Arte e Cultura Girolamo Vassallo al servizio di tre Repubbliche e due Imperi di Monica Baldassarri e Nicolò Pirera Tra il 5 ed il 6 giugno 1797 Napoleone Bonaparte, nella sua residenza di Mombello, si accingeva a siglare il testo di una Convenzione con cui si sanciva la fine della Repubblica di Genova, oligarchica e aristocratica, e la nascita della democratica Repubblica Ligure. Steso assieme a Guillaime-Charles Faipoult, che in quegli anni aveva curato gli interessi francesi nella città ligure, il testo dell’accordo fu poi approvato a Genova il successivo 9 giugno, e ad esso seguì dappresso l’adozione della Costituzione. La nuova Repubblica in realtà non rappresentò un momento di reale rottura con il passato, data la complessa situazione politica internazionale e visto che il nuovo governo fu formato per metà dai rappresentati delle antiche casate nobiliari, compreso il marchese Giacomo Maria Brignole, ultimo doge prima dell’arrivo dei Francesi. È a cavallo fra la fine della Repubblica di Genova e l’inizio delle complesse relazioni con il governo d’Oltralpe che si comincia a delineare la figura di Girolamo Vassallo, raffinato incisore di conii per monete ed abile medaglista, la cui attività inizia nell’antica Repubblica genovese attraverso il periodo napoleonico e per giungere fino ai primi anni della Restaurazione. In verità non si hanno molte notizie su questo personaggio, la cui arte tuttavia segnò in modo indelebile la produzione monetale e la medaglistica genovese, complici i cambiamenti politici e culturali che accompagnarono il periodo in cui fu attivo. Figlio di un orafo di nome Stefano, secondo Alizeri ebbe come padrino Girolamo Durazzo, importante esponente della nobiltà genovese, che dopo il 1797 ebbe incarichi di rilievo durante il governo francese, come la nomina a doge (l’unico) delA fronte Moneta da 8 lire in argento, i conii della quale furono realizzati per l’anno 1798 del nostro incisore, la cui firma è riportata in basso sulla base a sinistra, ai piedi della raffigurazione della Libertà (Collezione di Banca Carige, n. 1002). la Repubblica Ligure; sempre per lo stesso autore, probabilmente il nome del nostro artista fu scelto in conseguenza a questa relazione personale. Del resto i Vassallo, seppur con differenze tra i vari rami famigliari, appartenevano alla nobiltà genovese, essendo iscritti all’albergo dei Pinelli. Fino dall’età di 15 anni studiò all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, dove il suo nome appare registrato già nel 1786. Qui si applicò al disegno, all’ornato e all’incisione, ricevendo una medaglia in premio nel 1788; in seguito potette seguire anche gli insegnamenti di Guillemard, maestro incisore della zecca di Milano. Tra il 1796 ed il 1797, forse in conseguenza del cambio di governo, o più probabilmente per la sua conoscenza del Durazzo, Girolamo Vassallo cominciò a lavorare nella zecca di Genova. Fino al pieno XVIII secolo, infatti, gli zecchieri erano scelti tra una ristretta cerchia di famiglie, i cui componenti a rotazione occupavano varie mansioni di responsabilità nell’officina monetaria. L’ingresso di nuovo personale in ruoli di rilievo è dunque un sintomo interessante dei cambiamenti che, pur tra molte contraddizioni, si stavano verificando. E Vassallo in questo senso incarna il rappresentante di quella piccola nobiltà che nella diffusione degli ideali politici nati dalla Rivoluzione trovarono uno strumento di affermazione sociale, anche talvolta dagli effetti contrastanti dal punto di vista finanziario. Il nostro rimase alle dipendenze della zecca genovese fino al 1805, ricoprendo il ruolo di capo-incisore dal 1800 e preparandovi conii, definiti sempre da Alizeri notabili per freschezza d’intaglio come per gusto di composizione finissimo. Per questo lasso di tempo sono attribuiti all’opera di Vassallo una 27 serie di monete in oro ed in argento della Repubblica Ligure, con particolare riferimento agli anni 1798-1799, 1801-1805, che vale la pena di osservare da vicino per comprendere meglio sia l’artista che la temperie del periodo in cui fu attivo. Nel pezzo maggiore della serie di Banca Carige, del valore di 96 lire in oro, al dritto campeggia la personificazione della Liguria come Repubblica democratica e sovrana, raffigurata come una divinità femminile con testa turrita, assisa sul trono, che tende in avanti una lancia. Appoggiato allo scranno lateralmente, si trova uno scudo con lo stemma della città, sotto al quale è raffigurato un archipendolo, mentre la base è utilizzata per firmare, con orgoglio consapevole, l’opera. Si tratta di una composizione molto elegante, dove riecheggiano le lezioni dell’arte classica (la figura femminile, il capo coronato da una cinta turrita), alla quale Vassallo come altri incisori del suo tempo spesso si ispirarono. Tuttavia, nella realizzazione grafico-figurativa è evidente il segno profondo della modernità, per Rocchiero lontano dal gelido neoclassicismo accademico, che caratterizza tutta la produzione del nostro. Come anche l’adesione formale ai nuovi ideali sociali, concretizzata dall’archipendolo, strumento necessario in edilizia ed in topografia per mettere oggetti “a livello”, uno dei simboli repubblicani di eguaglianza e giustizia. Nel rovescio ritorna il richiamo alla tradizione antica, anche se identificato ai nuovi simboli politici. Al centro si staglia un fascio littorio stretto da nastri intorno ad un’ascia, che fino dal tempo di Roma Repubblicana stava a significare il potere di punire, sostenuto dall’unione di tutti i cittadini nello Stato. Al di sopra si trova quello che è rimasto ancora oggi il simbolo della Rivoluzione Francese: un berretto frigio. Copricapo che nell’antica Roma veniva donato dal padrone agli schiavi liberati, era stato assunto dai giacobini a significare l’affrancamento dalle servitù di origine feudale. Stessi temi ed analoga simbologia si possono ritrovare nei nominali in argento, anche se qui al dritto si preferisce mostrare un rinnovato stemma di Genova sovrapposto al fascio ed al berretto, per riservare al rovescio la rappresentazione statuaria di Libertà in forma di Minerva, con picca e berretto frigio, ed Uguaglianza come donna paludata, che ispirandosi alla riconquistata libertà sorregge l’archipendolo. Tra le monete ideate in seguito all’annessione di Genova all’Impero Francese (4 giugno 1805), è invece da menzionare il conio per il pezzo da 100 franchi del 1807, di cui si coLettera del Ministro “dell’Interiore e delle Finanze” del 1799, che sollecita il compenso per l’incisore de nuovi conj per la moneta nazionale, Girolamo Vassallo, da parte della Banca di San Giorgio (Archivio di Stato di Genova, Zecca Antica, 109A). Si noti la complessa incisione nell’intestazione del documento, che mostra tutti i simboli della nuova Liguria repubblicana. Splendido esemplare da 96 lire in oro del 1804 (Collezione di Banca Carige n. 1017). Prova in rame per la moneta da 100 franchi realizzata da Vassallo per l’anno 1807 (collezione Banca Carige, n. 1029). Da notare l’originale raffigurazione di Napoleone, con il busto in prospettiva di tre quarti. 28 Arte e Cultura noscono solo delle prove in rame o in rame dorato, come quelle della collezione di Banca Carige. Per esemplari analoghi, ma senza l’indicazione del valore, molti studiosi parlano invece di medaglie. Si tratta infatti di prove o progetti di monetazione molto prossimi alla medaglistica, vista sia la prospettiva di tre quarti dell’Imperatore, sia l’alto rilievo. Il rovescio invece non è firmato, e rappresenta l’Aquila Imperiale di Francia. Lo scopo di questa opera è tuttora da accertare, ma secondo alcuni (N. Pirera) potrebbe essere legata alla presenza di Napoleone in Italia negli ultimi due mesi del 1807. Seppure raffigurazioni di tipo analogo e di elevato tenore artistico siano presenti in altre monete coniate nella penisola italiana nel periodo napoleonico, l’opera dell’artista negli anni genovesi ha senz’altro il merito di apparire una delle più ispirate ed incisive. La sua produzione medaglistica ne è ampia riprova. Di Girolamo Vassallo per questi anni sono conosciute numerose medaglie: da quelle celebrative con i ritratti di personaggi genovesi e francesi (Marcello e Girolamo Durazzo, Luigia Zerbi, Guillame Faipoult ecc.) a quelle commemorative per eventi e lavori pubblici della città. Tra queste non si può non ricordare il pezzo inciso nel 1797 per ricordare la nascita della Repubblica Ligure, che sfoggia un bel profilo di Napoleone Bonaparte associato a quello del Faipoult sull’altra faccia, o la medaglia realizzata per ricordo e premio del contributo dato dai cittadini alla costruzione dell’Albergo per i poveri. Di sua mano sono anche le medaglie che tra il 1796 ed il 1806 l’Accademia Ligustica di Belle Arti dispensò ai premiati annuali, e le due medaglie dell’Accademia Imperiale di scienze, lettere e arti (diventata poi l’Università degli Studi di Genova) per gli anni 1806 e 1808. Questi ritratti, come anche la figura di Genova turrita negli esemplari per l’Accademia, sono talmente ben modellati, da aver fatto ipotizzare una collaborazione, o quanto meno un’ispirazione diretta alle opere dello scultore Nicolò Traverso, direttore e docente dell’Accademia Ligustica sullo scorcio del XVIII secolo. Nel gennaio 1808, in qualità di zecchiere al servizio dell’Impero francese, Vassallo fu trasferito a Milano, dove lavorò per alcuni anni nell’atelier cittadino in collaborazione con altri incisori. Dal punto di vista artistico il passaggio nella capitale lombarda Arte e Cultura segna la creatività di Vassallo: se la grafica assume maggior vigore e compostezza plastica, i temi e le soluzioni figurative si fanno senz’altro più ripetitivi. Del resto, anche se molti autori indicano Vassallo come incisore capo della zecca di Milano dal 4 giugno 1808, per Forrer in questa sede egli mantenne sempre una posizione “subalterna” a Luigi Manfredini. Comunque le monete battute a Milano tra il 1808 ed il 1818 videro sempre la partecipazione di Vassallo, cui si riconoscono il conio del soldo, a partire dal 1811 fino alla fine del Regno, ed una varietà dei 3 centesimi per il 1812. Per quanto riguarda la sua produzione medaglistica si ricordano alcuni premi per licei (Novara) ed altre Istituzioni lombarde e milanesi, oltre ad alcuni bei pezzi di genere commemorativo, tra i quali spicca la celebrazione per la battaglia di Ratisbona (del 1809 con Manfredini). In seguito alla Restaurazione Austro-ungarica Vassallo riuscì a mantenere il suo posto, realizzando sia le medaglie per la proclamazione milanese di Francesco I nel 1815 (sempre con Manfredini quella per l’ingresso in città), sia i conii per la prima monetazione austriaca a Milano e Venezia. Non sappiamo precisamente quali cause ne provocarono la scomparsa: si parla di dissesti finanziari e problemi di salute che lo condussero, ancor giovane, al suicidio il 20 marzo 1819, lasciando quanto rimaneva dei propri beni in eredità a Luigi Lorrea, dipendente della zecca di Genova. Bibliografia essenziale F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, 2, Genova, Tipografia Luigi Sambolino, 1865, pp. 235-236. G. Avignone, Medaglie dei Liguri e della Liguria, «Atti della Società Ligure di Storia patria» VIII Genova 1872. L. Forrer, Biographical dictionary of medallists, coin-, gem-, and seal-engravers, mint-masters, & c. ancient and modern, with references to their works, B.C. 500 - A.D. 1900, vol. 6, Spink & son, London 1916, pp. 204-206. V. Rocchiero, Girolamo Vassallo, medaglista repubblicano e imperiale, «Medaglia», IV/7 (1974), pp. 27-44. L. Travaini (a cura di), Il patrimonio di banca Carige - Monete, pesi e bilance monetali, Cinsello Balsamo, A.Pizzi-Silvana editoriale 2010. Medaglia per la Costituzione della Repubblica Ligure, 1797 (Collezione ANPB). Medaglia per Ricovero di Mendicità di Genova, 1806 (Collezione ANPB). Medaglia premio per l’Accademia Imperiale di Genova, 1808 (Collezione ANPB). 29