Renato Sarno
RELAZIONE DI PROGETTO
CAP.1 INSERIMENTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO, FRUIBILITA’ DEL DISEGNO DEGLI SPAZI APERTI E
SUA CAPACITA’ DI PERMETTERE L’INCONTRO TRA LE PERSONE
Il quartiere di Figino è caratterizzato da un lato da un forte legame con il suo intorno agricolo, e dall’altro
dalla presenza del borgo, elementi distintivi che si sono mantenuti nonostante la prossima presenza
della metropoli milanese. La campagna che circonda Figino e l’area di progetto sono aree coltivate, caratterizzate da segni territoriali propri, i fontanili, che innervano il territorio andando a generare, nelle loro
adiacenze, delle fitte aree boschive, determinando dei landmark fortemente riconoscibili. Altro elemento
caratteristico della fascia periurbana a cavallo tra l’edificato e l’agricolo è la presenza degli orti spontanei
che riproducono lo stile di vita e l’attaccamento alla tradizione rurale dei suoi abitanti.
Il borgo agricolo è definito dalla presenza delle cascine e delle corti che si susseguono lungo il tracciato
centrale formato da via Zanzottera e via Morelli, creando un fronte pieno e continuo lungo tutto questo
asse. Superato l’accesso sul fronte strada, le corti si aprono proiettandosi verso gli spazi aperti, accogliendo la campagna al loro interno, creando quelle unità di vicinato che rappresentano l’aspetto più tipico
della vita nel borgo rurale. A lato dell’edilizia storica si estende una porzione di edilizia più recente e
meno caratterizzata tipica degli anni del dopoguerra.
Il tessuto urbano di Figino si sfrangia verso la campagna circostante, in un continuo susseguirsi di aree
agricole e aree edificate, senza una definizione netta del suo confine.
In questa seconda fase del progetto è stata prevista una revisione e un’ampliamento delle tematiche sviluppate nella prima, con particolare attenzione all’area del centro storico e in particolare a via Zanzottera
e all’asse di connessione tra la chiesa di San Materno e l’accesso all’area di progetto.
I nuovi temi introdotti non hanno modificato l’assetto e le tematiche del progetto ma hanno amplificato
e sostanziato ulteriormente le scelte da noi operate in prima fase in quanto la progettazione del nuovo
borgo sostenibile è scaturita dall’analisi approfondita dell’insieme dei fattori caratteristici del contesto
locale e sovralocale. Tutti questi elementi sono alla base delle scelte progettuali, permettendo di ottenere la massima naturalezza dell’inserimento proposto, dal punto di vista sia morfologico che funzionale,
andando ad estendere le caratteristiche di questo brano di territorio nel nuovo insediamento.
Le caratteristiche della corte, della sua morfologia composita, complessa ma univoca ad un primo sguardo, diventano gli elementi da valorizzare e da trasporre nel progetto della nuova unità di quartiere che
gerarchizza lo spazio, creando degli ambiti contigui ma distinti, che rappresentano i diversi momenti del
vivere comunitario.
Operativamente queste riflessioni si traducono nell’acquisizione dei segni territoriali utilizzati come elementi di misura sulla scala del progetto, nell’utilizzo della tipologia della corte come nucleo fondante del
sistema insediativo, ricreando e riproponendo la complessità propria del borgo e del suo tracciato.
Il nuovo intervento appare quindi come un estensione dei concetti caratterizzanti l’insediamento storico
che vengono però rivisitati e riassemblati in base alle attuali esigenze.
La viabilità e l’organizzazione degli spazi comuni risentono anch’essi di questo processo, attraverso la creazione di un asse pedonale principale, su cui si aprono le piazze e gli spazi di carattere pubblico, i servizi
di maggiore interesse e il commercio. Questo sistema ricrea la connessione diretta tra piazza ed edificio
pubblico propria del centro storico preesistente, dove l’asse di attraversamento sfocia nella piazza verso
gli edifici di maggiore rappresentanza.
viabilità e permeabilità
sistema del verde
permeabilità pedonale e ciclabile
Per rafforzare il concetto di continuità funzionale, tipologica e morfologica del nuovo intervento è prevista una forte interconnessione di percorsi alle varie scale, che garantiscono l’unità tra centro storico e
nuova urbanizzazione.
Già nella prima fase il nostro progetto evidenziava l’asse di via Rasario come elemento cruciale di collegamento tra il sagrato della chiesa e la nuova piazza del borgo posta sull’estremità opposta. La nuova
possibilità di intervento offerta dalla ridistribuzione dei suoi spazi ci permette di sostanziare ulteriormente il legame tra la chiesa, la piazza e il borgo assistito. Oltre alla sua funzione carrabile, diventerà
una passeggiata costituita di un camminamento di grandi dimensioni con alberature, sedute e strutture
leggere per l’ ombreggiamento.
Alle estremità di questo asse si attestano quindi la piazza storica, caratterizzata dalla presenza della chiesa, e la nuova centralità pubblica di progetto, nel quale si insediano i nuovi servizi urbani e di quartiere.
La nuova piazza ha una posizione baricentrica che garantisce la sua facile raggiungibilità, divenendo
uno spazio di richiamo per tutti gli abitanti di Figino, conformandosi come cerniera tra l’intervento e gli
spazi circostanti.
La densità dell’intervento è comparabile e compatibile col suo immediato intorno ed in particolare col
centro storico di Figino, così come lo sono le dimensioni dei singoli edifici, in scala col contesto; scelta
progettuale che esprime la volontà di mantenere le caratteristiche dimensionali del borgo.
Il fronte edificato su via Rasario si presenta compatto ma permeabile, caratterizzato da un susseguirsi
di spazi pubblici di incontro e socializzazione che esaltanto la compenetrazione sociale e morfologica
tra intervento e contesto. Dal fronte nord si accede quindi ad una fitta rete di percorsi pedonali lenti che
attraversa tutta l’area di progetto, innervandola e relazionandola al tessuto preesistente, creando gerarchie di spazi e percorsi di relazione con il contesto territoriale ed urbano circostante.
Il fronte nord instaura quindi un dialogo diretto con il tessuto edificato di Figino, garantendo una facile
accessibilità all’area sia carrabile che pedonale, mantenendo una chiara definizione degli ambiti che non
risultano delimitati da barriere fisiche ma scanditi dall’impostazione morfologica del progetto.
Sul fronte Sud il progetto entra invece in contatto diretto col tessuto agricolo con il quale si compenetra,
lasciando che i segni territoriali dei fontanili creino tre assi di verde interni alle aree urbane, riportando
l’elemento rurale a diretto contatto con gli spazi pubblici. Questo legame viene esaltato dalla creazione
del segno d’acqua sia all’interno della piazza pubblica centrale sia estendendolo lungo il percorso pedonale in direzione della chiesa di San Materno ricucendo l’urbano con l’agricolo.
Gli spazi pubblici rivestono, in un progetto di questa natura, una grande rilevanza sociale.
La piazza posta nel baricentro del progetto accoglie sul suo perimetro tutte le funzione pubbliche e
comunitarie dell’intervento garantendone un forte mix funzionale.
Altro elemento che caratterizza il progetto è il grande asse pedonale che attraversa longitudinalmente
l’intervento. Il boulevard alberato connette gli spazi pubblici, gli spazi privati, il verde e la piazza, divenendo l’arteria principale dell’insediamento e fungendo da asse di distribuzione diretto per tutti gli
ambiti delle residenze. L’asse sfuma negli spazi pertinenziali della residenza dove, protetto dalla cortina
degli edifici, acquista un valore più intimo e raccolto. All’interno le corti racchiudono gli spazi per il gioco
ed il verde semipubblico.
Come naturale sviluppo del nostro progetto, viste le implicazioni di tipo urbano morfologico e tipologico che esso racchiude, consideriamo la riqualificazione dell’asse storico di via Zanzottera come elemento
fondamentale per esprimere ulteriormente il legame tra vecchio e nuovo, dei quali costituisce l’elemento generatore.
Questa opportunità verrà esplicitata attraverso la riqualificazione materica del percorso, l’ampliamento
della fruibilità pedonale attraverso la sua trasformazione in zona 30, e attraverso la creazione di ambiti
a verde.
CAP.2 CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE
sistema degli spazi comuni
distribuzione funzionale
Il progetto di un nuovo quartiere di housing sociale richiede una particolare attenzione alla distribuzione
spaziale delle attività, alle loro relazioni, alle scelte formali e costruttive, per ottenere delle caratteristiche
abitative, sociali, prestazionali del progetto che siano di qualità.
Il nostro fine è stato quello di ricreare un tessuto ricco, vario e stimolante che favorisca tutti quegli scambi sociali e di vicinato propri dei borghi, dove le relazioni personali si intrecciano costantemente nella
quotidianità.
L’idea di progetto urbano nasce dalla ricerca mirata ad ottenere un’area permeabile sia dal centro urbano
di Figino che dalla campagna circostante con due assi d’accesso preferenziali direttamente connessi con
la viabilità carrabile e pedonale di via Rasario e via Silla. Dal lato nord-est si attraversa lo spazio agricolo
caratterizzato dalla presenza degli orti spontanei qui riposizionati e dalla nuova fattoria didattica. Queste aree sono direttamente connesse all’edificio destinato all’Eco Club e agli spazi accessori, svolgendo
un ruolo cardine per le attività sociali ed educative. In questi ambiti trova spazio quindi un importante
Sistema Servizio, articolato in spazi di incontro e svago (Living Room), e dalla presenza di spazi volti alla
valorizzazione del carattere rurale di Figino.
In questa area si trova inoltre un nuovo parco, il quale si relaziona direttamente, tramite il percorso ciclabile ed i percorsi pedonali, al limitrofo sistema dei parchi urbani qui rappresentato dalla presenza del
confine ovest del Bosco in Città e al parco presente a nord est di Figino, direttamente connessso tramite
via Silla, sulla quale è previsto un ampliamento della sezione pedonale.
L’ingresso da via Rasario più ad ovest permette di accedere in maniera diretta all’ area di progetto e a tutti
i servizi urbani e di quartiere qui collocati, nonché agli alloggi studio che si trovano al piano terra delle
residenze, risultando l’asse di collegamento privilegiato tra il nuovo insediamento e il centro di Figino.
Questa posizione permette una forte interconnessione tra queste attività , il tessuto esistente e il nuovo
borgo. Un terzo accesso all’area si ha da via Novara, tramite la nuova bretella in costruzione. All’incrocio
degli assi stradali provenienti da via Rasario e da questa nuova viabilità si trova il Borgo Assistito, in posizione strategica, per garantire la migliore raggiungibilità di questo importante Sistema Servizio a scala
sovralocale.
La viabilità proposta mira ad innervare il progetto e a relazionarlo con il suo intorno in maniera efficace,
limitando al massimo gli aspetti negativi che essa può causare sul contesto insediativo. Si è optato per la
trasformazione di via Zanzottera in senso unico, in direzione via Silla, consentendo di ampliare la pedonabilità di questa e di trasformarla in zona 30, in modo da limitare notevolmente il suo utilizzo da parte
degli utenti che si dirigono verso Molino Dorino. Stessa tipologia è stata adottata per la strada carrabile
che attraversa internamente l’intervento, in direzione ovest, anche qui si adottano pavimentazioni e si-
stemi di rallentamento, che la mantengono strettamente legata ad una carrabilità prettamente locale, di
servizio alle residenze e di accesso al piano interrato dei parcheggi. Il senso di marcia opposto a quello di
via Zanzottera costituisce un anello che permette ai residenti una completa accessibilità di tutte le aree,
limitandone però il traffico di attraversamento.
L’inserimento del nuovo percorso interno permette la trasformazione di via Rasario in senso unico con
l’opportunità di ampliare la sezione adibita ai pedoni e inserire il percorso ciclabile che innerverà l’area di
Figino e quella di progetto. Questa soluzione ha permesso inoltre di collocare tutte quelle zone a verde
e quegli spazi di incontro e sosta per gli abitanti che rafforzano il legame tra il fronte esistente e il nuovo
quartiere di progetto.
L’intervento costruisce quindi un luogo in cui le funzioni sono chiare e distinte, anche se non rigidamente gerarchizzate. Saranno l’architettura e il susseguirsi vario di spazi pubblici, spazi semi privati e spazi
privati che restituiranno la composizione articolata dell’intervento.
La planimetria di progetto si presenta come un insieme di macro aree, composte da edifici più minuti che
delimitano i vari ambiti e definiscono gli spazi interni delle corti. Questo insieme di elementi è spezzato
da un’asse diagonale che corre in direzione nord-est / sud-ovest e che taglia tutta l’area di progetto.
Nel baricentro di quest’asse si apre la piazza principale su cui si affacciano tutti gli edifici con vocazione
pubblica. I due edifici che si attestano sui bordi est ed ovest sono occupati dal Borgo Sostenibile e dalle funzioni compatibili con la residenza, e rappresentano il fulcro della vita sociale e cooperativa della
comunità. Questo luogo si caratterizza infatti come un ulteriore Sistema Servizio in cui trovano tra gli
altri gli uffici del Gestore Sociale e del Co-lavoro. Sul limite sud della piazza un filare di alberi ne segna il
confine portando il sistema verde anche nella zona più interna e pubblica dell’intervento.
L’asse diagonale è la spina dorsale del progetto, elemento che unifica e connette tutte le aree verdi, gli
spazi pubblici e che funge da grande boulevard pedonale, ombreggiato da grandi alberi. Questo sfocia
verso ovest di fronte all’edificio scolastico, completando il sistema di relazioni con l’intorno e mettendo
in diretta connessione l’area di progetto con un ulteriore servizio pubblico urbano.
L’ andamento sinuoso del percorso permette di avere degli scorci visuali differenti e vari, evitando prospettive visuali troppo lunghe, rallentando i flussi ed offrendo una percezione più articolata degli spazi
attraversati.
Per quanto riguarda gli edifici residenziali questi derivano dalla morfologia della cascina, reinterpretata
e attualizzata.
Sono caratterizzati da un tetto a falde, fronte esterno continuo, basamento in pietra per tutta l’altezza
del piano terra e un fronte interno più complesso e composito, sia per quanto riguarda le forme sia per
quanto riguarda l’uso dei materiali.
Gli ambiti interni alle corti residenziali sono direttamente connessi con gli spazi pubblici, ma grazie alla
loro conformazione disegnano una gerarchia spaziale chiara ed inequivocabile, pur non utilizzando barriere e cancelli.
Il piano terra di ogni lotto è caratterizzato dalla presenza di una zona adibita a controllo e portineria e da
uno spazio di deposito, per biciclette e attrezzi, a supporto degli inquilini. Per quanto riguarda gli alloggi
a piano terra si è optato per l’utilizzo di giardini privati come soluzione volta a creare la dovuta riservatezza che gli spazi dell’abitare richiedono. Questi giardini costituiscono uno spazio privato vivibile e di
protezione effettiva di tutti gli appartamenti posti al piano terra; gli spazi commerciali e gli alloggi studio
schema organizzativo residenze
occupano invece gli affacci direttamenti esposti verso le aree pubbliche.
Si possono quindi distinguere diverse tipologie di spazi: pubblici, come la piazza, il boulevard e le aree
di verde agricolo che penetrano nell’area di progetto; e semi-pubblici, spazi direttamente collegati alle
residenze che favoriscono le relazioni di vicinato.
Si configura quindi un sistema complesso e articolato nel quale gli ambiti si intrecciano sfumando gli uni
negli altri, valorizzando la continuità paesaggistica tipica del luogo e le future interazioni relazionali tra
esistente e costruito.
CAP.3 MODELLO ABITATIVO PROPOSTO
3. 1 Caratteristiche tipologiche e funzionali
Il Borgo sostenibile deriva la sua tipologia insediativa ed abitativa dal contesto in cui si trova e cioè dal
sistema delle corti e delle cascine tipico della campagna intorno a Milano.
Gli edifici di progetto hanno quindi caratteri specifici, le altezze sono ridotte, gli edifici residenziali raggiungono al massimo i tre piani, e la copertura è a falde. I fronti sul lato esterno delle corti si presentano
continui e compatti, con finestrature puntuali che scandiscono il rapporto tra pieno e vuoto. Il basamento in pietra che riveste il piano terra ancora l’edificio al terreno, esprimendo la funzione di “solido
appoggio”. La pietra naturale costituisce un richiamo diretto alla tradizione dell’architettura lombarda e
elemento di protezione dall’usura e dagli agenti atmosferici. I materiali di rivestimento si diversificano
e variano , rispondendo alle esigenze degli abitanti, le facciate si svuotano lasciando il posto a logge e
balconi che si affacciano sullo spazio verde di pertinenza, uno spazio votato al gioco dei bambini e al
relax dei residenti.
L’andamento delle coperture, con la sua variabilità, ha permesso di creare degli spazi di ritrovo condominiali per ogni edificio, terrazze ad uso di tutti gli inquilini, un ulteriore luogo di incontro e svago per
la comunità che vi abita.
Questo sistema abitativo diventa la cellula insediativa del borgo sostenibile che si moltiplica e si adatta
alle varie influenze dell’intorno, elemento di una matrice estendibile sul territorio.
3.2 Caratteristiche costruttive e strutturali
A seguito di attente analisi riguardanti l’impianto del progetto la tipologia e dimensione degli edifici e
le richieste prestazionali prefissate, si è optato per l’impiego di una tecnologia prefabbricata costituita
da pareti portanti e solai in legno multistrato composte interamente da pannelli in legno massiccio. Per
quanto riguarda i corpi scala–ascensore verranno utilizzati degli elementi standardizzati e prefabbricati
in calcestruzzo. Si prevede di realizzare anche la struttura dell’interrato in calcestruzzo in opera. Si è pensato di adottare la stessa soluzione strutturale al piano terra per permettere una maggiore flessibilità nel
posizionamento delle aperture negli spazi commerciali e alloggi-studio. Queste scelte permettono di
ottenere le migliori risposte a tutte le esigenze di progetto che riguardano le residenze mantenendo la
possibilità di avere grandi luci finestrate per gli spazi commerciali al piano terra.
Sito e geologia
Le informazioni a disposizione indicano che l’area in esame è prossima alla cintura occidentale dei fontanili dell’area extra urbana di Milano, con presenza nella parte alta e fino a profondità dell’ordine dei
10m, di alternanze di terreni a prevalente frazione sabbiosa in matrice limosa ghiaiosa con terreni in cui
prevale la sabbia fine ed il limo.
In profondità prevale il litotipo ghiaioso, presente in matrice sabbiosa limosa.
Nell’area è presente la falda acquifera con una soggiacenza di circa 12÷14 m.
I terreni costituenti la parte alta della compagine alluvionale presentano caratteristiche meccaniche tali
da sviluppare una resistenza agli SLE dell’ordine dei 150 kPa con cedimenti contenuti entro i 2 cm, riferiti
a fondazioni dirette superficiali di dimensioni massime di 3 m.
La discreta deformabilità di tali terreni consiglia, per le strutture principali degli edifici, l’adozione di
fondazioni nastriformi. Per quelle strutture secondarie più leggere e meno suscettibili agli sviluppi di
cedimenti differenziali, si potranno adottare fondazioni a plinto.
schema organizzativo residenze
struttura in cemento armato
sezione delle tipologie costruttive
struttura legno portante
Aspetti strutturali
Nel dettaglio, in accordo con le indicazioni geotecniche e dopo un’ opportuna valutazione delle azioni
risultanti, la struttura di fondazione è stata pensata con delle fondazioni nastriformi di base 120cm e
altezza pari a 45cm che corrono lungo la direzione principale dei pilastri , platee alte 45 cm di adeguata
geometria sotto i vani scala, muri di contro terra con scarpa di base larga 105cm e altezza 45 cm lungo il
perimetro e una soletta armata di spessore 20 cm di completamento carrabile.
Le elevazioni sono costituite dai pilastri di geometria 45 x 45 cm, dai muri contro terra spessi 35cm e dai
vani scala in pannelli prefabbricati che assolvono la funzione di stabilità laterale della costruzione.
Per la progettazione, si è considerato un possibile innalzamento della falda di 5m. Le strutture dell’interrato rimarrebbero comunque non interessate dalla falda e per questo motivo non si è ritenuto opportuno prevederne l’impermeabilizzazione.
Il solaio del primo impalcato verrà realizzato impiegando componenti prefabbricati in lastre predalles
alte 40 cm che garantiscono un adeguato contributo di resistenza al fuoco nell’ ambiente di parcheggio
e risultano particolarmente indicate per l’economia di realizzazione vista la limitata richiesta di puntellazione e casserature di sostegno.
Il solaio di copertura del piano terra verrà realizzato in getto pieno armato di spessore pari a 30 cm
offrendo così un piano rigido di appoggio alla struttura in legno e semplificando la realizzazione e l’economia dei nodi strutturali di connessione con gli elementi in legno.
La funzione di resistenza ai carichi da vento e sisma è affidata ai setti dei vani scala in pannelli prefabbricati di spessore 20 cm che costituiscono una struttura a pareti alle quali è affidata la resistenza alle
azioni orizzontali.
Per modularità ed economia costruttiva i nuclei scale verranno realizzati in calcestruzzo prefabbricato
ed opportunamente connessi grazie a getti in opera con le platee di fondazione e gli orizzontamenti di
piano.
Pertanto la parte progettata è assimilabile a quella di struttura scatolare in cui i solai svolgono la funzione di diaframma rigido e le pareti la funzione stabilizzante.
Quando l’edificio verrà investito dall’azione sismica o del vento , questa verrà trasferita agli orizzonta-
menti, considerati rigidi nel loro piano, alle pareti di piano e da queste al solaio del piano terra e alle
strutture di fondazione.
schema costruttivo
Caratteristiche costruttive
Le tecnologie costruttive proposte per il progetto in oggetto riguardano pareti prefabbricate con struttura in legno con l’obiettivo di velocizzare e semplificare la fase di cantiere spostando le risorse a monte,
ovvero alla produzione in stabilimento.
Per la realizzazione di pareti portanti perimetrali abbiamo adottato il sistema costruttivo con pareti prefabbricate mediante assemblaggio di pannelli in legno a strati incrociati. Le pareti portanti permettono
di ridurre i condizionamenti distributivi generati dalla presenza di pilastri intermedi e quindi realizzano
una maggiore flessibilità degli spazi interni.
Le prestazioni energetiche che si possono ottenere sono di standard decisamente elevati, con termotrasmittanze ben al di sotto dei limiti richiesti dalla normativa.
Ogni singola parete prefabbricata in stabilimento risulta costituita dall’affiancamento di singoli pannelli
in legno massiccio. I giunti verticali tra pannelli attigui sono dotati di maschiatura e lo scorrimento che
nasce in caso di azioni orizzontali sismiche è assorbito da viti passanti ortogonalmente il giunto e disposte secondo le necessità definite dal calcolo sismico.
Seguendo i limiti imposti dalle possibilità di trasporto dallo stabilimento al cantiere, si ritiene di poter
impiegare pareti a sviluppo orizzontale con lunghezza dell’elemento prefabbricato di circa 10 m e con
altezza pari all’interpiano, già complete di falsi telai e cappotto esterno in lana minerale, pronte per le
relative rasature di finitura e per la pitturazione.
Anche i solai orizzontali sono composti da pannelli di legno massiccio a strati incrociati con l’ opportunità
di avere per la faccia inferiore dei pannelli una finitura di legno a vista di ottima qualità estetica. Questi
vengono fissati sulle pareti portanti perimetrali e sulla struttura interna a pilastri in legno lamellare.
Il particolare sistema costruttivo come precedentemente descritto consente di procedere alla messa in
opera in assoluta sicurezza pur in presenza di tempi estremamente ridotti. Infatti, tutte le operazioni di
montaggio dei pannelli prefabbricati di parete e di solaio avvengono con operatori a terra o su solaio
orizzontale con parapetto o comunque con operatore legato a dispositivi di aggancio opportunamente
predisposti nei pannelli già posati.
Si sottolinea che tale tipologia, rispetto ad altri solai in legno con travetti a vista, presenta un intradosso
piano che è ottimale per una libera e facile disposizione delle partizioni interne verticali.
I vantaggi del sistema costruttivo a pareti in legno a strati incrociati possono essere così riassunti:
− ottimi valori di isolamento termico rispetto ad altri materiali da costruzione (per la naturale composizione del legno);
− attestata protezione antincendio (sarebbe possibile ottenere valori REI30-90;
− buon isolamento acustico;
− buona inerzia termica (massa con capacità di accumulo del calore) che minimizza l’oscillazione delle
temperature garantendo una protezione degli ambienti dal surriscaldamento estivo;
− stabilità dimensionale con rigonfiamento e ritiro trascurabili (grazie all’incollaggio multistrato a fibre
incrociate);
− possibilità di realizzare edifici con grande rigidezza;
− effetto positivo sul benessere delle persone.
− i pannelli di legno massiccio vengono montati a secco (montaggio rapido e “asciutto”);
− vi è possibilità di immediata messa in carico
E’ stato un nostro principale impegno per questa seconda fase di progettazione perfezionare la standardizzazione e l’industrializzazione dei vari elementi di progetto. Questo procedimento è stato applicato in
primo luogo ai nuclei dei corpi scala e ascensore in calcestruzzo, ridotti ad una unica tipologia utilizzata
in tutti i corpi di fabbrica. Questi verranno realizzati in stabilimento e montati in cantiere.
Altri elementi standardizzati sono i bagni. Abbiamo previsto tre tipologie di bagni che verranno preassemblati in stabilimento e consegnati con tutte le finiture e le predisposizioni impiantistiche in modo
che in cantiere, una volta posizionati sulla struttura, siano necessari solo i collegamenti alle reti di distribuzione.
Le falde di copertura saranno anch’esse realizzate con elementi portanti in legno pieno realizzati con
pannelli prefabbricati accostati, adottando la stessa soluzione dei solai interpiano.
CAP.4 SOLUZIONI ARCHITETTONICHE E INDICAZIONI IMPIANTISTICHE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA E LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
4. 1 Strategia per la progettazione sostenibile
pianta strutturale piano primo
Fin dalle prime fasi di progettazioni è stata elaborata una strategia di sostenibilità e impiantistica al fine
di ottimizzare il risultato sugli aspetti delle emissioni di C02, dell’autosufficienza idrica, dell’utilizzo di
materiali sostenibili, dell’adattabilità climatica e sostenibilità durante la fase di esercizio.
La strategia di sostenibilità e impiantistica alla base della progettazione di tali edifici è stata condotta alfine di ottimizzare il risultato su tali aspetti. Il concetto di abitazione sociale è stato ottimizzato riducendo
e limitando gli aspetti negativi relativi agli sprechi e all’inefficienza a favore di incrementare la qualità
abitativa degli utenti e ridurre i costi di gestione in relazione soprattutto ai consumi energetici.
L’obiettivo prefissatoci è stato il soddisfacimento del confort e della salubrità degli ambienti, utilizzando
soluzioni tecnologiche efficienti e fonti rinnovabili di energia. Per fare ciò è stato sviluppato un approccio complesso che tenga conto dei diversi aspetti coinvolti e si traduce in quattro ordini d’intervento :
-Riduzione della domanda di energia con strategie passive;
orientamento dell’edificio per lo sfruttamento di strategie bio-climatiche legate al sito di intervento
(sfruttamento illuminazione naturale ed apporti solari gratuiti in fase invernale);
progetto dell’involucro edilizio con elevate prestazioni di isolamento termico;
sfruttamento e regolazione degli apporti solari con efficaci sistemi di schermatura;
utilizzo di sistemi di raffrescamento passivi tramite sistema di ventilazione naturale a camino;
-Incremento dell’efficienza energetica degli impianti:
utilizzo di strategie impiantistiche a bassa exergia, mediante terminali radianti operanti a bassa differenza di temperatura rispetto l’ambiente da climatizzare;
utilizzo di impianti di ventilazione primaria tramite recuperatori di calore;
-Utilizzo di risorse rinnovabili disponibili in sito per soddisfare il fabbisogno dell’edificio;
utilizzo di sistema di generazione di acqua calda tramite rete di teleriscaldamento presente nel sito
proveniente da termovalorizzatore;
Possibilità di adozione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica per l’illuminazione
pubblica;
-Azioni sugli utenti;
redazione di manuali d’uso dell’edificio;
sensibilizzazione nei confronti del problema energetico;
riduzione dei consumi ed eliminazione degli sprechi di energia elettrica
Autosufficienza idrica tramite la raccolta e il riciclo dell’acqua
L’obiettivo di ridurre il consumo di acqua potabile viene raggiunto percorrendo molteplici strade:
Ottimizzazione dei consumi mediante l’utilizzo di:
Dispositivi frangi-getto;
Utilizzo di vaschette dei WC con doppio pulsante;
Raccolta dell’acqua piovana in vasche di accumulo e riutilizzo per usi non potabili come:
Vaschette dei WC, pulizia della casa, irrigazione:
Utilizzo materiali sostenibili
E’ previsto l’utilizzo di materiali “naturali”, ovvero prodotti non di sintesi chimica, di origine quindi naturale (animale, vegetale, minerale), che derivano da materiali rinnovabili, che siano biodegradabili e
riciclabili e che, durante il loro intero ciclo di vita (approvvigionamento delle materie prime, processo
produttivo, lavorazione e messa in opera, esercizio, dismissione) richiedano un bassa consumo di energia e non emettano sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente.
Utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale
A basso contenuto di energia (confronto mediante LCA)
Di provenienza naturale
Riciclati, riciclabili e riutilizzabili
Minimizzare l’emissione di CO2 da trasporto:
Materiali facilmente reperibili in loco
Materiali lavorabili localmente.
strategia progettazione sostenibile
Il legno può essere considerato a tutti gli effetti una risorsa rinnovabile.
I boschi assorbono anidride carbonica (CO2), fissano il carbonio (C) nel legno e liberano ossigeno (O2)
nell’aria. Secondo il protocollo di Kyoto, fungono da serbatoi di CO2.
Se il legno è utilizzato quale materiale da costruzione, il carbonio resta legato durante l’intera durata di
vita degli edifici. Se il legno sostituisce mattoni, calcestruzzo o acciaio nelle costruzioni, nell’atmosfera è
inoltre risparmiata la CO2 liberata durante la loro produzione.
Ogni metro cubo di legno utilizzato al posto dei materiali da costruzione elencati permette di risparmiare circa 1 tonnellata di emissioni di CO2.
Se il legno è bruciato per produrre energia, il carbonio che contiene si lega all’ossigeno ed è liberato
sotto forma di CO2. In caso di gestione sostenibile del bosco, la CO2 liberata viene nuovamente legata
dagli alberi che ricrescono, e il ciclo si chiude.
Le emissioni di anidride carbonica del sistema sono quindi determinate solamente dall’impiego di combustibili fossili nei processi di trasporto e trasformazione del legno, con quantità comunque notevolmente inferiori a quelle necessarie al trasporto e alla trasformazione di calcestruzzo o acciaio.
La costruzione stratificata a secco con elementi lignei è una soluzione costruttiva ad alto contenuto di
sostenibilità ambientale; con questa tecnologia l’edificio diventa il prodotto di una appropriata connessione di elementi costruttivi leggeri e ad alte prestazioni.
In generale, i suoi vantaggi sono così riassumibili:
a) minimizzazione dell’uso dei materiali; quelli utilizzati sono ecocompatibili e in larga parte riciclabili, in
quanto possono essere inseriti, alla fine, in un nuovo ciclo produttivo con il minimo costo;
b) il sistema realizza un alto isolamento termico e acustico, consentendo un risparmio di energia e una
riduzione delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera;
c) riduzione dei tempi di realizzazione dell’edificio (e quindi dei costi dell’immobile finito): il cantiere
non è più luogo di preparazione di materiali ma solo un’area di montaggio, dove la costruzione viene
edificata in un tempo ridotto rispetto alla costruzione tradizionale;
d) miglior rapporto tra la costruzione, il suo funzionamento (e mantenimento) e la sua dismissione: nel
complesso si ha un minimo consumo energetico globale;
e) la costruzione stratificata a secco utilizza prodotti di derivazione industriale certificati e di alta qualità;
f ) grazie alla tecnologia stratificata a secco è possibile ottenere il massimo comfort ambientale.
In un discorso più ampio di sostenibilità ambientale delle costruzioni l’uso del legno si inserisce a pieno
diritto nelle tematiche di tutela delle risorse del pianeta: il legno è rinnovabile e riciclabile, necessita di un
basso consumo di energia nelle fasi di produzione e di posa, non rilascia sostanze nocive durante il suo
ciclo di vita. Naturalmente è compito del fornitore assicurarsi che la salvaguardia dei boschi di approvvigionamento venga garantita da appositi sistemi di gestione forestale che ne assicurino il mantenimento
e la crescita.
Edifici in grado di adattarsi alle variazioni climatiche future
Per far in modo che gli edifici siano in grado di adattarsi alla variazioni climatiche future sono stati adottate le seguenti soluzioni:
Ridurre al minimo la dipendenza da fonti di energia esauribili attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili come scarti reflui prodotti da termovalorizzazione;
Ridurre i rischi di surriscaldamento in caso di aumento globale della temperatura attraverso
l’utilizzo si strategie bioclimatiche in grado di ridurre il surriscaldamento degli edifici
Ridurre i rischi di danneggiamento degli edifici nel caso di allagamenti
Rivestimenti della pavimentazione esterna permeabili all’acqua
Sistemi di drenaggio in grado di rallentare i tempi di allagamento
Utilizzo di rivestimenti a tenuta all’acqua per il piano terreno degli edifici
Collocamento dei sistemi tecnologici sensibili all’acqua in posizioni protette
funzionamento estivo - singola unita abitativa
funzionamento invernale - edificio
Fornire un contributo positivo alla comunità ed all’ambiente costruito
Ogni edificio interviene sul territorio e sul tessuto urbano in modo importante, modificando la percezione dello spazio da parte degli utenti ma anche dei cittadini. Per questa ragione, è importante considerare
l’impatto che avrà l’edificio sull’ambiente costruito e sulla comunità che lo abita.
A tal scopo, nel progetto in studio sono stati ritenuti fondamntali i seguenti aspetti:
Attenzione ai disabili (eliminazione delle barriere architettoniche)
Stretto contatto con l’ambiente esterno:
illuminazione naturale;
ventilazione naturale;
visibilità di spazi verdi e dell’ambiente esterno;
Spazi verdi circostanti in armonia con il contesto;
Spazi flessibili e adattabili a differenti esigenze abitative differenti.
Sostenibilità durante la fase di esercizio
La maggior parte degli edifici presenta dei costi di gestioni elevati che ne rendono spesso difficile il
pieno utilizzo o il raggiungimento delle condizioni di confort per gli utenti.
Per realizzare edifici realmente sostenibili è importante prestare particolare attenzione al futuro comportamento nella fase di esercizio, durante la quale è quindi necessario:
Ridurre e contabilizzare i consumi di energia;
Ridurre i consumi di materie prime;
Impiegare di soluzioni tecnologiche durevoli e facilmente riparabili;
Impiegare di elementi sostituibili.
4. 2 Classificazione energetica
La strategia impiantistica e sostenibile dell’organismo edilizio, è stata sviluppata con lo scopo di favorire
il comportamento naturale dell’edificio, progettando involucri efficienti in grado di filtrare efficacemente
la dinamicità delle condizioni climatiche al contorno, limitando lo sviluppo del sistema impiantistico alla
semplice integrazione alla tendenza dell’edificio all’autoregolazione.
Questo approccio è volto inoltre all’ottenimento della classe energetica B per ogni edificio in relazione
ai parametri definiti dalla legge regionale DGR VIII/8745 “Determinazioni in merito alle disposizioni per
l’efficienza energetica in edilizia e per la certificazione energetica degli edifici “.
L’ottenimento di tale classificazione energetica è stato reso possibile intervendo contemporaneamente
su tre step: prestazioni dell’involucro edilizio, efficienza del sistema impiantistico, utilizzo di fonti rinnovabili di energia.
Riduzione della domanda di energia termica e prestazioni dell’involucro
Vengono adottate soluzioni tecnologiche che permetteranno, nel periodo invernale, di ridurre le dispersioni e massimizzare gli apporti gratuiti e, nel periodo estivo, di controllare gli apporti solari ed evitare il
surriscaldamento degli ambienti. Questi obiettivi vengono raggiunti agendo su differenti importanti parametri della progettazione: rapporto S/V, orientamento delle superfici, percentuale d’involucro vetrato,
stratigrafia dell’involucro opaco, performance dell’involucro vetrato (Uvalue, Gvalue).
L’obiettivo sarà quello di raggiungere i valori di trasmittanza (U) dell’involucro ottimali in modo da ottenere una maggiore riduzione delle dispersioni.
- U involucro verticale opaco = 0,20 W/m²k
- U copertura = 0,20 W/m²k
- U solaio contro terra = 0,20 W/m²k
- U superfici verticali opache verso locali non riscaldati = 0,60W/m²k
- U involucro verticale trasparente = 1,30-1.40 W/m²k
Per quanto concerne l’involucro vetrato, si è cercato il giusto compromesso tra contenimento delle dispersioni e sfruttamento dell’illuminazione naturale. I serramenti sono dotati di una tenuta all’aria tale
da ridurre al minimo le infiltrazioni e i vetri una trasmittanza U < 1,3-1,4 W/m2K e saranno di tipo basso
emissivo per le zone esposte a nord e di tipo selettivo per le zone maggiormente esposte alla radiazione
solare.
Al fine di garantire un ottimo livello della qualità dell’aria e di contenere i consumi energetici, gli edifici
sono dotati di un impianto di ventilazione a doppio flusso in grado di recuperare calore dal flusso in
uscita tramite recuperatori con efficienza di circa il 60%. Questo permette di ridurre le dispersioni per
ventilazione dell’edificio riducendo quindi il fabbisogno di energia termica per riscaldamento
Lo sfruttamento degli apporti solari attraverso superfici vetrate con ridotto fattore di schermatura e ridotta remissività permette di ridurre ulteriormente i fabbisogni di energia termica. Questo deve essere valutato però in relazione al funzionamento estivo dell’edificio quando sarà necessaria un adeguata
schermatura delle superfici vetrate per ottenere un limitato valore di carico di raffrescamento e poter
quindi sfruttare sistemi di raffrescamento passivo
Riduzione della domanda di energia primaria e prestazioni dell’impianto
Al fine di ridurre il fabbisogno di energia primaria e raggiungere una classe energetica elevata è importante utilizzare sistemi impiantistici ad alto rendimento. La scelta dei sistemi impiantistici sarà quindi
mirata al fine di massimizzare il rendimento del sistema di distribuzione, il rendimento dei terminali, il
rendimento del sistema di generazione
Al fine di garantire un elevato confort termico ed un elevate efficienza sono stati adottati sistemi radianti
a pavimento Questo sistema permette di lavorare con temperature inferiori rispetto ai sistemi tradizionali e di sfruttare l’elevato grado di isolamento dell’involucro
La generazione dell’acqua calda per riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria avverrà
attraverso scambiatori collegati alla rete di teleriscaldamento presente in zona. Tale sistema anche se
non presenta elevati valori di rendimento (circa 0,6-0,7) proviene da un sistema di valorizzazione e puo’
quindi essere considerato quasi totalmente rinnovabile.
4. 3 Scelta e dimensionamento dei principali impianti
Impianto meccanico
La scelta dei sistemi di climatizzazione è stata effettuata prendendo in considerazione: tipologia di utenza e di funzione svolta, requisisti di qualità dell’aria richiesti, periodi di funzionamento dell’impianto.
Gli edifici sono progettatati attraverso sistemi impiantistici differenti in relazione all’uso: le unità immobiliari sono dotate di impianto di riscaldamento radiante e impianto di ventilazione tramite recuperatori di
calori. La domanda di raffrescamento è sopperita tramite sistemi passivi che sfruttano il principio di galleggiamento all’interno di camini solari, i locali ad uso attività commerciali ed uffici: sistemi impiantistici
efficienti tipo VRV e/o sistemi multisplit in grado di fornire riscaldamento e raffrescamento, accoppiati ad
un impianto di ventilazione tramite unità di trattamento aria e recuperatori di calore
La scelta di utilizzare sistemi radianti per le residenze è dovuta ai notevoli vantaggi che tale tipologia
impiantistica offre: con gli impianti di tipo radiante il calore viene ceduto soprattutto per irraggiamento senza creazione di correnti d’aria convettive (che sollevano polveri ed acari) sono caratterizzati da
un’elevata efficienza connessa con il loro funzionamento a bassa temperatura e permettono di ottenere
elevati livelli di comfort sia termico che acustico .L’impianto di ventilazione è costituito da recuperatori di
calore installati nel sottotetto dei piani secondi o terzi dell’edificio (localizzati alle estremità degli edifici).
Questo sistema permette di pre-riscladare/pre-raffrescare l’aria in entrata con il flusso d’aria in uscita al
fine di ridurre le dispersioni per ventilazione dell’edificio. La distribuzione dei canali avviene attraverso
cavedi posizionati nei disimpegni delle unità abitative e la distribuzione interna ad ogni unità avverrà a
controsoffitto dello stesso disimpegno.
In fase estiva le unità residenziali vengono raffrescate tramite un sistema di ventilazione naturale che
utilizza il principio del galleggiamento dell’aria all’interno del camino per massimizzarne l’efficacia e la
possibilità di utilizzo.
Vengono utilizzati dei sistemi grigliati/microforati nelle pareti di confine tra unità abitativa e camino con
possibilità di gestione manuale da parte degli utenti.
Le unità commerciali sono dotate di impianto VRV tramite unità interne posizionate nel controsoffitti dei
locali ed unità esterne posizionate negli spazi del tetto aperti verso l’esterno.
Sulla copertura/spazio sottotetto si è creata una sorta di locale tecnico, dove posizionare le unità di trattamento aria a servizio delle unità commerciali .
La distribuzione dei canali avviene tramite i cavedi posizionati all’interno dei vani-scala.
Power center e reti di distribuzione
L’impianto di riscaldamento è del tipo centralizzato per ogni edificio al fine di ottenere un risparmio
energetico e di limitare i costi in fase di gestione.
In ogni edificio viene prevista una sottocentrale localizzata nel piano interrato dotata di scambiatore
termico collegato alla rete di teleriscaldamento. Da ogni scambiatore saranno alimentati due circuiti,
uno verso i pannelli radianti a bassa temperatura, ed uno ad alta temperatura per la produzione di acqua
calda sanitaria.
La distribuzione principale avviene a soffitto dell’autorimessa ed attraverso i cavedi all’interno di ogni
blocco-scala.
Ogni unità abitativa è dotata di un modulo contabilizzatore per acqua calda, acqua calda sanitaria ed
acqua potabile posizionato , secondo le possibilità, nel pianerottolo del vano scala. Questo permette una
migliore manutenzione e gestione da parte del gestore.
Recupero acque
Vengono previsti sistemi di recupero delle acque meteoriche che dopo opportune filtrazioni verranno
riutilizzate per alimentare le utenze di acqua non potabile (alimentazione WC, lavanderie..) e per l’irrigazione delle aree verdi presenti nel lotto.
Impianti elettrici
Sono stati previsti i locali tecnici per collocare i contatori elettrici all’interno dell’autorimessa e dedicati
per ogni edificio. La distribuzione principale ad ogni unità abitativa avviene attraverso l’utilizzo di cavedi
all’ interno del corpo scale.
L’impianto ordinario delle zone comuni, interne ed esterne, è realizzato con apparecchi illuminanti a
risparmio energetico ed alimentato dai rispettivi quadri elettrici di zona (quadro servizi generali e quadri
elettrici servizi generali di scala).
Nelle zone comuni sono stati previsti opportuni circuiti d’illuminazione per le ore notturne.
Al fine di ridurre i consumi energetici ed i relativi costi in fase di esercizio è stato installato un impianto
fotovoltaico da 140Kwp con una produzione annua di circa 180Mwh installato sulle coperture degli edifici pubblici. Tale impianto sopperisce al 100% della domanda di energia elettrica per illuminazione degli
spazi comuni interni ed esterni.
CAP.5 MODALITA’ DI INTERVENTO E DI GESTIONE
Le scelte materiche e tecnologiche di progetto volgono all’abbattimento di costi dell’intervento e di
quelli energetici e di gestione senza trascurare il raggiungimento di un ottimale comfort abitativo.
La standardizzazione dei corpi scale e la loro produzione in stabilimento ne permette il contenimento
dei costi e aumenta la velocità di realizzazione, il numero dei corpi scale non grava quindi sulle tempistiche realizzative e sui costi dell’intervento globali.
Il sistema costruttivo prefabbricato in legno a elementi incrociati in legno massiccio e stato individuato
con l’obiettivo di semplificare e velocizzare la fase di cantiere. L’uso del legno ci consente la realizzazione di prodotti leggeri, maneggevoli e, contemporaneamente, per le proprietà intrinseche del materiale
stesso, con ottime proprietà termiche e, rispetto ad altre soluzioni, acustiche. La fase di montaggio ne
risulta notevolmente avvantaggiata, anche per l’immediatezza nell’esecuzione dei collegamenti, che
sono meccanici e quindi a secco. La realizzazione degli elementi in stabilimento consente una maggiore
attenzione alle fasi di assemblaggio: gli operai lavorano in condizioni ottimali e in estrema sicurezza.
Un prodotto prefabbricato ha una qualità accertata all’origine e può raggiungere livelli difficilmente ottenibili con elementi realizzati in opera. Una casa prefabbricata offre una piattaforma di partenza dalle
prestazioni assicurate, perfettamente conoscibili già prima dell’acquisto. Non è più necessario affidare
tutto alle maestranze in cantiere, anzi, si facilita il lavoro di tali maestranze, guidandole nella costruzione
con una sorta di “libretto delle istruzioni”.
Questa tipologia di sistemi prefabbricati consente una drastica riduzione dei tempi di montaggio. Le
risorse impiegate nella fase di produzione in stabilimento consentono la realizzazione di tali sistemi
mentre in cantiere sono ancora in corso le opere propedeutiche e la messa in opera delle parti in cemen-
to armato. Inoltre, il sistema costruttivo a secco prevede, immediatamente dopo la fine del montaggio
dell’involucro esterno, la realizzazione della copertura e la posa in opera dei serramenti; ciò consente in
brevissimo tempo di iniziare le opere impiantistiche e di finitura interna in un ambiente protetto dalle intemperie. Il preassemblaggio di pareti, solai, coperture (ma anche, a seconda del cantiere, di vano scala,
balconi e cellule bagno) sposta dal cantiere allo stabilimento una parte dei tempi di montaggio rendendoli indipendenti dalle condizioni meteorologiche. Contemporaneamente, le fasi in sito sono così veloci
che è possibile svolgerle in brevi periodi di tempo.
Demandando allo stabilimento molte operazioni esecutive, l’industrializzazione del processo consente
un maggior uso di macchine e riduzione (oltre che una specializzazione) degli operatori. Le risorse umane presenti in cantiere nella fase di montaggio delle strutture sono veramente minime perché, escluso
l’operaio che dirige i sollevamenti, solo un paio di lavoratori sono necessari per la movimentazione ed il
fissaggio del pannello.
Superate le fasi di montaggio delle strutture, un maggior numero di persone può affluire in cantiere,
trattandosi di lavorazioni al piano e con minori fattori di rischio.
Dato che la produzione degli elementi ha luogo per la maggior parte in stabilimento ed il pacchetto arriva in cantiere prefabbricato e pronto per la messa in opera, la riduzione degli scarti di cantiere avviene
quasi automaticamente.
La costruzione viene edificata in un tempo ridotto rispetto alla costruzione tradizionale grazie al fatto
che il cantiere non è più luogo di preparazione di materiali ma solo un’area di montaggio. Il legno ha dimostrato, quando correttamente impiegato, di non necessitare di alcuna manutenzione supplementare
rispetto ad altri materiali.
Una visione a lungo termine comporta alcune scelte mirate alla durabilità dell’edificio: è una scelta consapevole e ragionata quella di proporre il legno a vista solo per l’intradosso dei solai interni e non in
facciata per fare in modo che i costi di manutenzione siano contenuti o inferiori a quelli di un edificio
costruito in modo tradizionale.
Lo spessore di legno pieno è protetto dal cappotto esterno intonacato, pertanto le uniche operazioni
necessarie nel corso degli anni sono le ordinarie pitturazioni esterna ed interna con periodicità e modalità uguali a quelle di una costruzione di tipo tradizionale.
Per quanto riguarda gli interrati, l’impronata a terra degli edifici ha permesso di ottenere tutte le superfici
in un solo piano interrato, evitando il pericolo di imbattersi nella falda acquifera con riduzione dei costi
per quanto riguarda le protezioni da adottare.
Nella soluzione proposta, oltre a quanto specificato prima, le rampe di accesso alle autorimesse sono posizionate in modo da servire più corpi di fabbrica, oltre ad essere di limitato ingombro dovendo collegare
il piano strada ad un solo piano interrato.
Per quanto riguarda la cantierizzazione del progetto prevediamo una durata di dodici mesi effettivi, dedicando gli ultimi tre mesi alle sistemazioni esterne e agli allacciamenti. Il rispetto di questa tempistica è
garantito dalla suddivisione dell’area di progetto in cinque cantieri distini ed autonomi che opereranno
contemporaneamente in fasi parallele. Questo permetterà una gestione più snella la parcellizzazione
del cantiere permetterà un controllo della tempistica molto più attento rispetto ad un’organizzazione
tradizionale del cantiere.
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