Maker, Stil
Crin, Wild Hog, Armeria Regina di Vittorio Veneto, ed il presidente “MarTex” a titolo personale, avevano messo in palio tanto
di quel ben di Dio che nessuno è andato a casa a mani vuote.
Ben cinque revolvers 1873 – quattro di Pietta ed uno di Uberti –
uno Sharps, un Winchester 1892, una Napoleon Le Page ed un
Kentucky a pietra focaia di Armi Sport erano senz’altro i pezzi
forti, ma non mancavano cinturoni, kit di pulizia, automodelli,
borse porta armi…
La generosità degli sponsors, unitamente a quella dei
convenuti, ha permesso quindi di raccogliere un cospicuo
gruzzolo, che andrà a servire una delle cause più nobili e
gratificanti.
Col ricavato della
lotteria, infatti, verranno acquistati degli
arredi, indispensabili
alla realizzazione di
una casa-famiglia per
bambini disabili orfani.
La casa-famiglia sarà
gestita dalla GE. DI. Onlus, chiunque volesse contribuire
a qualunque titolo potrà farlo contattando la SASS
Italia, tramite il sito www.OWSS.it o in ogni altro
modo.
Riteniamo, in questi giorni duri per chi condivide con
noi la passione per le armi, che questo semplice gesto
sia emblematico della sensibilità di chi ama le armi
non come mezzo per offendere, bensì come sport sano
e salutare, o come passione oplologica pura.
Durante la convention è stato inoltre presentato
ufficilmente il calendario per il prossimo anno, che
vedrà i cowboys italiani impegnati in un campionato
di quattro gare, più moltissimi collaterali volti a
diffondere lo spirito ed il piacere di questo gioco,
oltre all’appuntamento col campionato europeo che
si svolgerà in Slovacchia, per partecipare al quale la
SASS Italia sta organizzando una trasferta ad
adesione libera, oltre all’invio di una rappresentanza
italiana anche all’edizione 2008 dell’End Of Trail in
America.
Se anche tu senti agitarsi il cowboy che è in te…
Contatta la SASS Italia, chissà che non ci si ritrovi
seduti a fianco, in occasione della prossima
Convention!
pagina 8
Un europeo dietro le quinte
Non si poteva chiudere un’annata storica
per l’avancarica italiana e per la C.N.D.A.,
come quella di quest’anno, senza tornare ancora
una volta sull’avvenimento più importante che
l’ha caratterizzata, il XII° Campionato Europeo
di Parma.
Ci si torna volentieri per parlare di un
organo vitale che, grazie al suo cuore ed al suo
intelletto, e perché no, anche alla sua manualità,
ha permesso la realizzazione e l’indiscusso
successo dell’evento, il comitato organizzativo
ed i suoi collaboratori.
L’organizzazione e la gestione di una
manifestazione come quella andata in scena a
Parma non si trova nell’uovo di Pasqua, ma è
stata frutto di un anno e più di lavoro preparatorio, fatto di contatti con le istituzioni, con gli
sponsor e con i fornitori, cercando di pianificare
ogni più piccolo ed apparentemente insignificante dettaglio.
Con Giovanni Gentile al timone hanno
navigato, a volte con burrasca e mare grosso,
Giancarlo Moro, che ha curato tutto il materiale
cartaceo e la logistica, Giorgio De Paoli,
Antonio e Alberto Ferrerio, Giorgio Cavicchi e
Valerio Andriotto, col suo furgone modello
“ETA BETA” sino all’approdo di Parma 2007
dove, pochi giorni prima del via, sono stati
affiancati dall’amico Alois Litschmann che ha
preparato il prezioso supporto informatico
dell’evento, gestendo al meglio qualcosa come
trecentocinquanta tiratori con milletrecento
prestazioni e relative classifiche, ”numeri che
fanno girare la testa” direbbe un noto attore
comico.
Al via ufficiale la macchina organizzativa
si era allargata grazie al supporto di Marco ed
Andrea Ferrerio, di Alessandro Cesari, Pierino
Montanari, Daniele Saccomandi, Dell’Avo, Elia
Zanella, Eugenio Ciuffi, Enrico Siclari, Fabio e
Moreno Boni, Maria Giuseppina (Pina) De
Paoli, Amanda, Jessica e Sofia, Franz e
Gualtiero Fabbri e la figlia di Silvia Chiappa,
Roberta. Un altrettanto valido e prezioso contributo è arrivato da Ammirata da Fausto Vicari
e dall’amico croato Branko Nikolic, intervenuto
a colmare un vuoto creato inopinatamente dal
capriccio di un direttore di tiro.
E come non parlare e sottolineare la
partecipazione del presidente Bicocchi, dei soci e
dei dirigenti del tiro a segno di Parma e della
Compagnia SPTA, sempre presenti e vigili a che
tutto filasse nel migliore dei modi, alla pari dei
numerosi tiratori italiani che, liberi da impegni
agonistici, si sono prestati a dare una mano.
Poi, come in tutte le feste che si rispettino,
quando gli ospiti se ne vanno, ci sono i cocci
da raccogliere, i piatti da lavare e lavorare di
ramazza, e questo, tanto per non farsi mancare
nulla, se lo sono nuovamente accollato
Gentile, Moro, Andriotto, Antonio Ferrerio e
Saccomandi.
Vorrei chiudere con una personale
considerazione ed una domanda rivolta ai
tiratori d’avancarica della C.N.D.A., non vi sembra
che con un’organizzazione come quella esibita
per Parma 2007, sarebbe un peccato non
pensare ad un futuro Campionato Mondiale
nuovamente in Italia?
Francesco Fabbri
Sofia desidera augurare a tutti gli amici dell’avancarica, al Presidente
della C.N.D.A. ed a tutti quelli che hanno collaborato all’ottima riuscita dei
Campionati Europei a Parma, Felici Feste e
un 2008 ricco di soddisfazioni, sicura di
rivedere tutti quanti in forma, pronti a
nuove e belle emozioni in pedana.
Da parte sua l’impegno è di
regalare altri sorrisi e di essere ancora
utile alla famiglia dell’avancarica italiana.
Nella foto: una “renna” di Babbo Natale,
(dicono che le corna portino bene!)
Francesco Fabbri
pagina 9
1° Gara notturna
di Tiro alla Candela
Martedì 11 settembre alle 20,30 in
buon numero, ci siamo recati al Tiro a
segno di Ravenna per partecipare alla
prima gara di tiro alla candela. Gara nuova
e soprattutto a sorpresa.
Le misure di sicurezza prescritteci e
la presenza di un volontario della protezione
civile con incarico di “pompiere”, lasciava
presupporre che le candele oggetto della
gara fossero simili ai ceri votivi portati in
processione. Niente di più sbagliato, si
dovevano spegnere delle candeline piccole,
ma piccole che a malapena si intravedevano
a 10 metri, figuriamoci a 25……
Dopo avere risolto i problemi logistici
di spegnimento delle candele dovuti al
vento, (chi volesse sapere come abbiamo
fatto, si iscriva alla prossima gara) abbiamo
spento le luci e ……. non si è visto più
niente.
Solamente Nanetti, munito di
occhiali da vista “notturni” e gomitiera
regolamentare, riusciva a colpire il supporto di legno facendo cadere la candela. Il
giudice unico, regolamento alla mano, gli
annullava il colpo, lo mandava a riaccendere la candela e la gara proseguiva.
Anche Romanini, che con il buio pesto
si distingueva per delle rosate da 4-5 centimetri di diametro che facevano da corona alla “fiammella” della candela.
Filipponi, Strocchi, Viviani, Ricci e Angelini,
da comuni mortali non prendevano in una
“candela”.
Dopo avere ripreso più volte la gara,
interrotta per avere colpito il supporto e
non la candela, “ET Marco”, ci ha lasciato
con un palmo di naso colpendola perfettamente al centro.
Il suo esempio è stato seguito a ruota
da uno strepitoso Romanini, che si è appropriato della piazza d’onore e da Strocchi
classificatosi al terzo posto.
Mancava a quel punto il quarto classificato, ma la rimanente pattuglia di
tiratori non ne imbroccava una e le candele
rimanevano desolatamente accese.
Alla fine Angelini, non si sa ancora
come, è riuscito a centrare la candela e la
gara è così terminata.
Questa la CLASSIFICA FINALE
1° Nanetti Marco
tempo 35”
2° Romanini Paolo
tempo 4' 28”
3° Strocchi Fulvio
tempo 5' 3”
4° Angelini Ivo
tempo 10' 24”
Alchimista
Nelle foto,
dall’alto
in basso:
alcuni momenti della gara notturna
e di alcuni tiratori partecipanti
pagina 10
Un britannico
per la Confederazione
articolo a cura di
Stefano Starnini -14mo Louisiana
Foto cortesemente concesse da:
Dott. Nicola Casentino, Eric Bizet, Ingo Rolletter
Verso la metà del diciannovesimo
secolo l’esercito inglese emise una specifica
per un nuovo moschetto, quindi un’arma da
poter impiegare facendo fuoco almeno su 2
ranghi.
Esso doveva poter unire la producibilità
in grandi numeri e l’affidabilità del suo grande
predecessore, il Brown Bess, alle prestazioni
balistiche del Baker Rifle.
Alcune curiosità: il Brown Bess venne
utilizzato nelle sue varie versioni, Long
Pattern, India Pattern, ecc..., sin dalla guerra
di Indipendenza Americana ad oltre le guerre
napoleoniche e, parzialmente, alla rivolta dei
Sepoys in India, con un’appendice finale
quando ormai, considerato ormai obsoleto per
l’impiego negli eserciti europei, fu utilizzato
dall’esercito messicano sia nella guerra di
Indipendenza del Texas (1835 ÷ 1836) che
quella con gli Stati Uniti (1846 ÷ 1848) dove
molti degli ufficiali, futuri generali nella
Guerra Civile Americana, ebbero le prime
occasioni di dare prova di se.
Altra curiosità: sembra che la parola
“rifle”, fucile, derivi dal tedesco “rifeln”,
rigatura, furono per primi gli emigrati tedeschi
e nordeuropei al servizio dell’esercito
indipendentista americano ad impiegare a
scopo bellico uno strumento allora prevalentemente da caccia, il fucile rigato appunto
nelle sue varie versioni dalla più vetusta
“Jaeger” a quella più moderna “Kentucky”.
Nacque quindi il British Pattern 1853
Enfield rifle-musket a 3 fascette (bands):
Calibro
.577 inches
Lunghezza canna
39 inches
Lunghezza arma con baionetta 73 inches
Peso dell’arma completa
9.19 lbs.
Peso del proiettile
540 grs.
Peso della polvere
75 grs.
Diametro del proiettile
.562 inches
Inches: pollici - Lbs: libbre - Grs: grani
pagina 11
Il P53, che otterrà, purtroppo visti
gli impieghi di natura bellica, un successo
enorme tale da poter essere paragonato a
quello più recente del AK 47. Fu dunque
utilizzato in vari teatri e prodotto in paesi da
loro assai distanti. Solo per citare alcuni
esempi, oltre all’Inghilterra, di cui parleremo,
in Belgio, nella manifattura governativa di
Liegi, od in maniera più o meno artigianale in
Afghanistan, India e Stati Uniti utilizzando a
volte anche parti provenienti dalla produzione
inglese.
foto 1
L’uso più esteso del P53 fu durante la
Guerra Civile Americana (1861÷1865) su
entrambi gli schieramenti, Nord e Sud, tale
da meritarsi la menzione ufficiale di “arma
d’ordinanza regolamentare dell’esercito confederato” e di “secondo moschetto del Nord”.
Il 20mo Maine, del Colonnello Joshua
Chamberlain, famoso per la difesa di Little
Round Top come immortalato nel film
“Gettysburg”, era armato di Enfield anche se
molto probabilmente come da tradizione unionista con canna ed accessori in metallo lucidi
avendo avuto cura i depositi dell’esercito di
rimuovere la brunitura che era normalmente
effettuata in sede di produzione (foto 1).
L’Enfield più comunemente, meglio
dire universalmente impiegato nella Guerra
Civile Americana fu il Pattern 1853 “terzo
tipo” e prevalentemente nelle versioni prodotte dalle varie ditte commerciali e non
governative a Birmingham e Londra. Invero
una piccolissima percentuale del “secondo
tipo”, con molle sulle fascette, fu impiegata,
circa 10.000 contro un totale di 733.400
prodotti dalle ditte private di Birmingham e
344.800 da quelle di Londra. Il processo
manifatturiero militare inglese dell’epoca,
prevedeva l’impiego a contratto di produttori
civili per la fornitura armi. Queste ditte,
spesso a prevalente conduzione familiare,
pur utilizzando processi non dissimili, ma
certamente non così ripetibili, da quelli utilizzati
un secolo dopo finivano per creare di ogni
fucile un’opera fatta a mano.
Questo il maggior difetto lamentato
sul P53 Enfield: che le parti da un fucile all’
altro assai spesso non fossero intercambiabili.
Alla fine degli anni cinquanta del diciannovesimo
secolo 2 aziende controllate dal Governo
inglese: la Royal Small Arms Factory, RSAF, e
la London Armoury Company Ltd., L.A.Co.,
di Bermondsey, appena a sud di Londra,
avevano già dimostrato come un sistema di
produzione con macchinari industriali fosse
il metodo finalmente disponibile per una
efficiente, economica e ripetibile produzione
di armi da fuoco le cui parti fossero oltre
tutto pienamente intercambiabili.
disegno 1
continua nelle pagine successive
pagina 12
Questo significò la definitiva condanna
del sistema su commissione alle aziende
di armaioli privati che sopravvisse ancora
per qualche tempo solo grazie agli ordini
d’acquisto piazzati dagli agenti di Unione e
Confederazione letteralmente affamate di
moschetti con cui poter equipaggiare i
reggimenti che si affrontavano nei vari campi
di battaglia del fronte americano.
disegno 2
Cosa disponibile oggi sul mercato
per il rievocatore ed
il tiratore ad avancarica
A partire dal 1974 una ditta inglese ha
introdotto una replica dell’Enfield P53 sul
mercato seguita successivamente da altre due
note aziende italiane. L’iniziativa, veramente
lodevole, fu eseguita riproducendo stampi e
dime originali dell’Enfield “quarto tipo” prodotto
alla RSAF. Tutto perfetto? Per me e per le
migliaia di rievocatori della guerra civile
americana non tanto.
disegno 3
Il modello interessato, prodotto nel
periodo 1861 ÷ 1865, non fu utilizzato
come fucile ad avancarica ma dopo aver
riposato nei depositi dell’esercito inglese
fu a partire dal 1866 progressivamente
trasformato dalla RSAF in fucile a
retrocarica con bossolo metallico, brevetto
Snider, andando a costituire il modello
Snider-Enfield .577. Tutto qua? Purtroppo
no.
Il “quarto modello” prevedeva
piccole innovazioni e modifiche negli
accessori di cui tratteremo di seguito
non incluse nel modello in oggetto, ed
inoltre anche se la parola definitiva non
potrà mai essere detta sembra che nessun
moschetto prodotto dalla RASF sia mai
stato venduto ad agenti americani ed anche i
pochissimi modelli prodotti dalla La. Co. in uso
nel teatro americano dovrebbero essere stati
del secondo tipo, vecchi stock di cui il governo
inglese fu molto lieto di disfarsi. Pertanto le
relative punzonature e marchi previsti sulla
piastra (lockplate), canna, calcio, per non
parlare delle diversa forma delle boccole per
le viti fissaggio piastra, dovrebbero essere del
tipo in uso presso le aziende civili a contratto di
Birmingham e Londra e non quelle in uso presso le fabbriche governative.
Trattare l’argomento dei diversi marchi
e punzonature richiederebbe molto più spazio
di quanto concesso al presente articolo e non
verrà pertanto ulteriormente approfondito. Se
un certo interesse fosse manifestato all’editore
questo potrebbe essere trattato in futuro.
disegno 4
pagina 13
Differenze costruttive
fra Enfield P53
terzo e quarto modello.
disegno 5
Tenterò di descrivere brevemente solo
le differenze più evidenti, quelle facilmente
riconoscibili anche ad una certa distanza. Le
fascette prevalentemente oggi in uso, un solo
costruttore le ha abbastanza corrette, sulle
repliche sono del tipo “Baddeley” invece che
“Palmer”. (disegno 1 e 2)
Le anelle tendicinghia sono parimenti
del modello sbagliato (disegno 3). Le boccole
sottotesta delle viti utilizzate per il fissaggio
della piastra erano prevalentemente del tipo
ad “orecchie tonde” solo per i modelli costruiti
dalle officine governative.
Tutti i moschetti prodotti a
Birmingham, marchiati Birmingham Small
Arms Trade (BSAT), e la stragrande maggioranza di quelli prodotti a Londra dagli
armaioli civili montavano quelle ad
“orecchie quadrate” (disegno 4 e 5 e foto
2). La tacca di mira dovrebbe essere
tarata per le 900 yarde. (foto 3)
foto 2
Cosa fare?
Per chi non potesse come il Dott.
Nicola Cosentino entrare in possesso di
un modello originale dell’epoca la risposta
più semplice è di essere in ogni caso
soddisfatti che repliche di un moschetto
con tale storia e prestazioni siano state
rese disponibili.
Negli Stati Uniti esiste un fiorentissimo
mercato di conversioni eseguite da armieri più
o meno, purtroppo sembra prevalentemente
meno, esperti su marchi e varianti.
foto 3
Varie ditte rendono invece disponibili
parti di ricambio od anche parti originali per
poter “storicizzare”, attenzione all’intercambiabilità precedentemente menzionata, il proprio moschetto.
Alcune delle foto in questo articolo sono
state eseguite su modelli commerciali modificati
a tale scopo. Ringrazio gli amici Eric Bizet e
Ingo Rolletter del 5th Virginia per avermele
inviate.
Ultima ma purtroppo ritengo remota
soluzione che qualcuno dei produttori attuali
di repliche spinto dalla curiosità, e compreso il
mercato potenziale, non riconsideri seriamente
anche solo la produzione di un kit da vendere
a parte od in alternativa a quanto ad oggi
usato.
continua a pagina 14
pagina 14
Un britannico al servizio di un’altra
guerra per il Sud?
Stefano Starnini
La Royal Navy anche se in
maniera apparentemente “discreta”
appoggiò l’impresa di Garibadi vigilando affinché i piroscafi inermi e
carichi di uomini potessero non
essere intercettati dalla marina
napoletana.
Una partita consistente di
P53 Enfield, “terzo tipo”, fu inoltre
distribuita tra i Mille. Queste armi, o
forse sarebbe meglio dire quante ne
resta, dopo varie traversie sembra
siano giunte nelle armerie della
Gendarmeria di San Marino ove ad
oggi dovrebbero ancora giacere.
Stefano Starnini
Da sempre appassionato di
cose militari è rievocatore della guerra civile
americana da oltre dieci anni. In contatto con
vari gruppi europei insieme ad altri rievocatori
e tiratori ad avancarica ha costituito nel 2005 un
nuovo gruppo tutto italiano: il 14th Louisiana
che ad oggi comprende una quindicina di fanti
più alcuni civili.
Il 14mo LOUISIANA è più che lieto di
contattare chiunque abbia curiosità, domande
o voglia di fare qualche uscita o campo.
Chi volesse contattare Stefano
può farlo telefonicamente al
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scambi?
pagina 15
LA BOURSE AUX
ARMES DI PARIGI
a cura di Paola Andrean Serafini
Anche quest’anno si è svolta a Rungis il 21 ottobre scorso, l’edizione autunnale della
“Bourse aux armes de collection”, organizzata dall’agenzia’ARCH’TEC/ ARCHEN ASSOCIES con
la partecipazione di: Cibles, Gazette des Armes et Uniformes, Action Gun, Militaria Magazine,
Figurines, Traditions.
Parigi è sempre splendida e l’autunno
con i suoi colori la rende ancor più affascinante,
se poi c’è l’occasione di partecipare ad una
fiera che è la più importante d’Europa nel
suo genere, beh…Parigi val bene una “MESSE”
(per dirla alla tedesca!)
L’Espace Jean Monnet ospita più di 200
espositori divisi in due sale, una per i collezionisti privati, che vendono i loro oggetti da
collezione a prezzi di solito più bassi di
quelli dei commercianti, che occupano una
sala molto più grande, ma che offrono pezzi
più pregevoli e ricercati e anche garantiti,
come Mr.Philippe Ledoux di Glos-la-Ferrière
che rilascia un certificato di vendita con
la foto dell’arma, una particolareggiata descrizione, con ricerca di eventuali marchi e valore di
mercato.
Le foto che seguono sono solo alcune delle tante che ho scattato, nel tempo di un’ora o
poco più (perché a causa degli scioperi dei trasporti, sono arrivata solo due ore prima che la
fiera chiudesse!) cercando di cogliere le cose più interessanti.
Vi propongo questa piccola vetrina con pistole a due, quattro e sei canne, rivoltelle da
“Apache”, Colts, Sharps pepperbox, Remington Derringer e armi provenienti dal Marocco,
Algeria, Albania, Turchia, ma anche un fucile argentino, una bella coppia di pistole da Mamelucco
à pied con relativi Koburg finemente ricamati in filo d’oro e poi ancora spade, medaglie, elmi,
ma non solo armi antiche vi erano anche armi moderne, divise, libri, punzoni il tutto esposto in
circa un chilometro di tavoli!
continua a pag. 16
pagina 16
pagina 17
continua a pag. 18
pagina 18
pagina 19
Lettera aperta
ai presidenti nazionali del C.N.D.A
e della UITS ed ai rispettivi consiglieri
Ravenna, 2 settembre 2007
Egregi presidenti Enfried Obrist e Giovanni
Gentile, spett.li consiglieri, sono un collaboratore
della testata “Il Resto del Carlino-Romagna” per il
quale scrivo sul tiro a segno e su tutte le attività delle
sezioni romagnole del TSN.
Essendo un appassionato di tiro a segno e
praticando anche l’attività di tiro ad avancarica, sono
tesserato per l’UITS e per la CNDA, e, come me, un
migliaio d’appassionati con il doppio tesseramento.
Da un pò di tempo, troppo, assistiamo ad una
diatriba tra l’UITS e la CNDA sulla quale chiedo, certo
di interpretare il desiderio di tanti, ne rendiate conto
ai vostri tesserati, una volta per tutte, con risposte
franche e veritiere, senza bizantinismi e proclami,
evitando cadute di stile come il liquidare un
Campionato Europeo con l’alto Patrocinio del
Ministero dello Sport come una generica “manifestazione sportiva”.
Premetto che, personalmente, sono favorevole ad una casa comune del tiro a segno, così come
avviene in tanti altri Paesi, e che avrei approfittato
dell’Europeo d’avancarica a Parma per riallacciare i
contatti tra le parti, detto questo, per agevolare le
vostre risposte, vi pongo alcuni quesiti.
Al Presidente dell’UITS, Enfried Obrist,
chiedo, cosa ostacoli l’ingresso della CNDA nella
Unione, come disciplina sportiva associata?
Se il nascente, nuovo statuto, non lo prevede,
cosa impedisce all’Unione di inserire una nuova voce
a hoc? Sono ragioni di bilancio? Si tratta di “poltrone
o posti a sedere”?
L’Unione vuole fare un campionato ufficiale
d’avancarica? (Avendo come associata una struttura
già esistente e funzionante come la CNDA, membro
fondatore e permanente del MLAIC, si troverebbe
con un campionato ed un’attività internazionale già
“confezionati”).
Mi sembra che tentare, non so con quale
successo, di organizzare un campionato d’avancarica
in contrapposizione alla CNDA, contando sull’appoggio di qualche Presidente di sezione, sia di quelle
strade che non rendono.
L’improvvisazione ed i personalismi di certi
dirigenti non pagano, i malumori dei tiratori sulle
carenze organizzative e di chiarezza sulle regole nei
campionati di bench rest ed ex ordinanza, come sono
giunti alle mie orecchie di cronista, non possono non
essere arrivate anche all’Unione.
Al presidente della CNDA, Giovanni Gentile,
chiedo perché voglia traghettare, a tutti i costi,
l’avancarica nell’UITS? Se vi sono difficoltà oggettive
ed insormontabili, perché non percorrere la strada di
un’iscrizione al CONI come Federazione Sportiva,
come già esistono la FITAV o la FIDASC?
Non essendoci mai stato alcun campionato
italiano d’avancarica organizzato dall’UITS, come tra
l’altro ha dichiarato lo stesso presidente Obrist in
un’intervista rilasciata all’organo ufficiale dell’Unione,
non dovrebbero esserci ostacoli, contando anche
della presenza all’interno della CNDA dei Gruppi di
rievocazione storica e del tiro Western.
Ed in ultimo, viste le difficoltà crescenti,
perché non lasciare le cose allo stato attuale?
La CNDA continuerà la propria attività nazionale ed
internazionale come ha sempre fatto in questi
trent’anni di vita. L’UITS continuerà nel suo doppio
ruolo, d’Ente Pubblico e di Federazione sportiva,
rappresentando il tiro a segno in tutte le sue forme ed
espressioni, tranne il tiro a volo, il tiro con armi da
caccia, l’avancarica, il tiro storico ed il tiro western.
Se esiste ancora la volontà di un confronto
tra persone civili, per il bene di tutto il movimento del
Tiro a Segno Nazionale, suggerisco la creazione di
un tavolo di lavoro, affidato ad un gruppo concordato
da entrambe le parti, con ampi margini di trattativa e
decisionali, escludendovi, a priori, quei dirigenti che
hanno contribuito, col loro operato, a creare questo
stato di disagio.
Per finire, auspico, un ritrovato clima di
cordialità e serenità tra l’UITS e la CNDA, così
da evitare, a noi tesserati e ai dirigenti di sezione,
imbarazzanti e sgradevoli prese di posizione, anche a
seguito delle ultime “chiamate a raccolta” tramite
intranet.
Cordialmente,
Francesco Fabbri.
pagina 20
o
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m
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C
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i
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n
Ca
Immagino sia accaduto a più di un lettore della
nostra rivista, l’occasione di parlare delle antiche canne di
damasco, immagino pure si siano ripetuti giudizi avventati
privi di riscontro obiettivo. “…Fucili ad avancarica e canne
di damasco? Scoppieranno le canne!… e gli occhi?…” Così
mi diceva un sapiente confratello in S. Huberto in una
brumosa mattina mentre, con la mia doppietta a
bacchetta col 14 costruita in Francia nella seconda metà
dell’800, con le canne “Cannonier Bernard de Paris”, vagavo
in una larga alla ricerca di una improbabile allodola…
Questo ed altro ancora si è sentito più volte col
ritornello della pericolosità della canna di damasco. Spiace
rilevare che i più abbiano una conoscenza assai sommaria
di cosa sia realmente il damasco, quali i processi di
fabbricazione, quali le sue caratteristiche peculiari. A queste
carenze sono dovuti i soliti luoghi comuni.
Nella seconda metà del settecento nascono le
prime canne di damasco, l’esperienza aveva largamente
dimostrato “… che le nuove canne risultavano più resistenti
delle antiche a parità di peso e potevano essere anche
notevolmente alleggerite; la loro incomparabile bellezza
le rese anche apprezzatissime
dal lato estetico…”.
Le numerose richieste
stimolarono l’inventiva dei tanti
cannonieri, così si ebbero vari
tipi di canne di damasco, spesso
indicate coi nomi più fantasiosi.
Tra i tanti eccelsero i fratelli
Nicolas e Leopold Bernard di
Parigi che sin dal 1830 fabbricarono canne di damasco il cui
pregio era eguale se non
superiore a quelle che già si
fabbricavano a Birmingham
ritenute le migliori.
“… Le canne di damasco
di Leopold Bernard che esprimono
il massimo livello raggiunto da
questa affascinante tecnica
produttiva sia sotto il lato meccanico, sia sotto quello estetico…
sotto quest’ultimo profilo le
canne di Bernard sono contraddistinte da un tessuto a piccoli
tratti, quasi minuscoli rettangoli
allungati, anziché dalla tradizionale
“rosetta” più o meno lunghe e
complesse presenti nei migliori
damaschi di scuola belga o
inglese”.
La loro rinomanza era tale che troviamo canne
Bernard in armi di pregio di ogni paese (si arrivò persino
ad imitarle), regolarmente collaudate e certificate ottime
dai rispettivi banchi di prova già esistenti in Inghilterra, in
Francia ed in Belgio (tranne che in Italia e ciò contribuì a
disprezzare le armi di pur validi nostri armaioli), dove con
prove scrupolose e severe si saggiava la robustezza delle
canne e quindi la loro affidabilità al tiro. Innumerevoli le
prove avvenute nel momento della diatriba sulla resistenza
delle canne di damasco e quelle di acciaio.
Rimando i miei lettori a quelle citate da Giulio
Franceschi, a quanto dice il gen. Federico Negri: “… Per
quanto concerne la resistenza delle canne di eccellente
damasco all’uso delle polveri infumi ricordo l’opinione del
generale Journée il quale, a seguito di numerose esperienze, afferma che le canne di damasco già da tempo
usate, resistono molto bene alle cariche normali di polveri
infumi perché queste danno pressioni massime più basse
di quelle sviluppate di cariche normali di polvere nera a grana
fine che frequentemente venivano usate in dette canne…”.
Sulle prove di solidità delle canne se ne è occupato
con ampio studio e dovizia di particolari Gianroberto Lupi:
tra le tante si sofferma su quella promossa dal giornale
inglese “The field” (1891), dove si giunse a sparare in
canne di damasco e di acciaio del cal 12, cariche via via
maggiorate; a partire da gr. 11.57 di polvere Curtis e
Harvey n° 4 T.S., e gr. 56.7 di pallini, sino ad arrivare a
gr. 18.69 di polvere e gr. 340,2 di pallini (!), e solo allora si
ebbe lo scoppio delle canne di
damasco; la prova continuò
lasciando identica la carica di
pallini e aumentando ad ogni colpo
la carica della polvere di gr. 0,89,
sino a che con gr. 28,48 (!) si
ebbe lo scoppio delle canne di
acciaio.
“… Questi esperimenti
mostrano quale largo margini di
sicurezza esiste in una buona
canna di fucile, quando si sparino
cariche normali… Cosicché,
sebbene le canne di acciaio
siano apparse nettamente più
resistenti, quelle di damasco
possedevano un tale eccesso di
robustezza, rispetto ai bisogni
ordinari, che il loro uso non
avrebbe presentato in pratica,
nessun pericolo. Del resto, non
vediamo anche ora, fra le mani
dei cacciatori, molti vecchi fucili
di fabbriche nazionali e estere, od
anche costruiti da famosi artigiani,
come gli Zanotti, i Toschi, ecc...,
con canne di damasco che
resistono e sparano ancora
perfettamente?”
dott. Piero Raggi
Federico Negri, “Il fucile da caccia, armi, munizioni, tiro” 3a edizione, Editoriale Olimpia, 1951, pp. 29-30.
Marco Scipioni, “Tacarmi”, agosto 1998, p. 63.
Giulio Franceschi, “Manuale del Cacciatore” 5a edizione, Hoepli, 1916, p. 53.
Federico Negri, op. cit., p. 107.
Gianroberto Lupi, “Grandi fucili da caccia europei” 4a edizione, Editrice Olimpia, 1993, pp. 71-77.
pagina 21
Trofeo GHEDINI
6 e 7 ottobre 2007
T.S.N.
Milano
Una bellissima giornata di
sport e d’aggregazione che merita
un doveroso rilievo su Avancarica
Magazine per essere ricordata
per l’alto significato che essa ha
rappresentato.
La manifestazione è stata
programmata presso il poligono
“Cagnola” di Milano, ed organizzata
dalla A . N . P . S . (Associazione
Nazionale Polizia di Stato).
L’evento è nato per
ricordare la figura del
Maresciallo Maggiore Dino
Ghedini caduto in servizio
per mano di terroristi,
lasciando la moglie e due
figli.
La manifestazione
quindi era riservata a tutte
le Associazioni d’Arma ed
alle Compagnie di Tiro ad
Avancarica.
A rappresentare la C.N.D.A. erano
presenti la compagnia AB (Avancarica
Brentari) e la A P N (Bombardieri del
Polesine) che, entusiasticamente, hanno
risposto all’invito presentandosi nella divisa
ufficiale.
Particolarmente gratificante è stata
l’accoglienza riservataci dal responsabile
dell’organizzazione del trofeo, il signor Di
Matola.
(continua nella pagine successive)
Un’organizzazione impeccabile ha contraddistinto questo evento
organizzato dall’A.N.P.S. (Associazione Nazionale Polizia di Stato)
pagina 22
altri momenti
della giornata,
in alto: foto di
gruppo per
Andriotto,
Tivelli, Casucci
ed Arrigoni,
al centro:
Arrigoni scherza
con Moro
durante il pranzo,
ed infine:
in basso
premiazione
per Orso
Egli, ponendo l’accento sulla
nostra appartenenza alla Nazionale
Italiana di Tiro ad Avancarica
C.N.D.A. ci ha presentato al Tenente
Generale De Benedittis della Polizia
di Stato, 83 anni portati superbamente, che, con la sua simpatia e le
sue battute, ha saputo alternare i
momenti gioia a quelli di commozione
nel ricordo dei caduti.
Aggirandoci tra gli
impianti del p o l i g o n o
incontriamo con piacere 2
storiche figure della
Avancarica Italiana, Enrico
Zangirolami ed Osvaldo
Martinelli. Per entrambi il
tempo sembra essersi
fermato, ancora sulla breccia
con spirito giovanile e fischietto
in bocca.
Una volta ultimate
le previste gare di tiro, è
iniziata la parte protocollare,
di certo non meno suggestiva
col un picchetto d’onore a
presentare le armi all’ammaina bandiera, accompagnata dall’Inno di Mameli,
un momento d’intensa
commozione per tutti i
presenti.
Siccome “tutti i salmi
pagina 23
finiscono in gloria”, terminata la cerimonia
ufficiale e dopo il rituale scambio di gadget e
foto di rito, ci siamo ritrovati a
tavola per gustare un sontuoso
pranzo conviviale preparato
dalle gentili signore dell’organizzazione, col signor Di Matola
e la gentile figliola nel ruolo
d’anfitrioni, pranzo che ci ha
proposto un sapiente mix di
specialità culinarie milanesi e
dolciumi assortiti tale da
rappresentare un vero e
proprio attentato alla dieta del
consigliere nazionale della
C.N.D.A. Giancarlo Moro.
un premio anche per Arrigoni...
Alle quindici le premiazioni presso uno stand nel
piazzale del TSN di Milano,
dove il Tenente Generale De
Benedittis ricordava il sacrificio
del Maresciallo Maggiore Dino
Ghedini, consegnando alla moglie ed al
figlio un riconoscimento, con un ringraziamento per tutti i gruppi delle Forze
Armate intervenute, evidenziando la
nostra presenza, elogiandoci per la
partecipazione numerosa e qualificata,
anche per le presenze femminili tra le
nostre file.
Negli interventi di rito è stato il
Consigliere Nazionale della C.N.D.A.,
Giancarlo Moro, in sostituzione del
Presidente Nazionale, Giovanni Gentile,
indisposto, a portare il saluto della
Consociazione agli organizzatori, ai
partecipanti ed ai famigliari del
Maresciallo Ghedini.
(continua nella pagine successive)
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la C.N.D.A. era rappresentata
dal consigliere Giancarlo Moro
Ve n d i ... c e r c h i ...
scambi?
pagina 24
Non riportiamo nessuna
classifica finale perché la parte
sportiva del trofeo ricopriva solo
un ruolo marginale, tanto alto era
il significato di questa manifestazione, tesa a ricordare le Forze
dell’Ordine ed tutti i loro caduti,
per assicurare la tutela delle istituzioni democratiche, il rispetto
delle legge e la sicurezza di tutti
noi cittadini.
Una bella esperienza sicuramente da ripetere, per il prossimo anno, auspicando che possa
entrare a far parte degli appuntamenti ufficiali della C.N.D.A.,
evitando anche che altri poligoni
vicini, come Codogno, organizzino
gare concomitanti.
AB – APN - BomPol
altri flash del Trofeo Ghedini:
con un momento del pranzo e delle premiazioni
Per tutte le altre
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pagina 25
alcuni momenti del Trofeo Ghedini:
in senso orario:
l’ammaina bandiera,
Tivelli e Moro
all’ass...aggio
del pranzo...,
foto di gruppo
per i tiratori
della C.N.D.A.,
ed infine
una visione
d’insieme dello
schieramento al
momento della
presentazione.
pagina 26
C O M P R O ...
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B I C E N T E NA R I O
della nascita di
GIUSEPPE
GARIBALDI
di Antonio Valeri
Il 23 Settembre 2007
si è svolta, nella splendida cornice
della sezione del T.S.N. Roma,
una manifestazione a ricordo del
bicentenario della nascita dell’eroe
dei due mondi.
In occasione di questa
giornata particolare, il gruppo
storico dell’A.R.T.A. (Associazione
Romana Tiro Avancarica) ha
partecipato all’evento montando un
campo garibaldino ed organizzando
una gara di tiro storico a cartuccia
di carta, con fucili militari ad anima
liscia.
E’ intervenuta anche la
signora Anita Garibaldi, pronipote
del grande eroe, insieme a numerosi
soci dell’Associazione Nazionale
Giuseppe Garibaldi.
La signora Anita ha
offerto una coppa trofeo per il
vincitore della gara di tiro storico
ed una medaglia ricordo a tutti i
partecipanti. Numerosi sono stati i
soci del T.S.N. Roma che incuriositi
ed affascinati dall’evento hanno
visitato il campo garibaldino lodando
l’iniziativa.
Alcuni di loro hanno
anche partecipato alla gara di tiro
utilizzando i fucili dell’A.R.T.A.
Foto sotto:
il poligono Umberto I di Roma.
Foto sopra: al centro la signora Anita Garibaldi,
alla sua sinistra il dr. Carlo Mantegazza Presidente del T.S.N. Roma
ed alla sua destra Antonio Valeri vincitore del trofeo A.N.G.G.
CLASSIFICA FINALE
1° Valeri Antonio
2° Capone Massimo
3° Circi Sandro
4° Cerilli Pasquale
5° Frezzolini Ernesto
6° Morgantini Richard
7° Bianchi Edward
8° Filippi Mauro
9° Bajardi Alessandro
10° Napoli Giancarlo
11° Lorenzini Felice
12° Chiappori Mario
13° Gasbarri Mario
Foto sotto: …ed alla fine il
meritato rancio, ovviamente...
ottimo ed abbondante.
pagina 30
Un crescendo di successi
per le armi Pedersoli
In occasione della la dodicesima edizione del campionato
europeo di tiro con armi ad avancarica, svoltosi in Italia, le
affermazioni delle armi firmate Davide Pedersoli sono state
ancora una volta numerose e ricche di significato.
a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli
La città di Parma ha ospitato, dal 5 al 12 agosto 2007, la dodicesima edizione del campionato europeo di
tiro con armi ad avancarica. La sezione TSN della città è stata teatro delle competizioni di tiro al bersaglio,
mentre quelle di tiro al piattello si sono svolte negli impianti di Varano de’ Melegari, antico borgo medievale non
molto distante dal capoluogo della provincia.
Si è trattato ancora una volta di una importante manifestazione che ha confermato il continuo successo
che la Davide Pedersoli riscuote grazie ai propri modelli, utilizzati da un numero sempre crescente di tiratori
dotati di elevate abilità. La competizione di Parma ha arricchito il palmares Pedersoli di altre trentatré medaglie:
sei in più di quelle vinte a Pforzheim nel 2005 e sette in più di quelle di Halikko nel 2003, cioè le due precedenti
edizioni del campionato europeo.
Le affermazioni Pedersoli sono state come sempre distribuite sia fra le varie discipline individuali e a squadre
sia fra i tre gradini del podio: nove le medaglie d’oro, dieci quelle d’argento e quattordici quelle di bronzo.
Le medaglie del metallo più prezioso sono state conquistate nella specialità Miquelet dal finlandese Timo
Näätänen Lihavainen che ha gareggiato con un moschetto An IX, dallo svizzero Hans-Peter Rüfenacht che nella
Minié ha impiegato il fucile Württembergischen e dall’inglese David Elvin nella Manton con il suo fucile Mortimer
a pietra focaia.
L’intramontabile moschetto Brown Bess: oro e bronzo in Halikko e bronzo in
Miquelet, specialità in cui anche i primi due gradini del podio hanno visto tiratori
in gara con il moschetto An IX, un’altra arma di Casa Pedersoli.
Le altre hanno interessato le specialità a squadre. L’Austria ha vinto in Wogdon con il contributo di Leopold
Plattner ed Herbert Wagner che, con le loro pistole Le Page a pietra focaia, hanno aiutato la squadra a superare
di un punto (271) il precedente record europeo. La Germania ha prevalso in Pforzheim grazie anche a Walter
Massing e al suo Bristlen a Morges. La Finlandia, uguagliando anche il precedente record di 273 punti, si è aggiudicata l’oro nella Halikko con il contributo di Sakari Vertola e di Antero Mustamäki che imbracciavano, rispettivamente, un moschetto Brown Bess e un Modello 1777. Nella specialità Magenta tutti e tre i componenti della
squadra svizzera, Hans-Peter Rüfenacht, Elisabeth Reiser e Katharina Stierli, hanno prevalso utilizzando il fucile
Württembergischen. Sul primo gradino del podio anche gli italiani Pierino Pedersoli e il fucile Jäger a pietra focaia
nella specialità Lucca, nonché Fabio e Moreno Boni, con i loro Mortimer a canna liscia, nella Batesville.
Le dieci medaglie d’argento sono state conquistate dal tedesco Josef Mayr e dal moschetto Mod. 1777 in
Miquelet; dal francese Yvon Martinant in Maximilian e dallo spagnolo Eduardo Fernandez Rodriguez in
Pennsylvania, entrambi in gara con il fucile Mortimer; dagli austriaci Andreas Gassner e dal fucile Bristlen nella
Vetterli e Leopold Plattner nella Forsyth con la pistola Le Page a percussione; dallo svizzero Hans-Peter
Rüfenacht e dal Württembergischen in Lamarmora (risultato che gli ha fatto vincere l’oro in Magenta); dal
finlandese Jari Janhunen e dal revolver Remington Pattern in Peterlongo; dal tedesco Franz Lotspeich e dal suo
Mortimer a pietra nelle specialità Manton e Hawker. Infine, la squadra tedesca composta da Josef Mayr, Peter
Käpernick e Alfred Bailer, tutti in gara con il moschetto Mod. 1777, ha vinto l’argento nella Halikko.
Grazie alla buona prestazione di un tiratore italiano, il fucile Jäger a pietra focaia
ha conquistato la medaglia d’oro nella specialità Lucca.
pagina 31
Abbastanza nutrita la schiera dei
vincitori della medaglia di bronzo equamente distribuiti fra le specialità individuali
e a squadre: Leopold Plattner, austriaco,
l’ha conquistata in Kuchenreuter e in
Cominazzo utilizzando le due versioni della
pistola Le Page; i tedeschi Walter Massing
in Vetterli con il Brstlen, Josef Mayr in Rigby
con il Gibbs in Lamarmora e, così come il
compagno di squadra Alfred Bailer, in
Per il revolver Remington Pattern una
Magenta con il Württembergischen; Franz
bella medaglia d’argento in Peterlongo.
Lotspeich in Batesville con il Mortimer a
percussione; gli italiani Moreno Boni in
Lorenzoni con il Mortimer a canna liscia e, assieme al fratello Fabio e ad Enrico Siclari in Hawker con il Mortimer
a pietra; gli svizzeri Hans-Peter Rüfenacht in Maximilian con il Mortimer e, in Wogdon, Bruno Reber con la
Charles Moore a pietra e Ulrich Moser con Le Page a pietra; lo spagnolo Jose Luis Perez Molero con il Mortimer
a pietra in Lucca; il finlandese Sakari Viertola in Miquelet con il Brown Bess. Infine, ancora con il moschetto
Brown Bess nella specialità Halikko, la squadra formata da Oddvar Deberitz, Sondre Nordhagen e Dag Magne
Winge è salita sul terzo gradino del podio a rappresentare la bandiera norvegese.
Dal quarto al decimo
Concentrando le note di cronaca sui tiratori che hanno occupato i primi tre gradini del podio, accade spesso
di dimenticare tutti quelli che, in maniera più che dignitosa, si sono classificati immediatamente dopo. Da un
quarto posto ottenuto per mera casualità, sfortuna, o per qualche millimetro in più nell’ampiezza del gruppo di
colpi sul bersaglio, o chissà per quale
destino avverso, si passa al quinto e così
via fino al decimo posto in classifica. Si
tratta sempre di piazzamenti degni di
rispetto ma, pensando a quanto verificato
durante le fasi di allenamento, o a quanto
accadrà in una prossima competizione,
l’obiettivo è quello di approdare a risultati
La pistola Le Page a pietra, uno dei più più gratificanti.
Tutto ciò vale sia per i tiratori sia per
famosi cavalli di battaglia della ditta
Pedersoli. Nella gara europea di Parma le armi utilizzate, tanto che anche in casa
ha conquistato una medaglia d’oro e una Pedersoli si può essere soddisfatti degli
di bronzo in Wogdon.
innumerevoli piazzamenti compresi tra il
quarto e il decimo posto.
Nelle gare a 25 metri, e nelle specialità Cominazzo, Wogdon, Forsyth e Peterlongo in particolare, ben dodici
piazzamenti nei primi dieci posti di classifica con le pistole Le Page a pietra e a percussione, Mortimer a pietra,
Mang, Kuchenreuter e con il revolver Remington Pattern.
Sulla distanza dei 50 metri i piazzamenti d’onore sono stati tre, mentre ammontano a ventisei quelli entro
il decimo posto nelle specialità Miquelet, Vetterli, Pennsylvania, Lamarmora, Halikko e Pforzheim. Le armi vanno
dal Württembergischen al Bristlen, dal Mortimer a pietra allo Jäger, dal Brown Bess ai moschetti Anno IX/1777
e Prussiano.
Nelle specialità a 100 metri Maximilian, Whitworth, Minié Lucca, Magenta e Rigby, le armi Pedersoli hanno
fatto registrare diciannove piazzamenti entro il decimo posto, con ben quattro piazze d’onore. Tryon Creedmoor,
Württembergischen, Jäger, Mortimer a pietra e Gibbs sono state le armi protagoniste.
Dieci piazzamenti, infine, nelle gare di tiro a volo individuali e a squadre, con il solito fucile Mortimer a
canna liscia calibro 12 in tutte e due le configurazioni a percussione e a pietra focaia.
Il fucile Mortimer calibro 12 a percussione: oro e bronzo in Batesville e ancora un
bronzo in Lorenzoni. Nella versione a pietra focaia, inoltre, ha conquistato sia l’oro
e l’argento in Manton sia l’argento e il bronzo in Hawker.
Conclusioni
Anche la competizione sul suolo italiano, pertanto, ha confermato il successo della Davide Pedersoli. Le
medaglie conquistate in questa occasione, soltanto due meno di quelle fatte registrare nel campionato mondiale
dello scorso anno a Bordeaux, costituiscono un primato estremamente importante, specialmente se si riflette
sulla diversa vastità delle due competizioni. La percentuale dei tiratori europei che utilizzano le armi Pedersoli è
stata rilevata come la più alta (30%), e questo nonostante l’azienda gardonese non produca alcuni modelli
impiegati in altre specialità.
La Davide Pedersoli intende ringraziare tutti i tiratori che non hanno avuto dubbi sulla scelta di quei
modelli la cui fama di precisione e affidabilità è oramai più che consolidata e si congratula con loro per i
risultati conseguiti.
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N°4 - 2007