Oltre il Leviatano
Hardt e Negri - Impero: il
nuovo ordine globale
Ridefinizione della sovranità
statale
• La globalizzazione è causa di una crisi e
di una ridefinizione della sovranità
statale.
• Gli Stati appaiono incapaci di esercitare la
propria autorità su tutti gli aspetti, di tipo
economico, militare, sociale e culturale.
- Comparsa di istituzioni economiche
transnazionali (Banca Mondiale, WTO,
Fondo monetario internazionale),
- Diminuzione o assenza di ostacoli al flusso
di capitali e di merci, la produzione in rete,
la diffusione planetaria di informazioni e di
culture
- Accresciuta facilità dei movimenti di
popolazione.
• Lo Stato-nazione, e le nozioni che vi
facevano riferimento (territorio,
costituzione, cittadinanza, contratto
sociale, sovrano, legittimità ecc.) non
possono più essere considerate il centro
della vita politica, economica e sociale.
• Le società globalizzate, però, non sono
affatto anarchiche, prive di sovranità e di
potere, ma sono governate da una nuova
forma di sovranità definita ‘Impero’.
Il termine ‘Impero’ indica una forma di
sovranità completamente nuova, estesa
all’intero globo e fondata su tre
componenti:
- una costituzione mista,
- un nuovo diritto,
- un modo di produzione basato sulla
produzione immateriale.
La costituzione mista
Secondo Hardt e Negri, il mondo
globalizzato possiede una costituzione in
grado di sintetizzare le tre forme classiche
di governo, costituite dalla monarchia,
dall’aristocrazia e dalla democrazia, non
dichiarata in alcun documento ufficiale, ma
che tuttavia assegna e divide
efficacemente i poteri tra i vari soggetti.
• La costituzione mista è rappresentata
attraverso la figura di una piramide
composta da vari piani.
• Un potere propriamente “imperiale” si
realizza quando tutte le forze e i soggetti
che occupano i diversi piani si trovano in
equilibrio reciproco.
• Il vertice è occupato dal potere militare
degli Stati Uniti, esercitato in
collaborazione con altre nazioni e nel
quadro dell’ONU
• Al di sotto del vertice, gli Stati-nazione
che controllano i principali strumenti
monetari, riuniti in varie organizzazioni
(G8, Davos).
• Al secondo piano della piramide – quello
del potere aristocratico – si trovano
innanzitutto le grandi aziende
multinazionali, che fanno circolare in tutto
il pianeta merci, tecnologia e denaro.
• Il potere militare che si trova al vertice ha il
compito di mantenere la pace, che è la
condizione necessaria allo sviluppo del
mercato mondiale dominato dalle
grandi corporations.
• Gli Stati-nazione si trovano anch’essi al
secondo piano, e la loro funzione consiste
nel garantire disciplina sociale e condizioni
favorevoli agli altri poteri (rispetto della
proprietà, rispetto dei contratti, libera
circolazione di merci e capitali ecc.).
• Anche il popolo – il potere democratico –
trova posto nell’impero.
• Ogni Stato-nazione rappresenta, negli
organismi internazionali, la propria
popolazione, ma gli “ultimi uomini”, coloro
che spesso non hanno nessun altro a
rappresentarli (come profughi o vittime di
fame e carestie), trovano nelle ONG
(Amnesty International, Oxfam ecc.) i
propri difensori.
• Un nuovo diritto
L’Impero costruisce delle forme giuridiche
che ne giustificano la presenza e le azioni.
Tali forme provengono dalla
trasformazione di due categorie giuridicopolitiche preesistenti: lo stato di eccezione
e la guerra giusta.
Stato di eccezione: sospensione
temporanea della costituzione, e della
relativa divisione dei poteri, dovuta a
eventi gravissimi e incombenti (assedio,
guerra, invasione ecc.). Il potere esecutivo
o quello militare predominano sugli altri
poteri finché, cessati l’urgenza e il
pericolo, non è possibile tornare a una
normalità costituzionale.
• Il nuovo ordine globale utilizza lo stato di
eccezione dichiarandolo non più
temporaneo, ma permanente. La
situazione di pericolo, rappresentata da
minacce alla sicurezza, conflitti o violazioni
dei diritti umani, non ha mai termine, e ciò
permette sia di iniziare ad agire al di fuori
del diritto statale e internazionale che di
prolungare indefinitamente la durata
dell’intervento.
• Il tradizionale concetto di bellum iustum,
che riteneva giusta la guerra difensiva è
ora concepita come un’azione di
attacco, in cui un’alleanza militare,
guidata dagli Stati Uniti, colpisce un
nemico ritenuto responsabile di violazioni
dei diritti umani o attentati alla pace.
• La guerra diviene un intervento di
polizia internazionale
• La produzione immateriale
• L’economia, la produzione e lo scambio
sono pertanto governate dall’Impero, che
introduce una nuova logica e un nuovo
modo di produrre. Se il Novecento è stato
il secolo della produzione fordista, siamo
oggi entrati nella “epoca della
postmodernizzazione o della
informatizzazione”
• L’attività produttiva
“tutte le attività economiche tendono a
cadere sotto il predominio dell’economia
informatica, da cui vengono trasformate in
senso qualitativo. Nell’economia globale,
le differenze geografiche non sono
indicative della compresenza di differenti
livelli di sviluppo”
• In Impero si identificano tre tipologie di
lavoro immateriale:
• la produzione industriale
informatizzata: la produzione dipende da
linguaggi e programmi informatici;
• la produzione di linguaggi (codici
informatici, programmi ecc.);
• il lavoro affettivo, in cui si cercano di
produrre “sentimenti di piacere, di
benessere, di soddisfazione, di
eccitazione, di passione”
Nel lavoro affettivo sono direttamente
coinvolti il corpo, gli affetti, le emozioni,
le relazioni. La produzione investe il bios,
perché ciò che si cerca di produrre sono
aspetti della sfera vitale come stati
emotivi, sentimenti e sensazioni.
Questo tipo di lavoro va dall’industria del
tempo libero e dell’intrattenimento ai vari
tipi di servizi alla persona.
• Il capitalismo globalizzato non è la fine
della storia, ma nutre al proprio interno
potenzialità alternative.
• La produzione in rete, organizzata e
collegata da tecnologie informatiche, esige
comunicazione e collaborazione: “la
cooperazione è completamente
immanente alla stessa attività lavorativa”.
• Mentre nel fordismo la cooperazione era
limitata dalla prossimità fisica e dalle
distanze territoriali, i lavoratori possono
oggi comunicare e collaborare anche
senza condividere il medesimo spazio
fisico.
• “La rete della cooperazione, in sostanza,
non dipende più da un centro fisico o
territoriale”. Ciò crea la possibilità, aperta
a chiunque, di connettersi, comunicare e
produrre.
• Se tutta la produzione è informatizzata, o
tende a esserlo, allora vi è un linguaggio
universale costituito dai codici
informatici.
• Al linguaggio universale corrisponde poi il
computer come macchina universale.
• Evoluzione della forza lavoro
• Non è più necessario vendere forza
lavoro a un capitalista per essere
attivi e produrre.
• Il lavoro immateriale permette di
essere dei produttori liberi, che
possiedono un computer, ne
sanno usare linguaggi e
programmi e organizzano la
produzione in rete connettendosi
con altri soggetti nella stessa
condizione.
• L’ordine globale non è pertanto
monolitico e definitivo
• La forza alternativa è radicata nella
possibilità di lavorare e produrre al di
fuori dei rapporti capitalistici
• Il capitalismo globalizzato ha una
natura fondamentalmente
parassitaria.
La produzione postfordista
• la produzione postfordista non richiede più
ripetizione, conformismo e passività, ma esige
invece creatività, innovazione, capacità di
stabilire relazioni impreviste, abilità nel
suscitare passioni e risonanze emotive.
• Le potenzialità di mettere in atto queste nuove
forme sono ontologicamente proprie di ogni
soggetto, e non appartengono al sistema
produttivo, che si limita ad appropriarsene e a
sfruttarle.
• La forza alternativa all’Impero è
definita da Hardt e Negri
“moltitudine”.
• La moltitudine crea un terreno
comune che costituisce una nuova
forma di democrazia.
• La moltitudine può essere definita come
un insieme di singolarità, ossia come
una molteplicità di soggetti differenti, non
ancorati a uno specifico ruolo
professionale o sociale e non legati da
rapporti di comando/obbedienza.
• La moltitudine è una forza attiva capace
di auto-organizzarsi perché è in grado di
utilizzare autonomamente gli strumenti
scientifico-informatici del lavoro e di
cooperare con gli altri nella forma
orizzontale della rete.
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