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Activity 2.01.05 – Elaboration of the Strategic Plans – STeMA
PILOT ACTIONS
Annex I: technical document
Application of the forecasting sustainable pattern and of the principles on development in the
target area
This form is an analytic tool to obtain common basic information about the single target areas.
1. Name of the target area
Isola di Ustica
1.1 Maps at different scales
NUTS 0 or 1
1/10.000
NUTS
NUTS 1 or 2 or 3
1/25.000
NUTS 3 or 4 or 5
1.2 General data on the area
1.3 Geographic location
1.4 Area (sq.km)
1.5 Pilot Municipalities included
1.6. Resident population
Ustica si trova nel Mar Tirreno a circa 67 km a nord-ovest da Capo
Gallo (Palermo) e a 95 km da Alicudi.
L'isola è caratterizzata da un clima mediterraneo, con temperature
medie annue di 16 - 18°C, precipitazioni medie annue di circa 400
- 450 mm, e con un periodo arido che va da maggio a settembre.
Come in altre isole, un importante ruolo è giocato dai venti, che
apportano umidità dal mare.
L’isola ha una superficie di circa 8,65 km2 con una circonferenza di
12 km e misura 3,5 km di lunghezza e 2,5 km di larghezza.
Comune di Ustica
1.287 abitanti al censimento 2011
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2.1 Relevance of the area for the sustainability of spatial development
L'isola di Ustica è la parte emersa di un grande vulcano, che si estende sino a circa -2000 m s.l.m che
sorge all’estremità della catena sommersa degli Elimi, ampia fascia costituita da rocce carbonatiche,
vulcaniche e metamorfiche, nella zona limite tra il dominio Tirrenico in cui prevalgono processi distensivi e
la zona collisionale della catena Appennino-Maghrebide.
Inizialmente, Ustica, a causa della sua collocazione compresa tra il vulcanismo di arco del sea-mount
Anchise e delle isole Eolie, è stata considerata un vulcano ad affinità alcalino-sodica in un contesto di arcoretro-arco. Recentemente le è stato attribuito un vulcanismo d’intra-placca sviluppatosi esternamente
all’attuale zona di subduzione sud Tirrenica (Serri,1997) e correlata a fenomeni di distensione.
Linea di costa e isobate ogni 500 metri. In rosso Isole vulcaniche e montagne sottomarine Pl – Palinuro; Gb – Glabro; Al – Alcione;
La – Lametini; St – Stromboli; Pa – Panarea; Vu – Vulcano; Li – Lipari; Sa – Salina; Fi – Filicudi; Ac – Alicudi; Eo – Eolo; En –
Enarete; Si – Sisifo; Gl – Glauco; Pr – Prometeo; Us – Ustica; (Marani and Gamberi, 2004; Trua et al., 2004).
L'attuale morfologia di Ustica, caratterizzata da una serie di colline e picchi circondati da superfici piane a
varie altezze, è il risultato del vulcanismo, di eventi tettonici e di cicli marini trasgressivo-regressivi.
L'isola è composta prevalentemente da rocce vulcaniche e da rocce sedimentarie marine.
Le rocce vulcaniche includono flussi di lava basaltica sodio-alcalina, sia subacquei che subaerei e depositi
piroclastici idromagmatici, ed i prodotti di un singolo evento rachitico (Grotte del Lapillo).
Le rocce sedimentarie sono costituite da sabbie argillose, calcari organogeni e detritici, e concrezioni
carbonatiche.
L’alto stazionamento del livello del mare, legato a movimenti glacio-eustatici del Pleistocene MedioSuperiore, ha generato cinque ordini di terrazzi marini e depositi sedimentari con superfici di livello relative
a quota variabile.
Il terrazzo marino di primo ordine si è formato circa 0,35 MA a quota 80-120 m s.l.m., il terrazzo marino del
II ordine si trova a quota 40 – 60 m. s.l.m. e quello del III ordine a 20 -30 m s.l.m. si è formato circa 0,13
MA.
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Dopo la fine della attività vulcanica, l'isola è stata ancora influenzata dall’alto stazionamento del livello del
mare che ha generato il terrazzo del IV-ordine con una superficie piana a 10 m. s.l.m., e il terrazzo del V
ordine a 5 m. s.l.m..
Storia Geologica
Datazioni radiometriche attribuiscono alle vulcaniti più antiche dell'isola un età di circa 0.73 Ma.
Con ogni probabilità, Ustica e stata fino a circa 0.50 Ma un vulcano sottomarino. Successivamente il
continuo accumulo di materiale e il subentrare di un' attività idromagmatica ha fatto emergere l'isola. Si è
formato un primo edificio subaereo, lo strato-vulcano di Monte Guardia dei Turchi.
La ricostruzione di una sequenza stratigrafica delle varie manifestazioni magmatiche dell'isola risulta molto
complessa per la quasi totale assenza di orizzonti marker e di affioramenti in cui poter riconoscere una
stratigrafia completa.
I diversi Autori (Romano e Sturiale, 1971; Cagnoli et al, 1984; Cinque et al, 1988; Bousquet e Lanzafame,
1992) che nel tempo si sono impegnati a studiare questo aspetto, spesso sono giunti ad interpretazioni
differenti.
Fondamentali sono stati gli studi condotti sull'unico livello marker costituito dai tephra trachitici di Grotte
del_Lapillo (de Vita et al., 1995) e sui terrazzi marini formatisi durante lo stazionamento alto del livello
marino.
Tuttavia è possibile suddividere la succesione degli eventi in due cicli di attività il primo più antico,
caratterizzato da una netta evoluzione del chimismo nel tempo da termini più basici (basalti) a termini più
acidi (trachiti); il secondo, con cui si conclude la storia eruttiva dell'isola, caratterizzato, so1o da prodotti
basici (basalti ed hawaiiti).
Vulcaniti del Primo Ciclo:
Questo ciclo abbraccia la maggior parte delle manifestazioni eruttive ed è stato suddiviso ulteriormente da
Romano e Sturiale (1971) in tre fasi.
La prima e più antica manifestazione vulcanica è la "Formazione sottomarina di Base", (lave a pillow,
materiale brecciato eterogeneo, con blocchi di lave sottomarine e subaeree saldate da cemento
carbonatico, e una breccia ialoclastica) che affiorano nella porzione meridionale dell'isola, da Capo
Falconiera a Contrada d'Arso. Questa formazione è assente nella porzione settentrionale, probabilmente a
causa dei fenomeni tettonici che hanno generate lo sprofondamento di questo settore dell’isola.
A Tramontana, dalla Cala del Camposanto allo Scoglio del Colombaro, si trovano "Brecce esplosive con
dicchi", depositi subaerei associati ad attività esplosiva con alcuni dicchi messi in evidenza dall'abrasione
marina. Romano e Sturiale (1971) interpretano questi affioramenti come relitti di primitivi centri eruttivi.
Sopra questo deposito piroclastico affiora, fino a Punta Gorgo Salato, la "Colata lavica del Colombaro",
caratterizzata da strutture colonnari verticali e da desquamazione cipollare attualmente in atto e che
raggiunge il massimo spessore in prossimità dello Scoglio Colombaro. In base a caratteristiche
petrochimiche più che strutturali, si ritiene che detta colata faccia parte del complesso di Monte Guardia dei
Turchi.
Successivamente, 1'attività eruttiva ha generato le cosiddette "Lave subaeree di Monte Guardia dei Turchi"
(Cinque et al., 1988) costituite da una serie di colate intercalate con materiale tufaceo. Si tratta delle
vulcaniti più estesamente presenti in tutta 1'isola, affiorando in C.da Tramontana, C.da S. Paolo e C.da
Ogliastrello. Le varie unità sono caratterizzate da medesima giacitura e stessa successione lavescorie, a dimostrazione di un attività lenta e persistente.
Sul versante meridionale di Monte Guardia dei Turchi le precedenti lave, sono ricoperte in continuità
stratigrafica da un deposito di surge piroclastico, denominato da Cinque et al. (1988) come "Tufi di Monte
Costa del Fallo". Si tratta di una coltre piroclastica, data da scorie e litici basaltici in una matrice fine e
spesso alterata (Bellia et al., 1998), probabilmente causa dell'accrescimento dei due coni eruttivi di Monte
Guardia dei Turchi e di Monte Costa del Fallo.
In seguito a questa attività di carattere esplosivo, i successivi prodotti emessi da Monte Costa del Fallo
sono state delle colate laviche che in principio dovevano costituire un affioramento continuo dovuto ad un
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trabocco lavico fluente verso sud, ma che oggi sono testimoniate soltanto da alcuni speroni affioranti a 130
m s.l.m. e nella porzione sud-occidentale, nei pressi della faglia dell'Arso.
Secondo Romano e Sturiale (1971) è probabile che a questo punto 1'attività eruttiva dell'isola subì un
periodo di stasi in cui il magma ebbe il tempo di differenziarsi verso termini più acidi, dando origine ad un
magma più viscoso. Ciò avrebbe portato alla formazione dei due domi di ristagno di Monte Guardia dei
Turchi che peraltro sembrano costituire l'ultimo evento eruttivo di questo centro.
Attribuibili allo stesso periodo sono le "Lave e scorie di C.da Tramontana". Si tratta di un affioramento
biancastro circondato da scorie rosse, osservabile da Punta Testa del Rosso fino a Punta Gorgo Salato.
Sono lave molto viscose con tipica laminazione di flusso e strutture colonnari, la cui alimentazione potrebbe
essere collegata al sistema di dicchi presenti in questa zona.
A Monte Costa del Fallo, durante un nuovo periodo di stasi dell'attività, il magma avrebbe avuto il tempo di
differenziarsi in maniera più spinta dando luogo ad una eruzione a condotto ostruito. Tale evento sembra
sia la causa dell'emissione di pomici trachitiche e blocchi rigettati della formazione "Piroclastici di M.te
Costa del Fallo" (Romano e Sturiale, 1971), altrimenti detta "Grotte del Lapillo Tuff "secondo Cinque et al.
(1988), il cui massimo spessore è raggiunto nei pressi della sella tra i due grandi centri eruttivi dell'isola.
In seguito a questa attività parossistica e al conseguente svuotamento del condotto magmatico, si sarebbe
verificato il parziale crollo dell'edificio di Monte Costa del Fallo di cui oggi è rimasta soltanto una piccola
caldera aperta verso ovest (Romano e Sturiale, 1971).
L'ultima fase eruttiva del 1° ciclo è rappresentata dalle "Ultime manifestazioni eruttive di Monte Costa del
Fallo". Due nuovi centri eruttivi che si formano all’interno dell'orlo calderico di Monte Costa del Fallo
risultano, infatti, responsabili degli efflussi lavici di Timpone Basile e Timpone Tranchina verso Sud e del
promontorio di Punta di Megna verso Ovest.
Al termine di questo ciclo di attività eruttiva Romano e Sturiale (1971) collocano lo sprofondamento della
porzione settentrionale dell'isola di Ustica, provocato da un importante evento tettonico.
Vulcaniti del Secondo Ciclo:
Il primo evento eruttivo associate a questo secondo ciclo è rappresentato secondo Romano e Sturiale
(1971) dalle "Piroclastiti e lave di Case Zacame", affioranti nella porzione sud-occidentale di Ustica. La
suddetta formazione è costituita da una colata lavica di notevole spessore, benchè di estensione limitata,
circondata da un affioramento tufaceo ben stratificato. Questi prodotti sembrano dovuti ad un edificio
completamente smantellato dall'erosione marina, indipendente dai due principali grandi centri eruttivi posti
più a nord. La loro deposizione è avvenuta quasi interamente in ambiente subaereo, solo inizialmente in
ambiente subacqueo (le scorie presentano in alcuni casi orli vetrosi). Dopo la messa in posto, l’affioramento
è stato fortemente dislocato dalla faglia presente in Contrada Arso.
Secondo Romano e Sturiale (1971), in seguito alla riattivazione di faglie di direzione SW-NE, I'attività
dell'isola si sarebbe spostata verso NE dando luogo ad eruzioni esplosive che generarono il Cono tufaceo
della Falconiera. Al suo interno, inoltre, si trova una massa lavica che avrebbe riempito il condotto,
interpretata quindi come un neck lavico.
Sulla costa sud-occidentale dell'isola, infine, è ubicata la "Formazione dello Spalmatore"
Si tratta di lave subaeree compatte e a struttura colonnare (interpretate insieme ai dicchi presenti nella
medesima costa come probabili condotti di alimentazioni) e di lave sottomarine presenti come lave a pillow
e brecce ialoclastiche, ricche in incrostazioni carbonatiche.
Esistono delle incongruenze sulla posizione stratigrafica di questi prodotti: secondo Romano e Sturiale,
l’intera area dello Spalmatore è rappresentata dagli affioramenti più recenti dell'intera isola; diversamente,
altri Autori (Cinque et al., 1988; de Vita et al., 1998) vi distinguono, invece, vari litotipi, da loro correlabili più
agli eventi di Monte Costa del Fallo che alle ultime manifestazioni costituite dalle "Lave subaeree di Casa
Zacame" e dalle "Piroclastiti della Falconiera".
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2.2 Relevance of the area for maintenance of the polycentrism
3 Governance and policy framework
(relevant issues)
3.1 Competent local institutions and territorial
agencies
3.2 Planning instruments in force
3.3 Presence of areas subject to
safeguarding or protected areas
Comune di Ustica
Piano Regolatore Generale, DA del 12/9/2005 (Asses. Reg.
Territ. Ambiente);
Piano Territoriale Paestico, DA …. (Asses. Reg.
BB.CC.AA.)
Riserva Naturale Orientata DA n.970/1991 (Asses. Reg.
Territ. Ambiente);
Riserva Naturale Marina DM del12/11/1986 (Ministero
Ambiente);
Sic – Zps: ITA020010 Isola di Ustica, ITA020046 Fondali
isola di Ustica (Asses. Reg. Territ. Ambiente);
Vincolo idrogeologico ex RD 3267/1923
Fascia inedificabilità 150 ml battigia ex LR 78/1976 lett. e)
Fascia inedificabilità 200 ml limite boschi e parchi arch.
ex LR 78/1976 lett. e)
Vincolo Paesaggistico DPRS n. 4756/1967
Aree demaniali marittime ricadenti nel territorio comunale
DA n. 1916/1985 (Asses. Reg. BB.CC.AA.)
Vincolo Archeologico DPRS 746/1973 villaggio preistorico
Vincolo Archeologico…….Falconiera
Aree boscate o vincolate a rimbosch. Ex L 431/1985 lett.g)
4 Spatial and territorial organisation
4.1 Urban structure and infrastructures
(main characteristics of the settlements –
Presence of big or medium settlements,
contiguous urban areas)
Il sistema urbano-territoriale è legato al progetto di
censuazione dell'isola che ha contraddistinto il processo di
costruzione e trasformazione del paesaggio naturale e delle
caratteristiche ambientali.
L’insediamento è costituito dal nucleo compatto del paese e
dalla presenza di edilizia sparsa rurale e/o residenziale
turistica. Le attrezzature turistiche tranne il villaggio di punta
Spalmatore si addensano nel centro o nel suo intorno.
L'abitato, sorge a NE, su un ripiano di tufo fra due seni di
mare sovrastati dal cono vulcanico della Falconiera. Dal
porto (cala S. Maria), una strada in tre rampe sale al paese.
L’impianto del paese, realizzato su disegno dell’ingegnere
militare Valenzuola nella seconda metà del settecento, ha
una maglia urbana ortogonale con isolati rettangolari; al
centro si apre la piazza, cui fa da sfondo la bianca facciata
coloniale della chiesa.
Una strada carrabile percorre tutto intorno l'isola, mentre
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strade secondarie, mulattiere e sentieri pedonali
consentono un facile accesso ai luoghi e di fruire dei valori
paesistici e ambientali.
II tratto relativo a Contrada Spalmatore , costruito negli
anni '60, costeggia il mare incidendo notevolmente sul
paesaggio. Ciò ha contribuito, insieme al villaggio
turistico ed alle numerose case vacanza, a fare di questa
zona un'area di esclusivo interesse residenziale turistico.
4.2 Rural systems
Il paesaggio a campi chiusi caratterizza le pianure e le
colline scandito dai terrazzamenti e dai muretti a secco che
delimitano le proprietà. Le case rurali e i gorghi sono
elementi essenziali che completano questo paesaggio. La
trama dei campi di forma rettangolare stretti e lunghi
orientati da mare a monte è organizzata a pettine rispetto
all’anello stradale che attraversa l’isola. Anche la viabilità
secondaria si organizza a pettine o a doppio pettine rispetto
ad esso. Gli edifici rurali e/o le residenze stagionali si
distribuiscono all’interno di questa maglia.
La persistenza della rete dei campi e della viabilità ha
imposto per secoli delle regole di impianto e di
sistemazione agraria che hanno definito e vincolato
l'orientamento e la localizzazione degli edifici rurali
secondo tipologie insediative rimaste costanti nel tempo.
Da un lato infatti la base della suddivisione territoriale è
rimasta legata alla piccola proprietà definita originariamente
con la censuazione settecentesca; dall'altro gli edifici
dimensionalmente proporzionati alla estensione dei
pertinenti poderi, si sono distribuiti secondo le poche
varianti consentite da una geometria rigorosa, riferendosi
esplicitamente alle caratteristiche morfologiche del luogo.
Il progressivo abbandono dei campi, la costruzione di
numerose case di residenza estiva, l'uso improprio di
essenze arboree ornamentali hanno modificato
notevolmente il carattere del paesaggio agricolo
tradizionale.
Così oggi si intrecciano due matrici o due tipi di
organizzazione del territorio una legata all'agricoltura e
all'insediamento rurale tradizionale e l’altra all'attuale
dispersione insediativa di edilizia e infrastrutture legate alla
trasformazione residenziale turistica.
La viabilità, che in passato aveva un ruolo determinante nel
configurare la struttura dell'insediamento agricolo
connettendo la maglia dei campi, diviene oggi
matrice funzionale all’ edificazione e all’espansione urbana.
Queste nuove valenze assunte dal territorio e ad esso
attribuite dalla utilizzazione turistica tendono a cambiare i
rapporti, rompere gli antichi equilibri e sostituire le
gerarchie dei segni e dei valori costituiti tra insediamento
rurale e insediamento urbano.
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5 Social/economic process
(Describe the main economic activities, related to the different places of the target area)
Ustica ha fertili pianure coltivate a vite, grano, olivo, ortaggi e legumi, particolarmente diffusa è la
coltivazione della lenticchia. Sono riconoscibili due diverse situazioni: aree intensive, caratterizzate da
culture specializzate (la vite in genere è localizzata sui suoli migliori) e aree estensive condotte ancora con
metodi e tecniche tradizionali. Questa prevalenza dell'agricoltura non esclude la ricorrente presenza di altre
attività, ora sussidiarie rispetto ad essa come la pesca, la marineria, il commercio sia complementari come
l’ edilizia e l’ospitalità ai turisti.
Alle tradizionali attività degli abitanti, si è aggiunto il turismo all’inizio degli anni 70 che ha favorito la
crescita di strutture ricettive e insediamenti stagionali. Ustica è rinomata località balneare e di sport legati
soprattutto alle attività subacquee, di cui si svolge ogni anno una rassegna.
6.Environmental characteristics
6.1 Main environmental features (presence of Quattro caratteristiche principali identificano il paesaggio
big rivers, mountains, lakes, etc)
dell’isola: la fascia costiera, le colline, la pianura, il mare e
i fondali marini. La dorsale collinare, che si estende in
direzione Nord-Ovest, taglia l'isola in due parti
asimmetriche; è costituita da due apparati vulcanici
complessi Monte Costa del Fallo e Monte Guardia dei
Turchi. La Falconiera, a Nord Est, nonostante ne sia
preservato solo il fianco meridionale, rappresenta l'unico
edificio sull'isola che mantiene ancora la morfologia di cono
craterico; ha versanti ripidi a Nord e dolci ad Oriente, e
domina il paese e la cala S. Maria.
La pianura è costituita da un triplice ordine di Terrazzi di
abrasione marina posti a quota differenti: Ogliastrello - San
Paolo a Sud-Est posto a quota 80-120 m s.l.m., la Piana di
Tramontana a settentrione e lo Spalmatore ad Ovest, 20 30 m s.l.m..
La Costa rocciosa ha andamento molto vario con piccole
cale, punte e grotte, è costituita a meridione da alti pendii
scoscesi, a settentrione da una esigua striscia a strapiombo
sul mare e ad occidente da una costa bassa e frastagliata.
Il mare offre acque trasparenti e fondali marini con ambienti
diversificati: pareti ripide e rocciose, anfratti, numerose
grotte e cavità magmatiche e secche a varia distanza dalla
costa.
6.2 Landscape features (Describe the main
characteristics of the landscape considering,
at the same time, cultural, natural, historical
elements at the light of the European
Convention )
Il paesaggio naturale dell’isola è stato generato dall’azione
costruttiva dei vulcani submarini e subaerei, che hanno fatto
sorgere Ustica dai fondali del mare Tirreno; fenomeni
tettonici (sprofondamento della parte settentrionale) e
vulcano tettonici (collasso di costa del Fallo) ne hanno
modificato il rilievo originario; l'azione erosiva del mare ne
ha modellato la superficie e la forma.
L'insediamento umano ha modificato questo paesaggio
naturale con un lavoro sapiente.
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Gli eventi storici che hanno segnato i momenti determinanti
della presenza umana nell'isola, dal neolitico ad oggi,
appaiono impressi nel paesaggio quali elementi essenziali
della sua fisionomia.
La loro traduzione in termini fisici e percettivi si manifesta
nell'ambito di due elementi costanti, fondamenti della vita
della popolazione dell'isola: il mare e l'agricoltura. Il mare si
insinua dolcemente in questo paesaggio, ritagliando
insenature e piccole cale, erodendo la base delle rocce e
accumulando piccole spiagge di ciottoli. Percorrendo la
costa si apprezza la particolare dialettica tra l'azzurro del
mare e il colore delle rocce vulcaniche ora nere, ora rosse,
ora color tufo. Questa complementarietà, tra l'elemento
fluido e la tormentata concretezza della costa rocciosa fa si
che il paesaggio sia percepito non tanto come una vista del
mare o dal mare, quanto soprattutto una continua e
rinnovata "scoperta" che si rivela in sempre diverse
condizioni e prospettive: ora bassa, ora alta o a strapiombo
con piccole spiagge tra gli scogli e profonde grotte, ora con
macchia, con rimboschimenti, con coltivi in abbandono o
edificata.
Il paesaggio agrario dà un aspetto accogliente all’isola,
verde di vigneti, euforbie, fichi d'india e ginestre mentre la
macchia mediterranea si ritrova lungo la fascia costiera.
Il paesaggio vegetale di Ustica era un tempo dominato da
una macchia rada a olivastro Olea europea var. sylvestris e
lentisco Pistacia lentiscus, di cui oggi resta la sola
testimonianza del toponimo "Oliastrello".
La colonizzazione settecentesca ha contribuito alla
completa distruzione della macchia; tutta l'isola è stata
messa a coltura ed è stato praticato il taglio e l'incendio allo
scopo di vendere legname e carbone. L'intenso
sfruttamento del territorio ha provocato la drastica
trasformazione del paesaggio vegetale: rari sono oggi i
lembi superstiti di macchia. Oggi l'isola è caratterizzata da
prati-pascoli perenni dominati da una graminacea,
l’Hyparrhenia hirta (barboncino mediterraneo).
Sul versante meridionale della Falconiera e sulle pendici
settentrionali e occidentali dei rilievi centrali si trovano vaste
aree boscate realizzate dall'Azienda Foreste Demaniali
della Regione Siciliana a partire dagli anni sessanta del
secolo scorso e impiantate con specie forestali alloctone
(pini, eucalipti, robinie, acacie....) nel cui contesto
persistono elementi di vegetazione originaria.
Altri esempi minori di impianti arborei forestali sono presenti
sui terrazzi marini in contrada Tramontana e Spalmatore e
sui versanti della costa meridionale nel tratto
tra cala S.Maria e Pizzo S.Paolo.
Gli aspetti botanici di maggiore interesse sono le comunità
delle coste rocciose esposte all'aerosol marino, habitat in
cui vivono il Limonium Bocconei e l’ Anthemis intermedia,
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specie esclusiva di Ustica e di parte della costa nordoccidentale della Sicilia. Per tutelare questo habitat è stata
istituita la riserva naturale terrestre, gestita dalla Provincia
Regionale di Palermo. Molto interessante è anche la flora
degli stagni temporanei, detti "gorghi"(dal siciliano 'urghi),
concentrati lungo le coste settentrionali dell'isola (es.:
Gorgo Salato), habitat tutelato dalle leggi dell'Unione
Europea. Negli anfratti rocciosi e sui muretti a secco vivono
numerose specie di muschi; per alcune di esse quest'isola
è l'unica località nota per l'Italia.
I vertebrati più interessanti sono una forma locale
della Crocidura sicula, un insettivoro di modeste dimensioni,
e il rospo smeraldino Bufo viridis, localizzato nelle piccole
depressioni umide lungo la costa settentrionale dell'isola..
Ustica ospita quattro specie di rettili: il geco verrucoso
Hemidactylus turcicus, il geco comune Tarentola
mauritanica, la lucertola campestre Podarcis sicula e il
biacco Hierophis viridiflavus.
L'importanza faunistica dell'isola è legata principalmente
agli uccelli migratori; è infatti un importante punto di transito
e sosta in primavera e autunno per diverse specie di uccelli.
I fondali dell'isola privi di fonti di eutrofizzazione o
contaminazione delle acque mantengono la loro originaria
ricchezza di habitat, di flora e fauna. Le condizioni
ambientali selezionano comunità di substrato duro,
dominate dalle alghe e dalle componenti fanerogame nei
livelli superficiali mentre le biocenosi concrezionanti
prevalgono alle profondità maggiori. Il paesaggio
sottomarino è anche caratterizzato dalla presenza di
numerose colonie di Poriferi dalle vivide componenti
cromatiche.
Un importante patrimonio archeologico testimonia la
presenza dell’uomo sin dalla metà del III millennio a.C.,
Le ricerche archeologiche hanno restituito frammenti di
ceramica, sepolcri, resti di abitazioni, villaggi, cisterne e
necropoli risalenti alla preistoria al periodo ellenisticoromano e paleocristiano. Il ritrovamento più importante è
il villaggio preistorico, XIV – XIII sec.a.C., che sorge su una
piattaforma che si affaccia sul mare difronte al faraglione
del Colombaio, fortificato con muraglia e torri con resti di
capanne la cui disposizione lascia intravedere un tessuto
urbano. Si è rinvenuto anche un abbondante ed
eccezionale materiale fittile.
Reperti di ogni epoca sono presenti nei fondali di Ustica, in
parte fruibili in modo organizzato lungo l’itinerario
subacqueo di punta Gavazzi.
Per molti secoli l’isola non fu abitata o abitata
temporaneamente. I Normanni vi costruirono la chiesa di S.
Maria e il convento dei Benedettini, distrutti dai Saraceni
che si impadronirono di nuovo dell'isola nel sec. XIV,
sterminando e disperdendo la popolazione.
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Soltanto nel XVIII secolo, su istruzioni della Conferenza per
il Commercio del 22 settembre 1759 e in base alla pianta e
piano dell’ingegnere brigadiere Valenzuola, Ferdinando IV
Re delle due Sicilie con Real Diploma del 18 ottobre 1760
ordina al Vicerè Fogliani di ripopolare l’isola concedendo le
terre atte a potersi coltivare a “de’ regnicoli che vorranno
colà trasferire il proprio domicilio”; di costruire a spese del
Real Patrimonio due torri di guardia (1763) a cala S. Maria
e allo Spalmatore, dotandole di “sufficienti attrezzi militari e
bastevol quantità di truppa”; di fabbricare un forno “da
cuocer pane per il pubblico” e la chiesa “provveduta di sacri
arredi e dei sacerdoti bisognevoli”; di accomodare “le
cisterne guaste e il recipiente d’acqua della grotta di S.
Maria”.
Il patrimonio storico architettonico esistente risale all’epoca
della colonizzazione borbonica con le architetture militari
(torri di guardia di S.Maria e dello Spalmatore, fortino della
Falconiera) i due fari costruiti alla fine dell'800, l’edilizia
rurale ottocentesca e le ville dei primi del novecento. E’
presente anche un ricco patrimonio etnoantropologico che
testimonia la cultura materiale della comunità usticese.
6.3 Characterize the main human impacts on
the environment, for example:
– bad air quality, deriving from industrial
plants and major road infrastructures;
– presence of contaminated sites, with
a diffusion of pollutants into the soil
and groundwater;
– bad water quality in surface water
bodies;
– acoustic pollution in densely
urbanized areas, deriving from
industrial plants and major road
infrastructures;
– soil: landslides, areas subject to
flooding and waterlogging, soil
instabilities areas, coastal and river
erosion, earthquake risk areas.
6.4 Impact assess administrative
procedures
Il disegno dei campi chiusi oggi subisce gli effetti dell'incuria
e dell’abbandono dell’agricoltura.
Il centro abitato, posto sulla sella tra la Falconiera e
M.Guardia dei Turchi, dominante la Cala S. Maria, diviene
ostacolo da superare e attraversare per accedere dal porto
alle residenze turistiche sparse nel territorio. Gli intensi
flussi automobilistici dovuti in estate alla mobilità della
popolazione turistica comportano nell’abitato congestione
del traffico e inquinamento.
Altri problemi che non trovano soluzioni sostenibili la
produzione di energia che è affidata ad una centrale
termica che brucia combustibili fossili e i rifiuti.
E’ vietato nei mesi di più intenso movimento turistico,
I'afflusso e la circolazione di veicoli appartenenti a persone
non facenti parte della popolazione stabile; (Decreto
Ministro infrastrutture e Trasporti, maggio 2013)
7.1 Recent evolutionary changes in physical and infrastructure characteristics
(Identification of the dynamics of the functional urban areas in relationship to the social and economic
processes)
7.2 Recent evolutionary changes socio-economical characteristics
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(Characteristics of the economic structure of the target area; analysis of the typologies of productive
activities, level of the employment, number of totally employed people separately for each of three main
macro sectors (primary, secondary, tertiary); analysis of the tourist activities; analysis of the level of
innovation; analysis of the level of the population ageing, immigration, emigration;analysis of the evolution
in the time of the social and economic characteristics of the target area and relationship between this and
the settlements changing)
7.3. Specific spatial problems and barriers to overcome
(Description of the main economic, social, environmental problems of the target area that result from
economic dynamic and from land planning focusing the reasons that prevent to catch up the social
cohesion, the competitiveness and the environmental sustainability)
11. List of Determinant/indicators chosen for the analysis (Please add to the present schedule an excel
file with the selected indicators for the study of the Target area with their definition, source, value and year
of reference)
La popolazione di Ustica negli ultimi venti anni è rimasta pressocchè stabile oscillando dai 1.188 ab del
1991 ai 1.335 ab del 2001, ai 1.287 ab del 2011. Con riferimento al censimento ISTAT 2001 si rileva che la
forza lavoro è costituita da 503 unità pari al 39% della popolazione. Gli occupati sono 333 pari al 66,2%
della forza lavoro. La forza lavoro femminile consiste in 170 unità di cui è occupato il 52,3%. Del totale
occupati l’11,4% lavora in agricoltura, il 19,5% (65 unità) è occupato nell’industria di cui 33 unità pari al
50,7% lavora nelle costruzioni. Nel terziario lavorano 230 unità (75%) del totale occupati di questi il 39,1%
lavora nel commercio, ristoranti, alberghi.
Al 2001 le abitazioni totale sono 768 di cui 540 (70,3%) occupate dai residenti; mentre le stanze totali sono
3.082 di cui 2.153 (69,8%) occupate dai residenti.
Per quanto riguarda la capacità ricettiva gli esercizi turistici al 2012 consistono in 8 alberghi e 3 residence
con totale di 409 stanze e 947 letti, giornate dispon 264.184. Inoltre esistono esercizi complementari: un
alloggio agrituristico con 4 camere giornate dispon 5.490, undici appartamenti per vacanze con 54 camere
gior dispon 38.601, quattro Bed & Breakfast con 12 camere giornate dispon 8.604. Gli arrivi di turisti
stranieri nel 2012 sono in totale 34 con 128 presenze in tutto l’anno, concentrati in prevalenza nei mesi di
luglio e agosto. Gli arrivi di turisti italiani nel 2012 sono in totale di 949 con un totale di 4.549 presenze in
tutto l’anno, concentrati in prevalenza nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre. Il tasso di permanenza
media annuale è di 4,76 giornate (fonte Assessorato Regionale Turismo).
10. Main bibliography on the target area
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XII, n.127-129, pp 21-79, 1971.
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SPADAFORA F., MANNINO G., Ustica, guida breve, Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana,
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